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    Draper vs. Rune, la “miglior finale possibile” a Indian Wells

    Holger Rune e Jack Draper

    Il titolo di questo commento potrebbe esser inteso come una provocazione, ma non lo è affatto. In assenza di Jannik Sinner, trovare nella prima finale Masters 1000 dell’anno due grandi talenti come Jack Draper e Holger Rune, assai diversi tra loro per gioco e personalità ma davvero forti e intriganti, è un’eccezionale novità e bellissima notizia per il tennis. Non saranno affatto felici i supporter di Alcaraz, delusi dai terribili alti e bassi del loro beniamino; e nemmeno quelli di Medvedev, apparso in discreta ripresa ma ancora lontano dai suoi fasti da n.1, ma il tennis di vertice ha assolutamente bisogno di qualità. Di personalità e personaggi. Di nuovi giocatori capaci di battere i migliori e proporsi come potenziali campioni in questa categoria di tornei, e anche degli Slam. Rune e Draper hanno tutte le carte in regola per farcela, per essere due top 5 forti e vincenti, pronti a battagliare con Jannik e Carlos. E poi diciamocelo francamente togliendoci qualche sassolino dalla scarpa… Se guardiamo al nostro “orticello italico”, con le disgrazie altrui il n.1 di Sinner è protetto in pratica fino al suo rientro, e questo diventa una magrissima consolazione per l’ingiusta pausa che sta affrontando con orgoglioso e lungimirante silenzio. Zverev inconsistente, addirittura peggiorato; Alcaraz vittima di se stesso, di quelle fiammate di qualità talmente alte che allo stesso tempo lo bruciano e consumano. Difficile per gli inseguitori raggiungere e sorpassare il nostro Campione, troppo più forte e consistente di loro. Per questo, ben vengano Draper e Rune, due nuovi contender, due grandi racchette.
    Su Rune abbiamo scritto tantissimo, esaltandone le straordinarie qualità e allo stesso tempo stigmatizzando le mancanze che dalla quarta posizione del ranking l’hanno trascinato nelle retrovie. Incredibile che un tennista così forte in tutto sia collassato su un carattere difficile da domare e contenere, con scelte sbagliate pagate a carissimo prezzo. Holger ha forza fisica, ha tutti i colpi, ha pure una discreta flessibilità di gioco e sulla lotta è uno dei migliori. “Il cattivo”, un ruolo che per molti può essere scomodo ma che per un carattere come il suo può invece rappresentare la benzina che ne alimenta competitività e voglia di vincere. Archiviate collaborazioni che non hanno portato nulla buono, è tornato simbolicamente “a casa” con il suo storico coach e forse una presenza materna meno invadente. Con meno confusione intorno e più focus sul gioco e prestazione, con meno parole da ascoltare, Holger sembra aver ritrovato quella retta via che lo portò alla prima finale M1000 a Bercy, e a vincerla concludendo un percorso da record con un filotto pazzesco di top10 battuti uno dopo l’altro. È presto forse per parlare di problemi del tutto superati, serviranno altre verifiche già da Miami, ma quando sei un talento del genere a volte basta una settimana giusta per sbloccarti e ritrovare d’incanto la massima competitività. E ripartire. Rune è diverso dagli altri: pochi portano in campo quella potenza e agonismo, e il migliore su piazza – Jannik – lo sa benissimo perché quando Holger era al suo massimo c’ha sempre sofferto affrontandolo.
    Draper è una rivelazione e per questo è una grandissima soddisfazione trovarlo in finale ad Indian Wells. Chi vi scrive l’ha sempre sostenuto ed esaltato, fin dal lontano 2019 quando fece le sue prime apparizioni tra i grandi. Il suo tennis si reggeva a malapena sui trampoli, a caccia di equilibri inesistenti per colpa di mille problemi, dal fisico incerto ad una gestione dei colpi a dir poco rivedibile. Ma… come ha sempre insegnato il mio Maestro, la prima cosa che devi vedere in un giocatore è come gli esce la palla dalle corde e come affronta i punti importanti. Beh, nel casino più totale, la racchetta di Jack da Sutton suonava come un pianoforte di Mozart e se c’era un punto importante se lo giocava nel modo corretto, magari sbagliando ma facendo istintivamente la cosa giusta. Per questo ritrovarlo tra i migliori dallo scorso anno, messi da parte – si spera per sempre – i problemi fisici e dopo aver lavorato benissimo sul gioco, è una grande notizia. Pochi come lui riescono a difendere ed attaccare con la stessa forza e qualità. Il servizio è diventato una certezza, e con la risposta punge conquistando spazio sul campo. Può farti il pungo in ogni modo e da ogni posizione, anche con tocchi precisi e attaccando la rete con l’audacia e forza degli Aussie doc. Draper sfrutta le rotazioni come pochi e batterlo è difficile per tutti perché lotta e ce la mette sempre tutta. Con lui lo spettacolo è assicurato e mi piace sottolineare che è pure una persona eccellente sul piano umano. È impegnato nel sociale, considera la vita qualcosa di più profondo del solo rincorrere una palla a caccia di trofei, tanto che Jannik Sinner l’ha capito subito e i due sono diventati amici ben presto, lontano dalle luci dei riflettori. Sostenendosi a vicenda in momenti non facili, quando Jack era k.o. nel fisico e Jannik impegnato nella sua importante decisione di lasciare le certezze della via aperta da Piatti per scrivere il proprio futuro da solo. Simpatia ed empatia, due teste profonde e pensanti che hanno legato spontaneamente, creando un legame bello e sincero. È un gran Ace per Jack, ce lo fa piacere ancor di più.
    Che finale sarà stasera? Intanto speriamo una bellissima partita a chiudere un torneo che ha vissuto tra diversi problemi, condizioni che hanno scontentato tutti o quasi, troppi alti e bassi per esser davvero quel “Tennis Paradise” che le trionfali campagne di marteking vogliono venderci… magari ci torneremo a bocce ferme. L’edizione 2025 di IW ci presenta comunque la primissima finale 1000 tra due giocatori nati nel nuovo millennio, e questo è già un dato rilevante. Rune ha vinto l’unico precedente, Cincinnati 2024, in due netti set. Stasera nel deserto della California Holger e Jack troveranno condizioni molto diverse e i due tennisti vivono momenti differenti rispetto all’estate scorsa. Non è facile fare le carte a questa partita. Rune ha battuto Medvedev in modo assai convincente, imponendo una fisicità e spinta che alla fine ha stroncato la resistenza del russo, ma… stroncare con quel tipo di match la resistenza di Draper sembra impresa non facile, servirà qualcosa di più. Draper ha trovato momenti di tennis fantastici contro Alcaraz, provocando dei veri black out nei gioco dello spagnolo, incappato in caterve di errori vista l’impossibilità di prendersi il punto come voleva. La finale potrebbe essere una vera partita a scacchi, magari molto tirata e dura fisicamente, tanto che la lucidità nella gestione delle fasi delicate potrebbe contare più di ogni vincente.
    Rune dovrà servire molto, molto bene per tenere a bada la qualità in risposta di Draper, ma a sua volta anche la risposta di Rune può esser assai pungente. Spesso Holger perde la pazienza quando è costretto a scambi prolungati sul rovescio, e qua potrebbe insistere Draper lavorando bene la palla col suo “gancio” mancino per poi accelerare all’improvviso col lungo linea, portando Holger a colpire in corsa col diritto, fase nella quale non sempre è preciso. Draper però reggerà fisicamente contro un duro lottatore come il danese? Ci sono tutti gli ingredienti per assistere ad una partita molto intrigante, magari capitolo di una nuova rivalità al vertice. Holger e Jack hanno tutto quel che serve per essere due campioni veri. Per questo la finale di Indian Wells 2025 è a mio giudizio la miglior finale possibile, assai più di un Alcaraz – Medvedev. Una graditissima sorpresa, tutta da gustare.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Draper ferma Alcaraz: niente tris a Indian Wells per lo spagnolo

    Jack Draper GBR, 2001.12.22 – Foto Getty Images

    Jack Draper ha interrotto la striscia di 16 vittorie consecutive di Carlos Alcaraz al BNP Paribas Open sabato, qualificandosi per la sua prima finale in un ATP Masters 1000.
    Il 23enne britannico ha avuto una reazione coraggiosa dopo aver perso per la prima volta in carriera un set a zero, prevalendo con il punteggio di 6-1, 0-6, 6-4. Con questa vittoria, ottenuta in un’ora e 44 minuti, Draper si è assicurato l’ingresso nella Top 10 del ranking ATP per la prima volta nella sua carriera a partire da lunedì.Alcaraz puntava a diventare il primo giocatore nato nel 1991 o successivamente a vincere tre titoli consecutivi in singolare in un evento del circuito ATP, ma non è riuscito a mantenere lo slancio nel set decisivo. Draper è stato pronto a individuare il cambiamento di posizione di Alcaraz in risposta nel secondo set, e ha limitato la sua capacità di attaccare da fondo campo sfruttando i suoi pesanti dritti con topspin.
    Lo spagnolo aveva accumulato 35 parziali vinti consecutivamente nel torneo californiano, ma la striscia si è interrotta in maniera completamente inaspettata. Carlos è apparso irriconoscibile nel primo set, angosciato da un’ondata inesauribile di errori non forzati fin dall’inizio. Privo di timing, senza la determinazione per trovare soluzioni tattiche e con un Draper molto concentrato nell’approfittare delle opportunità, il fallimento è stato totale e ha favorito una vittoria del parziale molto comoda per il britannico.
    Tutto è cambiato radicalmente nel secondo set, in cui i ruoli si sono invertiti. Alcaraz è sopravvissuto a se stesso nel primo game al servizio e, da quel momento, è volato sul campo come solo i tennisti del suo calibro sanno fare. Non ha dato alcuna possibilità a Jack, asfissiato dal flusso inesauribile di vincenti che gli è piombato addosso dall’altra parte del campo. Quelli che prima erano errori semplici si sono trasformati in colpi vincenti spettacolari e l’incontro si è riequilibrato.
    Un terreno inquietante per entrambi si è aperto nel terzo parziale, ma tutto è stato condizionato da un errore sorprendente del giudice di sedia, Mohamed Lahyani, nel terzo game. Ha penalizzato grossolanamente Carlos (anche se lo spagnolo ha accettato con molto fair play la decisione del Giudice di Sedia), che ha perso un po’ di energie a livello fisico, morale e forse tennistico, subendo in quello stesso game un break che sembrava letale vista la ritrovata solidità del britannico. Non si possono fare trucchi di magia sempre, per quanto forti si possa essere, e Alcaraz non solo non è riuscito a reagire, ma ha terminato la partita sentendosi chiaramente inferiore a un Jack Draper apparso in certe fasi della partita in grandissima forma chiudendo il match per 6 a 4, dopo aver tremato quando ha servito per la prima volta per il match sul 5 a 2. Il britannico è un meritatissimo finalista di Indian Wells e cercherà il titolo contro Holger Rune..
    ATP Indian Wells Jack Draper [13]606 Carlos Alcaraz [2]164 Vincitore: Draper ServizioSvolgimentoSet 3J. Draper 0-15 15-15 30-15 40-155-4 → 6-4C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-155-3 → 5-4J. Draper 0-15 0-30 df 15-30 15-405-2 → 5-3C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 df 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A4-2 → 5-2J. Draper 15-0 15-15 30-15 40-15 ace 40-303-2 → 4-2C. Alcaraz 0-15 df 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-403-1 → 3-2J. Draper 0-15 15-15 30-15 40-152-1 → 3-1C. Alcaraz 15-0 15-15 15-30 15-401-1 → 2-1J. Draper 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 ace 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2J. Draper 15-0 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A0-5 → 0-6C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 30-30 40-300-4 → 0-5J. Draper 0-15 0-30 15-30 15-400-3 → 0-4C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 ace0-2 → 0-3J. Draper 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A df0-1 → 0-2C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 ace A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Draper 15-0 30-0 40-05-1 → 6-1C. Alcaraz 15-0 15-15 15-30 15-404-1 → 5-1J. Draper 0-15 15-15 ace 30-15 40-15 ace 40-30 ace3-1 → 4-1C. Alcaraz 15-0 30-0 40-03-0 → 3-1J. Draper 15-0 30-0 40-0 40-15 40-302-0 → 3-0C. Alcaraz 0-15 0-30 0-40 df df1-0 → 2-0J. Draper 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0

    Statistica
    Draper 🇬🇧
    Alcaraz 🇪🇸

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    249
    228

    Ace
    4
    3

    Doppi falli
    2
    4

    Prima di servizio
    47/69 (68%)
    39/70 (56%)

    Punti vinti sulla prima
    30/47 (64%)
    25/39 (64%)

    Punti vinti sulla seconda
    11/22 (50%)
    14/31 (45%)

    Palle break salvate
    5/9 (56%)
    1/5 (20%)

    Giochi di servizio giocati
    12
    11

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    207
    164

    Punti vinti sulla prima di servizio
    14/39 (36%)
    17/47 (36%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    17/31 (55%)
    11/22 (50%)

    Palle break convertite
    4/5 (80%)
    4/9 (44%)

    Giochi di risposta giocati
    11
    12

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    6/8 (75%)
    13/18 (72%)

    Vincenti
    13
    26

    Errori non forzati
    24
    30

    Punti vinti al servizio
    41/69 (59%)
    39/70 (56%)

    Punti vinti in risposta
    31/70 (44%)
    28/69 (41%)

    Totale punti vinti
    72/139 (52%)
    67/139 (48%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    218 km/h (135 mph)
    220 km/h (136 mph)

    Velocità media prima
    190 km/h (118 mph)
    191 km/h (118 mph)

    Velocità media seconda
    163 km/h (101 mph)
    184 km/h (114 mph)

    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Indian Wells 2025: l’era dei tennisti nati negli anni 2000 è ufficialmente iniziata

    Holger Rune – Foto Getty Images

    Holger Rune, Daniil Medvedev, Carlos Alcaraz e Jack Draper sono gli ultimi quattro giocatori rimasti in gara al Masters 1000 di Indian Wells 2025. Si tratta di quattro tennisti ben conosciuti che attualmente occupano posizioni all’interno della top 15 del ranking mondiale.
    Tuttavia, il dato che davvero fa riflettere non è questo, ma il fatto che tre di loro appartengano alla generazione nata negli anni 2000. È la prima volta nella storia che questo fenomeno si verifica nel circuito maschile in un evento di categoria Grand Slam o Masters 1000.
    Era solo questione di tempo prima che questo tipo di statistiche iniziassero a emergere, segnalando un chiaro cambio generazionale nel tennis maschile. I giovani talenti nati nel nuovo millennio stanno progressivamente conquistando i palcoscenici più prestigiosi del tennis mondiale, dimostrando che il ricambio generazionale è ormai in pieno svolgimento.Alcaraz, già affermato con diversi titoli Slam in bacheca ed ex n.1 del mondo, Rune, con il suo tennis esplosivo ma discontinuo, e Draper, rappresentante della nuova ondata britannica, stanno guidando questa rivoluzione in assenza del n.1 del mondo Jannik Sinner. Solo Medvedev, nato nel 1996, rappresenta la generazione precedente tra i semifinalisti di questa edizione del torneo californiano.
    Questo dato statistico segna un momento simbolico nel tennis maschile, confermando che l’era dominata dai campioni nati negli anni ’80 e ’90 sta gradualmente cedendo il passo alla nuova generazione di talenti. Le semifinali di Indian Wells 2025 potrebbero essere ricordate in futuro come uno dei primi segnali concreti di questo storico passaggio di testimone.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Draper mette Alcaraz nel mirino: “Sono orgoglioso di me stesso, ma la mia mentalità non mi permette di essere mai del tutto contento. Lo spirito competitivo è la chiave, posso batterli tutti”

    Jack Draper esulta (foto ATPsite)

    Jack Draper continua a vincere e convincere al Masters 1000 di Indian Wells. Il britannico si avvicina alla top 10 (è a soli 135 punti da De Minuar del ranking Live) grazie al bel successo su Ben Shelton e l’accesso alla prima semifinale M1000 in carriera, dove lo attende una super sfida contro Alcaraz, il “dominatore” del torneo e campione in carica nelle ultime due edizioni. Draper ha vinto il set di apertura grazie ad un unico unico break strappato a Shelton, quindi è andato sotto 0-3 nel secondo ma è stato veramente tosto nel reggere l’impatto dei servizi devastanti del rivale, non perdersi d’amino e rimontare al termine di una grande battaglia giocata a velocità notevoli. Uno scontro frontale a tratti brutale, che ha messo in mostra la tenuta fisica e mentale del nativo di Sutton. Shelton ha confermato di aver raggiunto un grande livello di gioco e ha spinto con grande costanza, ma ha rischiato fin troppo col servizio, commettendo cinque doppi falli totali e due cruciali sul 5 pari del secondo set, incluso quello sulla palla break che ha deciso l’incontro. I due non si erano mai affrontati e promettono in futuro di regalare al pubblico altre sfide di grande livello e intensità.
    “Non sapevo cosa aspettarmi oggi, onestamente”, ha detto Draper a caldo dopo il match nell’intervista flash in campo. “Abbiamo palleggiato con Ben, direi solo una o due volte, ma allenamenti molto brevi. Lui è un tipo fantastico, uno showman incredibile e possiede delle armi micidiali, può colpire un vincente da qualsiasi posizione e ha un servizio strepitoso. È un grande combattente ed è stato molto costante.”
    “Sapevo che scendere in campo qui di fronte al suo pubblico sarebbe stato molto difficile oggi e lo è stato. Ho grande rispetto per lui. Continuerà a vincere, continuerà ad avere una carriera incredibile, quindi gli auguro tutto il meglio”.
    Poi a freddo nella press conference post partita Draper si è concentrato su un’analisi più approfondita. Continua a sottolineare quanto l’aver messo in sicurezza il fisico sia stato importante e continuerà ad esserlo per poter giocare il suo miglior tennis, ma crede che il suo vero punto di forza sia la mentalità che lo anima, orgoglio per quello che sta raggiungendo ma anche una costante voglia di non accontentarsi mai e puntare ancora più in alto. Sicuro di poter battute chiunque.
    “Sono sempre orgoglioso di me stesso, guardo sempre quello che faccio e penso di fare un buon lavoro” afferma Draper. “Nel tennis tuttavia non c’è tempo per essere contenti del tutto perché c’è sempre la prossima partita e devi dimostrare il tuo valore ogni volta. La mia mentalità è di non sentirmi mai contento di niente fino in fondo, voglio più vittorie e più opportunità di giocare contro i migliori giocatori. Il mio desiderio è continuare a migliorare e andare avanti per avere più successo”.
    Giocherà la sua prima semifinale in Masters 1000, ma Jack resta focalizzato sulla preparazione e nient’altro. “Non ci penso affatto. Ci sono così tante cose a cui potrei pensare, ma ovviamente il tennis è uno sport nel quale devi semplicemente continuare, un giorno dopo l’altro, un torneo dopo l’altro. Finisco solo per allenarmi, mangiare, giocare a Monopoly Deal, prepararmi per la mia partita, competere il più duramente possibile. Il risultato è il risultato, e poi se vinco, allora benissimo. Se non vinco, allora torno al lavoro il giorno dopo con ancor più voglia. È davvero emozionante, quando ero un bambino volevo essere tra i primi 10 al mondo e volevo giocare le grandi partite di grandi tornei come questo. Non mi pongo degli obiettivi specifici perché sento di vivere il mio sogno giocando su questi campi”.
    La crescita del giovane Draper è stata travagliata. Tanti problemi, ha ma tratto forza dal riuscire a superarli. “Ho attraversato molti alti e bassi, non solo fisicamente ma anche mentalmente, ci sono state un paio di volte in cui non ero sicuro di andare avanti. È davvero difficile arrivare ai Futures e ai Challenger. È brutale. Non è Wimbledon, non è Indian Wells… Andare in un posto per tre, quattro settimane di fila, sentendomi molto solo… Quando ero più giovane pensavo che lo sport fosse molto diverso da quello che era in realtà. Molto del lavoro per me era in un certo senso capire che avrei dovuto impegnarmi moltissimo per arrivare a questo punto, che non sarebbe stato “farò scintille a Wimbledon e vincerò”. Un paio di anni fa ho avuto molti infortuni e mi trovavo intorno al 40 in classifica. ma non mi sentivo completamente coinvolto, quindi ho guardato dentro me stesso e ho pensato che se dovevo farcela, allora avrei dovuto impegnarmi molto di più. Avrei dovuto prendere gli alti e bassi come venivano, guardare avanti ed essere positivo. Quella per me è stata una svolta, ho avuto circa 16 mesi di cose davvero buone e ora mi sento in salute. Mi sento bene nella mia mente, mi sento bene nel mio corpo. Non vedo l’ora di vedere cosa mi aspetta”.
    Chiedono a Jack se questa sensazione di continua insoddisfazione non lo porti ad un eccesso di pressione su se stesso. Questa la risposta: “No, non proprio. Ho pensato spesso su me stesso ma anche agli altri giocatori, i migliori. Il tennis è implacabile, ogni giorno dobbiamo continuare a scendere in campo e dimostrare il nostro valore. Ci sono molte, molte partite in un anno, molti tornei, e penso che avere questa mentalità sia davvero positivo. È adatta a questo sport perché non puoi avere giorni no. Devi continuare ad andare avanti. Ritengo che una mia grande qualità sia il fatto che do tutto me stesso. Mi impegno al massimo ogni volta che gioco in campo, ogni punto, e sì, il mio gioco è davvero migliorato. Penso che anche la competitività che porto in campo sia una vera chiave del mio successo”.
    La mentalità del perfezionista, quindi ecco dove pensa di poter ancora migliorare il suo gioco, pensando di poter vincere ogni partita contro ogni avversario. “Io e il mio allenatore analizziamo bene gli scout del match e crediamo fermamente che se metto il mio miglior tennis in campo e faccio le cose giuste, allora posso battere chiunque. I margini sono davvero piccoli. Forse ci sono un paio di cose tatticamente che devo migliorare, come capire dove l’avversario tende a servire, quale sia il posizionamento in risposta… Ho la sensazione di poterli battere tutti, ma che anche loro possono battere me. Quindi la mentalità è: usciamo e diamo tutto, facciamo del nostro meglio per eseguire un piano di gioco e partiremo da lì. Molti giocatori amano analizzare le cose molto attentamente. Io non sono così. So che se do il 100%, allora è tutto ciò che posso fare”.
    Draper ha rilasciato l’intervista non sapendo chi avrebbe vinto tra Alcaraz e Cerundolo. Così ha parlato dello spagnolo. “È un grande campione, sta facendo cose incredibili, è un bene per lo sport, non solo per i giocatori ma anche per gli spettatori che lo guardano. Sta fissando un livello molto alto e questo è positivo per un giocatore come me perché penso a cosa devo fare per essere al suo livello e sperare di competere per vincere i grandi eventi. Se giocherò contro Carlos sarà un grande incontro. Porta così tanto in campo, specialmente in queste condizioni. Ama assolutamente questi campi. Per me sarebbe un’altra opportunità di dimostrare quello che valgo”.
    Alcaraz ha vinto contro Cerundolo e quindi la semifinale si farà. Draper è sempre più convinto, sempre più tosto e sempre più affamato di vittorie. La top10 è lì a un passo ma lui vuol molto di più, iniziando dal vincere contro rivali come Alcaraz. Non resta che preparare i pop corn, ci sarà grande tennis.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Draper: “In Italia, Spagna e Francia il tennis è più seguito che nel Regno Unito. Shelton? Ha un’energia eccezionale”

    Jack Draper esulta dopo il successo su Fritz (foto ATPsite)

    Jack Draper ringrazia il connazionale Murray per avergli aperto la strada e avvicinato molti ragazzi al tennis, ma afferma che a livello di passione del nostro sport il Regno Unito è indietro rispetto a nazioni leader come Italia, Spagna e Francia. Il nativo di Sutton così ha parlato in quel di Indian Wells, dove continua a macinare ottimi risultati approdando ai quarti di finale dopo il bel successo contro Fritz. Lo attende ora una sfida totalmente diversa contro i servizi “bomba” di Ben Shelton, colpo che Jack ammette di invidiare…
    “Credo di aver giocato una partita di alto livello, qui ho faticato molto in passato con il servizio, ma penso di aver servito molto bene oggi, penso che questo sia stato un elemento che ha messo a Fritz molta pressione” confessa Draper. “È stata una partita molto diversa dall’ultima volta, dove i campi erano talmente rapidi che pareva di giocare sul ghiaccio. Qui nel deserto il rimbalzo è molto più alto, è più difficile fare punti con il servizio. Ho anche risposto bene, direi che questa volta tutti gli elementi si sono accesi insieme con un “clic”, quindi non potrei essere più soddisfatto della mia prestazione”.
    Contro Shelton nei quarti servirà una super partita in risposta, visto il servizio del rivale. “Ben è un giocatore che ha sempre molta energia, non ho ancora mai giocato contro di lui ma so benissimo di cosa è capace. Sappiamo tutti come serve, l’ho visto giocare ieri sera e ha servito alcuni Ace a 240 km/h. Non penso di poterlo fare… (ride). È mancino come me, uno che ha voglia di entrare nei primi 10. È anche un ragazzo molto simpatico, è ogni giorno più costante e questa settimana ha battuto alcuni grandi giocatori. Non vedo l’ora che arrivi questo incontro, non abbiamo mai giocato uno contro quindi sarà molto divertente. Naturalmente sarà una partita molto difficile”.
    Questo invece il suo pensiero sul tennis in Gran Bretagna, con il culmine su Wimbledon ma… troppo poco oltre le due settimane del torneo. “Pensi al tennis in Inghilterra e ovviamente abbiamo Wimbledon” sorride Jack. “È uno degli eventi sportivi più grandi al mondo. Direi che per tre settimane all’anno siamo molto coinvolti nel tennis. Penso che siamo stati estremamente fortunati, ovviamente, ad avere Andy Murray e altri giocatori che mi hanno davvero mostrato la strada e mi hanno ispirato a essere un giocatore di alto livello. Tuttavia ritengo che la cultura per il tennis non è enorme nel Regno Unito. Ci sono altre nazioni, penso all’Italia, Spagna e Francia, dove se la cavano meglio, amano il tennis molto più di noi come nazione. Quando arriverà il momento dell’erba spero che giocatori come me ed Emma, ma anche gli altri, potremo dare un bello spettacolo e ispirare molte persone a giocare”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Trotman e la filosofia nell’allenare Draper: “Salute prima di tutto, ma ai giocatori va lasciato il tempo per riflettere e maturare”

    Draper con coach Trotman

    James Trotman non è tra i coach tennistici più noti, ma il suo ottimo lavoro insieme a Jack Draper l’ha portato in prima pagina e ascoltarlo è operazione tutt’altro che banale. Parole precise, chiare, scandite con la calma di chi è sicuro delle proprie idee e con fermezza le propone al suo assistito, lasciandogli il tempo per assimilarle e riflettere. Proprio la gestione del tempo per Trotman è un requisito decisivo a diventare un campione: tempo per impattare la palla con colpi incisivi e mai causali; tempo per comprendere cosa si è fatto bene e cosa non ha funzionato, in modo da analizzare a freddo ogni aspetto e trarre il meglio per crescere sia come tennista che come persona. Una filosofia non lontana da quella “sinneriana” se ci pensiamo bene e che sta sostenendo l’ascesa di Jack verso il vertice della disciplina. Intervistato dai colleghi del sito ATPtour.com, Trotman si è raccontato al pubblico, fornendo alcuni spunti di vero interesse sul proprio lavoro e su quello che è davvero importante per un tennista ambizioso.
    “Di solito non facciamo un’analisi della partita fino al giorno successivo, sia che vinciamo o perdiamo”, afferma Trotman all’indomani del successo di Draper contro Brooksby. “Mi piace dare a Jack dello spazio dopo il match per riflettere, per focalizzarsi un po’ i suoi pensieri piuttosto che dover reagire immediatamente. Penso che sia salutare per i giocatori riflettere sugli aspetti positivi e negativi del gioco con una prospettiva rilassata, e quindi esaminarli insieme.”
    “La mia filosofia è che Jack ha un modo di giocare che lo porta a concentrarsi innanzitutto sull’esecuzione dei suoi colpi. Fare il proprio gioco. All’interno di ciò, quali sono i due o tre aspetti tattici che potremmo implementare per aiutare la sua prestazione in rapporto all’avversario? Credo fermamente che il focus sia nell’eseguire bene gli impatti, la tecnica, questa è la base. Inoltre possiamo sviluppare alcune cose che potrebbero influenzare la partita e l’avversario”. Tecnica, imporre i propri punti di forza e quindi strategia per mettere in difficoltà l’avversario.
    Quest’approccio per così dire graduale, riflessivo e che necessita di tempo, deriva da difficile 2023 affrontato da Draper, vittima di continui stop per infortuni che hanno reso molto complicato lavorare. “Entrando nell’anno scorso, l’unico obiettivo era rimanere in forma e in salute”, continua Trotman. “Siamo arrivati ​​a un punto in cui non importava quanto sarebbe migliorato o cosa sarebbe diventato, il nostro obiettivo era semplicemente mantenerlo in salute. È difficile ritrovare la fiducia nel proprio corpo dopo aver sofferto così tanti problemi uno dietro l’altro. Non è qualcosa che accade da un giorno all’altro. È stata una lunga strada.” Il coach entra nel dettaglio: “Non si è trattato di un solo infortunio, ce ne sono stati tre o quattro di fila. Pensavo fosse importante tirare una riga: ‘Cosa facciamo ora, Jack? Chi sono le persone che ti metteremo intorno?’ Questo era il primo obiettivo. Si può anche fallire, ma se il fallimento arriva non deve esser perché non ci abbiamo provato con tutti i mezzi”.
    Trotman ha lavorato a lungo con la LTA (la Federtennis britannica), allenando alcuni dei giocatori di più alto livello emersi nel paese, tra cui l’ex numero 14 del mondo Kyle Edmund. I suoi anni passati in quella organizzazione hanno formato le sue competenze, insieme ai continui aggiornamenti che James ha messo a punto viaggiando e capendo nuovi metodi. Un lavoro che gli hanno permesso di costruire una base di supporto solida per Draper, assicurandogli non solo la ripresa del fisico e la messa “in sicurezza” contro i peggiori infortuni, ma di tornare in campo più forte che mai. Trotman ha aggiunto al team del n.1 britannico Shane Annun come fisioterapista e Matt Little come preparatore, entrambi con un passato a fianco di Andy Murray.
    Per quanto riguarda la filosofia dell’allenamento, Trotman crede che i giocatori debbano assumersi la responsabilità del proprio sviluppo e in questo è davvero vicino alla filosofia del “team Sinner”, col giocatore al centro di tutto. Sottolinea la flessibilità e l’adattabilità, adattando il suo approccio alle esigenze uniche di ciascun giocatore pur rimanendo fedele ai suoi principi fondamentali. “Penso che ogni persona sia diversa. La sfida più grande risiede nella persona stessa: ognuno ha punti di forza e di debolezza diversi. Ma penso che i migliori giocatori che ho incontrato siano i più resilienti nell’affrontare le avversità, nell’intraprendere un percorso e nel capire quale sia la loro visione e chi vogliono diventare. È ciò di cui ogni giocatore ha bisogno. Penso che dovrebbe esserci una certa flessibilità in entrambe le direzioni, senza compromettere le tue convinzioni fondamentali come allenatore o come giocatore. Esistono diversi modi per cercare di acquisire abilità e insegnarle al giocatore. Può essere fatto in modi diversi a seconda del giocatore e della sua volontà di imparare. Abbiamo un approccio di squadra, ma alla fine ciò che conta è ciò che è meglio per i giocatori. Il nostro compito è fare molti sacrifici per ciò che è meglio per loro”.
    Trotman racconta un fatto poco noto della giovinezza di Draper: è cresciuto piuttosto tardi e questo lo ha costretto a riadattare totalmente il suo modo di giocare. “Aveva un grande potenziale ma fino ai 15-16 anni era piccolo. Per questo è cresciuto dovendo competere costantemente contro giocatori più grandi, diventando un grande difensore e trovando modi per essere competitivo contro giocatori più potenti. Poi, all’improvviso, arriva la crescita e diventa 193 cm! Per questo tutto è cambiato, a partire dal servizio e dal modo di stare in campo. Ha iniziato un viaggio che l’ha trasformato in giocatore che cerca di imporre le proprie armi in campo e tirare così forte da… togliere la racchetta all’avversario“.
    I due lavorano insieme in modo esclusivo dal 2021 e il coach è molto soddisfatto del loro rapporto. “Sono molto fortunato ad avere l’opportunità di lavorare con Jack, di accompagnarlo in questo percorso. Andiamo meravigliosamente d’accordo, è fondamentale. Trascorrere così tanto tempo insieme in una situazione ad alta pressione, non necessariamente una situazione normale, potrebbe essere un problema ma il nostro rapporto è davvero buono. Possiamo ridere, avere i nostri spazi e conversazioni dure quando necessario, rispettando l’opinione dell’altro. Ci vuole tempo, bisogna costruire il rapporto e la fiducia. In definitiva, penso che Jack sappia che le decisioni che prendo o le mie opinioni si basano su ciò che è meglio per lui, non su ciò che è meglio per me. A volte potrebbe non piacere sentirsi dire certe cose, ma è chiaro che tutto è fatto con la giusta intenzione. Non dobbiamo sempre essere d’accordo, ma tutto si basa sulla fiducia e ci vuole tempo. Bisogna superare gli alti e bassi, restare uniti e trovare le migliori opportunità per Jack” conclude Trotman.
    Una bella scoperta il pensiero di Trotman. Equilibrio, focus su idee chiare e sul giocatore, mettendo Draper al centro a prendersi le sue responsabilità, insieme a scelte condivise. Jack è a un passo dalla top10, ma visto il suo potenziale sembra solo un primo passo verso una carriera di altissimo livello.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Draper è fiducioso: “Mi sento davvero bene. Le condizioni? Bisogna accettarle e adattarsi”

    Jack Draper a Indian Wells

    Jack Draper si avvicina con rinnovata fiducia al grande match contro Taylor Fritz negli ottavi di finale del Masters 1000 di Indian Wells, sentendosi in ottima forma e convinto che il segreto per vincere sia adattarsi alle condizioni particolari del deserto, cercando di portarle a proprio favore. Il britannico, attualmente n.14 ATP, sfiderà per la quinta volta Fritz con un bilancio di due vittorie a testa (tre sfide si sono disputate nel 2024). Draper ha iniziato con serie difficoltà il 2025, reduce da importanti problemi all’anca che hanno complicato terribilmente la sua off-season e addirittura messo in dubbio la sua partecipazione agli Australian Open. A Melbourne Jack è arrivato con pochissimo allenamento sulle gambe, ha lottato come un leone vincendo tre match al quinto, per ritirarsi stremato contro Alcaraz negli ottavi di finale dopo un duro set. Un’uscita dal primo Slam dolorosa, ma che a suo dire gli è stata utilissima a livello mentale: sempre Draper ha dubitato del suo corpo per i tanti problemi sofferti nella sua giovane carriera, e questo gli ha spesso portato uno stato d’ansia. “Ce la farò a reggere?” si è chiesto troppe volte, issando bandiera bianca per il timore di ricadere in nuovi infortuni. Un bel lavoro su corpo e testa nel 2024 hanno fatto esplodere tutta la sua classe e qualità, colpi pesanti e un tennis a tutto campo difficile da leggere ed arginare. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, con la top10 vicina e un livello di gioco notevole. Sarà molto interessante vederlo affrontare il n.4 del mondo e campione in questo torneo nel 2022, non al massimo della sua forma e con un avvio di 2025 non esaltante. Intervistato dopo la convincente vittoria contro Jenson Brooksby, Draper si è detto fiducioso ed orgoglioso di come ha gestito i mesi scorsi, tra recupero fisico e allenamento.
    “Non è stato un periodo facile, in pratica avevo una marcata tendinite all’anca, ho dovuto sottopormi a una risonanza magnetica per vedere bene come gestire la situazione”, ha spiegato Draper raccontando i mesi scorsi. “Ho avuto problemi in quella zona in passato e non erano del tutto risolti. Dovevo prendermene cura. Nella pre-season questo mi ha anche portato a problemi alla schiena, non riuscivo a camminare. È stato davvero difficile. Per questo ho dovuto prendere buone decisioni, il rischio era perdere tre o quattro mesi per questo”.
    Le cose sono andate bene per fortuna. “Adesso mi sento molto bene. Questa settimana gioco anche il doppio, penso che sia un buon segno, mi sento a posto col mio corpo. Mi sento forte e in forma. Sento che i problemi che ho avuto sono alle spalle e, non vedo l’ora di essere continuo con le mie prestazioni da qua in avanti. Sono davvero, davvero contento di come ho gestito gli ultimi due mesi e, venendo qui, mi sento davvero bene. Mi sono posto nelle migliori condizioni possibili e questo mi rende felice”.
    Draper ha spesso giocato molto bene negli USA. Un caso? Forse no: “Penso che quando fa caldo e la palla rimbalza abbastanza alta, questo aiuti il ​​mio gioco. Mi sento a mio agio sul rovescio, ma anche sul diritto. A dire il vero mi sento a posto anche con il servizio e anche con tutto il resto. Su questo tipo di campi in cemento arrivo quasi sempre a sentirmi a mio agio, soprattutto qui negli Stati Uniti dove la palla è sempre un po’ più vivace, penso che questo si adatti bene al mio gioco. Simile a US Open? No, questo non direi. Secondo me qui le condizioni sono davvero diverse. La palla vola nell’aria. Forse la superficie è simile, ma le condizioni la rendono sicuramente molto diversa”.
    Le condizioni in quest’edizione di Indian Wells hanno scontentato diversi giocatori. Questo il punto di vista di Jack: “Capisco che le condizioni qui, per il modo in cui la palla viaggia nell’aria, sono abbastanza diverse ma non c’è alternativa ad accettarlo e muoversi di conseguenza. Ho accettato il fatto che potrei commettere alcuni errori che normalmente non faccio. Sicuramente nella partita (contro Brooksby, ndr) ho sentito di non giocare il mio tennis più pulito. Ci sono stati momenti in cui avrei voluto fargli giocare una palla in più e non ci sono riuscito. Ma allo stesso tempo, so di avere la capacità di risolvere i problemi, e non importa quanto mi senta a disagio, so che anche loro si sentiranno a disagio.”
    Un discorso lucido, da giocatore vero. Caldo e poi freddo, vento, un rimbalzo a volte irregolare e tendenzialmente molto alto… tutti problemi da risolvere, ma del resto il tennis è lo sport dove eccellere nel Problem solving porta alla vittoria…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Draper rinuncia a Dubai: “Devo pensare al recupero dopo Doha”

    Jack Draper GBR, 2001.12.22 – Foto Getty Images

    Jack Draper ha annunciato il suo ritiro dal torneo ATP 500 di Dubai, dove avrebbe dovuto affrontare il qualificato Marton Fucsovics al primo turno. Il tennista britannico, reduce dalla finale raggiunta a Doha, ha deciso di prendersi un periodo di riposo per recuperare dopo una settimana intensa.
    “Ho preso la decisione di ritirarmi da Dubai”, ha annunciato Draper su X. “Dopo un’eccellente settimana a Doha, sto seguendo il consiglio di dare priorità al recupero e gestire il mio corpo dopo una serie di partite lunghe, per darmi le migliori possibilità di essere competitivo durante tutto l’anno.”
    “Sono dispiaciuto di non poter partecipare a un evento incredibile come Dubai”, ha aggiunto il britannico, “ma non vedo l’ora di tornare a competere a Indian Wells e Miami.”Una decisione prudente per il giovane britannico, che preferisce non rischiare dopo il grande tennis mostrato in Qatar, dove ha raggiunto la finale perdendo poi contro Andrey Rublev.
    Md(1) Daniil Medvedev vs Jan-Lennard Struff Giovanni Mpetshi Perricard vs Zhizhen Zhang (Q) Roman Safiullin vs Tallon Griekspoor Jiri Lehecka vs (5) Ugo Humbert
    (4) Stefanos Tsitsipas vs Lorenzo Sonego (WC) Daniel Evans vs Karen Khachanov Gael Monfils vs Matteo Berrettini (Q) Christopher O’Connell vs (6) Grigor Dimitrov
    Lucky Loser vs (Q) Marton Fucsovics (WC) Aziz Dougaz vs Zizou Bergs Fabian Marozsan vs Roberto Bautista Agut (Q) Quentin Halys vs (3) Andrey Rublev
    (8) Arthur Fils vs Nuno Borges Alexander Bublik vs Felix Auger-Aliassime Alexei Popyrin vs (WC) Hady Habib (PR) Marin Cilic vs (2) Alex de Minaur
    Marco Rossi LEGGI TUTTO