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    Berdych critica la scelta di Mensik e Machac di giocare la Laver Cup: “Quella settimana poteva essere sfruttata meglio”

    Tomas Berdych, oggi capitano in Davis per la Rep. Ceca

    C’è un gran battage mediatico per scaldare l’atmosfera in vista dell’edizione 2025 della Laver Cup, da domani al via a San Francisco, tra la presenza del suo ideatore Federer a stimolare il talento ancora acerbo di Fonseca a gite turistiche dei protagonisti alla scoperta delle bellezze della Bay Area, come il leggendario penitenziario di Alcatraz. Ma c’è anche chi critica la scelta di giocare questa esibizione, sostenendo che si poteva usare meglio lo spazio della settimana. È Tomas Berdych a criticare la scelta dei suoi connazionali Jakub Mensik e Tomas Machac, in squadra per il team Europe rispettivamente come giocatore effettivo e prima riserva agli ordini del nuovo capitano Yannick Noah. Il capitano in Davis della Repubblica Ceca, reduce dalla favolosa affermazione negli USA nei qualifiers di Davis che ha aperto le porte alla sua nazionale alla Final 8 di Bologna, ha parlato in modo schietto, affermando di non condividere la scelta dei suoi due giocatori di disputare la ricca esibizione a squadre.
    “È la mia opinione personale, ma se fossero i ragazzi a chiedermelo, risponderei allo stesso modo” ha dichiarato l’ex n.4 al mondo alla stampa nazionale, dopo aver guidato la sua squadra al trionfo in Coppa Davis in Florida. “Per me, al momento, quella di giocare adesso la Laver Cup non sarebbe affatto un’opzione. Hanno già tanto alle spalle e molto altro ancora da affrontare nel corso della stagione”.
    “La Laver Cup a mio avviso è più adatta a giocatori già consolidati in posizioni di vertice. Capisco perché vogliano partecipare, ma quella settimana potrebbe essere sfruttata in maniera più efficace. È così che la vedo. Non che mi dia particolarmente fastidio, ma questo è il mio punto di vista” conclude Berdych, che ha giocato una volta l’esibizione, proprio l’edizione inaugurale nella “sua” Praga nel 2017.
    Parole che certamente non lasceranno indifferenti quelle di Berdych, ma con un fondamento molto solido. Mensik in particolare è attualmente al diciannovesimo posto nella Race to Turin; staccare il pass per le Finals è forse un obiettivo remoto, ma negli ultimi due mesi di tour ci sono tanti punti da assegnare, in tornei che si addicono assai alle sue caratteristiche, come gli indoor europei dove il suo servizio “bomba” e potenza nei colpi può essere quasi inarrestabile. Ma oltre a questa speranza di entrare nel lotto delle Finals, effettivamente il dopo US Open è un momento importante per riposo e preparazione: basta vedere la scelta di Jannik Sinner, bravissimo a sfruttare al meglio nelle scorse annate questo spazio per presentarsi preparato al massimo per il rush finale dell’annata. È curioso che un personaggio pacato come Berdych abbia punzecchiato due dei suoi migliori tennisti proprio durante il lancio di uno degli eventi meglio promossi nell’intera stagione, mostrando un lato che forse non conoscevamo.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Nardi disegna il campo, Mensik va k.o. Il ceco si ritira nel secondo set e Luca è negli ottavi al Masters 1000 di Cincinnati

    Luca Nardi a Cincinnati

    Davvero un peccato che una prestazione sontuosa a livello di impatti e geometrie di Luca Nardi sia per così dire sminuita e guastata dal ritiro del suo avversario, Jakub Mensik, nelle prime fasi del secondo set. Il pesarese avanza al Masters 1000 di Cincinnati per ritiro del ceco sul punteggio di 6-2 2-1 dopo appena 42 minuti di gioco. Un ritiro improvviso, con il giudice di sedia che ha parlato al pubblico di “Illness” (ossia un malessere) senza meglio specificare, quando il ceco aveva concesso un break nel terzo gioco del secondo parziale con l’ennesimo doppio fallo. Jakub era entrato piuttosto male nel match: lento, incerto, poco reattivo e molto falloso. Ne ha approfittato un ottimo Nardi, bravo a pensare solo al suo lato di campo e giocare un tennis rapido e angolato, servendo nemmeno così bene ma pronto a colpire con grande anticipo il primo colpo di scambio e così mettere a nudo tutte le difficoltà del rivale, certamente non al meglio.
    Nardi accede quindi agli ottavi di finale a Cincinnati, ed è la sua seconda presenza in carriera tra i migliori sedici in un Masters 1000. È entrato in tabellone da “lucky loser” ed evidentemente questa fortuna lo sta un po’ sostenendo tra il ritiro odierno di Mensik e un tabellone non impossibile, ma nello sport e nel tennis in particolare nessuno ti regala niente e la fortuna va conquistata sul campo. Esattamente come sta ben facendo Luca, oggi davvero molto positivo e pronto ad approfittare delle incertezze e difficoltà del rivale. Ovviamente il metro della prestazione dell’azzurro è da tarare sulle difficoltà dell’avversario, che ha sbagliato tanto (22 errori per le statistiche di ATP) e soprattutto non è mai riuscito a mettere grande pressione, eccetto alcuni scambi sulla diagonale di rovescio dove Jakub ha tanta di quella qualità da poter giocare ad occhi chiusi.
    Nardi è entrato in partita con le idee molto chiare: servire relativamente “piano” ma mettere tantissime prime variando continuamente l’angolo e cercando il più possibile lo slice da destra, per mettere a nudo il controllo non così eccelso di Mensik sul diritto con poco equilibrio e poco punch da impattare. Una tattica perfetta perché il ceco non l’ha vista quasi mai e in risposta ha raccolto poco e niente. Poco reattivo, Jakub ha sbagliato colpi per lui non usuali, ma è stato anche merito di Luca colpire con massimo anticipo e profondità, per non dare il tempo all’avversario di organizzare una reazione. Nardi è andato in costruzione con pulizia e qualità, ha sbagliato poco e niente ed è riuscito a tenere in mano l’inerzia del gioco, indispensabile contro un avversario molto potente ma non altrettanto rapido nel fare il primo passo verso la palla. Bellissime alcune accelerazioni lungo linea dell’italiano, uscite dalla diagonale di scambio perfette. Probabilmente se Mensik fosse stato a posto, avesse servito meglio e sbagliato di meno, l’incontro sarebbe stato assai più incerto e lottato, ma questi sono fattori che nessuno può controllare, e Nardi è stato impeccabile nel fare il suo, giocare il proprio tennis pensando solo a dare il meglio di se stesso, incurante delle condizioni dell’altro. Anche l’esser riuscito a mantenere questo focus soltanto sul proprio tennis è un fatto positivo.
    Negli ottavi c’è Carlos Alcaraz, sarà una “mission impossibile”. Luca ci arriva sereno, in fiducia, senza niente da perdere. Con il suo anticipo e angoli potrà proporre al fortissimo spagnolo traiettorie non banali. Sarà in ogni caso una grande esperienza e, speriamo, un bello spettacolo.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Nardi inizia l’incontro alla risposta ed entra benissimo nel match. Impatti molto puliti e aggressivi, andando in anticipo sul diritto di Mensik. Splendida la risposta velocissimo che lo porta 0-40. Il ceco concede il BREAK sul 30-40, con un diritto che gli vola via. Anche Jakub brilla in risposta, impatti secchi e potenti, per lo 0-30. Luca recupera, poi sul 30 pari un rovescio di scambio gli termina out. Chance del contro break, che Nardi annulla con una difesa intelligente e anche la ingenuità di Mensik nei pressi del net. 2-0 Nardi, ottimo inizio, con servizi non così veloci ma assai tagliati e angolati. Mensik prende ritmo al servizio, ben due Ace nel terzo game, muove lo score (2-1). Corre Luca, e non sbanda. Impatti secchi, puliti, la sua palla viaggi sicura ed così anticipata che Jakub non ha molto tempo (3-1). Infatti il ceco deve andare di potenza perché sulla velocità e scatto il nostro è più rapido. Un altro doppio fallo per Mensik, ma sul 40-15 non fa così male. Fa malissimo invece il suo rovescio, una bordata che leggi male e difficilmente contieni. 3-2. Nardi non mette nemmeno così tante prime palle, ma la risposta del ceco è tutt’altro che in ritmo, sembra proprio lento di riflesso nel fare primo passo sulla palla o reagire alla battuta, e così Luca veleggia col vento in poppa sul 4-2. Mensik invece pare confuso o assai letargico. Errore in spinta, poi doppio fallo… è il 13esimo errore del gigante ceco, gli costa lo 0-30 e poi il quarto doppio fallo addirittura lo 0-40… Jakub spedisce lunga pure una volée che definire scolastico è persino poco. Nardi ringrazia e col doppio BREAK è avanti 5-2. Il marchigiano ha talmente tanto margine di giocare del tutto decentrato. Spara pure due Ace nell’ottavo game e si ritrova 40-0 con tre Set Point. Basta il primo, la risposta di Mensik è mestamente in rete, è il dodicesimo punto di fila vinto da Luca per il 6-2, in soli 27 minuti. Le statistiche ATP parlano di solo 7 errori per il ceco, per TennisTv sono 15 ed è un dato più veritiero. Nardi Rulez…
    Dopo un sostanzioso toilette break, forse per mettere la testa sotto l’acqua gelata tra il caldo e la necessità di scuotersi (!), Mensik torna in campo con piglio diverso e vince di potenza il turno di battuta iniziale. Nardi continua ad usare molto bene il servizio slice da destra, pungola il diritto in risposta del rivale, tutt’altro che perfetto in allungo. C’è da stare molto attenti invece a chiamarlo sulla diagonale di rovescio, dove può generare una combinazione di potenza e profondità da campione. Sul 30 pari purtroppo Nardi entra fin troppo dedico nella palla in avanzamento e il diritto gli prende aria, atterrando di poco lungo. C’è una palla break per Mensik, con il warning per time violation per l’azzurro. Non entra la prima palla… Mensik aggredisce in risposta ma il secondo colpo gli esce di una spanna. Una meraviglia lo scambio condotto col rovescio da Luca e chiuso con un cambio in lungo linea spaziale per geometria e scioltezza d’impatto. Un Picasso. 1 pari. Nel terzo game Nardi continua a spingere con qualità, mentre Mensik è impreciso, lento, e nemmeno il servizio lo aiuta. Jakub commette un altro doppio fallo sul 30-40, c’è il BREAK. Ma soprattutto, Mensik getta la spugna! Va a rete e stringe la mano a Nardi. Il giudice di sedia parla di “Illness”, un malessere non ben specificato. Finisce 6-2 2-1, Nardi avanza al terzo turno, dove potrebbe incontrare Carlos Alcaraz. Davvero un “lucky loser” Luca nel torneo, ma sta giocando davvero bene e si merita questa situazione.

    [16] Jakub Mensik 🇨🇿 vs [LL] Luca Nardi 🇮🇹ATP Cincinnati Jakub Mensik [16]021 Luca Nardi• 062 Vincitore: Nardi ServizioSvolgimentoSet 2J. Mensik 0-15 15-15 ace 15-30 df 15-40 30-40 df1-1 → 1-2L. Nardi 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-0 → 1-1J. Mensik 15-0 30-0 40-0 40-15 ace0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1L. Nardi 15-0 30-0 ace 40-0 ace2-5 → 2-6J. Mensik 0-15 0-30 df 0-40 df2-4 → 2-5L. Nardi 15-0 30-0 40-02-3 → 2-4J. Mensik 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 df1-3 → 2-3L. Nardi 15-0 30-0 40-0 40-15 df1-2 → 1-3J. Mensik 0-15 15-15 40-15 ace ace0-2 → 1-2L. Nardi 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace0-1 → 0-2J. Mensik 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 ace0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Mensik, le chiavi per stoppare la tripla cifra del “Djoker” (Sondaggio LiveTennis)

    Jakub Mensik (foto ATPsite)

    Questo 2025 tennistico nonostante la dolorosa “astinenza da Sinner” per la nota faccenda non manca di regalarci spunti e novità. Basta vedere la Race to Turin dopo tre mesi di attività per scorgere interessanti movimenti e giocatori decollati verso posizioni di rilievo. Draper è terzo dietro a Sinner (incredibilmente primo con un solo torneo giocato e vinto, il più importante, a conferma della sua leadership), Mensik finalista a Miami è già decimo e in caso di successo volerebbe al sesto posto, il redivivo Shapovalov è 14esimo e il più giovane di tutti, Joao Fonseca, al n.20. Se aggiungiamo a quest’elenco anche Learner Tien che tanto sta piacendo per gioco e attitudine, abbiamo la conferma che il tennis maschile di vertice è tutt’altro che fermo e c’è la netta sensazione che nel corso della stagione ne assisteremo delle belle, con altre succulente novità. Stasera a Miami, ore 21, Novak Djokovic torna in finale in un grande torneo a caccia della “tripla cifra”, la vittoria n.100 in carriera. Chi proverà a stopparlo? Proprio Mensik, 19enne di straordinaria potenza e qualità. Impressionante la sua corsa in Florida e ancor più il fatto che a nemmeno 20 anni abbia un record positivo contro i topo 10, 7 vittorie e 5 sconfitte. Solo Sinner, Alcaraz e Djokovic si trovano nella stessa posizione contro i migliori dieci e questo è già un primo certificato di enorme qualità del ceco, battere i migliori è il primo segnale di classe e forza competitiva.

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    Mensik non è altro che l’ennesimo straordinario prodotto della scuola ceca, quella che per dirla all’americana “pound to pound” è la migliore del mondo. Poco più di 10 milioni di anime, ma un genio assoluto per il nostro sport con una tradizione di eccellenza nell’insegnamento tramandata di generazione in generazione. Anche nella più sperduta scuola tennis del paese c’è una cultura mediamente superiore, un’attenzione alla tecnica e allo sviluppo atletico dei giovani che permette di sfornare senza soluzione di continuità ragazzi e ragazze di grande talento. Inutile farne un elenco, è sotto gli occhi di tutti come i cechi siano bravissimi e Mensik è l’ultimo talento pronto a diventare tennista vincente, anche nei grandi appuntamenti. Di lui si sta parlando assai meno di Fonseca, forse perché viene da un paese molto più piccolo, con un mercato potenziale inferiore, e forse anche perché a livello caratteriale è assai meno esuberante. Apparenze più che altro, visto che Jakub in realtà è ragazzo assai simpatico, bravo a suonare la batteria e con la battuta pronta, ma meno esuberante e forse per questo “buca” di meno lo schermo. Tuttavia le sua pallate micidiali bucano la resistenza degli avversari, anche i migliori, come dimostrano i suoi risultati. Jakub ha le qualità per stoppare Novak stasera e vincere il primo Masters 1000 in carriera? Non facile, in una finale così importante l’esperienza è molto importante e questo sarà un fattore forse decisivo per il serbo. Tuttavia Mensik ha dalla sua alcune armi che potrebbero portarlo anche a vincere.
    A livello meramente tecnico, Mensik può fare la differenza con la battuta. Nella semifinale contro Fritz è stata impressionante la qualità del servizio del ceco, e abbiamo visto contro Berrettini (e in tutto il torneo) quando Taylor sia diventato bravo ed efficace in risposta. Se Jakub è focalizzato e prende ritmo, la sua prima palla è micidiale perché non ha solo potenza è anche molto varia. Tecnicamente il gesto di Jakub è fantastico, un’accelerazione progressiva e fluida, tanto che leggere la traiettoria è difficilissimo. Il suo angolo preferito è la curva verso destra, potentissima mazzata con quel minimo di slice che fa schizzare via la palla e la rende quasi impossibile da controllare. È un colpo tatticamente straordinario perché se ben eseguito gli porta punti diretti e lo mette in condizione di chiudere la colpo successivo, e questo gli permette di giocare un punto avanti nelle situazioni complicate come i 30 pari o i vantaggi. Se servirà al top da destra, questo pone Mensik discretamente al sicuro da palle break, dove la tensione sale e giocare a braccio sciolto con la sua velocità e coefficiente di rischio non è per niente facile. Djokovic è uno dei migliori di sempre in risposta, ma nemmeno per lui sarà facile domare la battuta di Mensik se questa renderà al meglio.
    Altro colpo che potrebbe dare a Mensik un vantaggio contro Djokovic è la sua tenuta sulla diagonale di rovescio. Molto spesso Novak dal centro del campo si mette a comandare alla sua velocità e con il rovescio cross si apre il campo per un successivo affondo; contro Mensik non sarà facile prendere campo col rovescio cross perché il controllo di Jakub è eccezionale, rigioca profondo e cambia molto bene anche in lungo linea, quindi Novak sarà costretto a spingere tanto e bene anche col diritto. Aprire l’angolo è uno delle chiavi del tennis del serbo, ma in quello del ceco sorprendere l’avversario col lungo linea è uno dei must.
    Altra chiave del match potrebbe essere la gestione delle rotazioni da parte di Novak. Mensik esalta per potenza e pulizia d’impatto, entra nella palla con uno swing regale per velocità e precisione, ma la sua miglior versione arriva quando colpisce palle pulite, in ritmo, in anticipo. Per questo Djokovic cercherà sicuramente di spezzare il ritmo al rivale, giocare dei back di rovescio un po’ corti sul diritto per portarlo a colpire fuori posizione e costringerlo ad abbassarsi molto sulle ginocchia, e non proporre palle interlocutorie, dove Jakub può avventarsi e spaccare tutto. Il serbo probabilmente cercherà anche di alzare la parabola per allontanare il rivale dalla riga di fondo e comunque non lasciargli palle comode da spingere. Mensik per non permettergli tutto questo dovrà comandare, fin dai colpi d’inizio gioco. Sembra difficile vedere Mensik battere Djokovic in una partita fondata su lunghi scambi, su rincorse, su lotta negli angoli aperti: per farcela dovrà giocare dritto per dritto, comandare con servizio e risposta e non lasciare al rivale il tempo di imbastire scambi alla combinazione di velocità, rotazione e angolo che preferisce. Se “Nole” entra in gestione dello scambio e comanda lui, sembra difficile che Jakub possa farcela.
    A livello mentale, chissà se Djokovic sentirà la pressione per staccare la vittoria n.100, o se sarà più Mensik a soffrire la prima volta a questo livello. Di sicuro la tenuta di testa può risultare decisiva, in particolare per il ceco che gioca un tennis complesso, non facile vista la velocità eccezionale dei suoi colpi e la necessaria pulizia all’impatto. Se sentirà tanto la tensione, possibile che il braccio possa diventare rigido, il servizio calare di precisione e lì il serbo troverebbe una breccia per sbaragliare il rivale. Questo è lo scenario più probabile, ma Jakub ha parlato chiaro dopo la vittoria su Fritz: si sente pronto a vincere anche contro Djokovic e prendersi tutto. Senza strafottenza ma con la solidità di chi ha talento e fiducia nei propri mezzi. C’è un solo precedente, targato Shanghai 2024: vinse Novak (poi battuto in finale da Sinner, quindi fu un ottimo Djokovic nel torneo), ma fa una partita lottata, con Jakub che vinse il primo set al tiebreak.
    Queste sono alcune delle chiavi della finale del Miami Open. Djokovic è pronto a scrivere un’altra pagina della sua straordinaria leggenda. Dall’altro lato della rete c’è un giovane dotato di un talento straordinario che vuol giocare un brutto scherzo al suo idolo d’infanzia, per portare a casa il primo grande successo di una carriera che si prospetta radiosa. Chi vince? Speriamo il tennis con una grande partita. Buona finale a tutti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Djokovic esalta Fonseca: “È stato l’argomento di conversazione sul tour negli ultimi mesi. Si merita questa considerazione”

    Novak Djokovic a Miami

    Novak Djokovic torna a ruggine al Miami Open staccando il record storico di vittorie a livello di Masters 1000. Sarà il prossimo avversario di Lorenzo Musetti negli ottavi, ma nella press conference post vittoria di ieri notte il focus del discorso è caduto su Joao Fonseca, teenager “terribile” capace di prestazione eccezionali, e stasera in prime time contro Alex de Minaur negli ottavi di finale. Fonseca sta scalando il ranking e ha vinto il suo primo torneo sul tour maggiore a Buenos Aires, ma di lui impressiona soprattutto la potenza dei colpi e l’atteggiamento in campo, maturo e combattivo, davvero straordinario in rapporto alla sua giovanissima età e poca esperienza. Per questo Novak ne ha esaltato le qualità, affermando che Joao da mesi è sulla bocca di tutti i colleghi, con pieno merito.
    “Fonseca è al centro dell’attenzione sul tour negli ultimi mesi. Meritatamente, tutti parlano di lui”, afferma Djokovic. “È un tennista molto bravo. È così giovane. Ha una potenza incredibile, tira fortissimo da entrambi i lati quando gioca della linea di fondo, e anche al servizio è potente. È un giocatore molto completo. Ciò che impressiona la gente è il modo in cui colpisce la palla, ma io sono ancor più stupito da come gestisce i nervi in ​​campo, è incredibile per un ragazzo come lui che non ha alcuna esperienza nel giocare ai massimi livelli“.
    Con Fonseca in campo gli spalti del Miami Open sono diventati una vera “torcida” brasiliana: passione, energia, un chiasso giocoso che a detta di Djokovic può fare solo bene al tour. “Era scontato che qua a Miami avrebbe trovato un bel supporto dal pubblico”, continua Djokovic. “È entusiasmante per il Brasile ma direi per il mondo del tennis intero. Ne avevo già parlato in Australia, per il nostro ecosistema del tennis e tutto il nostro sport, è super importante avere una futura superstar dal Brasile. Un paese così grande, un grande mercato, è un fatto davvero importante”.
    Fonseca ma non solo. Il più vincente dell’Era Open spende due parole anche per gli atri giovanissimi che stanno facendo cose importanti. “Joao è un giocatore molto emozionante da vedere, ma non è l’unico. C’è Mensik, anche, ed è altrettanto bravo. Forse la gente parla così tanto di Fonseca che si è dimenticata di Mensik. E non ci dimentichiamo di Tien. Anche loro due sono molto giovani e possiedono qualità altrettanto buone e grande potenziale“.
    “Penso che sia emozionante questa fase per il tennis. Non so come dovrei chiamarla questa generazione, la nuova generazione che sta portando avanti nuovi talenti. È sempre bello avere giocatori giovani e soprattutto che creano emozione quando li guardi. È splendido vedere nuovi giocatori con il potenziale per raggiungere le vette più alte e portare avanti questo sport in futuro” conclude Novak.
    Djokovic giustamente ricorda le qualità di Jakub Mensik, impegnato negli ottavi di Miami contro Safiullin. Il talento ceco, classe 2005, possiede un tennis di una potenza incredibile grazie al quale riesce a mettere alla frusta tutti i migliori. Ben lo spiega un dato statistico assai significativo: Mensik ha un record di 6 vittorie e 5 sconfitte contro i top 10. Attualmente sul tour ATP sono solo 4 i giocatori ad avere un record positivo contro i migliori 10 del ranking: Jannik Sinner, Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. Un rilievo statistico che conferma la altissima competitività del ceco.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Mensik: “Voglio essere numero uno e vincere tutti gli Slam, ma sui Grand Slam niente nuove regole”

    Jakub Mensik CZE, 01.09.2005 – Foto Getty Images

    Jakub Mensik, miglior teenager al mondo secondo il ranking ATP (54° nel ranking live di oggi), ha ambizioni chiarissime per il suo futuro nel tennis: “Diventare numero uno al mondo e vincere tutti i tornei del Grande Slam”. Il giovane ceco, alto 191 centimetri e dotato di un servizio potente, è considerato uno dei grandi progetti del tennis mondiale insieme a Joao Fonseca, con cui ha già iniziato a costruire una rivalità che promette scintille.
    Durante un’intervista rilasciata a CLAY a Punta Cana, dove sta disputando il Challenger 175 Copa Cap Cana, Mensik ha espresso il suo entusiasmo riguardo ai futuri confronti con Fonseca: “Sono molto emozionato all’idea di giocare molte partite contro di lui”. La loro rivalità è iniziata sul finire del 2024 nelle Finales Next Gen ATP, con un match vibrante vinto dal brasiliano con un punteggio inedito: 3-4(4), 4-3(4), 4-3(2), 3-4(4) e 4-3(5).
    “È stato un buon match, ovviamente con regole diverse”, ha commentato Mensik, ricordando quella sfida. “È un po’ diverso quando giochi fino a sei game. Non abbiamo avuto vantaggi nel punteggio. Questo fa sì che, quando sei in vantaggio, non hai davvero il controllo del gioco. Le differenze tra i giocatori si accorciano quando giochi a quattro game per set”.
    Il tennista ceco di 19 anni fa parte di una nuova generazione emergente che comprende nomi come Fonseca, Arthur Fils e Alex Michelsen. Quando gli è stato chiesto quali siano i punti di forza di questa nuova generazione, Mensik ha risposto: “È un argomento di cui potremmo parlare a lungo. Ovviamente, in ogni epoca del tennis appaiono nuovi nomi, nuove generazioni, nuovi stili di gioco. Il Big 3 ha dominato il mondo del tennis per 20 anni. Ora, questa nuova generazione sta per portare qualcosa di fresco. È difficile dire esattamente cosa ci caratterizza, poiché abbiamo tutti stili diversi. Secondo me, c’è una maggiore enfasi sulla fisicità. Inoltre, credo che possiamo assorbire molto giocando contro i migliori giocatori del mondo. Impariamo molto da questo. Così, un giorno potremo essere al loro livello”.
    Riguardo alla possibilità di vedere un nuovo Big 3 tra queste giovani promesse, Mensik mantiene i piedi per terra: “Roger, Rafa e Novak sono stati al vertice per 20 anni, il che è una follia. Al momento, Novak sta ancora giocando e può ancora vincere tornei. Quindi è un po’ difficile parlarne quando questa nuova generazione sta appena iniziando. Giocatori come me, Joao, Alex Michelsen e tutti questi bravi tennisti hanno il tennis per essere lì un giorno”.
    Interessante anche la sua opinione su possibili innovazioni regolamentari: Mensik considera che la regola del “no-let” (quando la palla tocca il nastro durante il servizio e cade comunque nel riquadro corretto) potrebbe iniziare ad essere applicata nei tornei di categoria ATP 250, ma è categorico nel sostenere che non andrebbero mai fatti cambiamenti di questo tipo nei tornei del Grande Slam, che secondo lui devono mantenere la loro essenza e tradizione.
    Mensik forma insieme ai suoi compatrioti Jiri Lehecka e Tomas Machac una delle squadre di Coppa Davis più forti del circuito. “Stiamo andando piuttosto bene”, ha affermato. “Con Jiri, Tomas, stiamo tutti salendo in classifica, mostrando grandi prestazioni in campo. Questo è davvero fantastico perché, per molto tempo, non abbiamo avuto molti giocatori cechi nella top 100. Ora siamo tre nei primi 50. Quindi penso che sia incredibile quello che sta succedendo e ci stiamo spingendo a vicenda a essere migliori”.Con un tono di orgoglio, Mensik aggiunge: “In Coppa Davis, letteralmente, possiamo battere chiunque. E possiamo diventare una squadra ancora più forte”.
    Il giovane talento ceco si ispira alle leggende del suo paese: “Ovviamente ci sono molte leggende. Non ero nemmeno nato quando Ivan Lendl giocava, ma naturalmente è un’ispirazione. Tuttavia, la mia generazione segue di più quello che hanno fatto Tomas Berdych e Radek Stepanek. Li ho visti principalmente in Coppa Davis. Hanno vinto nel 2012 giocando singolare e doppio, e poi hanno conservato il titolo nel 2013. È stato incredibile e molto emozionante da vedere quando ero bambino. Ora, avere Tomas come capitano della squadra di Coppa Davis è qualcosa di speciale. È davvero importante per noi poter imparare dalla sua esperienza”.
    Con tali basi e una determinazione cristallina, Mensik continua il suo percorso nel tennis professionale, puntando al vertice assoluto del tennis mondiale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Jakub Mensik: l’ascesa rapida di un nuovo protagonista nel circuito ATP “Ora posso dedicarmi solo al tennis”

    Jakub Mensik CZE, 01.09.2005 – Foto Getty Images

    Da esordiente a figura di spicco nel circuito ATP. È questa la storia di Jakub Mensik, il diciannovenne ceco che ha sorpreso tutti fin dal suo debutto agli US Open 2023 a soli 17 anni. Da quel terzo turno raggiunto a New York ormai 18 mesi fa, Mensik non ha mai smesso di crescere, conquistando risultati di prestigio e diventando un avversario temuto da molti top player.La crescita di Mensik ha subito una forte accelerazione nel 2024. Dopo la finale raggiunta a Doha in febbraio, il giovane di Prostějov ha staccato il pass per le Next Gen ATP Finals di fine stagione, dove si è messo in luce fra i migliori Under 21 del circuito. Non a caso, la sua annata è stata premiata con il Newcomer of the Year agli ATP Awards.E se il suo brillante 2024 è sembrato un ideale trampolino, l’inizio del 2025 non fa che confermarlo. Mensik ha centrato i quarti di finale a Brisbane e Auckland, oltre a una convincente corsa fino al terzo turno agli Australian Open. Risultati che lo hanno proiettato appena fuori dalla Top 40 della classifica ATP e già in possesso di ben cinque vittorie contro Top 10. Numeri che cominciano a spaventare i colleghi nei primi round dei tornei.
    “Le aspettative non mi spaventano”Nonostante la giovane età e i tanti riflettori puntati, Mensik afferma di non sentire la pressione delle nuove aspettative. “L’anno scorso ho giocato senza pressione,” ha raccontato ad ATPTour.com a Rotterdam. “Ora sì, percepisco maggiori aspettative, ma non mi condizionano. In campo mi sento molto bene e sono felice di essere dove voglio stare nel Tour. Sto migliorando il mio gioco, mi sento fiducioso e mi diverto a sfidare i migliori giocatori del mondo nei tornei più prestigiosi.Ho imparato tantissimo nel mio primo anno. Ho fatto molte esperienze con viaggi e nuovi tornei. Ora so cosa aspettarmi nei vari eventi e posso scegliere dove giocare in base a ciò che reputo migliore per me. Sono pronto per fare ancora di più.”
    La serenità di Mensik si è vista tutta all’ABN AMRO Open di Rotterdam, dove nel match di debutto ha superato Alexander Bublik, guadagnandosi un secondo turno di prestigio contro il numero 8 del mondo Alex de Minaur. Sarà la seconda sfida contro un Top 10 solo in questo inizio di stagione, dopo aver sconfitto Casper Ruud agli Australian Open.
    Alla scorsa edizione dello Slam australiano, Mensik non è stato l’unico teenager a mettersi in mostra: il brasiliano Joao Fonseca (18 anni) ha eliminato Andrey Rublev, l’americano Learner Tien (19 anni) ha superato Daniil Medvedev. Tutti e tre hanno poi preso parte alle Next Gen ATP Finals presented by PIF a Jeddah (Fonseca ha vinto il titolo), così come altre promesse che hanno brillato in Australia: Alex Michelsen (20 anni) ha raggiunto gli ottavi, il francese Arthur Fils (20 anni) è approdato al terzo turno, mentre Nishesh Basavareddy (19 anni) ha persino vinto un set contro Novak Djokovic.“Il livello della Next Gen quest’anno era davvero alto,” ha spiegato Mensik riferendosi all’edizione 2024 di Jeddah. “Lo si è visto anche in Australia, dove molti di noi hanno giocato bene e colto risultati importanti. È stato bello conoscere meglio gli altri ragazzi. Alcuni giocano soprattutto a livello Challenger, altri più a livello ATP Tour. Li conoscevo dalle categorie junior, ma era da un po’ che non ci vedevamo. È stato fantastico ritrovarci, competere da avversari, ma anche condividere momenti da amici.”
    Alto 1,93 m, Mensik vanta un servizio potente e un dritto carico di rotazione che può far male su ogni superficie. Ma, come ogni giovane di talento, deve ancora completare il proprio sviluppo tecnico e mentale. Un esempio? Agli US Open di settembre ha mancato tre match point contro Nuno Borges nel quarto set, prima di cedere fisicamente nel quinto. Agli Australian Open di quest’anno, in una battaglia contro Alejandro Davidovich Fokina, si è trovato avanti due set a zero e ha sprecato due match point, finendo poi per perdere.“Perdere partite tanto tirate, soprattutto nei grandi eventi, è sempre durissimo,” ha ammesso Mensik. “Ma cerco di imparare il più possibile da queste sconfitte, anche quando fanno male. È in quei momenti che sento di migliorare di più. Mi ritengo fortunato ad avere accanto persone che mi aiutano a reagire. Dopo la sconfitta in Australia ero abbattuto per un paio di giorni, ma poi devi ripartire perché il circuito va avanti. Subito dopo hai un’altra opportunità. Penso sia un percorso di crescita continuo, sia per il mio tennis sia per la mia mentalità e la mia condizione fisica.”
    “Ora posso dedicarmi solo al tennis”Fra un allenamento e l’altro, Mensik si gode qualche ora di relax. Dopo aver terminato lo scorso maggio gli esami finali (materie: lingua ceca, inglese, geografia e teoria di preparazione sportiva), non deve più destreggiarsi fra libri e racchette.“Sono felice di aver finito la scuola, è un capitolo della vita che posso spuntare dalla lista,” ha confessato. “Non so cosa farò dopo la carriera tennistica, ma un giorno potrei anche continuare a studiare. Mi piaceva, ma ora sono contento di poter staccare dal tennis guardando una partita di calcio dello Slavia Praga o gli incontri di hockey dei Mondiali.”
    Dopo aver superato Bublik al primo turno di Rotterdam, ora Mensik è atteso dal terzo seed e finalista della passata edizione, Alex de Minaur. Vincendo giovedì, il ceco approderebbe per la seconda volta nei quarti di un torneo ATP 500 (dopo la semifinale sfiorata a Vienna).
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    Australian Open: Davidovich è infinito, rimonta Mensik salvando due match point

    Alejandro Davidovich Fokina ESP, 05.06.1999 – Foto Getty Images

    Alejandro Davidovich firma un’altra impresa agli Australian Open 2025, conquistando la seconda rimonta consecutiva e un posto negli ottavi di finale. Lo spagnolo ha superato Jakub Mensik con il punteggio di 3-6, 4-6, 7-6(7), 6-4, 6-2, dopo aver salvato due match point nel tie-break del terzo set.
    Una dimostrazione di carattere straordinaria da parte dello spagnolo, che dopo un 2024 complicato sta ritrovando il suo miglior tennis e soprattutto una solidità mentale impressionante.I primi due set hanno visto un Mensik dominante, con il ceco che sembrava inarrestabile al servizio mentre Davidovich accusava la stanchezza del match precedente. Lo spagnolo ha raccolto appena quattro punti sulla battuta dell’avversario nel secondo parziale.La svolta è arrivata nel terzo set, quando Mensik ha accusato un calo fisico nei suoi spostamenti. Davidovich ha fiutato l’occasione, alzando il livello del suo tennis e diventando più aggressivo. Sul 6-5 e servizio per il match, il ceco è andato avanti 30-0 ma ha ceduto alla pressione, permettendo allo spagnolo di forzare il tie-break dove ha salvato due match point.
    Da quel momento, Davidovich è cresciuto notevolmente. Nel quarto set ha mostrato un tennis impressionante, diventando un muro invalicabile per il suo avversario. Nel set decisivo, lo spagnolo ha dominato fisicamente, lasciando Mensik senza risposte.Davidovich affronterà ora Tommy Paul negli ottavi di finale, con la consapevolezza di poter battere chiunque in questo stato di forma.
    ATP Melbourne Jakub Mensik66642 Alejandro Davidovich Fokina34766 Vincitore: Davidovich Fokina ServizioSvolgimentoSet 5A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 40-02-5 → 2-6J. Mensik 15-0 15-15 15-30 15-40 30-402-4 → 2-5A. Davidovich Fokina 0-15 0-30 15-30 15-401-4 → 2-4J. Mensik 0-15 15-15 30-15 40-15 40-300-4 → 1-4A. Davidovich Fokina 0-15 15-15 30-15 40-150-3 → 0-4J. Mensik 0-15 0-30 0-400-2 → 0-3A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 0-2J. Mensik 0-15 0-30 15-30 30-30 30-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 4A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 30-15 40-154-5 → 4-6J. Mensik 15-0 15-15 30-15 40-153-5 → 4-5A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 40-03-4 → 3-5J. Mensik 0-15 15-15 15-30 15-403-3 → 3-4A. Davidovich Fokina 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-403-2 → 3-3J. Mensik 15-0 30-0 40-0 40-152-2 → 3-2A. Davidovich Fokina 30-0 30-15 40-152-1 → 2-2J. Mensik 15-0 30-0 40-01-1 → 2-1A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 40-0 40-151-0 → 1-1J. Mensik 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 3Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 2-1* 3-1* 3*-2 4*-2 4-3* 5-3* 5*-4 5*-5 6-5* 6-6* 7*-6 7*-7 7-8*6-6 → 6-7J. Mensik 15-0 30-0 30-15 30-30 30-406-5 → 6-6A. Davidovich Fokina 0-15 0-30 15-30 15-40 30-405-5 → 6-5J. Mensik 15-0 30-0 30-15 40-154-5 → 5-5A. Davidovich Fokina 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A3-5 → 4-5J. Mensik 0-15 0-30 15-30 15-403-4 → 3-5A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 30-15 40-153-3 → 3-4J. Mensik 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-402-3 → 3-3A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 30-15 40-152-2 → 2-3J. Mensik 15-0 15-15 30-15 30-30 40-301-2 → 2-2A. Davidovich Fokina 0-15 15-15 30-15 30-30 40-301-1 → 1-2J. Mensik 15-0 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1A. Davidovich Fokina 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2J. Mensik 15-0 30-0 30-15 40-155-4 → 6-4A. Davidovich Fokina 15-0 15-15 15-30 15-404-4 → 5-4J. Mensik3-4 → 4-4A. Davidovich Fokina 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-403-3 → 3-4J. Mensik 15-0 15-15 30-15 30-30 40-302-3 → 3-3A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 30-15 40-152-2 → 2-3J. Mensik 15-0 30-0 40-01-2 → 2-2A. Davidovich Fokina 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-401-1 → 1-2J. Mensik 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1A. Davidovich Fokina 15-0 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Mensik 0-15 15-15 30-15 30-30 40-305-3 → 6-3A. Davidovich Fokina 15-0 15-15 15-30 30-30 40-305-2 → 5-3J. Mensik 15-0 30-0 40-04-2 → 5-2A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 40-04-1 → 4-2J. Mensik 15-0 30-0 40-03-1 → 4-1A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 30-15 30-30 30-402-1 → 3-1J. Mensik 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-1 → 2-1A. Davidovich Fokina 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-401-0 → 1-1J. Mensik15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 1-0

    Statistica
    Mensik 🇨🇿
    Davidovich Fokina 🇪🇸

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Ace
    16
    4

    Doppi falli
    7
    3

    Prima di servizio
    81/142 (57%)
    108/156 (69%)

    Punti vinti sulla prima
    67/81 (83%)
    74/108 (69%)

    Punti vinti sulla seconda
    24/61 (39%)
    25/48 (52%)

    Punti al servizio giocati
    81
    108

    Punti al servizio vinti
    67
    74

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Punti di risposta giocati
    108
    81

    Punti di risposta in gioco
    79
    39

    Punti di risposta vinti
    34
    14

    Vincenti in risposta
    2
    1

    Errori non forzati in risposta
    4
    6

    Punti vinti in risposta
    35%
    31%

    Palle break convertite
    5/22 (23%)
    6/9 (67%)

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    20/41 (49%)
    41/52 (79%)

    Vincenti
    48
    51

    Errori non forzati
    34
    44

    Totale punti vinti
    148
    150

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    215 km/h
    208 km/h

    Velocità media prima
    200 km/h
    180 km/h

    Velocità media seconda
    154 km/h
    156 km/h

    COLPI VINCENTI

    Dritto
    11
    8

    Volée
    5
    8

    Approccio
    1
    0

    Passanti
    3
    6

    Lob
    0
    1

    Smash
    0
    6

    Drop shot
    2
    1

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    Mensik, momento surreale a Jeddah: Controllo antidoping durante il match

    Jakub Mensik CZE, 01.09.2005

    Un episodio decisamente insolito ha caratterizzato il match di Jakub Mensik contro Arthur Fils alle Next Gen ATP Finals di Jeddah. Durante il toilet break dopo il secondo set, il tennista ceco ha rivelato a Nacho Forcadell una circostanza quasi senza precedenti nel circuito: gli era stato richiesto un controllo antidoping nel bel mezzo della partita.Mensik ha raccontato l’accaduto con un misto di rabbia e incredulità. Non è ancora chiaro se i responsabili del controllo antidoping, probabilmente confusi sui tempi, abbiano effettivamente proceduto con il test durante l’incontro.L’episodio ha aggiunto ulteriore frustrazione a una giornata già difficile per Mensik, che non ha brillato nel suo match contro Fils. Una situazione che evidenzia come anche la gestione dei controlli antidoping possa talvolta creare momenti di tensione imprevisti durante i tornei.
    Questo curioso incidente solleva interrogativi sulla tempistica e le modalità dei controlli antidoping nel tennis professionistico, una questione che meriterebbe forse una regolamentazione più chiara.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO