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    Connors su Djokovic: “Mi preoccupa che non giochi da Wimbledon e abbia saltato Cincinnati. Non so cosa aspettarmi da lui a New York”

    Novak Djokovic (foto Getty Images)

    L’assenza di Novak Djokovic al Masters 1000 di Cincinnati continua a far parlare il mondo del tennis. Il campionissimo serbo non è ancora tornato in attività dopo la sconfitta subita in semifinale a Wimbledon da Jannik Sinner, una battuta d’arresto piuttosto netta, la seconda consecutiva inflitta dall’italiano al 24 volte campione Slam dopo quella di Parigi. Secondo la leggenda del tennis americano Jimmy Connors, il fatto che Djokovic abbia allungato le sue vacanze e non sia tornato ancora in competizione è pessimo segnale a livello di motivazione, quella indomabile voglia di vincere che ha portato il nativo di Belgrado a migliorarsi continuamente e sorpassare i suoi due grandi rivali, Federer e Nadal. “Jimbo” ha parlato di Djokovic nel suo podcast “Advantage Connors”, con parole chiare che non lasciano alcun spazio all’immaginazione…
    “C’è una cosa che mi preoccupa di Novak Djokovic” esordisce Connors, “Per anni, il torneo di Cincinnati è stato l’ultimo test per il serbo in vista degli US Open. Tuttavia, questa volta Djokovic non disputerà partite ufficiali sul cemento prima del quarto Slam della stagione. È fermo da settimane, da Wimbledon. Non ha ancora giocato partite sul cemento. Mi aspettavo che potesse saltare il torneo canadese ma non che non venisse a Cincinnati. Qua avrebbe giocato almeno qualche partita, delle sfide da affrontare per rimettersi in moto. Adesso non sappiamo cosa aspettarci da lui in vista di New York“.
    Il campione americano afferma di trovare strano il ragionamento di Djokovic, tennista 38enne che di sicuro ha bisogno di giocare per non accumulare “ruggine” e rischiare a US Open già nei primi turni. “Ha giocato un grande Wimbledon” continua Connors, “ha raggiunto la semifinale, ma è stato sconfitto in tre set, piuttosto nettamente da Sinner. Dopodiché è andato in vacanza con la famiglia, per quasi un mese e mezzo. Vedremo come andrà. Non è certo il modo in cui era solito preparare US Open in passato. Tutto quello che so è che non si può mai ignorare il migliore della storia quando c’è uno Slam, ma chissà come ci arriverà e con quale motivazione”.
    Djokovic a US Open ha trionfato quattro volte: 2011, 2015, 2018 e 2023, e proprio sull’Arthur Ashe ha vissuto la più grande delusione in carriera, la sconfitta in finale nel 2021 contro Daniil Medvedev ad un passo dal completare uno storico Grande Slam annuale. Già dallo scorso anno, persa la leadership nel ranking ATP per mano di Jannik Sinner (il sorpasso avvenne il 10 giugno 2024), il serbo ha affermato che i tornei dello Slam rappresentavano la sua ultima grande motivazione a continuare. Tuttavia da allora “Nole” non è riuscito a vincere il tanto agognato 25esimo Major, che gli consentirebbe di diventare l’unico tennista nella storia (uomo o donna) a raggiungere questa cifra. A Wimbledon 2024 infatti fu sconfitto molto seccamente da Carlos Alcaraz in finale, mentre a US Open fu estromesso da Popyrin al terzo turno. Quest’anno Novak si è arreso agli Australian Open ad un infortunio sofferto nei quarti e che l’ha costretto al ritiro in semifinale contro Zverev, mentre a Parigi e Wimbledon è stato Sinner a sbarrargli la strada senza concedergli nemmeno un set. US Open si avvicina a grandi falcate: questo Djokovic a corto di match dall’11 luglio, sarà competitivo?
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Alcaraz sotto la lente: le critiche di Connors dopo la finale di Wimbledon persa contro Sinner

    Carlos Alcaraz nella foto

    Mentre la gloria di Jannik Sinner illumina l’estate del tennis mondiale con la sua storica vittoria a Wimbledon 2025, non mancano gli sguardi che si soffermano sulla sconfitta di Carlos Alcaraz. Il campione spagnolo, che puntava al terzo titolo consecutivo sull’erba londinese, è apparso in difficoltà per buona parte del match: dopo un primo set combattuto, nel terzo e quarto set Alcaraz si è mostrato sempre più bloccato, incapace di trovare alternative al dominio del numero uno del mondo. Le sue espressioni in campo lasciavano trasparire un senso di resa inedito per chi lo conosce.
    La svolta emotiva si è avuta al termine del terzo set, quando Alcaraz si è rivolto al proprio angolo in modo molto esplicito: “Dal fondo campo è molto meglio di me, molto meglio”. Una frase sorprendente, soprattutto perché il murciano è noto per il suo spirito combattivo e per non mollare mai, come aveva dimostrato appena un mese prima nella finale di Roland Garros contro lo stesso Sinner, quando aveva annullato tre match point.
    Questa ammissione di inferiorità, rivolta pubblicamente al suo box, ha fatto discutere e per molti rappresenta un segno di debolezza che un campione del suo calibro non dovrebbe mai mostrare. Lo pensa anche una leggenda come Jimmy Connors, due volte vincitore di Wimbledon (1974, 1982), che nel suo podcast ‘Advantage Connors’ ha commentato senza mezzi termini la finale persa dallo spagnolo.
    “Non è ammissibile. Non so se l’avrei mai ammesso”, ha dichiarato Connors. “Succeda quel che succeda, devi sempre entrare in campo, provare a mischiare un po’ il gioco, o almeno tentare qualcosa di diverso. Se il tuo piano A non funziona, devi trovare un piano B. Anche a me a Wimbledon hanno rifilato qualche lezione: capita a tutti”.
    Il campione americano, vincitore di otto Slam, ha puntato il dito proprio sulla mancanza di soluzioni di Alcaraz nei momenti decisivi: “Se vuoi battermi, dovrai proprio farlo fino in fondo. Io cercherò sempre di cambiare qualcosa: se perdi il primo gioco e il secondo, nel terzo ne provo un altro. È una cosa che forse dalla tribuna non si vede, ma è dura da ammettere”.
    Parole dure, ma anche un richiamo all’orgoglio e alla mentalità vincente. Connors non ha mai nascosto la sua stima per Alcaraz, ma questa volta non ha risparmiato critiche a una finale dove il murciano, forse per la prima volta, ha dato l’impressione di sentirsi impotente di fronte allo strapotere di Sinner. Una sconfitta che, per lo spagnolo, potrebbe rappresentare un momento di crescita e riflessione per tornare ancora più forte.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Connors difende Djokovic: “Le critiche lo seguiranno sempre”

    Jimmy Connors nella foto

    Jimmy Connors è intervenuto nella discussione sui fischi ricevuti da Novak Djokovic durante l’Australian Open 2025. L’ex numero 1 del mondo, nel suo podcast ‘Advantage Connors’, ha offerto un’interessante analisi sul perché il campione serbo continui a dividere il pubblico, anche a distanza di giorni dal suo ritiro in semifinale contro Alexander Zverev.
    Secondo Connors, la controversa posizione di Djokovic sul vaccino COVID e la sua conseguente deportazione dall’Australia nel passato hanno contribuito a creare un’immagine negativa che persiste. “Questo dimostra che non importa cosa fai. Nessuna buona azione resta impunita. È una follia, ma guardando indietro agli ultimi anni, ha preso delle posizioni. Si è difeso, ha agito secondo le sue convinzioni, e questo non è piaciuto a moltissima gente in tutto il mondo, penso in particolare alla questione Covid.”
    Il ritiro di Djokovic in semifinale, dopo un solo set perso contro Zverev, ha scatenato una reazione ostile del pubblico di Melbourne, nonostante i suoi dieci titoli conquistati nel torneo. Il serbo ha successivamente pubblicato l’immagine di una risonanza magnetica che confermava il suo infortunio al tendine del ginocchio, ma il dibattito sulla genuinità dei suoi problemi fisici sembra destinato a non placarsi. “Ci sarà sempre qualcuno che, qualunque cosa accada, proverà questo sentimento, non so se di gelosia o altro,” ha commentato Connors, “ma a meno che non resti saldo nelle tue posizioni, continueranno a fischiarti.”
    Connors ha anche sottolineato l’importanza di personalità controverse nel tennis: “Non tutti possono essere gli eroi. Se tutti fossero i bravi ragazzi, sarebbe piuttosto noioso. Un po’ di controversia o un atteggiamento diverso va bene, non deve essere eccessivo.” L’ex campione americano ha poi citato un detto che ritiene particolarmente appropriato: “Fai quello che pensi e di’ quello che vuoi, perché a chi importa non conta, e a chi conta non importa.”
    Ha concluso con una riflessione amara sulla natura delle critiche nel tennis: “L’enfasi qui è che non è mai abbastanza, puoi spingerti al limite ed essere in terapia intensiva e ti fischerebbero comunque.”
    Le parole di Connors offrono uno spaccato interessante sulla complessità della figura di Djokovic nel tennis moderno: un campione che, nonostante i record e i successi, continua a dividere il pubblico, forse proprio per quella sua determinazione a rimanere fedele alle proprie convinzioni, anche quando queste vanno contro il sentire comune.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO