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    Sinner eguaglia Pietrangeli: 86 vittorie Slam a soli 24 anni. Record su record per il numero 1

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Da mesi la stampa italiana prova a dribblare la domanda più scomoda di tutte: è Jannik Sinner il miglior tennista italiano della storia? La risposta non può che essere una: sì. E lo è già da tempo. I record di Nicola Pietrangeli, colonna portante del tennis azzurro del dopoguerra, stanno cadendo uno dopo l’altro, ma il “sorpasso” ormai è innegabile.La conferma più recente è arrivata nella notte di New York: grazie alla vittoria contro Lorenzo Musetti ai quarti di finale dello US Open 2025, Sinner ha raggiunto quota 86 successi nei tornei dello Slam, eguagliando lo storico primato di Pietrangeli. La differenza è che il campione altoatesino ha appena 24 anni: impossibile immaginare fino a quale cifra potrà spingersi entro la fine della carriera.
    Il nuovo record: 25 vittorie Slam in una sola stagioneUn altro dato impressionante riguarda le 25 partite vinte da Sinner negli Slam del 2025. Non è la prima volta che un grande campione riesce a toccare questo traguardo, ma qui conta soprattutto l’età. Fino a ieri, il più giovane di sempre era Mats Wilander, capace di conquistare 25 successi nel 1988 a 24 anni e 20 giorni. Quel primato resisteva da quasi quarant’anni, ma è appena caduto: Sinner lo ha strappato con 20 anni e 18 giorni, stabilendo un nuovo standard generazionale.E non è finita, perché il torneo è ancora in corso: l’altoatesino potrebbe allungare ulteriormente questo record già storico.
    Semifinale in tutti e quattro gli SlamCon il successo contro Musetti, Sinner ha centrato per la prima volta in carriera le semifinali in tutti e quattro i tornei del Grande Slam nella stessa stagione. Un traguardo che lo colloca in una lista d’élite che comprende nomi come Jack Crawford, Don Budge, Frank Sedgman, Lew Hoad, Rod Laver, Roger Federer e Novak Djokovic.E proprio Djokovic è l’altro protagonista di questa impresa: come Sinner, anche il fuoriclasse serbo ha raggiunto le semifinali in tutti i major del 2025. L’ultima volta che due giocatori hanno compiuto un percorso simile nello stesso anno risale al 2011 (Djokovic e Murray). Prima ancora era successo nel 2008 (Nadal e Federer) e nel 1969 (Laver e Roche).
    La consacrazione definitivaNumeri, primati, continuità. Jannik Sinner non è soltanto il presente del tennis italiano, ma anche il futuro prossimo del circuito mondiale. E se qualcuno nutriva ancora dubbi sul suo posto nella storia, questi US Open stanno confermando che il numero uno del mondo è già, senza alcuna esitazione, il miglior tennista italiano di sempre. LEGGI TUTTO

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    Us Open: Parlano Bronzetti, Cocciaretto, Sonego e Cobolli. Cobolli “Sono pronto, anche dopo il problema ai denti”

    Flavio Cobolli ITA, 2002.05.06 – Foto Getty Images

    Flavio Cobolli si prepara al via dello US Open 2025 con la consapevolezza di chi ha fatto grandi passi avanti in questa stagione. Il romano, al suo secondo main draw a New York, si presenta da testa di serie, forte di due titoli vinti in stagione e con fiducia crescente. “Sto semplicemente giocando il mio tennis e ora ho più fiducia in me stesso – ha spiegato –. Entro in campo con un atteggiamento diverso, voglio sempre vincere anche contro i grandi giocatori. Sono felice e orgoglioso di essere testa di serie qui, ma ora sono concentrato sul debutto contro un altro italiano: sarà un derby speciale”.
    Il problema ai denti risolto in extremisLa vigilia dello Slam non è stata semplice, a causa di un fastidioso problema dentale. “Da dieci giorni soffrivo di mal di denti – ha raccontato –. Per fortuna ieri ho fatto l’operazione di devitalizzazione, ora non ho più dolore e sono tranquillo. È stato difficile incastrare i tempi con i nostri impegni, ma un’amica qui a New York mi ha aiutato a trovare un dentista e ho risolto tutto in fretta. Ora sono al 100%”.
    Fiducia e obiettiviSul piano tecnico Cobolli sente che il cemento esalta le sue qualità:“Questa è la superficie dove metto insieme meglio le mie qualità. Sono positivo, anche se sono un po’ dispiaciuto per le ultime due partite perse: potevo finire meglio e avere quello slancio di fiducia che serve negli Slam. Ma sono convinto di poter fare bene. L’importante è gestire le energie, perché stare fuori casa per un mese e mezzo non è semplice”.
    Una squadra al suo fiancoPer restare sereno, Cobolli ha portato con sé le persone a lui più care: “Ho con me mio fratello, la mia fidanzata, e più avanti ci raggiungerà Matteo Santopadre. Mi conoscono bene e sanno che se ho i miei cari vicino rendo al massimo. Siamo cinque o sei, non pochi, e questo per me è fondamentale”.
    Uno sguardo al tabelloneCobolli non nasconde di guardare sempre al futuro del torneo:“Per me è uno stimolo. Conosco perfettamente tutto il tabellone fino alla finale. Certo, penso una partita alla volta, ma sapere chi potrei affrontare mi motiva. L’obiettivo è vincere partita dopo partita, provando sempre a infastidire i più forti”.

    Gli occhi lucidi e tristi visti a Parigi sembrano ormai un lontano ricordo. Dopo i pensieri cupi di inizio estate, la gioia ritrovata a Wimbledon, la parentesi positiva in Hopman Cup e i buoni risultati nella tournée nordamericana, Lucia Bronzetti si presenta agli US Open 2025 con un sorriso sereno e tanta fiducia. “Adesso va molto meglio – ha raccontato in conferenza stampa – le vittorie aiutano a ritrovare il morale. Diciamo che siamo in risalita. C’è ancora tanto da lavorare, però va decisamente meglio”.
    “Il cemento è la superficie che mi piace di più”Sul piano tecnico, la romagnola si sente a suo agio sul veloce:“A me il cemento piace, penso sia la superficie che preferisco. Alla fine, ci si gioca il 70% dell’anno su questa superficie e mi sento sempre più a mio agio. Forse dovrei dare un po’ più di top spin al rovescio, sul veloce può dare fastidio”.
    Il debutto a Flushing Meadows sarà contro la giovane Valentova, proveniente dalle qualificazioni. Un sorteggio tutt’altro che semplice, come ha sottolineato la stessa Bronzetti:“Non è un bel sorteggio, è un’avversaria complessa. Non la conosco personalmente, ma ho visto che ha fatto ottimi risultati ultimamente. Studieremo le sue partite con Francesco (il coach, ndr), ma l’80% dipenderà da me: se gioco il mio tennis posso dire la mia”.
    Il primo Slam e la magia di New YorkPer Bronzetti, lo US Open ha sempre un sapore speciale:“È stato il mio primo Slam, partivo dalle qualificazioni ed è stato molto emozionante. Qui è tutto diverso, sembra di stare in un altro universo: c’è sempre gente, uno spettacolo. Anche stamattina alle 9 del mattino c’era musica a palla. Amo New York, è una città viva e quest’anno è ancora più bello perché ho qui la mia famiglia”.
    Vita a stelle e strisceSorridendo, Bronzetti ha raccontato qualche dettaglio fuori dal campo:“Hamburger e bistecche sono buonissimi, ma noi cerchiamo sempre ristoranti italiani: ci piace sentire un po’ casa anche all’estero”.
    E sui programmi turistici:“Ogni anno mi dico che voglio visitare qualche museo o luogo famoso… ma spero di andare avanti nel torneo e di non avere tempo per farlo. Spero di non riuscire a vedere niente neanche quest’anno!”, ha detto ridendo.

    Elisabetta Cocciaretto si presenta a New York con il sorriso e la voglia di misurarsi ancora una volta sul cemento americano. «Sto bene, qualche piccolo acciacco ma niente di preoccupante. È normale, li abbiamo tutti», racconta l’azzurra alla vigilia dell’esordio all’US Open.
    I primi allenamenti sono stati incoraggianti: «Ho giocato ieri con Leylah Fernandez, i campi sono abbastanza veloci. Qui la situazione è molto rapida, ma va bene: ho ancora due giorni per adattarmi prima della partita».
    Arriva a New York dopo una settimana positiva a Bastad, dove ha conquistato il titolo. «Sono andata lì soprattutto per assicurarmi un posto nel tabellone dello Slam. Le prime partite sono state difficili perché venivo dall’erba, e per di più stavano sperimentando delle palline nuove, molto pesanti e dure. Ho fatto appena venti minuti di allenamento prima di scendere in campo, mi sono detta di lottare con quello che avevo… ed è andata bene».
    Sul cemento Cocciaretto sa di dover ancora crescere, ma le sensazioni sono migliori rispetto al passato: «È la superficie su cui faccio più fatica, perché bisogna sempre spingere e andare avanti. Però sto migliorando: a Monterrey quest’anno ho giocato meglio rispetto al 2024, quindi arrivo qui con fiducia. L’obiettivo? Ho sempre fatto secondo turno a New York, mi piacerebbe riuscire a spingermi al terzo».
    Anche il rapporto con l’ambiente caotico dell’US Open è cambiato: «All’inizio facevo fatica, adesso invece lo vivo in modo più sereno. Cerco di isolarmi un po’, sia al venue sia in hotel. Sto a Midtown Manhattan ma non nell’albergo ufficiale, così riesco a rilassarmi di più».
    Al debutto troverà la kazaka Yulia Putintseva, un’avversaria che conosce bene. «Con me è sempre stata gentilissima, persino affettuosa. Una volta ci invitò a casa sua a Delray Beach e cucinò lei per noi. In campo però è diversa: non ti manda mai una palla uguale all’altra. Devo accettare che non mi farà giocare bene, restare solida e provare a farla sbagliare».
    Cocciaretto non guarda il tabellone: «Non so nemmeno in che parte sono, vedo solo chi affronto al primo turno. Fausto (Scolari, il coach) mi dice sempre che bisogna entrare in campo per vincere i tornei, ma in uno Slam è dura per tutti. Io penso partita per partita, è l’approccio che mi aiuta di più».
    Chiude con un pensiero sul lavoro costante che sta facendo: «Fausto mi ripete che è inutile andare sul lato mentale se non hai continuità di gioco. Quest’anno sto riuscendo a giocare più tornei senza interruzioni e questo mi dà fiducia: magari i risultati non arriveranno subito, ma prima o poi si vedranno».

    Lorenzo Sonego arriva a New York con fiducia e serenità, forte anche del lavoro svolto in doppio con il connazionale Lorenzo Musetti. «Giocare insieme, con un amico con cui si va d’accordo anche fuori dal campo, è uno stimolo enorme», racconta il torinese nel media day dell’US Open. «Abbiamo fatto finale in un Mille, ci siamo divertiti e abbiamo trascorso del tempo insieme. Vincere partite in doppio dà carica e fiducia, soprattutto quando magari si attraversano momenti complicati in singolare. Arriviamo entrambi motivati e carichi».
    Il ricordo va anche alla sfida recente contro Taylor Fritz, poi finalista a New York: «Speriamo sia un segnale positivo», dice con un sorriso. Sonego è consapevole dei progressi compiuti negli ultimi mesi: «Sto cercando di migliorare quei dettagli che mi mancavano in allenamento, crescere il più possibile. Ma la cosa fondamentale resta l’atteggiamento: devo divertirmi e godermi i tornei. Quando mi godo l’atmosfera e riesco a sorridere, riesco a rendere meglio: questa è la chiave del mio gioco».
    Insieme al suo team, guidato da Fabio Colangelo e Vincenzo Santopadre, sta curando aspetti specifici: «Lavoriamo sul trovare più equilibrio in campo. Ci concentriamo molto sulla risposta e sul servizio, per renderli più incisivi. Anche il doppio ci aiuta a migliorare queste situazioni di gioco».
    Infine, un commento sulle condizioni dell’US Open 2025: «Le palline qui sono quelle con cui mi trovo peggio. Sono particolari, volano molto e prendono poca rotazione. Non si gonfiano, anzi, si rimpiccioliscono un po’. Secondo me, le condizioni di New York sono le più difficili fra tutti gli Slam: negli altri si gioca meglio».
    Sonego però non perde l’ottimismo: il sorriso resta la sua arma migliore per affrontare le sfide del cemento americano.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    «Non ho mai venduto una partita»: la confessione amara di Stefano Reitano dopo la squalifica

    Stefano Reitano nella foto

    Sette mesi di squalifica e una multa di 7.500 dollari. Stefano Reitano, 28 anni appena compiuti, ex numero 854 ATP in singolare e 484 in doppio, vive uno dei momenti più difficili della sua carriera e della sua vita. «Non ho mai venduto una partita, mai», ci tiene a ribadirlo nell’intervista concessa al Corriere della Sera. Eppure la sua fedina sportiva ora porta un marchio che pesa come un macigno: tra il maggio 2018 e l’aprile 2022 ha scommesso su 32 partite, tutte NON sue, per un guadagno totale di 886,92 euro. «Ho fatto una sciocchezza», ammette senza girarci intorno.
    Dal tennis alla battuta d’arrestoLa storia di Reitano è quella di tanti ragazzi che hanno provato a inseguire un sogno sul circuito: «Ho iniziato a sei anni, vedendo giocare papà – racconta – Prima al Monviso, poi allo Sporting. Finite le superiori, ho iniziato a girare per tornei, prima in Italia, poi negli ultimi anni anche in Europa e Africa». La passione era diventata un lavoro, ma non senza difficoltà economiche: «Fino a un certo livello, lo dovresti fare molto di più per il piacere di giocare che per i guadagni. Nei tornei ITF, se non arrivi almeno in semifinale, vai sotto».
    L’incubo comincia a PulaIl punto di svolta arriva ad aprile 2024, durante un torneo a Santa Margherita di Pula: «Avevo appena finito il turno di qualificazione, mi ferma uno dell’ITIA, l’agenzia che vigila sull’integrità del tennis. Mi chiede il telefono e mi fa firmare un foglio». Dopo tre ore di attesa, il cellulare viene restituito, ma non solo: «Il giorno dopo mi fanno un’intervista registrata, mi contestano flussi anomali di giocate su alcune partite. Avevano trovato le foto delle schedine».Non erano scommesse online, ma nella ricevitoria dietro casa, a Grugliasco. «Non furbissimo, da uno che si vende gli incontri», ammette Reitano, sottolineando però come non ci sia mai stata alcuna manipolazione: «Guardavo tante partite, era solo per dare un po’ di brio, 5 o 20 euro per volta. Una volta ho puntato 10 euro su Sonego che batteva Djokovic, se ci fosse stato qualcosa sotto avrei puntato solo 10 euro?».
    «Non sopporto che pensino che mi vendevo»Il peso della squalifica va oltre la sospensione: «Quello che non sopporto è che la gente pensi che mi vendevo le partite. E poi la sproporzione delle sanzioni: per dire, puoi squalificare Battaglino per quattro anni? Nel tennis, purtroppo, conta chi sei». Un’amarezza che Reitano non nasconde, così come il suo pentimento: «Col senno di poi, cancellerei le foto delle schedine».
    Ora cerca di ricostruire la sua vita, sperando di tornare in campo e, soprattutto, di ricostruire la fiducia, dentro e fuori dal mondo del tennis.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Piraino inarrestabile, 4° titolo Itf in stagione per il 21enne palermitano. Al 30.000 dollari Itf sul rosso di Wetzlar in Germania, il tennista del Ct Palermo sconfigge al tiebreak del 3° set il francese Perot, dopo avergli annullato due matchpoint

    Gabriele Piraino nella foto

    Prosegue il magic moment per il 21enne mancino palermitano Gabriele Piraino il quale quest’oggi ha messo in bacheca il quarto torneo Itf del 2025, il 6° in carriera.Nell’ultimo atto del 30.000 dollari Itf sul rosso di Wetzlar in Germania, l’atleta della compagine di serie A1 maschile del Ct Palermo, ha sconfitto, dopo oltre 3 ore di gioco, il francese di 24 anni Raphael Perot, numero 721 al mondo, con il punteggio di 2-6 6-2 7-6(8). L’allievo di Paolo Cannova e del toscano Daniele Capecchi ha annullato al suo avversario due palle match nel tiebreak del 3° set, recuperando poco prima anche uno svantaggio di 5 giochi a 3.Quella odierna è la dodicesima vittoria consecutiva per il mancino classe 2003, dal momento che, due settimane fa, aveva gioito anche per il sigillo al 15.000 dollari sul rosso di Gubbio, dove aveva sconfitto in finale il marchigiano Andrea Meduri. Le altre due vittorie in questo suo 2025, fino ad oggi magico, erano giunte ad Antalya in Turchia e Santa Margherita di Pula in Sardegna.Con i 35 punti messi a referto oggi a Wetzlar, dove era la sesta testa di serie, Piraino farà ingresso nella top 400 del ranking (questa settimana era alla posizione 411).
    Adesso il 21enne nato e cresciuto sui campi del Ct Palermo farà rientro in Italia, dove a partire da martedì, giocherà, grazie a una wild card nel main draw, il Challenger 75 friulano sulla terra rossa di Cordenons. Il sorteggio gli ha riservato l’olandese di 29 anni Jelle Sels, numero 329 Atp.In questa stagione, a livello Challenger, Piraino ha superato le qualificazioni alla prova 125 di Perugia, dove è stato poi sconfitto al 1° turno in tre set dal pugliese Andrea Pellegrino. LEGGI TUTTO

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    Sinner, focus sul gioco a rete in vista della trasferta americana

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Nemmeno il tempo di godersi il trionfo a Wimbledon, che Jannik Sinner, numero uno del mondo, ha già ripreso ad allenarsi con grande concentrazione. Dopo aver annunciato il forfait al Masters 1000 di Toronto per ricaricare le batterie e recuperare energie in vista dei grandi appuntamenti della stagione sul cemento, l’azzurro è stato avvistato anche ieri sui campi in cemento del Monte Carlo Country Club.
    Sinner, che proprio a Montecarlo ha stabilito ormai da anni la sua base, si sta preparando al meglio per la trasferta nordamericana. Il suo calendario prevede la partecipazione al Masters 1000 di Cincinnati e poi, naturalmente, agli US Open di New York, dove sarà uno degli uomini da battere. La settimana via sarà presente al doppio misto agli Us Open in coppia con Emma Navarro.

    🇲🇨🎾 Jannik Sinner trained today at the Monte Carlo Country Club, sharpening his skills ahead of the North American swing.
    The World No.1 seemed particularly focused on his net play — a key element he’ll need as he prepares for his return in Cincinnati.
    Precision. Aggression.… pic.twitter.com/qm9VrAnu2v
    — The Sinner Times (@sinnertimes) July 28, 2025

    Durante la sessione di allenamento, il numero uno del ranking ATP si è concentrato in particolare sul gioco di volo e sulle soluzioni a rete, un aspetto che sta cercando di perfezionare per essere ancora più incisivo sul cemento rapido americano. La scelta di lavorare fin da subito su questi dettagli dimostra la determinazione e la fame di miglioramento che contraddistinguono Sinner, sempre alla ricerca di nuovi stimoli anche dopo i successi più importanti.L’azzurro, che con la vittoria a Wimbledon ha consolidato la sua leadership nel tennis mondiale, si candida così a un ruolo da protagonista anche nella parte finale della stagione, con l’obiettivo di lasciare, ovviamente, il segno nei grandi appuntamenti americani.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    La scalata di Musetti: ora il test sul cemento “Sicuramente Torino è il mio grande sogno”

    Lorenzo Musetti (foto Brigitte Grassotti)

    Lorenzo Musetti è entrato da alcuni mesi ufficialmente tra i primi dieci giocatori del mondo nel ranking ATP, coronando un percorso di crescita fatto di talento, solidità e una miscela tutta italiana di classe e potenza. Pur vivendo un’annata un po’ sotto i riflettori per via della contemporanea esplosione di Jannik Sinner, il carrarino si sta ritagliando il suo spazio tra i grandi: attualmente è sesto nella Race to Turin, in piena corsa per la sua prima qualificazione alle Nitto ATP Finals che si terranno a novembre proprio in Italia.
    Il cammino verso le Finals e le sfide del cementoSe il grande obiettivo è Torino, Musetti lo ammette senza girarci troppo intorno: “Sicuramente Torino è il mio grande sogno, ma non voglio mettermi troppa pressione. Siamo a metà stagione, ci sono ancora tanti punti da prendere, soprattutto ora in America tra Masters 1000 e US Open. Il mio obiettivo è essere costante e raccogliere il massimo.”Finora, però, la grande forza di Musetti è arrivata soprattutto dalla terra battuta, dove ha collezionato uno strepitoso 19-4 di record stagionale, raggiungendo la semifinale al Roland Garros e in tutti e tre i Masters 1000 su terra (Monte-Carlo, Madrid e Roma), sfiorando anche il titolo a Monte-Carlo. Sul cemento la musica è diversa: solo 6 vittorie e 5 sconfitte quest’anno, un rendimento che ora va assolutamente migliorato per non rischiare di farsi scavalcare nella Race.L’avvicinamento all’estate americana non è stato semplice: l’uscita di scena al primo turno di Wimbledon (complice anche un virus accusato nei giorni precedenti, con perdita di tre chili e scarsa energia) ha interrotto la sua striscia positiva. Poi la sconfitta contro Cameron Norrie a Washington, terzo ko consecutivo dopo la semifinale di Parigi.
    Adattare il proprio tennis alle superfici velociIl tennis di Musetti – elegante, ricco di variazioni e con un rovescio a una mano da manuale – trova la sua espressione migliore sulla terra. Sui campi veloci, il margine si riduce e i limiti vengono fuori: “Quando sento bene la palla riesco a reggere anche lunghi scambi di rovescio, non è un vero svantaggio per me. Ma qui sul veloce o sull’erba bisogna essere più rapidi, la palla viaggia più forte e hai meno tempo per difenderti. Il ritorno è più difficile, ci sono più svantaggi con il rovescio a una mano.”Proprio per questo, la scelta di giocare anche Washington e cercare ritmo e fiducia sul cemento è stata significativa: serve svoltare e raccogliere punti anche fuori dalla terra rossa, soprattutto in questa fase della stagione.
    La partnership con Simone Tartarini e il boom azzurroAl suo fianco da sempre c’è Simone Tartarini, “teacher” e figura chiave della sua crescita umana e sportiva: “Il nostro rapporto è maturato tantissimo, non solo sul campo ma anche fuori, ci confrontiamo su tutto. Siamo cresciuti insieme, come persone e come squadra.”Un lavoro che ha portato Musetti fino al best ranking di n.6 del mondo a giugno. Ora manca solo la consacrazione sul grande palcoscenico di Torino, dove Lorenzo potrebbe dividere la scena con Sinner davanti al pubblico di casa.Il tutto in un’Italia che vive una vera e propria esplosione di talenti: sette azzurri sono oggi tra i primi 50 del ranking ATP. “Merito degli investimenti della federazione e di chi organizza tornei nel nostro paese. Abbiamo tanti Futures, Challenger, le Finals e un Masters 1000 di altissimo livello. Si lavora tanto anche sui giovani e si danno le risorse giuste per crescere.”
    Il prossimo step? Fare punti sul cemento, inseguendo TorinoLa stagione americana sarà decisiva: tra Toronto, Cincinnati e US Open Musetti dovrà dimostrare di essere diventato competitivo anche lontano dalla sua amata terra rossa. L’obiettivo? Restare tra i migliori otto e prendersi un posto tra i grandi delle Finals. La Top 10 è realtà, ora serve il salto di qualità definitivo.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Piraino gioisce a Gubbio, 3° titolo Itf in stagione per lui: “In origine avrei dovuto fare le qualificazioni del Challenger di San Marino dove però, dovendo giocare di domenica, non mi sentivo in grado di competere al 100% per via di un problema alla caviglia”

    Gabriele Piraino nella foto

    Antalya, Santa Margherita di Pula, e domenica 20 luglio, il successo al 15.000 dollari Itf sui campi in terra rossa del Ct Gubbio. Sono ben 3 a questo punto della stagione i successi in ambito internazionale colti dal classe 2003 del Ct Palermo, Gabriele Piraino.Nella tarda serata di ieri, il tennista mancino del team di serie A1 del club di viale del Fante, che nel 2026 festeggerà il centenario, ha avuto ragione in due parziali, 6-4 6-1, del ventenne marchigiano, proveniente dalle qualificazioni, Andrea Meduri.
    Piraino ha beneficiato di una wild card, in quanto non si era iscritto a questo appuntamento in terra umbra. Grazie al successo conseguito a Gubbio, l’allievo di Paolo Cannova, Daniele Capecchi (quest’ultimo era presente a Gubbio) e del preparatore atletico Piero Intile, andrà molto vicino al suo best ranking, che ad oggi è 417.
    Nel cammino che l’ha condotto fino alla vittoria del torneo nell’ultimo atto, come detto in precedenza, a spese di Meduri, il 21enne, ha battuto al 1° turno Lorenzo Beraldo, al 2° Lorenzo Lorusso, ai quarti Michele Ribecai e in semifinale Samuele Pieri. Solo contro quest’ultimo, Piraino ha concesso un set. E proprio contro Pieri, sui campi del Foro Italico di Roma, a fine aprile, il 21enne mancino si era conquistato, sconfiggendolo nella finale delle “prequali”, il diritto di partecipare alle qualificazioni della prova Masters 1000.
    Ecco il suo commento poche ore dopo aver messo in bacheca il 3° titolo Itf del 2025.“In origine avrei dovuto fare le qualificazioni del Challenger di San Marino dove però, dovendo giocare di domenica, non mi sentivo in grado di competere al 100% per via di un problema alla caviglia – spiega Piraino – e quindi, grazie alla wild card che mi ha dato la Federazione, ho disputato questo torneo che per me è iniziato nella giornata di martedì 15 luglio. Sono felice di aver vinto qui in Umbria, anche perché non è mai facile conquistare successi anche se si tratta di prove da 15.000 dollari. Ormai il livello si è alzato molto e bisogna sempre essere focus in tutte le partite. La settimana prossima – conclude – disputerò un 25.000 dollari in Germania e poi giocherò i challenger italiani”. LEGGI TUTTO

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    Classifica ATP Italiani: Jannik Sinner aumenta il vantaggio. Flavio Cobolli per la prima volta in top 20

    Ora l’obiettivo per Sinner è rimanere numero 1 a fine anno. Con i 3 mesi di assenza (e i 4 1000 saltati) non sarebbe proprio un risultato banale.Da difendere ha tanti punti, 6000, rispetto ai soli 1000 di Alcaraz. Guardando alla Race, ha 1500 punti da recuperare ad Alcaraz, il che significa che da qui a Torino, inclusa, deve farne almeno 1500 in più per rimanere al primo posto.Non sono proprio pochissimi, ma entriamo nella fase di stagione di gran lunga preferita da Sinner. Sul cemento lo scorso anno è stato imbattibile e non ci sono motivi per pensare che non debba esserlo anche quest’anno. A maggior ragione quest’anno, anzi, dato che i 3 mesi saltati a inizio anno lo porteranno a essere sicuramente più fresco mentalmente e fisicamente dei rivali. E questo è un fattore davvero molto importante.Nonostante abbia vinto quasi tutto in quest’ultima fase di stagione l’anno scorso, ci sono addirittura dei tornei dove può fare meglio, come Toronto e Parigi (che quest’anno, a meno di problemi fisici che ci auguriamo tutti non si verifichino, credo proprio giocherà).Alcaraz certamente può fare molti più punti rispetto alla scorsa stagione, a partire proprio dal primo Master 1000 (che l’anno scorso non giocò) e dallo US Open (dove uscì al secondo turno).Però per lui si entra nella parte di stagione decisamente meno favorevole. In primis per superficie, il cemento (tranne Indian Wells, che ha caratteristiche un po’ diverse) e l’indoor sono ancora un po’ più complicati per lui. Se su terra ed erba ha pochi rivali, lì possono batterlo più giocatori ed è più facile che si verifichi un passaggio a vuoto. Ed è più complicato per lui mantenere anche la condizione fisica e mentale mostrata nella prima metà dell’anno.Per adesso è sempre stato così.Da notare il fatto che Alcaraz abbia vinto tutti e 5 i Master 1000 nella prima metà dell’anno, mentre nessuno, NESSUNO, dei 4 della seconda metà. Ha fatto anzi solo 1 finale, contro le 7 (tutte vinte) dei tornei nei primi 6 mesi. E’ un fatto assai curioso, date le sue vittorie e le sue qualità.In generale, di tornei rilevanti, nella seconda parte dell’anno ha vinto “solo” (con mille virgolette, ovviamente) uno US Open, ormai 3 anni fa. Più, volendolo aggiungere, il 500 di Pechino lo scorso anno.Ecco, penso che oggettivamente sia un bottino molto misero per uno come lui, che praticamente ha vinto tutto e ovunque.Bisogna anche ricordare che lo scorso anno le Olimpiadi hanno influito parecchio, sia mentalmente che probabilmente anche fisicamente, ma il risultato negli anni precedenti non fu tanto diverso.E’ anche opportuno ricordare che è un giocatore ancora molto giovane, non ci sono dubbi sul fatto che vincerà e migliorerà anche in quella fase dell’anno.Ma secondo me non diventerà mai la sua “preferita”, soprattutto perché mentalmente e fisicamente sarà sempre molto difficile per lui mantenere gli standard mostrati nei tornei precedenti, mantenere intatta la voglia, la condizione, la carica, la concentrazione, dopo quei 3 mesi tra terra ed erba così esaltanti per lui. Mentre per Sinner è davvero un momento e una fase di stagione in cui può ingranare la marcia. LEGGI TUTTO