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    Learner Tien: “La mia intelligenza tattica per compensare la mancanza di potenza”

    Learner Tien – Foto Getty Images

    In un tennis sempre più omogeneo, trovare giocatori con uno stile particolare e un modo genuino di intendere questo sport rappresenta una rarità preziosa. Learner Tien incarna perfettamente questa unicità, dimostrando che esistono ancora giovani capaci di esplorare risorse tecniche che vanno oltre la pura potenza, e di sviluppare approcci tattici estremamente raffinati. Prima del suo debutto a Indian Wells 2025, il giovane americano ha voluto spiegare la sua filosofia di gioco.Ogni nuova generazione di tennisti costituisce uno stimolo enorme per gli appassionati, e quella che sta iniziando a emergere è particolarmente promettente. Si parla molto di talenti come Mensik, Michelsen o, soprattutto, Fonseca, ma anche lo statunitense Learner Tien si è ritagliato uno spazio nell’immaginario collettivo. A soli 19 anni, mostra una progressione spettacolare, sostenuta da un modo unico di intendere questo sport e completamente controcorrente: anziché basare il suo stile su colpi potenti e sulla ricerca inesorabile del vincente, si affida a una mano prodigiosa e un’intelligenza tattica sublime. Cercherà di dimostrarlo a Indian Wells 2025, dove ha parlato con atptour.com.
    “Fin da molto giovane ho capito quale fosse la mia identità come tennista. Avevo chiaro che non avrei potuto aspirare a sopraffare i miei avversari a forza di potenza, quindi dovevo trovare modi diversi per metterli in difficoltà in campo. Essere astuto è ciò di cui ho bisogno e questo mi ha aiutato a risolvere molti problemi durante tutti i miei incontri”, afferma Tien, che è già numero 68 del mondo e ha molte aspirazioni per la sua carriera, ma nessuna fretta di realizzarle.
    Che abbia la testa ben sistemata è qualcosa che si intuisce vedendolo giocare, ma Learner lo dimostra rivelando le sue aspettative per questa stagione. “Ho la volontà di lavorare duramente ed essere paziente. Quando competevo nelle categorie under-12 e under-14 perdevo molte partite, non ero tra i migliori della mia generazione, ma i miei genitori e il mio team mi hanno fatto capire che era parte del processo e che dovevo sempre guardare al lungo termine e all’apprendimento costante. So che questa stagione perderò molte partite, sono in una fase di transizione e mi sento pronto ad affrontare gli alti e bassi”, conclude.Anche il suo allenatore, il portoricano Eric Díaz, ha parlato, consapevole del diamante grezzo che ha tra le mani. “Non mi sorprende troppo come sta gestendo la sua ascesa. Quello che ha ottenuto non lo percepisce come grandi traguardi, ma come passi in un lungo cammino. Ha una compostezza impressionante nel competere contro giocatori di status molto superiore al suo. Da quando era bambino lavoriamo per trovare il modo di mettere in difficoltà l’avversario con intelligenza tattica e buona mano, per poi accelerare nel momento giusto”, sottolinea.
    Le condizioni di gioco predominanti a Indian Wells 2025 potrebbero favorire Learner Tien, la cui innata abilità nel cambiare ritmi e altezze di palla può raggiungere un livello superiore in questo scenario. Inizierà il suo percorso contro Mariano Navone, in quella che rappresenta una grande opportunità per ottenere la sua prima vittoria in un torneo di categoria Masters 1000 e approdare al secondo turno contro Ben Shelton. Non possiamo perdere di vista la progressione di questo giovane talento che rappresenta una ventata di freschezza in un circuito spesso dominato da stili di gioco sempre più simili tra loro. La sua capacità di sviluppare soluzioni tattiche innovative e di adattarsi alle diverse situazioni di gioco potrebbe permettergli di scalare rapidamente la classifica nei prossimi mesi, rendendo il suo percorso uno dei più interessanti da seguire nel panorama tennistico attuale.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Kyrgios e il difficile ritorno: “Dovrò convivere con il dolore al polso”

    Nick Kyrgios nella foto – Foto Getty Images

    Le aspettative associate al suo nome saranno sempre alte, ma è necessario accettare che il Nick Kyrgios attuale non può aspirare, almeno per il momento, ai livelli di successo a cui sembrava predestinato anni fa. Così si è espresso l’australiano alla vigilia di Indian Wells 2025, dove ha rivelato le sue sensazioni riguardo al malconcio polso destro che lo ha quasi costretto al ritiro dal tennis professionistico.
    Un ritorno che sembrava impossibileIl solo fatto che Kyrgios sia ancora in attività costituisce quasi un miracolo. L’australiano ha dimostrato un coraggio e una resistenza inimmaginabili per molti, sottoponendosi per mesi a un processo di riabilitazione di enorme durezza ed esigenza, finalizzato al suo ritorno sui campi. Ha raggiunto l’obiettivo e cercherà una vittoria a Indian Wells 2025, dopo la sua sconfitta in Australia e sapendo che avrebbe il premio di affrontare Novak Djokovic al secondo turno.“Ovviamente mi piacerebbe sfidare Novak, ma non posso dare nulla per scontato in questo momento. Presumo che non sarà facile per me vincere una partita qui”, ha iniziato dicendo l’australiano, prima di spiegare i dolori che ancora sente al polso, come ha mostrato nel suo ultimo allenamento. “Ero in campo da un’ora, mi sentivo bene, e all’improvviso ho iniziato ad avere dolori al polso. È qualcosa con cui dovrò convivere d’ora in poi, devo imparare a gestirlo nel miglior modo possibile”, ha rivelato.
    La forza mentale oltre l’infortunioRisulta sorprendente vedere come Nick Kyrgios abbia dimostrato un’etica del lavoro spettacolare per darsi l’opportunità di tornare sui campi, nonostante un infortunio che avrebbe ben potuto causare il suo ritiro definitivo. “Da tempo comprendo la portata della sfida che ho davanti e mi rendo conto del lavoro necessario per tornare a competere a buon livello dopo questo infortunio. So che nemmeno dando il meglio di me ho garantito di tornare al mio miglior livello, come è successo a Thiem, e che, come minimo, ci vorrà molto tempo, come per Nishikori o Del Potro”, ha affermato.Questa consapevolezza dimostra la maturità acquisita dall’australiano, almeno sul proprio infortunio, che nonostante le difficoltà non ha perso la motivazione. “Sento ancora quel fuoco interno che mi spinge a credere che posso vincere partite e fare rumore nel circuito. Darò il meglio di me per recuperare il mio livello”, ha commentato Kyrgios, che debutterà a Indian Wells 2025 contro l’olandese Botic Van de Zandschulp, in una partita che lo catapulterebbe ad affrontare Novak Djokovic in caso di vittoria.
    Aspettative realistiche e determinazioneIl caso di Kyrgios ricorda quelli di altri talenti del tennis la cui carriera è stata segnata da gravi infortuni. I riferimenti a Thiem, Nishikori e Del Potro non sono casuali: tutti loro hanno affrontato lunghi periodi di riabilitazione, con risultati diversi. Mentre Del Potro è stato costretto al ritiro, Thiem e Nishikori hanno lottato per tornare ai loro livelli precedenti, con successo limitato.L’australiano sembra aver adottato un approccio realistico alle sue possibilità attuali, pur mantenendo quella scintilla di ambizione che lo ha sempre contraddistinto. Nonostante gli ostacoli, Kyrgios ha dimostrato una dedizione al recupero che pochi gli avrebbero attribuito, considerando la sua reputazione di giocatore dal talento naturale ma talvolta incostante nell’impegno.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Zverev a Indian Wells: “Tournée sudamericana difficile, ora voglio tornare a vincere. Non sono il più grande fan dei Masters 1000 di due settimane. In generale, non è colpa di Cincinnati, ma della decisione presa dall’ATP”

    Alexander Zverev nella foto – Foto Getty Images

    Alexander Zverev si prepara a essere uno dei principali protagonisti di Indian Wells 2025 e, potenzialmente, dei prossimi mesi del circuito ATP. Con l’assenza di Jannik Sinner, il tedesco potrebbe avvicinarsi pericolosamente all’italiano nella classifica mondiale, arrivando persino a superarlo come numero uno. Durante il Media Day del prestigioso torneo californiano, Zverev ha condiviso le sue impressioni sul torneo, sulla sua recente esperienza in Sudamerica e sulle sue sensazioni attuali.
    Nessun cambiamento percepito nella superficieNonostante le voci di un cambiamento nella superficie dei campi di Indian Wells, il tedesco ha sorpreso tutti confessando di non aver notato alcuna differenza: “C’è una nuova superficie?”, ha esordito Zverev davanti ai giornalisti. “A me sembra la stessa, onestamente. Mi sono allenato qui per quattro giorni e non l’ho notato. Non ne sapevo nulla.”Questa reazione è particolarmente interessante considerando che altri giocatori come Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev hanno invece commentato i cambiamenti percepiti nella velocità dei campi californiani.
    Una tournée sudamericana complicataParlando della sua recente esperienza nei tornei sudamericani su terra battuta, Zverev ha descritto un periodo particolarmente difficile: “È stata una tournée sudamericana dura per me. Sono stato malato due delle tre settimane, il che non è stato positivo. Volevo giocare sulla terra battuta, volevo partecipare a quella tournée. Me ne avevano parlato molto bene, quindi volevo sperimentarla almeno una volta.”Il tedesco ha poi spiegato i problemi specifici incontrati: “Buenos Aires è stata sfortunata per me perché ho avuto un’intossicazione alimentare. A Rio faceva molto, molto caldo, con molta umidità. Credo che, in generale, le condizioni fossero difficili.”Riflettendo sulle sue scelte, ha aggiunto: “Non ho nemmeno giocato un gran tennis. Forse non è stata la scelta giusta alla fine, soprattutto dopo aver raggiunto la finale degli Australian Open, forse avrei dovuto rimanere sul cemento un po’ più a lungo. Ma volevo giocare sulla terra battuta e trovare il mio gioco il prima possibile.”
    La preparazione per Roland GarrosZverev ha anche spiegato la sua strategia in vista dei tornei su terra battuta, in particolare del Roland Garros: “Se guardiamo il mio storico, posso sicuramente giocare bene sulla terra, ma normalmente nelle prime due o tre settimane gioco malissimo e perdo contro… voglio dire, non vinco i tornei. Non gioco un gran tennis. Volevo togliermi questo peso, trovare il mio ritmo su questa superficie e prepararmi meglio per il Roland Garros.”
    Il ritorno sul cementoRiguardo alla transizione dalla terra battuta al cemento per Indian Wells, il tedesco si è mostrato ottimista: “La transizione va bene. Non è così difficile per me. Si trattava davvero di sentirsi bene. Mi sento ancora positivo. Continuo a pensare di aver avuto un buon inizio di stagione. Se guardi l’Australia, sono arrivato a un’altra finale di Grand Slam, ma, ovviamente, voglio ritrovare il mio ritmo e voglio tornare a vincere partite di tennis.”
    L’espansione di CincinnatiInfine, Zverev ha commentato la decisione di estendere il Masters 1000 di Cincinnati a due settimane, esprimendo alcune riserve: “Non sono il più grande fan dei Masters 1000 di due settimane. La stagione è sempre più lunga e dobbiamo passare più tempo nei tornei, ma non è colpa dell’evento. In generale, non è colpa di Cincinnati, ma della decisione presa dall’ATP. Comunque, in generale, mi sento bene riguardo a Cincinnati e ai cambiamenti che stanno facendo.”
    Con queste parole, Zverev si prepara ad affrontare il torneo di Indian Wells, consapevole che una buona prestazione potrebbe avvicinarlo significativamente alla vetta del ranking mondiale, approfittando dell’assenza di Sinner. Il tedesco, dopo la finale raggiunta agli Australian Open e nonostante le difficoltà incontrate in Sudamerica, si presenta in California con l’obiettivo di ritrovare il suo miglior tennis sul cemento statunitense.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Madison Keys torna in campo a Indian Wells: “Devo mantenere i piedi per terra. Complesso equilibrio tra tennis e scommesse sportive”

    Madison Keys nella foto – Foto Getty Images

    Dopo essersi concessa un meritato riposo in seguito al suo clamoroso trionfo agli Australian Open, Madison Keys fa il suo ritorno nel circuito come una delle principali favorite per la vittoria del Masters 1000 di Indian Wells 2025. La tennista americana, attualmente numero 5 del mondo, ha condiviso le sue sensazioni durante il Media Day del prestigioso torneo californiano, parlando del suo status nel circuito, della questione scommesse nel tennis e di come sta gestendo le nuove aspettative dopo il successo di Melbourne.
    Una “veterana” a soli 30 anniNonostante la sua ancora giovane età, Keys è ormai considerata una veterana del circuito, un’etichetta che non la infastidisce affatto.“Ho iniziato quando ero molto giovane nel circuito. Ora ho trascorso più della metà della mia vita nel tour, quindi non mi offende che mi chiamino veterana”, ha spiegato l’americana. “C’è una maturità che si sviluppa quando sei nel tour così giovane come eravamo noi e siamo in questo ambiente da così tanto tempo. Credo che ci sia un livello di maturità che sviluppi quando inizi così giovane. La gente dimentica quanto sei giovane perché ti ha visto per molto tempo.”Questa maturità acquisita in anni di competizioni al massimo livello rappresenta oggi uno dei punti di forza di Keys, che ha dimostrato in Australia di saper gestire la pressione nei momenti decisivi.
    Il complesso equilibrio tra tennis e scommesse sportiveDurante l’incontro con i media, Keys ha affrontato con maturità uno dei temi più controversi nel tennis moderno: il rapporto tra lo sport e il mondo delle scommesse. Un argomento particolarmente attuale, considerando che sempre più tornei hanno stretto partnership con operatori di betting online e che i giocatori si trovano spesso esposti alla frustrazione degli scommettitori sui social media.“Ci sono molti sponsor che provengono dal mondo delle scommesse. Alla fine, molti tornei guadagnano molto denaro grazie alle partnership con le aziende di scommesse. È questo che ci dà lavoro”, ha commentato la tennista americana, riconoscendo la realtà economica di questi accordi commerciali che contribuiscono significativamente ai montepremi e allo sviluppo dei tornei. “Quindi, in questo senso, vedo che è molto vantaggioso per i giocatori che però ricevono la rabbia di molti scommettitori.”Il riferimento di Keys ai giocatori che “ricevono la rabbia” tocca un problema sempre più diffuso: gli attacchi online, spesso violenti, che i tennisti subiscono da parte di scommettitori che perdono denaro a causa dei risultati sportivi. Un fenomeno che ha spinto diverse associazioni di giocatori a chiedere maggiori tutele e che ha portato alcuni atleti a limitare la propria presenza sui social.La campionessa dell’Australian Open ha poi aggiunto una riflessione personale che evidenzia la sua visione equilibrata: “Direi che, ovviamente, non è ciò che mi piace di più, quindi credo che dipenda dal lato da cui guardi tutti i grandi benefici che i tornei ottengono da questo, con un po’ più di protezione per i giocatori che sono all’estremità e vengono presi di mira da alcuni scommettitori quando perdono le loro scommesse.”Con queste parole, Keys evidenzia la necessità di trovare un equilibrio più sano: da un lato riconoscere i benefici economici che le partnership con le aziende di scommesse portano al circuito, dall’altro implementare misure concrete per proteggere i giocatori dagli effetti collaterali negativi di questo sistema. Una posizione matura che riflette la complessità di un tema che continuerà a essere al centro del dibattito nel tennis professionistico.
    La campionessa dell’Australian Open 2025 ha poi concluso con una riflessione sulla mentalità che intende mantenere: “L’equilibrio tra essere onesta con l’aumento delle mie aspettative, ma anche sapendo che non credo che vada realmente bene quando hai un cambiamento di mentalità così rapido dopo il successo. L’unica cosa da fare è tornare a ciò che funzionava, a ciò che facevamo e su cui ci concentravamo, e continuare a cercare di mantenere quella mentalità.”Con questa mentalità equilibrata, Keys si appresta ad affrontare il torneo di Indian Wells, dove avrà l’opportunità di confermare il suo ottimo momento di forma e consolidare ulteriormente la sua posizione nella top 5 mondiale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sabalenka sulla sconfitta in Australia: “Mi è servita una settimana per superarla”

    Aryna Sabalenka nella foto – Foto Getty Images

    Aryna Sabalenka ha finalmente parlato apertamente della sua sconfitta nella finale degli Australian Open 2025 contro Madison Keys, rivelando quanto sia stato difficile elaborare quel momento e come, alla fine, abbia trovato il modo di trasformare quella delusione in una lezione preziosa per il futuro.Durante una recente conferenza stampa, alla bielorussa è stata posta una domanda diretta sulla finale di Melbourne: “Quanto tempo ti ci è voluto per superare Melbourne? Ovviamente eri molto emotiva quella sera… è stata la sconfitta più dura che hai mai vissuto?”
    La numero uno del mondo non ha esitato a condividere i suoi sentimenti, rivelando la difficoltà nel digerire quella battuta d’arresto che le è costata il titolo australiano.“Ho avuto alcune sconfitte difficili in passato, ma quella è stata davvero dura da accettare, per essere onesta”, ha ammesso Sabalenka. “Mi ci è voluta circa una settimana e forse anche un po’ di più per smettere di pensarci e finalmente andare avanti.”
    La finale di Melbourne aveva visto Keys sorprendere la favorita Sabalenka in due set, impedendole di aggiungere un altro Slam al suo palmarès. Un risultato inatteso che aveva visibilmente scosso la bielorussa, apparsa in lacrime durante la premiazione.Nonostante la delusione, Sabalenka ha sottolineato come queste esperienze, per quanto dolorose, possano rappresentare opportunità di crescita nel suo percorso di tennista.“Direi che la lezione è stata appresa e ora appartiene al passato”, ha continuato. “È sempre… non sempre in realtà, ma è positivo avere queste sconfitte difficili da digerire perché la prossima volta farai molto meglio.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Medvedev sorprende: “I campi di Indian Wells? Sembrano ancora più lenti di prima”

    Daniil Medvedev nella foto – Foto Getty Images

    Daniil Medvedev, ex numero uno del mondo, è tornato a parlare durante la conferenza stampa a Indian Wells, il primo Masters 1000 della stagione. Il tennista russo, noto per la sua schiettezza, ha sorpreso tutti con la sua valutazione dei nuovi campi del torneo californiano, che recentemente sono stati rifatti con l’obiettivo di renderli più veloci.
    I nuovi campi: più veloci o più lenti?“Ho giocato per due giorni e sarò onesto con voi: mi piace Indian Wells, mi piacciono anche i campi ora, ma sembrano essere quasi più lenti di prima, molto lenti”, ha dichiarato Medvedev quando gli è stato chiesto della sua famosa critica ai campi del torneo negli anni passati.Il russo ha poi aggiunto un aneddoto significativo: “Oggi accidentalmente la mia racchetta è caduta dalla mia mano, non l’ho lanciata (sorridendo), davvero, e da una bassa altezza, il grip è stato completamente strappato, solo per quanto ruvida è la superficie del campo, e quando è ruvida è lenta”.Medvedev ha comunque precisato di essere arrivato da poco e di soffrire ancora del jet lag: “Sono qui solo da due giorni. Sono ancora molto stanco per il jet lag. Quindi non sono in grado di vedere le cose nel modo giusto. Non posso dirvi con certezza quello che sto dicendo. Vedremo come si giocherà durante il torneo.”
    L’onestà del russo dentro e fuori dal campoQuando gli è stato chiesto della sua apertura nel parlare e condividere i suoi pensieri, sia in campo che con i media, Medvedev ha fatto una distinzione importante:“Prima di tutto, come dico, penso che in campo dovrei parlare meno. Il fatto è che qui [in conferenza stampa] dico quello che penso. In campo a volte dico cose che non penso realmente. È solo a causa dell’adrenalina, della posta in gioco, della pressione del momento, a volte dico cose che dopo la partita posso chiaramente dire che non pensavo.”Ha aggiunto: “Non so davvero come rispondere a questa domanda perché sento di essere sempre stato così. Semplicemente non dico sempre quello che penso, ma, tipo, a volte tengo le cose per me, ma se parlo di qualcosa, preferisco parlare apertamente piuttosto che fare dichiarazioni di PR o cose del genere.”
    Il materiale tecnico e la resistenza ai cambiamentiMedvedev ha anche parlato del suo approccio cauto ai cambiamenti di attrezzatura. Dopo aver modificato le corde della sua racchetta l’anno scorso per adattarsi alle palle più lente, è stato chiesto se avrebbe considerato di cambiare anche la racchetta.“Sono una persona riluttante al cambiamento, quindi non cambio facilmente le cose”, ha spiegato. “Fino al 2023 ho giocato con racchette, corde, tutto uguale, ho semplicemente giocato il mio gioco. Poi ho dovuto cambiare a causa dell’anno 2022 in cui le palle hanno iniziato a diventare lente.”Sul possibile cambio di racchetta ha espresso i suoi timori: “Ho provato un paio di racchette Tecnifibre uguali ma un po’ più pesanti, con diverso bilanciamento, questo e quello. Ma per il momento, resto fedele alla mia racchetta, che mi ha dato molti bei momenti nella mia carriera. Non penso che la cambierò mai troppo. Forse le corde, cose del genere, sì. La racchetta, non sono sicuro, perché ci sono poi gomito, spalla, e troppe domande.”
    I risultati altalenanti e la prospettivaMedvedev ha affrontato anche il tema dei suoi risultati recenti, meno costanti rispetto al passato:“Mi infastidisce non essere in grado di… non si tratta solo di giocare al tuo miglior livello, ma sì, di ottenere normalmente i risultati a cui sono forse abituato. Allo stesso tempo, il tennis è uno sport in cui continui ad andare avanti, continui a lavorare. Come ho detto, il livello stava migliorando.”Ha aggiunto un’analisi delle sue partite di quest’anno: “Sento che quest’anno ho avuto tre partite dove sono stato davvero vicino e avrebbe potuto andare a mio favore, non è andata così, i ragazzi hanno giocato bene o altro, è una partita di tennis, e non penso ci sia stata una partita in cui potrei dire lo stesso per me, dove la fortuna era un po’ dalla mia parte. Questa partita accadrà a un certo punto della stagione anche per me, ed è allora che il momento cambierà.”
    Da “odio” ad “amore” per Indian WellsInfine, il russo ha raccontato come il suo rapporto con il torneo californiano sia cambiato radicalmente nel corso degli anni:“Ho davvero iniziato ad amare questo torneo, perché le prime volte che sono venuto, pensavo, prima di tutto, che venire qui fosse un disastro. Vai a Los Angeles, hai un volo pazzescamente lungo, e non sei nemmeno qui. Hai dalle 2:30 alle 4 ore, a seconda del traffico, per arrivare qui.”“Le prime due volte, vengo qui, è deserto, non c’è molto da fare. Mi sono ammalato gravemente la prima volta che sono venuto qui. Avevo la mononucleosi. Ero tipo, wow, odio davvero questo torneo in un certo senso, non capisco. Tutti ne parlavano così bene.”Ma poi tutto è cambiato: “Ora lo amo totalmente. Ho così tante cose, tipo, scoperto così tante cose da fare qui. Non mi piace il golf, ma c’è un pazzesco circuito di gare qui vicino, il Thermal. È semplicemente incredibile. Quindi ogni volta cerco di andarci almeno una volta prima del torneo. E poi nel caso in cui il torneo non vada bene, sono lì ogni giorno. I primi anni stavo in hotel. Ora abbiamo una casa, ed è una sensazione piacevole con la squadra. Giochiamo a biliardo durante le sere. Cuciniamo. Sì, adesso amo assolutamente venire qui.”
    Medvedev cercherà di migliorare il suo inizio di stagione a Indian Wells, dove è stato finalista nelle ultime due edizioni. Nonostante le sue perplessità sui campi, il russo sembra determinato a dare il massimo per conquistare il titolo.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Severin Luthi sul caso Sinner: “Non è affatto un caso di doping, merita rispetto”

    Severin Luthi nella foto

    Il mondo del tennis continua a dibattere sul caso che ha coinvolto Jannik Sinner negli ultimi mesi. Dal momento in cui è stata rivelata la positività dell’italiano in agosto fino all’accordo di sospensione di tre mesi con l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA), la maggior parte dei giocatori e delle figure legate al tennis hanno espresso la propria opinione.L’ultima voce autorevole ad aggiungersi al dibattito è quella di Severin Luthi, storico allenatore di Roger Federer dal 2007 fino al suo ritiro e capitano della squadra svizzera di Coppa Davis dal 2005. Luthi, che attualmente sta aiutando il giovane Henry Bernet, campione junior dell’ultimo Australian Open, a muovere i primi passi nel circuito professionistico, ha parlato di questo e altri temi in un’intervista rilasciata al Corriere del Ticino.
    Il rapporto con Federer dopo il ritiro“Il lavoro è stato naturalmente un aspetto fondamentale, ma tra noi c’è sempre stata una grande amicizia”, ha raccontato Luthi parlando del suo rapporto con Federer. “Non ci siamo visti spesso negli ultimi due anni, ma parliamo regolarmente. Gli incontri sono avvenuti principalmente all’estero, in eventi internazionali come la Laver Cup. Entrambi siamo, tra l’altro, ambasciatori del marchio Uniqlo nel settore dell’abbigliamento sportivo.”
    Capitano di Coppa Davis e mentore dei giovaniLuthi è alla guida della squadra svizzera di Coppa Davis da ben 20 anni, con il maggior successo ottenuto nel 2014 quando la Svizzera conquistò l’insalatiera. Oggi, però, la situazione è molto diversa: “La situazione è cambiata radicalmente da allora. Da qualche tempo mi occupo di giovani che cercano di trovare spazio nel circuito. E questo, lo dico chiaramente, non è affatto scontato. Essere nella top 100 ATP è l’obiettivo di molti giovani. In realtà, pochi riescono a raggiungere i propri obiettivi. Purtroppo, alcuni di questi giocatori stanno anche affrontando infortuni. E questo è uno dei problemi che più mi preoccupano in questi giorni.”
    Uno di questi giovani talenti è Henry Bernet, inevitabilmente paragonato a Federer, un confronto che Luthi preferisce evitare: “Henry ha sicuramente un grande potenziale. Posso dirlo perché lo seguo da vicino. Infatti, lavoro a stretto contatto con il suo allenatore Sven Swinnen. Tra qualche giorno li incontrerò di nuovo a Bienne, al Centro Nazionale Svizzero di Tennis. Lì valuteremo come affrontare il periodo primaverile e i tornei che precedono il Roland Garros. Quanto ai paragoni con Roger, preferisco ignorarli…”
    Ammirazione per WawrinkaIl bernese ha espresso grande ammirazione per il connazionale Stan Wawrinka: “È ammirevole. La sua passione per il tennis non ha limiti. Lo conosco da quando era molto giovane. È sempre stato un maniaco del lavoro quando si tratta di allenarsi. La sua preparazione fisica è sempre stata quasi maniacale. Grazie a queste caratteristiche è riuscito a vincere tre titoli del Grande Slam e a diventare numero tre del ranking mondiale. Naturalmente, anche Stan, inevitabilmente, sta sentendo il peso dell’età adesso. Spero solo che continui a vedere il tennis come l’ha sempre fatto.”
    Il caso SinnerRiguardo al caso Sinner, Luthi non ha esitato a esprimere il suo sostegno al numero uno del mondo: “Ammiro Sinner per come è riuscito a gestire mentalmente il 2024 e questi primi mesi del 2025. L’ha fatto da vero numero uno. È un giocatore che merita tutto il rispetto. Il suo caso non è neanche lontanamente un caso di doping. Tuttavia, preferisco non esprimere un’opinione sulle decisioni degli organi che hanno discusso la questione.”Luthi ha anche riconosciuto la validità delle argomentazioni di Novak Djokovic: “Forse anche Djokovic ha in parte ragione, avendo espresso dubbi e perplessità sulla gestione del caso Sinner. Probabilmente mancano regolamenti chiari. Ma, ripeto, preferisco non entrare in questa questione così delicata e difficile. Soprattutto nel campo degli unguenti e degli antidolorifici.”In questo contesto, Luthi ha ricordato l’attenzione di Federer verso i farmaci: “Mi piace ricordare che lo stesso Roger ha sempre prestato grande attenzione alla prescrizione di farmaci durante tutta la sua carriera. Sfortunatamente, anche semplici distrazioni possono risultare costose.”
    Nonostante abbia smesso di allenare uno dei migliori tennisti della storia, Luthi mantiene intatta la sua passione per il tennis, continuando a dare il suo contributo allo sviluppo di nuovi talenti svizzeri e seguendo con interesse le vicende del circuito internazionale.
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    All’asta le scarpe storiche di Djokovic: indossate quando superò il record di Federer

    All’asta le scarpe storiche di Djokovic: indossate quando superò il record di Federer

    Sono state messe all’asta le scarpe con cui Novak Djokovic ha scritto una pagina importante della storia del tennis mondiale. Si tratta di un paio di Asics speciali che il campione serbo indossò l’8 marzo 2021, giorno in cui raggiunse le 311 settimane da numero uno del ranking ATP, superando così il precedente record di Roger Federer fermo a 310 settimane.Per celebrare questo traguardo storico, il tennista di Belgrado aveva calzato una versione personalizzata delle sue scarpe Asics, sulle quali era stato appositamente impresso il numero “311” su un lato, a simboleggiare proprio il numero di settimane trascorse in vetta alla classifica mondiale.
    Quel giorno segnò un passaggio di consegne simbolico tra due leggende del tennis: Djokovic superava ufficialmente Federer in una delle statistiche più prestigiose del circuito, confermandosi come uno dei più grandi dominatori della storia di questo sport. Da allora, il serbo ha continuato ad estendere questo record fino a raggiungere l’impressionante cifra di 428 settimane complessive da numero uno al mondo.
    Le scarpe, che portano anche l’autografo del campione, sono state messe all’asta con una base di partenza di 1.500 euro. Tuttavia, gli esperti prevedono che il valore finale potrebbe essere molto più elevato, stimando che il cimelio potrebbe essere venduto per una cifra compresa tra i 10.000 e i 15.000 euro.Questo paio di scarpe rappresenta non solo un oggetto da collezione per gli appassionati di tennis, ma un vero e proprio pezzo di storia sportiva. Indossate in un momento cruciale della carriera di Djokovic, testimoniano uno dei tanti record battuti dal serbo, che nel corso degli anni ha ridefinito i limiti del tennis moderno.
    Per i collezionisti e i fan del tennis, questa asta rappresenta un’opportunità unica per aggiudicarsi un cimelio legato a uno dei momenti più significativi nella carriera di uno dei più grandi campioni di tutti i tempi, quando superò definitivamente il suo storico rivale Roger Federer in una delle statistiche più prestigiose del tennis mondiale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO