More stories

  • in

    Disavventura per Zverev: bagagli alle Maldive prima dell’esordio a Buenos Aires

    Alexander Zverev nella foto – Foto Getty Images

    Inizio complicato per Alexander Zverev all’ATP 250 di Buenos Aires. Il numero 2 del mondo, che ha scelto di partecipare al torneo argentino invece di rimanere in Europa per i tornei indoor, è arrivato nella capitale sudamericana, ma i suoi bagagli hanno preso una direzione completamente diversa.La compagnia aerea ha infatti informato il tennista tedesco che le sue valigie sono finite alle Maldive. Una situazione surreale che Zverev ha però preso con filosofia e ironia: “Immagino sia un segno che ho bisogno di vacanze”, ha commentato.
    Una scelta insolita quella di Zverev di giocare a Buenos Aires in questo periodo dell’anno, quando la maggior parte dei top player preferisce rimanere in Europa per i tornei al coperto. E ora, prima ancora di scendere in campo, deve fare i conti con questo imprevisto che rende ancora più particolare il suo debutto sulla terra rossa argentina.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Halep dice addio al tennis: “È una liberazione, non ho più nulla da dare”

    Simona Halep nella foto – Foto getty images

    Simona Halep ha ufficialmente annunciato il suo ritiro dal tennis professionistico dopo la sconfitta al WTA 250 di Cluj-Napoca. In una lunga e toccante intervista al portale 30-0, l’ex numero uno del mondo ha spiegato le ragioni della sua decisione.
    “Non so perché tutti abbiano paura di questo momento, io mi sento bene, anche se forse tra qualche giorno sarà più difficile”, ha confessato Halep. “Per me è una liberazione. Non sono il tipo di persona che scende in campo solo per esserci. Non riuscivo nemmeno ad allenarmi! Prima di venire qui, potevo allenarmi al massimo un’ora al giorno sulla terra battuta.”
    Il momento decisivo è arrivato quando i medici le hanno prospettato un intervento al ginocchio: “Mi hanno detto che per risolvere l’infortunio avrei avuto bisogno di un impianto di cartilagine, con un recupero di un anno e mezzo, senza garanzie di tornare ai livelli precedenti. Ho sempre voluto evitare la chirurgia.”
    La rumena guarda con soddisfazione alla sua carriera: “Non porto con me nulla di negativo da questo sport. È stata una passione, un obiettivo nella vita, era il mio destino. Se rinascessi, farei lo stesso. Mi piace avere il potere di dire basta, accettare che è arrivato il momento. Mi tengo i bei ricordi, i due Slam, il numero uno mondiale.”
    Sul futuro, Halep ha le idee chiare: “Non ho paura di quello che verrà. Ho investito in alcune attività in Romania con la mia famiglia. Non voglio responsabilità, né programmi, né orari rigidi. Il mio obiettivo è imparare a giocare a golf, andare in palestra ogni giorno e prendermi cura del mio corpo. Voglio anche diventare madre, finora sono stata solo un’atleta di alto livello, non una persona normale.”
    Non manca un riferimento al periodo della sospensione per doping: “Prima di quell’episodio non credevo nel male, lì ho capito che c’è molto male nel mondo. La gente mi chiede se non sento il bisogno di vendicarmi, ma no. Sono in pace per non aver fatto nulla di male.”Un pensiero speciale va a Darren Cahill, suo storico allenatore: “Tutti gli allenatori hanno avuto un ruolo importante, ma per fare il salto e vincere uno Slam, Darren mi ha aiutato molto. È un grande allenatore, ha creduto in me, mi capiva perfettamente.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Il segreto di Alcaraz: “Vi spiego perché ho cambiato il peso della racchetta”

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Carlos Alcaraz approda in semifinale all’ATP 500 di Rotterdam 2025 con una convincente vittoria su Pedro Martinez. In conferenza stampa, il murciano ha rivelato interessanti dettagli sulla modifica apportata alla sua racchetta durante la pre-stagione e ha commentato il momento d’oro del tennis italiano.
    “Ho aggiunto cinque grammi alla racchetta”, ha spiegato Alcaraz. “Ho iniziato a usarla così in Australia e sento più potenza, la palla esce in modo diverso. Riesco a generare più forza mantenendo lo stesso controllo. Ovviamente dipende anche dall’avversario che affronti, ma sento che posso imprimere più potenza con maggiore facilità.”Sulla sua prestazione contro Martinez, lo spagnolo si è detto molto soddisfatto: “Sono felice del livello mostrato oggi. Ogni volta che scendo in campo cerco di mantenere la stessa intensità per tutto il match, evitando alti e bassi. Oggi ci sono riuscito alla perfezione. Mi sento bene fisicamente e mentalmente, sono pronto per il weekend.”
    Alcaraz ha anche commentato l’esplosione del tennis italiano, dopo l’ottima prestazione di Bellucci nel torneo: “Non sono per nulla sorpreso. Se lo meritano. Stanno facendo un gran lavoro in tutto il paese: hanno rappresentanti nel doppio, nel singolare, nella WTA… È naturale che abbiano così tanti giocatori nella top-100.”
    Sul torneo di Rotterdam, il murciano ha espresso il suo apprezzamento: “Il pubblico è fantastico. Ho sentito il loro supporto sia in allenamento che durante le partite. Non ho potuto visitare molto la città, ma sto godendo enormemente del sostegno che ricevo. Mi piacerebbe aggiungere il mio nome all’albo d’oro di questo torneo. È per questo che sono qui.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Il presidente WADA sul caso Sinner: “Non paragonabile a Swiatek”

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Il presidente dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) Witold Banka ha fatto chiarezza sui casi di Jannik Sinner e Iga Swiatek, spiegando le ragioni del diverso trattamento riservato ai due tennisti. In un’intervista al sito polacco Rz, Banka ha sottolineato l’impossibilità di paragonare i due casi, sia per le sostanze coinvolte che per le circostanze.Mentre la WADA ha accettato la squalifica di un mese inflitta a Swiatek dall’ITIA per la positività alla Trimetazidina, dovuta a una contaminazione di melatonina assunta per problemi di sonno, ha invece presentato ricorso al TAS contro l’assoluzione di Sinner, trovato positivo al Clostebol.
    “Non mettiamo in dubbio che non abbia assunto deliberatamente sostanze dopanti”, ha precisato Banka riguardo a Sinner, “ma richiamiamo l’attenzione sulla responsabilità dell’atleta per le azioni dei suoi collaboratori. Uno sportivo professionista è responsabile anche delle azioni del suo staff e questa è la quintessenza dell’antidoping.”Il presidente WADA ha evidenziato la sostanziale differenza tra i due casi: “Una traccia di trimetazidina in un medicinale contenente melatonina, come nel caso di Swiatek, è una cosa. Lo steroide contenuto nell’unguento utilizzato dal più stretto collaboratore di Sinner è qualcosa di completamente diverso.” Secondo Banka, l’unico elemento comune tra i due casi è che “stiamo parlando di due dei migliori tennisti del mondo.”
    Nel caso di Sinner, la sostanza proibita era presente in un farmaco da banco utilizzato dal suo ex fisioterapista per un taglio al dito, trasmessa poi involontariamente durante un massaggio effettuato senza guanti. Nonostante l’ITIA abbia creduto a questa versione dei fatti assolvendo il tennista italiano, la WADA ha deciso di presentare ricorso, sottolineando come le procedure seguite siano state le stesse di qualsiasi altro caso disciplinare.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Ruud e la nuova sfida sul veloce: “Devo mettermi alla prova”

    Casper Ruud nella foto – Foto Antonio Fraioli

    Casper Ruud continua la sua strategia di inizio stagione sul cemento, scegliendo di partecipare all’ATP di Dallas dove è già approdato ai quarti di finale contro Nishioka. Il numero 5 del mondo ha deciso di abbandonare la tradizionale tournée sudamericana sulla terra battuta per concentrarsi sul miglioramento del suo gioco sulle superfici veloci.
    “Quest’anno volevo venire qui a Dallas. È un torneo nuovo per me. Ho sentito molte cose positive, specialmente da John Isner che vive qui e ha giocato questo torneo fin dall’inizio. Inoltre, è stato promosso a categoria 500. Si adattava al mio calendario e volevo provare qualcosa di nuovo”, ha spiegato il norvegese.
    La scelta di giocare indoor a Dallas non è casuale. Ruud, consapevole delle sue vulnerabilità su questa superficie, ha deciso di mettersi alla prova: “È una superficie veloce indoor. So che il mio gioco può essere vulnerabile qui perché uso molto il topspin. Non prendo sempre la palla così presto e sono vulnerabile agli attacchi dei giocatori che colpiscono piatto o forte. Ma devo sfidarmi. Questo sarà l’ultimo torneo indoor che giocherò per sei o sette mesi, voglio che ci sia un buon finale.”Dopo Dallas, Ruud volerà in Messico per il torneo di Acapulco, uno dei suoi appuntamenti preferiti del calendario: “Mi piace molto giocare ad Acapulco. Mi sono divertito molto lì l’anno scorso e negli anni precedenti, è una delle mie tappe preferite dell’anno e Dallas è abbastanza vicina.” Una strategia che lo scorso anno ha dato i suoi frutti, con le finali raggiunte sia a Los Cabos che ad Acapulco.
    Questa programmazione rappresenta un chiaro segnale della volontà di Ruud di evolversi come giocatore completo, uscendo dalla sua zona di comfort sulla terra battuta per migliorare le sue prestazioni sul veloce, in particolare in vista dei tornei di fine stagione.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Sam Sumyk si racconta: dal tennis femminile a Cazaux, una nuova sfida

    Sam Sumyk si racconta: dal tennis femminile a Cazaux, una nuova sfida

    Sam Sumyk, uno dei coach più rispettati nel circuito femminile, ha deciso di intraprendere una nuova avventura nel tennis maschile al fianco di Arthur Cazaux. Dopo aver guidato campionesse del calibro di Vera Zvonareva, Victoria Azarenka, Eugenie Bouchard, Garbiñe Muguruza, Anastasia Pavlyuchenkova e Donna Vekic, il tecnico francese ha spiegato in un’intervista a Tennis Majors le ragioni di questa scelta.
    “Non so se sia un cambiamento naturale, ma non è nemmeno strano”, spiega Sumyk. “La mia impressione è che quando hai trascorso così tanto tempo nel circuito femminile, come nel mio caso, probabilmente vieni etichettato come un coach femminile. In 30 anni di carriera ho ricevuto solo due offerte per allenare uomini, ma non ero disponibile e le ho dovute rifiutare.”
    Sul tema delle differenze tra l’allenare uomini e donne, Sumyk mantiene una visione aperta: “Sono personalità diverse. Anche se alleni due ragazze, sono persone diverse, magari di culture o generazioni diverse. Certo, ci sono differenze tra uomini e donne, ma parliamo dello stesso sport. Si può allenare chiunque, non esiste un gruppo di allenatori per le donne e uno per gli uomini.”Riguardo al suo nuovo progetto con Arthur Cazaux, il coach francese si mostra entusiasta: “È un grande progetto che mi permetterà di imparare ancora di più e diventare un allenatore migliore. Sono con un giocatore interessante, in un progetto che mi farà crescere. Per me si tratta soprattutto di divertirmi, non penso al ranking. Comincio ad annoiarmi quando vedo che non sto imparando nulla. È in quel momento che diventa un lavoro e mi dico che è meglio fermarsi.”
    Sumyk ha anche voluto sfatare il mito del “metodo Sumyk”: “Non credo nei metodi, credo nelle formule vincenti. Per ogni progetto devi trovare la formula per avere successo. Un metodo significa che hai trovato il trucco e lo applichi sempre, ma non è così. Vendere un metodo è una truffa.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Fine di un’era: l’ATP 250 di Metz chiude i battenti dopo 21 anni di storia

    Fine di un’era: l’ATP 250 di Metz chiude i battenti dopo 21 anni di storia

    Il calendario ATP 2026 segna la fine di un’era con la scomparsa del Moselle Open di Metz, storico torneo ATP 250 che ha accompagnato il tennis mondiale per oltre due decenni. Secondo quanto riportato da Eurosport Francia, la decisione è stata presa a causa di controversie societarie tra gli azionisti.“È un duro colpo per i giocatori francesi, che perdono l’opportunità di giocare e brillare in casa”, ha dichiarato la direzione del torneo. La causa della chiusura è legata a procedimenti giudiziari avviati da quattro azionisti di minoranza che detengono il 14% delle quote, portando l’ATP a prendere questa drastica decisione.
    Nato nel 2003 e presente nel calendario fino al 2025 (con la sola interruzione nel 2020 causa pandemia), il torneo di Metz vivrà la sua ultima edizione dal 2 all’8 novembre 2025, chiudendo una storia lunga 21 edizioni.L’ATP ha motivato la decisione spiegando che la disputa prolungata sulla proprietà del torneo impediva una corretta pianificazione strategica, non garantendo gli interessi né dell’evento né del circuito.
    Il torneo ha scritto pagine importanti del tennis francese: in 16 delle 20 edizioni disputate c’è stato un tennista di casa in finale, con 13 vittorie complessive. Tra i campioni illustri figurano Arnaud Clement (2003), Gael Monfils (2009), Gilles Simon (tre volte vincitore), Jo-Wilfried Tsonga (quattro titoli), Lucas Pouille e Ugo Humbert. Per quanto riguarda i colori spagnoli, solo Tommy Robredo è riuscito a trionfare nel 2007, battendo Andy Murray in finale.
    Ma il ricordo più prezioso rimane quello del 2006, quando un giovane Novak Djokovic, allora diciannovenne, conquistò il secondo titolo della sua carriera, battendo Jurgen Melzer in finale. Il serbo è rimasto l’unico numero uno al mondo ad aver vinto il torneo.
    Con questa chiusura, la Francia manterrà nel 2026 quattro eventi principali nel calendario ATP: Roland Garros, il Masters 1000 di Parigi-Bercy e i tre ATP 250 di Montpellier, Lione e Marsiglia. Non resta che attendere l’ultima edizione del torneo, dove gli organizzatori cercheranno sicuramente di creare un evento memorabile per un degno addio.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    La ricetta dei Cobolli: “In campo coach e atleta, a casa padre e figlio”

    Flavio Cobolli ITA, 2002.05.06 – Foto Getty Images

    Nel panorama del tennis ATP, le collaborazioni padre-figlio stanno vivendo un momento particolarmente florido, come dimostrano i successi di Casper Ruud con papà Christian (12 titoli ATP), Ben Shelton con Bryan (vittorie a Tokyo e Houston) e Sebastian Korda con l’ex numero 2 del mondo Petr (trionfi a Parma e Washington). In questa scia si inserisce anche la storia di Flavio Cobolli e suo padre Stefano, una partnership che sta dando frutti sempre più interessanti e che promette sviluppi entusiasmanti per il tennis italiano.
    “Mio padre era un buon giocatore ma si è fermato da giovane, con un ranking più basso del mio”, ha rivelato Cobolli in un’intervista rilasciato al sito ATP a Rotterdam. “Ora è un allenatore incredibile e abbiamo un ottimo rapporto.” Una testimonianza che rivela la maturità del giovane italiano nel gestire una relazione tanto delicata quanto potenzialmente fruttuosa.La loro collaborazione professionale è iniziata cinque anni fa, quando Flavio aveva 17 anni, ma ha vissuto una svolta significativa nel 2024, anno in cui il tennista italiano è passato da una posizione fuori dalla top 100 fino al suo best ranking di numero 30 in ottobre, raggiungendo anche la finale a Washington e il terzo turno sia agli Australian Open che agli US Open.
    “Quando ero giovane, volevamo tenere separati il tennis e il nostro rapporto”, spiega Cobolli, rivelando la saggezza dell’approccio paterno. “Parlavo molto di calcio con lui, ma non di tennis. Voleva che migliorassi da solo e mi ha detto che quando fossi stato pronto mi avrebbe aiutato. Abbiamo iniziato qualche anno fa e da allora abbiamo lavorato molto insieme, con il 2024 che è stato davvero un ottimo anno.”La chiave del loro successo sta nell’aver stabilito confini chiari tra vita professionale e personale: “È difficile quando tuo padre è il tuo allenatore. È importante che quando siamo a casa non parliamo di tennis. Se litighiamo in campo, resta in campo. A volte può essere dura perché entrambi vogliamo avere ragione, ma è una persona fantastica e amo lavorare con lui.”
    Ora Cobolli, attuale numero 34 del mondo, ha avuto un inizio 2025 complicato da un infortunio alla spalla che gli ha impedito di allenarsi durante l’off-season. “È stato impossibile giocare fino all’ultimo giorno della pre-season”, ha rivelato. “Ho fatto molta fisioterapia, massaggi e palestra, ma non ho potuto colpire una palla. È stato frustrante. Solo ora sento che la mia stagione può iniziare veramente.”
    Parlando del movimento tennistico italiano, Cobolli ha espresso grande ammirazione per Jannik Sinner: “Non sono sorpreso dai suoi successi perché Jannik è nato con la stoffa del campione. È semplicemente una stella.” Ha inoltre elogiato il lavoro della Federazione Italiana: “La FIT ha lavorato bene negli ultimi 10 anni e si vedono i risultati anche sotto Sinner. Abbiamo un buon gruppo di giovani che sta emergendo grazie a questo lavoro e siamo felici della situazione.”Con l’Italia che ospiterà le Davis Cup Finals dal 2025 al 2027, il futuro del tennis italiano sembra sempre più luminoso, e la coppia Cobolli promette di essere una delle sorprese.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO