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    Sinner, la forza della rinascita: le dichiarazioni di Vagnozzi e Cahill dopo il trionfo a Wimbledon

    Darren Cahill e Simone Vagnozzi nella foto – Foto Getty Images

    Jannik Sinner ha conquistato Wimbledon, riscattando la delusione di Parigi e dimostrando una maturità che ha sorpreso tutti, compresi i suoi due allenatori, Simone Vagnozzi e Darren Cahill. Sono loro, dietro le quinte, i principali artefici della trasformazione mentale e tennistica dell’azzurro, capaci di guidarlo verso la rivincita contro Carlos Alcaraz e la conquista del titolo più prestigioso.Dopo la finale, entrambi si sono presentati in sala stampa, sottolineando il percorso di crescita di Jannik, la forza del gruppo e la capacità unica del loro pupillo di lasciarsi alle spalle anche le sconfitte più dolorose.
    La svolta dopo la sconfitta di ParigiCahill ha ricordato quanto sia stato importante gestire il dopo Roland Garros, quando Sinner aveva perso una finale già vicina, con match point a favore: “La capacità di accettare ciò che è successo a Parigi e andare avanti è rara. Jannik ha compreso di aver giocato una partita incredibile e che, semplicemente, il suo avversario è stato migliore. È riuscito a lasciarsi tutto alle spalle e a concentrarsi subito sull’obiettivo successivo. Questo fa la differenza, è una qualità speciale che non si trova spesso nei giovani”.Vagnozzi ha sottolineato la forza mentale del suo giocatore: “Dopo Parigi è stato difficile, ma abbiamo parlato tanto e gli abbiamo ricordato che doveva essere orgoglioso di quanto fatto. È arrivato a Wimbledon con la giusta mentalità, allenandosi al massimo la settimana precedente e mantenendo sempre l’attitudine giusta. Abbiamo la fortuna di lavorare con un ragazzo speciale, sempre concentrato e positivo”.
    Il passaggio chiave con DimitrovCahill ha poi raccontato come la partita con Dimitrov, in cui Sinner si è trovato sotto di due set prima del ritiro del bulgaro, sia stata una vera svolta: “In quei momenti, nei tornei dello Slam, ci vuole sempre anche un pizzico di fortuna o una difficoltà da superare. Ogni storia di Slam è diversa. Noi nel box credevamo che Jannik sarebbe riuscito a venirne fuori, ma la fortuna ha voluto che la partita si concludesse così. Gli abbiamo detto di concentrarsi subito sul prossimo avversario, di non pensarci più. La stessa cosa fatta dopo Parigi: accettare, imparare e andare avanti”.
    La vittoria con Alcaraz e la crescita tecnicaSecondo Cahill, vincere oggi contro Alcaraz era fondamentale: “Carlos lo aveva battuto negli ultimi cinque confronti e spesso dopo partite tirate. Oggi serviva questa vittoria non solo per il titolo, ma per la rivalità tra loro. Nei momenti decisivi Jannik ha tirato fuori una concentrazione e un’energia extra, chiudendo la porta all’avversario. Ha fatto un lavoro incredibile”.Vagnozzi ha aggiunto: “Jannik si muove benissimo, anche sull’erba, riesce a scivolare come su terra battuta e a colpire sempre in modo preciso. Ha migliorato molto il servizio, oggi soprattutto il secondo è stato meno attaccabile. Ha variato bene con le smorzate e le discese a rete, mostrando coraggio e personalità”.
    La rivalità con Alcaraz e la nuova era del tennisCahill ha voluto sottolineare come la preparazione di Sinner non sia focalizzata solo su Alcaraz, ma su tutti gli avversari: “Se ti prepari solo per un giocatore, rischi che gli altri ti sorprendano. Jannik però guarda tante partite di Carlos, è affascinato dai suoi progressi e questo lo spinge a migliorare ogni giorno. La rivalità tra loro è reale e stimolante, speriamo duri altri dieci o dodici anni”.Riguardo all’era che si sta aprendo, Cahill si è detto ottimista, ma prudente: “La finale di Parigi è stata tra le migliori che abbia mai visto. La loro rivalità è già incredibile, ma il tennis ha vissuto vent’anni irripetibili con Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Per ora non possiamo paragonare questi ragazzi a quella generazione, ma hanno cominciato alla grande e se continueranno così ci regaleranno ancora tanti match indimenticabili”.
    Il valore umano di SinnerAlla fine, Cahill e Vagnozzi hanno elogiato il ragazzo anche fuori dal campo: “È una persona umile, educata, con i piedi per terra. La determinazione che mostra sul campo è la stessa che applica nel lavoro quotidiano. Siamo fieri di lui, non solo per quello che fa con la racchetta, ma anche per quello che è come uomo”.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    McEnroe scuote il futuro di Djokovic dopo la sconfitta con Sinner: “Il Tempo è imbattibile”

    Novak Djokovic classe 1987, n.6 del mondo – Foto Getty Images

    L’eco della eliminazione di Novak Djokovic nella semifinale di Wimbledon 2025 per mano di Jannik Sinner continua a farsi sentire, e tra le voci più autorevoli spicca quella di John McEnroe. Lo storico campione americano, oggi stimato opinionista, non ha usato mezzi termini nel giudicare sia la prestazione di Nole sia il suo futuro nel tennis ai massimi livelli.
    Djokovic, apparso chiaramente limitato da un infortunio rimediato contro Flavio Cobolli nei quarti di finale, ha ceduto nettamente contro Sinner con il punteggio di 6-3 6-3 6-4, incapace di opporre la solita resistenza e, soprattutto, di ribaltare il copione di una partita sempre in salita. Il serbo, 38 anni da poco compiuti, aveva già dato segnali di difficoltà anche agli ottavi contro Alex De Minaur, perdendo il primo set per 6-1: un risultato che mai gli era capitato a Wimbledon.
    Durante la telecronaca, McEnroe non ha nascosto la propria sorpresa e ha lanciato riflessioni profonde:“Non ricordo di aver mai visto Djokovic giocare un set peggiore di questo. Sono letteralmente anni che non succedeva,” ha dichiarato l’ex numero uno del mondo, aggiungendo: “È completamente disgustato da sé stesso. Se dovesse continuare a giocare così male ancora per due set, si ritirerebbe sul momento. Se giocasse così per altri due set, prevedo che smetterebbe.”
    Ma il giudizio più duro arriva sulle prospettive del fuoriclasse serbo:“Ha sfidato il tempo per anni, ma oggi il tempo lo ha raggiunto. È la prima volta che lo vedo e penso: ‘Non sono sicuro che possa tornare ai suoi livelli.’ Non so se accetterà di essere un gradino o due sotto ragazzi come Sinner e Alcaraz. Il Tempo è imbattibile, e credo che sia questo quello che stiamo vedendo ora.”
    McEnroe ha poi sottolineato come tutti i grandi campioni, prima o poi, si trovino a dover affrontare il momento in cui il meglio è alle spalle:“È entrato a far parte di quella cerchia di vecchi campioni che si rendono conto che il meglio è alle spalle, e devono fare i conti con questa realtà. Non so quanto sia stato determinante l’infortunio o l’accumulo di partite difficili, ma il tempo non si ferma per nessuno. Onestamente, è straordinario che sia arrivato fin qui, è davvero incredibile.”
    Secondo McEnroe, Djokovic dovrà ora riflettere sul proprio futuro e capire se la battuta d’arresto è stata solo frutto di un infortunio, o se il fisico ormai non gli permette più di essere competitivo ai massimi livelli:“Novak avrà molto su cui riflettere nei prossimi mesi. Si chiederà se è stato solo per l’infortunio o se il suo corpo ormai è troppo logorato. Vedremo quale sarà la sua risposta.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Djokovic rassicura: “Tornerò presto, punto tutto sullo US Open”

    Novak Djokovic classe 1987, n.6 del mondo – Foto Getty Images

    Dopo la sconfitta subita da Jannik Sinner nella semifinale di Wimbledon 2025, Novak Djokovic si è presentato in conferenza stampa rispondendo poi a diverse domande dei media serbi, rilasciando dichiarazioni importanti raccolte da Sasa Ozmo.
    Il campione serbo ha spiegato di non aver mai pensato al ritiro prima del match: “Non mi sono mai posto il dubbio di non scendere in campo, pensavo che con un gioco più statico avrei potuto competere. In effetti, nei primi sei giochi mi sentivo bene. Poi, però, in uno spostamento veloce verso destra ho avvertito un peggioramento della situazione”, ha raccontato Djokovic, alludendo ai noti problemi fisici che lo hanno limitato.
    Riguardo ai tempi di recupero e alle prospettive per la stagione estiva, Nole ha rassicurato i suoi tifosi: “Questa lesione non mi terrà lontano dai campi troppo a lungo. Sfortunatamente ho già avuto problemi simili di recente e sono riuscito a recuperare velocemente. Credo di poter arrivare allo US Open in buone condizioni e giocare al massimo livello”, ha dichiarato il serbo.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Simone Vagnozzi: “Tra Sinner e Alcaraz sarà una questione di dettagli. È un vero 50-50”

    Simone Vagnozzi nella foto

    L’attesa per la finale di Wimbledon 2025 tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz è alle stelle, e inevitabilmente le attenzioni sono rivolte anche al box dell’azzurro, dove Simone Vagnozzi osserva da vicino ogni dettaglio della preparazione e delle condizioni di Jannik. Prima dell’atto finale, il coach italiano ha analizzato la sfida, lasciando trasparire grande equilibrio e rispetto per l’avversario spagnolo.
    “Ormai i match tra Sinner e Alcaraz sono sempre al 50-50, A Parigi abbiamo visto come tutto si sia deciso su pochi punti, e penso che anche qui sarà così. Sull’erba cambiano alcuni parametri: conta di più il servizio, ci si difende meno facilmente, la mobilità è diversa. Ma la sostanza resta la stessa: chi coglie l’attimo e si presenta più in forma quel giorno potrà portarla a casa.”
    Vagnozzi ha poi sottolineato come tutto dipenderà molto dalle sensazioni dei due giocatori in campo: “Dopo Parigi, ho detto che Jannik non è uscito ridimensionato dalla finale. Ha giocato molto bene su una superficie che è la preferita di Alcaraz, e ci è andato davvero vicino. Non puoi mai essere contento dopo aver perso una finale, però bisogna anche essere soddisfatti per il livello raggiunto, specialmente su una superficie dove non sei a tuo agio.”
    Sulle condizioni di gioco, Vagnozzi spiega: “Quando fa caldo la palla schizza più alta, con l’umidità meno. Ma Jannik ha saputo giocare ottimi match sia con caldo che con umidità. Non credo che saranno le condizioni a fare la differenza, ma come si scende in campo, come ci si sente soprattutto nei primi game. Su terra puoi cambiare di più il piano gara, sull’erba le variazioni sono minori.”Un tema importante è anche la gestione del gomito di Sinner: “Lo stiamo monitorando, ma ogni giorno va meglio. In campo non è sempre facile capire come stai davvero, sei concentrato sul gioco. Gli abbiamo fatto risonanze e controlli, ora lo gestisce bene e pensa solo a quello che può fare.”
    Infine, Vagnozzi ammette che sarà fondamentale la capacità di variare: “Abbiamo visto quanto sia importante il servizio, e quanto bene stia servendo Alcaraz nelle ultime partite. Jannik dovrà provare a variare il suo gioco, ma molto dipenderà anche da come starà fisicamente e da come saprà adattarsi. Sarà una finale bellissima, di altissimo livello, e come sempre tra questi due, decideranno i dettagli.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner, tra i giganti: quarta finale Slam consecutiva

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Ci sono numeri che raccontano molto più di qualsiasi aggettivo. Quello che sta facendo Jannik Sinner nel 2025 è semplicemente storico e conferma la sua grandezza come tennista destinato a lasciare un segno indelebile nel nostro sport. L’azzurro ha infatti raggiunto la sua quarta finale consecutiva in tornei del Grande Slam, traguardo che – nella cosiddetta Era Open – era riuscito solo a cinque autentiche leggende: Roger Federer, Novak Djokovic, Rafael Nadal, Andre Agassi e Rod Laver.Questa striscia di risultati piazza Sinner, appena 23 anni, in una compagnia da sogno:
    Tennisti capaci di raggiungere almeno 4 finali consecutive nei tornei dello Slam, Era Open* 🇨🇭 Roger Federer (10 finali consecutive)* 🇷🇸 Novak Djokovic (6)* 🇪🇸 Rafael Nadal (5)* 🇺🇸 Andre Agassi (4)* 🇦🇺 Rod Laver (4)* 🇮🇹 Jannik Sinner (4)
    Se il dato di Sinner fa rumore, quello di Federer è quasi irreale: il campione svizzero è riuscito a disputare 10 finali consecutive tra Wimbledon 2005 e US Open 2007, stabilendo un record forse irripetibile. Ma anche Djokovic, Nadal, Agassi e Laver sono passati alla storia per la capacità di reggere la pressione ai massimi livelli su tutte le superfici, stagione dopo stagione.Ora, tra questi giganti, c’è anche Jannik Sinner. Una presenza che testimonia non solo la sua continuità di rendimento ma anche una maturità mentale e tecnica fuori dal comune.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Michael Russell svela il piano per battere Alcaraz: così Fritz sogna la finale a Wimbledon

    Taylor Fritz nella foto – Foto Getty Images

    Decorato con il premio di Miglior Allenatore del 2024, Michael Russell è diventato una figura chiave nell’ascesa di Taylor Fritz ai vertici del tennis mondiale. E in vista della semifinale di Wimbledon contro Carlos Alcaraz, Russell ha raccontato all’ATP la strategia che intende seguire per provare a compiere l’impresa e sorprendere tutti.
    A leggere i pronostici, sembra quasi impossibile pensare che Taylor Fritz possa interrompere la corsa di Carlos Alcaraz verso la finale, ma il tennis – si sa – non ama le certezze, e nel mondo dello sport nulla è mai davvero scritto. Fritz, spesso sottovalutato e oggetto di critiche superficiali sui social, è invece un top 10 solido, metodico, che continua a spingersi oltre i propri limiti grazie a una straordinaria etica del lavoro e una notevole intelligenza tattica. Proprio su questo insiste Michael Russell: “Taylor arriva a questa semifinale con grande fiducia dopo un ottimo rendimento nella stagione sull’erba. Vincere due tornei prima di Wimbledon è stato fondamentale, e l’esperienza delle semifinali Slam, come quella raggiunta lo scorso anno a New York, conta moltissimo. Lì ha giocato al suo meglio e lo vedo pronto per affrontare Carlos qui”.
    Russell descrive Fritz come un vero studioso del gioco, uno che analizza ogni dettaglio per migliorarsi: “La chiave sarà non farsi prendere dall’euforia, non forzare colpi che non sente nelle corde, restare nel suo piano di gioco. Taylor è un grande stratega, ha un’intelligenza tattica notevole ma a volte rischia di pensare troppo. Deve continuare a fluire in campo, senza caricarsi di pensieri inutili”.
    Il piano anti-Alcaraz: servizio, ritmo e rischioMa quali sono, secondo Russell, i punti chiave del piano per battere Alcaraz? “Sarà fondamentale essere efficiente al servizio e muoversi rapidamente per prendersi l’iniziativa. Taylor dovrà togliere tempo a Carlos, impedendogli di dettare il ritmo e dominare i punti. È necessario essere aggressivi in risposta, colpire forte da fondo campo e prendersi qualche rischio. Sappiamo che Carlos è esplosivo e trasforma la difesa in attacco in un attimo, quindi servirà un altissimo livello. Il rendimento con la prima di servizio sarà decisivo per giocare sciolto e mettere pressione”.Sul rapporto con Fritz, Russell aggiunge un dettaglio interessante: “Quando è davvero concentrato, quasi non comunichiamo. Solo nei momenti complicati Taylor chiede di ricevere qualche input, ma in generale mi piace quando entra nella sua ‘zona’ e si isola da tutto il resto”.
    La sfida ad Alcaraz, sulla carta proibitiva, resta pur sempre aperta alle sorprese, specie se Fritz riuscirà a mettere in campo il suo miglior tennis e a seguire il piano preparato dal suo allenatore. La storia di Wimbledon ci insegna che i sogni, qualche volta, diventano realtà.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Jack Draper, da promessa a realtà: “Sono un giocatore completamente diverso, ora voglio scrivere la mia storia a Wimbledon”

    Jack Draper GBR, 2001.12.22 – Foto Getty Images

    Jack Draper vive il miglior momento della sua carriera. Fresco di ingresso nella top 4 del ranking mondiale, il giovane britannico si presenta a Wimbledon 2025 come principale testa di serie, un risultato impensabile fino a pochi mesi fa ma che testimonia la sua crescita esplosiva. Per Draper, Wimbledon ha sempre rappresentato il torneo più speciale, pur non essendo quello in cui ha ottenuto i risultati migliori fino ad oggi: quest’anno, però, arriva a Londra con una consapevolezza completamente diversa rispetto al passato e reduce dalla semifinale conquistata al Queen’s, ulteriore prova della sua solidità sull’erba.
    In conferenza stampa nel Media Day, Jack ha analizzato la sua rapida evoluzione, ammettendo di sentirsi un giocatore molto diverso rispetto a dodici mesi fa: “Sento di essere cresciuto tantissimo, è il frutto del lavoro svolto e del supporto delle persone che mi sono state vicine nei momenti belli e difficili della mia carriera. Ora ho molta più fiducia in me stesso, sia dal punto di vista fisico che mentale. Mi sento cambiato sotto tutti gli aspetti, ma so anche che posso ancora migliorare molto. Non sono nemmeno vicino al mio massimo: ogni giorno cerco di diventare un giocatore migliore”.
    La pressione, ovviamente, è cresciuta di pari passo con i risultati, ma Draper spiega di aver trovato i suoi equilibri: “Cerco sempre di staccare la spina, quando torno a casa guardo un po’ di Netflix, riposo e mi concentro sulla mia energia. Quando sono sul campo o in allenamento sono totalmente concentrato, ma fuori cerco di separare le cose per ricaricarmi e tornare ogni giorno al meglio. Nel tennis la capacità di recupero è fondamentale, bisogna essere pronti a dare il massimo ogni giorno”.
    Uno dei segreti del suo progresso? Il lavoro sulla respirazione, grazie alla collaborazione con una specialista: “Ho iniziato a lavorare con Ann Coxhead, che ha una lunga esperienza in diversi sport e progetti. Mi ha proposto di lavorare sulla respirazione e il percorso fatto insieme si è rivelato inestimabile per il mio tennis. Sto ancora lavorando su questi aspetti, ma sicuramente il mio fisico e il mio benessere generale in campo sono migliorati molto”.Draper, oggi, non è solo la grande speranza britannica, ma anche uno dei nomi più attesi del torneo. E a Wimbledon vuole continuare a scrivere la sua storia.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Federico Cinà: “La maturità? Più difficile degli Slam. Ora voglio NextGen e US Open”

    Federico Cinà nella foto

    Un piede in campo e l’altro sotto un banco di scuola. La doppia vita di Federico Cinà – altro talento del vivaio tennistico italiano salito alla ribalta lo scorso marzo dopo la vittoria al primo turno nel Master 1000 a Miami – si è chiusa oggi con una prova che lo ha messo di fronte a una tensione diversa dal solito, ma altrettanto forte: l’esame di maturità. Con un ottimo risultato anche in questo caso: “Sono felicissimo di aver finito e di averlo fatto con un 75 che per me è un bel voto”, racconta sorridente a margine della Mediolanum Padel Cup in corso al Country Time Club di Palermo, la seconda casa di Federico. E poi confessa: “Diciamo che forse ero più teso prima di fare questo esame rispetto alla partita di Miami. Sono contesti diversi, mi trovo meglio quando sono in campo”.
    Archiviati scritti di informatica, tema di italiano e orali (Federico ha studiato in una scuola inglese a Palermo) ora Cinà può tornare a concentrarsi sul campo. L’obiettivo stagionale è ambizioso: qualificarsi per le NextGen Finals e conquistare un posto nel tabellone di uno Slam, già a partire dagli US Open. “Per entrare a New York ho gli ultimi quattro tornei per fare punti – spiega – poi si chiudono le liste. Giocherò questi Challenger di fila e vedremo a che punto sarò. In caso, proverò anche in Australia”.
    In un momento storico esaltante per il tennis azzurro, trascinato da Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, Federico vive questa fase di crescita con serenità. “Si sente tanto parlare di loro e va bene così. Pressione? No, anzi, la loro notorietà mi consente di stare fuori dai riflettori e da un certo punto di vista è un vantaggio. Io faccio quello che devo fare, mi alleno tranquillo e i risultati arriveranno”, sottolinea. Proprio l’allenamento quotidiano è la chiave per colmare le lacune tecniche: “Il mio punto forte è il rovescio. Dritto e servizio sono i colpi su cui devo lavorare di più”, ammette. L’ultima battuta è sul padel, tra risate e sfottò: “Sì ogni tanto gioco, spesso con Francesco Palma, mio grande amico e direttore del circolo. Lo batto quasi sempre, però sta migliorando”, ride. “Non è vero – la risposta divertita di Palma – l’ultima volta hai perso”. LEGGI TUTTO