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    Tyra Grant sceglie l’Italia: “Nata e cresciuta qui, agli Internazionali il mio debutto con gli Azzurri”

    Tyra Caterina Grant ITA, 12.03.2008 – Foto FITP

    Da oggi Tyra Caterina Grant è a tutti gli effetti una giocatrice italiana. E da italiana giocherà gli Internazionali BNL d’Italia. La talentuosa tennista classe 2008, considerata da molti una delle promesse più brillanti del tennis mondiale, ha scelto ufficialmente di rappresentare il tricolore, la nazione dove è nata e cresciuta.
    Lo sport è una storia di famiglia per Tyra. Suo padre è Tyrone Grant, ex giocatore statunitense di basket che nel primo decennio degli anni 2000 ha giocato a Livorno, Avellino, Teramo, Milano, Virtus Bologna, Veroli, Treviso, Venezia. Sua madre Cinzia è una maestra di tennis di Vigevano. Tyra Caterina è nata a Roma il 12 marzo 2008, mentre suo padre giocava a Veroli, ma inizialmente ha scelto di rappresentare la nazione di suo padre.
    La giovane tennista, che ha ricevuto una wild card per il tabellone principale degli Internazionali d’Italia, ha voluto esprimere il suo entusiasmo per questa decisione attraverso una dichiarazione ufficiale:
    “E vorrei cominciare anche con un grazie in anticipo alla FITP. La mia scelta di rappresentare l’Italia arriva dalla forte connessione che ho sempre sentito con questo paese essendo nata e cresciuta qui. Apprezzo davvero come già i tecnici mi abbiano accolta a braccia aperte; e colgo l’occasione per ringraziare la federazione per l’occasione a me data di giocare, come primo torneo da italiana, gli Internazionali Bnl di Roma, svolti appunto nella mia città natale. Non vedo l’ora di iniziare questo progetto con la federazione Italiana. Sono enormemente grata al presidente Binaghi e alla federazione italiana per questa meravigliosa occasione di rappresentare l’Italia e di far parte degli Azzurri. Forza Italia 🇮🇹”
    La Grant ha anche espresso la sua gratitudine verso la USTA, la federazione americana che l’ha seguita in precedenza: “Mi piacerebbe cominciare col dire grazie. Grazie USTA per tutte le ottime occasioni, per tutto il supporto, e gli insegnamenti che mi avete dato, non solo quando ero lì ad allenarmi, ma anche prima. Sarò sempre grata a tutti quelli che sono stati lì per me, Kathy, Martin, Ola, Tom, Georgi, Thierry, Richard, Ciara, Satoshi, Lang, dr Larry e tutti gli altri che mi hanno aiutato, sono davvero grata. Di nuovo, vorrei cogliere l’occasione per esprimere la mia più sincera gratitudine verso la USTA per le opportunità e il supporto che ho ricevuto in questi anni.”
    La decisione di Tyra Grant rappresenta un importante colpo per il tennis italiano, che potrà contare su una delle giovani più promettenti del panorama internazionale. Considerata negli Stati Uniti come potenziale erede delle sorelle Williams e di Coco Gauff, Tyra ha scelto di seguire il richiamo delle sue radici italiane, dove è cresciuta e ha formato la sua identità tennistica.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Più Soldi, Più Solitudine? L’Analisi di Petkovic

    Andrea Petkovic nella foto

    Mentre i top 20 del tennis mondiale chiedono ai Grand Slam un aumento dei montepremi, l’ex giocatrice Andrea Petkovic offre una prospettiva critica: la crescita economica nel circuito, pur positiva per certi aspetti, potrebbe avere un costo umano.
    Petkovic sostiene che l’aumento dei premi abbia “incrementato la solitudine”. Contrappone il cameratismo dei suoi inizi – quando si condividevano allenatori, stanze e si formavano amicizie solide per necessità – all’attuale tendenza di viaggiare con team numerosi e stipendiati (coach, fisio, psicologi). Questi staff, pur professionali, occupano lo spazio di potenziali amicizie tra pari. Il punto chiave, secondo Petkovic, è la mancanza di uguaglianza: “Le persone che paghi non sono tuoi amici”, afferma, poiché la dinamica salariale impedisce un rapporto paritario, essenziale per un’amicizia autentica.
    Tuttavia, Petkovic riconosce che più denaro ha significato anche maggiore professionalità. Ha permesso investimenti in staff qualificati, viaggi confortevoli e recupero ottimale, portando al “maggior progresso nel tennis: la profondità della qualità”. Questo è particolarmente evidente nel circuito femminile, dove il livello medio si è alzato drasticamente, rendendo anche le “partite brutte” di oggi superiori a quelle del passato in termini di preparazione e intensità.In sintesi, l’analisi di Petkovic evidenzia un paradosso del tennis moderno: la crescita economica che spinge verso l’eccellenza professionale potrebbe, al contempo, erodere i legami personali, creando un ambiente più competitivo ma potenzialmente più isolato per gli atleti.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Carlos Alcaraz accelera i tempi: la corsa contro il tempo per Roma 2025

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Carlos Alcaraz sta affrettando i suoi piani per arrivare completamente recuperato e con il giusto ritmo competitivo all’ATP Masters 1000 di Roma 2025. L’evoluzione positiva è confermata dall’intensità che il tennista spagnolo sta mettendo nei suoi allenamenti, come rivelano le ultime immagini diffuse dai suoi allenamenti a Murcia.
    Il numero 3 del mondo, che è attualmente al lavoro presso il Real Club de Tenis di Murcia sotto la guida del suo staff tecnico, sta affrontando un programma di allenamento molto impegnativo. Le sessioni di preparazione mostrano un Alcaraz determinato e una squadra che monitora attentamente i suoi progressi per garantire che sia al 100% prima dei prossimi impegni.

    Carlos treinando hoje (02) em Murcia.
    📽️ | christopherboudames via instagram story pic.twitter.com/AQr1axpOwh
    — Carlos Alcaraz Brasil (@carlosalcarazbr) May 2, 2025

    Lo spagnolo, che durante il 2024 ha dovuto rinunciare proprio al torneo di Roma per un infortunio al braccio destro, è particolarmente motivato a competere quest’anno. La scorsa stagione infatti, “lo stesso infortunio che lo aveva costretto a saltare il Masters di Monte Carlo e il Barcelona Open Banc Sabadell” gli aveva impedito di essere presente nella Capitale.
    Quest’anno la situazione sembra evolversi in modo più favorevole. Alcaraz, che ha mostrato una forma eccellente vincendo a Monte Carlo e raggiungendo la finale a Barcellona, sta ora puntando tutto su Roma come tappa fondamentale per arrivare nelle migliori condizioni possibili al Roland Garros.
    Le immagini che emergono dai suoi allenamenti mostrano “un’intensità molto alta nei suoi allenamenti, lavorando con bende precauzionali alle cosce mentre gestisce attentamente il suo recupero”. Il ventiduenne numero 3 del mondo sta dimostrando una dedizione assoluta, considerando il Masters di Roma un obiettivo prioritario per testare la sua forma fisica e il suo livello di gioco in vista dei prossimi appuntamenti sulla terra battuta.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    “Il mio più grande avversario è chi ero ieri”: la filosofia di Djokovic

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    In un periodo di transizione del suo percorso professionale, Novak Djokovic riflette con lucidità sul rapporto con il tennis e sul futuro, mantenendo intatta la sua ambizione nonostante le recenti difficoltà sulla terra battuta. Dopo le finali a Miami, le sconfitte a Monte Carlo e Madrid, e il forfait per Roma, il campione serbo resta focalizzato sui suoi obiettivi, con particolare attenzione al Roland Garros.
    In un’intervista approfondita con Business Traveler, Djokovic ha svelato la filosofia che guida la sua vita dentro e fuori dal campo. “Il tennis ha plasmato ogni aspetto della mia esistenza fin da bambino,” ha rivelato il serbo. “Gli ho dedicato energia mentale, fisica ed emotiva, e la gratificazione è stata immensa. Raggiungere l’élite dello sport mondiale ti insegna principi fondamentali applicabili a tutti i settori della vita: disciplina, routine quotidiana, adattabilità.”
    “Mi affascina particolarmente una riflessione che ho adottato come mantra: ‘Il tuo vero avversario è sempre l’essere che eri ieri. Aspira alla migliore versione di te stesso’”, confida Djokovic. La sua integrità professionale emerge nella gestione della carriera imprenditoriale: “In vent’anni ho declinato numerose opportunità di business quando non si allineavano con i miei valori. Non rappresenterò mai qualcosa in cui non credo profondamente. Benessere, salute e educazione restano le mie passioni primarie accanto al tennis.”
    La riflessione più toccante riguarda il suo approccio alla fase finale della carriera. “Naturalmente, ottenere oggi i risultati del mio apice diventa più complesso. Ma questo non esclude un ritorno a quei livelli. La grandezza evolve nella forma, come evolviamo noi stessi anno dopo anno, settimana dopo settimana.”
    L’essenza competitiva di Djokovic emerge chiara nelle sue parole conclusive: “Nel tennis devi coltivare la mentalità che nulla è mai abbastanza. Il giorno in cui sentirai ‘è abbastanza’, sarà il momento di appoggiare la racchetta. Io… ancora non ho raggiunto quel punto.”Con 24 titoli del Grande Slam nel palmares, il campione di Belgrado dimostra come la passione autentica per il suo sport trascenda i numeri e i record, guidandolo verso un orizzonte ancora, forse, tutto da esplorare.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Musetti, eliminato a Madrid ma soddisfatto: “Ho giocato meglio che a Montecarlo”

    Lorenzo Musetti nella foto – Foto Getty Images

    Lorenzo Musetti esce a testa alta dal Mutua Madrid Open 2025, battuto in semifinale da Jack Draper con il punteggio di 6-3, 7-6. Nonostante la sconfitta, il tennista italiano ha offerto riflessioni positive sul suo percorso, evidenziando i progressi nel suo gioco e nella sua mentalità.
    “Questa settimana credo di aver giocato un tennis migliore rispetto a Montecarlo,” ha dichiarato Musetti in conferenza stampa. “Lì è stato tutto molto bello, ma sono stato una montagna russa. Il livello di questa partita è stato molto alto, con molti punti conclusi da vincenti. È stata una prestazione molto solida da parte di entrambi.”
    Il carrarino ha analizzato la partita contro Draper con grande lucidità: “Ho avuto opportunità nel secondo set per brekkare il suo servizio e ho cercato di guidare maggiormente il gioco in quel momento, credo di essere stato molto vicino. Comunque penso che Jack sia in questo momento, se non il miglior giocatore del mondo, uno dei migliori.”
    Particolarmente interessante l’analisi che Musetti ha fatto sulla crescita della sua mentalità: “Sto giocando lo stesso tennis di sempre, ma con più fiducia e con più chiarezza sulle cose che devo fare in campo. Ho una mentalità diversa rispetto a prima. Qualche anno fa, questa partita sarebbe potuta finire 6-3, 6-2 perché non avrei lottato fino all’ultimo punto e sarei crollato molto dopo il primo set.”
    Interrogato sugli aspetti più impressionanti del gioco di Draper, Musetti ha risposto: “È un giocatore molto completo, è ciò che più mi impressiona di lui. Mi colpisce anche come si difende da fondo campo nonostante la sua altezza. È molto alto e può servire molto bene, cosa che diventa particolarmente difficile per un giocatore con rovescio a una mano, perché ti apre l’angolo.”
    La stagione sulla terra battuta di Musetti prosegue con ottimi risultati: dopo la finale a Monte Carlo e la semifinale a Madrid, il tennista italiano si prepara ora per gli Internazionali di Roma, torneo di casa, prima del Roland Garros che concluderà questa fase del calendario.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Mauresmo (direttrice di Roland Garros): “Mi sarebbe piaciuto molto giocare a Parigi di sera”

    Amelie Mauresmo

    Le sessioni serali dei tornei continuano a far discutere il mondo del tennis. Il pubblico (per motivi lavorativi) e soprattutto gli investimenti delle tv spingono i tornei a includere nel programma di giornata partite di sera; i giocatori al contrario temono le mutevoli condizioni sotto le stelle (spesso freddo, umidità, ecc) assai diverse da quelle delle canoniche sessioni diurne. Inoltre terminare molto tardi i loro impegni è un problema per il recupero post partita. Tra scarico, interviste, fisioterapia, un match che termina a mezzanotte manda il giocatore a letto non prima delle 3 del mattino e ormai capita molto spesso che un match finisca ben oltre lo scoccare del nuovo gioco. Una situazione che ha lavato molte polemiche, in particolare a Roland Garros per il protrarsi di varie partite, iniziate troppo tardi e finite e notte fonda. Tuttavia il direttore dello Slam parigino, Amilie Mauresmo, difende la night session e afferma che, da giocatrice, avrebbe amato disputarle.
    “A dire il vero, mi sarebbe piaciuto provare le sessioni notturne”, ha detto Mauresmo in un’intervista a Gigi Salmon per il canale YouTube del torneo. “Con il campo che probabilmente diventa un po’ più pesante, per l’umidità della terra battuta, un po’ più lento, per me sarebbe stata una buona cosa da giocatrice”.
    “Non sto nemmeno parlando del Campo Centrale, sto parlando del fatto che ora il Roland Garros ha la luce su tutti i campi e possiamo giocare fino a tardi su ogni campo, quindi finché non piove, per tutta la prima settimana possiamo finire le partite davvero, davvero tardi su tutti i campi. Sarebbe interessante vedere come saranno le condizioni a tarda notte”.
    Una difesa della scelta dei match serali, ma lo scorso anno a Parigi diversi furono i big a criticare aspramente le partite dopo cena. Gauff disse: “Penso fermamente che per la salute e la sicurezza dei giocatori sarebbe nel migliore interesse dello sport cercare di evitare che queste partite finiscano o inizino dopo una certa ora.”
    Swiatek aveva sottolineato l’importanza del sonno: “Ho bisogno di ore di sonno, riposare normalmente. Non so se i tifosi guardano queste partite perché devono andare al lavoro il giorno dopo, o qualcosa del genere, quando le partite finiscono alle 2 o alle 3 del mattino.”
    Djokovic così tuonò dopo aver rimontato Musetti lo scorso anno, terminando alle 3 del mattino: “Alcune cose avrebbero potuto essere gestite diversamente. Dovrò attivare tutti i miei geni giovani e cercare di riprendermi il più velocemente possibile”.
    I tornei sono sempre più interessanti ai match serali, nonostante sia vigore la nuova regola ATP secondo la quale solo con l’intervento del supervisor e l’accordo dei giocatori si possa iniziare una partita dopo le 23. Negli Slam le regole non valgono. Come andrà quest’anno a Parigi?
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Iga Swiatek: la sconfitta di Madrid alla luce di un lutto familiare. Novak Djokovic ed i suoi problemi personali

    Iga Swiatek POL, 31.05.2001 – Foto Getty Images

    La sconfitta di Iga Swiątek in semifinale al WTA di Madrid contro Coco Gauff, con un netto 6-1, 6-1, assume ora un significato completamente diverso. La numero due del mondo polacca ha giocato l’intero torneo in modo discontinuo, apparendo spenta anche dopo le vittorie e non celebrando i suoi successi come di consueto.
    È emerso che Swiątek sta attraversando un periodo personale estremamente difficile: la tennista ha perso il nonno poco prima dell’inizio del torneo madrileno. L’informazione è stata rivelata dal giornalista Benoit Maylin sulla piattaforma X e successivamente confermata dall’ufficio stampa della campionessa polacca.
    “Prima di criticare Djokovic e Swiatek per il comportamento strano di Novak e l’evidente nervosismo di Iga, va notato che entrambi stanno attraversando un periodo complicato. Alcuni amici intimi di Djokovic hanno problemi di salute, mentre Iga ha perso il nonno poco prima del torneo”, ha scritto Maylin.
    Daria Sulgostowska, PR manager della tennista, ha confermato al quotidiano “Super Express” che la Świątek ha partecipato al funerale appena prima del torneo, chiedendo contestualmente di rispettare la privacy della giocatrice in questo momento difficile.Questa notizia getta una luce completamente diversa sul comportamento della tennista nelle ultime settimane e sulla sua forma in campo. La Świątek, nota per la sua sensibilità, potrebbe aver affrontato problemi personali già da tempo, e questa perdita rappresenta un ulteriore colpo emotivo in un periodo già complesso.
    Nonostante le difficoltà personali, la campionessa polacca ha comunque deciso di partecipare al torneo di Madrid, dimostrando grande professionalità. La tennista ora avrà la possibilità di elaborare il lutto prima degli Internazionali d’Italia a Roma, prossimo importante appuntamento sulla terra rossa in vista del Roland Garros, torneo che l’ha vista trionfare già tre volte.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Tyra Grant sceglie l’Italia: la stellina del tennis rappresenterà i colori italiani

    Tyra Caterina Grant USA, 12.03.2008 attualmente al n.356 del mondo

    Nel panorama tennistico internazionale si materializza un talento che promette di brillare sotto la bandiera italiana. Tyra Grant, talentuosa classe 2008, ha compiuto una scelta significativa per il suo futuro sportivo: rappresenterà l’Italia, non gli Stati Uniti. La giovane atleta, che ha ricevuto una wild card per il tabellone principale degli Internazionali d’Italia, ha già fatto comparire la bandiera tricolore accanto al suo nome nelle entry list del doppio delle pre-qualificazioni romane (ma sarà ancora sotto bandiera Usa per qualche giorno).
    Il legame con l’Italia è profondo e autentico: nata a Roma, Tyra è figlia di Tyrone Grant, ex cestista americano che durante la sua carriera in Italia ha conosciuto Cinzia, madre della giovane tennista. Questo background multiculturale ha plasmato l’identità di Tyra, che parla fluentemente italiano e inglese, ma soprattutto ha sviluppato un attaccamento speciale per il Bel Paese, pur mantenendo un legame affettivo con le sue radici americane.
    “Mi sento un po’ americana per l’anno vissuto in America e perché mio padre è di Brooklyn,” aveva dichiarato in passato. Nonostante questa connessione oltreoceano, il richiamo dell’Italia è risultato più forte.La decisione non è stata accolta con entusiasmo negli Stati Uniti, dove Tyra era considerata potenzialmente l’erede naturale delle sorelle Williams e di Coco Gauff. Il New York Times ha sottolineato come la scelta di rappresentare l’Italia possa essere interpretata come strategica: in un Paese con una sola giocatrice nella top 50 e tre nella top 100, le possibilità di emergere sarebbero maggiori rispetto agli USA, che vantano quattro tenniste nella top 10 (due delle quali campionesse Slam) e ben 18 atlete nella top 100.
    Questa narrazione, che riduce la decisione di Tyra a un freddo calcolo di opportunità commerciali e sportive, non rende giustizia al genuino legame della giovane con l’Italia. La Federazione Italiana Tennis può ora guardare con rinnovato ottimismo al futuro del settore femminile, aggiungendo al proprio roster un talento che gli addetti ai lavori considerano straordinario.
    Gli appassionati italiani potranno presto ammirare questa promessa del tennis mondiale sul campo centrale del Foro Italico, dove Tyra Grant dovrebbe fare il suo debutto ufficiale con i colori azzurri.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO