More stories

  • in

    Fonseca star anche sui social: 1 milione di follower. È il tennista più giovane a riuscirci

    Joao Fonseca (foto ATPtour.com)

    Nel mondo attuale il peso dei Social Network è innegabile, in particolare Instagram, quello più usato e importante anche a livello commerciale. Joao Fonseca ha appena tagliato un traguardo simbolico molto importante: 1 milione di follower. Secondo il collega francese Bastian Fachan, è il giocatore (uomo o donna) più giovane ad esser arrivato a questo numero di seguaci, per l’esattezza a 18 anni e 7 mesi, superando Emma Raducanu. La stella del tennis britannico “bucò” letteralmente lo schermo degli smartphone nel corso della sua incredibile campagna vittoriosa a US Open 2021, superando in pochi giorni la cifra enorme di un milione di seguaci con un’età di 18 anni e 10 mesi. Fonseca c’è riuscito durante il Miami Open, e tre mesi più giovane di Raducanu. Attualmente Emma ha 2,6 milioni di follower, il suo account è tornato attivo dopo qualche giorno “off”.

    Joao Fonseca becomes the youngest tennis player to hit 1 MILLION Instagram followers!
    18 years 7 months – Joao Fonseca (Miami 2025)18 years 10 months – Emma Raducanu (US Open 2021)19 years – Carlos Alcaraz (Madrid 2022)19 years 6 months – Coco Gauff (US Open 2023)
    Starboy 🇧🇷 pic.twitter.com/3DWw6F1HoP
    — Bastien Fachan (@BastienFachan) March 24, 2025

    Alcaraz toccò il milione di follower Instagram nel corso del torneo di Madrid 2002, a soli 19 anni, mentre Coco Gauff c’è riuscita a US Open 2023, con 19 anni e 6 mesi di età. Alcaraz attualmente ha 6,3 milioni di follower, Sinner la metà (3,2 milioni), mentre Zverev ne ha un milione meno dell’italiano. Djokovic, forte della sua lunghissima carriera e un’immagine altrettanto importante, ha 15,6 milioni di seguaci IG, ma resta Rafael Nadal, da poco ritiratosi, il più seguito con l’enorme cifra di 21,6 milioni di follower. Anche Serena Williams con 18 milioni tondi ha più seguaci del serbo. Particolare il rilievo di Santa Mirza: l’ex giocatrice indiana infatti ha ben 13,1 milioni di follower, del resto il suo paese è il più popoloso al mondo. Federer è sceso a poco meno di 13 milioni: a detta degli “specialisti” del settore ha pagato la poca attività sul social network, a oltre due anni dal ritiro. Curioso che i migliori tennisti cinesi abbiano ben pochi follower Instagram: pagano un minor uso di questo social nel proprio paese e anche una relativa popolarità del tennis rispetto ad altre discipline.
    Tra gli italiani, Matteo Berrettini è molto apprezzato con ben 1,8 milioni di follower su Instagram, segue Fognini con 655mila e Musetti 504mila, appena sotto a Jasmine Paolini con 505mila. Gli altri italiani seguono con numeri inferiori.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Djokovic esalta Fonseca: “È stato l’argomento di conversazione sul tour negli ultimi mesi. Si merita questa considerazione”

    Novak Djokovic a Miami

    Novak Djokovic torna a ruggine al Miami Open staccando il record storico di vittorie a livello di Masters 1000. Sarà il prossimo avversario di Lorenzo Musetti negli ottavi, ma nella press conference post vittoria di ieri notte il focus del discorso è caduto su Joao Fonseca, teenager “terribile” capace di prestazione eccezionali, e stasera in prime time contro Alex de Minaur negli ottavi di finale. Fonseca sta scalando il ranking e ha vinto il suo primo torneo sul tour maggiore a Buenos Aires, ma di lui impressiona soprattutto la potenza dei colpi e l’atteggiamento in campo, maturo e combattivo, davvero straordinario in rapporto alla sua giovanissima età e poca esperienza. Per questo Novak ne ha esaltato le qualità, affermando che Joao da mesi è sulla bocca di tutti i colleghi, con pieno merito.
    “Fonseca è al centro dell’attenzione sul tour negli ultimi mesi. Meritatamente, tutti parlano di lui”, afferma Djokovic. “È un tennista molto bravo. È così giovane. Ha una potenza incredibile, tira fortissimo da entrambi i lati quando gioca della linea di fondo, e anche al servizio è potente. È un giocatore molto completo. Ciò che impressiona la gente è il modo in cui colpisce la palla, ma io sono ancor più stupito da come gestisce i nervi in ​​campo, è incredibile per un ragazzo come lui che non ha alcuna esperienza nel giocare ai massimi livelli“.
    Con Fonseca in campo gli spalti del Miami Open sono diventati una vera “torcida” brasiliana: passione, energia, un chiasso giocoso che a detta di Djokovic può fare solo bene al tour. “Era scontato che qua a Miami avrebbe trovato un bel supporto dal pubblico”, continua Djokovic. “È entusiasmante per il Brasile ma direi per il mondo del tennis intero. Ne avevo già parlato in Australia, per il nostro ecosistema del tennis e tutto il nostro sport, è super importante avere una futura superstar dal Brasile. Un paese così grande, un grande mercato, è un fatto davvero importante”.
    Fonseca ma non solo. Il più vincente dell’Era Open spende due parole anche per gli atri giovanissimi che stanno facendo cose importanti. “Joao è un giocatore molto emozionante da vedere, ma non è l’unico. C’è Mensik, anche, ed è altrettanto bravo. Forse la gente parla così tanto di Fonseca che si è dimenticata di Mensik. E non ci dimentichiamo di Tien. Anche loro due sono molto giovani e possiedono qualità altrettanto buone e grande potenziale“.
    “Penso che sia emozionante questa fase per il tennis. Non so come dovrei chiamarla questa generazione, la nuova generazione che sta portando avanti nuovi talenti. È sempre bello avere giocatori giovani e soprattutto che creano emozione quando li guardi. È splendido vedere nuovi giocatori con il potenziale per raggiungere le vette più alte e portare avanti questo sport in futuro” conclude Novak.
    Djokovic giustamente ricorda le qualità di Jakub Mensik, impegnato negli ottavi di Miami contro Safiullin. Il talento ceco, classe 2005, possiede un tennis di una potenza incredibile grazie al quale riesce a mettere alla frusta tutti i migliori. Ben lo spiega un dato statistico assai significativo: Mensik ha un record di 6 vittorie e 5 sconfitte contro i top 10. Attualmente sul tour ATP sono solo 4 i giocatori ad avere un record positivo contro i migliori 10 del ranking: Jannik Sinner, Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. Un rilievo statistico che conferma la altissima competitività del ceco.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Joao Fonseca ingaggia Franco Davin: il talento brasiliano si affida all’ex coach di Del Potro

    Joao Fonseca BRA, 21.08.2006 – Foto ATP

    Joao Fonseca continua a fare passi da gigante per diventare, prima o poi, uno dei migliori tennisti del momento. Il brasiliano, già salito alla posizione numero 61 del ranking mondiale, dopo aver vinto l’ATP 250 di Buenos Aires e il Challenger di Phoenix in meno di un mese, arriva al Miami Open con l’obiettivo di continuare a bruciare le tappe nella sua ascesa.
    Per raggiungere questo obiettivo, il giovane talento ha deciso di riformare il suo team tecnico. A partire da questo torneo in Florida, il tennista di Rio de Janeiro potrà contare su Franco Davin nel suo staff. Vale la pena ricordare che l’allenatore argentino ha guidato Juan Martín Del Potro quando vinse gli US Open nel 2009 e ha avuto come allievi anche Christian Garin, Fabio Fognini e Fran Cerúndolo.
    L’aggiunta di Davin, un coach con esperienza nel portare i giocatori ai massimi livelli del tennis mondiale, rappresenta un chiaro segnale delle ambizioni di Fonseca. Il brasiliano sembra determinato a strutturare il proprio percorso professionale affidandosi a figure che hanno già dimostrato di saper costruire campioni.Con questi recenti successi e il nuovo rinforzo tecnico, il giovane brasiliano si presenta al prestigioso torneo di Miami come uno dei giocatori emergenti più interessanti da seguire, pronto a confrontarsi con l’élite del tennis mondiale per continuare la sua rapida ascesa nel circuito ATP.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    La mentalità di Fonseca: “La pressione è un privilegio”

    Joao Fonseca (foto ATPtour.com)

    “La pressione è un privilegio”. Questa storica frase pronunciata in passato dalla leggendaria Billie Jean King e quindi adottata anche da Jannik Sinner è diventata parte del lessico di Joao Fonseca. Il fortissimo teenager brasiliano sta facendo passi da gigante nel 2025: dopo aver trionfato alle NextGen Finals a fine 2024, Joao ha iniziato la nuova stagione a spron battuto con la vittoria al Challenger di Canberra e quindi eliminando Rublev agli Australian Open dopo aver superato le qualificazioni. Tornato in Sudamerica, ha trionfato a Buenos Aires, primo torneo vinto sul tour maggiore, e quindi ha alzato il trofeo di campione al qualificato Challenger di Phoenix lo scorso weekend, battendo avversari come Struff, Gaston e Bublik. Risultati che l’hanno issato al n.60 del ranking ATP, prontissimo a battagliare coi migliori nei grandi tornei. Al Miami Open il sorteggio l’ha abbinato a Learner Tien, altro teenager in grande ascesa, in quella che sarà una rivincita della finale di Jeddah e partita dai tanti significati.
    Parlando in Arizona lo scorso weekend, Fonseca ha rilasciato una dichiarazione molto interessante che racconta la sua mentalità, quella dei veri campioni: sentirsi sotto pressione è un privilegio poiché significa che stai facendo bene, che il percorso è quello giusto. Solo sapendo affrenare e domare la pressione si possono raggiungere grandi risultati.

    “C’è una frase che io e il mio allenatore diciamo spesso, è la pressione è un privilegio” afferma Joao. “Devo solo rimanere concentrato, stare con le persone che mi aiutano, questo è quello che sto facendo”.
    Vivere e cavalcare la pressione positiva della prestazione, del gioco e della competizione, ma stare un po’ alla larga da distrazioni e dall’universo dei social e del web, che può creare un ambiente ostile e, alla lunga, controproducente: “Preferisco stare con le persone che possono aiutarmi a restare un po’ fuori dai media perché i media ti mettono molta pressione e molte aspettative non sempre positive” continua Fonseca. “Preferisco rimanere concentrato sul mio mondo, su ciò che bisogna fare, sulla routine per raggiungere i miei obiettivi, ed è quello che sto cercando di fare.”
    Relativamente al suo tennis, questo il punto di Joao: “Il mio gioco deve essere aggressivo e mi piace giocare così, ho accettato che commetterò più errori rispetto ai vincenti, ma voglio essere più solido nei punti importanti e sto cercando di capire come giocare in questi momenti”.
    Nei pressi del net sente di aver ancora moltissimo margine: “L’anno scorso giocare sul cemento indoor mi ha aiutato a capire molte cose, in particolare col mio allenatore abbiamo studiato la transizione andando verso la rete. Mi alleno molto sulle volée perché se vuoi essere un grande giocatore sul cemento devi andare a rete, essere aggressivo e fare punti”.
    Parole davvero sagge per un diciottenne, totalmente focalizzato sulla propria carriera e prestazione. Il campo parla per lui: colpi fulminanti, un gioco in progressione ancora lontano dall’essere completo e definito ma assai efficace, a tratti irresistibile. Con questa mentalità abbinata al suo talento tecnico, la sua scalata è appena iniziata…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Bernardes: “Fonseca può diventare un idolo. Sinner? Accusato da chi non ha letto le carte ha tenuto un equilibrio formidabile, è un fuoriclasse”

    Bernardes dopo aver arbitrato Sinner a Torino 2024

    Impossibile dimenticare il sorriso e tranquillità di Carlos Bernardes, uno dei giudici di sedia più longevi e benvoluti sul tour Pro. Bernardes ha chiuso la propria lunga attività di arbitro lo scorso anno con la Finale di Davis a Malaga, dirigendo la partita tra Berrettini e Van de Zandschulp, e ora si gode una meritata pensione vivendo in Lombardia a Gorle, tra qualche partita a Padel e altre esperienze. Nonostante i 6 milioni di miglia in volo in giro per il mondo, Carlos non ha perso la voglia di scoprire nuove mete e si tiene attivo con varie attività. Intervistato dal Corriere nel corso di un evento di Panathlon, ha raccontato alcuni episodi nella sua vita sul tour e ha espresso grande ammirazione per il connazionale Fonseca e anche per Jannik Sinner. Riportiamo alcuni passaggi dell’intervista.
    “Mi sto godendo la pensione tra… scarpe, magliette, borse e asciugamani. Il vestiario che ho accumulato in 40 anni di attività è notevole e sto regalando a parenti, amici e anche a qualche bisognoso” racconta Bernardes. “Per dare un ordine di grandezza, ho 100 paia di scarpe che ho utilizzato soltanto per la settimana del torneo. Oltre a questo, gioco a Padel nel mio club qui a Gorle e mi piace fare qualche gita fuori porta, vorrei andare a Venezia”.
    “Ci sono molti ex colleghi che hanno trascorso tutto il tempo tra i campi e gli hotel, io ho cercato di conoscere le culture autoctone e visitato le città. In base alle partite, prenotavo le visite ai monumenti e posso dire di aver trascorso più tempo a New York, Parigi e Roma rispetto a São Caetano il luogo in cui sono nato”.
    “La sedia dell’arbitro è il posto più bello dove vedere una partita. A volte è capitato di avere dei dialoghi con i giocatori al cambio di campo. Nelle sfide Andy Roddick contro Roger Federer, l’americano giocava sempre bene ma alla fine perdeva. Una volta a Bangkok, Roddick si rivolge verso di me e mi dice: “Ci siamo un’altra volta”. È finita 6-4 6-0. Inoltre, dalla sedia ti accorgi perfettamente delle cause di una sconfitta. Bisogna conoscere l’indole del giocatore. Il comportamento di un arbitro si deve adattare, ci sono tennisti che non vogliono parlare molto, chi vuole avere l’ultima parola, chi ha il carattere più acceso. Bisogna creare le migliori condizioni perché tutti si esprimano al meglio“.
    La tecnologia ha cambiato la professione dei giudici di sedia, ma a suo dire l’ha svuotata: “Ha tolto un grosso alibi ai giocatori, le chiamate vengono accettate meglio se è la macchina a farle. Detto questo, se un arbitro entra in campo senza concentrazione, commette molti errori persino più gravi rispetto al periodo precedente a Hawk-Eye“.
    “Ho fatto più di 6 milioni di miglia in voli aerei con diverse compagnie, ho qualche punto sulla carta fedeltà e tanta esperienza. Lo scorso anno nel viaggio da Rio ad Acapulco volai in business class, quindi Alcaraz si è avvicinato e in modo simpatico mi ha detto: “Come mai un arbitro vola in business e io in economica?” Ma non era così all’inizio. Al mio primo torneo di Miami nel 1992 prendevo 100 dollari al giorno. Condividevamo la stanza in cinque funzionari per risparmiare. Ma era l’inizio”.
    Un pensiero sul ritiro, momento non facile: “Per chi lavora e per chi gioca terminare l’attività è un momento complicato perché significa iniziare una nuova vita. Djokovic? L’ultima sua grande affermazione è stata l’oro alle Olimpiadi: era la sua ultima possibilità e ha vinto. Nella sua carriera ha ricevuto molte critiche ma continua a vincere. Dopo il tennis può fare qualsiasi cosa, anche il primo ministro in Serbia ma io spero che non entri in politica perché è un ambito divisivo“.
    “Fonseca se manterrà questa mentalità, potrà diventare un idolo. In questo Sinner è l’esempio positivo: si aveva bisogno di un’icona e lui ha risposto. Tra l’altro, Fonseca ha fatto da sparring a Sinner in un master nel 2023. Allora Fonseca aveva dei dubbi se diventare professionista o iniziare l’università negli Stati Uniti, Sinner gli ha chiarito la situazione dicendo che lui alla sua età non giocava così bene e gli ha suggerito di diventare professionista”.
    Chiedono a Bernardes una sua impressione dopo aver arbitrato Sinner a Torino e in Davis, se fosse condizionato alla vicenda Clostebol. Questa la sua risposta: “Per Sinner parlano i risultati. Non so quanti di noi se ricevessero i commenti che gli sono stati rivolti in modo immotivato senza conoscere le carte avrebbero mantenuto quell’equilibrio. E nel frattempo lui ha vinto, lasciando tutti i problemi fuori dal campo. È un fuoriclasse“.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Fonseca si “disconnette” dai social: focus solo sul tennis. “Ora sto bene”: Rune spiega il flop di Buenos Aires e punta su Acapulco

    Holger Rune nella foto

    Una decisione matura per un diciottenne. Joao Fonseca, nuovo fenomeno del tennis brasiliano, ha deciso di limitare drasticamente la sua presenza sui social media, mantenendo attivo solo il profilo Instagram che sarà gestito dal suo team.Una scelta significativa che arriva nel momento della sua esplosione mediatica, dopo il trionfo a Buenos Aires e le recenti prestazioni che lo stanno proiettando verso i vertici del tennis mondiale. Il giovane brasiliano ha deciso di concentrarsi esclusivamente sul tennis, evitando le distrazioni che il mondo dei social media può portare.
    La decisione di Fonseca riflette una consapevolezza rara per un atleta così giovane. In un’epoca in cui la presenza digitale sembra quasi obbligatoria per gli sportivi di alto livello, il brasiliano ha scelto una strada controcorrente, privilegiando la concentrazione e la preparazione atletica alla visibilità mediatica. Una scelta che ricorda quella di altri campioni del passato che hanno sempre preferito far parlare il campo piuttosto che i social.Il momento è particolarmente delicato per Fonseca, che dopo la vittoria nel torneo argentino si trova al centro dell’attenzione mediatica del suo paese, con aspettative crescenti sul suo futuro. La gestione professionale del suo profilo Instagram permetterà di mantenere un canale di comunicazione con i tifosi senza che questo interferisca con la sua preparazione e concentrazione.
    Intanto, dal circuito ATP arrivano anche le spiegazioni di Holger Rune sulla sua recente sconfitta a Buenos Aires. Il danese ha rivelato che la sua prestazione è stata condizionata da un’influenza che lo aveva già colpito a Rotterdam. Solo ora, quasi una settimana dopo l’eliminazione nella capitale argentina, Rune ha dichiarato di sentirsi finalmente in piena forma, pronto per tornare in campo all’ATP 500 di Acapulco 2025.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Larri Passos (ex coach di Kuerten): “Fonseca può tranquillamente diventare n.1”. E Joao dice addio i social

    Joao Fonseca

    Molti ricorderete Larri Passos, storico coach di Gustavo Kuerten, sempre sereno e sorridente come il suo assistito in tante vincenti campagne sul tour mondiale a cavallo del nuovo secolo. Il coach è scomparso da tempo dai radar del tennis di vertice, dedicandosi alla formazione delle giovani leve del paese. Vista la clamorosa esplosione di Joao Fonseca, Passos è stato intervistato a Porto Alegre sulle meraviglie del nuovo fenomeno del tennis brasiliano. Secondo Passos il giovane Joao possiede le qualità per arrivare in cima al mondo della racchetta e sottolinea che una delle forze del 18enne di Rio sia la sua qualità mentale, oltre a quei colpi pesanti e precisi che sorprendono gli avversari.
    “Joao è un ragazzo con i piedi per terra, questa per me è cosa più bella” afferma Passos al media nazionale Tenis News. “Ha solo 18 anni ma ha già un’ottima resilienza mentale, la sta cementando partita dopo partita e sarà decisiva nella sua carriera. È proprio grazie a questa che Guga (Kuerten) ha raggiunto il numero 1 del mondo e ha vinto tutti i suoi titoli, la forza mentale al di là della parte tecnica. Fonseca credo stia lavorando molto bene, così da creare la resistenza mentale necessaria a vincere. Mi piace la semplicità di questo ragazzo, come affronta il circuito. È un ragazzo sereno, il suo cuore è sul campo tutto il tempo. Non ho dubbi che grazie a lui avremo un nuovo grande momento nel tennis brasiliano, tanti ragazzi lo vedono, lo ammirano e cercheranno di seguirne le orme”.
    Fonseca ha appena trionfato al suo primo torneo ATP a soli 18 anni. “È un tennista completo, non ha buchi nel suo gioco” continua Passos. “È ben formato, buon rovescio e buon diritto, due colpi quasi uguali. Costruisce bene il gioco. La sua forza mentale è molto buona e capisce il gioco. Tutto questo viene da una formazione molto buona, ha messo le basi qui in Brasile poi è andato in Europa. È lo stesso il processo che ho fatto con Guga ai miei tempi. È sulla strada perfetta per arrivare al massimo. È molto giovane e già sta giocando ad un livello molto alto”.
    Il futuro di Fonseca? Larri non ha dubbi: “La sua carriera è appena iniziata ma ha basi solide. È già top 70, ma credo che nella seconda parte dell’anno sarà tra i primi 50 o assai più avanti. L’obiettivo adesso è continuare a lavorare e non cambiare niente visto che sta migliorando. Non prendere altre strade per un paio di sconfitte, sarebbe un errore farlo. Sapere che perso non deve farlo tornare indietro ma sarà un momento per capire dove ha sbagliato. E fare un calendario giusto, anche questo è molto importante. Non ho la sfera di cristallo, ma penso che possa tranquillamente raggiungere il numero 1 al mondo, ne ha tutte le capacità“.
    Passos quindi fa un’analisi del tennis in Brasile, e del perché per diversi anni ci sia stata una netta crisi nel settore maschile di vertice. “Il tennis è uno sport individuale, ma la tua fortuna dipenderà sempre da come tutte le singole parti si mettono insieme. Dal padre che crederà nel figlio, da un allenatore che crederà nel giocatore, dal giocatore che crederà in se stesso, dal sistema che sostiene tutti i talenti. Quello che la Confederazione Brasiliana di Tennis deve fare è migliorare questa parte dell’allenamento, centralizzare un po’ di più il lavoro, portare più spesso i migliori ad allenarsi tra loro. Penso che manca un po’ questa cosa. Per esempio, c’è stato un tempo in cui il mio centro di formazione a Balneario ha formato molti giocatori, mentre adesso gli ex tennisti non stanno continuando a lavorare nel circuito. È una grande differenza. Adesso c’è Joao Fonseca, che è esploso qui in Brasile perché ha talento e ha trovato le condizioni per farcela: suo padre ha dato la disponibilità, la famiglia lo ha sostenuto, ha trovato una buona struttura formandosi”.
    Passos crede fermamente nelle qualità tecniche e mentali di Fonseca, 18enne di enorme talento e sicuro avvenire. Intanto Joao dal Brasile, dopo la sconfitta (bruciante) all’esordio nel torneo di casa ha fatto sapere che intende allontanarsi personalmente dal mondo dei social. Nessun altro account personale oltre ad una pagina Instagram seguita totalmente da un media manager (ovviamente per motivi promozionali). Il motivo? Semplicissimo: zero distrazioni, testa e gambe sul tennis, sul lavoro e il miglioramento. Questo ragazzo fa sul serio…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Fonseca non si ferma: “Da Buenos Aires a Rio, sogno il numero 1”

    Joao Fonseca nella foto – Foto Getty Images

    Joao Fonseca non ha tempo per riposare: dopo il trionfo storico a Buenos Aires, il diciottenne brasiliano è già pronto per il suo torneo di casa, l’ATP 500 di Rio de Janeiro, dove debutterà contro Alexandre Müller.
    “È stato il mio primo titolo ATP, molto speciale”, ha dichiarato Fonseca in conferenza stampa. “Le cose sono cambiate molto. È stato un grande passo nella mia carriera per poter giocare tornei sempre più importanti. Il primo titolo è sempre indimenticabile. È arrivato in Argentina e magari fosse stato a Rio, ma è comunque speciale.”Il giovane campione delle Next Gen ATP Finals ha riflettuto sulla sua rapida ascesa: “Se paragono la situazione a un anno fa, tutto è completamente diverso. Il Joao dell’anno scorso non avrebbe mai creduto di poter arrivare così lontano così velocemente. Sono passato rapidamente dagli juniores ai Challenger e poi all’ATP. Ovviamente, ho sempre creduto di poter arrivare dove sono oggi, ma non così presto.”
    Fonseca ha anche parlato dell’impatto che sta avendo sul tennis brasiliano: “Vedere i bambini che mi ammirano mi rende più forte e più affamato. Il mio obiettivo è diventare numero uno del mondo.” Un sogno ambizioso supportato anche dai messaggi ricevuti da alcune leggende dello sport brasiliano: “Mi sento molto onorato dei messaggi ricevuti da idoli locali e internazionali. Neymar, Vini Jr, Ronaldo… Sono persone che consideravo irraggiungibili.”
    Riguardo alle sue condizioni fisiche dopo gli acciacchi accusati a Buenos Aires, il brasiliano rassicura: “Sono in perfette condizioni fisiche. L’infortunio che ho avuto in semifinale e finale a Buenos Aires è praticamente recuperato e sono pronto per una settimana lunga ed esigente qui a Rio.”
    La vittoria delle Next Gen ATP Finals è stato un punto di svolta: “Dopo quel torneo c’è stato un aumento della mia visibilità. Non mi ha dato punti, ma è stato un titolo molto importante. Dopo l’Australia sento che la mia vita è cambiata nel tennis. Tutti i giocatori hanno iniziato a rispettarmi di più. E ora credo che tutti si siano resi conto che posso arrivare lontano.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO