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    Tsitsipas e Ivanisevic: nuova collaborazione dopo il Roland Garros

    Stefanos Tsitsipas (foto Brigitte Grassotti)

    Goran Ivanisevic si conferma uno degli allenatori più ricercati del circuito tennistico. Dopo la conclusione della sua avventura con Elena Rybakina, che non ha prodotto i risultati sperati, il tecnico croato ha trovato rapidamente una nuova sistemazione di prestigio. Secondo quanto riporta il media greco Gazzetta, sarà Stefanos Tsitsipas a beneficiare della sua esperienza.
    Il tennista ellenico, alla ricerca di una svolta nella sua già brillante carriera, inizierà a lavorare con Ivanisevic subito dopo il Roland Garros 2025. La scelta di Tsitsipas rappresenta un chiaro segnale della sua volontà di esplorare nuovi orizzonti nel suo percorso sportivo e di superare quei limiti che finora gli hanno impedito di conquistare un titolo del Grande Slam.
    Ivanisevic, ex campione di Wimbledon e noto per la sua lunga e fruttuosa collaborazione con Novak Djokovic, porta con sé un bagaglio di esperienza notevole, soprattutto nella gestione di giocatori di alto livello. La sua capacità di lavorare sull’aspetto mentale e di migliorare specifiche aree tecniche potrebbe essere esattamente ciò di cui Tsitsipas ha bisogno per fare quel salto di qualità tanto atteso.Per il greco, attualmente impegnato nel Masters 1000 di Monte-Carlo dove sta mostrando ottimi segnali di crescita sulla terra battuta, questa collaborazione potrebbe rappresentare una svolta decisiva, specialmente in vista della seconda parte della stagione che include Wimbledon e gli US Open.Rimane da vedere come Ivanisevic adatterà il suo approccio alle caratteristiche specifiche del gioco di Tsitsipas, ma le premesse per un sodalizio di successo sembrano esserci tutte.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Soon Woo Kwon riceve un permesso speciale per giocare il Challenger di Busan durante il servizio militare

    Soon Woo Kwon nella foto – Foto getty images

    Soon Woo Kwon ha visto la sua carriera tennistica bruscamente interrotta a causa dell’obbligo di prestare servizio militare nell’Esercito della Corea del Sud, un dovere dal quale non ha potuto sottrarsi nonostante i suoi meriti sportivi e l’aver raggiunto la posizione numero 52 del ranking mondiale nel 2021.
    Il tennista sudcoreano non partecipa a competizioni ufficiali, ad eccezione della Coppa Davis, dallo US Open 2024, quando ha dovuto iniziare il periodo di servizio militare obbligatorio. Tuttavia, in una recente svolta, le autorità militari sudcoreane hanno concesso a Kwon un permesso speciale per competere nell’ATP Challenger 125 di Busan 2025, che si svolgerà dal 14 al 20 aprile.
    Questa eccezione è stata accordata esclusivamente perché il torneo si disputa nel suo paese natale, offrendo così a Kwon una rara opportunità di tornare temporaneamente sui campi da tennis durante il periodo di leva militare. L’evento vedrà la partecipazione anche di un altro tennista sudcoreano di rilievo, Hyeon Chung.Per Kwon, questa parentesi rappresenta un momento significativo nel mezzo del suo impegno militare, permettendogli di mantenere un contatto con il tennis professionistico in attesa di poter riprendere completamente la sua carriera al termine del servizio obbligatorio (gli mancano altri 15 mesi dei 18 previsti).
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    McDonald si fidanza con Mateas dopo mesi di preparativi segreti

    McDonald si fidanza con Mateas dopo mesi di preparativi segreti

    Mentre prepara la sua racchetta per il prestigioso ATP 500 di Monaco di Baviera, Mackenzie McDonald porta con sé un bagaglio emotivo ben più prezioso di qualsiasi attrezzatura sportiva: la gioia di un fidanzamento appena celebrato e il sollievo di aver finalmente consegnato un anello che ha viaggiato discretamente nel suo borsone attraverso continenti e tornei.Il tennista americano ha annunciato lunedì il suo fidanzamento con la collega Maria Mateas, suggellando la proposta in uno scenario bellissimo: i giardini botanici di Orlando, città dove entrambi affinano regolarmente la loro preparazione tennistica. Una scelta non casuale ma studiata nei minimi dettagli, come ha rivelato lo stesso McDonald in un’intervista esclusiva ad ATPTour.com.
    “Volevo fare questo passo da tempo e l’anello mi accompagnava ovunque, ma ho deliberatamente evitato la classica proposta durante l’off-season, quando tutti sembrano fidanzarsi,” ha spiegato il tennista, attualmente numero 100 del ranking ATP. “Desideravo che il nostro momento fosse davvero unico e personale, qualcosa che ci appartenesse completamente.”
    La sfida più grande? Sorprendere una persona che difficilmente si lascia cogliere impreparata. “Riuscire a fare una sorpresa a Maria è praticamente impossibile, quindi sono particolarmente orgoglioso di essere riuscito a orchestrare tutto questo senza che lei sospettasse nulla,” ha confessato con un sorriso che tradiva tutta la soddisfazione di chi ha portato a termine una missione particolarmente complessa.
    A differenza di chi pianifica meticolosamente data e luogo della proposta, McDonald ha vissuto mesi di dolce incertezza. “Ho letteralmente portato l’anello in giro per il mondo per mesi interi, perché con i nostri calendari tennistici così fitti e spesso divergenti, non sapevo mai quando avremmo avuto l’opportunità di vederci,” ha rivelato. “Sapevo solo che volevo che accadesse in questo periodo dell’anno. Il destino ha voluto che ci trovassimo entrambi a Orlando nello stesso momento, così ho colto l’attimo perfetto in quella cornice naturale meravigliosa.”
    La vita sul circuito professionistico, tuttavia, non concede lunghe pause nemmeno per celebrare i momenti più importanti. Mentre i due innamorati assaporano la felicità del fidanzamento, i rispettivi impegni sportivi li richiamano immediatamente in campi opposti: Maria è impegnata nel torneo di Boca Raton, in Florida, mentre Mackenzie si prepara a scendere in campo sulla terra rossa tedesca per il BMW Open.“La felicità che proviamo è indescrivibile,” ha concluso McDonald con gli occhi luminosi di chi vede un futuro radioso davanti a sé. “Anche le nostre famiglie sono al settimo cielo. Non vediamo l’ora di iniziare questo viaggio insieme che durerà per sempre.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Rafa Nadal e la moglie Xisca aspettano il secondo figlio

    Rafael Nadal con la moglie Mery

    Rafa Nadal è sempre stato assai riservato per quanto riguarda la sua vita privata, ma dalla Spagna arriva una bella notizia. Secondo quanto riporta il magazine Semana, il campionissimo di Maiorca e la moglie Mery Perelló, conosciuta come Xisca, aspettano il secondo figlio. La moglie di Nadal è stata vista in giro per Maiorca con una pancia prominente, impossibile da nascondere nonostante avesse scelto un look tutto nero per rendere meno evidente la sua condizione. Il primogenito della coppia, il piccolo Rafa jr, è nato l’8 ottobre 2022.
    Dopo il ritiro avvenuto alla Final 8 di Malaga lo scorso novembre, Rafa passa il suo tempo dividendosi tra gli impegni della sua Accademia e diversi investimenti immobiliari, in particolare nel settore degli hotel, business avviato con altri soci e in grande espansione. Difficile vederlo in giro per tornei, ma dovrebbe essere presente a Roland Garros il prossimo maggio. La Federazione francese infatti ha deciso di omaggiare il più grande campione del suo torneo con una giornata di tributo, della quale ancora non si conoscono i dettagli.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    La straordinaria determinazione di Ugo Humbert: in campo a Monte Carlo con un osso metacarpale fratturato

    Ugo Humbert nella foto – Foto Getty Images

    Un’immagine insolita ha catturato l’attenzione degli spettatori presenti all’ATP Masters 1000 di Monte-Carlo: Ugo Humbert è sceso in campo con una prominente fasciatura alla mano destra, suscitando immediata curiosità e preoccupazione. La vera entità dell’infortunio, tuttavia, è emersa solo durante la conferenza stampa post-partita, rivelando una storia di incredibile determinazione sportiva.
    Il tennista francese, nonostante un dolore considerevole, è riuscito a spingere Alexei Popyrin fino al terzo set in una battaglia avvincente, prima di arrendersi all’avversario e al proprio fisico.
    “Mi sono fratturato il quinto osso metacarpale,” ha rivelato Humbert con disarmante franchezza dopo l’incontro. “È successo in modo banale: sono caduto nella mia camera d’albergo e ho sbattuto la mano contro il comodino. Ho sentito distintamente un crack – l’osso si è rotto in quel momento.” L’incidente, ha precisato il francese, è avvenuto in un momento particolarmente sfortunato: “È accaduto proprio prima della partita di Gael. Ero in hotel, avevo fretta e sono scivolato.”
    La decisione di non rivelare immediatamente l’infortunio evidenzia la mentalità da guerriero del giocatore: “Domenica non ho detto nulla a nessuno. Sono andato ad allenarmi alle sei del pomeriggio e ho sperimentato diverse soluzioni di bendaggio per trovare quella che mi permettesse di giocare al meglio delle mie possibilità. Da ieri ho iniziato a utilizzare una stecca protettiva, che ha fatto una grande differenza. Con la sola fasciatura il dolore era insopportabile a causa delle vibrazioni, mentre la stecca mi ha fornito un supporto cruciale. Ovviamente non posso coprire completamente il rovescio, ma sono comunque in grado di eseguirlo.”
    Quando gli è stato chiesto se avesse avvertito dolore durante la partita, Humbert ha risposto con sincerità: “Sì, faceva tremendamente male. Sono estremamente orgoglioso di essere riuscito a scendere in campo e dare tutto. L’aspetto positivo è che l’ecografia effettuata subito dopo il match ha confermato che la situazione non è peggiorata, il che è incoraggiante. Il medico mi aveva autorizzato a giocare con la stecca a condizione che il dolore fosse gestibile. Nonostante il fastidio persistente, abbiamo seguito un protocollo rigoroso con una radiografia domenica mattina e un’ecografia post-partita.”
    Per quanto riguarda il prosieguo della stagione sulla terra battuta, Humbert dovrà probabilmente affrontare un periodo di riposo forzato di almeno tre settimane per consentire una corretta guarigione, compromettendo significativamente la sua programmazione imminente. Tuttavia, il suo spirito combattivo emerge chiaramente: “Sarebbe stato più difficile per me non scendere in campo oggi. Sono immensamente orgoglioso di aver potuto testare i miei limiti in queste condizioni. Ho lottato con tutto me stesso e non ho mai usato l’infortunio come scusa durante la partita.”“Fortunatamente stiamo giocando sulla terra battuta,” ha aggiunto Humbert, “su qualsiasi altra superficie sarebbe stato impossibile competere. La terra mi concede quel tempo extra per preparare il rovescio, anche se ho dovuto rispondere da posizioni molto arretrate, modificando sostanzialmente il mio gioco abituale. Questa esperienza sarà preziosa per i prossimi incontri, e finché avrò l’autorizzazione medica, continuerò a giocare, valutando la situazione giorno per giorno.”
    La determinazione del francese è palpabile nelle sue parole conclusive: “I medici mi hanno presentato l’opzione di fermarmi completamente per tre settimane e poi tornare gradualmente all’attività, ma il tempo di recupero potrebbe essere anche maggiore. Non posso semplicemente stare seduto a bere yogurt senza fare nulla – l’inattività mi fa impazzire. Voglio continuare a provare, anche se questo dovesse significare affrontare delle sconfitte.”Guardando al futuro immediato, Humbert ha rivelato una decisione tattica: “Ho scelto di partecipare al torneo di Monaco di Baviera, una destinazione insolita per me, ma potenzialmente vantaggiosa in queste circostanze, poiché lì la terra battuta è particolarmente lenta, caratteristica che potrebbe attenuare l’impatto del mio infortunio sul gioco.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    La crisi senza fine di Alexander Zverev: “Il mio livello è inaccettabile”

    Alexander Zverev nella foto – (foto Brigitte Grassotti)

    Alexander Zverev abbandona l’ATP Masters 1000 di Montecarlo con l’ennesima delusione. I problemi del campione tedesco, tuttavia, sembrano ormai trascendere la semplice sconfitta occasionale: è lui stesso il miglior interprete dell’oscuro periodo che sta attraversando, immerso in una spirale di sfiducia nei propri colpi e con sintomi di deterioramento tecnico e mentale che appaiono sempre più evidenti, alcuni dei quali sfuggono persino alla sua stessa comprensione.La sorprendente sconfitta all’esordio contro Matteo Berrettini non fa che confermare il preoccupante trend negativo iniziato dopo la finale persa agli Australian Open: sei battute d’arresto nelle ultime dodici partite, alcune delle quali inspiegabili per un tennista del suo calibro e con le sue ambizioni.
    In questo clima di crescente frustrazione, la figura di Zverev nelle conferenze stampa si è trasformata in un’immagine di cupa riflessione: sopracciglia aggrottate, risposte misurate e una spietata autocritica che riflette la gravità della situazione. L’incontro con i media dopo il match con Berrettini ha probabilmente segnato il punto più basso della sua crisi, considerando che mai prima d’ora aveva subito un’eliminazione all’esordio in un torneo di questa importanza.
    “Non sono minimamente soddisfatto, a malapena riesco a vincere incontri. Fino ad ora, questo è il mio periodo peggiore dal grave infortunio,” ha confessato Zverev, tracciando un inquietante parallelo con il difficile periodo di recupero dopo la lesione alla caviglia che aveva interrotto la sua ascesa nel 2022. Questo confronto rivela quanto sia profonda la ferita nel suo tennis attuale, ulteriormente aggravata da una prestazione che lui stesso analizza con lucidità disarmante.“Il fattore decisivo è stato che ho giocato molto bene il primo set, ma dopo aver perso il servizio nel secondo, il mio livello è crollato drasticamente. La mia palla è diventata lentissima, senza profondità. Ho smesso di colpire con convinzione, e questa è la stessa storia che si ripete da mesi. Nulla cambia, sempre lo stesso copione. Ancora una volta, sono stato io a perdere la partita. Ritengo che il mio livello attuale sia semplicemente inaccettabile,” ha dichiarato il tedesco con una franchezza che non lascia spazio a interpretazioni.
    “Non ho assolutamente idea di cosa mi stia accadendo in questo periodo. Sono mesi che cerco di capirlo, ma ormai ho esaurito anche le parole per descriverlo. Semplicemente non lo so. L’unica certezza è che continuo a perdere partite, punto e basta. Se riuscissi a vincere due o tre incontri consecutivi, anche lottando duramente come oggi, probabilmente ci sarebbero meno domande, ma la realtà è che ho perso in tre set a Buenos Aires, in tre set a Rio, in tre set a Indian Wells, in tre set a Miami e ora in tre set qui a Montecarlo. Non sono riuscito a conquistarne nemmeno uno, ed è questo che conta veramente.”
    La prossima tappa del “paziente Zverev”, nella speranza di trovare una cura per questa preoccupante sindrome tennistica, sarà il torneo di casa a Monaco di Baviera. L’ambiente familiare e il supporto del pubblico tedesco potrebbero rappresentare l’antidoto necessario per risollevare il numero due del mondo da questo momento di straordinaria difficoltà?
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Ruud difende Sinner, Djokovic allontana il ritiro: le voci da Montecarlo

    Casper Ruud nella foto – Foto Getty Images

    Ruud schierato con Sinner: “Lo considero innocente”Casper Ruud non ha avuto alcuna esitazione a schierarsi apertamente a favore di Jannik Sinner riguardo l’inabilitazione di tre mesi che l’italiano ha ricevuto per il caso di positività al doping. Il norvegese, che debutterà nel torneo monegasco contro il vincente della sfida tra Roberto Bautista Agut e Brandon Nakashima, ha espresso piena fiducia nell’innocenza del numero uno del mondo.“È difficile essere sospeso quando sei innocente. Io l’ho sempre considerato innocente”, ha affermato Ruud nelle dichiarazioni riportate da Sky Sports. Parole che testimoniano la solidarietà nel circuito verso Sinner, che ha sempre sostenuto di essere stato vittima di una contaminazione accidentale, versione accettata anche dalle autorità antidoping che hanno concordato sulla sospensione minima.
    Djokovic respinge l’idea del ritiro: “Ho ancora benzina nel serbatoio”Dall’altra parte, Novak Djokovic ha voluto mettere a tacere le speculazioni sul suo possibile ritiro. Il campione serbo, alla vigilia del suo esordio nel Masters 1000 di Montecarlo, ha ribadito di sentirsi ancora competitivo ai massimi livelli e di avere le motivazioni per continuare.“Sento ancora di avere benzina nel serbatoio. Credo che, come ho dimostrato in Australia e a Miami, posso ancora giocare ad un livello molto alto. E questo continua a darmi la soddisfazione di stare in campo e competere”, ha dichiarato Djokovic.Il serbo ha anche risposto a chi suggerisce che dovrebbe ritirarsi al culmine della sua carriera: “So che c’è un gruppo di persone che pensa che dovrei lasciare il tennis quando sono al top, e lo capisco. Molti pensavano che avrei dovuto smettere dopo la medaglia d’oro dell’anno scorso. Ma vediamo cosa ci riserva il futuro.”
    Riguardo ai suoi obiettivi, Djokovic non nasconde l’ambizione di raggiungere il traguardo dei 100 titoli: “Ovviamente mi piacerebbe vincere. Se mi dicessero che quest’anno vincerò il mio titolo numero 100 in uno qualsiasi degli Slam, firmerei subito. Ma è una grande montagna da scalare, quindi bisogna essere un po’ più umili e sperare per il meglio.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    “La pressione mi ha distrutto”: Alcaraz si apre sull’assenza di Sinner e il peso delle aspettative. Il documentario Netflix – l’atleta oltre le telecamere

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Nel suggestivo scenario del Principato di Monaco, il Media Day del Masters 1000 di Montecarlo 2025 ha offerto molto più di una semplice conferenza stampa. Carlos Alcaraz, uno dei protagonisti più attesi del torneo, ha aperto uno squarcio sulla sua dimensione più intima, condividendo riflessioni sorprendentemente sincere sul periodo vissuto durante l’assenza di Jannik Sinner dal circuito. Una confessione che ridisegna la narrazione delle ultime settimane e illumina le complessità psicologiche che si celano dietro il sorriso del campione spagnolo.
    La confessione: quando le aspettative diventano un fardello“Molti hanno parlato di questo tema, la gente ha pensato che per il semplice fatto che Sinner fosse fuori, sia Sascha [Zverev] che io avremmo dovuto vincere tutto, o giocare meglio di prima”, ha esordito Alcaraz con voce ferma ma venata di una consapevolezza nuova. “Questo non è corretto, a partire dal fatto che ora c’è molto più equilibrio nello spogliatoio, ci sono molti più giocatori che possono spingersi avanti nei tornei.”Nonostante la narrativa pubblica che lo voleva impermeabile alle pressioni esterne, il murciano ha finalmente ammesso quanto il peso delle aspettative abbia influito sul suo rendimento: “Probabilmente, questa pressione mi ha distrutto in qualche modo”. Una frase che risuona particolarmente significativa, pronunciata da un atleta che ha sempre fatto della leggerezza mentale una delle sue armi principali.Il bilancio sportivo di questo periodo – quarti a Doha, titolo a Rotterdam, semifinali a Indian Wells e secondo turno a Miami – sarebbe straordinario per molti, ma non per chi viene costantemente misurato con parametri eccezionali. “Non mi sorprende non essere tornato numero 1 del mondo, anche se molte persone continuano ad aspettarsi che io vinca tutto”, ha aggiunto con una maturità che trascende i suoi 21 anni. “Molti me lo chiedono, mi chiedevano di sfruttare al massimo questo periodo di assenza di Jannik per tornare in cima… Anche se Jannik non sta giocando, la realtà è che sono troppo lontano da lui… e ora sulla terra non avrò la possibilità di risalire. Semplicemente mi concentrerò sul dare il meglio di me.”
    Montecarlo: la rivincita in un torneo stregatoIl torneo monegasco rappresenta paradossalmente un’opportunità quasi simbolica per Alcaraz: qui gli basta vincere una sola partita per migliorare il suo bilancio storico. Nella sua unica partecipazione, nel 2022, fu sconfitto al primo turno da Sebastian Korda in un match combattuto (7-6, 6-7, 6-3), mentre gli infortuni gli hanno impedito di tornare negli anni successivi.“Qui la sensazione è strana per il fatto di non aver mai ottenuto neanche una vittoria”, ha riflettuto. “Sembra che ci sia qualcosa nel torneo che non gioca a mio favore, anche se in realtà i numeri dicono semplicemente che ho partecipato solo una volta, quando ho perso.” Il suo approccio a questa edizione sembra però più maturo e consapevole: “Sono felice di essere qui, questa volta senza infortuni, per cercare di giocare il meglio possibile, con la speranza di ottenere un grande risultato. Le sensazioni negli allenamenti sono state positive.”
    Il documentario Netflix: l’atleta oltre le telecamereLa conferenza ha offerto anche l’occasione per approfondire i temi del prossimo documentario Netflix dedicato ad Alcaraz, un progetto che promette di mostrare il lato umano del campione “quando le telecamere si spengono”. Non una semplice celebrazione, ma un viaggio nei “momenti buoni, ma anche nei momenti cattivi” che caratterizzano la vita di un giovane proiettato così presto nell’olimpo del tennis mondiale.Il documentario affronta una domanda esistenziale che trascende lo sport: è possibile conciliare la felicità personale con l’ambizione di diventare il migliore della storia? La risposta di Alcaraz è tanto sincera quanto rivelatrice: “Probabilmente no. Non lo so. Come si mostra bene nel documentario, siamo sulla strada per scoprirlo.”Questa riflessione racchiude il grande dilemma che definisce il presente e il futuro del tennista spagnolo: preservare la sua autenticità, la spontaneità e la gioia che trasmette in campo, mentre insegue un livello di eccellenza che storicamente ha richiesto sacrifici totali e una dedizione quasi monastica.
    Eredità dei Big Three e orizzonti futuriI paragoni con Federer, Nadal e Djokovic sono inevitabili per chiunque mostri un talento straordinario in giovane età, ma Alcaraz sembra aver trovato un equilibrio nel suo rapporto con queste leggende: “È un complimento essere messo al livello dei tre migliori giocatori della storia, ma io sono Carlos Alcaraz. Cerco di fare la mia strada, non mi piacciono i paragoni.”Con una consapevolezza che sorprende per la sua età, ha anche ridimensionato dichiarazioni precedenti sul suo obiettivo di diventare il migliore della storia: “Mi piacerebbe esserlo e sedermi al tavolo con loro tre, ma non è qualcosa che mi ossessiona.” Questa evoluzione del pensiero riflette una crescita personale che va di pari passo con quella atletica.Per il futuro, gli obiettivi sono chiari: Australian Open, ATP Finals e Coppa Davis rappresentano i trofei ancora mancanti nella sua bacheca, quelli che lui stesso definisce “Pokémon” ancora da catturare. Ma forse la frase che meglio sintetizza l’Alcaraz di oggi è quella con cui ha chiuso la conferenza: “Sono molto consapevole di essere un privilegiato, lo ripeto spesso”. Una consapevolezza che, paradossalmente, potrebbe alleggerire il peso delle aspettative che tanto lo hanno “distrutto” nei mesi passati.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO