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    Ad un anno dal ritiro: I rivali che hanno battuto Roger e quelli che hanno un bilancio positivo contro Federer

    Roger Federer nella foto – Foto Getty Images

    È passato un anno da quando Roger Federer ha detto addio al tennis professionistico. Colgiamo l’occasione di questo anniversario per ricordare i giocatori che sono riusciti a dominare il confronto diretto con il maestro svizzero durante le sue 24 stagioni nell’élite del tennis mondiale.Anche se Federer non è più al centro dell’attualità, non c’è mai un momento sbagliato per parlare delle leggende, specialmente ora, quando si celebra un anno dal suo ritiro avvenuto alla Laver Cup di Londra. In questa occasione, esploreremo i giocatori che sono riusciti a vincere il confronto diretto con lui, un viaggio che iniziò nel 1998 e si concluse nel 2022.
    In totale, il “maestro” svizzero ha affrontato 346 avversari distinti in 1.526 partite ufficiali, ottenendo un saldo positivo con oltre l’82% di vittorie (1251-275). Tuttavia, 28 giocatori sono riusciti a mantenere un bilancio positivo nei confronti di Federer. Tra questi, spiccano otto avversari con i quali Federer ha giocato molte più volte rispetto agli altri, in particolare Novak Djokovic (50 volte), Rafael Nadal (40), Lleyton Hewitt (27), Tomas Berdych e Stan Wawrinka (26), Andy Murray e Juan Martín Del Potro (25) e Andy Roddick (24).
    Tra tutti questi rivali, alcuni hanno subito sconfitte ben più frequenti. Stan Wawrinka è in testa a questa lista, sconfitto 23 volte su 26 da Federer. Allo stesso livello, troviamo Novak Djokovic, anche lui con 23 sconfitte, seguiti da Roddick con 21, Berdych con 20, Richard Gasquet e Nikolay Davydenko con 19, e Del Potro e Hewitt con 18.
    Dal lato opposto, Djokovic è il giocatore che ha vinto più partite contro Federer, 27 in totale, seguito dalle 24 di Nadal e le 11 di Murray. Altri giocatori notevoli in questo senso sono Lleyton Hewitt con 9 vittorie, David Nalbandian con 8 e Del Potro con 7.Nelle rivalità complete, alcuni risultati sono particolarmente sbilanciati a favore del maestro svizzero, come il 23-3 con Wawrinka e il 21-3 con Roddick. Altri confronti diretti notevoli sono il 19-2 con Gasquet e Davydenko e il 17-0 con David Ferrer e Mikhail Youzhny. Al contrario, i bilanci con Nadal (16-24) e Djokovic (23-27) sono a favore degli avversari.
    Infine, ecco la lista completa dei 28 giocatori che hanno mantenuto un bilancio positivo contro Federer:🇷🇸 23-27 Novak Djokovic🇪🇸 16-24 Rafael Nadal🇦🇹 2-5 Dominic Thiem🇷🇺 2-4 Yevgeny Kafelnikov🇩🇪 3-4 Alexander Zverev🇦🇺 0-3 Patrick Rafter🇪🇸 2-3 Àlex Corretja🇸🇪 1-3 Thomas Enqvist🇦🇷 0-2 Franco Squillari🇸🇰 1-2 Dominik Hrbaty🇿🇦 1-2 Wayne Ferreira🇧🇷 1-2 Gustavo Kuerten🇦🇷 0-1 Lucas Arnold Ker🇳🇱 0-1 Jan Siemerink🇧🇪 0-1 Christophe Van Garsse🇿🇼 0-1 Byron Black🇩🇰 0-1 Kenneth Carlsen🇩🇪 0-1 Markus Hantschk🇺🇦 0-1 Andrei Medvedev🇪🇸 0-1 Francisco Clavet🇦🇺 0-1 James Sekulov🇮🇹 0-1 Andrea Gaudenzi🇪🇸 0-1 Sergi Bruguera🇷🇺 0-1 Evgeny Donskoy🇦🇺 0-1 Thanasi Kokkinakis🇷🇺 0-1 Andrey Rublev🇪🇸 0-1 Pablo Andújar🇨🇦 0-1 Félix Auger-Aliassime
    Alcuni nomi sorprendono, ma solo cinque giocatori sono riusciti a batterlo più di tre volte. Tra questi, Zverev e Thiem hanno avuto successo, ma nessuno come Nadal e Djokovic. Patrick Rafter, con un 0-3, merita una menzione speciale.Molti giocatori non hanno avuto l’opportunità di affrontare Federer, tra cui talenti emergenti come Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Altri, come Casper Ruud, Daniil Medvedev e Cameron Norrie, non sono mai riusciti a trovare la formula per battere il maestro svizzero.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Laver Cup, “anno zero”

    Rod Laver insieme ad alcuni dei protagonisti a Vancouver

    Discussa, seguita, amata, osteggiata. Da alcuni esaltata. Si è detto e scritto di tutto e di più sulla Laver Cup, esibizione creata dal team manageriale di Roger Federer nel 2017 e giunta quest’anno alla sua sesta edizione, in scena da questa sera a Vancouver, ma di sicuro l’evento che segna l’inizio dell’autunno non lascia indifferente il mondo della racchetta. Nonostante lo scetticismo di molti – giustificatissimo – la Laver Cup ha riscosso anno dopo anno un successo enorme, crescente. Lo dicono gli ascolti in tv, tra i più alti registrati dai broadcaster di tutto il mondo; lo conferma il botteghino, con biglietti pagati a peso d’oro praticamente sold out settimane (a volte mesi) prima dell’evento, nonostante prezzi esagerati per una “esibizione”. La portata della manifestazione ha finito per dargli pure un posto ufficiale nel calendario ATP, pur non assegnando punti. Fu a suo tempo una corta di certificazione, tutt’altro che scontata.
    Laver Cup è sinonimo di Roger, colui che ha pensato che sarebbe stato bello ricreare anche nel tennis una sorta du Ryder Cup, uno dei massimi eventi della stagione del golf, con un team europeo che sfida in una tre giorni di gare quello del resto del mondo. Affare questo ancor più centrato in un’epoca moderna dominata dai giocatori europei (l’ultimo vincitore Slam non nato nel vecchio continente è Del Potro, anno 2009…). La potenza del “marchio” Federer è stata sicuramente decisiva ad imporre un’esibizione che ha un senso logico, copiando un altro evento di enorme tradizione e successo, ma non è stato solo questo ad essere la sua fortuna. Vari sono infatti i suoi punti di forza: 1) un formato eccellente, innovativo, che punta sull’aspetto squadra per creare show. La Davis è (anzi, era…) la massima manifestazione a squadre, ma… “che figata” vedere Roger e Rafa che esultano insieme, giocano il doppio insieme, danno consigli a Tsitsipas, Berrettini o Zverev. Non c’è un altro momento dell’anno in cui puoi vedere questo. 2) bellissimo il campo, le luci, le grafiche, l’atmosfera. Ha fatto scuola, copiato da lì a poco da molti. Con quel già iconico campo di colore quasi nero, da late-show. Chi ha studiato visivamente l’evento, è da Oscar. 3) le vagante di dollari investiti, anche da sponsor che hanno fiutato il business sicuro, è aiutato non poco a tenere in piedi la baracca e coinvolgere i migliori. 4) la presenza dei migliori ha finora tenuto in vita la Laver Cup, non c’è un altro weekend in cui potevi vedere moltissimi dei giocatori più amati tutti insieme, giocando insieme, con uno spirito leggero, di squadra, a fare spettacolo in campo.
    Già, i migliori. Quest’anno, dopo il commovente addio di Federer arrivato proprio nella Laver Cup 2022 di Londra, i migliori non ci sono. C’è Roger sì, ma a far da anfitrione, uomo immagine, non ci sarà in campo (almeno questo sappiamo… che colpaccio di scena sarebbe invece ritrovarlo all’improvviso almeno in doppio… ma non credo accadrà). Che ne sarà della Laver Cup senza Roger, Rafa, Novak, Andy e via dicendo? Reggerà l’urto di un anno con ottimi giocatori, ma non esattamente le icone della disciplina? Manca pure Kyrgios, che è amato e parimenti odiato, ma lui da solo è capace di muovere lo show in un evento che sembra cucino su misura per la sua taglia.
    Ci sono tutte le idee e programmi affinché la LC vada avanti negli anni, contratti firmati, ecc. Ma… se quest’edizione che vede come star Rublev, Shelton, Auger-Aliassime, Tiafoe, Hurkacz, Ruud e Fritz fosse un flop clamoroso di presenze e soprattutto ascolti tv, sicuramente ci saranno dei ripensamenti.(Federer in campo a Vancouver alla Laver Cup in un evento per ragazzi)

    🎾 A Roger Federer comeback on the cards? Who says no? (Ok, maybe his knee says no) 😝😭
    📸 scottrintoulpro IG pic.twitter.com/USwP4FyKbd
    — Olly 🎾🇬🇧 (@Olly_Tennis_) September 21, 2023

    Ritengo che l’aspetto che più ha distinto l’evento dal resto dell’annata tennistica è il tennis stesso prodotto dai giocatori. È un’esibizione, quindi non ci sono in palio punti in classifica, quindi zero stress. Ma quando si affrontano i migliori, beh, nessuno ci sta a perdere in nome dello show… Quindi i campioni delle passate edizioni giocavano match discretamente tirati ma senza il coltello tra i denti, concedendo colpi allo spettacolo. Potevi vedere Rafa tirare dei vincenti clamorosi e fare serve and volley quasi perfetti, un Campeon meno “duro” rispetto al resto dell’anno produrre un tennis più leggero e divertente, lasciando l’ascia di guerra nel borsone ed esaltando la sua mano fatata. Idem per Nole e tutti gli altri. Si vedeva in ogni match competizione vera ma senza lacrime e sangue, e questo tennis un po’ meno estremo e muscolare è piaciuto tantissimo al pubblico, che poi tra un punto e l’altro aveva pure l’happening delle reazioni degli altri nelle panchine. Uno spettacolo, ovviamente, puro entertainment, ma la gente si è divertita e va benissimo così.
    A poche ore dall’avvio della Laver Cup c’è curiosità per scoprire se i protagonisti di quest’anno, forti ma non icone del gioco, riusciranno a ricreare le stesse emozioni e pathos delle annate scorse. Sarà un aspetto decisivo per il futuro dell’evento, perché senza divertimento e seguito, nessuna manifestazione può avere un futuro. Di sicuro gli organizzatori cercheranno per il 2025 di recuperare qualche big, e presentare i giovani che più sono seguiti e interessano, Alcaraz, Sinner, Rune, oltre Shelton che sarà a Vancouver. La loro presenza avrebbe dato alla Laver Cup 2023 tutt’altra vetrina.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Nitto ATP Finals: E’ già record di vendite

    Nitto ATP Finals: E’ già record di vendite

    Dal 12 al 19 novembre, le Nitto ATP Finals torneranno per il terzo anno consecutivo sul palcoscenico del ‘Pala Alpitour’. E la caccia ai biglietti per la prestigiosa competizione si fa sempre più serrata. Al 18 settembre, la prevendita 2023 (ancora in corso) registra un incasso pari a 14.336.688,20 euro (+56% rispetto allo stesso giorno del 2022) a fronte di 118.651 tagliandi venduti. Un incasso che, con quasi due mesi di anticipo, ha già superato il totale finale della prevendita dello scorso anno, chiusa il 12 novembre 2022 a 14.306.122,00 euro.
    In evidente crescita anche l’appeal internazionale del torneo torinese: i tagliandi acquistati all’estero raggiungono complessivamente il 41,21% dei venduti, con un aumento di 10 punti percentuali al confronto della stessa data dello scorso anno (31,02%).
    SINNER A UN PASSO DALLE Nitto ATP FINALS – La ‘Pepperstone ATP Live Race To Turin’ – la corsa all’ultimo e più importante torneo del calendario professionistico che coinvolge i migliori otto giocatori e le migliori otto coppie di doppio della classifica mondiale – entra nel vivo. I tornei asiatici alle porte metteranno in palio punti pesanti e il nostro Jannik Sinner, attualmente quarto nella ‘Race’, è vicinissimo a staccare un pass e raggiungere il campione in carica Novak Djokovic, Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev, già matematicamente qualificati.
    ROAD TO TORINO: UNA GRANDE MOLE DI INIZIATIVE – Torino si sta preparando a ospitare nuovamente la competizione: la città cambia volto grazie a una profonda brandizzazione dei suoi luoghi simbolo e una serie di iniziative di ‘avvicinamento’ che scandiscono il countdown che ci separa dall’atteso evento. Tra queste, è impossibile non citare il ‘Trophy Tour’, l’esposizione itinerante del trofeo partita ufficialmente lo scorso 11 settembre, che tanto è stata apprezzata nelle edizioni precedenti (il calendario delle tappe del ‘Trophy Tour’ è in costante aggiornamento e visibile sul sito dell’evento NittoATPFinals.com).Non meno affascinante è la mostra allestita in Via Po dedicata ai giocatori qualificati (fino al 14 ottobre interesserà il tratto tra Piazza Castello e Via Rossini; dal 6 al 19 novembre, invece, la mostra si sposterà tra Piazza Castello e Via Accademia Albertina), così come la proiezione sulla ‘Mole Antonelliana’ delle immagini degli ‘otto aspiranti maestri’.Con l’intento di promuovere il torneo, avvicinare sempre più persone alla pratica sportiva e l’ambizione di portare l’entusiasmo generato dalle Nitto ATP Finals in giro per Torino, dal 22 settembre al 6 novembre, ‘Tennis in Città’ vedrà l’installazione di campi da mini-tennis in alcune importanti piazze del capoluogo sabaudo.Nella giornata di ieri, intanto, hanno preso il via i lavori per l’allestimento del ‘Fan Village’ delle Nitto ATP Finals 2023. Su Piazzale Grande Torino, proprio di fronte al ‘Pala Alpitour’, sorgerà questa imponente struttura con ben 8000 metri quadrati di superficie coperta che andrà ad arricchire la venue, offrendo agli spettatori un’experience enogastronomica, sportiva e di divertimento senza eguali. Novità di quest’anno, la presenza di un giardino d’inverno (in uno dei tre padiglioni principali) dedicato alla pratica degli sport con racchetta.Le Nitto ATP Finals si confermano quindi come la massima rappresentazione del tennis professionistico, tanto per gli atleti quanto per i fan. La splendida cornice di Torino ha dato nuova linfa e splendore al torneo, che è stato accolto come uno dei momenti culturali chiave della città. L’edizione 2023 si preannuncia ancora più spettacolare ed esaltante delle precedenti. Un appuntamento a cui – in primis gli appassionati della racchetta – non possono davvero mancare. LEGGI TUTTO

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    Dal 22 al 24 Settembre ritorna la Laver Cup. Il torneo in Esclusiva su Eurosport

    Taylor Fritz nella foto – Foto Getty Images

    Il grande tennis torna sui canali di Warner Bros. Discovery, che da venerdì 22 settembre trasmettono in esclusiva italiana la 6ª edizione della Rod Laver Cup in diretta televisiva su Eurosport 1 e live-streaming su Discovery+.
    Alla Rogers Arena di Vancouver, che nel 2010 è stata sede olimpica dell’hockey su ghiaccio olimpico, il Team World è pronto a difendere il suo primo titolo – conquistato un anno fa contro l’ultima Europa dei Fab Four – con Felix Auger-Aliassime (Canada), Taylor Fritz (Stati Uniti), Frances Tiafoe (Stati Uniti), Tommy Paul (Stati Uniti), Francisco Cerundolo (Argentina) e Ben Shelton (Stati Uniti) allenati dai fratelli McEnroe.
    Li sfiderà il Team Europe di Björn Borg e Thomas Enqvist schierando Casper Ruud (Norvegia), Andrey Rublev (Russia), Hubert Hurkacz (Polonia), Alejandro Davidovich-Fokina (Spagna), Arthur Fils e Gael Monfils (Francia).
    LA PROGRAMMAZIONE DELLA LAVER CUP 2023Venerdì 22 settembre dalle 22:00 su Eurosport 1 e Discovery+Sabato 23 settembre dalle 22:00 su Eurosport 1 e Discovery+Domenica 24 settembre dalle 21:00 su Eurosport 1 e Discovery+
    La Laver Cup è nata nel 2017 su un’idea di Roger Federer e del suo agente Tony Godsick. Molto affezionato a Rod Laver, unico tennista nella storia a completare il Grande Slam vincendo Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open nella stessa stagione (1962 e 1969), Federer ha voluto celebrarlo con questo torneo a squadre che riunisce i migliori tennisti del circuito.
    Giunta alla sua sesta edizione, la Laver Cup era sempre stata vinta dal Team Europe a Praga 2017, Chicago 2018, Ginevra 2019 e Boston 2021, prima del titolo conquistato a Londra 2022 dal Team World. LEGGI TUTTO

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    Demonizzare i nostri campioni fa male solo a noi stessi

    “L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo”. Così Treccani definisce la parola Cultura. Ancora: “l’idealizzazione, e nello stesso tempo la scelta consapevole, l’adozione pratica di un sistema di vita, di un costume, di un comportamento, o, anche, l’attribuzione di un particolare valore a determinate concezioni o realtà, l’acquisizione di una sensibilità e coscienza collettiva di fronte a problemi umani e sociali che non possono essere ignorati o trascurati”.
    Cultura equivale a pensiero, a riflessione. A quello che ci eleva sulle cose e ci pone come esseri sociali, consapevoli, con conseguenti comportamenti e azioni. Cultura nella vita, e Cultura Sportiva.
    Già, la Cultura Sportiva. Quanto ne avremo bisogno… a tutti i livelli, dal mondo Pro a quello di base. Lo sport può essere scuola di vita, palestra per fisico e mente. Deve esserlo, ha un valore ancor più importante in questa società così mutevole, volubile e disgregata, dove la gente si isola nelle false certezze dell’hi-tech e perde umanità. Lo sport invece aggrega, ti insegna a stare al mondo e nel mondo. Insegna comportamenti e modelli, insegna ad esser un individuo sano nel corpo e nella mente, pronto a relazionarsi e vivere le proprie azioni sociali in modo consapevole. Insegna il valore del rispetto e dei ruoli, a spingerci a dare del nostro meglio per vincere e, soprattutto, il rispetto. Insegna a vincere e deve insegnare a perdere, cosa quest’ultima ancor più importante in un contesto sociale che premia solo il migliore, dimenticando o peggio deridendo tutti gli altri.
    Perché questa introduzione sociologica su di un sito di tennis? Perché ultimamente nel nostro mondo sportivo è in corso una campagna di demonizzazione dei nostri migliori atleti, tennisti inclusi. Uno sport al contrario quello del criticare a tutti i costi, del creare casi che non esistono pur di far parlare, cliccare, discutere all’infinito sugli s-t-r-a-m-a-l-e-d-e-t-t-i social.
    Il diritto di critica è parte inviolabile della libertà personale e di stampa, sempre deve essere tutelato. È fondamentale che ci sia, altrimenti saremo in un regime. Ma… c’è un abisso tra la critica costruttiva, quella che si basa su fatti oggettivi e che porta i lettori a pensare, a farsi un’opinione, e quella che invece ha come unico scopo il demonizzare una persona senza che questa abbia realmente compiuto azioni riprovevoli, buttando in un calderone infuocato di tutto e di più pur di trovare il modo per screditare il soggetto (o i soggetti) in questione. Atleti che tra l’altro hanno “fatto il proprio dovere” (per dirla nei termini degli inquisitori) più e più volte negli anni scorsi, che hanno regalato grandi emozioni nelle rassegne più importanti delle proprie discipline, fatto sognare tifosi, raggiunto grandi risultati con lavoro, rispetto e impegno. Esempi totalmente positivi di sport e di vita. Critiche quindi pretestuose, totalmente fuori fuoco, che nuocciono non tanto al soggetto quanto all’ambiente e/o alla squadra stessa. Allo sport in toto.
    Chi opera questo tipo di campagne sbaglia doppiamente. In primis perché demonizzare qualcuno ha quasi sempre l’effetto opposto: finisci per creare nella maggior parte di chi ti legge una reazione contraria, visto che una larga fetta di chi riceve tali informazioni ha – per fortuna – una discreta capacità di pensiero e capisce immediatamente che tutto quest’ambaradan è un architettura che si regge sul nulla. Per secondo, sbaglia perché può innescare il dubbio in chi è meno attrezzato per valutare, portandolo a seguire la corrente dei colpevolisti, incancrenendo una visione già distorta di partenza e magari stimolando alcuni di loro ad armare guerre social inutili e dannose, che finiscono per amplificare una faccenda sbagliata in partenza e inquinare ancor più acque agitate. Ma c’è un errore e un problema di fondo. Quello della Cultura Sportiva.
    Perché creare delle campagne così dure contro un campione dello sport che non ha fatto praticamente niente di nuovo e soprattutto niente di male? Basta conoscere le basi dello sport per capirlo. Siamo in un mondo libero, per fortuna. Si può scegliere di cambiare rotta, allenatore, fidanzarsi con chi si ama, non sentirsi più parte di un progetto per visione diversa di principi, o disertare una competizione per mille motivi. Oltretutto in una competizione a squadre mai si perde per colpa dell’assenza di un singolo, chi ha fatto sport può confermarlo assolutamente. E perché allora montare casi, campagne di stampa e social così dure e ripetute? Non c’è cultura sportiva che possa spingere a questo, ma esattamente l’opposto. Eppure succede da tempo, sempre più spesso.
    Tornando per un secondo al nostro amato tennis e restando alla stretta attualità, i nostri amici spagnoli non hanno potuto disporre in Davis di Carlos Alcaraz la scorsa settimana, e hanno perso malamente, in casa, di fronte al proprio pubblico. Una brutta batosta. Non c’è stato un solo media nazionale che si è azzardato a criticare con durezza la scelta del n.2 del mondo. Oltre i Pirenei la faccenda è stata trattata come meritava, analizzando i perché di una sconfitta patita in campo e non per le assenze, e quelle assenze sono state ben spiegate. Questo modo di trattare le cose dimostra conoscenza dello sport e delle sue dinamiche storiche ed attuali. È rispetto della persona, è esempio di divulgazione sportiva basata su Cultura Sportiva. Tutti noi, nessuno escluso, abbiamo tanto da imparare…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Djokovic apre agli sponsor di scommesse per i giocatori: “Serve più equilibrio nella divisione dei guadagni”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    “Credo sia illogico che noi giocatori non possiamo avere loghi delle aziende di scommesse sulle nostre maglie, oltre al fatto che non possiamo ricevere una giusta parte, e intendo almeno il 50%, dei proventi che i tornei raccolgono direttamente dal mondo delle scommesse”. A parlare, riporta Agipronews, è Novak Djokovic in un’intervista sui canali social della Professional Tennis Players Association, sindacato per tennisti creato, tra gli altri, proprio dal serbo nel 2019. “So che il 95% dei miei colleghi si farebbe sponsorizzare da un’aziende, e io approverei la cosa”. Il campione dell’ultimo US Open si è detto consapevole del fatto che una buona parte dei soldi che i tornei acquisiscono dai contratti di sponsorizzazione confluisca nella cosiddetta “pensione dei giocatori”, fondo a cui tuttavia si può accedere solo dai 50 anni, lasciando oltre 15 anni di incertezza per un tennista medio, che si ritira intorno ai 35 anni.
    “I giocatori non conoscono bene la situazione economica legata al mondo dei dati e delle scommesse – ha continuato Nole. – E se lo sanno non si stanno spendendo a sufficienza per ottenere ciò che spetta loro: danno troppo e ricevono troppo poco.” La battaglia, secondo il serbo, deve essere combattuta perché sono i giocatori l’elemento più importante del tennis, eppure sono gli unici a non beneficiare dei contratti con le aziende di scommesse. La controversia si fa ancora maggiore considerando che in ogni altro sport gli atleti traggono vantaggio da questo tipo di sponsorizzazioni; ad esempio, nel calcio i singoli calciatori non possono stringere accordi con le aziende, ma ricevono compensi dalle proprie società, che spesso hanno contratti con operatori di betting. “Le scommesse sono legali e le aziende guadagnano centinaia di milioni di dollari solo dal tennis, ma i giocatori raccolgono solamente le briciole. – Conclude Djokovic. – Si fa molta attenzione alla prevenzione del match fixing, ma si perde di vista il problema principale”. LEGGI TUTTO

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    Vivere di tennis in India: La complessa storia di Sumit Nagal

    Sumit Nagal IND, 1997.08.16 397 397

    Vivere di tennis non è certamente un’impresa da poco, specialmente fuori dalla cerchia del Top 100 mondiale. Lontano dai riflettori, molti atleti combattono ogni giorno non solo per la vittoria in campo, ma anche per mantenere una vita dignitosa fuori da esso. Sumit Nagal, attualmente al numero 159 della classifica ATP, offre una prospettiva unica sulla questione delle assistenze e sponsorizzazioni nel panorama tennistico indiano.
    Durante un’intervista rilasciata al Times of India, Nagal ha rivelato: “Se guardo il mio conto in banca, ho la stessa cifra che avevo all’inizio dell’anno, circa 900 euro. Ho ricevuto qualche aiuto: una fondazione tennistica mi ha sostenuto e percepisco uno stipendio mensile dalla IOCL (una compagnia petrolifera indiana), ma non ho grandi sponsor alle spalle.”
    Nagal prosegue descrivendo la realtà dei suoi investimenti: “Reinvesto tutto quello che guadagno. Mi muovo solo con un allenatore al mio fianco, senza fisioterapista. Nonostante sia il miglior tennista indiano da anni, sento che mi manca un sostegno concreto. Sono l’unico giocatore indiano a qualificarsi per i Grand Slam e l’unico a vincere un match alle Olimpiadi.”
    La discussione si sposta rapidamente sulla mancanza di un vero e proprio sistema di supporto in India. Nagal lamenta: “Quando il mio ranking ha iniziato a scendere, nessuno ha voluto aiutarmi o credere in un mio ritorno. È stato demoralizzante. Sentivo che, non importa quanto mi impegnassi, non era mai abbastanza. È estremamente difficile ottenere sostegno finanziario in India. Onestamente, mi sento perso, quasi al punto di arrendermi.”
    La strada per Nagal non è stata facile: “La riabilitazione è durata sei mesi e altrettanto tempo mi è servito per tornare in forma. Direi che ci sono voluti circa un anno e mezzo per sentirmi di nuovo bene. Ho perso match che avrei dovuto vincere e ho contratto il COVID due volte nella stagione scorsa. Sono stati due anni duri. Non ho risparmi e non posso dire di vivere in agio. Almeno sono in pari. Non sto dicendo che desidero lussi come alberghi a cinque stelle, ma ci mancano fondi e un sistema strutturato. La Cina ha risorse economiche e noi abbiamo lo stesso potenziale di loro.”
    Questo struggente racconto di Sumit Nagal getta luce sull’ardua realtà di molti atleti in nazioni dove lo sport non riceve il dovuto sostegno, economico e strutturale. La speranza è che storie come questa possano sensibilizzare le istituzioni e gli enti a investire di più nel futuro dello sport e dei suoi atleti.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Da lunedì i Campionati europei under 16 a Parma: un festival del tennis con vista sul futuro Esterni Posta in arrivo

    Da lunedì i Campionati europei under 16 a Parma: un festival del tennis con vista sul futuro Esterni Posta in arrivo

    Con la conferenza stampa di presentazione, tenuta nel pomeriggio presso la Sala della Rappresentanza del Comune di Parma, è iniziato il conto alla rovescia in vista dell’edizione 2023 dei Campionati Europei under-16 di tennis, l’ultimo dei grandi eventi del tennis mondiale la cui organizzazione è stata assegnata – almeno fino al 2027 – alla Federazione Italiana Tennis e Padel. La prestigiosa manifestazione, targata Tennis Europe e patrocinata dal Comune di Parma, è in programma nella città emiliana da lunedì 25 settembre a domenica 1° ottobre e vedrà in azione tante delle giovani promesse del movimento europeo, regalando agli appassionati un vero e proprio festival del tennis che coinvolgerà i quattro principali club della città. Maschi e femmine si daranno battaglia per i titoli europei di singolare e doppio fra Tennis Club Parma (sede principale, nonché unica dai quarti di finale), Tennis Club President di Montechiarugolo, Circolo del Castellazzo e Sporting Club Parma. In totale, saranno ben 22 i campi in terra rossa all’aperto a disposizione delle ‘stelle del futuro’, che sognano di entrare in un albo d’oro che solo nelle ultime dieci edizioni ha accolto due attuali top-10 come Carlos Alcaraz e Andrey Rublev, ma annovera anche Yannick Noah, Mats Wilander, Stefan Edberg e pure tante giocatrici poi arrivate nel tennis di vertice. 149 i partecipanti complessivi (75 ragazzi, 74 ragazze), da 40 nazioni diverse, che porteranno in Emilia-Romagna i loro giovani migliori per provare a conquistare l’evento più ambito dell’anno.
    All’Italia il record di partecipanti, in quanto come federazione ospitante (per la prima volta dal 2006, quando si giocò a Orbetello e Chieti) la Fitp ha ricevuto il diritto di nominare per la nazionale azzurra quattro maschi e quattro femmine. In gara, guidati dai capitani Nicola Fantone e Luca Ronzoni, ci saranno Pierluigi Basile, Andrea De Marchi, Antonio Marigliano, Jacopo Vasamì, Galateo Ferro, Carolina Gasparini, Lucrezia Musetti e Ilary Pistola. Per tutti, il sogno è di riuscire a ripetere quanto riuscito vent’anni fa a Vienna a Fabio Fognini, ultimo azzurro a laurearsi campione europeo under-16 in singolare. Per i vincitori dell’edizione 2023 ci sarà anche la qualificazione per il Tennis Europe Junior Masters, che a Monte Carlo a novembre accoglierà i migliori della stagione. I primi match dell’europeo parmense si giocheranno dalla mattinata di lunedì, ma l’evento diretto da Mauricio Rosciano inizierà a prendere forma già nel fine settimana precedente. Sabato è previsto il sorteggio dei tabelloni, mentre domenica al Tennis Club Parma il programma sarà particolarmente intenso, con prima il meeting fra i capitani seguito dalla cerimonia d’apertura ufficiale, poi la Tennis Europe Junior School (piccolo corso di formazione obbligatorio per tutti i giocatori) e quindi la cena inaugurale con partecipanti, organizzatori e staff. Poche ore più tardi, invece, la parola passerà al campo, con sette giorni di battaglie con vista sul futuro. E ingresso gratuito.
    LE DICHIARAZIONI DEI RELATORI DELLA CONFERENZA STAMPA
    RAIMONDO RICCI BITTI, Consigliere Nazionale della FITP“Oltre a portare i saluti di tutto il Consiglio Federale e del Presidente Angelo Binaghi, devo in primis sottolineare che non sono molte, in Italia, le realtà ad avere come Parma una così alta concentrazione di circoli dotati di determinate strutture. Parliamo di quattro club meravigliosi e con un forte spirito sportivo. Con la scelta di accettare la proposta di Tennis Europe, la Federazione ha confermato la sua attenzione all’organizzazione di grandi eventi e in particolare al tennis giovanile. Siamo convinti che i grandi risultati che i nostri atleti stanno avendo siano anche il frutto dei grandi investimenti compiuti in termini di promozione. Non ho dubbi sul fatto che una città come Parma, dalla grande tradizione sportiva, saprà accompagnare a dovere un evento come questo. Infine, un grazie al Comune di Parma per la vicinanza al tennis, alla Regione Emilia-Romagna che si dimostra sempre disponibile e a tutti i circoli che si impegneranno nell’organizzazione di questi Campionati Europei”.
    MARCO BOSI, Assessore del Comune di Parma con Delega allo Sport“Mentre in città si sta giocando il Parma Ladies Open, eccoci ad annunciare un altro grande evento, il primo di questo tipo per la nostra realtà. Un risultato frutto di un percorso partito nel 2018, da una intuizione del direttivo del Tennis Club President e dall’impegno della Regione per riportare a Parma il grande tennis intenzionale. Un percorso sostenuto dalla FITP, che ci ha permesso di mostrare le potenzialità dei circoli del nostro territorio, in grado di svolgere un’attività di alto livello. Noi ci siamo messi a disposizione, la FITP ha deciso di puntare su Parma e i circoli si sono fatti trovare pronti. Siamo orgogliosi di ciò e felici del fatto che si tratti di un progetto pluriennale, che ci permetterà quindi di legare l’evento al territorio, alla città”.
    GIAMMARIA MANGHI, Capo della Segreteria Politica della Presidenza della Regione Emilia-Romagna“All’interno di una proposta sportiva come questa trovano spazio numerosi valori, a partire dalla promozione dello sport giovanile, fattore che è sufficiente da solo a giustificare l’investimento. Il tennis è diventato un elemento saliente della proposta sportiva della nostra regione: siamo arrivati a ospitare in pianta stabile tornei ATP e WTA, ad accogliere la Coppa Davis e ora eccoci pronti per un nuovo grande evento. Tutto ciò è merito del fruttuoso rapporto che si è creato con la FITP, sia nella sua declinazione nazionale, sia in quella regionale. Questo evento ci permetterà di valorizzare la realtà di quattro circoli importanti, sodalizi di persone che condividono obiettivi, tempo, passione e capacità di accoglienza. Siamo molto lieti del fatto che si tratti di una possibilità pluriennale: la programmazione sul medio-lungo periodo è l’ideale per permetterci di trarre il massimo dall’evento in termini di promozione del territorio”.
    IVO KADERKA, presidente di Tennis Europe“Siamo orgogliosi di riportare in Italia, per la prima volta dal 2006, l’evento tennistico più prestigioso d’Europa per la categoria under 16. Voglio ringraziare gli organizzatori e i volontari che si impegneranno nelle varie sedi di gioco, e sono grato specialmente alla FITP e a BNL/BNP Paribas per il loro costante impegno per la promozione del tennis giovanile. Non vediamo l’ora di assistere, la prossima settimana, a un festival del tennis nella città di Parma”.
    THOMAS HAMMERL, CEO di Tennis Europe“Il Campionato Europeo è il torneo più importante del calendario under 16 di Tennis Europe e il più atteso da tutti i giocatori, perché è l’evento di maggior prestigio e quello con più punti in palio per le classifiche. Si gioca dal 1976 e l’albo d’oro presenta una lunga lista di giocatori e giocatrici poi capaci di arrivare ad altissimi livelli. Siamo grati agli organizzatori, ai quali auguriamo il meglio per questa prima edizione a Parma, sicuri che sarà un evento fantastico”.
    GILBERTO FANTINI, presidente del Comitato regionale Emilia-Romagna della FITP“Quando la Federazione ha chiesto a noi, presidenti dei vari comitati regionali, se reputavamo che all’interno della nostra regione ci fossero club in grado di rispondere a determinate caratteristiche, non ho avuto il minimo dubbio nel presentare Parma. Ho contattato i presidenti dei quattro circoli e da parte di tutti è arrivato l’ok immediato, così ci siamo immediatamente attivati. Avere questo evento in Emilia-Romagna è motivo di grande orgoglio, per un comitato regionale che investe il 65% del suo budget per il movimento giovanile. Per cinque anni avremo un evento giovanile di altissimo livello, che tutti avranno la possibilità di ammirare”.
    MAURICIO ROSCIANO, direttore tecnico del torneo“Quando abbiamo eseguito il sopralluogo con i rappresentanti di Tennis Europe, tutti sono rimasti incantati dalla bellezza dei quattro club, fra i quali si è creato subito un bellissimo clima. Non era una sfida facile, ma la collaborazione è stata subito proficua e nei prossimi anni alterneremo fra i vari club la sede principale dell’evento. A differenza di quanto avviene nei tornei professionistici non sono presenti nomi noti al grande pubblico, ma la sfida è venire a osservare i giovani e provare a scoprire i campioni del futuro. Basta dare uno sguardo ai nomi dei coach inviati a Parma dalle varie federazioni per rendersi conto di quanto l’evento sia considerato importante dai settori tecnici delle varie nazioni. Giocheremo su 3 campi in ciascuno dei quattro club, con streaming dei 3 campi principali fin da lunedì e livescore da ogni campo. Inoltre, nelle ultime tre giornate è prevista la copertura tv della piattaforma SuperTennis. L’ingresso sarà sempre gratuito, quindi mi auguro di vedere le tribune colme di pubblico sin dalle prime giornate”. LEGGI TUTTO