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    Binaghi esalta Sinner: “Ha cambiato la storia del tennis in Italia”

    Angelo Binaghi, Presidente FITP

    C’era anche il Presidente della FITP Angelo Binaghi ad esultare sul Centre Court di Wimbledon domenica scorsa, quando Jannik Sinner ha scritto una delle pagine più belle del tennis italiano nel torneo più prestigioso al mondo. Parlando a SuperTennis, così Bianghi ha esaltato il successo e la carriera straordinaria del pusterese, alla quarta vittoria in uno Slam e prima in assoluto in singolare per un azzurro ai Championships.
    “È una delle più grandi vittorie del tennis italiano, anche per l’importanza del torneo e per il fatto che un italiano non l’avesse mai vinto in singolare” commenta Binaghi, come riportiamo dal sito ufficiale FITP. “Però è anche importante ricordare che non è un caso isolato. Abbiamo una corazzata, abbiamo la Paolini che ha vinto a Roma, abbiamo Musetti che è numero 7 e speriamo che riesca con Jannik a qualificarsi alle Nitto ATP Finals di Torino. Avere due italiani in campo in singolare sarebbe una cosa inimmaginabile. Inoltre abbiamo Cobolli che entra nei primi 20, abbiamo Matteo Berrettini che dobbiamo recuperare e abbiamo Sonego che continua a fare grandi risultati negli Slam. Abbiamo 8-10 giocatori che il mondo ci invidia, dobbiamo essere orgogliosi di loro”.
    “Sinner è un ragazzo straordinario, uno dei più intelligenti che io abbia mai conosciuto” continua il Presidente della federazione, “è un grande uomo. Se io, che ho attraversato qualche decennio del tennis italiano, avessi potuto disegnare il campione italiano del futuro, l’avrei disegnato come lui, sia in campo, per la solidità, la continuità, la fermezza, la concentrazione che ha nei punti importanti, sia fuori. Se le nuove generazioni italiane guardano a Jannik Sinner il futuro non può che essere roseo”.
    Binaghi vede un futuro roseo per il nostro campione: “Credo abbia tutto il tempo e la possibilità per provare a fare il Grande Slam nei prossimi anni. Avere il più forte giocatore al mondo ha cambiato la storia del nostro tennis, credo anche dello sport, nel nostro Paese. Quindi armatevi di racchetta e di biglietti aerei e continuate a girare il mondo perché le emozioni che avete visto oggi le vedrete nei prossimi dieci anni”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ljubicic confessa: “Ho un ottimo lavoro, ma se un giocatore come Sinner chiamasse…”

    Ivan Ljubicic

    Ivan Ljubicic non scarta l’ipotesi di tornare ad allenare un giocatore se ricevesse la chiamata da un top come… Sinner. Il croato, attualmente direttore dell’alto livello per la Federazione Francese e con alle spalle un lunghissimo e fruttuoso rapporto con Riccardo Piatti, il mentore di Jannik, è stato intervistato dal collega tedesco Simon Graf per il media svizzero Tages Anzeiger. Nell’intervista, Ljubicic spazia su molti temi di attualità, affermando anche che il giocatore che più gli ricorda Federer è Carlos Alcaraz. Respinge come mera provocazione l’affermazione di McEnroe secondo cui il miglior Nadal non avrebbe battuto Sinner e Alcaraz della finale di Roland Garros 2025. Questi alcuni passaggi del pensiero di Ivan, commentatore a Wimbledon (anche in finale) per Sky Sport.
    “Le due finali di Roger Federer a Wimbledon, 2017 e 2019, sono sicuramente memorabili” racconta Ljubicic. “La mia esperienza da giocatore a Wimbledon è stata disastrosa. Come allenatore, le cose sono andate meglio, un titolo e una finale con Roger, non è un brutto record. (sorride) Wimbledon è un luogo magico, è bellissimo, tutto ordinato e verde. La tradizione è viva ovunque. Ma non ridurrei il nostro sport solo a Wimbledon“.
    Chiedono al croato se sia rimasto sorpreso che poco dopo la fine dell’era Federer-Nadal-Djokovic, il mondo del tennis abbia già trovato in Sinner-Alcaraz una super rivalità di altissimo livello. “No, onestamente non lo pensavo. Ho sentito parlare di Alcaraz per la prima volta quando ha giocato contro Sinner in un torneo Challenger. Lui aveva 16 anni e Sinner 18. Riccardo Piatti è stato il mio allenatore, allenava Sinner, quindi sapevo tutto di lui. È così che ho sentito parlare di Alcaraz. Sapevo che sarebbe diventato uno bravo. Ma così bravo? Alcaraz e Sinner hanno una fame insaziabile di vincere titoli del Grande Slam. Sarà emozionante vedere fin dove arriveranno. La loro finale di Parigi una delle migliori nella storia del tennis? È stata una bella finale. Una finale molto, molto, molto bella. E la tensione è stata perfetta, con i match point salvati da Alcaraz. Ma la gente esagera sempre. John McEnroe ha detto che Nadal non avrebbe avuto alcuna possibilità contro Jannik e Carlos, è una sciocchezza. Non abbiamo ancora visto il meglio di Alcaraz e Sinner. Hanno ancora molto margine di miglioramento. La generazione successiva è sempre migliore della precedente perché il tennis va avanti, ma non credo che siano ancora più avanti. A volte guardo le partite del 2005, 2008, 2012 e 2015 tra Roger e Rafa. È stato un tennis incredibile”.
    “Ljubo” torna ai suoi anni giovanili, la fuga dalla guerra, l’approdo a Moncalieri dove grazie a Le Pleiadi della famiglia Bucciero ha trovato una seconda famiglia e il supporto necessario per diventare un tennista Pro. “Quel periodo della mia vita è stato estremamente complicato. Siamo fuggiti dalla guerra e siamo rimasti in un campo profughi senza mio padre. Poi l’esperienza in Italia: non parlare la lingua, non sapere nulla. È stata dura. Ma mi ha plasmato. Ho dovuto superare molte sfide. Avevo già un carattere forte, ma le circostanze mi hanno costretto a crescere molto in fretta. Non ho vissuto quel periodo come un trauma. È stato semplicemente molto impegnativo. Quando si attraversa un’esperienza del genere da bambini, la vita normale sembra facile in seguito. Il tennis è diventata la mia vita, ero in campo tutto il giorno. Vivevo al circolo, quando non ci allenavamo, giocavamo a carte o chiacchieravamo. All’epoca non c’era internet. Quella era la mia vita di tutti i giorni. Ecco perché sono diventato così bravo. Fino a 12 anni, non ero abbastanza bravo per giocare le qualificazioni per i campionati nazionali juniores in Croazia. A 17 anni, ero uno dei migliori juniores del mondo. È quello che succede quando sei in campo tutto il giorno, tutti i giorni. (…) In quegli anni sognavo di diventare un tennista professionista. Certo, ero sotto pressione: la mia famiglia stava attraversando un periodo difficile e volevo davvero restituire loro qualcosa. Sapevo che il tennis era la mia unica possibilità di aiutarli. Ho dato tutto me stesso per diventare il migliore possibile. Era l’unica cosa che avevo in mente. Come posso migliorare e diventare un professionista? E a un certo punto, tutto è successo molto velocemente. Improvvisamente, mi sono ritrovato a giocare qui a Wimbledon. È stato intenso”.
    “Il tennis è una parte fondamentale della mia vita” continua Ljubicic. “Ho imparato tantissimo, non solo su diritti e rovesci. Sono stato presidente del consiglio dei giocatori, allenatore, commentatore televisivo, ho avuto una società di gestione, ho gestito un’accademia: ho fatto quasi tutto. E ho imparato tantissimo. Eppure, mi sento come se fossi solo all’inizio, il che è positivo. Hai bisogno di quell’energia, di quell’entusiasmo, per svegliarti la mattina con vigore. Se parli solo del passato, sei vecchio. Devi sempre guardare avanti”.
    E proprio sul futuro verte la domanda più stuzzicante dell’intervista: Jannik Sinner potrebbe inserire un nuovo allenatore a fianco di Vagnozzi per la prossima stagione se Darren Cahill confermerà il ritiro alla fine del 2025. Ljubicic prenderebbe il suo posto? “Ho un lavoro per la Federazione Francese che mi tiene molto impegnato” commenta Ivan, “Ma se un giocatore come Sinner bussa alla porta, bisogna almeno pensarci… Come con Roger Federer. Sinner, Alcaraz: ci sono alcuni giocatori che mi entusiasmano. Prima o poi allenerò di nuovo un giocatore. Ma non so quando“.
    Dopo il successo a Wimbledon, Sinner ha scherzato con la stampa parlando della scommessa fatta con Cahill prima della finale: se vinco, decido io se continueremo insieme o no. La vittoria è arrivata… vedremo gli sviluppi all’interno del team Sinner, ma nel caso in cui Darren confermasse la sua volontà di ritirarsi, certamente Ivan Ljubicic potrebbe essere un candidato molto interessante, per la sua storia (anche con Piatti), la sua competenza, l’incredibile lavoro fatto con un Federer già “maturo”, con un rovescio tutto nuovo che portò lo svizzero a vincere due Slam e dominare persino Nadal nell’annata 2017 in vari scontri diretti… Intanto ricordiamo che il team Sinner è senza preparatore fisico e fisioterapista, dopo l’addio a sorpresa a Panichi e Badio appena prima di Wimbledon. È quasi sicuro che due professionisti saranno i prossimi ingressi, vista la necessità di lavorare bene sul fisico in vista dei tornei estivi negli USA, dove tantissimi saranno i punti da difendere. Certo che Jannik… vinse US Open 2024 senza Ferrara e Naldi, e ora ha trionfato a Wimbledon senza Panichi e Badio. Anche il team “ristretto”, Jan – Vagno – Darren, funziona…
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner e Iga Swiatek, coppia d’eccezione al ballo dei campioni: “Iga mi ha convinto, non potevo dire di no”

    Iga Swiatek e Jannik Sinner nella foto – Foto getty images

    Il tradizionale ballo tra i campioni di Wimbledon è stato, anche nel 2025, uno dei momenti più attesi e iconici della serata di gala che chiude il torneo più prestigioso del tennis. Ma quest’anno, dietro alle immagini sorridenti di Jannik Sinner e Iga Swiatek che si lanciano in pista, si nasconde una piccola curiosità raccontata dallo stesso tennista italiano ai microfoni della BBC.
    Sinner ha infatti svelato un retroscena che mostra tutta la spontaneità del momento: “Ci hanno detto che non era obbligatorio ballare, anche perché era ormai molto tardi. Ma Iga mi ha detto: ‘No, no… lo facciamo!’ E io ho pensato: ok, dai va bene”, ha raccontato Jannik con un sorriso.
    Nonostante la stanchezza dopo due settimane intensissime, la voglia di Swiatek di rispettare la tradizione ha avuto la meglio: la polacca, fresca vincitrice del suo primo Wimbledon, ha convinto il collega azzurro a salire sulla pista da ballo per chiudere la giornata con eleganza e leggerezza.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    La rivincita di Jannik Sinner: dalla più grande sofferenza alla più importante vittoria in carriera

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Appena un mese fa, Jannik Sinner appariva disperato per la clamorosa sconfitta in finale contro Carlos Alcaraz al Roland Garros. Una partita, quella nell’Open di Francia, che il tennista altoatesino aveva praticamente in pugno ma che, per una serie di fattori, si è fatto scivolare dalle mani. Lo spagnolo – specie dopo il “double” tra Roma e Parigi – stava diventando sempre più bestia nera. Eppure, dopo la più grande sofferenza sportiva, per Sinner è arrivata la più importante vittoria in carriera: è lui, infatti, il primo italiano di sempre a trionfare nel singolare maschile di Wimbledon.
    Una finale meno equilibrata del previstoAnche in questa finale, il gioco di Sinner è sembrato prevalere su quello di Alcaraz. Lo spagnolo, tennista molto offensivo ma anche fin troppo volenteroso di variare – a volte inutilmente – la manovra, dopo essersi portato a casa il primo set recuperando un break di svantaggio (anche per via di alcuni errori gratuiti dell’italiano) ha perso sempre maggiore tempra. Alcaraz è sembrato spegnersi progressivamente, riuscendo spesso a cavarsela con il servizio (condito comunque da tanti doppi falli) ma manifestando anche difficoltà a tenere lo scambio.
    Dal canto suo, dopo lo spavento iniziale del set perso, Sinner ha recuperato subito mentalmente, scacciando via i fantasmi di un’altra, pesante sconfitta con lo spagnolo. Perdere anche questa finale contro il 2 volte campione di Wimbledon avrebbe significato non solo creare un pericoloso divario psicosomatico nei confronti del numero 2 al mondo ma anche perdere la terza finale raggiunta di fila dal rientro. Fortunatamente per lui, il numero 1 ATP ha invece trovato calma e gesso che, unite a qualità e potenza, sono riuscite a regalargli una prima, storica vittoria inglese.
    La vittoria in 4 set è stata addirittura sorprendente. Molti spettatori – e, probabilmente, gli stessi giocatori – si aspettavano infatti una partita al quinto set. Invece, dopo 3 ore di gioco, Sinner è riuscito a vincere il match con un triplo 6-4, rimontando il vantaggio di Alcaraz con lo stesso punteggio. Si tratta per Jannik Sinner del quarto trofeo Slam vinto in carriera.
    L’auspicio è che, a 23 anni, Sinner possa vincerne tanti altri. Nel frattempo, magari, in attesa dei prossimi impegni, il numero 1 al mondo potrà seguire i primi impegni del suo Milan sui siti di calcio live, con i rossoneri che hanno iniziato da poco la preparazione estiva.
    Una rivalità destinata a durare nel tempoOrmai è sempre più chiaro come Jannik Sinner e Carlos Alcaraz siano destinati a sfidarsi per lungo tempo ancora. L’ultima finale in cui nessuno dei due era presente in uno Slam risale addirittura allo U.S. Open del 2023 (finale Djokovic-Medvedev) ed entrambi sembrano ormai decisamente troppo in avanti rispetto ai loro colleghi, tra chi è in difficoltà generale (come Zverev o Tsitsipas), chi paga la mancanza di continuità e costanza chi, invece, si sta avviando sul viale del tramonto (Djokovic).
    Certamente Sinner e Alcaraz rappresentano, in qualche modo, i “nuovi” Federer e Nadal. Un dualismo formato da competitività e grande rispetto reciproco che finirà per contraddistinguere tutta l’era moderna del tennis. Ci aspettano tante altre finali tra questi due straordinari tennisti, pronti – come sempre – a regalare spettacolo. LEGGI TUTTO

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    Simone Vagnozzi celebra il trionfo di Sinner: “È il sogno che avevo da bambino. Volevo vincerlo da giocatore, e poi l’ho vinto attraverso i tuoi colpi”

    Simone Vagnozzi nella foto

    Non è facile trovare le parole giuste dopo un’impresa così grande, ma Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, è riuscito a toccare le corde più profonde con un messaggio emozionante affidato ai social poche ore dopo la storica vittoria di Wimbledon. Un successo che non è solo il coronamento di una carriera per il giovane fuoriclasse azzurro, ma anche la realizzazione di un sogno coltivato fin da bambino dallo stesso Vagnozzi.
    “È il sogno che avevo da bambino. Volevo vincerlo da giocatore, e poi l’ho vinto attraverso i tuoi colpi,” ha scritto Vagnozzi, lasciando trasparire tutta l’emozione e la gratitudine per aver condiviso questo cammino con Sinner. “Hai commosso e reso orgogliosi come me milioni di italiani e appassionati di tennis. Ieri hai scritto una pagina indelebile del nostro sport.”
    Il coach ha voluto sottolineare quanto questo successo sia il frutto di una vita intera di sacrifici, lavoro, cadute e ripartenze: “Giorni così non valgono un trofeo, ma una vita intera di sacrifici, di momenti difficili, e tanto tanto lavoro per arrivare lì su. Fare il percorso con persone speciali e che stimo rende tutto questo possibile e bellissimo.”
    Un pensiero, poi, va anche alla forza d’animo di Jannik dopo la delusione di Parigi: “Ero sicuro che da quella partita saresti diventato più forte, e ieri l’hai dimostrato. Nel tennis. E fuori. Perché sei il numero 1, sei un campione, e sei un grande uomo.”Parole che sanno di abbraccio, di gratitudine e di sincera ammirazione. Un legame speciale, quello tra Sinner e Vagnozzi, che si rafforza anche davanti alla storia, quando un sogno condiviso diventa realtà davanti agli occhi di tutto il mondo.

    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sinner, statistiche e record dopo il successo a Wimbledon

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Non c’è nessun record, statistica o numero più importante, bello e prezioso della coppa di Wimbledon vinta da Jannik Sinner ieri sul Centre Court. Ma il primo successo dell’italiano ai Championships segna anche importanti e interessanti dati numerici che aiutano a capire la portata della sua impresa e ancor più il ruolo incredibile che Jannik sta assumendo nel tennis attuale e storico. Ne riportiamo alcuni di quelli che riteniamo più significativi, ce ne sarebbero davvero tanti… Ovviamente a livello di tennis italiano non è nemmeno rilevante parlarne: Jannik sta scrivendo un libro tutto suo, tutto nuovo. Vediamo a livello internazionale.

    100: la finale disputata e vinta da Sinner a Wimbledon è stata la sua partita n.100 in carriera nei tornei dello Slam, ed è curioso rilevare che non era mai accaduto prima che un tennista facesse centro in un Major proprio alla sua centesima apparizione nei tornei più importanti dell’annata. Una coincidenza fortunata e assai gustosa…
    81 – la vittoria nella finale di Wimbledon è la n.81 per Jannik nei tornei dello Slam. Dal 2000, solo Rafael Nadal ha fatto meglio nelle sue prime 100 partite, con 86 vittorie… Seguono Federer con 80, Djokovic con 79 e Murray con 77.
    Con la vittoria a Wimbledon, Sinner è campione in carica in Tre Slam: Wimbledon, US Open e Australian Open, e tutto questo a 23 anni. Solo Jimmy Connors, Pete Sampras, Roger Federer e Rafael Nadal vantano questo primato, una cinquina di campioni leggendari.
    12.030 – Questi i punti di Sinner nel ranking ATP dopo la vittoria a Wimbledon. È il suo record assoluto di punti accumulati nel ranking, con un sonoro + 3430 sul secondo, Alcaraz.  Da quando esiste l’ATP Tour con questo ranking (1990) sono solo 5 i tennisti capaci di superare il muro dei dodicimila punti: Rafael Nadal, Roger Federer, Novak Djokovic, Andy Murray e Jannik Sinner. È davvero in buonissima compagnia. Tutto questo in una stagione segnata dai 3 mesi di stop forzati. Chissà che distacco avrebbe ora se non avesse saltato tornei come Miami, Indian Wells…
    9 – Sinner è il primo tennista a vincere 9 set consecutivi contro Novak Djokovic; sorpassa Federer (fermo a 8), lo svizzero c’era riuscito quando Novak era assai giovane (tra 2006 e 2007).
    56 – Jannik nelle sei partite di Wimbledon precedenti alla finale ha concesso ai suoi avversari un totale di 56 game. Nel torneo solo in tre hanno fatto meglio: Federer (52 nel 2006), McEnroe (54 nel 1982), Connors (54, nel 1974).
    Con 23 anni e 318 giorni, Sinner è secondo giocatore più giovane nell’Era Open a raggiungere tutte le finali dei tornei dello Slam. Più precoce di lui solo Jim Courier, ci è riuscito a 22 anni e 308 giorni.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner vince anche in tv: 5,7 milioni di spettatori col 40,4% di share

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Jannik Sinner trionfa anche sul piccolo schermo. La bellissima, straordinaria, indimenticabile finale di Wimbledon 2025 vinta dal n.1 del mondo contro Alcaraz ha registrato dati d’ascolti tv eccezionali, con un italiano su quattro che ha seguito l’incontro. Secondo i dati rilevati da Auditel, ben 4,14 milioni telespettatori si sono sintonizzati sul canale in chiaro  TV8 per seguire la partita, a cui vanno aggiunti i 1,53 milioni di Sky Sport, considerando la total audience della pay-tv (sommando al satellite i dati di streaming come dispositivi mobile Sky Go). Sinner quindi è stato seguito da circa 5,7 milioni di spettatori per un incredibile share del 40,4%.
    Curiosamente non è la partita di tennis più vista nella storia della tv in Italia: il record resta ancora quello del 2023, quando la finale delle ATP Finals di Torino tra Jannik e Djokovic registrò ben 6.7 milioni di spettatori sommando gli ascolti di Rai e Sky Sport. Al secondo posto con 6 milioni di spettatori troviamo la recente finale a Roma (sempre tra Sinner e Alcaraz) e quindi l’incontro tra Sinner e Paul al Foro Italico, che registrò una audience totale di 5,9 milioni di spettatori. Tuttavia i primi tre incontri furono trasmessi dalla Rai, oltre alla Pay-tv, quindi quello di ieri è un dato eccezionale vista la diffusione su TV8.
    La finale di Wimbledon ha superato per ascolti quella di Roland Garros, quando la rimonta di Carlos su Jannik di oltre 5 ore registrò 5 milioni di spettatori.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Sinner, la forza della rinascita: le dichiarazioni di Vagnozzi e Cahill dopo il trionfo a Wimbledon

    Darren Cahill e Simone Vagnozzi nella foto – Foto Getty Images

    Jannik Sinner ha conquistato Wimbledon, riscattando la delusione di Parigi e dimostrando una maturità che ha sorpreso tutti, compresi i suoi due allenatori, Simone Vagnozzi e Darren Cahill. Sono loro, dietro le quinte, i principali artefici della trasformazione mentale e tennistica dell’azzurro, capaci di guidarlo verso la rivincita contro Carlos Alcaraz e la conquista del titolo più prestigioso.Dopo la finale, entrambi si sono presentati in sala stampa, sottolineando il percorso di crescita di Jannik, la forza del gruppo e la capacità unica del loro pupillo di lasciarsi alle spalle anche le sconfitte più dolorose.
    La svolta dopo la sconfitta di ParigiCahill ha ricordato quanto sia stato importante gestire il dopo Roland Garros, quando Sinner aveva perso una finale già vicina, con match point a favore: “La capacità di accettare ciò che è successo a Parigi e andare avanti è rara. Jannik ha compreso di aver giocato una partita incredibile e che, semplicemente, il suo avversario è stato migliore. È riuscito a lasciarsi tutto alle spalle e a concentrarsi subito sull’obiettivo successivo. Questo fa la differenza, è una qualità speciale che non si trova spesso nei giovani”.Vagnozzi ha sottolineato la forza mentale del suo giocatore: “Dopo Parigi è stato difficile, ma abbiamo parlato tanto e gli abbiamo ricordato che doveva essere orgoglioso di quanto fatto. È arrivato a Wimbledon con la giusta mentalità, allenandosi al massimo la settimana precedente e mantenendo sempre l’attitudine giusta. Abbiamo la fortuna di lavorare con un ragazzo speciale, sempre concentrato e positivo”.
    Il passaggio chiave con DimitrovCahill ha poi raccontato come la partita con Dimitrov, in cui Sinner si è trovato sotto di due set prima del ritiro del bulgaro, sia stata una vera svolta: “In quei momenti, nei tornei dello Slam, ci vuole sempre anche un pizzico di fortuna o una difficoltà da superare. Ogni storia di Slam è diversa. Noi nel box credevamo che Jannik sarebbe riuscito a venirne fuori, ma la fortuna ha voluto che la partita si concludesse così. Gli abbiamo detto di concentrarsi subito sul prossimo avversario, di non pensarci più. La stessa cosa fatta dopo Parigi: accettare, imparare e andare avanti”.
    La vittoria con Alcaraz e la crescita tecnicaSecondo Cahill, vincere oggi contro Alcaraz era fondamentale: “Carlos lo aveva battuto negli ultimi cinque confronti e spesso dopo partite tirate. Oggi serviva questa vittoria non solo per il titolo, ma per la rivalità tra loro. Nei momenti decisivi Jannik ha tirato fuori una concentrazione e un’energia extra, chiudendo la porta all’avversario. Ha fatto un lavoro incredibile”.Vagnozzi ha aggiunto: “Jannik si muove benissimo, anche sull’erba, riesce a scivolare come su terra battuta e a colpire sempre in modo preciso. Ha migliorato molto il servizio, oggi soprattutto il secondo è stato meno attaccabile. Ha variato bene con le smorzate e le discese a rete, mostrando coraggio e personalità”.
    La rivalità con Alcaraz e la nuova era del tennisCahill ha voluto sottolineare come la preparazione di Sinner non sia focalizzata solo su Alcaraz, ma su tutti gli avversari: “Se ti prepari solo per un giocatore, rischi che gli altri ti sorprendano. Jannik però guarda tante partite di Carlos, è affascinato dai suoi progressi e questo lo spinge a migliorare ogni giorno. La rivalità tra loro è reale e stimolante, speriamo duri altri dieci o dodici anni”.Riguardo all’era che si sta aprendo, Cahill si è detto ottimista, ma prudente: “La finale di Parigi è stata tra le migliori che abbia mai visto. La loro rivalità è già incredibile, ma il tennis ha vissuto vent’anni irripetibili con Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Per ora non possiamo paragonare questi ragazzi a quella generazione, ma hanno cominciato alla grande e se continueranno così ci regaleranno ancora tanti match indimenticabili”.
    Il valore umano di SinnerAlla fine, Cahill e Vagnozzi hanno elogiato il ragazzo anche fuori dal campo: “È una persona umile, educata, con i piedi per terra. La determinazione che mostra sul campo è la stessa che applica nel lavoro quotidiano. Siamo fieri di lui, non solo per quello che fa con la racchetta, ma anche per quello che è come uomo”.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO