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    Nominations Laureus Awards 2025: Carlos Alcaraz (dopo l’esclusione di Sinner) e Aryna Sabalenka in nomination come sportivi dell’anno

    Aryna Sabalenka nella foto – Foto Getty Images

    L’annuncio della rosa dei candidati ai Laureus World Sports Awards, gli Oscar dello sport, avvenuto stamattina a Madrid, fa partire di fatto il conto alla rovescia per il più grande spettacolo dello sport. L’edizione di quest’anno si presenta come una straordinaria celebrazione dei più grandi successi sportivi dell’anno solare 2024, impreziosita dalla partecipazione degli eroi delle Olimpiadi di Parigi, dei campioni del Grande Slam, dei primatisti mondiali, e non solo. Il 2025 segna il 25° anniversario dei Laureus World Sports Awards, motivo per cui l’evento di quest’anno cercherà di onorare il passato, celebrare il presente, e ispirare le generazioni future.
    Nell’ultimo quarto di secolo la statuetta “The Laureus” è diventata il premio più ambito nel suo genere tra gli sportivi e le sportive d’élite. I Laureus World Sports Awards sono oggi riconosciuti come “The Athletes’ Awards”. Tutti i candidati sono stati selezionati in seguito alla votazione effettuata da oltre 1300 giornalisti di tutto il mondo. I vincitori dei Laureus World Sports Awards saranno annunciati il prossimo 21 aprile, a Madrid, al termine delle votazioni della Laureus World Sports Academy, la giuria per eccellenza composta da 69 leggende dello sport.
    Il 2024 sportivo è stato illuminato dallo spettacolo delle Olimpiadi di Parigi e quindi non sorprende affatto che due stelle dei Giochi siano in lizza per il “Laureus World Sportsman of the Year Award” (“Sportivo dell’anno”). Atleta simbolo delle Olimpiadi è stato Léon Marchand, capace di vincere quattro medaglie d’oro nel nuoto in corsia. Mondo Duplantis, invece, ha vinto il secondo oro olimpico consecutivo nel salto con l’asta. A contendersi l’ambita statuetta anche Carlos Alcaraz, che ha vinto due titoli del Grande Slam, il French Open al Roland Garros e Wimbledon, oltre a conquistare la medaglia d’argento olimpica; Max Verstappen, che si è assicurato il suo quarto titolo mondiale consecutivo piloti di Formula 1; Tadej Pogačar, terzo uomo a vincere nello stesso anno Tour de France, Giro d’Italia e Campionato del mondo. In questa categoria figurano solo cinque candidati e non sei, come da prassi, a seguito della decisione presa dalla Laureus Academy di rendere non eleggibile Jannik Sinner in conseguenza della sospensione per tre mesi dall’attività agonistica comminata dalla Wada.
    Aiatana Bonmatí è di nuovo nominata nella categoria ““Laureus World Sportswoman of the Year Award” (“Sportiva dell’anno”), in cui ha trionfato lo scorso anno. La sua candidatura è diretta conseguenza della conquista del secondo Pallone d’Oro consecutivo e di un’annata trionfale in cui Aiatana ha vinto la Champions League, la Liga F e la Copa de la Reina con la maglia del Barcellona. A contenderle la statuetta, Simone Biles, che ha conquistato già tre premi in questa categoria. Nel 2024 Simone Biles ha, invece, vinto la statuetta nella categoria “Laureus World Comeback of the Year Award (“Ritorno dell’anno”) e quest’anno, dopo aver vinto ai Giochi di Parigi tre medaglie d’oro e un argento, si ricandida nella categoria principale in cui ha già primeggiato nel 2017, 2019 e 2020. In lizza anche Sifan Hassan, che a Parigi ha vinto il bronzo sia nei 5.000 sia nei 10.000 metri, oltre all’oro nella maratona; Faith Kipyegon, l’unica tre volte campionessa olimpica nei 1500 metri, capace di conquistare a Parigi anche l’argento nei 5.000 metri; Sydney McLaughlin-Levrone, medaglia d’oro sia nei 400 metri a ostacoli, in cui ha stabilito il nuovo record mondiale, sia nella staffetta 4×400 metri; Aryna Sabalenka, che ha vinto gli Austrian Open e gli Us Open, raggiungendo il primo posto del ranking WTA sia in singolare che in doppio.
    Nella categoria “Laureus World Team of the Year Award” (Squadra dell’anno) è quasi un testa a testa tra Spagna e Stati Uniti. Un duopolio interrotto solo dalla scuderia britannica del Team McLaren di Formula 1, capace di vincere il mondiale costruttori, interrompendo un digiuno di vittorie che durava da ben 26 anni. Nessun team in passato aveva dovuto attendere tanto per riconquistare il titolo. Il dominio della Spagna nel calcio si riflette, invece, nelle nomination del Barcellona femminile, che ha conquistato il triplete, vincendo Champions League, la Liga F e la Copa de La Reina; del Real Madrid, che ha vinto la Liga e soprattutto la Champions League per la 15ª volta; della Nazionale maschile, la prima squadra in assoluto a conquistare il campionato europeo, vincendo ogni partita senza mai ricorrere ai calci di rigore. Se il calcio fa la voce grossa in Spagna, è il basket, invece, ad illuminare la scena negli Stati Uniti. In nomination, infatti, ci sono i Boston Celtics, che hanno conquistato il loro 18° titolo NBA, battendo i Dallas Mavericks 106-88 nella quinta decisiva partita delle Finals, e la squadra nazionale maschile USA, che ha vinto l’oro olimpico, sconfiggendo in finale i padroni di casa della Francia.
    Tre stelle delle Olimpiadi di Parigi sono in nomination per il “Breakthrough of the Year Award” (“Rivelazione dell’anno”). Julien Alfred ha vinto il primo oro olimpico in assoluto per l’isola caraibica di St Lucia, mentre il Botswana ha celebrato il suo primo oro olimpico grazie al trionfo di Letsile Tebogo nei 200 metri maschili. In piscina, la 18enne canadese Summer McIntosh ha vinto tre medaglie d’oro, nei 200m farfalla, nei 200m e 400m misti, e un argento nei 400m stile libero. Il Bayer 04 Leverkusen ha interrotto la striscia di 11 titoli consecutivi del Bayern Monaco con un campionato senza sconfitte, vincendo il primo titolo della Bundesliga in 120 anni di storia del club. Lamine Yamal è stato il vincitore del Kopa Trophy, come miglior giocatore Under 21, stella di Euro 2024 con la maglia della Spagna e talismano del Barcellona a soli 17 anni. Victor Wembanyama si è imposto all’attenzione generale al suo primo anno in NBA, nominato all’unanimità “NBA Rookie of the Year”, secondo nella votazione per il “Defensive Player of the Year”.
    La categoria “Laureus World Comeback of the Year Award” (“Ritorno dell’anno”) premia gli atleti che hanno superato mille avversità prima di coronare i propri sogni sportivi. Quest’anno in lizza in questa categoria ci sono la brasiliana Rebecca Andrade, oro nel corpo libero, argento nel volteggio e nell’all-around, bronzo nel concorso a squadre alle Olimpiadi di Parigi. La brasiliana ha fatto incetta di medaglie dopo aver subito ben tre operazioni al legamento crociato anteriore del ginocchio destro. In piscina, l’americano Caeleb Dressel ha, invece, vinto due medaglie d’oro e un argento in staffetta ai Giochi di Parigi, dopo essere stata per otto mesi lontano dalle gare per curare la sua salute mentale. Nello sci alpino la svizzera Lara Gut-Behrami è riuscita a vincere la sua seconda Coppa del Mondo generale a distanza di ben otto anni dalla sua prima affermazione. Marc Márquez si è invece imposto nel Gran Premio di Aragon, ponendo fine a un digiuno di vittorie che durava da mille giorni. Nel 2020 il motociclista spagnolo ha subito un grave infortunio al braccio destro che ha richiesto quattro operazioni e che ne ha messo a repentaglio la carriera. Rishabh Pant è tornato invece a giocare per l’India Test team 629 giorni dopo un tragico incidente stradale. Nel settembre 2023 a Ariarne Titmus è stato, invece, diagnosticato un tumore benigno alle ovaie, ma, grazie a un intervento chirurgico a buon fine e alla sua forza di volontà, la nuotatrice australiana è riuscita a difendere alle Olimpiadi il titolo nella 400m stile libero, prima donna a riuscire nell’impresa in quasi un secolo.
    A tenere alto l’orgoglio del nostro Paese c’è il progetto “Liberi Nantes” in nomination nella categoria “Laureus Sport for Good Award” (Lo sport per il bene comune). In questa speciale categoria si premiano individui o organizzazioni che, secondo i membri della Laureus World Sports Academy, hanno dato un contributo significativo in ambito sociale, utilizzando lo sport come strumento terapeutico per migliorare le vite di bambini e bambine. ”Liberi Nantes”, in particolare, è un progetto realizzato a Roma. Inizialmente è stato finalizzato alla creazione di una squadra di calcio composta da figli di rifugiati e richiedenti asilo politico. Oggi, invece, il progetto è multidisciplinare e offre una vasta gamma di attività sportive, tra cui, il touch rugby, l’escursionismo e il trekking urbano, oltre a garantire l’insegnamento della lingua italiana attraverso la pratica sportiva.
    Laureus World Sportsman of the Year Award (Sportivo dell’anno)Carlos Alcaraz (Spagna), tennisMondo Duplantis (Svezia), atletica leggeraLéon Marchand (Francia), nuotoTadej Pogačar (Slovenia), ciclismoMax Verstappen (Paesi Bassi), automobilismo
    Laureus World Sportswoman of the Year Award (Sportiva dell’anno)Simone Biles (USA), ginnastica artisticaAitana Bonmatí (Spagna), calcioSifan Hassan (Paesi Bassi), atletica leggeraFaith Kipyegon (Kenya), atletica leggeraSydney McLaughlin-Levrone (USA), atletica leggeraAryna Sabalenka (Bielorussia), tennis
    Laureus World Team of the Year Award (Squadra dell’anno)FC Barcellona squadra femminile (Spagna), calcioBoston Celtics (USA), basketMcLaren Formula 1 (UK), automobilismoReal Madrid (Spagna), calcioNazionale spagnola maschile di calcioNazionale americana maschile di basket
    Laureus World Breakthrough of the Year Award (Rivelazione dell’anno)Julien Alfred (St Lucia), atletica leggeraBayer 04 Leverkusen (Germania), calcioSummer McIntosh (Canada), nuotoLetsile Tebogo (Botswana), atletica leggeraVictor Wembanyama (Francia), basketLamine Yamal (Spagna), calcio
    Laureus World Comeback of the Year Award (Ritorno dell’anno)Rebeca Andrade (Brasile), ginnastica artisticaCaeleb Dressel (USA), nuotoLara Gut-Behrami (Svizzera), sci alpinoMarc Márquez (Spagna), motociclismoRishabh Pant (India), cricketAriarne Titmus (Australia), nuoto
    Laureus World Action Sportsperson of the Year Award (Sportivo dell’anno negli sport d’azione)Yuto Horigome (Giappone), skateboardChloe Kim (USA), snowboardCaroline Marks (USA), surfAleksandra Miroslaw (Polonia), arrampicata di velocitàTom Pidcock (UK), mountain bikeArisa Trew (Australia), skateboard
    Laureus World Sportsperson of the Year with Disability Award (Sportivo con disabilità)Catherine Debrunner (Svizzera), atleta paralimpicaTeresa Perales (Spagna), nuoto paralimpicoTokito Oda (Giappone), tennis in carrozzinaMatt Stutzman (USA), tiro con l’arco paralimpicoJiang Yuyan (Cina), nuoto paralimpicoQu Zimo (Cina), badminton in carrozzina
    Laureus Sport for Good Award (Sport per il bene comune)Programmi selezionati da una giuria specializzata. La Laureus Academy sceglierà il vincitoreKick4life (Lesotho) – Utilizza il calcio per favorire l’uguaglianza di genere e per coinvolgere i bambini e i giovani a rischioFigure Skating in Harlem (USA) – La pratica del pattinaggio di figura favorisce l’uguaglianza razziale, migliorando la qualità della vita delle ragazze che partecipano al progettoKind Surf (Spagna) – La surfterapia è lo strumento utile per sostenere i giovani a rischio di esclusione sociale a causa di disabilità intellettiveLiberi Nantes (Italia) – Il calcio favorisce l’inclusione sociale per i rifugiati e per coloro che richiedono asilo politicoParis Basket 18 (Francia) – Il basket è sinonimo di uguaglianza di genere e di integrazione sociale grazie allo sviluppo della pratica sportiva al femminileStreet League (UK) – Attraverso più attività sportive aiuta i giovani di età compresa tra i 14 e i 30 anni nel processo di formazione e avviamento al mondo del lavoro. LEGGI TUTTO

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    Federico Cina trionfa a Sharm El Sheikh: Secondo titolo ITF per il tennista italiano

    Federico Cinà nella foto

    Federico Cina ha conquistato il suo secondo titolo nel circuito ITF M15 a Sharm El Sheikh, coronando una settimana perfetta in Egitto. Il tennista italiano ha dimostrato grande solidità mentale e tecnica, superando tutti gli avversari in un percorso che lo ha visto protagonista dal primo turno fino alla vittoria finale.Per l’azzurro si tratta del secondo titolo ITF in carriera, dopo quello conquistato a Buzău lo scorso settembre.Cinà sarà impegnato anche la prossima settimana nel Challenger di Hersonissos, in Grecia, grazie a una Wild Card e dove sfiderà all’esordio Henry Searle.
    Il cammino verso il titoloIl cammino di Cina è iniziato il 26 febbraio con un convincente successo al primo turno contro il bulgaro Stefan Ivanov, liquidato con un netto 6-3, 6-2. Una prestazione solida che ha messo in mostra le qualità dell’italiano fin dall’esordio nel torneo egiziano.Nel turno successivo, il 27 febbraio, Cina ha affrontato il greco Ioannis Kountourakis negli ottavi di finale. Anche in questo caso, la vittoria è arrivata in due set con il punteggio di 6-3, 6-4, confermando l’ottimo stato di forma del tennista italiano.La vera prova di carattere è arrivata nei quarti di finale del 28 febbraio, quando Cina ha dovuto affrontare l’indiano Aleksandre Bakshi. Dopo aver perso il primo set 5-7, l’italiano ha dimostrato grande determinazione ribaltando completamente la partita e imponendosi nei due set successivi per 7-6, 6-3, guadagnandosi così l’accesso alla semifinale.
    Le fasi decisive del torneoIn semifinale, disputata ieri, Cina ha affrontato il georgiano Saba Purtseladze. Con una prestazione convincente, l’italiano ha conquistato la finale vincendo in due set con il punteggio di 7-6, 6-3, mostrando grande solidità nei momenti cruciali dell’incontro.La finale, questa mattina, ha visto Cina opposto all’americano Martin Damm. In un match combattuto e caratterizzato da due tie-break, l’italiano è riuscito a imporsi con il punteggio di 7-6 (3), 7-6 (3), dimostrando grande lucidità nei momenti decisivi e conquistando così il suo secondo titolo nel circuito ITF M15.
    Il cammino di Federico Cinà– 02.03. 🇮🇹 F. Cina – 🇺🇸 M. Damm (Finale)7-6³, 7-6³Quote: 2.26 / 1.57
    – 01.03. 🇮🇹 F. Cina – 🇬🇪 S. Purtseladze (Semifinale)7-6⁴, 6-3Quote: 1.60 / 3.08
    – 28.02. 🇮🇹 F. Cina – 🇮🇳 A. Bakshi (Quarti)5-7, 7-6⁰, 6-3Quote: 1.44 / 2.59
    – 27.02. 🇮🇹 F. Cina – 🇬🇷 I. Kountourakis (Ottavi)6-3, 6-4Quote: 1.05 / 8.11
    – 26.02. 🇮🇹 F. Cina – 🇷🇺 S. Ivanov (Primo turno)6-3, 6-2Quote: 1.10 / 5.92
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Federico Gómez rivela la sua battaglia interiore: “Ho avuto pensieri suicidi nei mesi più bui della mia vita”

    Federico Agustin Gomez ARG, 26.11.1996 – Foto Getty Images

    Nel mondo dello sport agonistico, le statistiche e i risultati raramente raccontano la storia completa di un atleta. Il caso di Federico Gómez ne è l’emblema più recente e toccante. Dopo aver conquistato nel 2024 la migliore stagione della sua carriera, i numeri di questo inizio 2025 stavano silenziosamente segnalando che qualcosa non andava: un bilancio di appena 2 vittorie contro 6 sconfitte, con le ultime sei arrivate consecutivamente.
    Dal punto di vista meramente sportivo, non si trattava di una situazione particolarmente allarmante. L’argentino mantiene comunque una posizione rispettabile tra i primi 140 giocatori del ranking mondiale, un traguardo che molti tennisti possono solo sognare. Ma come spesso accade, la vera battaglia si stava consumando lontano dai riflettori e dai campi da tennis.In un post straordinariamente sincero condiviso sui social media, Gómez ha deciso di abbattere il muro tra la sua immagine pubblica e la sua realtà privata, rivelando che gli ultimi mesi sono stati “i peggiori della mia vita”, periodo durante il quale ha persino lottato contro pensieri suicidi.
    La confessione di Gómez mette in luce una verità che nel mondo dello sport professionistico viene spesso ignorata: il benessere psicologico non è necessariamente correlato al successo professionale. Un atleta può conquistare vittorie in campo mentre sta perdendo la battaglia più importante nella sua vita privata.Il tennis, con i suoi lunghi viaggi solitari, la pressione costante e la natura implacabilmente individuale della competizione, rappresenta un terreno particolarmente fertile per l’isolamento emotivo. Ogni settimana presenta una nuova sconfitta potenziale, con un sistema di punteggio che penalizza brutalmente anche i migliori giocatori del mondo.
    La decisione di Gómez di condividere pubblicamente la sua vulnerabilità rappresenta un gesto di coraggio forse superiore a qualsiasi impresa sportiva. In un ambiente che spesso celebra la forza mentale come sinonimo di impenetrabilità emotiva, ammettere di lottare con pensieri suicidi infrange un tabù potente.
    Ecco le sue parole: “Caro tennis… Lo sport che mi ha dato tutto e allo stesso tempo mi ha tolto tante altre cose. Sento di aver toccato il fondo, ma allo stesso tempo voglio aggrapparmi a questa situazione per prendere slancio e spingermi verso l’alto per tornare in superficie. Non sono riuscito a parlarne con nessuno, quindi ho cercato l’opzione migliore secondo me. Questo forse sorprenderà molti, ma il 2024 è stato senza dubbio il miglior anno della mia carriera tennistica, ma allo stesso tempo, il peggiore a livello personale, e quest’ultimo periodo non ha fatto eccezione.
    Gli ultimi 6 mesi sono stati tra i più duri che ho dovuto vivere come essere umano. Convivere con pensieri di abbandonare completamente il tennis, di chiedermi veramente se tutto questo valga davvero la pena e persino, in diverse occasioni, pensieri suicidi di non voler più vivere e lasciare questo mondo, che mi è molto difficile esprimere, ma volevo che lo sapeste così che possiate capire azioni o comportamenti che ho avuto in quest’ultimo periodo, e questo cerca di spiegare un po’ questo.Mi costa molto scrivere tutto questo senza piangere a più non posso, ma credo che sia la decisione migliore che potevo prendere in questo momento per togliermi questo grande peso che sento addosso e che mi divora la mente 24/7. Non scrivo tutto questo cercando un minuto di fama, ma lo faccio perché sappiate e capiate che tutti abbiamo lotte interne che stiamo vivendo nonostante non vengano mostrate o siano nascoste nella quotidianità.
    Spero che dopo essermi aperto un po’ (cosa che mi costa tanto) possa sentirmi un po’ meglio con me stesso e poter vivere un po’ più in pace facendo ciò che amo, che è giocare a tennis. Sono grato di avere le persone che mi circondano e che cercano di tirare fuori il meglio di me, anche se questo è un compito molto difficile. Cercherò di ritrovare quella gioia naturale che mi caratterizzava e soprattutto di sentirmi bene con me stesso, sapendo che “va bene non stare bene”. Come ho detto prima, mi provoca un dolore enorme aprirmi in questo modo, ma sentivo la necessità di raccontarvi un po’ della mia situazione. Continuo a cercare la mia versione migliore. Lavorerò per cercare quel benessere emotivo che una volta ho provato.Saluti, El gordo Gomez.”
    Forza Federico, il tuo coraggio ispira ben oltre i confini di un campo da tennis.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas trionfa a Dubai: Djokovic lo celebra con ironia sui social

    Stefanos Tsitsipas GRE, 12-08-199 – Foto Getty Images

    Stefanos Tsitsipas ha finalmente conquistato il titolo dell’ATP 500 di Dubai, il suo primo trionfo in questa categoria dopo aver perso tutte le 11 finali disputate fino ad ora. Alla dodicesima occasione, il tennista greco è riuscito finalmente a spezzare la maledizione e alzare un trofeo che gli assegna 500 punti in classifica.

    La vittoria del greco non è passata inosservata nel mondo del tennis, e ha suscitato anche la reazione divertente di Novak Djokovic. Il campione serbo ha infatti lasciato un simpatico commento sul suo account Instagram per congratularsi con Stefanos: “Nessuno può battere Stefanos Tsitsipas 12 volte in un ATP 500!”, ha scritto Djokovic con evidente ironia.Il messaggio del serbo, che aveva sconfitto proprio Tsitsipas nella finale di Dubai nel 2020, si ispira chiaramente alla celebre frase pronunciata da Vitas Gerulaitis dopo aver finalmente battuto Jimmy Connors nel 1980, interrompendo una striscia di 16 sconfitte consecutive: “Nessuno batte Vitas Gerulaitis 17 volte di fila”. Una citazione diventata leggendaria nel mondo del tennis, che Djokovic ha brillantemente adattato alla situazione di Tsitsipas.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Il figlio di Agassi e Graf convocato dalla nazionale tedesca di baseball

    Il figlio di Agassi e Graf convocato dalla nazionale tedesca di baseball

    Sembrava destinato a diventare un tennista professionista, essendo nato dall’unione di due dei migliori giocatori della storia, ma fin da quando era bambino si è capito che il percorso di Jaden Agassi avrebbe preso un’altra direzione. Il figlio di Andre Agassi e Steffi Graf è stato convocato dalla nazionale tedesca di baseball per disputare le qualificazioni ai Campionati Mondiali, un impulso indiscutibile alla sua carriera sportiva.Jaden, che ha scelto di seguire la sua passione per il baseball anziché le orme dei genitori nel tennis, vede così premiato il suo impegno con questa importante convocazione che rappresenta un passo significativo nel suo sviluppo come atleta.
    Nonostante il peso di un cognome che nel mondo del tennis equivale a vera e propria nobiltà sportiva – con un padre vincitore di otto titoli del Grande Slam e una madre che ne ha conquistati ben ventidue – il giovane Agassi ha sempre mostrato determinazione nel costruirsi un’identità sportiva propria e indipendente.
    La scelta della nazionale tedesca si lega naturalmente alle origini della madre, Steffi Graf, leggenda del tennis teutonico, e offre a Jaden l’opportunità di rappresentare a livello internazionale il paese d’origine materno in uno sport completamente diverso da quello che ha reso celebri i suoi genitori.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Piatti confessa: ‘La mia visione era un Sinner capace di battere Djokovic”

    Jannik Sinner nella foto con Riccado Piatti (2020)

    In un’intervista esclusiva rilasciata a Tennis Majors dal suo centro di Bordighera, Riccardo Piatti – il guru italiano che ha plasmato alcuni dei più grandi talenti del tennis mondiale – svela i segreti del suo metodo, la visione dietro la costruzione dei campioni e il rapporto speciale con Jannik Sinner.
    La filosofia di un maestro: costruire per il futuro“Ho inaugurato il centro nel 2017 come incarnazione dell’approccio che ho sviluppato nell’arco della mia vita,” rivela Piatti con la tranquillità di chi ha dedicato l’esistenza a un’idea. “Desideravo creare uno spazio dedicato primariamente all’insegnamento del tennis e alla costruzione metodica del gioco dei giovani talenti. È questa l’essenza che mi appassiona: forgiare fondamenta solide per i futuri professionisti.”Il maestro comasco, che ha guidato campioni del calibro di Novak Djokovic, Maria Sharapova, Ivan Ljubicic e Milos Raonic, considera la prospettiva a lungo termine e la pazienza come pietre angolari del suo approccio. “Con i giovani si ha il tempo necessario per lavorare profondamente e si può costruire un’architettura tecnica e mentale su cui potranno prosperare, con o senza la mia presenza,” afferma il 66enne, che continua a privilegiare il processo evolutivo rispetto ai successi immediati.
    L’ingegneria dei campioni: costruire per superare i dominatoriLa rivelazione più affascinante dell’intervista riguarda la strategia adottata con Sinner: “Quando allenavo Jannik, avendo già lavorato con Djokovic in passato, il mio obiettivo specifico era progettare un giocatore capace di battere Nole. Studiavo minuziosamente ogni aspetto del gioco di Djokovic, e questa osservazione analitica ha guidato lo sviluppo del tennis di Jannik.”Secondo Piatti, l’evoluzione del tennis segue una logica darwiniana: “Alcaraz e Sinner sono stati concepiti tecnicamente avendo come bersaglio Nadal e Djokovic. Il prossimo passo evolutivo sarà identificare e plasmare un giovane talento che tra otto o dieci anni possa sovvertire il dominio di Alcaraz e Sinner.”Sul confronto tecnico tra il suo ex allievo e il campione serbo, Piatti è sorprendentemente diretto: “Se analizziamo Sinner in rapporto a Djokovic, possiamo rilevare una meccanica e una mobilità simili, ma i colpi di Jannik hanno ora una potenza superiore. Naturalmente, Nole è in una fase diversa della carriera, ma ritengo che Jannik abbia sviluppato un plus significativo in questo aspetto.”
    Il percorso con Sinner: dalla costruzione alla separazioneParlando del numero 1 del mondo, Piatti svela un retroscena significativo: “Due anni prima della nostra separazione, comunicai a Jannik che una volta raggiunto un certo livello, avrei ritenuto opportuno affiancarlo con altre figure tecniche. Ma prima doveva completare la sua formazione,” racconta con un sorriso che rivela quanto quel percorso sia stato pianificato.“Contemplo con immensa soddisfazione gli otto anni di lavoro condiviso. Abbiamo sempre mantenuto una chiarezza cristallina sugli obiettivi,” prosegue Piatti. “Nel 2021, quando era già numero 9 al mondo, continuavo a spiegargli che in quella fase gli errori erano parte integrante del processo: l’unico vero fallimento sarebbe stato ripetere lo stesso errore. Era un aspetto cruciale della sua educazione tennistica.”Sulla separazione, il tecnico dimostra una serenità rara nel mondo dello sport professionistico: “Ha effettuato una scelta eccellente, particolarmente nell’ingaggiare Darren Cahill. Anche il resto del team sta svolgendo un lavoro pregevole. Questi passaggi fanno parte del naturale ciclo professionale, non rappresentano problematiche.”
    La squalifica di SinnerRiguardo all’attuale situazione di Sinner e alle reazioni del circuito alla sua squalifica, Piatti offre uno spaccato della psicologia del tennis professionistico: “Conosco intimamente le dinamiche tra i giocatori. La coesione totale è un’utopia in questo ambiente. Non sono affatto sorpreso dalle reazioni. La mentalità del tennista è prevedibile: quando una problematica riguarda loro stessi, è una catastrofe; quando colpisce un rivale, diventa relativizzabile. È la natura intrinseca di uno sport individuale.”Con la visione strategica che lo contraddistingue, Piatti identifica un potenziale vantaggio nella pausa forzata di Sinner: “Nel contesto dell’attuale calendario, dove il recupero fisico e mentale è diventato problematico, specialmente dopo lo sforzo degli Australian Open, questa interruzione potrebbe rivelarsi provvidenziale. Jannik ha ora l’opportunità di ricalibrare la sua preparazione specificamente per conquistare gli altri tre Slam stagionali.”
    Il rinascimento del tennis italiano e le prospettive futureSul boom del tennis italiano, Piatti offre un’analisi lucida: “Il successo attuale non è sorprendente; era la precedente assenza di risultati ad essere anomala. L’Italia può nuovamente competere alla pari con le altre potenze europee. Ma è importante contestualizzare: parliamo dell’Italia con enfasi perché oltre ad avere una buona densità di giocatori, abbiamo la fortuna di avere Sinner. Senza di lui, il nostro livello complessivo sarebbe comparabile a quello della Francia, cui manca solo una figura di vertice assoluto.”Per il futuro del suo centro, Piatti definisce una missione chiara: “Il mio obiettivo è vedere un flusso crescente di professionisti emergere da questo ambiente, giovani che dopo un percorso di tre-quattro anni possano affermarsi nel circuito mondiale. Questo rappresenterebbe il vero successo della nostra metodologia.”A chi aspira a intraprendere la carriera di coach, Piatti lascia un messaggio di disarmante semplicità e profondità: “Amate questo sport. Coltivate una passione autentica per il tennis.” Una filosofia essenziale ma potente che ha orientato una delle carriere più influenti nella storia del coaching tennistico mondiale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Carlos Alcaraz a Porto Rico: tra esibizione con Tiafoe e riflessioni sul futuro del tennis

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Carlos Alcaraz è arrivato a Porto Rico, dove questo fine settimana è in programma un match di esibizione con Frances Tiafoe. È la prima volta che il murciano mette piede sul territorio portoricano, il che rende l’evento ancora più speciale. Tuttavia, “Carlitos” lo affronterà come un allenamento interessante in vista dei tornei di Indian Wells e Miami, perfezionando i dettagli del suo gioco, ma sempre con il divertimento che entrambi i giocatori sanno regalare ovunque vadano.Durante il suo soggiorno, Alcaraz ha rilasciato diverse interviste ai media locali, condividendo alcuni pensieri sulla sua vita dentro e fuori dal tennis. L’ex numero 1 del mondo è diventato un vero e proprio idolo delle masse che, insieme a Jannik Sinner, ha il 99% delle possibilità di dominare il circuito nei prossimi anni. Inoltre, questo momento coincide con l’addio di Roger Federer e Rafael Nadal, con Novak Djokovic che sta esaurendo le sue ultime energie.
    Ci saranno dei nuovi ‘Big 3’?“È complicato. Loro hanno posto l’asticella del tennis e di ciò che si può fare a un livello stratosferico. Ci sono molti giocatori capaci di vincere ‘grand slam’, di battere i migliori. Giovani, e mi includo, che possono davvero lottare per grandi obiettivi. Ma arrivare al punto di quella rivalità tra Rafa, Federer e Djokovic, beh, questo sarà praticamente impossibile da ripetere. Avremo le nostre battaglie; io avrò le mie battaglie con grandi giocatori, ma una rivalità come la loro sarà praticamente impossibile”, ha dichiarato al quotidiano “El Nuevo Día”.
    Esternare le emozioniOvunque vada, il murciano viene inevitabilmente interrogato su queste grandi leggende del tennis, poiché i suoi successi fanno pensare che sia in grado di raggiungere traguardi altrettanto importanti. Ad esempio, una medaglia d’oro alle Olimpiadi. Alla sua prima partecipazione lo scorso anno si è aggiudicato l’argento dopo essere stato sconfitto da Djokovic. E tutti ricorderemo quelle immagini di Carlitos quasi incapace di parlare nell’intervista successiva a causa delle lacrime. Tuttavia, lo spagnolo ha già dimostrato in più di un’occasione che queste sconfitte (se così possiamo chiamarle, perché vincere una medaglia d’argento non è certo un fallimento) non servono ad altro che a rafforzarlo mentalmente.
    In un’intervista per il canale YouTube “MoluscoTV”, il numero 3 del mondo ha condiviso una profonda riflessione sulla pressione e sulla gestione delle emozioni dopo quell’episodio a Parigi 2024. “È stato un momento difficile perché alla fine il mio obiettivo dall’inizio dell’anno era vincere la medaglia d’oro. E quella settimana sentivo come la necessità di farlo. Alla fine può essere un pensiero errato avere la necessità di fare qualcosa. In quel momento in cui non ci sono riuscito…Ovviamente, dopo una sconfitta, 10/15 minuti dopo un obiettivo che non hai potuto raggiungere è difficile mettere tutto in prospettiva. E in quel momento ho pensato di aver deluso il mio paese e gli spagnoli per non aver conquistato quella medaglia d’oro che tutti si aspettavano. E per questo la reazione di lasciar andare i miei sentimenti. Parlare alle telecamere, esprimermi in quel momento e mostrare al paese e al mondo come mi sentivo credo fosse necessario”, ha detto un Alcaraz che sta maturando a passi da gigante.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    La Milanino Academy alza ancora l’asticella: al servizio dei giovani anche l’esperienza di Davide Pontoglio

    Davide Pontoglio, ex tennista professionista bresciano e oggi coach, ha iniziato un progetto con i giovani della Milanino Academy (foto GAME)

    Fra le realtà tennistiche della provincia di Brescia che si stanno evolvendo sempre più e sempre meglio, il Milanino Sporting Club ha un ruolo in primo piano. Lo dicono i passi avanti, in termini di sviluppo dei progetti, fatti negli ultimi mesi dalla realtà di Villanuova sul Clisi, da quando lo scorso ottobre è stata lanciata la nuova Milanino Academy che punta a formare i tennisti del futuro. Un gruppetto di giovani atleti sui quali è stato costruito un percorso ambizioso, sia per la parte tecnica sia per altri due aspetti cardine come preparazione atletica e mentale. Da un lato a curare il progetto c’è un professionista di rilievo come il preparatore Matteo Trovati, dall’altro la dott.ssa Stefania Franzoni, presente un paio di volte al mese a sostegno dei ragazzi. “Stiamo cercando di offrire ai giovani tutti gli strumenti necessari per accelerare il loro percorso di crescita – dice il tecnico nazionale Simon Flood, direttore del progetto Academy –, lavorando con accuratezza nei minimi dettagli. Ci aspettiamo molto da loro, e siamo i primi a essere molto motivati verso un continuo sviluppo”. La prova è nei fatti, visto che l’ultima mossa riguarda la collaborazione stretta con l’ex giocatore “pro” Davide Pontoglio, già campione italiano di seconda categoria e uno dei tennisti bresciani di maggior rilievo degli ultimi anni, oggi allenatore della moglie Yuliana Lizarazo, colombiana n.682 Wta ma con trascorsi nelle prime 350. Pontoglio è a disposizione degli atleti dell’Academy per un giorno alla settimana, nel ruolo di sparring per gli allenamenti e di consulente dei giovani.
    “La nostra intenzione – dice ancora Flood – era di alzare ulteriormente l’asticella per quanto riguarda il supporto ai ragazzi. Crediamo che Davide possa rappresentare un punto di riferimento, sia per stimolarli nel loro percorso, sia per dare un supporto a livello tattico e di programmazione. Il tutto anche nell’ottica dell’avvicinamento degli atleti di punta all’attività internazionale giovanile”. È quello il naturale prolungamento della costante crescita del quartetto di ragazze di seconda categoria formato da Nicole Scalvini, Viola Keller, Eleonora Cucchi e Viola Cucchi, più l’under 14 Giorgia Munaro (3.4 e recente vincitrice di due tornei, a Padova e Carpenedolo) e Lorenzo Burato, fra i migliori dieci under 12 d’Italia. Senza dimenticare il 21enne Francesco Testori, 2.7 di grandi ambizioni. “Recentemente – dice ancora Flood – abbiamo proposto ai ragazzi un questionario di autovalutazione tecnica, tattica, fisica, mentale e anche motivazionale. Un’idea nata con l’obiettivo di ascoltarli, studiare le loro opinioni e provare a migliorarne il percorso. Tutti stanno lavorando molto bene, preparandosi in vista della fase più intensa della stagione agonistica (dalla primavera in avanti, ndr), ma c’è sempre modo di fare ancora meglio”. Particolarmente apprezzati i quesiti a livello motivazionale, proposti dal presidente Nico Maietta sulla falsariga di quanto avviene a livello aziendale: un modo per individuare spunti utili per valorizzare l’esperienza dei ragazzi all’interno del club, e accrescere ulteriormente la qualità dell’offerta. Il tutto anche nell’ottica di avvicinare nuovi giocatori alla Milanino Academy, così come a una scuola tennis che continua a svilupparsi di pari passo, ma senza perdere di vista gli aspetti ludici e sociali dell’insegnamento. LEGGI TUTTO