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    Sinner punta alla vittoria nel Masters 1000 successivo al primo trionfo Slam. Sarebbe il quinto a riuscirci

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Mancano pochi giorni al ritorno in campo di Jannik Sinner al Masters 1000 di Indian Wells. L’azzurro dopo la vittoria a Rotterdam, secondo titolo di un 2024 per lui ancora immacolato, si è preso alcuni giorni di riposo e allenamento nella sua Monte Carlo, allenandosi anche insieme a Matteo Berrettini sui campi del Country Club. C’è grande attesa per ammirare il tennis consistente e sempre più vincente dell’azzurro nel torneo 1000 diventato il più ambito nella stagione, un evento che grazie agli enormi investimenti di “Mr. Oracle” si è assai avvicinato per qualità a uno Slam. Lo scorso anno Sinner in California si fermato in semifinale, sconfitto in due set da Carlos Alcaraz. Quest’anno molti lo vedono vincitore, ma la competizione sarà altissima. Dopo l’assenza dovuta ai problemi per la mancata vaccinazione anti-covid, anche Novak Djokovic sarà della partita, e dopo lo smacco subito da Jannik a Melbourne tutti si aspettano un serbo super motivato a riaffermare la propria leadership.
    Attualmente Sinner vanta un record nel 2024 di 12 vittorie e nessuna sconfitta. Se l’azzurro riuscirà nell’impresa di vincere a Indian Wells, diventerà il quinto giocatore a trionfare nel Masters 1000 successivo al primo trionfo in uno Slam. La categoria 1000 (ex Super 9 e poi Masters Series) è stata lanciata dall’ATP nel 1990. Da allora, sono soltanto 4 i giocatori capaci di imporsi in un evento di questa categoria dopo aver alzato il primo titolo Major in carriera.
    Nel 1992, Andre Agassi sorprese il mondo del tennis trionfando sull’erba di Wimbledon, un torneo che aveva inizialmente snobbato perché contrario alle stringenti regole dell’AELTC (dress code, ecc) ma anche perché il suo gioco non era esattamente ideale per le condizioni dell’erba “vera”, quella scivolosa e rapidissima. Andre dopo un esordio sorprendente a Londra nel ’91, visse due settimane magiche a Wimbledon ’92 battendo in una finale leggendaria Goran Ivanisevic. Forte di questo successo, il Kid di Las Vegas sbarcò a Toronto per l’Open del Canada, dove disputò un grande torneo battendo in finale Ivan Lendl in tre set. Fu il suo primo titolo del torneo, ne vincerà poi altri due.
    Nel 1995, Thomas Muster alzò il suo unico Slam a Roland Garros, coronando una carriera fantastica sulla terra battuta. Vinse in tre set la finale di Parigi su Michael Chang, e quindi dopo un’estate ricca di successi sul suo “rosso”, sbarcò in autunno ad Essen, indoor in Germania, sbaragliando la concorrenza (tra cui Sampras in semifinale!), e battendo nel match per il titolo Malivai Washington in quattro set. Uno dei successi più prestigiosi in carriera per l’austriaco, che al coperto non era esattamente nel suo territorio di caccia preferito.
    Nel 2005 il mondo della racchetta fu travolto dalla potenza di Rafael Nadal, che vinse il suo primissimo Roland Garros sbarazzandosi di Mariano Puerta in finale. Sbarcato in Nord America, lo spagnolo impose le sue terribili rotazioni su tutti i rivali, trionfando nell’Open del Canada a Montreal in finale su Andre Agassi. Fu il suo primo titolo vinto sul cemento, poi trionferà nel maggior evento canadese per altre quattro volte in carriera.
    Nel 2008 l’anno inizia con una finale Slam sorprendente: non Federer, dominatore dell’epoca, né Nadal. La finale degli Australian Open la giocano due giovani, il sorprendente Tsonga e il serbo Novak Djokovic, che conclude un torneo fantastico battendo in francese in quattro set e alzando il primo Norman Brookes Trophy, ne seguiranno altri 10 per lui! A inizio marzo, Novak vince anche a Indian Wells, superando in tre set Mary Fish in finale, primo dei suoi 5 titoli in California.
    Riuscirà Sinner a ripetere la doppietta Australian Open – Indian Wells del Djokovic 2008? Impresa possibile, ma tutt’altro che facile.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Matteo Berrettini e Jannik Sinner: Un’amicizia rafforzata tra campo e vita. I due si alleano insieme prima di partire per gli USA

    Jannik Sinner e Matteo Berrettini nella foto

    A Montecarlo, con lo sfondo mozzafiato del mare della Costa Azzurra, Matteo Berrettini e Jannik Sinner hanno condiviso una sessione di allenamento sui campi in cemento del Country Club. Questa immagine simboleggia non solo il loro impegno nel tennis ma anche l’evoluzione della loro relazione, passata da una semplice conoscenza a un legame di amicizia.
    L’esperienza condivisa durante la Coppa Davis a Malaga ha avuto un ruolo cruciale in questo cambiamento. Berrettini, nonostante l’assenza forzata dai campi per infortunio, ha scelto di rimanere vicino alla squadra, dimostrando un forte senso di appartenenza. Sinner, dal canto suo, si è imposto come punto di riferimento per il team, evidenziando la sua capacità di guidare e ispirare. Questi momenti hanno contribuito a consolidare il loro rapporto, con Berrettini che ha esplicitamente riconosciuto il valore del supporto di Sinner nei suoi momenti difficili.
    La ripresa delle competizioni vede i due atleti su traiettorie diverse. Sinner, dopo il successo a Melbourne, si appresta a partecipare al torneo di Indian Wells in California, con l’obiettivo di avanzare nel ranking mondiale. Berrettini, invece, è in fase di rientro dopo un periodo di pausa dovuto a un infortunio. Guidato da un nuovo team, punta a tornare in forma per il Challenger 175 di Phoenix e, successivamente, per il Masters 1000 di Miami, grazie al ranking protetto.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “Rafa deve giocare assolutamente a Indian Wells. Sinner? Contro di lui è dura per tutti”

    Toni Nadal

    Toni Nadal è stato interpellato dal quotidiano iberico AS su vari temi d’attualità, dal prossimo rientro del nipote a Indian Wells, a un parere su Sinner e sul momento del tennis spagnolo. Secondo lo “zio” più famoso del tennis, Rafa necessita assolutamente di giocare se vuol tenere viva la speranza di essere protagonista a Parigi, sia in versione Roland Garros che giochi olimpici.
    “Rafa vittorioso a Parigi? Preferisco dire che per me vincerà. Poi vedremo. So che è difficile, ma cerco sempre di essere positivo e spero che mio nipote possa giocare un ruolo importante sia ai Giochi che al Roland Garros. Sta recuperando passo dopo passo, con entusiasmo nonostante la difficile ricaduta in Australia. Evidentemente le sue prime partite indicavano che stava giocando più o meno bene, e poi ha avuto questo piccolo fastidio. È stato un peccato, davvero. Ma le cose vanno accettate così come vengono”.
    “Se possibile che non sia l’ultimo anno? Impossibile dirlo ora. Questo dipenderà da come andrà l’anno, da come si sente fisicamente”
    Ecco le parole di Toni sulla necessità di competere: “Indian Wells lo deve giocare, sperando che vada tutto bene. Adesso ha bisogno di competere. Non ha scelta. Non lo fa da troppo tempo. E ovviamente, se non competi, non puoi essere preparato“. Una considerazione assolutamente corretta, visto il tennis di Rafa, che necessita di tanta intensità e di colpire tantissime palle per arrivare a puntino.
    Jannik Sinner, neo campione Slam, è ormai uno dei grandi competitor con Djokovic e Alcaraz: “Credo di si, è già uno in più per il vertice. In Sinner, d’ora in poi, Alcaraz avrà un rivale davvero tosto. Lo era già prima, ma dopo aver vinto in Australia ha ancora più fiducia. Penso che vedremo grandi confronti tra i due già quest’anno e saranno belle partite“.
    Un pensiero anche su Alcaraz, che ha avuto problemi con Zverev in Australia: “Carlos è molto giovane. Penso ancora che sia il migliore. A Melbourne ha ceduto in una partita contro Zverev, è un match si può perdere. Ma dobbiamo continuare a fidarci di lui. Continuerà a portare tante gioie al tennis spagnolo”.
    Ultima nota proprio sul momento non eccezionale del tennis spagnolo, dopo lustri di dominio: “In primo luogo, siamo nel mezzo di un cambio generazionale. La Spagna ha un po’ perso quel traino in cui a un grande giocatore ne succedeva un altro, così che il livello restava alto e c’erano molti giocatori nella top-100. Ora questo effetto è diminuito. Perché? Il tennis è cambiato. È uno sport dove è richiesta grande potenza. La maggior parte dei giocatori sono molto alti. Ciò rende tutto più difficile e fa sì che la Spagna non abbia tanti giocatori come prima”.
    Curiosa la considerazione sull’altezza media dei tennisti come fattore diventato quasi indispensabile per arrivare al vertice o comunque eccellere. Il realtà, Alcaraz delle nuove leve è probabilmente il meno alto, ma ha altre qualità. Un pensiero interessante, che può far riflettere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner ed il n.2 virtuale ad inizio di Indian Wells

    Jannik Sinner ITA, 16.08.2001 – Foto Getty Images

    Jannik Sinner ha raggiunto il terzo posto nella classifica ATP, accumulando un totale di 8.270 punti. La stagione di Sinner ha avuto un inizio fulminante, con trionfi significativi agli Australian Open e al prestigioso torneo ATP 500 di Rotterdam, segnando una striscia impressionante di quindici vittorie consecutive. Queste includono tre vittorie in Coppa Davis l’anno scorso, sette sul duro cemento di Melbourne, e ulteriori cinque sulle stesse superfici in Olanda.
    La scalata di Sinner nella classifica ATP ha visto il sorpasso sul russo Daniil Medvedev, posizionandosi ora alle calcagna dello spagnolo Carlos Alcaraz, che occupa il secondo posto con 8.805 punti. La recente sfortuna di Alcaraz, che ha subito un infortunio al primo turno dell’ATP 500 di Rio de Janeiro, non gli ha permesso di difendere i 300 punti ottenuti l’anno scorso, riducendo così il suo vantaggio su Sinner a soli 535 punti.
    Il confronto tra i due talenti si intensifica con l’avvicinarsi del Masters 1000 di Indian Wells, un evento chiave programmato dal 6 al 17 marzo sul cemento statunitense. Sinner si appresta a entrare in questo torneo come numero 2 virtuale, avendo 7.910 punti contro i 7.805 di Alcaraz. La battaglia per la supremazia sarà accesa, con Sinner che deve difendere i 360 punti della semifinale persa contro Alcaraz nel 2023, mentre lo spagnolo si trova di fronte alla sfida di mantenere i 1.000 punti guadagnati vincendo il torneo l’anno scorso.
    Questo scenario pone Sinner in una posizione di vantaggio virtuale di 105 punti su Alcaraz all’inizio di Indian Wells. Per mantenere la sua posizione di leadership nel ranking ATP ufficiale al termine del torneo, Sinner dovrà superare o eguagliare le prestazioni dello spagnolo in questo confronto diretto. Mentre l’attenzione è rivolta a questa rivalità, non bisogna dimenticare Daniil Medvedev, che arriva negli Stati Uniti con punteggi variabili tra 6.915 e 7.415 punti, in base ai risultati che otterrà all’ATP 500 di Dubai, mantenendosi così in lizza per potenziali sorpassi.Novak Djokovic in ogni caso sarà sempre al primo posto del ranking ATP dopo i tornei di Indian Wells e Miami.

    Legend – Ultimo aggiornamento: 23-02-24 13:58

    1
    1, 0
    Best: 1

    Novak Djokovic
    SRB, 22.05.1987

    2
    2, 0
    Best: 1

    Carlos Alcaraz
    ESP, 05.05.2003

    +0 (First Round)
    Rio de Janeiro (Eliminato)

    -300 (F)
    Rio de Janeiro (20-02-2023)

    3
    3, 0
    Best: 3

    Jannik Sinner
    ITA, 16.08.2001

    4
    4, 0
    Best: 1

    Daniil Medvedev
    RUS, 11.02.1996

    -250 (W)
    Doha (20-02-2023)

    5
    5, 0
    Best: 5

    Andrey Rublev
    RUS, 20.10.1997

    +50 (Quarterfinals)
    Doha (Eliminato)

    -0 (RR)
    Nitto ATP Finals (13-11-2023)

    6
    6, 0
    Best: 2

    Alexander Zverev
    GER, 20.04.1997

    +100 (Semifinals)
    Los Cabos

    -90 (SF)
    Geneva (22-05-2023)

    7
    7, 0
    Best: 4

    Holger Rune
    DEN, 29.04.2003

    8
    8, 0
    Best: 8

    Hubert Hurkacz
    POL, 11.02.1997

    +45 (R16)
    Halle [SUBENTRO]

    -250 (W)
    Marseille (20-02-2023)

    9
    9, 0
    Best: 9

    Alex de Minaur
    AUS, 17.02.1999

    +0 (Second Round (Bye))
    Los Cabos (Eliminato)

    10
    10, 0
    Best: 5

    Taylor Fritz
    USA, 28.10.1997

    Il Ranking ATP quando inizierà il torneo di Indian Wells1 🇷🇸 Novak Djokovic 96752 🇮🇹 Jannik Sinner 79103 🇪🇸 Carlos Alcaraz 78054 🇷🇺 Daniil Medvedev tra 6915 e 7415 (a seconda del risultato conseguito a Dubai)
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Andy Murray non è convinto che Alcaraz, Sinner e Medvedev possano effettivamente rimpiazzare i “Big 3”

    Andy Murray – Foto Getty Images

    Il panorama del tennis sta subendo un cambiamento generazionale e Andy Murray è ben consapevole che non c’è alcuna garanzia che Carlos Alcaraz, Jannik Sinner o persino Daniil Medvedev possano raccogliere l’eredità dei ‘Big 3’. Durante la conferenza stampa del torneo ATP di Doha, il britannico ha condiviso le sue riflessioni su questa transizione e ha citato l’esempio di Roger Federer per illustrare come dovrebbe essere gestito il calendario dei campioni.
    Murray sta attraversando una fase cruciale della sua carriera. Dopo aver conquistato la sua prima vittoria al torneo ATP di Doha, interrompendo una serie di sei sconfitte consecutive iniziata nell’ottobre dell’anno precedente, il britannico ha subito un’altra battuta d’arresto, questa volta per mano del giovane diciottenne Jakub Mensik. Il ceco ha trionfato dopo tre tie-breaks, mettendo in evidenza la crisi di un Murray che sembra sempre più lottare per mantenere il suo status nel circuito.
    I giovani talenti stanno emergendo con forza, pronti a sfidare i veterani del tennis e a rendere la competizione sempre più ardua. Eppure, secondo Murray, solo alcuni di loro riusciranno a portare il tennis a un livello superiore. Nomi come Carlos Alcaraz e Jannik Sinner vengono in mente quando si pensa a chi potrebbe emulare il successo del ‘Big 3’. Per Murray, però, i tifosi sono troppo ansiosi di trovare un sostituto per Rafa Nadal, Novak Djokovic e Roger Federer: “Ci vuole tempo per costruire qualcosa di simile. Non sto dicendo che non sia possibile che Alcaraz, Sinner e Medvedev o alcuni dei più giovani dominino, siano al top dello sport e raggiungano le fasi finali dei tornei più importanti per cinque, sei o sette anni di fila”, ha detto in conferenza stampa.
    L’ex numero uno del mondo non è convinto che Alcaraz, Sinner e Medvedev possano effettivamente rimpiazzare i ‘Big 3’, data la rarità di un simile fenomeno nel tennis. Tuttavia, se dovesse scommettere su qualcuno, punterebbe sullo spagnolo e sull’italiano: “È sicuramente possibile che questi ragazzi siano abbastanza bravi per farlo, ma credo che le persone stiano cercando di ritrovare quell’era di un gruppo di giocatori che competono e vincono la maggior parte delle settimane. Tuttavia, ci vuole tempo per costruire tutto ciò, non avviene da un torneo all’altro. Penso che ciò sia accaduto nel corso di sei, sette o otto anni, giocando costantemente nelle finali dei Grand Slam, quindi vedremo. Penso che sia una possibilità, in particolare con Alcaraz e Sinner. Credo che anche Medvedev sia eccezionale. Esiste la possibilità che accada, ma non c’è alcuna garanzia”.
    Gli infortuni possono avere un ruolo significativo nello sviluppo delle carriere di questi atleti emergenti. Parlando della recente distorsione alla caviglia di Alcaraz, Murray ha suggerito che i giocatori di maggior successo dovrebbero partecipare a meno tornei: “Se giochi quattro tornei e perdi al primo turno, la risposta del corpo è molto diversa rispetto al raggiungere le semifinali o le finali per due settimane di fila. Giocare nove partite in 12 o 13 giorni è molto impegnativo fisicamente. Se stai vincendo e stai andando bene ogni settimana, non puoi giocare troppi tornei.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Miami: Entry list Md. Matteo Berrettini usa il ranking protetto. 7 azzurri al via ma Lorenzo Musetti dovrebbe dare forfait. Darderi entra dopo il ritiro di Karatsev

    Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12 – Foto Getty Images

    Dopo un’assenza dagli scenari tennistici che ha tenuto in pensiero appassionati e addetti ai lavori, Matteo Berrettini è pronto a fare il suo atteso ritorno in campo. Il tennista romano, finalista di Wimbledon nel 2021, ha scelto il Challenger di Phoenix, in programma dal 12 al 17 marzo, per segnare il suo rientro nell’arena agonistica dove riceverà sicuramente una wild card. Questa competizione rappresenta per Berrettini non solo una tappa fondamentale nel suo percorso di rientro ma anche un banco di prova significativo per testare la sua condizione fisica e ambire a ritornare ai vertici del tennis mondiale.Il Challenger di Phoenix sarà seguito da un altro appuntamento cruciale per Berrettini: il Masters 1000 di Miami, un torneo che si disputa sulle superfici in cemento statunitensi dal 20 al 31 marzo. La partecipazione di Berrettini a queste due competizioni sottolinea la sua determinazione e il suo impegno nel riconquistare posizioni di prestigio nel circuito ATP.Una mossa strategica ha permesso a Berrettini, 27 anni, di accedere al tabellone principale dei tornei grazie al ranking protetto, una normativa che offre ai tennisti l’opportunità di rientrare in competizione dopo lunghi periodi di assenza. Berrettini ha sfruttato questa opzione, data la sua inattività superiore ai sei mesi, che lo ha visto lontano dai campi dal 31 agosto 2023 a seguito del ritiro al secondo turno degli US Open.
    Il ranking protetto è una misura che mira a supportare i giocatori in fase di rientro dopo infortuni o pause prolungate. Prevede la valutazione della posizione in classifica del giocatore nei tre mesi antecedenti l’infortunio o l’ultima partita giocata. Questo meccanismo consente di accedere ai tornei basandosi su una “posizione virtuale”, facilitando così il ritorno alla competizione ad alti livelli. Un esempio illustre di utilizzo di questa normativa è stato quello di Rafael Nadal, che ha fatto ricorso al ranking protetto per tornare in campo a gennaio.
    Probabile il forfait di Lorenzo Musetti che proprio in quei giorni dovrebbe diventare padre per la prima volta. Luciano Darderi, invece, dopo il forfait di Karatsev giocherà per la prima volta nel main draw del torneo nordamericano.

    MIAMI M1000 🇺🇸, Superficie: Cemento (Hard), 96S/48D, Inizio: Lunedì, 18 Marzo 📅

    (Clicca per vedere l’entry list) Masters 1000 Miami (MD) Inizio torneo: 18/03/2024 | Ultimo agg.: 21/02/2024 19:19Main Draw (cut off: 76 – Data entry list: 21/02/24 – Special Exempts: 0/0)

    Alternates LEGGI TUTTO

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    Sinner si racconta a Vanity Fair: “Mi piace parlare di tennis e di sport in generale. La vita privata voglio mantenerla tale”

    Jannik Sinner con la coppa di Melbourne

    Jannik Sinner prima di volare e vincere a Rotterdam ha rilasciato una lunga e interessante intervista a Vanity Fair, magazine non sportivo con il quale ha parlato di vita in generale. Riposte brevi, secche, nelle quali conferma pienamente i suoi valori, quel che per lui è importante e qualche curiosità. Su di una cosa resta fermo: è diventato un idolo, un modello per i giovani (ottimo modello, sottolineiamo noi), ma il suo privato pretende che resti tale. Riportiamo alcune risposte interessanti rilasciate nell’intervista.

    «Mi piace parlare di tennis, e dello sport in generale. Ma se si riferisce alla vita privata, è vero, voglio mantenerla tale. Voglio proteggere le persone che mi sono più vicine, tenendole fuori da tutto ciò. Lo vivo come un piccolo compito da svolgere, quasi un dovere: mi hanno aiutato, da giovane, ad acquisire sicurezza in me stesso, e oggi in qualche modo voglio tutelarle. Timidezza? No, potrei anche parlarne. Ma le persone che mi sono vicine la pensano come me, su questo tema. Perché sono molto simili a me: ci capiamo con uno sguardo, in un secondo».
    “Se sono ‘Quello da battere’? È una parola grossa. Sono il numero 4 al mondo (poi è diventato n.3, ndr). Per il momento. Certo è un buon risultato, ma adesso devo ancora lavorare, prepararmi a tutto, perché ormai gli avversari mi conoscono bene, anche le mie debolezze. Sono uno di quelli da battere, diciamo. Chi? Zverev e Medvedev stanno giocando molto bene. Carlos (Alcaraz, ndr) ha vinto già due Slam e ha due anni meno di me. E poi c’è Nole (Đokovic, ndr). Nole è Nole».
    Nicola Pietrangeli ha detto che per ora non vede debolezze, Jannik non è d’accordo:  «Sicuramente sì, ce ne sono. Posso gestire ancora meglio certi momenti di difficoltà, c’è ancora molto che posso imparare dai miei errori. Ora sto giocando bene, ma arriveranno momenti un pochettino più difficili: è importante lavorare adesso per affrontarli preparati».
    Si dice che nel tennis ogni giocatore abbia due avversari: quello che ha di fronte, e sé stesso. Lei quale dei due teme di più? «È vero: alle volte possiamo davvero diventare un ostacolo per noi stessi. Ma più spesso siamo gli unici a poterci dare una grande mano. Alla fine, un giocatore il controllo ce l’ha solo su di sé. Non possiamo controllare il vento, il sole, né tanto meno l’avversario quando gioca bene: sono variabili che puoi solo accettare. Per come sono fatto io, temo di più l’avversario».
    «Voglio controllare solo le cose che mi impediscono di fare il mio lavoro. Evito quelle che non mi mettono nelle condizioni, il giorno dopo, di allenarmi serenamente. Ma se ho voglia di andare allo zoo, per dire, ci vado. Sono un ragazzo normale, fuori dal campo. Mi piace giocare alla PlayStation. Andare a cena, una volta ogni tanto. Anche se il più delle volte preferisco stare a casa tranquillo, a Montecarlo».
    La cura del corpo è fondamentale: «In questo momento ci sto attento al 100%. Per esempio: domenica ho giocato la finale, il giorno dopo sono volato in Italia e la mattina seguente sono andato subito in palestra. Non ho festeggiato in modo esagerato, non ho bevuto, perché non fa bene al corpo. Siamo andati a mangiare qualcosa e poi sono tornato in hotel. Cosa ho pensato a letto? A niente. La sensazione era molto bella, certo. Ma non ho fatto grandi pensieri: in quel momento non sarei riuscito comunque a realizzare davvero quel che era successo. Ho guardato un po’ di film e mi sono addormentato».
    Tennisti vincenti sono persone con un’intelligenza superiore alla media? «Sì e no. Cioè… i giocatori davvero forti sono sempre piuttosto intelligenti, è vero».
    Il ricordo del difficile distacco da casa: «Avevo 13 anni e mezzo, e la verità è che appena sono arrivato lì mi sono messo a piangere. Li ho chiamati dopo due ore, e loro avranno pensato: “Ecco, dobbiamo andare a riprenderlo”. E invece gli ho detto di stare tranquilli, che andava tutto bene. Ho avuto la fortuna di stare in una famiglia fantastica, quella di Luka Cvjetkovic: c’erano due figli e anche un cane. Ero felice, io non l’avevo mai avuto un cane… Ho solo pensato che se veramente volevo diventare forte, dovevo provare una cosa nuova. Era un passaggio obbligato, che rifarei e che mi ha aiutato a crescere più velocemente. Anche nella vita».
    La vita dello sportivo piace molto a Sinner, nessun rimpianto: «Ho tutto, non mi manca niente. Non sono mai stato in discoteca, non mi piace andare a dormire tardi. Preferisco giocare a carte con un amico, I miei migliori amici sono ancora quelli dei tempi della scuola, si contano sulle dita d’una mano. Sono pochi, ma veri, perché mi conoscono da quando ero ragazzino e non gli importa di cosa ho vinto o di quanto sono famoso. Mi parlano di cose normali, mi regalano la serenità. Lo apprezzo, più di tutto il resto. È molto facile tenerli stretti a me».
    Italiano al 100%? Ottima la risposta di Sinner:  «Sempre mi sono sentito italiano, e sono molto orgoglioso di esserlo: a 7 anni facevo i campionati di sci coi ragazzini italiani, a 14 in Liguria i miei compagni erano italiani. Ma poi, noi parliamo il nostro dialetto tedesco, ma anche in Sicilia parlano un dialetto che nelle altre parti d’Italia non capiscono, no?».
    Il suo rapporto con i sondi: «Prima di comprare qualcosa guardo sempre il prezzo, sempre. Se vado al ristorante e la pasta al ragù costa molto più di quella al pomodoro, prendo quella al pomodoro. Non perché sia tirchio, ma perché rispetto il denaro. L’unico regalo che mi son fatto è la macchina. È una bella macchina, ma non pensi a una Ferrari, una Lamborghini o una Maserati».
    Cosa lo fa davvero incazzare e perdere il controllo? «Quando perdo a burraco».
    «Tutte le partite che si vincono, non si vincono nel giorno in cui si disputano. Si vincono preparandosi per mesi, forse anni, lavorando per quella partita. Vedremo se questo lavoro servirà anche al primo fallimento, vedremo come reagirò. Ma non ho paura di sbagliare, non ci penso. Non vedo che senso abbia pensarci».
    Jannik chiude con una risposta lapidaria alla seguente domanda: se dovesse scommettere un euro, lo punterebbe sul fatto che lo diventerà, numero uno? «Mhm… non mi sono mai piaciute le scommesse».
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner trionfa anche a Rotterdam! Due lottati set per battere un ottimo De Minaur, domani record storico al n.3 ATP

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    L’errore più che grande si può commettere nello sport e nel tennis in particolare è quello di dare per scontato, abituarsi velocemente alla grandezza di un giocatore arrivato a toccare il cielo a furia di prestazioni stellari, pensando che tutto sarà “facile” visto che i precedenti sono totalmente favorevoli. No, nel tennis non funziona così, ancor più se il rivale è noto come “Demon”, uno che non molla mai ed è nel “prime” della sua carriera. Jannik Sinner vince a Rotterdam, alza il secondo trofeo di un anno ancora senza macchia dopo lo straordinario successo agli Australian Open, e lo fa battendo per settima volta in altrettanti scontri Alex De Minaur (7-5 6-4 lo score dopo due ore e cinque minuti), ma stavolta il successo è stato molto, molto sofferto, ben più di quanto indica lo score stesso. È una vittoria davvero speciale, la dodicesima di fila nel 2024 (e 15esima considerando il finale del 2023), che porta in dote il dodicesimo torneo in carriera. Un successo che scrive un’altra pagina di storia: domani Jannik sarà n.3 ATP, best ranking personale e per un tennista italiano. Un traguardo splendido, meritatissimo, ottenuto con tanta sofferenza e che racconta la grandezza di un Campione che resiste a momenti difficili e trova il modo per stroncare un avversario mai domo e in grandissima forma.
    È bene dirlo chiaramente: Sinner non ha giocato un’ottima partita, ha vinto davvero “sporco”. Ricordiamo molto bene i precedenti contro De Minaur, partite importanti – nel 2023 la finale del Masters 1000 canadese e la finale di Davis – tutte vinte con un denominatore comune, la maggior qualità di Jannik nello scambio, una combinazione di intensità e profondità che alla fine ha stroncato la strenua resistenza dell’australiano. Nella finale di Rotterdam è andato in scena un film molto diverso. In parte colpa di Sinner, modesto al servizio (55% di prime palle in campo), meno pulito negli impatti col diritto e con un bilancio pessimo con la seconda palla, solo il 38% di punti vinti. Qua entrano i meriti di De Minaur, mai così bravo nei loro precedenti scontri a giocare con così tanta aggressività e tempi di gioco talmente rapidi da mettere in crisi l’azzurro nello scambio. Di solito è Jannik a comandare, ad anticipare e spostare l’avversario dal centro del campo, costruendo un pressing di una intensità e pesantezza che stronca la resistenza del rivale. Per buona parte del match invece è stato Sinner a rincorrere poiché Alex ha servito e risposto talmente bene da tenere in mano il pallino del gioco.
    Il peccato originale della modesta prestazione di Sinner è stato la difficoltà nell’allontanare il rivale dalla riga di fondo. Nei loro match precedenti Jannik è stato quasi costantemente al comando dei tempi di gioco, con una profondità e abilità nell’aprire l’angolo e poi affondare che ha demolito la resistenza di De Minaur. Nella finale di Rotterdam invece è stato proprio l’australiano ad appoggiarsi alla perfezione sui colpi dell’italiano e comandare, attaccare, prendendosi grandi rischi spesso ben ripagati. Eccellente col diritto De Minaur, davvero difficile vederlo brillare così tanto con un colpo che spesso “perde” esagerando col rischio e impatti instabili. Oggi è riuscito ad appoggiarsi benissimo sulla palla dell’azzurro, probabilmente perché le condizioni di Rotterdam sono ideali per il suo modo di impattare sulla destra, quasi uno schiaffo dall’alto verso il basso. Ha trovato una serie di accelerazioni lungo linea col diritto che Sinner ha fatto fatica a leggere e contenere, e che hanno portato attacchi splendidi e vincenti al “canguro”. Inoltre ADM è stato bravissimo nel non retrocedere di un millimetro anche a costo di sbagliare, lavorando bene la palla col back di rovescio e quasi mai cross, non permettendo così all’italiano di girarsi sul diritto o anticipare col rovescio e cambiare in lungo linea. Molti attacchi alla rete perfetti, sostenuto da una velocità di piedi spaziale, e pure ottimi servizi. In sintesi: De Minaur non può giocare contro Sinner meglio di così, ha rischiato tanto e quasi tutto gli è riuscito, tanto mettere l’azzurro davvero in difficoltà. Come ne è venuto fuori Jan? Con pazienza, classe e forza mentale.
    La misura di un Campione è nel modo in cui vince pur non giocando al massimo, trovando la chiave per scardinare i migliori momenti dell’avversario, reggendo di testa e di fisico, e tirando la zampata nel momento chiave. Era chiaro che dopo tantissima spinta, rincorse, attacchi, numeri da circo per equilibrio e intensità, prima poi l’ardita architettura del tennis di De Minaur potesse vacillare. Qua è stato bravissimo Sinner, ad attendere, restare lucido e focalizzato, ritrovando profondità con la risposta e prendendosi il campo in momenti chiave. La risposta di Sinner non è stata efficace come al solito, per merito dell’ottimo servizio dell’australiano, forse anche per una giornata meno brillante fisicamente dell’azzurro. Jannik sta tirando al massimo o quasi dallo scorso ottobre. Viene da una striscia di sole due sconfitte dopo US Open (finale di Torino e contro Shelton a Shanghai). È sbagliato pensare che Sinner possa spingere sempre al massimo, dominare e non sbandare mai. Ha raggiunto un livello di gioco fantastico, ma la sua grandezza sta esattamente in vittorie come quella odierna, ottenuta con pazienza e lucidità. In momenti delicati, come i game dove ha strappato i break, la sua risposta è tornata profonda, il rovescio cross davvero stretto e potente, e anche l’impatto col diritto più preciso, generando quella profondità che è mancata per buona parte della finale.
    Pochi i cambi col diritto lungo linea di Jannik, probabilmente perché arrivava con meno anticipo, perché il rivale lo costringeva a rincorrere, perché sentiva un po’ meno la palla. Infatti troppi sono stati i suoi errori da destra, ma alla fine è riuscito a tenere, gestire i momenti difficili nonostante un servizio che ben poco l’ha sostenuto, e portare a casa i punti importanti nelle fasi decisive del match.
    Un vero Campione non brilla solo con i suoi colpi, ma anche per forza mentale, capacità di resistenza e reazione. La vittoria di Sinner a Rotterdam è un altro “Master” che certifica la sua grandezza.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    La finale del 500 di Rotterdam inizia con qualche minuto di ritardo e De Minaur alla battuta. Subito un lungo scambio di ritmo, Alex ci prova ma Jannik è un muro, rimette tutto ancor più forte, ed è l’australiano a sbagliare. Un solo punto, ma potrebbe essere la foto esatta del match, non può limitarsi a scambiare di ritmo. Entra in azione la battuta di De Minaur, e tre punti per lui. 1-0 ADM. Buon inizio anche per Sinner, due Ace, solo una volée sbagliata per troppa sicurezza dopo un attacco col diritto, 1 pari. Tatticamente ineccepibile l’aussie nei primi game: chiede molto alla prima palla, attacca la rete appena può (soprattutto col rovescio cross), non è consigliabile entrare in lunghi scambi. Sbaglia qualcosa col diritto Sinner, quando il rivale rallenta la palla con lo slice. Il servizio però aiuta Jan, palle piuttosto rapide oggi e meno cariche di rotazione. Nel quinto game l’azzurro cambia ritmo. Cerca di far partire lo scambio arretrando di un metro la posizione in risposta e quindi imponendo un ritmo e velocità superiore nello scambio, che porta all’errore Alex. 15-30 e poi 30-40, ottenuto con una magia di tocco slice di diritto dopo essersi aperto il campo con un’accelerazione cross di rovescio eccezionale. Il BREAK arriva con un errore dell’australiano, la smorzata (prima cercata nel match) muore appena sotto il nastro. Il cambio di ritmo dell’azzurro spezza l’equilibrio del match, c’è una differenza importante di tenuta e controllo alla massima velocità tra i due, a favore di Sinner che serve avanti 3-2. Continua a tagliare col rovescio De Minaur, non solo per rallentare ma conferendo un effetto laterale per rendere difficile la spinta col diritto dell’italiano. L’esecuzione è interessante, e Sinner commette un errore, ma da destra funziona splendidamente la prima di servizio, sia esterna slice – colpo che sta diventando un punto di forza – che al centro. Con un passante di rovescio giocato col goniometro, tirato con una parabola stretta e calante che rende impossibile la volée, lo score si sposta sul 4-2 Sinner. Encomiabile la condotta di De Minaur, continua ad attaccare col diritto e buttarsi a rete, variare col servizio e col rovescio, resta aggrappato al match, ma Jannik è sciolto e sicuro, come dimostra la sicurezza dei suoi drive, veloci ma mai eccessivi, e pure l’ottimo serve and volley con il quale chiude l’ottavo game. Sinner serve sul 5-4 per il primo set. Perde il primo scambio, bravo l’aussie a spingere a tutta sul taglio di Jannik. Niente prima palla per l’azzurro, ed Alex ci prova ancora con successo col diritto, 15-30, situazione inedita nel match. A.A.A. prima cercasi… e la prima torna, è un Ace, 30 pari. Altra prima esterna, sicura con lo slice esterno, e quindi bravo a colpire un diritto molto carico di spin incrociato, che sorprende il rivale. Set Point Sinner! Se lo gioca senza prima palla, e sbaglia col rovescio l’azzurro. Il peggior game del match finora. Con un smash comodo arriva il secondo Set Point. Scambia corto l’azzurro, in questo game non trova profondità con i colpi, l’australiano ha il tempo per aprire e colpire in spinta. C’è lotta. Uff! Incredibile come Jannik sia riuscito a parare di volo dopo una demivolée per niente facile. Una prodezza che gli vale SP #3. Niente, ADM regge ed è ancora l’azzurro a sbagliare per primo. Splendida la risposta e attacco di De Minaur, ma Sinner si difende da campione, con un doppio passante strappa un altro punto non facile, e quarto Set Point. Altro errore col diritto, è teso l’azzurro, stavolta affretta i tempi. Altro errore, incerto Sinner in questo pessimo game, concede una palla del contro break dopo 4 set point… Si butta avanti Jan, con decisione chiude con lo smash, quasi di rabbia, come a scacciare il momento non facile. Attacca ancora, ma è un po’ corto ed ottimo invece il passante basso di Alex, che strappa la seconda palla break. Arriva lo scambio più lungo e duro del match, Sinner non riesce a sfondare e  De Minaur trova un gran diritto lungo linea che sorprende l’azzurro, crolla pure a terra cercando un recupero disperato, ma non va. Contro Break, 5 pari. Male Sinner nei set point con il servizio, e male in generale con la battuta. Si è invertita l’inerzia del match nello scambio: Sinner gioca più corto, con il suo pressing non riesce a portare all’errore il rivale, bravo a tenere ed attaccare. Cerca una reazione Jan, tira un rovescio passante bellissimo, forza il game ai vantaggi. È lo scatto emotivo che serviva: gran risposta e palla break Sinner. Soffre l’azzurro sul diritto lungo linea di De Minaur, in grande anticipo, così si salva l’australiano. Ma sbaglia un colpo banale Alex, c’è la seconda palla break per Sinner. Grande bagarre in questa fase del match, e qualità non sempre altissima con tanti errori. Che errore De Minaur!!! Valuta male un passante di Jannik, un rovescio alto che atterra in campo. BREAK Sinner, va a di nuovo a servire per il set sul 6-5. Stavolta inizia bene il game, gran botta col servizio al centro, 15-0. Ma sulla seconda palla la musica cambia (ha vinto solo 6 punti su 19 Jan). Indispensabile la prima palla, eccola da destra, 30-15. Stavolta l’attacco dell’aussie sulla seconda è out, 40-15 e altri due Set Point. ACE! 7-5, un set complicatissimo nella fase finale, con un De Minaur mai domo ed efficacissimo in risposta. Sinner un po’ teso, molto dipendente dalla battuta perché trattenuto e corto nel palleggio, fatto questo inusuale per lui nel 2024.
    De Minaur apre il secondo parziale con un buon game, attacca appoggiandosi bene alle palle dell’azzurro, senza perdere campo e trovando profondità. Discreto turno di battuta anche per Sinner, lo chiude con un attacco di diritto, 1 pari. Mai visto ADM giocare così bene, a tutto campo, anche in difesa, costringendo Sinner a fare due, tre volte il punto per chiudere. Niente è facile per Jannik, anche quando disegna il campo aprendo l’angolo. E commette qualche errore di troppo. Un altro rovescio in rete ai vantaggi costa una palla break a Sinner nel quarto game. Se la gioca bene, nonostante la seconda di servizio, con un cambio di rovescio in lungo linea ottimo. Annulla anche una seconda palla break l’azzurro, servizio e chiusura sulla rete. Con uno schiaffo al volo perfetto, Jannik impatta 2 pari. Molta fatica in questa fase del match, ma le chance annullate al rivale accendono Jannik. Risponde con più efficacia nel quinto game (stazionando anche un filo più dietro), e con un bel passante di rovescio strappa una palla break ai vantaggi. Con coraggio Alex attacca dopo un bel diritto difensivo in lungo linea, si salva, ma poi commette un doppio fallo (molti errori in questo gioco per lui). Cerca l’accelerazione lungo linea di rovescio Jannik, ma non trova di poco la riga, spreca la seconda palla break. Lo lotta è feroce in questa fase, l’azzurro cerca di ritrovare la massima profondità nello scambio, indispensabile per allontanare il rivale e di fatto disarmarne gli attacchi appoggiandosi sulla palla. Infatti accelera di nuovo ma fuori posizione, ed esagera. Terza palla break Sinner… È quella buona: risponde piuttosto profonda, grande ritmo, stavolta De Minaur sparacchia in rete. BREAK Sinner, bravo a restare calmo e solido nella parte iniziale del set, condotta dal rivale, e capitalizzare gli errori dell’australiano. 3-2 e servizio Sinner. Il vantaggio non spacca affatto il set: De Minaur alza ancor più la sua spinta, mentre Jannik sbaglia una situazione favorevole, crollando 0-40. Il Contro Break arriva sul 15-40, ottimo un rovescio lungo linea dell’aussie che gli apre il campo. 3 pari. Alex continua ad attaccare, Jan si difende con passanti consistenti. 15-30 e poi 15-40 con un errore di rovescio, di nuovo due chance per l’azzurro per tornare avanti. Regala Del Minaur, altro rovescio affrettato che non passa la rete. Sicuramente paga anche l’intensità mostruosa con la quale ha tenuto finora il campo e subisce il secondo BREAK del set, 4-3 e servizio Sinner. Fase negativa per il “canguro”, arriva appena in ritardo sulla palla e la precisione dei suoi colpi subito ne risente. La prima di servizio è sempre modesta per Jan (55%), mentre servirebbe un aiuto dalla battuta. Il rovescio dell’azzurro funziona, e con un altro approccio di tocco col diritto ben eseguito vola 40-15. Con un diritto pesante Sinner stavolta consolida il vantaggio, 5-3. Non un Sinner spaziale, tanti errori e problemi, ma è lì, a lottare, e a un passo dalla vittoria. De Minaur resta aggrappato al match, 4-5, Jannik serve per chiudere. Ottimo l’avvio, rovescio cross d’attacco perfetto e via con lo smash, oggi davvero preciso, forse il miglior colpo del match. Poi servizio e diritto da destra, dopo un errore. 30-15, rapido finalmente ad aggredire la risposta del rivale. Con un altro diritto fulminante, stavolta in contro piede, ecco il DOPPIO MATCH POINT!!! Eccolo! OUT la risposta di Alex, VINCE SINNER!!!! Secondo successo dell’anno, 12esimo successo del 2024, 12esimo titolo, è n.3 del mondo. BRAVO! Vincere soffrendo, è talvolta ancor più bello.

    [1] Jannik Sinner vs [5] Alex de Minaur (non prima ore: 15:30)ATP Rotterdam Jannik Sinner [1]76 Alex de Minaur [5]54 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-155-4 → 6-4A. de Minaur 15-0 15-15 30-15 40-155-3 → 5-4J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-154-3 → 5-3A. de Minaur 0-15 15-15 15-30 15-40 30-403-3 → 4-3J. Sinner 0-15 0-30 0-40 15-403-2 → 3-3A. de Minaur 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-30 df 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 ace 40-40 40-A df 40-40 A-40 40-40 40-A2-2 → 3-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 df 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-401-2 → 2-2A. de Minaur 15-0 30-0 40-0 ace1-1 → 1-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1A. de Minaur 0-15 15-15 30-15 ace 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-156-5 → 7-5A. de Minaur 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A5-5 → 6-5J. Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 ace 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A5-4 → 5-5A. de Minaur 15-0 30-0 ace 30-15 df 40-15 ace5-3 → 5-4J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-154-3 → 5-3A. de Minaur 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 ace4-2 → 4-3J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-403-2 → 4-2A. de Minaur 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-2 → 3-2J. Sinner 0-15 15-15 ace 30-15 30-30 40-301-2 → 2-2A. de Minaur 15-0 30-0 40-0 ace1-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 ace 30-15 30-30 40-30 ace0-1 → 1-1A. de Minaur 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 40-300-0 → 0-1

    Sinner (🇮🇹) vs De Minaur (🇦🇺)
    SERVICE STATS:– Serve Rating: 285 vs 288– Aces: 4 vs 6– Double Faults: 0 vs 1– First Serve: 20/32 (63%) vs 17/26 (65%)– 1st Serve Points Won: 17/20 (85%) vs 12/17 (71%)– 2nd Serve Points Won: 4/12 (33%) vs 6/9 (67%)– Break Points Saved: 0/0 (0%) vs 0/1 (0%)– Service Games Played: 4 vs 5
    RETURN STATS:– Return Rating: 183 vs 82– 1st Serve Return Points Won: 5/17 (29%) vs 3/20 (15%)– 2nd Serve Return Points Won: 3/9 (33%) vs 8/12 (67%)– Break Points Converted: 1/1 (100%) vs 0/0 (0%)– Return Games Played: 5 vs 4
    POINT STATS:– Service Points Won: 21/32 (66%) vs 18/26 (69%)– Return Points Won: 8/26 (31%) vs 11/32 (34%)– Total Points Won: 29/58 (50%) vs 29/58 (50%) LEGGI TUTTO