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    Ivanov (campione a US Open junior) sulle orme di Dimitrov. Toni Nadal: “Il diritto di Ivan può diventare il più temibile del tour Pro”

    Ivan Ivanov, campione a US Open 2025 junior

    Corsi e ricorsi storici. È davvero curioso riavvolgere il nastro del tempo e tornare al 2008 quando un giovanissimo Grigor Dimitrov trionfò all’edizione junior di US Open dopo aver vinto Wimbledon. Fu una doppietta storica per la Bulgaria e tutti gli amanti del tennis “classico” già pregustavano le gesta di questo giovane, ben presto eletto a discepolo di King Roger per movenze ed eleganza. Sono passati 17 anni e la storia si ripete, almeno a livello giovanile: Ivan Ivanov ha sbaragliato la concorrenza a US Open junior, battendo in una finale tutta bulgara il connazionale Alexander Vasilev e portando a casa il secondo Slam giovanile dopo quello vinto a Wimbledon lo scorso luglio.
    In questi anni il gioco è cambiato assai, tanto che a legare Ivanov e Dimitrov c’è il passaporto e poco più. Ivan infatti è un “discepolo” del tennis di pressione e grande rotazione attuale, un gioco consistente e di grande potenza affinato presso la Academy di Rafa Nadal a Manacor, dove zio Toni stravede per Ivanov affermando che “il diritto di questo ragazzo può diventare il più temibile di tutto il tour Pro”. Un’affermazione importante, ma il mentore di Rafa spesso vede molto lontano… È presto per ipotizzare scenari clamorosamente vincenti per questo 16enne, tuttavia il suo gioco è molto interessante e i due Slam giovanili se li è portati a casa dominando, con un solo set ceduto nei due tabelloni.

    2008: Grigor Dimitrov goes back to back at Wimbledon and the US Open 🏆🏆
    2008: Ivan Ivanov is born 👶
    Seventeen years later Ivanov follows the same path to glory! 🇧🇬 pic.twitter.com/ywIHrKQEif
    — US Open Tennis (@usopen) September 6, 2025

    “Ho iniziato a giocare a tennis grazie a mio padre. Guardavamo molte partite insieme e ho voluto provarci. Mi piaceva, ed è lì che è iniziato tutto”, racconta il sedicenne Ivanov a ESPN dopo la vittoria a New York. “I Big 3, Rafa, Novak e Roger, sono stati i miei modelli. Sono grato di praticare lo stesso sport che praticavano loro e di competere negli stessi tornei in cui hanno trionfato”.
    Il suo talento l’ha portato ben presto all’attenzione nei circuiti giovanili, fino alla decisione di volare alle Baleari per continuare la sua formazione tecnica e fisica presso l’accademia di Rafael Nadal. Qua passa ore ed ore in campo con grande impegno (“È un bel lavoratore” afferma Toni) allenandosi con altri giovani di qualità e i tanti Pro spesso frequentano la struttura, ma concilia i suoi impegni con lo studio. “È importante continuare a studiare. Ho fiducia perché mi piace molto imparare. A volte è complicato, ma mi piace molto” afferma Ivan.
    Nella finale di Wimbledon Junior lo scoro luglio Ivanov sconfisse lo statunitense Ronit Karki per 6-2 6-3 in 57 minuti, bissando l’impresa del connazionale Dimitrov, primo e fino allora unico tennista bulgaro ad aver vinto un titolo del Grande Slam giovanile. L’appetito vien mangiando, e riecco Ivanov abbattere uno dopo l’altro tutti gli avversari a furia di tennis di pressione e un diritto così carico di spin e potenza da diventare irresistibile. La sua palla è potente, vigorosa, sul “duro” di Flushing Meadows salta altissima e diventa difficile da governare. C’è intensità e aggressività nel suo tennis, troppa anche per il connazionale Vasilev, domato per 7-5 6-3 nella finale di US Open.
    “Rafa è un grande esempio per me, soprattutto per la sua spinta, il suo top spin e il suo stile di gioco. Lo adoro!” racconta Ivanov. “Ho imparato tutto da lui. Avere un esempio come Rafa, la sua disciplina, la cultura del lavoro che metteva in campo ogni giorno, è la cosa migliore che si possa avere alla mia età. Sono un giocatore aggressivo da fondo campo, ho un buon servizio ma stiamo lavorando per renderlo sempre migliore. I miei idoli? Guardo a Sinner e Alcaraz, sono diversi ma in realtà hanno in modo di stare in campo simile perché sono sempre aggressivi e vogliono comandare il gioco”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO