More stories

  • in

    Chi sono i 5 più grandi tennisti di tutti i tempi e perché?

    Rodney George Laver è un ex tennista australiano. Per i risultati e le vittorie conseguite tra dilettanti e professionisti, è considerato uno dei migliori tennisti di sempre

    Questa sì che è una bella domanda, peccato che la risposta non sia così semplice, soprattutto alla luce delle vittorie di Sinner negli ultimi due anni, nonostante la sua sospensione temporanea ci renda le cose un po’ più semplici. Tra qualche anno sicuramente entrerà anche lui nel club dei più grandi artisti del tennis.Prenderemo in considerazione soltanto i big che hanno dominato il ranking e il palinsesto bet del Grande Slam, coloro che hanno vinto più titoli di tutti e collezionato grandi imprese. Ecco chi sono i 5 tennisti più forti di tutti i tempi.
    Sampras: il re degli anni ’90Questo tennista arrivò a vincere 14 Slam dal 1990 al 2000 fissando il record all time 25 anni fa, ha vinto 7 volte Wimbledon e dominò per 286 settimane il ranking ATP.
    Ha vinto anche 5 US Open giocando in casa e 2 Australian Open, la sua specialità era la volée, il marchio di fabbrica che caratterizzò tutte le sue imprese negli anni ’90.
    Rod Laver: mister Grande SlamEcco l’unico tennista mai esistito capace di aggiudicarsi il Calendar Grand Slam, il più puro, ossia la vittoria di tutti e quattro i tornei Open nello stesso anno.
    L’impresa gli riuscì ben due volte, prima dell’era professionistica nel 1962 e anche nel 1969. In totale, Rod si è aggiudicato ben 11 Slam ed è stato il primo tennista a vincere così tanto.
    Federer: il talento puro di un tennista eleganteLo svizzero è stato devastante sia per le sue performance in campo che per i suoi traguardi statistici, infatti, è stato il primo tennista a collezionare 20 Slam e a dominare per 310 settimane il ranking ATP.
    Con la vittoria di 8 Wimbledon ha tolto il record a Sampras e ancora oggi è l’atleta più vincente dell’Open più antico della storia del tennis, in totale ha dominato per 237 settimane consecutive il ranking ATP: un altro record per lui. Il suo stile elegante di gioco ha ispirato una generazione di tennisti e ancora oggi è un punto di riferimento.
    Nadal e Djokovic: gli inarrestabiliEcco i due atleti che hanno dominato le scommesse tennis degli ultimi 20 anni, rincorrendosi a vicenda nella classifica all time degli Slam vinti. Nadal si è fermato a quota 22 Slam e fino a qualche anno fa ancora dominava lo score, mentre Djokovic è il più vincente al Grande Slam con 24 Open in bacheca.
    In carriera Djokovic ha vinto tutti e quattro gli Slam aggiudicandosi il Career, è stato per 428 settimane al primo posto del ranking ATP ed è uno dei tennisti più completi dal punto di vista tattico e atletico.
    Nadal ha vinto lo Slam d’Oro, ossia il Career Grand Slam più la medaglia d’oro olimpica in carriera. Le sue caratteristiche tecniche sono la versatilità e la resistenza, contro Djokovic si è battuto 60 volte, perdendo di poco la sfida, infatti lo spagnolo ha vinto 29 volte e il serbo 31.Un altro record all time di Nadal sono i suoi 14 Roland Garros in bacheca, mentre Djokovic detiene il record assoluto di 10 Australian Open vinti in carriera. LEGGI TUTTO

  • in

    Gabriela Dabrowski si apre sulla sua battaglia contro il cancro: “Mi ha scosso fino alle radici”

    Gabriela Dabrowski nella foto – Foto getty images

    A metà dello scorso anno, la tennista canadese Gabriela Dabrowski ha ricevuto una diagnosi devastante: cancro. La giocatrice di doppio, attualmente numero cinque del mondo nella specialità, aveva già notato un nodulo mesi prima e ne stava monitorando l’evoluzione. Nonostante l’incertezza e la paura, ha deciso di affrontare la stagione con discrezione, mantenendo il suo stato di salute riservato mentre continuava a competere ai massimi livelli. Il suo straordinario 2024 si è concluso con la conquista del titolo alle WTA Finals, un successo che ha coronato un anno difficile sia dentro che fuori dal campo.Gabriela Dabrowski ha affrontato un tumore al seno, diagnosticato nell’aprile 2024, dopo aver notato un nodulo nel seno sinistro durante un autoesame nella primavera del 2024 . Nonostante la diagnosi, ha continuato a competere ad alto livello, raggiungendo la finale di Wimbledon e conquistando una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi nel doppio misto con Félix Auger-Aliassime.
    Ora, dopo alcuni mesi, Dabrowski ha deciso di condividere la sua esperienza, raccontando in un’intervista a Olympics come ha vissuto la malattia e cosa ha significato per lei questa battaglia.
    “Non mi pento di nulla di ciò che mi ha detto il medico in quel momento. Sono molto felice di come sia andato l’anno, di quello che ho imparato, di quello che ho vissuto”, ha raccontato la canadese. “Il cancro è qualcosa di estremamente difficile e può spaventare molto. Doveva succedere qualcosa che mi scuotesse, e il cancro lo ha fatto. Questo non significa che non fossi già grata per la mia vita, per le persone che ne fanno parte o per le esperienze vissute. Ma è stato qualcosa di più profondo, che mi ha portato a riflettere su cosa significasse veramente essere viva e giocare a tennis per vivere.”
    Nonostante le difficoltà, Dabrowski ha scelto di tenere per sé la diagnosi nei primi mesi, confidandosi solo con i suoi familiari e collaboratori. “Ovviamente ho pensato fin dall’inizio di parlarne a più persone o rendere pubblica la notizia, ma c’erano troppe incognite, troppe domande senza risposta… Avevo intorno a me un sistema di supporto molto forte e quello mi bastava.”Col passare del tempo, però, la tennista ha sentito il desiderio di condividere la sua esperienza con il mondo. “Ho iniziato a vedere pubblicazioni di questo tipo e ho sentito il bisogno di raccontare di più sulla mia situazione. Ora voglio che la gente capisca quanto sia fondamentale la diagnosi precoce. Guardate la mia storia: grazie a un controllo tempestivo, oggi sto praticamente bene.”
    Nonostante tutto, Dabrowski non si è mai arresa. La sua determinazione l’hanno portata a rimanere competitiva nel circuito, continuando a giocare ad altissimi livelli insieme alla sua compagna Erin Routliffe. Dopo aver raggiunto le semifinali agli Australian Open, la canadese ha dimostrato di essere ancora una delle protagoniste del circuito di doppio, pronta a continuare la sua carriera con ancora più determinazione.Con il suo racconto, Gabriela Dabrowski non solo ha condiviso la sua esperienza personale, ma ha anche lanciato un messaggio di consapevolezza e speranza, sottolineando l’importanza della prevenzione nella lotta contro il cancro, il male oscuro del millennio.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    La battaglia legale della PTPA: Djokovic si fa da parte per il bene collettivo

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Un terremoto giuridico ha scosso il mondo del tennis. La Professional Tennis Players Association (PTPA) ha presentato una denuncia formale contro l’ATP, la WTA, l’ITF e l’ITIA, un’azione che rappresenta il passo più significativo compiuto dal sindacato dalla sua fondazione.
    Il documento legale include una dozzina di tennisti come querelanti, ma molti osservatori hanno notato un’assenza significativa: Novak Djokovic, il grande promotore di questa associazione, non figura tra i firmatari della denuncia.
    Secondo quanto riportato da The Athletic nella sua inchiesta, la ragione dell’assenza di Djokovic è strategica. Il campione serbo ha scelto deliberatamente di non partecipare direttamente all’azione legale per evitare che la questione venisse percepita come uno scontro personale tra “Novak” e “le organizzazioni che controllano questo sport”.Djokovic ha valutato la possibilità di unirsi formalmente alla denuncia, ma alla fine ha deciso di fare un passo indietro, preferendo che l’attenzione rimanesse concentrata sui tennisti come collettivo piuttosto che sulla sua figura individuale.
    Questa mossa sottolinea la volontà del sindacato di presentarsi come una voce unitaria dei giocatori professionisti, affrontando questioni sistemiche che riguardano l’intero mondo del tennis, anziché apparire come una battaglia guidata da una singola figura, per quanto influente.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Iga Swiatek risponde alle critiche: “Sto ancora elaborando tutto ciò che ho vissuto”

    Iga Swiatek POL, 31.05.2001 – Foto Getty Images

    Negli ultimi giorni, il nome di Iga Swiatek è stato al centro dell’attenzione non solo per le sue prestazioni sul campo, ma anche per alcuni comportamenti che hanno suscitato polemiche. Dopo un ottimo torneo a Indian Wells, la numero due del mondo ha subito una sconfitta in semifinale contro la giovane russa Mirra Andreeva. Tuttavia, più che il risultato, a far discutere è stato un episodio avvenuto durante la partita, quando Swiatek, frustrata per l’andamento dell’incontro, ha colpito la palla con forza sul terreno, facendola rimbalzare pericolosamente vicino a un raccattapalle.L’episodio ha generato molte critiche sui social, spingendo la campionessa polacca a pubblicare un lungo comunicato sui suoi profili ufficiali per chiarire la sua posizione.
    “Vedo che ultimamente si parla molto di cambiamenti nel mio comportamento in campo e nelle mie emozioni. Anche se non mi sento a mio agio nel dover dare spiegazioni, credo sia arrivato il momento di condividere il mio punto di vista per mettere fine a speculazioni e teorie infondate.
    Riguardo all’incidente del mio ultimo match, è vero: ho espresso la mia frustrazione in un modo di cui non vado fiera. Non era mia intenzione colpire nessuno, ma semplicemente liberare un po’ di tensione facendo rimbalzare la palla sul terreno. Mi sono immediatamente scusata con il raccattapalle, abbiamo incrociato gli sguardi e gli ho fatto un cenno per esprimere il mio rammarico. Ho visto molti giocatori compiere gesti simili, e onestamente non mi aspettavo un giudizio così severo. Normalmente riesco a controllarmi, quindi posso dire ironicamente che mi manca esperienza in queste situazioni e che ho sbagliato nel valutare la direzione della palla nel pieno del momento di tensione.”
    “La seconda metà del 2024 è stata estremamente difficile per me”Nel suo messaggio, Swiatek ha anche colto l’occasione per parlare di un tema molto delicato: il controllo antidoping positivo di fine 2024 che le è costato una squalifica temporanea.“La seconda metà dello scorso anno è stata estremamente difficile per me, soprattutto a causa del risultato del test antidoping, che mi ha tolto la possibilità di competere per i massimi obiettivi sportivi nella parte finale della stagione. Questo mi ha costretto a riorganizzare molti aspetti della mia vita e del mio approccio alle competizioni. In Australia, dopo prestazioni meno brillanti negli anni precedenti, ho giocato senza aspettative, concentrandomi solo sul mio lavoro e accettando che un altro Australian Open poteva non andare come speravo. Grazie a questa mentalità, ho giocato un ottimo torneo e sono arrivata vicina alla finale.”
    La pressione delle aspettative e il continuo cambiamento nel circuitoUn altro punto importante del comunicato della polacca riguarda le difficoltà di adattarsi alle costanti evoluzioni del circuito e alla pressione di dover sempre mantenere un alto livello di prestazioni.“Ogni giorno mi trovo ad affrontare nuovi elementi di questo puzzle: le condizioni cambiano, le esperienze si accumulano, io stessa mi evolvo, le mie avversarie migliorano e devo continuamente adattarmi. Non è mai semplice, e ora mi sembra particolarmente difficile. Nel tennis non competono dei robot. Ho avuto tre stagioni incredibili, ma nulla si ottiene senza sforzo, e non c’è mai la certezza che i risultati arrivino in modo facile o prevedibile. Questo è lo sport, questa è la vita. E a volte persino io dimentico questa realtà.”
    “Ora che mostro emozioni, vengo giudicata in modo diverso”Swiatek ha infine affrontato le critiche ricevute per il suo comportamento emotivo in campo, sottolineando la contraddizione nei giudizi che le vengono rivolti.“Quando ero molto concentrata e non mostravo emozioni in campo, mi chiamavano robot, dicevano che il mio atteggiamento era freddo e disumano. Ora che sono più espressiva, che mostro sentimenti e che lotto con le mie emozioni, vengo improvvisamente etichettata come immatura o isterica. Non è un parametro sano, soprattutto se considero che solo sei mesi fa sentivo la mia carriera appesa a un filo, piangevo ogni giorno per settimane e non volevo nemmeno mettere piede in campo. Oggi, dopo tutto quello che ho vissuto, sto ancora cercando di elaborare e assimilare queste esperienze.”
    Infine, la tennista polacca ha concluso con una riflessione sul modo in cui il pubblico e i media tendono a giudicare gli atleti senza conoscerne veramente il percorso interiore.“Cambierà qualcosa il fatto che io abbia condiviso tutto questo? Probabilmente no, perché vedo chiaramente quanto la gente ami giudicare, creare teorie e imporre opinioni sugli altri. Ma forse alcune persone che vogliono davvero capire cosa sto vivendo, riusciranno a farlo. In ogni caso, questo standard esterno non è il mio standard, e non accetto che il mio team ed io siamo incasellati nelle aspettative degli altri.”
    Con queste parole, Iga Swiatek ha voluto chiarire la sua posizione e difendersi dalle critiche, sottolineando le difficoltà personali e professionali che ha affrontato negli ultimi mesi. Ora l’obiettivo della polacca sarà quello di concentrarsi sul resto della stagione, lasciando parlare il campo piuttosto che le polemiche.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Jannik Sinner sarà gestito esclusivamente da AVIMA Sports & Business Management dopo 5 anni con StarWing Sports

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Jannik Sinner ha annunciato un importante cambiamento nella gestione della sua carriera commerciale. Il suo attuale agente, Lawrence Frankopan, CEO di StarWing Sports, lascerà il ruolo di supervisore delle attività commerciali del tennista con effetto immediato. Al suo posto, la gestione sarà affidata ad Alex Vittur, fondatore dell’agenzia di management AVIMA, che prenderà il pieno controllo degli affari di Sinner.Durante i cinque anni di collaborazione, Frankopan e Sinner hanno vissuto numerosi momenti di successo e queste esperienze resteranno un ricordo indelebile per entrambi.
    Le dichiarazioni di Lawrence Frankopan e Jannik SinnerFrankopan ha spiegato la sua decisione sottolineando il forte legame con StarWing Sports: “A causa dei miei impegni a lungo termine con StarWing Sports, non ho potuto accettare l’offerta di lavorare esclusivamente per AVIMA, ma sono grato di aver avuto l’opportunità di collaborare con un talento come Jannik. Sono orgoglioso di ciò che abbiamo costruito insieme e gli auguro il meglio per il futuro.”
    Anche Sinner ha voluto ringraziare il suo storico manager:“Lawrence Frankopan e il suo team mi hanno supportato moltissimo e questo rimarrà sempre con me. Desidero ringraziarli per la loro dedizione in tutti questi anni.”
    Un nuovo capitolo con AVIMA Sports StarWing Sports ha giocato un ruolo fondamentale nella crescita commerciale di Sinner, gestendolo fin dall’età di 18 anni e creando per lui importanti collaborazioni con alcuni dei brand più prestigiosi a livello mondiale. Ora, con AVIMA Sports, il numero uno italiano e mondiale si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua carriera, sia dentro che fuori dal campo.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Fils si separa da Grosjean nonostante i recenti successi. Indian Wells 2025 segna un’epoca: prima finale di Masters 1000 tra tennisti del XXI secolo

    Arthur Fils FRA, 2004.06.12 – Foto Getty Images

    Arthur Fils ha deciso di intraprendere un nuovo percorso nella sua carriera tennistica. Nonostante l’eccellente rendimento mostrato in questa stagione, il giovane talento francese ha scelto di interrompere la sua relazione professionale con Sebastian Grosjean.La decisione arriva in un momento particolarmente positivo per Fils, che con la guida del suo connazionale ha raggiunto il miglior livello della sua carriera negli ultimi 15 mesi. Sotto la gestione di Grosjean, il giovane francese ha compiuto notevoli progressi, scalando posizioni nel ranking ATP e mettendosi in mostra nei tornei più prestigiosi.
    La separazione appare quindi sorprendente, considerando i risultati ottenuti dalla coppia. Fils sembra determinato a voler dare ulteriori passi avanti nella sua progressione, evidentemente ritenendo necessario un cambiamento nella guida tecnica per raggiungere i suoi obiettivi futuri.Al momento, il giocatore francese non ha ancora annunciato chi sarà il sostituto di Grosjean. La scelta del nuovo allenatore sarà cruciale per il prosieguo della carriera di Fils, che punta a consolidarsi tra i migliori tennisti del circuito mondiale.Resta da vedere se questa decisione si rivelerà vincente nel lungo periodo o se la separazione da Grosjean, in un momento di grande forma, potrà influire negativamente sul rendimento del promettente tennista francese.
    La nuova generazione del tennis mondiale avanza con forza e Indian Wells 2025 costituirà un momento storico: per la prima volta, la finale di un Masters 1000 sarà disputata da due giocatori nati nel XXI secolo. Holger Rune e Jack Draper si affronteranno in una sfida che potrebbe anticipare un cambio di paradigma nel tennis mondiale.Questa finale rappresenta un chiaro segnale del ricambio generazionale in atto nel circuito ATP. Mentre i veterani continuano a lottare per mantenere le loro posizioni, i giovani talenti stanno emergendo con prepotenza, riuscendo finalmente a conquistare gli ultimi atti dei tornei più prestigiosi.
    Il danese Rune, con il suo tennis esplosivo e il suo carattere combattivo, e il britannico Draper, con il suo gioco mancino e la sua recente ascesa nel ranking, incarnano perfettamente questa nuova ondata di talenti. La loro presenza in finale a Indian Wells non è casuale, ma il frutto di un percorso di crescita che li ha portati a superare avversari di grande calibro.Questa finale storica non rappresenta solo un traguardo personale per i due tennisti, ma segna simbolicamente l’inizio di una nuova era nel tennis. Dopo anni di dominio da parte di Federer, Nadal, Djokovic e Murray, seguiti dalla generazione di Medvedev, Zverev, Tsitsipas e Alcaraz, ora sono i nati dopo il 2000 a rivendicare il proprio spazio ai vertici del tennis mondiale.Chiunque trionferà stasera nel deserto californiano, questa finale resterà negli annali come il primo atto ufficiale della completa transizione verso il tennis del futuro, un tennis che parla sempre più la lingua dei nativi digitali.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Bernardes: “Fonseca può diventare un idolo. Sinner? Accusato da chi non ha letto le carte ha tenuto un equilibrio formidabile, è un fuoriclasse”

    Bernardes dopo aver arbitrato Sinner a Torino 2024

    Impossibile dimenticare il sorriso e tranquillità di Carlos Bernardes, uno dei giudici di sedia più longevi e benvoluti sul tour Pro. Bernardes ha chiuso la propria lunga attività di arbitro lo scorso anno con la Finale di Davis a Malaga, dirigendo la partita tra Berrettini e Van de Zandschulp, e ora si gode una meritata pensione vivendo in Lombardia a Gorle, tra qualche partita a Padel e altre esperienze. Nonostante i 6 milioni di miglia in volo in giro per il mondo, Carlos non ha perso la voglia di scoprire nuove mete e si tiene attivo con varie attività. Intervistato dal Corriere nel corso di un evento di Panathlon, ha raccontato alcuni episodi nella sua vita sul tour e ha espresso grande ammirazione per il connazionale Fonseca e anche per Jannik Sinner. Riportiamo alcuni passaggi dell’intervista.
    “Mi sto godendo la pensione tra… scarpe, magliette, borse e asciugamani. Il vestiario che ho accumulato in 40 anni di attività è notevole e sto regalando a parenti, amici e anche a qualche bisognoso” racconta Bernardes. “Per dare un ordine di grandezza, ho 100 paia di scarpe che ho utilizzato soltanto per la settimana del torneo. Oltre a questo, gioco a Padel nel mio club qui a Gorle e mi piace fare qualche gita fuori porta, vorrei andare a Venezia”.
    “Ci sono molti ex colleghi che hanno trascorso tutto il tempo tra i campi e gli hotel, io ho cercato di conoscere le culture autoctone e visitato le città. In base alle partite, prenotavo le visite ai monumenti e posso dire di aver trascorso più tempo a New York, Parigi e Roma rispetto a São Caetano il luogo in cui sono nato”.
    “La sedia dell’arbitro è il posto più bello dove vedere una partita. A volte è capitato di avere dei dialoghi con i giocatori al cambio di campo. Nelle sfide Andy Roddick contro Roger Federer, l’americano giocava sempre bene ma alla fine perdeva. Una volta a Bangkok, Roddick si rivolge verso di me e mi dice: “Ci siamo un’altra volta”. È finita 6-4 6-0. Inoltre, dalla sedia ti accorgi perfettamente delle cause di una sconfitta. Bisogna conoscere l’indole del giocatore. Il comportamento di un arbitro si deve adattare, ci sono tennisti che non vogliono parlare molto, chi vuole avere l’ultima parola, chi ha il carattere più acceso. Bisogna creare le migliori condizioni perché tutti si esprimano al meglio“.
    La tecnologia ha cambiato la professione dei giudici di sedia, ma a suo dire l’ha svuotata: “Ha tolto un grosso alibi ai giocatori, le chiamate vengono accettate meglio se è la macchina a farle. Detto questo, se un arbitro entra in campo senza concentrazione, commette molti errori persino più gravi rispetto al periodo precedente a Hawk-Eye“.
    “Ho fatto più di 6 milioni di miglia in voli aerei con diverse compagnie, ho qualche punto sulla carta fedeltà e tanta esperienza. Lo scorso anno nel viaggio da Rio ad Acapulco volai in business class, quindi Alcaraz si è avvicinato e in modo simpatico mi ha detto: “Come mai un arbitro vola in business e io in economica?” Ma non era così all’inizio. Al mio primo torneo di Miami nel 1992 prendevo 100 dollari al giorno. Condividevamo la stanza in cinque funzionari per risparmiare. Ma era l’inizio”.
    Un pensiero sul ritiro, momento non facile: “Per chi lavora e per chi gioca terminare l’attività è un momento complicato perché significa iniziare una nuova vita. Djokovic? L’ultima sua grande affermazione è stata l’oro alle Olimpiadi: era la sua ultima possibilità e ha vinto. Nella sua carriera ha ricevuto molte critiche ma continua a vincere. Dopo il tennis può fare qualsiasi cosa, anche il primo ministro in Serbia ma io spero che non entri in politica perché è un ambito divisivo“.
    “Fonseca se manterrà questa mentalità, potrà diventare un idolo. In questo Sinner è l’esempio positivo: si aveva bisogno di un’icona e lui ha risposto. Tra l’altro, Fonseca ha fatto da sparring a Sinner in un master nel 2023. Allora Fonseca aveva dei dubbi se diventare professionista o iniziare l’università negli Stati Uniti, Sinner gli ha chiarito la situazione dicendo che lui alla sua età non giocava così bene e gli ha suggerito di diventare professionista”.
    Chiedono a Bernardes una sua impressione dopo aver arbitrato Sinner a Torino e in Davis, se fosse condizionato alla vicenda Clostebol. Questa la sua risposta: “Per Sinner parlano i risultati. Non so quanti di noi se ricevessero i commenti che gli sono stati rivolti in modo immotivato senza conoscere le carte avrebbero mantenuto quell’equilibrio. E nel frattempo lui ha vinto, lasciando tutti i problemi fuori dal campo. È un fuoriclasse“.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Mensik: “Voglio essere numero uno e vincere tutti gli Slam, ma sui Grand Slam niente nuove regole”

    Jakub Mensik CZE, 01.09.2005 – Foto Getty Images

    Jakub Mensik, miglior teenager al mondo secondo il ranking ATP (54° nel ranking live di oggi), ha ambizioni chiarissime per il suo futuro nel tennis: “Diventare numero uno al mondo e vincere tutti i tornei del Grande Slam”. Il giovane ceco, alto 191 centimetri e dotato di un servizio potente, è considerato uno dei grandi progetti del tennis mondiale insieme a Joao Fonseca, con cui ha già iniziato a costruire una rivalità che promette scintille.
    Durante un’intervista rilasciata a CLAY a Punta Cana, dove sta disputando il Challenger 175 Copa Cap Cana, Mensik ha espresso il suo entusiasmo riguardo ai futuri confronti con Fonseca: “Sono molto emozionato all’idea di giocare molte partite contro di lui”. La loro rivalità è iniziata sul finire del 2024 nelle Finales Next Gen ATP, con un match vibrante vinto dal brasiliano con un punteggio inedito: 3-4(4), 4-3(4), 4-3(2), 3-4(4) e 4-3(5).
    “È stato un buon match, ovviamente con regole diverse”, ha commentato Mensik, ricordando quella sfida. “È un po’ diverso quando giochi fino a sei game. Non abbiamo avuto vantaggi nel punteggio. Questo fa sì che, quando sei in vantaggio, non hai davvero il controllo del gioco. Le differenze tra i giocatori si accorciano quando giochi a quattro game per set”.
    Il tennista ceco di 19 anni fa parte di una nuova generazione emergente che comprende nomi come Fonseca, Arthur Fils e Alex Michelsen. Quando gli è stato chiesto quali siano i punti di forza di questa nuova generazione, Mensik ha risposto: “È un argomento di cui potremmo parlare a lungo. Ovviamente, in ogni epoca del tennis appaiono nuovi nomi, nuove generazioni, nuovi stili di gioco. Il Big 3 ha dominato il mondo del tennis per 20 anni. Ora, questa nuova generazione sta per portare qualcosa di fresco. È difficile dire esattamente cosa ci caratterizza, poiché abbiamo tutti stili diversi. Secondo me, c’è una maggiore enfasi sulla fisicità. Inoltre, credo che possiamo assorbire molto giocando contro i migliori giocatori del mondo. Impariamo molto da questo. Così, un giorno potremo essere al loro livello”.
    Riguardo alla possibilità di vedere un nuovo Big 3 tra queste giovani promesse, Mensik mantiene i piedi per terra: “Roger, Rafa e Novak sono stati al vertice per 20 anni, il che è una follia. Al momento, Novak sta ancora giocando e può ancora vincere tornei. Quindi è un po’ difficile parlarne quando questa nuova generazione sta appena iniziando. Giocatori come me, Joao, Alex Michelsen e tutti questi bravi tennisti hanno il tennis per essere lì un giorno”.
    Interessante anche la sua opinione su possibili innovazioni regolamentari: Mensik considera che la regola del “no-let” (quando la palla tocca il nastro durante il servizio e cade comunque nel riquadro corretto) potrebbe iniziare ad essere applicata nei tornei di categoria ATP 250, ma è categorico nel sostenere che non andrebbero mai fatti cambiamenti di questo tipo nei tornei del Grande Slam, che secondo lui devono mantenere la loro essenza e tradizione.
    Mensik forma insieme ai suoi compatrioti Jiri Lehecka e Tomas Machac una delle squadre di Coppa Davis più forti del circuito. “Stiamo andando piuttosto bene”, ha affermato. “Con Jiri, Tomas, stiamo tutti salendo in classifica, mostrando grandi prestazioni in campo. Questo è davvero fantastico perché, per molto tempo, non abbiamo avuto molti giocatori cechi nella top 100. Ora siamo tre nei primi 50. Quindi penso che sia incredibile quello che sta succedendo e ci stiamo spingendo a vicenda a essere migliori”.Con un tono di orgoglio, Mensik aggiunge: “In Coppa Davis, letteralmente, possiamo battere chiunque. E possiamo diventare una squadra ancora più forte”.
    Il giovane talento ceco si ispira alle leggende del suo paese: “Ovviamente ci sono molte leggende. Non ero nemmeno nato quando Ivan Lendl giocava, ma naturalmente è un’ispirazione. Tuttavia, la mia generazione segue di più quello che hanno fatto Tomas Berdych e Radek Stepanek. Li ho visti principalmente in Coppa Davis. Hanno vinto nel 2012 giocando singolare e doppio, e poi hanno conservato il titolo nel 2013. È stato incredibile e molto emozionante da vedere quando ero bambino. Ora, avere Tomas come capitano della squadra di Coppa Davis è qualcosa di speciale. È davvero importante per noi poter imparare dalla sua esperienza”.
    Con tali basi e una determinazione cristallina, Mensik continua il suo percorso nel tennis professionale, puntando al vertice assoluto del tennis mondiale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO