More stories

  • in

    Wilander: “Il tennis di Sinner è avanti dieci anni: sta tracciando la strada del futuro”

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Il dominio di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz sul circuito ATP è ormai così evidente che ogni occasione è buona per confrontare i loro percorsi, le loro finali Slam e lo sviluppo tecnico e mentale di entrambi. In questo scenario di eccellenza generazionale, fa particolarmente piacere ascoltare il parere di una leggenda come Mats Wilander, intervistato da L’Equipe dopo le finali di Parigi e Londra, che hanno visto i due giovani fenomeni spartirsi la gloria.
    Wilander non ha dubbi: “Guardando il gioco di Sinner negli ultimi tempi, credo che il suo tennis sia cinque o addirittura dieci anni avanti rispetto a quello che immaginavo sarebbe stata l’evoluzione di questo sport in questa epoca.” Un’affermazione forte, che fa riflettere: l’azzurro, secondo lo svedese, sta già tracciando il sentiero che molti proveranno a seguire, proprio perché il suo tennis – rispetto a quello di Alcaraz – sembra meno “geniale”, ma più imitabile con dedizione, applicazione e lavoro. “Non tutti possono sviluppare il tennis di Carlos, serve un talento eccezionale. Invece tutti possono cercare di giocare come Jannik, se hanno una dedizione totale.”
    Wilander, sempre attento alle dinamiche evolutive del tennis, ha seguito da vicino le ultime due finali Slam: prima il capolavoro di Alcaraz a Roland Garros, poi il trionfo di Sinner a Wimbledon. E su quest’ultimo incontro, sottolinea come l’italiano, per lui, sia stato superiore anche nella finale persa a Parigi. “Era difficile capire come Alcaraz fosse riuscito a battere Sinner negli ultimi cinque confronti. Ora sembra facile ricordarlo, ma credo sia giusto dire che la normalità sarebbe stata una vittoria di Jannik a Parigi. In entrambe le finali, per me, l’italiano è stato il miglior giocatore.”
    Uno degli aspetti più affascinanti di questa rivalità è la loro età: 22 anni Alcaraz, 23 Sinner, margini di crescita enormi e una costante possibilità di miglioramento. E, per Wilander, ogni loro sfida non fa che accelerare questo percorso di maturazione: “Ogni volta che si affrontano, escono dal campo come tennisti più completi, più formati. Guardando l’evoluzione di entrambi, direi che negli ultimi due anni Jannik ha fatto più progressi di Carlos, anche se lo spagnolo ha ancora ampi margini, soprattutto nella scelta dei colpi in certi momenti.”
    La battaglia per il vertice mondiale, dunque, è appena iniziata: Sinner e Alcaraz stanno alzando l’asticella del tennis, costringendo tutti a rincorrerli – e non solo per talento, ma anche per mentalità e capacità di adattamento. Secondo Wilander, la formazione, almeno per ora, la sta vincendo l’azzurro. E il bello, per tutti gli appassionati, deve ancora venire.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Rune si affida ad Agassi per tornare grande: “Voglio essere il numero 1, non sono lontano da Sinner e Alcaraz”

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Da tempo attorno alla figura di Holger Rune aleggia una sensazione di stallo e un velo di delusione. Eppure, essere numero 8 del mondo a soli 22 anni non può che essere un grande risultato per chiunque. Il danese, però, sembrava destinato a qualcosa di ancora più grande, una presenza fissa tra i dominatori del circuito. Proprio per rilanciarsi, Rune ha deciso di affidarsi ad André Agassi come consulente tecnico, sperando che la leggenda americana possa aiutarlo a ritrovare la strada verso la gloria.
    “Ho contattato André qualche mese fa. Ho subito capito che è una persona molto intelligente, ha una visione unica e genuina del tennis. Credo sia il momento giusto per lavorare insieme, perché sto tornando a sentirmi bene con il mio gioco, sono tornato alle basi. In passato ho cambiato spesso allenatore e questo non mi ha aiutato, ho perso una struttura fissa. Agassi è un’icona e sono convinto che possa essere il mentore ideale per me”, ha dichiarato Rune a Tennis.com.
    Non mancano le ambizioni per il giovane scandinavo: “Sono n.8 del mondo e voglio fare tutto il possibile per salire ancora in classifica. Ci sono giocatori che si accontentano di stare nei primi 20 o 10, ma io ho sempre sognato di diventare numero 1. Penso di potercela fare, ma devo cambiare alcune cose e Agassi potrà aiutarmi in questo”. Rune negli ultimi anni ha lavorato, anche se saltuariamente, con Boris Becker e Severin Luthi, oltre alla lunga collaborazione con Patrick Mouratoglou e al ritorno col suo storico coach Lars Christensen.
    Il danese è convinto di poter ancora colmare il gap con Sinner e Alcaraz: “La differenza tra loro e altri giocatori è grande, ma non così tanto se penso al mio livello. Credo di non essere così lontano, il mio tennis è di alto livello. Devo solo correggere qualche dettaglio e trovare più continuità. Ho già dimostrato di poter battere i migliori e sono fiducioso che potrò farlo ancora. La vera sfida è essere presenti in finale ogni settimana, non solo vincere una partita. Questo è il mio nuovo obiettivo”, ha concluso Rune, pronto a sfruttare la tournée americana per dare una svolta alla sua carriera.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Piraino gioisce a Gubbio, 3° titolo Itf in stagione per lui: “In origine avrei dovuto fare le qualificazioni del Challenger di San Marino dove però, dovendo giocare di domenica, non mi sentivo in grado di competere al 100% per via di un problema alla caviglia”

    Gabriele Piraino nella foto

    Antalya, Santa Margherita di Pula, e domenica 20 luglio, il successo al 15.000 dollari Itf sui campi in terra rossa del Ct Gubbio. Sono ben 3 a questo punto della stagione i successi in ambito internazionale colti dal classe 2003 del Ct Palermo, Gabriele Piraino.Nella tarda serata di ieri, il tennista mancino del team di serie A1 del club di viale del Fante, che nel 2026 festeggerà il centenario, ha avuto ragione in due parziali, 6-4 6-1, del ventenne marchigiano, proveniente dalle qualificazioni, Andrea Meduri.
    Piraino ha beneficiato di una wild card, in quanto non si era iscritto a questo appuntamento in terra umbra. Grazie al successo conseguito a Gubbio, l’allievo di Paolo Cannova, Daniele Capecchi (quest’ultimo era presente a Gubbio) e del preparatore atletico Piero Intile, andrà molto vicino al suo best ranking, che ad oggi è 417.
    Nel cammino che l’ha condotto fino alla vittoria del torneo nell’ultimo atto, come detto in precedenza, a spese di Meduri, il 21enne, ha battuto al 1° turno Lorenzo Beraldo, al 2° Lorenzo Lorusso, ai quarti Michele Ribecai e in semifinale Samuele Pieri. Solo contro quest’ultimo, Piraino ha concesso un set. E proprio contro Pieri, sui campi del Foro Italico di Roma, a fine aprile, il 21enne mancino si era conquistato, sconfiggendolo nella finale delle “prequali”, il diritto di partecipare alle qualificazioni della prova Masters 1000.
    Ecco il suo commento poche ore dopo aver messo in bacheca il 3° titolo Itf del 2025.“In origine avrei dovuto fare le qualificazioni del Challenger di San Marino dove però, dovendo giocare di domenica, non mi sentivo in grado di competere al 100% per via di un problema alla caviglia – spiega Piraino – e quindi, grazie alla wild card che mi ha dato la Federazione, ho disputato questo torneo che per me è iniziato nella giornata di martedì 15 luglio. Sono felice di aver vinto qui in Umbria, anche perché non è mai facile conquistare successi anche se si tratta di prove da 15.000 dollari. Ormai il livello si è alzato molto e bisogna sempre essere focus in tutte le partite. La settimana prossima – conclude – disputerò un 25.000 dollari in Germania e poi giocherò i challenger italiani”. LEGGI TUTTO

  • in

    Martina Trevisan: “Ricomincio da me stessa, i sogni non si rivelano mai. Sinner? Una gioia per gli occhi”

    Martina Trevisan nella foto

    Martina Trevisan è finalmente tornata a giocare dopo nove mesi lontano dai campi, ma la sua assenza era tutt’altro che casuale: l’ex numero 18 del mondo nel 2023 ha dovuto fermarsi per una fastidiosa lesione al tallone che le rendeva impossibile non solo allenarsi, ma perfino camminare normalmente nei periodi più acuti del dolore. Per evitare l’intervento chirurgico, la tennista toscana ha provato ogni tipo di terapia e trattamento, ma alla fine si è dovuta arrendere all’evidenza: solo l’operazione avrebbe potuto darle una soluzione definitiva e permetterle di tornare a vivere da atleta.
    Dopo mesi di riabilitazione, sudore e determinazione, Martina è rientrata in campo, togliendosi la soddisfazione di vincere subito una partita al WTA 125 di Bastad e di ripetersi anche questa settimana al WTA 125 di Roma. A quasi 32 anni, la Trevisan non pensa minimamente al ritiro e, intervistata da fanpage.it, ha raccontato come ha vissuto questa lunga assenza, quanto le sia mancato il circuito e quali siano i suoi obiettivi futuri. “Sono felicissima di essere tornata, non ne potevo più di aspettare. Dal giorno dopo l’operazione, tutta la mia determinazione è stata indirizzata al momento del rientro. Tornare in campo, dopo tutto questo tempo, è stata una sensazione di rinascita, come tornare a casa.”
    Trevisan ha spiegato quanto sia stato difficile convivere con il problema al tallone, un dolore che ti fa perdere la concentrazione e che ti costringe a una continua incertezza: “Giocare con la sindrome di Haglund è destabilizzante anche dal punto di vista emotivo, non sai mai quando il dolore colpirà. Adesso, finalmente, mi sono tolta un peso di dosso”. Se dal punto di vista sportivo le mancavano soprattutto l’adrenalina e la tensione positiva che si respira nei tornei, la parte negativa del tennis non le è mancata affatto: “Non mi sono mancate le polemiche, gli attacchi gratuiti, le minacce degli haters e degli scommettitori. Oggi i social hanno aperto la porta a tanta violenza, che non ha nulla a che vedere con lo sport”.
    La voglia di lottare, però, è rimasta intatta. Martina non ama vivere alla giornata: ogni gesto, ogni allenamento è orientato a un obiettivo preciso, che sia una vittoria, un trofeo, o semplicemente tirare fuori il meglio da sé stessa. “I sogni non si rivelano mai, altrimenti non si realizzano”, dice con il sorriso, determinata a non arrendersi.
    Nel corso dell’intervista, la toscana ha voluto esprimere anche la sua ammirazione per Jannik Sinner: “È un ragazzo straordinario, il suo tennis raffinato ed efficace è motivo d’orgoglio per tutti noi. Chi dice che il suo stile è poco spettacolare non ha mai impugnato una racchetta. Vederlo giocare, e vedere come rende semplici anche i gesti più difficili, è una gioia per gli occhi e per il cuore”.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Italia-Canada, finale storica di Hopman Cup 2025: la prima volta degli azzurri per il titolo (oggi alle ore 17:30)

    Flavio Cobolli e Lucia Bronzetti – Foto FITP

    Sarà una finale tutta da vivere quella che domenica 21 luglio, alle 17:30 (diretta e in chiaro su SuperTennis), metterà di fronte Italia e Canada per il titolo della Hopman Cup 2025. Un duello inedito tra due nazioni mai arrivate così in alto nella storia della celebre competizione a squadre miste. Un traguardo che impreziosisce ulteriormente il periodo d’oro del tennis italiano.
    “La Federazione Italiana ha lavorato bene negli ultimi dieci anni, ha investito tanto e penso che abbiamo fatto un ottimo lavoro”, aveva dichiarato a febbraio Flavio Cobolli (n.19 ATP), autentica rivelazione dell’anno e grande protagonista di questa avventura azzurra. In finale Cobolli sfiderà Felix Auger-Aliassime (n.28), giocatore che l’italiano ha già sconfitto due volte su due nel 2023, ad Acapulco e al Masters 1000 di Montreal, sempre sul cemento.Il percorso di crescita del tennis italiano non è stato casuale. Dal 2017, oltre al classico appuntamento con gli Internazionali BNL d’Italia al Foro Italico, il nostro Paese è diventato crocevia delle grandi manifestazioni internazionali: prima le Next Gen ATP Finals (2017-2022), poi le Nitto ATP Finals assegnate a Torino dal 2021 al 2025 e ora estese fino al 2030, senza dimenticare le finali di Coppa Davis che si giocheranno a Bologna fino al 2027.Quest’anno la geografia del grande tennis ha accolto anche Bari, teatro della prima edizione italiana della Hopman Cup, evento misto che dal 1989 al 2019 aveva la sua casa storica a Perth, in Australia. Impossibile non ricordare la leggendaria edizione del 2019, quando il doppio misto Federer-Bencic vs Williams-Tiafoe davanti a 14.064 spettatori regalò uno degli show più iconici degli anni Duemila.
    🌍 Hopman Cup (Mondo), cemento – Finale – Hard🕠 17:30 🇮🇹 Bronzetti L. – 🇨🇦 Andreescu B.🕖 19:00 🇮🇹 Cobolli F. – 🇨🇦 Auger-Aliassime F.🕣 20:30 🇮🇹 Bronzetti L./Cobolli F. – 🇨🇦 Andreescu B./Auger-Aliassime F. LEGGI TUTTO

  • in

    Djokovic e la caccia al 25° Slam: il dubbio di Becker e il peso della nuova generazione

    Novak Djokovic classe 1987, n.6 del mondo – Foto Getty Images

    Ogni Slam che passa sembra essere un ostacolo in più per Novak Djokovic nella rincorsa a quel leggendario trofeo numero 25 che continua a sfuggirgli. A Wimbledon 2025, il serbo è andato vicino all’impresa, ma ancora una volta è stato fermato da chi, oggi, sembra aver preso il suo posto al vertice: Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. E proprio su questa nuova gerarchia, Boris Becker – ex allenatore di Djokovic – ha espresso la sua analisi lucida durante un podcast con Andrea Petkovic.
    “È la grande domanda che tutti si pongono adesso,” ammette Becker. “Il vero problema per Novak è che, se vuole tornare a vincere uno Slam, dovrà molto probabilmente battere sia Alcaraz che Sinner. È successo proprio a Wimbledon, il torneo in cui secondo me aveva la migliore opportunità per conquistare il tanto agognato 25° major. Un torneo che ha già vinto sette volte e dove è arrivato per 14 volte in semifinale: sono numeri assurdi, quasi inverosimili.”
    Becker ha sottolineato anche il peso dell’età e degli acciacchi: “Dobbiamo ricordare che durante l’ultimo game contro Cobolli nei quarti si è infortunato, e a 38 anni è molto più facile avere problemi fisici. Nei primi due set con Sinner, però, mi è sembrato comunque in buona forma. Naturalmente, Jannik ha dimostrato di essere il giocatore migliore: per me è un Djokovic 2.0, una versione di Novak di quindici anni più giovane. E credo che anche Novak ne sia consapevole”.
    La domanda da un milione di dollariMa allora: Djokovic può ancora vincere un altro Slam o ormai è troppo tardi? “Mi fa piacere vedere che Novak sia arrivato di nuovo in semifinale in uno Slam, ma è sufficiente per lui? Lui gioca ancora a tennis perché vuole diventare l’unico a quota 25, vuole quel record assoluto. Ma bisogna essere realistici: nei loro giorni migliori, oggi Sinner e Alcaraz sono più forti di Djokovic nei suoi giorni migliori. È la realtà e può essere frustrante per lui, ma è così.”
    Becker non esclude la sorpresa, ma invita a ragionare con realismo: “La vera domanda è: quanto è realistico pensare che Novak possa ancora avere l’occasione per vincere un altro Slam? Il tempo sta finendo.” E se lo dice uno che di grandi sfide se ne intende, forse è il momento di guardare davvero in faccia la nuova era del tennis.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    La rinascita del doppio britannico: Cash e Glasspool campioni di Wimbledon

    La rinascita del doppio britannico: Cash e Glasspool campioni di Wimbledon – Foto getty images

    Ci sono voluti 102 anni, ma l’attesa è finalmente finita: Julian Cash e Lloyd Glasspool hanno riscritto la storia del tennis britannico, diventando la prima coppia tutta inglese a vincere il titolo di doppio maschile a Wimbledon dai tempi del 1923. Un risultato straordinario che chiude un secolo di digiuno e li proietta al comando della Race stagionale, con una consapevolezza nuova e ambizioni sempre più alte.
    Julian Cash: “Non fingiamo, il prize money conta… ma ora tutti ci temono”Cash, con la sua solita sincerità, non nasconde l’emozione per il successo: “Non voglio fingere, ovviamente stavamo pensando anche al prize money (ride). Non so nemmeno quanto sia la cifra precisa, ma è incredibile vincere una somma del genere in una stagione, è la mia migliore annata di sempre. Però, allo stesso tempo, non cambia molto: abbiamo ancora tanti obiettivi e questo titolo ci dà una fiducia enorme per i prossimi mesi. Sono sicuro che ora le altre coppie ci guarderanno con un altro occhio”.Il britannico sottolinea anche come il movimento locale spesso non dia il giusto peso a queste imprese: “Qui abbiamo tre stagioni di fila con un campione di Wimbledon britannico, ma a volte sembra tutto normale. Servirebbe più pubblicità, più attenzione ai giocatori: il pubblico si divertirebbe di più conoscendo le nostre storie. La finale è stata uno spettacolo, Centre Court pieno, tutti coinvolti. Speriamo di poter rendere il doppio sempre più interessante”.Sul tema del nuovo doppio misto agli US Open, Cash si dice combattuto: “Da giocatore di doppio è un vero peccato. Capisco il perché: con i nomi che ci sono sarà un grande evento e il prize money è notevole, visto che hanno unito quelli del doppio maschile e femminile. Lo sport deve evolversi, vedremo se è la scelta giusta. Per ora auguro loro il meglio”.
    Lloyd Glasspool: “Siamo una coppia con fame e mentalità simile”Glasspool mette l’accento sulla forza del loro duo: “Abbiamo stili di gioco molto simili, siamo entrambi grandi battitori e aggressivi a rete, con l’ambizione di arrivare in alto. Siamo determinati, lavoriamo sodo e non abbiamo paura di metterci in discussione, è raro trovare un compagno così”.Il britannico sottolinea la resistenza mostrata a Wimbledon: “La chiave è stata restare forti nei momenti difficili. Ci siamo aiutati a vicenda e abbiamo gestito le situazioni complesse restando concentrati su quello che potevamo controllare. Sono orgoglioso di come siamo stati squadra”.
    Il futuro? Washington, Torino e altri sogniOra un po’ di riposo, poi Washington e la corsa verso le ATP Finals di Torino, già conquistate con largo anticipo: “Ci piace giocare tanto, ma dobbiamo essere intelligenti con il calendario. Abbiamo ancora un altro Slam davanti, non abbiamo mai vinto un Masters 1000 nonostante le finali. Ora la priorità saranno i grandi tornei. Speriamo di regalarci ancora emozioni… e un po’ di meritato riposo!”, conclude Glasspool.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Zheng Qinwen si ferma per tornare più forte: operata al gomito destro, ora parte la riabilitazione

    Qinwen Zheng CHN, 08.10.2002 – Foto getty images

    “Prendo una pausa per ritornare più forte.” Con queste parole, Zheng Qinwen ha annunciato ai suoi tifosi una pausa forzata dal circuito. La numero 6 del mondo, una delle protagoniste della stagione, ha infatti subito con successo un intervento chirurgico al gomito destro per risolvere un fastidioso dolore che da tempo ne condizionava le prestazioni.
    La tennista cinese, tra le rivelazioni dell’ultimo anno e sempre più stabilmente nella top 10 WTA, ha voluto rassicurare i fan: ora l’obiettivo primario è la piena guarigione e una riabilitazione accurata, per poter tornare in campo nelle migliori condizioni possibili.
    Il messaggio di Zheng, “Prendo una pausa per tornare più forte”, racconta tutta la sua determinazione e la voglia di riprendersi lo spazio che si è conquistata tra le grandi del tennis mondiale. In queste ore sono tantissimi i messaggi di incoraggiamento arrivati sui social, con l’augurio che la “Queen Wen” possa tornare presto a lottare per i traguardi più ambiziosi.Forza Zheng: il tennis aspetta il tuo ritorno!
    Marco Rossi LEGGI TUTTO