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    DS 9 E-Tense, prezzo da 55.200 euro per l'arrivo in Italia

    L’ammiraglia francese approda finalmente sul mercato italiano. DS 9 E-Tense, la grande berlina lunga 4,93 metri, ha un prezzo di partenza di 55.200 euro. Offerta solo con powertrain ibridi, a partire dal prossimo aprile sarà nei saloni del Marchio di lusso di PSA.

    Cinque i colori esterni: Bianco Perla, Blu Imperiale, Grigio Artense, Grigio Cristallo e Nero Perla.
    Il modello disponibile sarà nella versione PHEV, dotata di motore a benzina 1.6 turbo da 180 cavalli e motore elettrico da 110 cv e 320 Nm di coppia. La potenza di sistema è di 225 cavalli e permette di accelerare da 0 a 100 km/h in 8,3 secondi e una velocità massima superiore ai 240 chilometri orari.

    Le batterie da 11,9 kWh permettono una autonomia solo elettrica di 50 km. Le emissioni dichiarate nel ciclo WLTP partono da 31 g/km, mentre il consumo (partendo con gli accumulatori carichi) è di 1,5 litri/100 km.
    DS 9 E-Tense, potenza che si spinge fino a 360 cv
    Successivamente arriveranno altre due versioni elettrificate più potenti, da 250 cavalli sempre a trazione anteriore e 360 cv con l’integrale.
    Due gli allestimenti. DS 9 E-Tense Performance Line+ con un prezzo da 55.200 euro e DS 9 E-Tense Rivoli+ da 58.200 euro. Entrambe sfoggiano la plancia interamente rivestita di pelle Nappa con l’esclusiva lavorazione a braccialetto di orologio, mentre Alcantara riveste il tetto e le tendine di protezione.

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    DS-9 E-Tense, l’ammiraglia francese arriva in Italia: gli scatti LEGGI TUTTO

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    Rivian prepara la gamma da lanciare in Europa a partire dal 2022

    Rivian sulle orme di Tesla, con più stabilimenti, più modelli e più mercati. Le elettriche R1T, il pick-up, e la R1S, il SUV, cominceranno a essere consegnate dal prossimo anno negli USA.  Ma il progetto prevede una espansione in tutte le direzioni.
    Lo ha confermato R.J. Scaringe, fondatore e CEO del Marchio, che a Reuters ha dichiarato che le vendite cominceranno anche in Europa in Asia e in Europa dal 2022.
    Modelli più compatti e più fabbriche
    E soprattutto che la produzione sarà allargata a modelli più compatti ed economici. La strategia di Elon Musk negli anni ha cominciato e Rivian pare che adotterà un piano simile.
    Anche con lo sviluppo di stabilimenti, anche nei nuovi mercati. Al momento Rivian ha comperato la fabbrica Mitsubishi Illinois. A breve termine sono attese altre novità. LEGGI TUTTO

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    Volkswagen Aero, il futuro a zero emissioni arriva nel 2023

    La nuova Volkswagen Aero è stata presentata come una rivelazione dal CEO di VW. La wagon elettrica derivata dalla concept ID. Space Vizzion, infatti, si mostrerà il prossimo 2023 non soltanto con un abitacolo più spazioso rispetto al concept dello scorso anno, ma anche con un’autonomia maggiorata capace di farla arrivare a 700 km con una ricarica.
    Maggiori prestazioni e più autonomia
    Realizzata sulla piattaforma MEB, Aero B (così è stata chiamata) è stata anticipata anche con caratteristiche prestazionali superiori rispetto a ID.3 e ID.4. Maggiori autonomia e prestazioni.

    Il raggio potrebbe essere aumentato grazie a batterie di maggiore capacità. Il prototipo mostrato al Salone di Los Angeles lo scorso anno era dotato di una batteria da 82 kWh e accreditato di una autonmia di 590 km. Brandstätter si è spinto oltre, arrivavando a ipotizzare 700 chilometri di range.Il powertrarin più potente garantirà maggiori prestazioni. Sia nella versione a trazione posteriore, sia in quella integrale con doppio motore: potrebbe superare i 350 cavalli. LEGGI TUTTO

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    Mini Vision Urbanaut, l'auto del futuro è elettrica e polifunzionale

    Mini Vision Urbanaut è la risposta della Casa inglese alle tante domande su come potrebbe essere l’auto del futuro. La monovolume, concept car, è pensata per essere non solo un mezzo di trasporto ma anche e soprattutto un luogo dove lavorare e concentrarsi,rilassarsi, divertirsi e interagire con il mondo esterno. Uno spazio polinfuzionale dove le nuove tecnologie vengono sfruttate al massimo e i materiali sono scelti con responabilità. Mini va oltre l’auto elettrica, oltre la guida autonoma e ci porta direttamente nel futuro, rivoluzionando il concetto stesso di vettura. 

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    Tecnologia al servizio dell’essere umano
    Osservando la Vision Urbanaut è facile pensare ai furgoncini, come il mitico Volkswagen Bulli, che il secolo scorso ebbero un vero e proprio boom in America e che diventarono compagni inseparabili di milioni di giovani. La concept car di Mini riprende quei concetti, trasferendoli nel ventunesimo secolo insieme a tanta tecnologia messa al servizio dell’essere umano. Destinato a essere sempre meno guidatore e sempre più passeggero e utente del veicolo.
    Lo spazio interno della concept è infatti pensato più come un salotto di casa che come l’abitacolo di un auto. I sedili si affiancano ai divanetti e quando l’auto è ferma perfino il cruscotto si abbassa diventando un ulteriore spazio per sedersi. Al centro della Vision Urbanaut un tavolino, che racchiude i comandi per gestire le diverse “anime” del veicolo attraverso delle interfacce digitali. Mini ha lavorato per creare tre “momenti” di utilizzo del mezzo: Chill, per favorire la concentrazione e lavorare in tutta tranquillità, Wanderlust, per viaggiare guidando in prima persona o affidandosi ai sistemi di guida autonoma e Wibe, per interagire a pieno con il mondo fuori dall’auto. In quest’ultima modalità è possibile anche sollevare il parabrezza, creando un vero e proprio balcone che si affaccia sul mondo.
    Le porte scorrevoli e le ampissime vetrature, sia laterali che sul tetto, garantiscono la massima luminosità e una totale immersione nell’ambiente esterno. L’idea seguita dai designer e dai progettisti di Mini è stata infatti non solo quella di creare un’auto per viaggiare, ma soprattutto offrire un luogo da vivere una volta giunti a destinazione. Sfruttando anche le numerose dotazioni per riprodurre playlist, podcast e audiolibri. I contenuti multimediali, così come tutti i servizi digitali, possono essere utilizzati da un cerchia di famigliari e amici, mentre un pianificatore di viaggio segnala i punti di interesse a seconda del profilo dell’utente. Tenendo conto anche dei suggerimenti della community Mini.
    In primo piano anche la sostenibilità, concretizzata da Mini in un’auto totalmente priva di cromo e pelle. Una scelta responsabile dei materiali che si ritrova anche in alcuni elementi dal doppio uso (come il cruscotto che si trasforma in divanetto) e nel numero ridotto di componenti di cui è composta l’auto. Il materiale dominante all’interno per i rivestimenti è il tessuto a maglia, mentre il sughero è usato per il volante e porzioni del pavimento. Sotto, in modo da non sottrarre spazio all’abitacolo, trovano spazio le batterie e il powertrain 100% elettrico.
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    Modello spazioso e multifunzionale
    Anche se la maggior parte dei suoi nuovi concetti è racchiusa nell’abitacolo, anche l’esterno della Vision Urbanaut riserva numerose sorprese. Il team Mini ha infatti integrato le più recenti tecnologie per rendere innovativa e sorprendente la concept anche fuori. A partire dall’illuminazione, realizzata con elementi a matrice dinamica e multicolore nascosti dietro una griglia. In questo modo, quando le luci sono spente i fari e i fanali sono completamente invisibili. Una volta accesi vanno a disegnare le tradizionali forme di Mini, con la possibilità di dare vita a veri e propri giochi di luci per interagire con il mondo esterno.
    La comunicazione tra l’auto e il mondo esterno avviene anche attraverso le ruote, trasparenti e illuminate, con un colore che varia a seconda del “momento” che è stato selezionato dall’utente della Mini. Infine, per rendere ancora più personalizzato il design, è possibile apporre dei ciondoli come ricordo dei luoghi che si sono visitati con la Urbanaut. Il primo di questi è dedicato all’evento NEXTgen di BMW, nel cui ambito Mini ha svelato la sua concept.
    “Stiamo portando il concetto di sostenibilità della prima Mini ulteriormente nel futuro con la Mini Vision Urbanaut, la nostra visione per un modello Mini spazioso e multifunzionale” ha detto Oliver Heilmer, responsabile del design della Casa britannica. “La chiave di molti degli esempi più iconici di design è la semplicità – ha aggiunto Sir Paul Smith, designer della moda che per la seconda volta ha collaborato con Mini – in altre parole, si tratta di ciò che si omette, non di ciò che si aggiunge”.
    “Siamo attratti gli uni dagli altri dalle nostre somiglianze, quindi ci ispiriamo e ci arricchiamo a vicenda attraverso le differenze tra il mondo della moda e l’industria automobilistica. Perché non c’è futuro senza sostenibilità” ha concluso ancora Heilmer.
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    BMW iX, tutta la rivoluzione elettrica in un SUV

    La BMW è pronta a lanciarsi nel futuro dell’elettrico grazie alla iX. La nuova vettura, infatti, è stata definita come il simbolo del nuovo corso della Casa tedesca – che ha già prodotto un veicolo ad emissioni zero -, ma che con il suo nuovo SUV sercherà finalmente di raggiungere il tanto atteso punto di svolta. La iX è molto più avanzata in fatto di tecnologia e comfort nell’uso quotidiano e abbiana tutto questo anche alla sua grande capacità sul lato dell’autonomia. L’obiettivo, dunque, resta sempre quello, ovvero: creare nel minor tempo possibile un’intera gamma di auto 100% elettriche e totalmente connesse, ma che non siano da meno neanche nelle prestazioni. 
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    Tecnologia da ammiraglia
    BMW per il suo nuovo modello elettrico ha deciso di adottare la sigla Sap, Sport Activity Vehicle, a sottolineare l’attenzione della Casa verso aspetti come sostenibilità, spaziosità e benessere degli occupanti. La iX si presenta come una vera e propria ammiraglia dal punto di vista tecnologico, ma anche per le dimensioni generose. BMW definisce la nuova elettrica “lunga e larga come una X5, alta come una X6 e con i cerchi delle dimensioni della X7”. Quanto basta per inscrivere la nuova bavarese nella fascia alta del mercato, là dove le elettriche non sono praticamente ancora arrivate.

    Un modello inedito anche dal punto di vista dello stile, quello che BMW ha svelato. Oltre a presentare tante nuove soluzioni tecniche, la iX rappresenta un manifesto del design della Casa per la prossima generazione di vetture. Linee pulite ed essenziali rese tali anche dalla particolare struttura delle auto a batteria, che lasciano libertà ai designer e che possono fare a meno di prese d’aria e altri elementi imprescindibili sulle vetture a motore termico. La griglia del classico doppio rene è quasi del tutto chiusa e ospita i sensori degli ADAS, e la maggior parte dei componenti esterni (dalle maniglie alla telecamera posteriore, passando per i lavavetri) sono perfettamente integrati e nascosti per mantenere inalterata la purezza delle linee.
    Progresso al servizio dello stile anche per quanto riguarda i fari, i più sottili mai montati da BMW, realizzati con tecnologia Full Led Laserlight. Il risultato è un design minimale ed estremamente aerodinamico che si traduce in un CX di 0,25, autentico record per una vettura così alta.
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    Tempi ridotti e autonomia elevata
    Nonostante le grandi dimensioni, la nuova BMW iX garantirà un’autonomia elevata e tempi di ricarica ridotti. Oltre a prestazioni degne del Marchio che porta sul cofano: il powertrain prevede infatti la presenza di due motori elettrici con una potenza complessiva di 500 cv, sufficienti per garantire un’accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 5 secondi. E nonostante questo mantenendo una percorrenza di oltre 600 km con una sola ricarica, certificata tramite protocollo WLTP. I numeri tuttavia non sono ancora definitivi visto che l’auto è in fase di sviluppo, ma rendono l’idea del grande lavoro svolto dalla Casa bavarese dal punto di vista dell’efficienza dell’auto e delle batterie.
    Anche la ricarica vanta prestazioni apprezzabili, con la possibilità di rifornire l’auto con corrente continua fino a 200 kW. In questo caso per ripristinare la batteria dal 10 all’80% sono necessari appena 40 minuti. Connettendo l’auto alla colonnina ricarica veloce è possibile guadagnare 120 km di autonomia in appena dieci minuti.Per realizzare il motore e le batterie della iX, BMW ha deciso di utilizzare solo materiali il più possibile sostenibili: niente terre rare (la cui estrazione risulta più dannosa per l’ambiente), mentre la batteria è stata concepita in modo tale da aver un alto tasso di riciclaggio. L’energia realizzata per produrre le celle degli accumulatori proviene da fonti rinnovabili e sono tanti i materiali riciclati e sostenibili scelti da BMW, come il legno certificato FSC e la pelle conciata con estratti di foglie di olivo.
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    Comfort e abitabilità al top
    La diversa struttura delle vetture elettriche consente anche di disporre di maggiore abitabilità, vista l’assenza di elementi meccanici come la trasmissione e la disposizione delle batterie sotto al pianale. Lo spazio è uno dei punti di forza di questa iX e su cui BMW ha focalizzato la sua attenzione, tanto da dichiarare che l’auto è stata progettata “dall’interno verso l’esterno”. L’abitacolo è stato completamente riprogettato rispetto agli altri modelli della Casa, a partire dal volante che, per la prima volta, ha forma esagonale per facilitare l’accesso del guidatore e la leggibilità della strumentazione. Quest’ultima è costituita da due schermi, uno da 12”3 e uno da 14”9.
    La filosofia del design minimale e pulito che caratterizza gli esterni viene ripresa anche dentro l’auto, con la maggior parte degli elementi che risultano nascosti o integrati nelle linee dell’abitacolo. L’essenzialità si estende anche gli sportelli, privi di cornice, mentre la luminosità dello spazio interno è garantita dal più grande tetto panoramico mai montato su una BMW. Realizzato in unico pezzo di vetro, si estende per tutta la vettura senza essere inframezzato da alcun montante. La dotazione tecnologica rappresenta il massimo di quella offerta da BMW, sia dal punto di vista della sicurezza che da quello della connettività. Con un’attenzione particolare all’impianto audio, che offre 30 altoparlanti e numerose funzioni, inclusa quella 4D.
    La BMW iX, che verrà prodotta nello stabilimento di Dingolfing, arriverà sulle strade nella seconda metà del 2021, portando con sé la rivoluzione elettrica della Casa bavarese.
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    Hyundai-Kia e Ionity, accordo 'green' per le ricariche sostenibili

    Hyundai e Kia, il futuro è sempre più elettrico: le due Case coreane hanno stretto una joint venture con Ionity. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo di una rete di ricarica veloce in tutta Europa garantendo agli automobilisti la possibilità di viaggiare a zero emissioni anche su lunghe tratte. L’accordo, che prevede anche l’ingresso del gruppo coreano nel capitale azionario di Ionity, è stato approvato dalle autorità economiche e ora si appresta a prendere ufficialmente il via.
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    Focus sulle ricariche veloci
    La gamma elettrica di Hyundai-Kia si sta ampliando rapidamente e nei piani delle due Case ci sono numerosi modelli a batterie in fase di sviluppo e che verranno presentati nei prossimi anni. Alla grande offerta di modelli a zero emissioni il gruppo coreano vuole affiancare un’adeguata rete di ricarica, affinché le vetture green dei due Marchi possano essere fruibili per ogni tipo di uso e non solo nelle città. In particolare Ionity nella sua rete mette a disposizione colonnine con una potenza fino a 350 kW che permettono ricariche veloci.
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    La strada che l’azienda tedesca di infrastrutture elettriche percorrerà insieme a Hyundai-Kia è quella non solo di garantire ricariche veloci e disponibili ovunque, ma anche di rifornire le colonnine con energia ricavata al 100% da fonti rinnovabili, per rendere la mobilità elettrica davvero a zero emissioni. L’investimento operato dalle due Case coreane in Ionity contribuirà a proseguire questa politica rendendo sempre più sostenibile viaggiare in auto.
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    Innovazioni per la eco-mobilità
    “Per Hyundai e Kia, l’esperienza del prodotto e del cliente è strettamente correlata alla funzionalità e facilità d’uso – ha spiegato Thomas Schemera, Executive vicepresidente di Hyundai Motor Group – Investendo in Ionity, ora facciamo parte di una delle reti di infrastrutture di ricarica più complete in Europa. Ci impegniamo a fornire soluzioni olistiche per rendere più semplice che mai il passaggio all’eco-mobilità”.
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    “Con l’ingresso di Hyundai Motor Group, diamo il benvenuto ad un partner autorevole con esperienza internazionale nel campo della mobilità elettrica – ha aggiuntoil ceo di Ionity Michael Hajesch – Da oggi, perseguiremo congiuntamente l’obiettivo di illustrare alle persone la mobilità elettrica e promuovere innovazioni in questo settore, per rendere i viaggi con i veicoli elettrici la nuova normalità, anche su distanze decisamente importanti”.
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    Con due pedali allo scooter elettrico lo “trasforma” in bici: 951 euro di multa!

    Lo scorso 5 novembre, intorno alle 16.30 di pomeriggio, i poliziotti di pattuglia nel Centro Storico di Modena si sono insospettiti notando un signore anziano in sella a uno scooter elettrico con due pedali fissati al mezzo. Una volta fermato il conducente, gli agenti hanno evidenziato come lo scooter avesse un acceleratore sul manubrio e che a pedali fermi il motore non si fermava.
    Bici a pedalata assistita? No…
    In pratica, il signore, un 73enne modenese, ha spiegato di aver acquistato il mezzo tramite una televendita, ed era convinto che bastasse applicare due pedali per trasformare lo scooter in una bicicletta a pedalata assistita. La legge italiana in realtà dice tutt’altro: per essere considerata bicicletta, l’azione propulsiva del motore elettrico di un veicolo deve avvenire esclusivamente quando siano già stati azionati i pedali, e inoltre si deve interrompere se il ciclista smette di pedalare. In sostanza, non basta semplicemente fissare due pedali.
    Ekooter, scooter ma anche trolley
    Il protagonista dell’episodio avrebbe dovuto anche consultare l’articolo 50 del Codice della Strada, che considera velocipedi “le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 kW, la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km orari o prima se il ciclista smette di pedalare”.
    951 euro di multa e sequestro del mezzo
    In definitiva, quello del 73enne era un ciclomotore a tutti gli effetti. La Polizia locale ha quindi potuto accertare che lo scooter era sprovvisto di copertura assicurativa e mancata immatricolazione, senza dimenticare che il conducente viaggiava senza casco. Risultato: multa da 951 euro e sequestro amministrativo del mezzo. 
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    Trasforma lo scooter elettrico in bici fissando due pedali: la Polizia lo multa!

    Lo scorso 5 novembre, intorno alle 16.30 di pomeriggio, i poliziotti di pattuglia nel Centro Storico di Modena si sono insospettiti notando un signore anziano in sella a uno scooter elettrico con due pedali fissati al mezzo. Una volta fermato il conducente, gli agenti hanno evidenziato come lo scooter avesse un acceleratore sul manubrio e che a pedali fermi il motore non si fermava.
    Pensava fosse diventata una bici a pedalata assistita…
    In pratica, il signore, un 73enne modenese, ha spiegato di aver acquistato il mezzo tramite una televendita, ed era convinto che bastasse applicare due pedali per trasformare lo scooter in una bicicletta a pedalata assistita. La legge italiana in realtà dice tutt’altro: per essere considerata bicicletta, l’azione propulsiva del motore elettrico di un veicolo deve avvenire esclusivamente quando siano già stati azionati i pedali, e inoltre si deve interrompere se il ciclista smette di pedalare. In sostanza, non basta semplicemente fissare due pedali.
    Ekooter, lo scooter elettrico da 100 km d’autonomia è anche un trolley
    Il protagonista dell’episodio avrebbe dovuto anche consultare l’articolo 50 del Codice della Strada, che considera velocipedi “le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 kW, la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km orari o prima se il ciclista smette di pedalare”.
    Sanzione salatissima
    In definitiva, quello del 73enne era un ciclomotore a tutti gli effetti. La Polizia locale ha quindi potuto accertare che lo scooter era sprovvisto di copertura assicurativa e mancata immatricolazione, senza dimenticare che il conducente viaggiava senza casco. Risultato: multa da 951 euro e sequestro amministrativo del mezzo. 
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