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    Dal campo da tennis al laboratorio militare: rubati i dati cerebrali di Sinner e Swiatek

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Sembra il copione di un film di fantascienza, ma la realtà potrebbe essere ancora più clamorosa. Secondo quanto riportato dal giornalista investigativo Pablo Torre del portale Hunterbrook – già noto per aver smascherato un caso di frode salariale in NBA legato a Kawhi Leonard e ai Los Angeles Clippers – l’azienda BrainCo, collegata a entità vicine al governo cinese, avrebbe raccolto e trasferito dati cerebrali di atleti di élite come Jannik Sinner e Iga Swiatek.
    Il dispositivo sotto accusa: le diademas FocusCalmAl centro del caso ci sarebbero le fasce elettroniche FocusCalm, indossate da diversi sportivi per monitorare le onde cerebrali, migliorare la concentrazione e gestire la pressione agonistica. Tra gli utilizzatori non solo i due campioni del tennis, ma anche stelle di altri sport come Charles Leclerc in Formula 1 e la fuoriclasse dello sci Mikaela Shiffrin.
    Il dispositivo raccoglie dati neurali con lo scopo dichiarato di aiutare gli atleti a mantenere calma e lucidità in gara. Tuttavia, secondo le rivelazioni di Torre, tali informazioni sarebbero state inviate anche in Cina e sfruttate per progetti militari, in particolare per l’addestramento di soldati in scenari di guerra del futuro.
    Una bomba diplomatica in arrivo?La notizia, definita già “potenzialmente esplosiva”, sta facendo il giro del mondo e rischia di trasformarsi in un vero e proprio terremoto diplomatico. L’idea che i dati cerebrali di atleti di fama internazionale possano essere stati sottratti e utilizzati per scopi militari solleva interrogativi inquietanti, non solo sul rispetto della privacy ma anche sulla sicurezza internazionale. LEGGI TUTTO

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    Sinner ha presentato la sua fondazione: “Lavoreremo su sport e istruzione, voglio ricambiare quello che il tennis mi ha dato. Parto per Pechino, mi sento bene fisicamente”

    Jannik Sinner

    Tanti vip e atmosfera rilassata nella presentazione della Fondazione di Jannik Sinner, lanciata alcuni mesi fa via web e raccontata nel dettaglio in un evento andato in scena ieri sera a Milano presso l’Hotel Palazzo Parigi. A fare da presentatore David Coulthard, ex vice campione del mondo nel 2001 e altri attori importanti del Motor sport, la grande passione dell’ex n.1, come Flavio Briatore e Stefano Domenicali, amministratore delegato della Formula 1 e membro del board della fondazione di Sinner insieme a Luca Maestri, ex CFO di Apple. Presenti tra gli altri anche Andrea Bocelli e Brunello Cucinelli, oltre alla famiglia di Jannik al completo e il suo manager Alex Vittur (presidente della fondazione) insieme alla moglie Cristina Tauber (direttrice). All in the family, per dirlo in modo birtish, uno dei fondamenti della vita del campione azzurro che si fida di una cerchia ristretta di persone e con loro porta avanti la sua carriera e progetti.
    Lo scopo della fondazione è chiaro: lavorare con i giovani su istruzione e sport per restituire un po’ di tutto quello che il tennis sta dando a Sinner, fama e guadagni. “Il tennis mi ha insegnato tante cose, la persona che sono diventato e ovviamente il giocatore” racconta Jannik a Federico Ferri di Sky Sport in un’intervista a latere dell’evento. “Il tennis mi ha cambiato la vita con tante altre cose esterne. La Fondazione è sempre stata una parte molto importante, volevo aprirla molto, molto prima ma abbiamo detto: ‘facciamo le cose per bene, prendiamo un poco più di tempo’. Ora con tutto il team, con Alex, Cristina, Luca, Stefano ed io, siamo delle persone molto competenti e speriamo di fare qualcosa di molto bello e, soprattutto, che resti lì per un bel po’. Non deve essere qualcosa che duri un anno e poi nulla più, vogliamo provare a fare tante cose positive nel tempo. Ovviamente senza la mia carriera tutto questo non sarebbe stato possibile”.
    Pensando alla missione della Fondazione, Sinner si è messo nei panni di un ragazzo con talento ma senza mezzi per farcela. Questo è esattamente il target a cui si rivolge: “Anch’io, quando ero giovane facevo parte di una famiglia normale che mi ha sempre permesso di fare tutto quello che volevo, avevamo i soldi ma non più di tanto” racconta Jannik. “Mi reputo fortunato anche considerando che sono nato in un luogo dove ci sono tante opportunità: c’è il campo da calcio, il campo da tennis, puoi andare in bici, puoi correre. Tutto è già costruito, magari un altro ragazzo non ha tutte queste possibilità anche dal punto di vista dell’educazione. Spero che soprattutto i ragazzi si sentano fortunati ad avere me o altri sportivi che cercano di aiutarli. La formazione è molto più importante di tantissime altre cose”.
    “L’espressione giusta secondo me non è ricambiare, è dare qualcosa indietro. Ovviamente la parte di responsabilità è un po’ diversa perché siamo in cinque e quindi si riesce a gestire tutto in modo migliore, parliamo di cosa possiamo fare e tantissime altre cose. Il nostro progetto è molto semplice, voglio dare indietro qualcosa ai ragazzi. Io ho iniziato a sciare 15 anni fa e costava una cifra, ora ancor di più e ci sono tantissime famiglie che ormai non possono permettersi neanche di comprare un paio di sci. Tempo fa tante cose costavano la metà. Noi dobbiamo essere realisti: non andremo subito dall’altra parte del mondo. Ho scelto di iniziare da dove sono nato perché sono dell’Alto Adige, so come sono le cose, per questo iniziamo da lì. Poi cercheremo di allargarci il più possibile“.
    Alex Vittur, suo manager da sempre, lo accompagnerà anche in questa nuova avventura: “Io e Alex ci conosciamo ormai da undici anni, è una persona fondamentale perché mi fido, è la persona che più sento vicina perché ha più o meno le mie stesse caratteristiche personali” afferma Sinner. “Lavoriamo insieme, ma è anche il mio migliore amico, c’è un legame che non ho con nessun’altra persona e che probabilmente non avrò più nella mia vita. Quando ti conosci da giovane con una persona che ti parla in modo diverso, perché l’ha sempre fatto in modo molto onesto e che, anche quando ho vinto tornei grandissimi mi ha detto ‘devi fare altre cose per tenere i piedi per terra’, è diverso. Ho iniziato a guadagnare quando avevo vent’anni e, magari, non sarei la persona che sono ora perché comunque è un po’ diverso. Ovviamente anche c’è la mia famiglia che è molto simile ad Alex, però ormai parlo più con lui che con loro. Abbiamo condiviso dei valori e sono molto contento che lui resti la persona che è e che non è mai cambiata. Il nostro rapporto ora è più maturo perché non ho più 15 anni ma 24, ho anch’io la mia vita. Fuori dal tennis ho tante altre cose, ma speriamo che il nostro legame resti così per sempre”.

    Jannik & Alex Vittur, Presidente della Fondazione, Manager e migliore amico.
    Via @FedericoFerri & @SkySport pic.twitter.com/eOIMiS76Mt
    — Janniksin_Updates (@JannikSinner_Up) September 19, 2025

    Ultima considerazione sull’attualità, a breve si torna in campo in Cina dopo la delusione della sconfitta in finale a US Open. Jannik si sente pronto: “Ora parto per Pechino, ci sono ancora tanti tornei importanti e mi sento pronto fisicamente. Mi sento bene, dopo US Open ho staccato un po’ la testa e quindi ora mi sento pronto per ripartire, pronto per fare qualche cambiamento e diventare un giocatore ancora migliore. Ovviamente sento il supporto dall’Italia e, visto che i gli Slam sono finiti, l’obiettivo saranno le Finals di Torino. Voglio giocare bene in quel torneo e poi vediamo come vanno le cose. Sono super contento di tornare di nuovo in campo perché è lì che mi sento vivo. Mi sento al sicuro, quindi non vedo l’ora”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Fedez nella bufera: a Bolzano presentato un esposto per “Razzismo e odio” espresso nel verso in cui accosta Sinner a Hitler

    Fedez e Sinner

    Se il rapper Fedez voleva tornare in prima pagina grazie alla “sparata” su Sinner accostato a Hitler per l’accento tedesco, possiamo affermare che c’è riuscito in pieno. Sui social si è è immediatamente scatenato un putiferio, e ora è arrivato addirittura un esposto alla Procura della Repubblica a Bolzano. A presentare l’atto è stato Giuseppe Martucci, consigliere comunale del capoluogo altoatesino (in quota Fratelli d’Italia), per “una frase gravemente offensiva nei confronti dell’atleta altoatesino”. Il verso della sua “barra” è “L’italiano ha un nuovo idolo, si chiama Jannik Sinner. Purosangue italiano con l’accento di Adolf Hitler”. La mossa del consigliere comunale è arrivata dopo le dure parole dei parlamentari della Svp, Julia Unterberger e Manfred Schullian, nei confronti del rapper milanese, molto noto anche per la partecipazione a vari programmi televisivi.
    Come riporta il quotidiano locale Il Dolomiti, “La denuncia si fonda sull’articolo 604-bis del Codice Penale, che sanziona la propaganda e l’istigazione all’odio razziale. Secondo Martucci infatti ‘l’espressione contiene due elementi particolarmente gravi: il riferimento al ‘puro sangue italiano’, che richiama esplicitamente la purezza della razza promossa dal nazifascismo e sancita nelle leggi razziali del 1938, e l’accostamento di Sinner – cittadino italiano e altoatesino – all’accento di Adolf Hitler, un paragone ritenuto del tutto inaccettabile’. Per questo ho sentito il dovere di agire a tutela dei valori fondanti della nostra Costituzione. Non possiamo permettere che un linguaggio che evoca il razzismo e l’odio venga normalizzato da figure pubbliche”.
    Fedez in sua difesa, affidata ad un intervento radiofonico al programma “La Zanzara”, ha parlato di ironia mal interpretata, tuttavia la condanna a questo accostamento è stata pressoché unanime.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Macci (ex coach di Serena e Roddick) mette in guardia Sinner: “Attenzione a non creare nuovi problemi cambiando troppo il gioco”

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Il mondo del tennis da giorni si interroga su quali possono essere i futuri scenari al vertice dopo l’esito netto della finale di US Open, con Carlos Alcaraz dominante su Jannik Sinner. Tanta differenza al servizio, ma non solo, tutto a favore dello spagnolo che con il successo a New York ha anche scalzato l’italiano dal vertice del ranking ATP. Importante è stata l’autocritica di Sinner, che dopo la partita ha masticato amaro – pur con la consueta pacatezza e lucidità di analisi – affermando che il suo tennis in finale è stato “prevedibile”, parlando chiaramente della necessità di lavorare ancor più duramente per introdurre qualche aggiustamento tattico e novità.
    Molte sono state le reazioni a queste significative parole di Jannik, disposto a concedere di più agli avversari nei prossimi tornei pur di testare qualche novità e così cercare di diventare un giocatore più vario. La maggior parte degli analisti ha commentato con favore questa scelta dell’azzurro, ma c’è anche una voce discorde, e di una certa rilevanza.
    Proprio sul punto di cambiare e mettere mano al suo gioco, un tennis così solido da portarlo a dominare il tour per un anno e mezzo, è intervenuto Rick Macci, coach inserito nella Hall of Fame ed ex allenatore, tra gli altri, di Serena Williams, Andy Roddick e Maria Sharapova. Il 70enne allenatore statunitense ha messo in guardia Jannik sul non esagerare nello “smontare” un tennis che potrà anche essere poco vario ma che è assolutamente di qualità e consistente. 
    “Certo, Sinner deve fare qualche correzione”, ha scritto Macci in un commento sul social X. “Ogni giocatore ha una scelta e ha bisogno di sentire una voce diversa. Ma non è obbligato ad ascoltarla a tutti i costi. Bisogna stare molto attenti, perché quando provi a risolvere un problema rischi di crearne un altro“.
    Un avvertimento di buon senso e figlio della grande esperienza del coach americano. Alla fine la bontà di una scelta la si misura anche dall’equilibrio e da un’analisi attenta di costi – benefici, come spiegano le grandi leggi dell’economia. Sull’erba di Wimbledon un Sinner in grandissima condizione atletica e molto determinato era riuscito ad andare molto sopra al livello di Alcaraz, bloccato in un pressing talmente asfissiante da portarlo ad dire al suo angolo “sta giocando molto, molto meglio di me”. Poi sul cemento in Nord America è stato lo spagnolo ad arrivare meglio, fisicamente e tecnicamente, tanto da giocare un US Open quasi impeccabile e vincere con pieno merito la finale sull’italiano. Una partita che ha fatto affermare a Jannik “devo portare qualcosa di nuovo del mio gioco”. Ma attenzione a non esagerare: minare le fondamenta di un tennis così concreto, solido, aggressivo e vincente potrebbe essere un rischio importante, come afferma Macci.
    Non resta che attendere la tournée in Asia, dove vedremo di nuovo in campo Jannik e potremo valutare se testerà qualcosa di nuovo. Dopo US Open 2023, proprio in Cina, sbocciò il Sinner “Maximo”, quello che con alcune settimane di lavoro mirato riuscì a colmare alcune lacune divenne quasi imbattibile, servendo benissimo e partendo a razzo verso l’Olimpo. A due anni di distanza, con 65 settimane da n.1, 4 Slam vinti, 2 Davis e tantissimo altro, sarà curioso ritrovarlo in campo. Con ancor più voglia di vincere imparando da problemi e sconfitte.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Pedro Martinez: “Nessuno riuscirà ad avvicinarsi al livello di Alcaraz e Sinner a breve termine”

    Sinner e Alcaraz a New York

    Anche gli avversari ne sono consapevoli: Carlos Alcaraz e Jannik Sinner sono i migliori giocatori al mondo per distacco, davvero lontani da tutta la concorrenza. Lo conferma anche Pedro Martinez, sottolineando che a suo dire nessuno sarà in grado di avvicinarli ed essere davvero una insidia a breve termine. Lo spagnolo, diventato “famoso” per la sua particolare decisione di sbarcare sulla piattaforma OnlyFans per condividere – a pagamento – contenuti esclusivi del dietro del quinte del tour e della sua vita da professionista in giro per il mondo, ha parlato dello status quo del tennis di vertice, dominato totalmente da Jannik e Carlos. I due campioni hanno vinto i quattro Slam quest’anno, e le finali di tutti i più importanti eventi stanno diventando quasi una questione privata.
    “Sarà difficile per qualcuno raggiungere presto il livello di Alcaraz e Sinner”, afferma Martinez a latere della Davis Cup, dove con la Spagna in quel di Marbella se la vedrà con i danesi di Rune. “Non vedo nessuno avvicinarsi a loro, anche perché Djokovic sta invecchiando”.
    “Novak sta ancora giocando un tennis incredibile, ma quando uno degli altri due è dalla parte opposta della rete allora si avverte tutto il peso dell’età. È evidente che non ha più 30, 28 o 25 anni. Questi due ragazzi hanno 15 anni in meno di lui e sono nel fiore della carriera, mentre Djokovic ha tanti anni di carriera alle spalle. Sta giocando un tennis davvero buono, ma non è lo stesso di 10 anni fa, quando non perdeva così tanto”.
    Per Martinez era Draper il candidato ideale a fare da terzo incomodo, ma i suoi ripetuti infortuni lo penalizzano moltissimo. “Draper stava giocando bene, ma non ancora al livello di Sinner e Alcaraz, poi si è infortunato a Wimbledon. Sta faticando un po’, con alti e bassi fisici. Vediamo se nei prossimi anni ci sarà qualche giovane giocatore in grado di raggiungere quel livello. Ma al momento, vedo una lotta tra loro due e poi una lotta tra tutti gli altri”. Quasi due tour separati lascia intendere Martinez, forse un’affermazione un po’ brusca ma, guardando all’ultimo periodo, piuttosto realistica.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Becker: “Sinner nella finale di US Open mi ha deluso, è stato prevedibile”

    Boris Becker

    Dopo aver parlato della situazione di Novak Djokovic, Boris Becker nel seguito podcast di Andrea Petkovic si è soffermato anche sul tema più caldo del momento, la finale di US Open dominata da Alcaraz su Sinner. Il tedesco è netto su Jannik: è stato deludente al servizio ma soprattutto per come non sia riuscito a cambiare qualcosa e subire la prepotenza del rivale.
    “Dal primo all’ultimo minuto di US Open, Alcaraz è stato chiaramente superiore a tutti gli altri giocatori, e persino a Sinner in finale, “afferma Boris. “La finale ha avuto un padrone assoluto. Carlos ha giocato un tennis di un altro pianeta e ha meritato di vincere il torneo. La grande differenza che ho notato in questo duello è stata al servizio: Sinner è stato nettamente più debole e a quel livello una differenza del genere non perdona. Se Jannik ha un vero punto debole, è proprio questo”.
    Becker continua la sua analisi tagliente sulla prestazione dell’italiano: “Sono uno che dice sempre la verità. Sono rimasto un po’ deluso: mi aspettavo di più da questa finale. Ma ovviamente non sono rimasto deluso da Alcaraz perché ha giocato meglio rispetto a un anno fa. Ha portato nel suo tennis più variazioni, ha cambiato i ritmi, ha usato il serve & volley, ha giocato anche lo slice di rovescio. Ha colpito con il diritto con tanta di quella potenza che la palla quasi spariva! Sinner, invece, per la prima volta è rimasto fermo con il suo gioco. Così è prevedibile: sai già esattamente cosa succederà. E non è tanto grave che io lo veda così, è molto peggio per lui che lo veda così anche Alcaraz”.
    “Per la prima volta ho avuto la sensazione che Alcaraz abbia fatto un passo avanti, mentre Sinner sia rimasto lo stesso. A tratti non sapeva come vincere i punti, se non quando Alcaraz sbagliava. È una novità in negativo per Jannik” conclude Becker.
    Un’analisi secca ma coerente anche a quanto dichiarato dallo stesso Sinner dopo la cocente sconfitta, affermando la necessità di lavorare per inserire delle novità al suo gioco, proprio per non essere così prevedibile.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner vs. Alcaraz: divisi da “solo” 6 punti

    Jannik Sinner e Carlos Alcaraz (foto Wimbledon.com)

    L’unicità del nostro amato tennis è racchiusa in molti aspetti che lo distinguono da qualsiasi altra arte o disciplina sportiva. Tra queste una delle più singolari è il fatto che i punti non contano tutti uguale: la somma algebrica non vale nulla, chiunque abbia giocato sa benissimo che non è evento raro un incontro nel quale un tennista sconfigge l’avversario accumulando nel corso del match meno punti complessivi. “Conta vincere i punti importanti”, ammonisce qualsiasi maestro di provincia, e la differenza tra vittoria e sconfitta balla su equilibri minimi. Super campioni come Federer, Nadal Djokovic – per restare ai nostri giorni – hanno vinto tutto quello che c’era da vincere portando a casa “solo” il 53% circa dei punti effettivamente giocati nelle loro carriere. Un 3% sugli avversari che ha creato un abisso in termini di risultati, vittorie, gloria, record e denari. Non esiste un altro sport con una differenza così sottile tra “il trionfo e il disastro”, e proprio l’abilità nel fronteggiare “quei due impostori nello stesso modo” rende il tennista un campione, per dirla alla Kipling.
    Questo preambolo sul nostro sport calza a pennello per descrivere una statistica molto singolare ma assai significativa relativa alla rivalità più importante del tennis attuale, Jannik Sinner vs. Carlos Alcaraz. I due più forti giocatori al mondo si sono spartiti equamente gli Slam del 2025, con l’italiano campione agli Australian Open e Wimbledon, e lo spagnolo vincitore a Roland Garros e US Open. Negli ultimi tre Major si sono sfidati in finale, con due successi per l’iberico, l’ultimo a New York che gli ha permesso pure di scalzare Jannik dal trono del ranking ATP (complice ovviamente i tre mesi di stop subiti dal nostro campione per la nota vicenda…). I grandi titoli della stagione sono di fatto diventati una faccenda privata tra loro, pure alcune finali Masters 1000 (Roma e Cincinnati, due degli ultimi tre). Insomma, quando c’è in palio un torneo di quelli “pesanti”, i due giovani campioni stanno facendo letteralmente piazza pulita, e il gap clamoroso in classifica tra loro due e il terzo (Zverev) lo dimostra ulteriormente. Tanto vincenti, e tanto vicini. Anzi, per punti vinti clamorosamente vicini…
    La statistica a cui ci riferivamo è relativa proprio ai punti vinti nelle loro 15 sfide, considerando solo quelle giocate a livello ATP (non è considerato quello ad Alicante nel 2019, quando i due erano ancora giovanissimi). Dal primo confronto diretto tra Carlos e Jannik, risalente al Masters 1000 di Parigi Bercy del 2021 (vinto dallo spagnolo) al match point della finale a US Open 2025, i due hanno giocato complessivamente 3.152 punti: Alcaraz ha vinto 1.579 punti, Sinner 1.573. Lo spagnolo ha vinto solo 6 punti più dell’italiano! Un equilibrio clamoroso, totale, che stride con il bilancio vittorie/sconfitte, dove Alcaraz conduce per 10 a 5. Riportiamo il post dell’autore di questa interessante statistica.

    Over the course of 15 matches and 3,152 points, just 6 points separate Carlos Alcaraz and Jannik Sinner, or 0.2% pic.twitter.com/YrpZnZbsaY
    — SportsBall (@_SportsBall_) September 8, 2025

    Questo conferma quanto nel tennis conti vincere i punti decisivi, e quanto i due leader siano davvero vicini a livello di prestazione e qualità di gioco. Tutti ricordiamo benissimo i tre match point non sfruttati da Sinner a Roland Garros, in particolare la risposta out di una spanna sul 15-40, o il terzo punto dove un formidabile Alcaraz è riuscito a rimettere lunghissima una risposta molto aggressiva dell’italiano che, sorpreso, ha sbagliato un colpo di scambio non impossibile. Se mai quella risposta a tutto braccio avesse pizzicato la riga, oggi il bilancio tra i due sarebbe molto diverso, per titoli Slam oltre agli head to head. E non dimentichiamoci anche il confronto altrettanto tirato a spettacolare a US Open 2022, quando Jannik servì per il match e arrivò a match point contro Carlos nel quarto set, ma la prima di servizio non lo aiutò e tutti ricordiamo (purtroppo) come è finita.
    Nel tennis quando va in scena una rivalità tanto complessa ed equilibrata come Sinner vs. Alcaraz la differenza tra vittoria e sconfitta è minima, corre sul filo del rasoio, su di un colpo che esce di 4 cm, una prima palla di servizio che non va al momento cruciale, sull’abilità di prendersi il rischio in un passaggio che spacca l’equilibrio e dà a uno dei contendenti un vantaggio decisivo dal punto di vista emotivo e mentale. Carlos quando vince un big-point in una fase importante si esalta e trova 10 minuti nei quali è ingiocabile (ci ricordiamo il tiebreak del terzo set a Pechino 2024, dove inanellò un vincente dopo l’altro, annichilendo l’azzurro); Jannik in altre occasioni è riuscito ad andar sopra alla spinta e anticipo di Carlos, facendo tutto in modo così rapido e aggressivo, pressante e preciso, da non far respirare il rivale, come nella finale di Wimbledon 2025 o Pechino 2023.
    Quei sei punti di differenza fanno davvero riflettere. Alcaraz e Sinner sono fortissimi, ci stanno regalando emozioni incredibili, tra gioie e dolori. Non sappiamo cosa accadrà nello loro prossime sfide. I due si conoscono ormai alla perfezione, si studiano e cercano ogni volta di superarsi con qualcosa di nuovo e diverso. Lo staff di Charlie è stato bravissimo nel capire bene cosa era accaduto nella finale di Wimbledon e trovare la contro mossa ideale a far sì che non si ripetesse: servizio top e depotenziare la risposta di Jannik. Detto fatto. Siamo certi che il team Sinner farà altrettanto e alla prossima occasione – che di sicuro arriverà… – ne vedremo delle belle. Tanti numeri a spiegare fenomeni, con una sola certezza: questi due splendidi talenti stanno portando il tennis e lo spettacolo a livelli spaziali, con sfide una diversa dall’altra e per questo terribilmente affascinanti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Alcaraz e Sinner, un duopolio che schiaccia il circuito: il divario con il “resto del mondo” è abissale

    Alexander Zverev nella foto – Foto Getty Images

    Suona forte e persino incredibile, ma i numeri non mentono: Carlos Alcaraz e Jannik Sinner stanno giocando un altro sport. Il livello espresso dai due giovani campioni è talmente superiore rispetto al resto del circuito che persino il ranking ATP fotografa un divario mai visto prima.
    L’ultimo dato, riportato dagli analisti, è impressionante: Jannik Sinner, attuale numero 2 del mondo, ha ben 4.850 punti di vantaggio su Alexander Zverev, terzo in classifica. Una distanza siderale, che equivale – e qui il paragone rende davvero l’idea – al margine che separa lo stesso Zverev dal numero 47 del mondo, il serbo Miomir Kecmanovic.
    Una sproporzione che racconta meglio di qualsiasi discorso l’egemonia esercitata da Alcaraz e Sinner sul tennis maschile. I due si dividono i titoli più importanti, giocano quasi sempre le finali dei tornei che contano e lasciano agli altri soltanto briciole.Se il presente è già un duopolio dominante, il futuro rischia di trasformarsi in un regno a due teste. La domanda che serpeggia nel circuito è la stessa: chi sarà in grado di colmare questa voragine? LEGGI TUTTO