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    La dipendenza nascosta del tennis: quando gli integratori diventano ansia

    Daniil Medvedev nella foto – Foto Getty Images

    Nel tennis moderno, accanto ai tradizionali banane e datteri che vediamo consumare in campo, si è sviluppato un mondo parallelo fatto di integratori, vitamine e supplementi che accompagnano i giocatori professionisti in ogni torneo del circuito. Quello che un tempo era un supporto marginale è diventato oggi parte fondamentale della routine quotidiana dei tennisti, generando però non solo benefici, ma anche ansie e preoccupazioni.
    “In realtà non sono poi così tanti”, ha cercato di minimizzare Daniil Medvedev in un’intervista rivelatrice a The National News. “Nel tennis ci si ammala spesso. Nella vita normale, prendi un paracetamolo e vai avanti. Nel nostro mondo, se ti ammali e hai una partita il giorno dopo, ricorri a vitamina C, vitamina D, vitamina B, paracetamolo, qualsiasi cosa possa aiutarti. Finisci per prendere dieci supplementi solo perché non puoi permetterti di stare male.”Il campione russo ha poi toccato un punto cruciale sul tema, rivelando una verità poco discussa: “Non mi sorprenderebbe vedere qualcuno con 30 supplementi, e mi sorprenderebbe enormemente trovare un giocatore di vertice che ne dichiari solo quattro nel formulario. È semplice: senza supplementi, morirei in campo.”
    Questa dipendenza ha però generato un clima di crescente paranoia. “L’attuale panorama mi ha fatto sviluppare un’autentica preoccupazione per possibili contaminazioni”, ha continuato Medvedev. “‘Paranoico’ è sicuramente la parola giusta, ma ‘spaventato’ lo è altrettanto. Qualunque cosa tu prenda, fondamentalmente non hai alcuna certezza che sia pura.”
    Nel tennis, gli integratori nutrizionali sono fondamentali per mantenere alti livelli prestativi. Durante i match, i giocatori consumano carboidrati per mantenere stabile la glicemia, proteine o aminoacidi come BCAA e taurina per riparare i muscoli, zuccheri come banane o datteri per energia rapida e bevande isotoniche con sodio per reidratare.Questa paura è diventata endemica nel circuito, soprattutto dopo i recenti casi di positività accidentali. “Tutti assumiamo proteine, creatina, BCAA, omega-3, prodotti basilari che aiutano la salute e che anche molte persone comuni prendono”, ha spiegato Medvedev. “Ma non sai mai cosa potrebbe succedere se in qualche laboratorio commettono un errore. Per una persona normale sarebbe un fastidio, per noi può significare la fine della carriera.”
    Aryna Sabalenka ha espresso con franchezza lo stesso timore: “Ti entra in testa che se qualcuno usa anche solo una crema in tua presenza e risulti positivo, la tua reputazione è distrutta. Si finisce per vivere in costante apprensione. Soprattutto dopo i casi di Iga e Jannik. Non credo abbiano fatto nulla di intenzionale, ma questo ci insegna che dobbiamo essere ossessivamente attenti a ogni dettaglio.”
    La competizione ha portato anche a comportamenti al limite dell’etica professionale. Un preparatore fisico attualmente nel circuito ha rivelato, mantenendo l’anonimato: “Quando ho iniziato, spiavo continuamente cosa altri professionisti dessero ai loro atleti. Una volta ho persino cercato nella spazzatura per esaminare i supplementi usati da una giocatrice di vertice. In questo ambiente, ogni minimo vantaggio può fare la differenza.”Gli stessi rituali dei giocatori durante i match rivelano questa ossessione: vediamo spesso i tennisti richiedere urgentemente al proprio box specifiche bevande, preparate quasi in segreto per evitare che gli avversari possano carpire informazioni.
    Fuori dal campo, i giocatori si affidano anche a integratori come magnesio, calcio, vitamina D e omega-3 per affrontare una stagione intensa di 11 mesi. Secondo Straits Research, il mercato globale della nutrizione sportiva, valutato 49,60 miliardi di dollari nel 2024, raggiungerà i 94,30 miliardi entro il 2033.Novak Djokovic stesso, diventato uno degli atleti più preparati fisicamente grazie alla scienza dell’integrazione, nel gennaio 2024 ha lanciato SILA, cubetti elettrolitici descritti come “il sistema di integrazione più avanzato al mondo”.La fiducia verso gli integratori, però, è messa alla prova dai frequenti casi di contaminazione che hanno portato a sanzioni antidoping. Simona Halep, ex n°1 del mondo, ha ricevuto una squalifica poi ridotta per una contaminazione accidentale. Anche Iga Swiatek, n°2, ha subito una sospensione per un integratore contaminato con trimetazidina. Jasmine Paolini dichiara apertamente quanto sia diventato “spaventoso” assumere integratori, temendo contaminazioni involontarie.Jannik Sinner è stato squalificato per tre mesi a causa di una crema medicinale con clostebol, trasferita accidentalmente dal fisioterapista.
    Jessica Pegula, numero 4 del mondo, sostiene che gli integratori abbiano migliorato la sua salute immunitaria, permettendole di superare difficoltà fisiche ricorrenti.Coco Gauff, invece, preferisce evitare integratori e vitamine, affidandosi a frutta naturale durante le partite. La giovane statunitense afferma che, finora, non ha avuto carenze che richiedessero integrazione e preferisce procedere naturalmente, specialmente dopo esperienze frustranti nel cercare informazioni affidabili riguardo ai farmaci consentiti.
    Quello che emerge è un quadro complesso dove la necessità si intreccia con la paura, creando un circolo vizioso: più i giocatori dipendono dai supplementi, più cresce il timore di contaminazioni o errori. Un aspetto del tennis professionistico raramente discusso, ma che influenza profondamente la vita degli atleti ben oltre i riflettori dei grandi tornei.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Laver Cup: Tim Henman sarà vice capitano a fianco di Noah

    Tim Henman nell’infografica della Laver Cup

    Sarà Tim Henman il vice capitano del team Europe all’edizione 2025 della Laver Cup, prevista dal 19 al 21 settembre a San Francisco. L’inglese, uno degli ultimi giocatori serve and volley prima della rivoluzione delle superfici nei primi anni 2000, affiancherà Yannick Noah alla guida dei giocatori europei, con la conferma di Alexander Zverev e Carlos Alcaraz come punte di diamante. Il capitano della squadra “rossa” del resto del mondo sarà Andre Agassi, affiancato da Patrick Rafter.
    “Sono assolutamente entusiasta di entrare a far parte del Team Europe”, ha affermato Henman. “Avendo seguito la Laver Cup come opinionista e avendo visto in prima persona l’intensità, la qualità del tennis e la passione e l’interazione tra i giocatori in panchina, so quanto sia speciale questo evento. Essere invitato da Yannick a far parte della Laver Cup è un grande onore e non vedo l’ora di lavorare al suo fianco e al team per continuare la tradizione vincente dell’Europa”.

    Tim Henman joins Team Europe as Vice Captain alongside Captain Yannick Noah.
    They follow in the footsteps of Thomas Enqvist and Bjorn Borg as Team Europe enters a new era.#LaverCup pic.twitter.com/dGqisoiJ8N
    — Laver Cup (@LaverCup) March 25, 2025

    Così Noah ha commentato la scelta di Henman come suo vice. “Tim porta con sé una grande esperienza e passione per il gioco, e le sue intuizioni saranno inestimabili per il nostro team. È sempre stato un grande agonistica e leader dentro e fuori dal campo. Sono felice di averlo al mio fianco mentre puntiamo a difendere il nostro titolo a San Francisco il prossimo settembre”.
    Henman ha accettato la sfida con la voglia di portare il team azzurro al successo. “Penso che sia davvero importante cercare di capire ogni individuo”, afferma Tim al sito ufficiale della manifestazione. “Osserverò il modo in cui i giocatori si allenano, il modo in cui si preparano e poi anche il modo in cui giocano in campo. Quando si parla di una partita contro un Team World che sarà molto forte, ci saranno margini ridotti. Si tratta di ottenere il meglio assoluto da ogni singolo giocatore. Quando hai Alcaraz e Zverev come punto di partenza, sai di avere due giocatori fenomenali. È davvero importante assicurarsi che giochino nel modo in cui vogliono giocare, nel modo in cui sono capaci di giocare”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Tensione tra Anisimova e Andreeva a Miami: scintille in campo e sui social. Il lato oscuro del tennis: Andreeva sommersa di odio dopo la sconfitta con Anisimova. Gael Monfils, la leggenda che non si arrende: record di vittorie Masters 1000 dopo i 38 anni

    Il dito di Amanda Anisimova

    Amanda Anisimova e Mirra Andreeva non sembrano destinate a diventare migliori amiche. Ieri sera si sono affrontate nel terzo turno del Miami Open 2025, dove hanno avuto un piccolo scontro durante il terzo set. L’americana ha interrotto l’incontro per una ferita alla mano chiedendo un trattamento medico, ma la russa ha risposto incredula rivolgendosi al giudice di sedia: “Tutti sappiamo perché lo fa”. Mezz’ora dopo, Amanda si è aggiudicata la vittoria, ma il suo ultimo colpo lo ha dato negli spogliatoi. Ha preso il cellulare, è entrata su Instagram e ha pubblicato l’immagine della sua mano accompagnata dalla frase della sua rivale. Tutto chiaro, non ci sono altre domande vostro onore.

    Anisimova said she can’t hold her racquet and needs the physio but Mirra was not buying it 😬 pic.twitter.com/95geFCISm0
    — Owen (@kostekcanu) March 24, 2025

    The physio bandaged Amanda’s finger and now they’re back to the match pic.twitter.com/QD95whWGUz
    — Owen (@kostekcanu) March 24, 2025

    La situazione degli hater è preoccupante, non c’è altra definizione possibile. A soli 17 anni, dopo una striscia di 13 vittorie consecutive e aver conquistato titoli nei WTA 1000 di Dubai e Indian Wells, è incredibile che Mirra Andreeva debba passare attraverso questo tipo di esperienze per una semplice sconfitta. È successo ieri sera al Miami Open, quando la russa ha perso contro Amanda Anisimova al terzo turno e, arrivando negli spogliatoi, si è trovata di fronte a centinaia di messaggi di odio sui social network. Fino a quando dovremmo convivere con questa piaga? Non sarà facile fermarla, ma è chiaro che nemmeno con Mirra avranno pietà. Non c’è altra opzione che imparare a conviverci, purtroppo.
    Non esiste un uomo che abbia vinto più partite all’età di Gael Monfils in tornei Masters 1000. Si fa dire presto, ma ciò che sta ottenendo il francese a 38 anni è ammirevole, oltre che storico. Sono solo 8 le vittorie conquistate alla sua età in questa categoria, ma nessuno era arrivato così lontano da quando nel 1990 fu introdotta nel circuito questa serie di eventi. E il bello è pensare che potrebbero esserci ancora molte vittorie da contare, allargando ulteriormente quel divario con le 7 vittorie di Ivo Karlovic, le 6 di Stan Wawrinka o le 5 di Jimmy Connors.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Matteo Berrettini in tribuna per le finali: “Il padel mi piace, sfido spesso mio padre e se devo scegliere un compagno dico Chingotto”

    Photo credits: Premier Padel

    Sul padel aveva scherzato, ospite del seguitissimo podcast italiano ‘Tintoria’, condotto dai due stand up comedians Daniele Tinti e Stefano Rapone: “Mio padre si è convertito al padel è campione italiano over 60, ne va fierissimo e io sono in lutto…”, aveva detto ridendo e sfottendo suo papà Luca. Quando Matteo Berrettini arriva al Miami Beach Convention Center con il padre Luca è il momento di fare i conti in famiglia, scherzando naturalmente: “A ‘Tintoria’ abbiamo scherzato, immagino si sia capito a me il padel piace molto e mi piace anche giocarlo”. Papà Luca, mentre con Matteo fa il giro del site, ascolta attentamente, pronto a scendere a rete nel caso in cui il figlio dovesse chiamarlo di nuovo in causa. E infatti: “Con mio padre gioco spesso, certo, ma mai in coppia perché lui gioca a sinistra e io anche, quindi non so se vi rendete conto, vuole giocare la diagonale contro di me, una follia dai… lui è fermo non si muove…”, è l’affondo di Matteo che se la ride di gusto. Poco distante papà Luca, gioca la volée profonda in un botta e risposta tra sorrisi e voglia di scherzare: “Sì certo non mi muovo, Io ricordo che in campo le cose vanno diversamente e neanche poco…”. Siparietto bellissimo.
    Dirà poi Matteo: “Beh le differenze sono sostanziali col tennis, innanzitutto è uno sport di squadra perché hai un compagno e poi ci sono le pareti che non sono facili da gestire, io per esempio a volte non so come fare, anche se qui ci sono un paio di ragazzi – dice ridendo e indicando Galan e Chingotto che si stanno scaldando prima della finale – che potrebbero darmi un paio di consigli”. E prosegue: “Gioco a padel anche con diversi tennisti, ultimamente ho giocato con Volandri, mio fratello Jacopo e Andrea Pellegrino e ci siamo divertiti parecchio, a volte tra allenamenti e tornei il tempo è poco ma quando posso mi piace giocare”. Matteo ne sottolinea anche l’aspetto fuori dal campo: “E’ uno sport fortemente socializzante che mette in contatto le persone mentre fanno sport, mi pare un aspetto importante da sottolineare”. Poi, il tour del site del motorola razr Miami Premier Padel P1 si ferma dove si stanno scaldando Chingotto e Galan, Abbracci e sorrisi, due chiacchiere sul torneo di Miami, stavolta di tennis, e la vittoria su Gaston, poi le impressioni sul padel mentre ‘Chingo’ scherza: “Allora, quando è che passi al padel?”. E proprio al termine della chiacchierata, Matteo fa la sua scelta: “Se dovessi scegliere un compagno ideale qui a Miami? Considerando che io a padel gioco a sinistra direi Fede Chingotto”. LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic da record: 411 vittorie nei Masters 1000, superato Nadal

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto ATP

    Novak Djokovic continua a riscrivere la storia del tennis. Domenica, al Miami Open, il fuoriclasse serbo ha ottenuto la sua 411ª vittoria in carriera nei tornei ATP Masters 1000, battendo l’argentino Camilo Ugo Carabelli. Un successo che gli permette di superare Rafael Nadal e diventare il giocatore con più vittorie nella storia di questa prestigiosa categoria.Djokovic era arrivato in Florida con 409 vittorie nei Masters 1000, a una sola lunghezza dal rivale spagnolo. Dopo due match vinti a Miami, ha prima pareggiato e poi infranto il record.
    I leader per vittorie nei Masters 1000| Giocatore | W/L | Titoli ||——————-|————|——–|| Novak Djokovic | 411-91 | 40 || Rafael Nadal | 410-90 | 36 || Roger Federer | 381-108 | 28 || Andy Murray | 230-101 | 14 || Andre Agassi | 209-73 | 17 || Tomas Berdych | 191-117 | 1 || Pete Sampras | 190-70 | 11 || David Ferrer | 189-122 | 1 || Stan Wawrinka | 166-123 | 1 || Andy Roddick | 157-70 | 5 |
    La prima vittoria di Djokovic in un Masters 1000 risale al 2005, a Parigi, contro Victor Hanescu. Da allora, il 37enne ha collezionato 40 titoli nei Masters 1000, un altro record assoluto. Il primo trionfo arrivò proprio a Miami nel 2007, torneo che ora punta a conquistare per la settima volta, altro primato in vista.Nel 2018, Djokovic è diventato il*primo (e unico) giocatore ad aver vinto tutti e nove i tornei Masters 1000. Due anni dopo, nel 2020, è riuscito a vincere ciascuno di essi almeno due volte.
    I numeri di Djokovic nei Masters 1000| Torneo | W/L | Titoli ||—————-|———-|——–|| Canada | 37-7 | 4 || Cincinnati | 45-12 | 3 || Indian Wells | 51-11 | 5 || Madrid | 30-9 | 3 || Miami | 46-7 | 6 || Monte-Carlo | 39-15 | 2 || Parigi | 50-9 | 7 || Roma | 68-12 | 6 || Shanghai | 39-6 | 4 |
    *Nota: Djokovic ha anche un bilancio di 6-3 ad Amburgo, che è stato un torneo Masters 1000 fino al 2008.*
    Percentuali leggendarieCon un record di 411-91 nei Masters 1000, Djokovic vanta una percentuale di vittorie dell’81,9%. Solo Nadal ha una percentuale superiore, con l’82% (410-90). Nessun altro tennista ha superato l’80% in questa categoria.Ora, a Miami, Novak è a caccia di un doppio traguardo: il settimo titolo in Florida (altro record) e il primo Masters 1000 dal 2023, quando vinse a Parigi. Se la forma è quella vista finora, la storia è pronta a scrivere un nuovo capitolo. LEGGI TUTTO

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    La prima volta di Carlos Alcaraz: “Spettacolo incredibile, a Coello ho detto ‘Giochiamo insieme a padel e poi a tennis…’

    Carlos Alcaraz nella foto – Photo credits: Premier Padel

    Applaude. Commenta con i suoi amici, accenna anche qualche mossa di ballo con le spalle quando, al cambio di campo, il dj fa partire la musica. La prima volta di Carlitos Alcaraz da spettatore di un torneo di livello mondiale di padel come il motorola razr Miami Premier Padel P1 è un pieno di divertimento e passione per uno sport che gli piace, eccome. Lo dirà lui: “Sì, la verità è che mi piace molto il Padel, lo gioco ogni volta che ne ho occasione, considerando i miei impegni agonistici. È la prima volta che vengo a vederlo dal vivo e sono davvero molto entusiasta. Seguire una partita live è incredibile”.
    Seduto in tribuna vip Carlos è protagonista di un incrocio tra fenomeni della racchetta con Fernando Belasteguin, icona del padel e direttore del torneo di Miami. Battute, sorrisi, Bela spiega un paio di segreti del suo sport mentre Chingotto e Galan duellano in semifinale con Nieto e Yanguas. L’entusiasmo di Carlito per le giocate dei quattro è evidente, mentre scambia due battute con il presidente della International Padel Federation, Luigi Carraro, e il Ceo di Premier Padel, David Sugden. Nel frattempo, la processione di fan che chiedono selfie e autografi sulle palline è inarrestabile e ai cambi di cambio del match rappresentano rito fisso.
    Lui, Carlos, si presta con pazienza e sempre con il sorriso aperto. Segue il match che sale sulle montagne russe, primo set per Chingotto-Galan, secondo per Yanguas e Nieto. Lui si entusiasma per alcune giocate e poi rivela: “Conosco alcuni giocatori di padel, quando è venuto a vedermi proprio qui a Miami ho conosciuto Coello e siamo entrati in sintonia”, racconta Alcaraz che aggiunge: “Ad Arturo ho detto che un giorno dovrà provare a giocare a tennis in coppia con me e io a Padel in coppia con lui… Prima o poi lo faremo”. Al Miami Open non è andata benissimo, ma il passato è passato, il futuro à dietro l’angolo e la stagione prosegue: “Sì, e con tanta voglia, mi sto già preparando per la terra rossa”. LEGGI TUTTO

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    Popyrin cambia la rotta: ingaggia Wayne Ferreira come nuovo allenatore

    Alexei Popyrin AUS, 05.08.1999 – Foto Getty Images

    Alexei Popyrin ha deciso di dare una svolta alla sua stagione dopo un inizio di 2025 decisamente deludente. Due sole vittorie in tre mesi di competizione rappresentano un bilancio allarmante per il tennista australiano che, nonostante mantenga ancora una posizione tra i primi 30 del ranking mondiale, sta attraversando un periodo di evidente difficoltà.
    Di fronte a questa situazione critica, Popyrin ha optato per un cambiamento significativo nel suo team. Dopo aver interrotto recentemente la collaborazione con Xavier Malisse, l’australiano ha deciso di affidarsi a Wayne Ferreira come nuovo allenatore, che lavorerà in tandem con Neville Godwin.
    Ferreira, ex numero 6 del mondo, è una figura di grande esperienza nel circuito tennistico. Il sudafricano porta con sé un bagaglio di conoscenze acquisite sia come giocatore di alto livello che come coach, rappresentando una scelta strategica per Popyrin in questo momento delicato della sua carriera.La decisione arriva in un momento in cui l’australiano ha disperatamente bisogno di ritrovare quella fiducia che sembra aver smarrito negli ultimi mesi. L’ingaggio di un tecnico esperto come Ferreira potrebbe rappresentare la mossa giusta per invertire questa tendenza negativa e riportare Popyrin ai livelli di competitività che gli competono.
    Resta da vedere se questa nuova partnership riuscirà a produrre i risultati sperati, ma la scelta di affidarsi a una figura di provata esperienza come Ferreira dimostra la determinazione di Popyrin nel voler risalire la china dopo un inizio di stagione ben al di sotto delle aspettative.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Zverev parla del conflitto ATP-PTPA: “I circuiti dovrebbero unirsi, non combattersi”. Preoccupazione per il circuito WTA, che ha descritto come “un po’ più fragile”

    Alexander Zverev nella foto – Foto Getty Images

    Alexander Zverev ha rilasciato dichiarazioni significative nella conferenza stampa dopo il suo debutto vittorioso al Miami Open 2025. Sebbene il focus avrebbe potuto essere sulla sua prestazione o sulla sua ricerca della posizione di numero 1 al mondo, le recenti tensioni tra ATP e PTPA (Professional Tennis Players Association) hanno dominato la discussione.
    Il tedesco, membro attivo del consiglio dei giocatori ATP, ha espresso la sua opinione sulla controversia che sta scuotendo il mondo del tennis. “È ancora troppo presto per dire quale sia il mio desiderio riguardo a tutto questo”, ha dichiarato Zverev. “Credo che ci siano alcuni punti validi da trattare, ma penso che i giocatori e i circuiti dovrebbero unirsi e non combattersi tra loro.”Zverev ha espresso fiducia nell’ATP, sottolineando che “l’ATP ha le sue risorse” e che tutto il percorso fatto finora “non può scomparire”. Ha mostrato particolare preoccupazione per il circuito WTA, che ha descritto come “un po’ più fragile”, suggerendo che potrebbe non avere le stesse risorse dell’ATP per affrontare questa situazione.
    Interrogato sui punti specifici di disaccordo, Zverev ha evitato di entrare nei dettagli, ma ha affermato che “ci sono alcune cose che i circuiti possono fare meglio”. Ha ricordato che proprio per questo motivo fa parte del consiglio dei giocatori: “Per tentare di cambiare le cose”.
    Il tedesco ha anche offerto una riflessione sull’evoluzione dell’ATP nel tempo: “L’ATP è nata come un’associazione di giocatori con l’intenzione di proteggere i giocatori al massimo, ma ora il tennis è un business”. Ha identificato diversi problemi, tra cui la programmazione, i tornei prolungati e la partecipazione alle esibizioni. Ha suggerito che forse bisognerebbe “puntare di più agli Slam” e ha espresso preoccupazione per il fatto che l’ATP sembri diventata “una specie di azienda dove i tornei sono più importanti dei giocatori”.Per quanto riguarda il suo recente calo di rendimento dopo gli Australian Open, Zverev ha ammesso di aver commesso errori: “È stato molto difficile mentalmente uscire da lì perché davvero pensavo di poter vincere il torneo”. Ha spiegato di non essersi concesso abbastanza tempo per elaborare la sconfitta: “Sono arrivato a casa e il giorno dopo stavo già allenandomi, non mi sono dato il tempo sufficiente per processare quanto accaduto”.
    Guardando al futuro, Zverev spera in un nuovo inizio a Miami, dopo aver avuto tempo per lavorare sul suo gioco e sulla sua mente: “Spero di ricominciare da zero qui”.
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