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    Shanghai, “Ne resterà soltanto uno…”

    Rune assistito dal medico a Shanghai

    “Ne resterà soltanto uno…”. La leggendaria citazione del film Highlander, capolavoro degli anni ’80 per chi ama il genere fantasy-azione, è la prima che mi è venuta in mente assistendo con sincero stupore e anche un pizzico di inquietudine all’avanzare del Masters 1000 di Shanghai. E non c’entra niente il doloroso e allo stesso tempo grave ritiro sofferto da Jannik Sinner domenica nel match serale contro Griekspoor, in preda a crampi così violenti da faticare persino nell’uscire dal campo… È dal primo giorno del torneo che stiamo assistendo a un teatro dall’assurdo, una gara ad eliminazione diretta nel senso letterale del termine, così che alla fine questo maledetto M1000 lo porterà a casa probabilmente non il tennista migliore ma il più resistente. Condizioni di caldo e umido insopportabili nella metropoli cinese stanno sottoponendo tutti i tennisti a uno stress fisico, termico e mentale che va oltre ogni concetto di sport. Shanghai 2025 è diventato un torneo ad eliminazione diretta non perché un tennista, più bravo, batte l’altro, ma perché il corpo di un tennista riesce a reggere meglio le severe condizioni ambientali rispetto all’altro.
    Qualcuno potrà obiettare che la preparazione atletica e la componente di resistenza è parte di uno sport come il tennis. Vero, ma aprendo gli orizzonti ad una valutazione più complessiva, che valore ha un torneo nel quale conta più sopravvivere sottoponendo il proprio corpo a stress disumani rispetto al giocar bene a tennis? Poco o niente. Il ruvido Rune si è scagliato contro tutti affermando “L’ATP vuole che qualcuno muoia in campo?”. Rinderknech ha sparato contro l’organizzazione senza pietà, Djokovic dopo aver addirittura vomitato in campo per lo stress termico allucinante ha terminato la sua partita contro Hanfmann paonazzo, al limite del disidratato. Nei primi turni del torneo cinese si sono ritirati Sinner, Machac, Ruud, Goffin, Medjedovic, Atmane, Wu; Fritz e Zverev e Rune hanno mostrato segnali evidenti di rottura, con il danese che è ricorso più volte all’intervento dello staff medico misurando in campo i propri parametri perché si sentiva quasi svenire. La domanda è banale: tutto questo ha un senso?
    È vero che il tennis lo si gioca da sempre in luoghi dove le condizioni sono molto difficili. Ci ricordiamo alcune edizioni degli Australian Open micidiali, come certe annate in agosto sul “duro” negli States, dove tra Cincinnati e dintorni si è arrivati anche a 45°, per non parlare dei tanti Challenger poco noti al grande pubblico che si disputano nel sud est asiatico con condizioni di caldo e umidità impossibili. Il fatto che si sia sempre accettato questo non è una scusa sufficiente, anche perché negli ultimi anni il tennis è cambiato profondamente. Solo chi ha due fette di prosciutto belle spesse sugli occhi non ha notato quanto il gioco si sia drammaticamente spostato sull’atletismo, sulla fisicità e quindi sulla resistenza, con scambi durissimi e una richiesta di energia e stress sul corpo dei giocatori aumentata a dismisura. Le due ore e mezzo di match del 2025 non sono minimamente paragonabili a quelle di 10 anni fa, per non parlare di tempi ancor più lontani.
    A peggiorare il tutto il solito, annoso problema del calendario, con due tornei molto importanti uno dopo l’altro, che non consentono ai giocatori che fanno strada nell’evento precedente un adeguato riposo. Vedi quel che è successo al nostro Sinner: pochissimo dopo aver alzato la coppa di Pechino, dove tutto sommato si è giocato in condizioni accettabili di caldo e umidità, si è spostato a Shanghai, con la fatica nel corpo e immergendosi in una metropoli da 24 milioni di abitanti che in qualche modo sopravvive a inizio ottobre con temperature sui 30 gradi e umidità media del 70%, con picchi sopra all’80%. Gli shanghaiesi tuttavia assistono al tennis comodi in tribuna, non rincorrendo pallate micidiali e intensità massime come è successo ieri a Sinner e Griekspoor. Bravo è stato l’olandese a salvare due momenti delicatissimi nel terzo set, e bravo a reggere maggiormente col proprio fisico massiccio e potente allo stress della partita. Ma come da lui stesso affermato, non è così che si dovrebbe vincere un match. Con la grande qualità espressa in campo forse Tallon avrebbe vinto lo stesso riuscendo a fare meglio di Jannik, ma doveva accadere grazie a servizi e risposte, bordate di rovescio cross e volée, non per un attacco violento di crampi. Non c’è gloria quando si vince così, ed è un grande peccato anche per lo stesso Griekspoor, perché sul campo stava producendo meraviglie. E grande peccato per Jannik, che così ha quasi sicuramente compromesso la sua corsa per riacciuffare il n.1 di fine anno, che sarà di Alcaraz, …forse più scaltro nel saltare questo torneo rispetto agli altri. Sinner meritava un giorno di riposo come tutti gli altri, ma così non è stato e ne ha pagato le conseguenze. Conoscendo il suo aplomb, difficilmente ne parlerà, pensando solo ad andare avanti e rafforzarsi ulteriormente. Urge invece una regola più dettagliata che imponga uno stop ai incontri quando si gioca in una combinazione di caldo e umidità eccessiva e pericolosa. Vedere un tennista che letteralmente svuota la scarpa dal sudore ha una logica?
    Il calendario resta un grandissimo problema. Non c’è una logica tecnica e nemmeno ambientale in moltissimi eventi dell’anno. I giocatori che vivono nei piani altri del ranking sono ricchi, strapagati, e se vogliono possono decidere – come Alcaraz – di non giocare un torneo. Si perdono bonus, ecc, ma proprio i bonus spingono i più a provarci sempre e comunque. Ma dove sta la logica di un tour e di una disciplina mossa da tonnellate di denaro che alla fine portano a tornei come quello di Shanghai, impoverito da ritiri, giocato in condizioni assurde e oltre i limiti di resistenza di giovani uomini super allenati? Che valore ha questo Masters 1000, dove “Ne resterà soltanto uno”? Servirebbero ampie riflessioni e scelte coraggiose per cambiare uno status quo che non piace a nessuno, o quasi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Shanghai: I risultati completi con il dettaglio del Day 5. In campo anche Jannik Sinner e Novak Djokovic (LIVE)

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    🇨🇳 Masters 1000 Shanghai – 3° Turno (cemento)

    🏟️ STADIUM COURT🕛 Inizio: 12:30 (Shanghai) | 06:30 (Roma)1️⃣ [21] Ugo Humbert 🇫🇷 vs [10] Holger Rune 🇩🇰Il match deve ancora iniziare
    2️⃣ [5] Taylor Fritz 🇺🇸 vs [32] Giovanni Mpetshi Perricard 🇫🇷Il match deve ancora iniziare
    ⏰ Non prima delle 18:30 (Shanghai) | 12:30 (Roma)3️⃣ [Q] Yannick Hanfmann 🇩🇪 vs [4] Novak Djokovic 🇷🇸Il match deve ancora iniziare
    4️⃣ [27] Tallon Griekspoor 🇳🇱 vs [2] Jannik Sinner 🇮🇹Il match deve ancora iniziare

    🏟️ GRANDSTAND 2🕛 Inizio: 12:30 (Shanghai) | 06:30 (Roma)1️⃣ David Goffin 🇧🇪 vs [31] Gabriel Diallo 🇨🇦Il match deve ancora iniziare
    2️⃣ [19] Francisco Cerundolo 🇦🇷 vs Zizou Bergs 🇧🇪Il match deve ancora iniziare
    3️⃣ [Q] Yoshihito Nishioka 🇯🇵 vs Jaume Munar 🇪🇸Il match deve ancora iniziare
    4️⃣ [Q] Valentin Vacherot 🇲🇨 vs [20] Tomas Machac 🇨🇿Il match deve ancora iniziare

    🏟️ SHOW COURT 3🕛 Inizio: 12:30 (Shanghai) | 06:30 (Roma)1️⃣ Robert Cash 🇺🇸 / JJ Tracy 🇺🇸 vs [WC] Rohan Bopanna 🇮🇳 / Jean-Julien Rojer 🇳🇱Il match deve ancora iniziare
    2️⃣ Santiago Gonzalez 🇲🇽 / David Pel 🇳🇱 vs Corentin Moutet 🇫🇷 / Alexandre Muller 🇫🇷Il match deve ancora iniziare
    3️⃣ Karen Khachanov 🇷🇺 / Andrey Rublev 🇷🇺 vs Andre Goransson 🇸🇪 / Alex Michelsen 🇺🇸Il match deve ancora iniziare

    🏟️ COURT 4🕛 Inizio: 12:30 (Shanghai) | 06:30 (Roma)1️⃣ [5] Hugo Nys 🇲🇨 / Edouard Roger-Vasselin 🇫🇷 vs [Alt] Guido Andreozzi 🇦🇷 / Manuel Guinard 🇫🇷Il match deve ancora iniziare
    2️⃣ Sadio Doumbia 🇫🇷 / Fabien Reboul 🇫🇷 vs [3] Kevin Krawietz 🇩🇪 / Tim Puetz 🇩🇪Il match deve ancora iniziare
    3️⃣ Francisco Cerundolo 🇦🇷 / Luciano Darderi 🇮🇹 vs Alternate/AlternateIl match deve ancora iniziare LEGGI TUTTO

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    Un buon Sinner cancella i “brutti ricordi” con Altmaier, esordio vincente per l’azzurro al Masters 1000 Shanghai

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Quando associ il nome “Altmaier” a quello di “Sinner” la sensazione è ancora un filo scomoda… Viene a galla un sommerso non piacevole di una partita di due anni fa a suo modo indimenticabile, tanto difficile (e persa) quanto decisiva ad una svolta che da lì a poco ci ha regalato un Campione epocale. Stavolta niente cinque ore di sofferenza, match point non sfruttati, alti e bassi clamorosi e una tristezza di fondo che afflisse Sinner nel maggio del 2023 sul “rosso” parigino durante e dopo quella prestazione insoddisfacente. Il 4 ottobre 2025 siamo sul duro del Masters 1000 di Shanghai, Jannik ha lavorato sul campo e dentro se stesso così bene da diventare un giocatore superlativo, un quattro volte campione Slam e n.1 per 65 settimane di fila, e la differenza tra questo super tennista e quell’antico “spauracchio” in quest’inizio autunno è netta, tutta a favore dell’italiano. Un buon Sinner, concreto e positivo, cancella i “brutti ricordi” legati al loro secondo confronto diretto a Roland Garros 2023 e batte Altmaier con un netto 6-3 6-3, successo che lo porta al terzo turno del 1000 cinese, dove lo aspetta una bella partita contro Tallon Griekspoor. Forte del terzo titolo in stagione vinto pochi giorni fa a Pechino, Jannik conferma il buon momento di forma generale e la voglia di provare qualcosa di diverso nei momenti in cui sente di aver margine sul rivale, ma senza esagerare e affidandosi ai pezzi forti del suo repertorio per risolvere i (pochi) passaggi scomodi dalla partita. In particolare il turno di servizio sul 4-3 del primo set quando, con qualche errore di troppo in attacco, ha concesso due palle break al miglior Altmaier dell’incontro, davvero bravo in difesa e a chiedere il massimo al suo notevole rovescio a una mano. In quel passaggio delicato e di relativa tensione, come negli altri momenti di equilibrio del match, arriva la conferma di come Jannik sia un agonista superlativo nell’alzare l’attenzione, calibrare i colpi di scambio e leggere il momento, toccando una qualità e quantità di prestazione superiore ai rivali.
    Quando Sinner vuole prendersi il punto, si mette nelle migliori condizioni per prenderselo. La gestione di Sinner è diventata accademica: la sua bravura nello scegliere i momenti per provare qualcosa di diverso e altri per andare di conserva e sostanza, quando necessario, è senza pari. È il metro del campione, è la differenza che lo eleva su Altmaier e quasi tutta la concorrenza. Solido col diritto, spettacolare col rovescio per reggere le sfuriate di Altmaier e andar anche sopra alle traiettorie insidiose del rivale, Jannik ha condotto una partita di alto livello, bloccando ogni tentativo del tedesco, bravo a lottare e rischiare tanto sino alla fine. Daniel è personaggio raro nel nostro sport, è un giocatore poco noto al grande pubblico anche per colpa di risultati non sempre in linea al suo potenziale, ma è uno che in campo può regalare un gran spettacolo con la sua attitudine offensiva e soluzioni d’attacco tanto spericolate quanto divertenti. Del resto, per uno come lui, che senso avrebbe su campi in “duro” provare a correre come un disperato per reggere la intensità e progressione di Jannik, nettamente superiore… Nessun senso, e per questo bene ha fatto il tedesco a prendere il match di petto, “O Sparta o morte”. C’ha provato con attacchi ficcanti e talvolta spericolati, aprendo a tutta l’angolo col rovescio cross, rischiando in risposta. C’ha provato anche bene, ma Sinner è stato troppo bravo a capire le mosse e spesso anticiparle, come passare da difesa a contrattacco con rovesci altrettanto potenti e più precisi e costanti. Quando il match è andato sullo scambio, la maggior stabilità e tenuta a ritmo alto di Jannik ha prevalso, e bravo a stato l’italiano a portarsi sulle proprie certezze quando ne ha avuto bisogno, quando l’altro attaccando a tutta si è rifatto sotto arrivando ai vantaggi o sul 30 pari.
    Sinner ha chiuso l’incontro con il 63% di prime palle in gioco, vincendo 30 dei 34 punti giocati, dato questo eccezionale, mentre è al 45% sulle seconde, per l’aggressività e bei rischi presi da Altmaier, che alla fine ha ottenuto un bilancio di 21 vincenti a fronte di 11 errori, contro il 14-12 di Jannik (forse un po’ generoso il compilatore con il tedesco. gli errori sono stati sicuramente un po’ di più). Tuttavia la differenza per Sinner è venuta dai tanti punti vinti in risposta, bravo a rispondere bene, pressare il rivale, passarlo o portarlo da tentativo d’attacco a difesa, e pure “punire” molti attacchi non perfetti. Jannik in alcune fasi ha cercato la via della rete con discreta continuità, non sempre raccogliendo quanto sperato per difetti di posizione e anche tre tocchi sbagliati. Qua c’è ancora da lavorare per arrivare ad una sicurezza superiore. Dove invece Jan si conferma formidabile è il passaggio da cross a lungo linea nello scambio, più volte ha sorpreso e sbaragliato Altmaier, con frustate tanto belle quanto precise ed efficaci. Gestione, solidità, momenti di grande qualità e un livello altissimo. Un po’ affaticato a fine match Jannik, ha confermato nella intervista flash in campo come il caldo umido di Shanghai sia piuttosto opprimente e consuma tante energie. Ce ne sarà bisogno per arrivare a difendere il titolo dell’anno scorso. Anzi, per vincerne uno nuovo.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Sinner inizia la sua difesa del titolo (o meglio, per dirla con le parole di Jan, la “caccia” a un nuovo titolo…) in risposta. Altmaier scatta a spron battuto, serve bene, attacca nell’angolo aperto e chiude il game a 15. Ancor più netto lo scatto dai blocchi di Jannik, prima di servizio non perfetta ma la spinta da fondo campo è dirompente, game a zero. L’incontro si accende nel terzo game. Altmaier continua la sua tattica super offensiva, bello l’attacco di rovescio e chiusura di volo che gli vale il 15 pari, ma quando lo scambio entra sulla velocità, Sinner ha altro controllo e potenza, e il coefficiente di rischio del tedesco è esagerato. Il game va ai vantaggi con un errore di rovescio, e un altro errore di rovescio costa a Daniel la prima palla break. Non entra la prima di servizio e Sinner risponde letteralmente sulla riga, non fa quasi in tempo a completare l’apertura col diritto Altmaier, la “stecca” è inevitabile. BREAK Sinner, subito avanti con la sua pressione e profondità di traiettoria. Jannik consolida il vantaggio con un discreto turno di battuta, dove cerca un attacco alla rete ben calibrato. Un grandissimo vincente col rovescio lungo linea è una perla rara per Altmaier, anche stilisticamente visto il colpo ad una mano, ma l’italiano è molto concreto. 3-1. Dopo la fiammata, il parziale avanza sui turni di battuta, con numeri in crescita per il n.2 del mondo e un rendimento perfetto con la prima palla in gioco, 10 su 10 fino all’ottavo game, quando Jannik sul 15-0 prova una discesa a rete ma non copre bene la diagonale e il passante di Altmaier di rovescio è millimetrico. Segue una volée in rete di Sinner, è evidente che sente margine e cerca di muovere il gioco in modo diverso dai suoi soliti schemi. Sotto 15-30, ecco l’Ace, a compensare l’errore precedente. Non è un game semplice: arriva un errore di rovescio in salto di Jannik, non era necessario cercare così la riga subito dopo il servizio, si è fatto ingolosire dallo spazio. C’è una palla break da difendere. Arriva lo scambio più lungo del match, Sinner comanda ma non spinge a tutto gas, accorto, e dopo aver spostato in lungo e in largo Altmaier, bravo in difesa, lo infila con la palla corta, forse cercata dall’azzurro anche per uscire da un palleggio interminabile, 26 colpi a ottima intensità… Comanda Sinner aprendo l’angolo a tutta ma sbaglia di poco il diritto cross a chiudere, seconda palla break. Altmaier rischia a tutta col diritto sulla seconda di servizio, ma spostandosi a tutta a sinistra esagera e la palla sbatte a piena rete. Un Ace esterno chiude il game più scomodo del match, 5-3. Favolosa la risposta vincente di rovescio di Jannik in apertura del nono game, impatto imperioso in avanzamento, Daniel non si muove nemmeno. Il tedesco ha sicuramente pagato lo sforzo fisico del durissimo game precedente, dove in risposta ha rincorso come un matto, infatti va sotto alla pressione dell’azzurro, troppo bravo col rovescio stavolta in corsa. Il doppio fallo sul 30 pari costa ad Altmaier un Set Point sul 30-40. Ancora seconda di servizio, mentre la risposta di Sinner c’è, è profonda, lo porta al comando dello scambio e la sua pressione sbaraglia il rovescio del tedesco. 6-3 Sinner, un buon set, bravo a reagire a un turno di servizio difficile per qualche errore di troppo.
    Il nostro campione riparte alla battuta nel secondo set. Un discreto turno di battuta visto a 30, quindi in risposta si rimette subito a pressare il tedesco, non vuole lasciargli il tempo per entrare forte nella palla e aprire l’angolo. Il rovescio di Altmaier è un gran colpo ma quando deve affrontare la palla così potente e complessa di Sinner l’impatto non è sempre sicuro. Sul 30 pari ecco una splendida schermaglia rovescio vs. rovescio, qualità enorme dei due colpi, ma il cambio lungo linea di Daniel è di poco lungo. Palla break per Jannik sul 30-40. Ancora esagera Altmaier, aggredisce la risposta stavolta non profondissima di Sinner con un tentativo di vincente cross di rovescio un po’ ambizioso, tanto che la palla di 10 cm larga. BREAK Sinner, avanti 2-0 e servizio, con 4 game vinti di fila. In un lampo diventano 5 per l’italiano, eccellente la spinta dal centro del campo, Altmaier non regge. 3-0. L’equilibrio si è rotto definitivamente, il tedesco fa grande fatica a reggere il ritmo imposto dall’italiano, cerca la giocata e a volta gli riesce (clamorosamente bello il tocco sotto rete in apertura del quarto game), altre no, tanto che un errore sul net forza il gioco ai vantaggi. Altmaier interrompe la serie tornando a vincere un game al servizio dopo 10 punti, con un Sinner sempre lì pronto a spingere, pressare, occupare gli spazi. Nel quinto game Daniel risale a 30 pari da 30-0, Sinner capisce che è il momento di chiedere il massimo al servizio e infatti ecco una prima palla potente, al corpo, la risposta non è fattibile e Altmaier caccia un urlo di frustrazione. Servizio, schiaffo al volo comodo e smash d’ordinanza, Sinner si porta 4-1. Altmaier continua a prendersi grandi rischi, del resto non può fare diversamente… ma il serve and volley sul 30 pari è punito dalla risposta dell’azzurro, gli va una chance per il doppio allungo. Daniel ci riprova, e stavolta l’attacco è migliore e la volée definitiva. 4-2. Sinner continua a macinare il suo tennis, spingendo con pressione, ma Altmaier con enormi rischi forza il game il ai vantaggi, bellissimo l’uno – due rovescio cross e poi diritto vincente sul 40-30. Come già sottolineato, appena ce n’è bisogno, quando l’avversario si tiene a contatto, ecco che Jannik alza il livello: servizio potente e preciso, colpo di attacco eccellente e chiusura. Quando Sinner vuole prendersi il punto, si mette nelle migliori condizioni per prenderselo. 5-2 Sinner. Altmaier continua ad attaccare con grande impeto, scivola pure a terra cercando una volée bassa per niente facile sul 15-0. Encomiabile il suo spirito offensivo e come ci prova anche se la sconfitta è ormai dietro l’angolo. Un errore di rovescio del tedesco lo porta a due punti dalla grande “L” sul 15-30. Di prepotenza col servizio e diritto rimonta e si porta 5-3. Sinner serve per il match. Inizia con il suo schema principe, gran prima palla e chiusura vincente in avanzamento, diritto cross meraviglioso per angolo, velocità, pulizia d’impatto. Una bellezza che per lui è diventata consuetudine (e non facciamo l’errore di considerarla scontata, è una perla assoluta). Poi sul 30-15 sbaglia malamente un attacco alla rete con un impatto alto impreciso. Con una smorzata ben calibrata col diritto Jannik sorprende Daniel, ecco il Match Point. Servizio e diritto, chiude in sicurezza una partita ben condotta. Saluto cordiale, la corsa a Shanghai continua. Next Griekspoor, sarà partita di maggior intensità fisica e negli scambi. Bel giocatore Altmaier, per colpi e attitudine.

    Daniel Altmaier vs Jannik Sinner ATP Shanghai Daniel Altmaier33 Jannik Sinner [2]66 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-5 → 3-6D. Altmaier 15-0 ace 15-15 15-30 30-30 40-302-5 → 3-5J. Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-402-4 → 2-5D. Altmaier 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-4 → 2-4J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-3 → 1-4D. Altmaier 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-400-3 → 1-3J. Sinner 15-0 30-0 40-00-2 → 0-3D. Altmaier 15-0 15-15 30-15 30-30 30-400-1 → 0-2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1D. Altmaier 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 df3-5 → 3-6J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 ace 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 ace3-4 → 3-5D. Altmaier 15-0 30-0 40-0 40-152-4 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-02-3 → 2-4D. Altmaier 15-0 30-0 30-15 df 40-15 ace1-3 → 2-3J. Sinner 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-301-2 → 1-3D. Altmaier 0-15 15-15 15-30 30-30 ace 40-30 40-40 40-A1-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 40-01-0 → 1-1D. Altmaier 15-0 30-0 40-0 ace 40-150-0 → 1-0
    !DOCTYPE html >Statistiche Tennis: Altmaier vs Sinner

    Statistica
    Altmaier 🇩🇪
    Sinner 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Rating del servizio
    238
    298

    Ace
    5
    3

    Doppi falli
    2
    0

    Prima di servizio
    35/61 (57%)
    34/54 (63%)

    Punti vinti sulla prima
    22/35 (63%)
    30/34 (88%)

    Punti vinti sulla seconda
    13/26 (50%)
    9/20 (45%)

    Palle break salvate
    1/4 (25%)
    2/2 (100%)

    Giochi di servizio giocati
    9
    9

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    208km/h (129 mph)
    212km/h (131 mph)

    Velocità media prima
    188km/h (116 mph)
    202km/h (125 mph)

    Velocità media seconda
    160km/h (99 mph)
    158km/h (98 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Rating della risposta
    67
    195

    Punti vinti su prima di servizio
    4/34 (12%)
    13/35 (37%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    11/20 (55%)
    13/26 (50%)

    Palle break convertite
    0/2 (0%)
    3/4 (75%)

    Giochi di risposta giocati
    9
    9

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    0/0 (0%)
    0/0 (0%)

    Vincenti
    21
    14

    Errori non forzati
    11
    12

    Punti vinti al servizio
    35/61 (57%)
    39/54 (72%)

    Punti vinti in risposta
    15/54 (28%)
    26/61 (43%)

    Totale punti vinti
    50/115 (43%)
    65/115 (57%) LEGGI TUTTO

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    Shanghai, Sinner conosce già il suo avversario di terzo turno

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Non ha ancora messo piede in campo al Masters 1000 di Shanghai 2025, ma Jannik Sinner sa già quale potrebbe essere il suo cammino. L’altoatesino, che farà il suo esordio contro Daniel Altmaier, parte con i favori del pronostico e, in caso di vittoria, troverebbe dall’altra parte della rete Tallon Griekspoor.
    L’olandese si è guadagnato l’accesso al terzo turno superando Jenson Brooksby in una partita dai parziali curiosi: 6-1, 1-6, 6-1 in un’ora e 48 minuti di gioco. Una sfida a strappi, che ha confermato l’incostanza dell’americano e la solidità del numero uno dei Paesi Bassi nei momenti chiave.
    Per Sinner, reduce da una stagione di altissimo livello e già qualificato alle ATP Finals di Torino, l’obiettivo è partire con il piede giusto in un torneo che potrebbe regalargli nuove opportunità di insidirare la prima posizione mondiale. La pressione è alta, ma il percorso sembra tracciato: prima Altmaier, poi la sfida contro Griekspoor.Shanghai attende il debutto dell’azzurro, pronto a testare il proprio stato di forma e a inseguire un altro risultato di peso in questa straordinaria annata.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Shanghai: quote rasoterra per Sinner contro Altmaier, secondo i bookie l’italiano non ha rivali per il titolo

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Vincere il Master 1000 di Shanghai per mettere in bacheca l’ennesimo trofeo e per avvicinare Carlos Alcaraz in ottica primo posto in classifica. Sono gli obiettivi di Jannik Sinner che, dopo il trionfo a Pechino e complice l’assenza dello spagnolo nel tabellone, punta al successo. Il suo cammino inizia contro il tedesco Altmaier, vincitore dell’ultimo precedente tra i due (nel 2023 al Roland Garros). Stavolta, però, c’è aria di rivincita, come riporta Agipronews: vale 1,01 il successo dell’italiano, mentre si sale a 15 per l’affermazione del suo avversario. Tra il set betting, comanda il 2-0 Sinner a 1,14, seguito dal 2-1 a 5,75. Un successo di Altmaier in due o tre set è offerto a 30.
    Nella mattinata italiana di sabato 4 ottobre in campo anche Lorenzo Musetti, che dopo il ritiro a Pechino a causa di problemi fisici, va a caccia di preziosi punti che gli permetterebbero la qualificazione alle Atp Finals di Torino: la testa di serie numero 8 a Shanghai è atteso dall’argentino Francisco Comesana, già battuto a Wimbledon nel 2024 nell’unico precedente tra i due. Il bis di vittorie è l’opzione più probabile secondo gli esperti, in lavagna a 1,33, contro i 3,20 proposti per l’avversario.
    In ottica titolo, Jannik Sinner sembra non avere rivali: il bis dell’italiano, campione in carica, paga 1,65 volte la puntata. Molto più lontani gli avversari: al secondo posto, a quota 9, c’è il tedesco Alexander Zverev, seguito a 12 dal duo formato dall’americano Taylor Fritz e dal serbo Novak Djokovic. Tra gli altri italiani, si sale a 50 per l’impresa di Lorenzo Musetti e a 100 per quella di Flavio Cobolli o di Matteo Arnaldi.
    Quote e scontri diretti3R Goffin 🇧🇪 – Diallo (31) 🇨🇦  1-02R Auger Aliassime (12) 🇨🇦 – Tabilo 🇨🇱  0-0 1.56 2.412R Halys 🇫🇷 – Lehecka (15) 🇨🇿  0-0 4.38 1.212R Nakashima (29) 🇺🇸 – Majchrzak 🇵🇱  2-0 1.46 2.702R Ugo Carabelli 🇦🇷 – De Minaur (7) 🇦🇺  0-0 11.70 1.042R Rublev (13) 🇷🇺 – Nishioka 🇯🇵  3-2 1.27 3.752R Rinderknech 🇫🇷 – Michelsen (28) 🇺🇸  2-0 2.10 1.722R Zverev (3) 🇩🇪 – Royer 🇫🇷  0-0 1.20 4.532R De Jong 🇳🇱 – Mensik (17) 🇨🇿  0-0 3.09 1.362R Shapovalov (23) 🇨🇦 – O’Connell 🇦🇺  1-0 1.41 2.902R Comesana 🇦🇷 – Musetti (8) 🇮🇹  0-1 3.33 1.322R Darderi (26) 🇮🇹 – Yunchaokete 🇨🇳  1-0 1.99 1.792R Davidovich Fokina (18) 🇪🇸 – Arnaldi 🇮🇹  1-2 1.40 2.912R Cazaux 🇫🇷 – Norrie (30) 🇬🇧  0-0 1.88 1.912R Borges 🇵🇹 – Tsitsipas (24) 🇬🇷  0-2 2.24 1.642R Svrcina 🇨🇿 – Medvedev (16) 🇷🇺  0-1 4.08 1.232R Altmaier 🇩🇪 – Sinner (2) 🇮🇹  1-1 15.05 1.022R Khachanov (9) 🇷🇺 – Shang 🇨🇳  0-0 1.48 2.62 LEGGI TUTTO

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    Vagnozzi: “Il movimento del servizio è cambiato. È importante inserire novità altrimenti diventiamo prevedibili, ma non vuol dire che Jannik debba diventare un tennista serve and volley”

    Simone Vagnozzi

    Simone Vagnozzi parla dalla Cina e conferma che dopo US Open è stata persa la decisione di cambiare qualcosa al servizio di Jannik Sinner e non solo. Un paio di match a Pechino per il rodaggio, quindi le cose hanno iniziato a funzionare, come dimostra l’ottimo rendimento del colpo negli incontri decisivi, quelli che hanno portato l’azzurro a vincere il terzo torneo in stagione. Il coach marchigiano parlando al Corriere dello Sport ha spaziato su vari temi, tecnici e non, affermando che il suo desiderio sarebbe quello di accompagnare Jannik per 15 anni, tutta la sua carriera e che non ci sono piani al momento nel caso in cui Cahill confermasse la volontà di smettere a fine anno. Questi i passaggi più interessanti dell’intervista.
    “La sconfitta di New York a mio parere non è così sorprendente” commenta Vagnozzi. “In quel momento Carlos stava psicologicamente, fisicamente e tennisticamente meglio di Jannik. Però non dobbiamo dimenticarci che anche lui ha vissuto cinque mesi di difficoltà, e pensare che oggi si prova a far passare Jannik come un giocatore in crisi in un anno in cui ha vinto 2 Slam e fa finale tutte le settimane. Lui sta facendo cose straordinarie. Poi, come tutti, vogliamo sempre migliorarci”.
    Il discorso vira sui cambiamenti tecnici annunciati dallo stesso Sinner prima di partire per la trasferta in Asia. “A volte mi sorprendo di quanto si parli di determinate cose” continua Simone. “In alcuni momenti delle cose funzionano, in altri meno. Negli Stati Uniti Jannik non ha servito benissimo e abbiamo preso degli accorgimenti: il movimento è cambiato un giorno prima di arrivare in Cina. I primi giorni a Pechino si è adattato e poi ha servito molto bene. Poi nel gioco è chiaro vada inserito sempre qualcosa di nuovo, sennò diventiamo prevedibili. Questo non significa che Sinner debba diventare un tennista da serve and volley. Ci sono smorzate e slice, ma anche altre variazioni, che si tratti di prendere prima un lungolinea, rispondere più aggressivo, giocare un kick o andare al corpo. È semplicemente migliorarsi, non ci trovo nulla di sorprendente. (…) Alcuni cambiamenti possono sembrare più rischiosi perché si pensa di poter perdere qualcosina. Jannik è abbastanza intelligente da capire se le nostre proposte possano essere giuste o sbagliate. Allo stesso tempo, noi dobbiamo lavorare su idee in cui lui crede, sennò non può funzionare. E a volte, anche perdere una partita serve a far capire a un giocatore che può essere il momento di mettere mano da qualche parte”.
    La mano del coach a volte si avverte nel corso di una partita quando un consiglio al giocatore diventa decisivo. Vagnozzi tuttavia insiste sull’importanza dell’allenamento in primis. “Il nostro lavoro si concentra più sul prima. Poi possono esserci momenti di difficoltà in cui diciamo qualcosa per permettere a Jan di vedere il match con un’altra prospettiva, ma di base lui conosce già le sue opzioni. Faccio un esempio: in finale con Tien, sul 2-2, gli ho chiesto se volesse arretrare in risposta. Mi ha detto ‘fammi provare ancora un gioco avanti’, e ha brekkato. È giusto che lui segua le sue sensazioni. Poi, a Cincinnati con Mannarino, gli abbiamo dato lo stesso consiglio: lo ha seguito e anche lì ha fatto break. Quindi non c’è una regola fissa”.
    Questi per Vagnozzi un gruppo di tennis che hanno potenziale per insidiare Sinner, e Alcaraz: “Il potenziale lo hanno in tanti, anche Tien lo ha. Ovviamente c’è Fonseca, anche se a me piace molto Mensik. Se non dovesse avere problemi fisici, è uno che può crescere tanto. Poi ci sono fattori intangibili. Pensiamo a Jannik: ora tutti fanno passare per normali le sue vittorie. Quando ho iniziato a lavorare con lui, tanta gente del mondo del tennis diceva che Rune era molto più avanti. Non si sa mai quanto ci si può migliorare. I ragazzi ci sono, ma poi devono fare dei passi importanti per arrivare da Jannik e Carlos. Musetti? In campo sta facendo qualcosa di diverso e ha vissuto un’ottima stagione. Il talento c’è, e sulla terra credo siano già tre anni che è pronto per poter fare un grandissimo risultato. Sull’erba aveva già fatto bene, e ora è in crescita sul cemento. Il potenziale lo ha».
    Sibillina la risposta di Vagnozzi alla domanda su cosa ha portato all’addio di Panichi appena prima di Wimbledon: “Lui e Badio hanno fatto un ottimo lavoro. Semplicemente Jannik ha optato per un’altra strada, ma non credo ci sia nulla di strano”.
    Il sogno di “Vagno” è lavorare ancora a lungo per Jannik: “Quest’anno l’obiettivo era vincere Wimbledon e ci siamo riusciti. Spero di continuare il più possibile con Jannik, vediamo quanto andremo avanti. In un futuro lontano, uno stimolo potrei trovarlo nel rifare la stessa cosa con un altro giocatore. Poi magari faccio 15 anni con Sinner e sarà lui il mio ultimo tennista. Lo spero. Grande Slam? Non è un obiettivo che ci siamo posti. È talmente difficile vincere uno Slam che non si può pensare di vincerne 4 senza muoversi un passo alla volta”.
    Siamo a quasi a fine anno e Cahill potrebbe essere vicino all’addio… Possibili sostituti? Così Vagnozzi: “Io penso e spero che Darren possa continuare, quindi non abbiamo pensato a nessuno al di fuori di lui. Al momento però non ci sono ufficialità”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Darren Cahill fa 60. Auguri al più grande ammiraglio del tennis moderno

    Darren Cahill

    Tanti, tantissimi auguri Darren Cahill! Il 2 ottobre 2025 l’australiano soffia 60 candeline sulla torta, lo farà attorniato dalla sua famiglia con un occhio a quel che succede a Shanghai, dove il suo pupillo Jannik Sinner è appena sbarcato per continuare la cavalcata vincente iniziata a Pechino in quest’autunno così impegnativo e ricco di sfide. Cahill è un personaggio unico e straordinario nel nostro piccolo mondo, dal 2022 felicemente entrato nel team del nostro Jannik Sinner a fianco di Simone Vagnozzi, ma guai a bollarlo come allenatore, o coach. Darren è qualcosa di diverso, è più un mentore, una guida sicura nella vita più che in campo perché in quel maledetto campo porti la tua vita con il sole e tutte le ombre, e solo sapendo affrontare i tuoi demoni, guardandoli in faccia e sfidandoli a testa alta puoi batterli e dare il tuo meglio in partita. Mi piace definirlo come il più grande Ammiraglio del tennis moderno, colui che dopo aver navigato tutti i mari della disciplina da giocatore e aver vissuto sulla propria pelle la gioia della vittoria e il dolore di sconfitte e infortuni, ha maturato un’esperienza così grande, un vissuto così profondo da riuscire a trasmetterlo ai suoi giocatori con un’empatia fuori dal comune. Chiunque ha conosciuto Cahill ne è uscito arricchito, diverso. Ogni tennista passato sotto la sua ala ha vinto, ha svoltato verso un futuro migliore.
    Migliorare è il “mantra” di Jannik, la parola più usata nel suo quotidiano, quella che pensa appena sveglio e anima la sua giornata; Darren ha elevato questo pensiero ad arte, donando sfumature diverse e più interessanti. Un esempio? Cahill è quello che spinge Jannik a provare tantissime attività extra tennistiche, perché correndo sul kart, andando in bici o solo passando tre ore alla sera montando pezzi di un kit Lego si ha una percezione diversa del mondo, di quel che si ha intorno, e anche di se stesso. Si stacca la spina dallo stress della disciplina, un tritacarne micidiale che ti spacca in quattro se non riesci a gestirlo con serena lucidità, e si riesce così a trovare un’armonia e sicurezza interiore che solo di racchette e impatti a tutta velocità non puoi trovare. Cahill alla fine non parla mica tanto, ma ascolta tantissimo e osserva. E trasmette. Parla quando è necessario farlo, e tocca i tasti più profondi di Sinner, riuscendo a dargli qualcosa di unico. È una benedizione che sia entrato nel team del nostro campione, è stato decisivo insieme a Vagnozzi a farlo maturare come uomo e concretizzare in partita i miglioramenti studiati e imparati in allenamento. È colui che ha preso di petto la terribile situazione del caso Clostebol ed è stato porto sicuro per Jannik e per tutti gli altri. Non è un caso che proprio Cahill è stato il primo a parlare alla tv negli Stati Uniti nell’agosto del 2024, appena prima di US Open, per far sentire la voce interna al team. Anche in quel momento sportivamente drammatico, la pacatezza, parole sicure e nette di Darren sono state fondamentali.
    Per raccontare qualcosa in più di Darren Cahill, riporto un passaggio a lui dedicato del libro “Jannik Sinner, Una Straordinaria Normalità”, pubblicato nel luglio 2024, dove riporto anche una piccola esperienza personale vissuta con Cahiil a Roland Garros. Pochi minuti, che mi hanno segnato in modo indelebile e custodisco gelosamente come una gemma scintillante.
    “Darren Cahill è molto più di un classico “super coach” per Jannik Sinner. È il collante di tutto il team per carisma e attitudine, persona attenta al dettaglio che conosce la vittoria e l’altissimo livello, vissuto sia da professionista che da coach. È una sorta di Re Mida, tutto quel che tocca diventa oro perché è bravo nello scegliere i cavalli giusti ed è perfetto nel fornire loro gli input necessari a tirar fuori il meglio e superarsi. L’australiano è stato un buonissimo professionista, ha raggiunto il numero 22 nella classifica in singolare con un tennis d’attacco figlio della scuola aussie, quella che predicava “chi arriva ultimo a rete paga da bere a tutti”. Il suo miglior risultato in uno Slam è stata la semifinale agli US Open del 1988, dove sconfisse Boris Becker e Aaron Krickstein prima di cedere al futuro campione Mats Wilander, quasi imbattibile in quel suo anno di gloria. A vederlo così pacato e riflessivo, con quello sguardo profondo e modi affabili, non penseresti mai che il suo storico soprannome sia “Killer”. Così lo racconta: «Quando avevo quindici o sedici anni, ero il ragazzo più piccolo della mia classe ma ero già un giocatore di tennis piuttosto bravo, e poiché battevo i ragazzi più alti e grandi di me mi fu affibbiato il soprannome di “Little Killer”. Quel nomignolo mi è rimasto addosso, poi senza “piccolo”, perché in un anno, quando ne avevo diciassette, sono cresciuto di circa venti centimetri, e tanto piccolo non ero più…». Classico humor in stile british, come i suoi modi garbati ed eleganti nell’esprimere concetti e opinioni.
    È il classico personaggio che lo guardi e ti attira, non ti lascia indifferente. È magnetico, trasmette energia e positività con calma e toni rassicuranti, ma trasuda anche carica oltre ad assoluta competenza. Ha guidato svariati campioni, gente con carattere forte, riuscendo a farsi ascoltare da ciascuno di loro e lasciando un segno indelebile. Tutti coloro che hanno avuto il privilegio di condividere con Darren il campo di allenamento e ascoltare le sue idee hanno migliorato il proprio tennis e la propria vita. È un vincente per natura, forte di una profonda conoscenza del gioco e dell’animo umano. Ha un carisma calmo, riesce con poche e mirate parole a toccare le corde dentro ai suoi assistiti, stimolarli nel profondo del proprio ego e aiutarli a vincere paure e incertezze. È una guida salda, una sorta di zio che ha girato il mondo e che riesce a trasmetterti non solo esperienze ma soprattutto nuove prospettive, facendoti vedere cose che non coglievi, aprendo il futuro a scenari differenti. Una persona posata ma tutt’altro che passiva, capace come pochi altri di leggere le situazioni di gioco e le dinamiche umane dell’atleta, analizzando con metodo e visione lo status quo e portando la sua sapienza al giocatore, affinché abbatta quelli che reputa essere i propri limiti. Cahill ha elevato grandi potenziali a campioni, e campioni a fuoriclasse.
    «Il nostro compito è continuare a spingerlo. È appena l’inizio della stagione, l’anno è ancora lungo ed è giusto ora godersi questo momento», afferma Darren subito dopo la vittoria agli Australian Open 2024, «ma quando torneremo su di un campo da tennis ci assicureremo di provare a fargli mantenere questo giusto atteggiamento, che è quel che serve per continuare a vincere». In queste poche parole è espresso alla perfezione il verbo dell’australiano: motivazione, autostima, positività e attitudine al miglioramento continuo. Le chiavi del successo, da raggiungere con un lavoro di squadra, serenità, programmazione e attitudine alla condivisione. «Affinché due allenatori lavorino bene insieme è necessario, prima di tutto, che siano disposti a collaborare, a inserire delle regole e a sostenersi a vicenda. E così è stato. Simone è la prima voce, il “main coach”, ed è per me un onore lavorare al suo fianco. Credo che tra venti o trent’anni ne parleremo come di uno dei migliori coach del circuito» racconta Cahill al «Corriere dello Sport». «Il 2022 è stato un anno di insegnamenti, seppur buono sotto il profilo dei risultati. Credo che Vagnozzi sia stata per Jannik manna dal cielo, perché tecnicamente è uno dei coach più preparati che abbia mai conosciuto. Il mio compito, avendo tanta esperienza nel circuito, è stato più quello di capire quale fosse la giusta direzione da intraprendere per il team ed essere sicuro che tutti la seguissero. Il mio ruolo riguarda più l’esperienza e come aiutarlo mentalmente in questi grandi momenti, e assicurarci che stiamo lavorando sulle cose giuste che alla fine lo porteranno dove vogliamo essere».
    Cahill ha vissuto la prima grande esperienza da coach prendendo un giovanissimo Lleyton Hewitt, esaltandone colpi difensivi e smussandone gli spigoli più acuti, portandolo al numero uno della classifica mondiale – allora il più giovane a riuscirci – e vincere due Slam. In seguito ha allenato Andre Agassi, portando logica e ordine al tennis spumeggiante ma spesso tatticamente poco flessibile dell’americano, che con lui visse anni straordinari e tornò in vetta alla classifica mondiale. Cahill entrò nell’Adidas Player Development Program dopo il ritiro di Agassi nel 2006, collaborando allo sviluppo di diversi talenti, tra cui Andy Murray, Ana Ivanovic, Fernando Verdasco, Daniela Hantuchova e Sorana Cirstea. Da questo programma è iniziata la sua collaborazione con Simona Halep, di cui è diventato coach principale alzando a dismisura il livello della rumena, portandola a vincere Roland Garros nel 2018 e in vetta al ranking WTA. Dopo qualche mese insieme all’americana Amanda Anisimova, nel giugno del 2022 ha affiancato Vagnozzi nel team Sinner. Riporto con piacere un aneddoto personale di Darren, che ho avuto il piacere di conoscere a Roland Garros 2010.

    È una giornata uggiosa al Bois de Boulogne, ma ricchissima di partite interessanti. Una di queste, cerchiata in rosso sul mio schedule cartaceo, è il secondo turno tra Fernando Gonzalez e Alexandr Dolgopolov. Due che più diversi non potrebbero essere, lontani in tutto, a creare un match potenzialmente esplosivo, visto il totale contrasto di stile tra la potenza bruta del cileno e i tocchi effimeri ed estemporanei dell’ucraino. In un campo 2 (purtroppo oggi abbattuto) strapieno, la partita la vince il “Dolgo” con una serie incredibile di tagli e tocchi, discese a rete in contro tempo e smorzate che fanno venire il mal di testa al cileno, tramortito in tre set. Per chi ama un tennis più pennellato che martellato è una goduria per gli occhi. La partita fila via rapida, c’è tempo prima del mio prossimo match, così mi soffermo sull’attiguo campo 3, dove la piccola tribuna dei giornalisti è di fatto la stessa riservata allo staff dei giocatori. Siamo nel corso del primo set tra Daniela Hantuchova e Yanina Wickmayer, altro match di discreto interesse, e non solo per l’avvenenza della slovacca. Resto sorpreso da come Daniela, tennista molto precisa ma non potente, riesce a colpire la palla con grande anticipo, spolverando letteralmente le righe col rovescio, sia cross che lungo linea. La belga ha due gambe fantastiche, si difende con vigore ma contro la progressione geometrica della rivale a tratti niente può. Dopo l’ennesima accelerazione vincente di Hantuchova, mi lascio scappare un «come le esce bene la palla dalle corde» in inglese. La persona seduta appena davanti a me si gira, mi guarda e mi dice: «È quello che le sto dicendo, continua a lasciar correre i colpi, sei perfetta quando colpisci». Con grande stupore, sotto quel cappellino da pescatore di color bruno non c’è uno spettatore qualsiasi o un collega di qualche testata accorsa a Parigi, ma Mr. Darren Cahill, che a Roland Garros segue anche Daniela. Approfitto della sua gentilezza estrema al cambio di campo per un paio di considerazioni su Hantuchova, le condizioni del campo e qualcos’altro ancora. Il gioco riprende, Cahill segue con attenzione il gioco e la sua assistita. Esco dal campo, ma qualche ora dopo, con Hantuchova uscita vittoriosa, ritrovo Cahill nella zona mista del Centrale, dove i giocatori arrivano per le interviste. Mi riconosce, ci salutiamo con altre due chiacchiere di grande cordialità sul tennis in generale. Se ne va insieme a lei, osservando Roger Federer che arriva troneggiando nel salone. Di questi pochi minuti condivisi con il coach custodisco gelosamente la sua viscerale passione per il gioco e anche la disponibilità a condividerla con un perfetto sconosciuto altrettanto innamorato del tennis come il sottoscritto”.
    Buoni 60, caro Darren! Che gli Dei del tennis custodiscano intatta la sua passione, visione e guida, per tantissime nuove avventure da vivere (e vincere) insieme.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Shanghai, Sinner cauto: “Condizioni nuove, ma pronto a dare il massimo”

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Dopo il trionfo al China Open di Pechino, Jannik Sinner è già arrivato a Shanghai, dove difenderà il titolo conquistato lo scorso anno. In conferenza stampa, l’azzurro ha parlato della sua condizione fisica, delle differenze tra i due tornei e delle sfide che lo attendono in questo Masters 1000.
    “È bellissimo essere tornato qui – ha esordito Sinner –. Questo è un torneo speciale, l’ultimo della stagione asiatica. Le condizioni sono molto diverse rispetto a Pechino, avrò solo una sessione di allenamento per adattarmi, quindi sarà difficile soprattutto all’esordio. Ma sono felice di giocare davanti ai tifosi di Shanghai, che mi hanno sempre dato un grande supporto”.
    Il campione altoatesino ha poi commentato i progressi mostrati nelle ultime settimane:“Non sono l’unico a cambiare: ogni giocatore cerca di aggiustare qualcosa nel proprio gioco. Noi abbiamo lavorato su alcuni colpi, alcuni sono migliorati, altri vanno ancora perfezionati. L’importante è avere tanti match per mettere in pratica ciò che stiamo provando. In generale, siamo contenti del lavoro fatto”.
    Sulla questione del calendario, più volte criticato da altri colleghi, Sinner ha mantenuto una linea equilibrata:“Il calendario è quello che è. Io non voglio criticare, ognuno fa le proprie scelte. L’anno scorso ho saltato alcuni tornei e penso sia stata la decisione giusta. Sta a noi capire le priorità: se vuoi giocare, giochi, altrimenti ti fermi e ti alleni. Io cerco sempre di scegliere ciò che è meglio per il mio corpo e la mia mente”.
    Un dato che ha colpito a Pechino riguarda la sua capacità di gestire i momenti delicati: 21 break point salvati su 26 nell’arco del torneo. “Non penso mai a queste statistiche durante il match – ha spiegato –. Cerco soltanto di fare la scelta giusta in quel momento. A volte funziona, altre no, ma l’importante è accettare anche l’errore e continuare a spingere”.
    Infine, una battuta sulle sue condizioni fisiche, dopo i piccoli problemi di stomaco accusati in settimana:“Sto bene, ero pronto già per la finale di Pechino e lo sono anche adesso. Qui però è più umido e caldo, vedremo come reagirà il mio corpo. Oggi mi riposerò, da domani penserò al debutto. I primi turni non sono mai facili, ma spero di mostrare un buon tennis”.
    Sinner è pronto dunque a difendere il trono di Shanghai, con la consapevolezza di avere addosso gli occhi del torneo e la fiducia di chi ha appena conquistato il suo ventunesimo titolo in carriera.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO