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    Galarneau, settimana da incorniciare a Toronto nonostante la sconfitta con Cobolli: “Orgoglioso della mia prima vittoria ATP”

    Alexis Galarneau nella foto – Foto getty images

    Nonostante la sconfitta contro Flavio Cobolli nel secondo turno del Masters 1000 di Toronto (6-4, 5-7, 6-4), Alexis Galarneau lascia il torneo con la consapevolezza di aver vissuto una delle settimane più significative della sua carriera. Dopo aver conquistato la sua prima vittoria in un main draw ATP, il canadese si è arreso solo al termine di una battaglia di oltre due ore, ma ha confermato coraggio e una grande capacità di lottare anche nei momenti di difficoltà.
    “Settimana positiva, sono orgoglioso di quanto fatto”, ha dichiarato Galarneau in conferenza stampa. “È stata un’esperienza davvero bella tornare qui a Toronto e finalmente vincere la mia prima partita nel tabellone principale. Sono orgoglioso di questo, così come della voglia messa in campo oggi. Credo di aver giocato bene e porto con me tanti aspetti positivi da questa settimana”.
    Ripercorrendo i momenti chiave della sfida con Cobolli, il canadese ha individuato nel rientro in campo dopo la sospensione per pioggia il momento in cui la partita è scivolata dalle sue mani: “Non sono rientrato in campo come avrei voluto dopo la pausa. Forse potevo gestire meglio la situazione, essere più pronto e attivo subito, ma farò tesoro di questa esperienza. Poi, sul 4-4 del terzo set, avanti 30-0, ho giocato un punto un po’ superficiale e da lì si è complicato tutto. Contro avversari di questo livello non puoi permetterti di lasciar scappare occasioni così”.
    La prima gioia ATP e il sostegno del boxGalarneau ha raccontato anche le emozioni del lunedì sera, quando ha conquistato la prima storica vittoria ATP davanti a un box pieno di veterani e amici: “Averli lì è stato fantastico, mi hanno dato energia e consigli. Anche oggi c’era Vasek Pospisil in tribuna, sono davvero circondato da persone che sanno come si gestiscono le situazioni e i tornei. Ho sentito tutto il loro supporto”.Riguardo alla tanto attesa prima vittoria nel main draw, Galarneau ha ammesso che non era un pensiero fisso, “ma quando arriva questo torneo inevitabilmente ci pensi, vuoi raggiungere certi traguardi. Ottenerla è stato un sollievo, anche se durante l’anno non ci pensavo troppo”.
    Niente grandi festeggiamenti, c’è ancora il doppio… e forse una cena specialeIl sogno di Toronto non è ancora finito: “Devo essere pronto per il doppio, quindi niente festeggiamenti per ora. Dopo il torneo magari uscirò a cena con il team, oppure sarà mia mamma a cucinare qualcosa di buono a casa. Vedremo, sarà comunque divertente”.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Gabriel Diallo, la nuova speranza canadese sogna il colpo a Toronto: “Sto crescendo, voglio imparare a gestire la pressione”. Un’ascesa costruita tra NCAA e circuito maggiore

    Gabriel Diallo nella foto – Foto getty images

    Salto di qualità improvviso e meritatissimo per Gabriel Diallo, che nel 2025 sta vivendo la stagione della consacrazione tra i grandi del tennis mondiale. A soli 23 anni, il canadese è già entrato tra i migliori del circuito, ha festeggiato il suo primo titolo ATP (ad Hertogenbosch) e si presenta al Masters 1000 di Toronto con l’ambizione di diventare profeta in patria.
    Un’ascesa costruita tra NCAA e circuito maggioreDiallo si è imposto all’attenzione del grande pubblico grazie alle sue prestazioni da protagonista anche nei tornei più prestigiosi, come i quarti di finale raggiunti a Madrid. Il suo tennis aggressivo, giocato da una “torre” di quasi due metri ma con una sorprendente agilità da fondo campo, gli ha già guadagnato stima e rispetto.
    Nella lunga intervista concessa ad atptour.com, Gabriel riflette sul momento che sta vivendo:“Il tennis richiede una forza mentale enorme. Ritrovarmi in una situazione per me nuova, come quella di essere testa di serie in un grande torneo, mi costringe ad avere un approccio diverso. So che dovrò imparare a gestire queste nuove pressioni. Sento che sto andando nella direzione giusta, ma percepisco anche la pressione delle aspettative, sia mie che di chi mi segue”.
    Diallo ha scelto un percorso atipico per il professionismo, decidendo di passare quattro anni alla NCAA, difendendo i colori dell’Università del Kentucky. Un’esperienza che lo ha formato sia come tennista che come persona:“È stata la miglior decisione che potessi prendere. Ho imparato moltissimo, e giocare per la tua università ti mette addosso una pressione fortissima perché giochi per i tuoi compagni, per i coach, per tutta la comunità. Lo sport universitario negli Stati Uniti è davvero una questione di vita o di morte: tutto quello che ho vissuto nella NCAA mi sta aiutando a stabilizzarmi tra i pro”.
    Obiettivi e ambizioni“Mi vedo in un processo di crescita costante: anche alcune sconfitte mi aiutano a capire che sto lavorando nella direzione giusta. Sono migliorato molto sotto il profilo tecnico e tattico, e voglio continuare a lavorare sodo per migliorare ogni giorno” ha concluso Diallo.
    Il Masters 1000 di Toronto potrebbe essere l’occasione giusta per un altro salto: Gabriel ci arriva con aspettative importanti, sia sue che del pubblico canadese. E ora sogna un grande exploit proprio davanti ai suoi tifosi, consapevole di essere ormai uno dei nomi più interessanti del futuro – e del presente – del tennis mondiale.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Arthur Fils, dopo l’incubo-infortunio: “Felice di tornare, ma ci vorrà tempo per ritrovare il mio miglior tennis”

    Arthur Fils FRA, 2004.06.12 – Foto Getty Images

    Il 29 maggio 2025 resterà una data indelebile nella carriera di Arthur Fils: quel giorno, a Roland Garros, il giovane francese regalava al pubblico di Parigi una vittoria epica in cinque set contro Jaume Munar, centrando l’accesso al terzo turno dopo una battaglia di oltre quattro ore. Un’impresa però arrivata a caro prezzo: già durante il match, Fils accusava forti dolori alla schiena, che di lì a poco si sarebbero trasformati in una vera e propria lesione, costringendolo al ritiro dallo Slam di casa e a rinunciare a tutta la successiva stagione sull’erba.
    Due mesi dopo quel giorno, Fils – oggi numero 21 del mondo – è finalmente pronto a rimettersi in gioco. “Sto bene, mi sento al 100% – ha raccontato in un’intervista all’ATP – ma voglio andarci con cautela, perché so bene che gli infortuni alla schiena possono essere molto pericolosi e non voglio rischiare ricadute”. Il rientro non sarà dei più semplici: all’ATP Masters 1000 di Toronto lo attende subito un esame impegnativo contro Pablo Carreño Busta.
    La gioia del ritorno (tra amici e realtà)“Sono molto contento di essere tornato – ha spiegato Fils – mi mancavano i miei amici del circuito, non li vedevo da tanto tempo. In questi due mesi sono cambiate molte cose, ero in forma prima dell’infortunio, giocavo davvero bene. Ora torno, mi sento in forma ma non sto ancora giocando il mio miglior tennis. Però è molto bello essere di nuovo qui, lo sto davvero apprezzando”.Nei giorni di lontananza dal Tour, Fils ha riscoperto la vita di tutti i giorni: “Quando non sono in giro per il circuito, ho un’altra vita: amici della mia città, la famiglia, le cose normali… Ma rivedere le facce conosciute del tennis come Monfils, Shelton o Davidovich è speciale, è bello tornare e reinserirsi in questo ambiente”.
    La ripresa passo dopo passoIl percorso di recupero non è stato privo di ostacoli, soprattutto dal punto di vista mentale: “Quando ho ripreso in mano la racchetta ero emozionato, ma dopo cinque minuti già mi ero arrabbiato… è il tennis (ride). Comunque ora sono dieci giorni che mi alleno sul serio e sento che il livello sta migliorando giorno dopo giorno, quindi sono fiducioso”.
    Obiettivi? Solo tornare a competereFils non si pone particolari aspettative per questo rientro: “Voglio solo tornare a competere e godermi la sensazione di stare in campo, sentire il pubblico che urla il mio nome e provare a fare del mio meglio. Non so quanto tempo mi servirà per tornare una vera minaccia per tutti, ma la cosa più importante è essere di nuovo qui”.
    Dopo due mesi difficili, il giovane francese può finalmente tornare a sorridere. Il circuito, e i tifosi, lo aspettano.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Ivanisevic risponde a Mouratoglou: “Se ha qualcosa da dirmi, che mi chiami. Meglio che non dica cosa penso di lui”

    Goran Ivanisevic nella foto – Foto Getty Images

    Dopo un luglio letteralmente incandescente, tra la breve collaborazione con Stefanos Tsitsipas, le polemiche sulla condizione fisica del greco, l’eliminazione precoce a Wimbledon e il conseguente divorzio lampo, Goran Ivanisevic si trova ora protagonista di un nuovo scontro, stavolta con Patrick Mouratoglou.
    Tutto è partito dalle recenti dichiarazioni del coach francese, che ha criticato aspramente Ivanisevic per aver espresso pubblicamente giudizi molto severi sul fisico di Tsitsipas: “Ha sbagliato, sono cose che si discutono in privato, non davanti ai media”, aveva dichiarato Mouratoglou, abituato a non mandarle a dire.
    La replica di Ivanisevic non si è fatta attendere, ed è arrivata in un’intervista rilasciata ad Anna Chakvetadze: “Se ha qualche problema con me, che mi chiami. Non vado certo in giro a dire cosa penso di lui. Anzi, è meglio che non dica quello che penso di lui”.Un botta e risposta che infiamma ulteriormente l’estate del circuito, già ricca di tensioni e cambiamenti tra allenatori e giocatori di primo piano. Ivanisevic, fedele al suo stile diretto e senza filtri, chiude così la porta a ogni polemica pubblica con Mouratoglou, ma il messaggio è chiaro: “Meglio non aggiungere altro”.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Fernandez delusa dopo la sconfitta a Montreal: Avevo ricevuto delle promesse sulla programmazione, pensavo di giocare la sessione serale, ma così non è stato. Ci sono forse delle questioni politiche dietro questa scelta, ma mi ha fatto male”

    Leylah Fernandez nella foto – Foto getty images

    Leylah Fernandez esce di scena prematuramente dal torneo di casa a Montreal, sconfitta in due set (6-4, 6-1) da Maya Joint, e non nasconde la propria delusione nella conferenza stampa post-partita. La canadese, reduce da giorni intensi e con un programma non semplice da gestire, ha raccontato con onestà le proprie sensazioni dopo una prova incolore.
    “Non ho pensieri… è stata una partita dura”“La verità? Non ho pensieri”, ha esordito Leylah con un sorriso amaro. “È stata una partita dura. Maya ha giocato in modo incredibile, molto solida fin dall’inizio. Io, purtroppo, non sono riuscita a fare lo stesso. Questo è quello che sento a caldo”.
    La stanchezza e la delusione per la programmazioneFernandez ha spiegato come il breve intervallo tra un match e l’altro abbia pesato: “Sì, il poco tempo tra una partita e l’altra ha influito. Avevo ricevuto delle promesse sulla programmazione, pensavo di giocare la sessione serale, ma così non è stato. Ci sono forse delle questioni politiche dietro questa scelta, ma mi ha fatto male. Ci tenevo a giocare di sera.”Nonostante tutto, Leylah non ha risparmiato un pensiero positivo per il pubblico: “È stato bellissimo sentire il supporto della gente, l’energia del pubblico mi ha scaldato il cuore, mai provato qualcosa del genere. Sono onorata di aver giocato di nuovo a Montreal.”
    La pressione di giocare in casaSul tema della pressione legata al giocare nella propria città, la canadese è stata lucida: “Sì e no. Ho già giocato qui e me la sono sempre cavata bene. Ma oggi il mio livello non era quello che avrei voluto. Forse la fatica, il poco tempo di recupero e la pressione che mi sono messa addosso hanno pesato. Non la pressione del pubblico o del fatto di essere a casa, ma proprio quella che mi sono imposta da sola. E la stanchezza mentale non aiuta.”
    Leylah Fernandez lascia Montreal con un pizzico di amarezza, ma anche con la consapevolezza di aver ricevuto un abbraccio speciale dalla sua gente: “È sempre un onore giocare qui. Tornerò, pronta a dare di più.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Rune parte bene a Toronto e parla di Agassi, Anisimova e futuro: “Mi sento pronto a sfidare i migliori. Agassi non sarà il mio coach fisso e non verrà ai tornei”

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Esordio positivo per Holger Rune al Masters 1000 di Toronto, dove il giovane danese ha superato in due set (7-6, 6-3) il francese Giovanni Mpetshi Perricard, avversario ostico dotato di un servizio potente e di poche concessioni nei turni di risposta. Al termine della partita, Rune si è presentato in conferenza stampa, regalando molti spunti interessanti tra analisi tecnica, riflessioni sulla nuova collaborazione con Andre Agassi e la scelta di giocare il doppio misto con Amanda Anisimova agli US Open.
    “Sfida difficile, ma ho servito al meglio”“Sapevo che sarebbe stato un match complicato: lui serve molto forte e concede pochissimo ritmo. Ho dovuto concentrarmi moltissimo sui miei turni di battuta e aspettare le poche occasioni che potevano arrivare in risposta,” ha raccontato Rune. “Nel primo set quasi impossibile strappargli la battuta, tirava la prima al 75%. Alla fine l’ho portato al tie-break e lì ho fatto la differenza. Nel secondo ho avuto più chance e credo di essere stato molto solido quando contava. Sono soddisfatto, soprattutto per come ho servito oggi, forse come non mi riusciva da tanto tempo”.
    Alcaraz, Sinner e… Rune: “Posso raggiungere il loro livello”Impossibile non affrontare il tema caldo del circuito: il dominio di Alcaraz e Sinner. Rune, però, non ci sta a sentirsi escluso dal discorso: “La differenza più grande sta nella loro capacità di mantenere sempre un livello altissimo e costante. È qualcosa di davvero difficile, ma credo che pochissimi giocatori – e io mi considero tra questi – abbiano le armi per batterli quando giocano al meglio. L’ho già dimostrato in passato. Sono loro i rivali che voglio affrontare nelle grandi finali, e più spesso ci arriverò, più crescerà anche il mio livello”.
    Lavorare con Andre Agassi: “Una visione unica”Grande curiosità per la recente collaborazione con Andre Agassi, leggenda assoluta del tennis mondiale: “Ci siamo sentiti dopo il Roland Garros, abbiamo parlato a lungo e deciso di passare insieme qualche giorno di allenamento. Ovviamente in tre giorni non cambi la vita di un tennista, ma mi ha dato spunti preziosi sul mio gioco, sul servizio in particolare. Non sarà il mio coach fisso, non verrà ai tornei, ma restiamo in contatto e ascoltare la sua opinione per me è stato molto importante. Ha una visione del tennis incredibile, e chiaramente la sua carriera parla da sola”.
    Mixed doubles con Anisimova agli US OpenSpazio anche a una novità interessante: la partecipazione al doppio misto agli US Open con Amanda Anisimova. “Penso sia una bellissima idea da parte degli organizzatori. Di solito i top player non giocano il doppio misto perché si svolge durante la seconda settimana, ma spostarlo alla settimana di qualificazione lo rende molto più accessibile. Amanda è una grande giocatrice, ha fatto la finale a Wimbledon, e sono felice di condividere il campo con lei. In realtà non so neanche chi abbia chiamato chi (ride), sarà stato il lavoro degli agenti, ma sono contento della scelta”.
    Tennis, auto e personalitàNon poteva mancare una domanda su un curioso episodio fuori dal campo, la famosa Porsche 911 acquistata prima ancora di prendere la patente dopo aver visto Djokovic guidarne una: “Sì, è vero, ma oggi in campo sono stato più Porsche controllata che sportiva al massimo! Ho giocato in maniera aggressiva, ma senza eccessi, prendendo le decisioni giuste”.
    Sull’importanza di Lars Christensen e il richiamo al passatoRune non dimentica chi l’ha portato a questi livelli: “Lars è il mio coach da sempre, ha un ruolo fondamentale nella mia crescita e nulla cambierà in questo senso. Ogni tanto, però, è utile avere occhi diversi che ti diano qualche consiglio, per questo ho cercato Agassi. Adoro la sua visione e le sue qualità a rete e in risposta, mi ci rivedo in alcune cose”.E sulla musica, dopo una domanda curiosa su Lars Ulrich e la storia del tennis danese: “Sono di un’altra generazione, conosco poco la storia, ma prometto che mi informerò! Mi piace comunque ascoltare la musica di ieri, molte cose di oggi sono remix del passato”.
    Rune tornerà in campo per cercare conferme e nuovi stimoli, forte di una convinzione sempre più solida: per arrivare tra i grandi, bisogna affrontarli e batterli. Il Masters 1000 di Toronto potrebbe essere il primo passo di un’estate da protagonista.
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    Kudermetova rivela: “Rune mi ha scritto, ma gli ho detto che sono troppo grande per lui”

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    Veronika Kudermetova ha raccontato un aneddoto curioso e, a tratti, divertente durante un podcast condotto dall’ex tennista Elena Vesnina. La giocatrice russa, oggi 28enne, ha infatti svelato di aver ricevuto diversi messaggi da Holger Rune, giovane talento danese del circuito ATP, che sembravano andare oltre la semplice amicizia.
    “Gli ho detto chiaramente che sono troppo grande per lui”, ha spiegato Kudermetova, “e che se avesse guardato il mio Instagram avrebbe capito subito che sono sposata.” La russa, il cui marito ha attualmente 41 anni, ha raccontato di aver liquidato con fermezza le avances di Rune. “Lui si è subito scusato – ha aggiunto ridendo – e da quel momento, quando ci incrociamo nei tornei, non mi saluta nemmeno più!”
    L’episodio, stando alle parole di Kudermetova, sarebbe avvenuto di recente, nonostante Rune sia noto per avere una relazione con la modella Carolina Donzella. La storia ha subito fatto il giro del web, suscitando ilarità e qualche sorpresa nel circuito.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Maxime Cressy si prende una pausa dal tennis: “Mi fermo finché non guarisco”

    Maxime Cressy nella foto – Foto getty images

    Che fine ha fatto Maxime Cressy? Una domanda legittima per chi segue il tennis con attenzione e ricorda il suo stile di gioco unico, i serve&volley a raffica e una rapida scalata fino alle soglie della top30 mondiale. L’americano, classe 1997, era arrivato persino a disputare una finale ATP contro Rafael Nadal e a togliersi qualche soddisfazione nei grandi tornei. Poi, da metà 2023, un silenzio che in tanti avevano notato.
    La causa è una fastidiosa e persistente lesione alla schiena che lo ha progressivamente tenuto lontano dai campi, impedendogli di competere con continuità e di difendere i punti conquistati. Ne è seguita una discesa verticale nel ranking, fino ad uscire dalla top600 ATP. Da qui la decisione, maturata anche per ragioni psicologiche, di mettere in pausa la propria carriera.
    Cressy ha comunicato il suo stop attraverso un messaggio sui social:“Ho deciso di prendermi una pausa dal Tour per il momento, per concentrarmi sulla guarigione della schiena. Era la scelta giusta dopo aver giocato a lungo con il dolore. Spero di potermi riprendere completamente e tornare in campo.”
    Una scelta saggia, dopo mesi passati a forzare e ad accumulare frustrazione, con i primi segnali di stanchezza mentale oltre che fisica. In tanti, sui social e tra gli addetti ai lavori, gli hanno augurato di rimettersi presto e di poter tornare protagonista. Maxime Cressy, 28 anni appena compiuti, ha ancora tempo per riprendersi e tornare a divertire con il suo tennis d’altri tempi.Oggi, però, la priorità è la salute.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO