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    Daniil Medvedev e la sua crisi di risultati: “La mia motivazione è migliorare ogni giorno”

    Daniil Medvedev nella foto – Foto Getty Images

    L’ex numero 1 del mondo Daniil Medvedev si trova in un momento complicato della sua carriera. Il tennista russo non alza un trofeo da due anni, quando vinse il Masters 1000 di Roma al Foro Italico, ed è scivolato fuori dalla top-10 del ranking mondiale.
    In conferenza stampa prima dell’ATP Masters 1000 Roma 2025, Medvedev ha affrontato questo tema con franchezza. “Sento che vincere qui due anni fa mi ha dato molta serenità e mi ha aiutato a comprendere meglio questa superficie. Ovviamente, preferisco giocare su campi duri, ma da quando sono stato campione al Foro Italico non ho più perso le staffe su un campo in terra battuta”, ha dichiarato il russo.
    Medvedev ha anche ammesso: “Non ho mai pensato che avrei vinto un Masters 1000 su terra battuta, ma ci sono riuscito e ora sono di nuovo qui con qualcosa da dimostrare, quindi darò il massimo”.
    Quando gli è stato chiesto della sua motivazione in questa fase della carriera, Medvedev ha risposto con determinazione: “La mia motivazione è migliorare ogni giorno. L’anno scorso non ho mostrato la mia versione migliore, non sono stato un tennista riconoscibile, ma ogni volta che arrivo a un torneo, lo faccio con la mentalità di poterlo vincere”.
    Il tennista russo ha concluso con una riflessione sul suo futuro: “Quando mi ritirerò dal tennis, voglio farlo sapendo di aver dato il meglio di me e di non avere nulla da rimproverarmi”. Medvedev cercherà di rientrare nella top-10 proprio in questo Masters 1000 di Roma.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Fabio Fognini saluta Roma: storia di un talento che ha scritto pagine indelebili nel tennis azzurro

    Fabio Fognini nella foto – best ranking n.9 del mondo

    Mentre Fabio Fognini si prepara a disputare il suo ultimo torneo agli Internazionali d’Italia, è il momento di celebrare la carriera di uno dei tennisti più talentuosi e carismatici che l’Italia abbia mai avuto. A 37 anni, il ligure ha recentemente annunciato che questa sarà la sua ultima apparizione al Foro Italico, chiudendo un capitolo fondamentale della sua vita sportiva.
    Una carriera ricca di successiIl tennista di Arma di Taggia ha costruito una carriera impressionante, entrando nella storia del tennis italiano sotto molteplici aspetti. Vincitore del Masters 1000 di Monte Carlo nel 2019, Fognini ha conquistato complessivamente 9 titoli ATP in singolare, di cui 8 sulla sua superficie prediletta: la terra battuta.Il suo momento più glorioso è stato proprio quel trionfo a Monte Carlo, dove sconfisse il “re della terra” Rafael Nadal in semifinale, diventando l’unico tennista italiano dell’era Open a vincere questo prestigioso torneo.
    Record e primatiFognini ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del tennis italiano. È rimasto nella top-100 per ben 823 settimane (di cui 708 consecutive), nella top-50 per 525 settimane e nella top-20 per 220 settimane complessive.Il suo ingresso nella top-10 mondiale nell’aprile 2019 rappresenta uno dei momenti più significativi della sua carriera. A 32 anni, è stato il tennista più anziano al mondo a entrare per la prima volta in questa élite, diventando anche il primo italiano a raggiungere questo traguardo dal 1979, quando ci riuscì Corrado Barazzutti.
    Successi nei tornei del Grande SlamNei tornei del Grande Slam, il suo miglior risultato è stato raggiungere i quarti di finale al Roland Garros nel 2011, che purtroppo non poté disputare a causa di un infortunio. È riuscito anche ad arrivare agli ottavi di finale agli Australian Open nel 2014 e 2018, e agli US Open nel 2015.Ma il suo successo più significativo in un Major è arrivato nel doppio, dove insieme a Simone Bolelli ha conquistato l’Australian Open nel 2015, diventando l’unica coppia italiana a vincere un titolo del Grande Slam nell’era Open.
    Un pioniere del tennis italianoFognini ha avuto un ruolo fondamentale nella rinascita del tennis italiano. È stato tra i protagonisti del ritorno dell’Italia nel World Group di Coppa Davis nel 2011, aprendo la strada al periodo d’oro che il movimento tennistico italiano sta vivendo negli ultimi anni.Ha mosso i primi passi nel tennis al circolo di Arma di Taggia, e a 14 anni ha scelto definitivamente il tennis rispetto al calcio, sua seconda passione. Il suo primo match vinto da professionista risale al 2004, al Future di Valdengo.
    L’uomo oltre il campioneFuori dal campo, Fognini è conosciuto per il suo carattere passionale e per la sua vita familiare. È sposato con Flavia Pennetta, ex tennista italiana e vincitrice degli US Open 2015, con cui ha costruito una famiglia.Il loro primo figlio si chiama Federico, nome scelto in memoria di Federico Luzzi, tennista italiano scomparso prematuramente a 28 anni per una leucemia fulminante.Sempre attento allo sviluppo del tennis italiano, Fognini ha fondato “Back To Next”, un progetto che mira ad aiutare i giovani tennisti a raggiungere il professionismo.
    L’ultimo saluto al Foro ItalicoMentre si prepara al suo ultimo torneo a Roma, Fognini continua a dimostrare la sua competitività, come testimoniano i suoi recenti successi nei tornei Challenger, l’ultimo dei quali a Montemar nel novembre 2024, l’ottavo della sua carriera.Gli Internazionali d’Italia saranno un’occasione speciale per celebrare questo straordinario atleta che ha contribuito in modo determinante a far crescere la passione per il tennis in Italia, aprendo la strada ai successi delle nuove generazioni.In un’era dominata da alcuni dei più grandi tennisti di tutti i tempi, Fabio Fognini è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante, portando in campo un tennis fatto di talento puro, colpi imprevedibili e quella passione tipicamente italiana che lo ha reso un campione unico e indimenticabile.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Emil Ruusuvuori rivela la sua lotta contro gli attacchi di panico

    Emil Ruusuvuori FIN, 02.04.1999 – Foto getty images

    Il tennista finlandese Emil Ruusuvuori ha recentemente condiviso dettagli sui problemi di salute mentale che hanno influenzato la sua carriera. Ruusuvuori, che nel 2023 aveva raggiunto la posizione numero 37 del ranking mondiale, ha spiegato che da tempo si trova ad affrontare difficoltà che lo hanno portato a stare lontano dal circuito per diversi mesi.
    Il giocatore ha rivelato di soffrire di attacchi di panico ricorrenti da quattro anni. Nel 2024, la situazione è peggiorata, costringendolo a rimanere lontano dal tennis per quattro mesi e mezzo, senza nemmeno toccare una racchetta. Nonostante i tentativi di tornare a competere, Ruusuvuori continua a sperimentare episodi di questo problema, come accaduto recentemente durante un torneo in Corea del Sud.
    La salute mentale sta diventando un argomento sempre più rilevante nel mondo del tennis, con un numero crescente di giocatori che scelgono di parlarne apertamente. Il caso di Ruusuvuori evidenzia come, anche in assenza di lesioni fisiche significative, le problematiche legate alla salute mentale possano avere un impatto considerevole sulla carriera di un atleta professionista.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Rune su Sinner: “Colpisce la palla in maniera incredibile, può compiere qualsiasi impresa”

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Holger Rune ha recentemente condiviso le sue impressioni su Jannik Sinner dopo un allenamento condiviso al Monte-Carlo Country Club. In un’intervista concessa a ‘La Stampa’, il tennista danese ha espresso ammirazione per il numero 1 del mondo, che si prepara al rientro in campo dopo tre mesi di assenza.
    “È sempre il solito Sinner. Colpisce la palla in maniera incredibile, come ci ha abituati a vedere. Mi sono divertito molto ad allenarmi con lui”, ha dichiarato Rune. “Rientrare dopo tre mesi non è la cosa più semplice, è ovvio, gli ci vorrà un minimo di tempo, ma credo che possa fare comunque molto bene: Jannik è capace di qualsiasi impresa. L’attesa dei fan è enorme e anche noi non vediamo l’ora di giocare di nuovo contro il numero 1 del mondo”.
    I due tennisti si sono affrontati cinque volte nel circuito ATP, con l’italiano in vantaggio per 3-2 dopo aver vinto gli ultimi tre confronti, il più recente agli Australian Open 2025. Rune, che sta tornando ai suoi livelli dopo una stagione complicata, si candida a fare da terzo incomodo nella rivalità tra Sinner e Carlos Alcaraz.
    “Di sicuro ogni volta che ci siamo incontrati sono state grandi battaglie. Qualche volta ho vinto, altre ho perso, ma ogni volta che li affronto sono convinto di poterli battere”, ha affermato il danese, dimostrando grande fiducia nei propri mezzi.
    Interrogato sulle possibilità per Sinner di puntare al Grande Slam, Rune ha analizzato: “Il cemento è ovviamente la sua superficie preferita, lo abbiamo visto agli Us Open oltre che in Australia. Forse gli viene più naturale giocare sull’erba e soffre un po’ di più sulla terra: ma Jannik sa soffrire. Poi è già arrivato in semifinale sia a Parigi sia a Londra, quindi può adattarsi a qualsiasi superficie”.
    Le parole di Rune confermano quello che molti addetti ai lavori stanno osservando: nonostante il periodo di inattività, Sinner sembra aver mantenuto la sua straordinaria qualità di gioco, pronto a riprendere da dove aveva lasciato.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    La reazione di Sabalenka: una risata alla curiosa domanda durante il Media Day di Roma

    Aryna Sabalenka nella foto – Foto Getty Images

    Giornata di Media Day agli Internazionali BNL d’Italia 2025, con i migliori tennisti del mondo che hanno incontrato la stampa nell’appuntamento annuale con i giornalisti. Tra i momenti più curiosi della giornata, spicca un divertente scambio avvenuto durante la conferenza stampa di Aryna Sabalenka.
    La numero uno del mondo è stata colta di sorpresa da una domanda insolita posta da un giornalista presente in sala: “Sapevi di essere un punto di riferimento di bellezza in Italia? I fan hanno detto a Jannik Sinner che è bello quanto Sabalenka”.
    La reazione della bielorussa è stata immediata e genuina: una fragorosa risata di sincera ammirazione che ha contagiato tutti i presenti. Il momento ha mostrato il lato più spontaneo e simpatico della campionessa, che ha apprezzato il curioso parallelismo con il numero uno del ranking maschile.L’episodio, al di là dell’aspetto puramente aneddotico, testimonia anche il crescente interesse mediatico intorno ai due numeri uno mondiali presenti a Roma, con Sinner che fa il suo rientro in campo dopo la sospensione e Sabalenka che punta a confermarsi dopo il recente successo a Madrid.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Vagnozzi mette in chiaro: “Nessun vantaggio nella squalifica di Sinner”

    Simone Vagnozzi nella foto

    Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, ha affrontato con franchezza il tema del ritorno in campo del numero uno del mondo agli Internazionali d’Italia dopo il periodo di sospensione per il caso Clostebol.
    “Ho sentito che è un vantaggio aver avuto questo stop, ma se fosse così perché nessuno si è mai fermato così tanto? Poi come tutte le cose proviamo a prendere gli aspetti migliori, ma sappiamo di arrivare qui senza partite. Negli ultimi 5 mesi abbiamo giocato appena due tornei, non è un vantaggio questo”, ha dichiarato Vagnozzi, sfatando il mito che questa pausa forzata potesse rappresentare un’opportunità.Il tecnico ha però sottolineato come il periodo di squalifica sia stato comunque gestito al meglio: “Abbiamo provato a gestire questi tre mesi nel miglior modo possibile”, spiegando che l’obiettivo a Roma è “giocare più gare possibili per riprendere ritmo e arrivare bene a Parigi”.
    Quando gli è stato chiesto se ci fosse il timore che per Sinner potesse essere difficile il rientro dopo essere uscito dalla bolla tennistica, Vagnozzi ha risposto con sicurezza: “Penso di no, negli ultimi due anni abbiamo anche lavorato un po’ per fargli scoprire che c’è una vita oltre il tennis. Lui è diventato un po’ più flessibile, un po’ più aperto. Penso che abbia gestito molto bene tutto questo e che sia carico nelle ultime due settimane per poter far bene.”
    Con la conclusione della sospensione, il coach ha evidenziato un cambio di atteggiamento nel circuito: “Adesso è tutto finito. Possiamo concentrarci solo sul tennis. Adesso vedo finalmente i giocatori che dicono ‘in effetti siamo in una situazione di pericolo’. Un pericolo che fino a poco tempo fa non c’era. Purtroppo le contaminazioni ci possono essere ed è difficile controllarle”.
    Un momento di ilarità si è verificato quando, in riferimento a quanto dichiarato da Sinner sui messaggi di sostegno ricevuti da colleghi inaspettati, è stato chiesto se anche Nick Kyrgios fosse tra questi. “Non credo proprio…”, la risposta ironica di Vagnozzi.
    In chiusura, il coach ha parlato del suo futuro professionale e della collaborazione con Darren Cahill: “Mi sentirei adatto anche a farlo da solo, ma con questi giocatori di così alto livello è importante avere una spalla. Cahill, poi, vorrei che rimanesse altri 5 anni, forse è il migliore coach al mondo oltre che una persona speciale”.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Dal Foro Italico – Lorenzo Musetti: “A Roma per vincere, questa ora è la mia mentalità”

    Lorenzo Musetti nella foto – Foto Getty Images

    Lorenzo Musetti è sbarcato a Roma forte dell’ingresso in Top10, della finale a Monte Carlo e della semifinale a Madrid. Risultati eccezionali che confermano tutta la qualità del toscano e il suo status di giocatore di altissimo livello, uno che punta a vincere ogni torneo che disputa. L’ha confermato anche parlando nel media day del Masters 1000 di Roma, dove si è soffermato sul momento di svolta vissuto lo scorso anno. Tornare nei Challenger, pur senza vittoria finale, gli ha reso quella fiducia “sporcandosi le mani” che aveva perso. Da lì in avanti un crescendo spettacolare sull’erba, a Wimbledon, alle Olimpiadi e pure a Vienna nel finale di stagione. Questi i passaggi salienti del suo pensiero, tratti dal sito ufficiale degli Internazionali d’Italia.
    “Sulla terra riesco ad esprimere il mio bagaglio tecnico al meglio. Ma arrivato a questo punto la mia mentalità, non solo sulla terra, è quella di vincere il torneo. Su qualunque superficie si giochi. Non è mancanza di rispetto verso gli altri, perché puoi benissimo perdere al primo turno. Dopo i risultati di Monte-Carlo e Madrid sono a Roma per tenere vivo il momento. La top ten era un obiettivo ma sono rimasto la stessa persona. Non è cambiato molto. Certo, sicurezza e fiducia nel mio gioco sono migliorate. Raggiungere una finale ‘1000’ tra alti e bassi (Monte-Carlo) e la semifinale a Madrid senza perdere un set è stato la conferma del mio livello attuale, della mia attitudine mentale. E’ differente giocare contro un top ten ed è diverso vincere contro un top ten”.
    C’è grande attenzione per lui a Roma, con tantissimi giovani che lo cercano: “Accolgo questa popolarità con molta gioia ed anche tanto orgoglio. E’ bello essere ammirato da tanti bambini che inseguono un sogno: sono orgoglioso di poter trasmettere la passione per questo sport, soprattutto pensando che 15 anni fa potevo essere uno di loro”.
    Questo il passaggio più interessante dell’intervista, dove Musetti racconta dove a suo dire ha fatto il salto di qualità: “Credo di aver fatto un salto di qualità come continuità e consistenza. Dallo scorso anno ho cambiato passo: prima avevo dei picchi in alto ma anche in basso. Quale è stato il ‘momento’? Dopo un inizio di 2024 d’avvero brutto ‘mi sono sporcato le mani’ e sono tornato a giocare due Challenger, Cagliari e Torino, dove pur non giocando al meglio sono arrivato in fondo anche se non ho vinto. Ho ritrovato me stesso sul campo: ho perso in cinque set al terzo turno al Roland Garros contro Djokovic, ho fatto una grande stagione sull’erba con la finale al Queen’s e la ‘semi’ a Londra, e poi di nuovo sulla terra la finale ad Umago ed il bronzo olimpico. Il resto della stagione non è stato eccezionale, se si esclude la semifinale a Vienna, ma se devo individuare quando qualcosa è cambiato è stato proprio un anno fa. Ho ingranato un’altra marcia ed ho acquisito molta consapevolezza”.
    Un consiglio ai giovani: “Circondarsi di persone fidate che comunque vada ti sostengono. Che ti stanno vicino anche quando prendi delle belle ‘stese’. Il mio team io lo considero una seconda famiglia”.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Dal Foro italico – Matteo Arnaldi si confessa: “Dopo Madrid sento di poter stare ai massimi livelli”

    Matteo Arnaldi nella foto

    Matteo Arnaldi ha condiviso le sue riflessioni sull’importante traguardo raggiunto al recente torneo di Madrid, dove è riuscito ad arrivare fino ai quarti di finale, battendo anche il suo idolo Novak Djokovic. In un’intervista rilasciata a SuperTennis TV, il tennista italiano ha espresso soddisfazione per i risultati ottenuti in Spagna, soprattutto considerando il periodo difficile che stava attraversando.Il percorso di crescita di Arnaldi testimonia la maturazione di un atleta che sta trovando la propria dimensione nel circuito maggiore, dove la fiducia acquisita a Madrid potrebbe rappresentare un punto di svolta per il prosieguo della stagione, a partire proprio dagli Internazionali di Roma.
    “A Madrid arrivavo da un periodo che non era proprio il migliore: avevo vinto poche partite tra Monte-Carlo Barcellona e Miami. A Madrid ho dimostrato che posso star lì e che se gioco bene lo faccio ad alto livello, mi ha dato molta fiducia per arrivare qui a Roma e provare a giocare il mio miglior tennis”, ha dichiarato Arnaldi.
    La vittoria contro Djokovic ha rappresentato per lui un momento particolarmente significativo. “Una vittoria incredibile. Ero già contento di giocarci, sono entrato in campo con l’idea di vincere, ma volevo giocarci, e quando ho potuto realizzare questo sogno ero proprio contento, per di più su un Centrale in un Masters1000. Ero teso all’inizio, così come quando a rete ci siamo scambiati due parole. È stato davvero molto bello”, ha raccontato l’azzurro.
    Nonostante il suo posizionamento stabilmente tra i top 40 del ranking mondiale dalla fine del 2024, Arnaldi ha rivelato che molto è cambiato rispetto alla sua ultima stagione. Ha descritto il periodo appena trascorso come “di conferme in cui ho cercato di star lì mettendomi tanta pressione”. Ha poi aggiunto: “Se quest’anno non ho giocato benissimo, sento di essere una persona e un giocatore diverso: sto giocando molto meglio e anche mentalmente sono una persona diversa. Sono cresciuto tanto e sono sicuro che i risultati arriveranno.”
    Riguardo al rinnovato Foro Italico, sede degli Internazionali BNL d’Italia, Arnaldi ha espresso entusiasmo e curiosità: “Ancora non l’ho visitato tutto, ho solo giocato sul Centrale. Non vedo l’ora di vederlo, sono emozionato, ma è sempre bello essere qui.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO