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    Godsick (agente di Federer): “Fonseca porta entusiasmo ed energia positiva. Laver Cup in Brasile? Sarebbe un successo garantito”

    Joao Fonseca con la maglia rossa del team world

    Una delle novità più interessanti della Laver Cup appena disputata a San Francisco è stata la presenza del giovane brasiliano Joao Fonseca. Più dell’apporto in campo, del teenager di Rio de Janeiro è piaciuta l’energia e positività trasmessa a tutta la squadra, insieme al rispetto maturato con l’educazione familiare. In questo Tony Godsick, storico manager di Roger Federer e CEO della Laver Cup, accosta Fonseca alla leggenda svizzera, un background familiare molto sano e un’energia sempre positiva, nei momenti buoni e in quelli cattivi. Godsick è stato intervistato dal media brasiliano UOL Esporte, e a precisa domanda il manager ha fatto capire che lo sbarco dell’esibizione a squadre nel grande paese sudamericano potrebbe essere molto più di una semplice suggestione, anzi, solo una questione di tempo. E forse nemmeno troppo…
    “Conosco João da quando era piccolissimo” afferma Godsick. “Porta sempre energia positiva dovunque vada, in campo e fuori, e ha una famiglia splendida. Questo per me è un aspetto fondamentale: l’ho visto con Roger, che è diventato la persona che tutti conosciamo anche grazie all’educazione dei suoi genitori. Con Joao percepisco la stessa cosa“.
    “Mi piace il suo stile di gioco, la vitalità che trasmette in campo” continua Godsick. “In Brasile vivono più di 200 milioni di persone, e ovunque lui giochi sembra sempre di essere a casa: assorbe il calore del pubblico e lo restituisce in campo. E poi è giovanissimo, con ancora tantissimo margine per crescere in tutti gli aspetti del suo tennis. Siamo felici che abbia potuto giocare in Laver Cup e che finalmente abbia incontrato Roger di persona: un momento che sarebbe dovuto accadere molto prima. È proprio questa la bellezza della Laver Cup: creare comunità e collegare generazioni diverse.”
    Per il manager, è stato importante anche per la Laver Cup poter contare sulla presenza di Fonseca: “Avere Joao in squadra è stato speciale. Lui rappresenta il futuro del tennis. Certo, nel percorso possono esserci infortuni o difficoltà, ma se manterrà questa traiettoria non ho dubbi che avrà successo. E il suo successo porta entusiasmo”.
    Una Laver Cup in Brasile? La risposta del manager è molto interessante: “Con i cambiamenti nel calendario ATP non sappiamo ancora come verrà coinvolto il Sud America, ci sono molti discorsi in ponte. Ma se avremo l’occasione di portare la Laver Cup in Brasile, ci proveremo assolutamente. Dopo il ritiro di Guga c’è stato un calo nell’interesse per il tennis nel paese, ma ora Joao arriva al momento giusto e di tennis si è tornato a parlare moltissimo. Bisogna trovare l’arena, coinvolgere gli sponsor, e lui deve continuare su questa strada. Potremmo organizzare un’edizione in Brasile già adesso: la sua popolarità è enorme! È solo questione di tempo. Siamo all’ottava edizione del torneo e l’idea è di crescere ancora. Una Laver Cup in Brasile sarebbe un successo garantito: i biglietti andrebbero a ruba con Joao e i gli grandi campioni tutti insieme, e la passione del pubblico sarebbe ineguagliabile. Vedremo, il nostro team sta già valutando le sedi possibili per le edizioni future”.
    Dopo l’esperienza molto positiva nella Bay Area di quest’anno, nel 2026 la Laver Cup tornerà a Londra alla O2 Arena, dove nel 2022 si consumò quella che ad oggi resta la pagina più toccante e significativa dell’evento, il ritiro di Roger Federer. Poi nel 2027 toccherà ad un’altra destinazione extra europea. Se Fonseca confermerà il suo potenziale continuando nella sua scalata, chissà che Rio de Janeiro (o San Paolo) non possa essere la prossima fermata. Sarebbe anche una grande occasione per l’intero continente sudamericano, terribilmente bistrattato dall’ultima versione del calendario ATP che ha riservato solo tre tornei nell’intera annata. E chissà che un Fonseca forte e vincente quanto lascia intravedere il suo potenziale, magari a ridosso dei due leader attuali, non possa invertire la rotta anche a livello di calendario stagionale…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Joao Fonseca: la necessaria transizione verso l’eccellenza. Dove è, dove migliorare

    Joao Fonseca a Cincinnati (foto Getty Images)

    L’eccellenza richiede tempo. Non si parla di vino, è così anche nel nostro amato tennis. Dopo un’inizio di stagione dirompente Joao Fonseca sta attraversando un momento di stasi con risultati non entusiasmanti. I due mille in Nord America l’hanno visto battuto al primo turno in Canada e al terzo al Cincinnati contro Atmane (buono ma non certo un fulmine di guerra). Sull’erba ha vinto 3 partite mentre a Roland Garros, dove era discretamente atteso vista la sua eccezionale predisposizione alla terra battuta, ha rimediato una “scoppola” da Draper, ma pure a Roma e Madrid non aveva certo brillato. Sui social c’è chi già lo apostrofa come sopravvalutato… Beata ignoranza. Il tennis è sport complesso e le sue dinamiche sono mutevoli, difficili, tanto che il tempo diventa un fattore assolutamente relativo. Fonseca oggi sta deludendo? Forse, ma è normale che sia così. Di Boris Becker che vola e domina sui prati di Wimbledon da teenager non ce ne sono più e l’arrivo dirompente di Alcaraz è l’eccezione che conferma la regola. La verità è che forse le attese degli appassionati brasiliani (e non sol0) sono andate ben oltre le reali possibilità attuali di Joao e non parlo di tennis “puro”. Il teenager di Rio de Janeiro è un predestinato a diventare un grande campione. Ha troppo talento, troppa potenza, e sembra anche una mentalità davvero eccellente per arrivare a sedersi al banchetto dei migliori, quelli che possono ambire a vincere gli Slam e cambiare lo status quo. Ma per arrivarci, serve il tempo necessario ad imparare, a conoscere il tour, gli avversari e anche se stesso. Solo attraversando vittorie e sconfitte, provando sia emozioni positive che negative, Fonseca può costruire la miglior versione di se stesso e diventare un giocatore a tutto tondo, capace di compiere l’impresa e performare a medio lungo termine. Dopo settimane di bellezze è normale che alla sua età e alla prima vera intensa stagione da Pro potesse arrivare un momento di cattiva forma e risultati modesti. È nell’ordine delle cose. Semmai è interessante andare a vedere cosa in questa fase non sta funzionando nel suo gioco e dove deve insistere per salire di livello. 
    Dove eccelle Fonseca? È un terrificante colpitore. Impressiona la potenza suoi colpi, come riesca ad accelerare la palla con dinamite nel braccio e trovando con facilità ogni angolo. Destra o sinistra non fa enorme differenza, ha forza fisica e buon timing, tanto che quando comanda lui può lasciarti fermo. Frustate clamorose con la disinvoltura dei forti. Ma per sostenere questo tipo di gioco senza compromessi e velocità folli è necessaria una struttura che ancora manca, fisica e mentale. Tre sono le aree dove Joao deve necessariamente migliorare per esprimere il massimo del suo potenziale e arrivare in alto, molto in alto: 1) velocità di base/reattività; 2) controllo medio del colpo di scambio; 3) percentuali di prime palle/stabilità della risposta, ossia colpi d’inizio gioco. Andiamo a vederlo nel dettaglio.
    Fonseca fa correre la palla a mille all’ora, ma… visto che sul tour al salire del livello si difende tanto e bene e quindi non è possibile fare il vincere con una sola pallata, le sue gambe devono andare di pari passo alla velocità delle accelerazioni. Altrimenti un buon avversario che intuisce la bordata ci arriva, si appoggia e rende pan per focaccia, e oggi i piedi di Joao non sono assolutamente all’altezza del compito. Il brasiliano è un ragazzone ancora da formare fisicamente: deve esser un po’ asciugato, forgiato e rinforzato di fibre che lo rendano non solo esplosivo ma un po’ più elastico. Vedendo il suo movimento in campo, dà la sensazione di potenza ma anche pesantezza. Oggi la palla corre troppo rapida – in primis per come la spinge lui! – e per reggere quella velocità deve averne altrettanta negli spostamenti. Probabilmente non sarà mai un De Minaur, un Sinner, un Alcaraz, uno dei quelli che coprono il campo in modo eccezionale, ma attualmente è troppo indietro e questo lo sta pagando. Non c’è altra medicina che il lavoro e la pazienza di strutturare il suo fisico. Sembra un ragazzo con eccellente attitudine al lavoro, ci arriverà. Serve lavoro e pazienza. Non c’è alternativa con quel tipo di gioco.
    Più sottile ma altrettanto importante il problema del controllo del colpo “medio” di scambio. Fonseca è un colpitore, uno che ama alla follia vedere la palla che arriva e picchiarla a più non posso, cercando di sbaragliare il rivale. Un tennis potente e senza grandi compromessi, che ti porta a trovare tanti vincenti e parimenti commettere diversi errori. Ma quel che oggi penalizza Joao sono i troppi errori gratuiti in scambio, su palle diciamo di costruzione, per aprirsi lo spazio e quindi cambiare ritmo con la pallata a chiudere. Manca un po’ di pazienza, normale alla sua età e sapendo di poter “sbranare” la palla con la dinamite del suo braccio, ma anche qualcosa dal punto di vista tecnico da migliorare. Essendo un colpitore puro, è normale che abbia lavorato tantissimo sui colpi a chiudere, meno su quelli di governo. Soprattutto col diritto un po’ carico di spin tende a perdere la misura, e col rovescio quando non arriva benissimo coi piedi e non si accontenta di una palla semplice da non sbagliare. Serve un lavoro mirato su tecnica e tattica per fargli imparare le posizioni sul campo e scegliere come e quando colpire. Serve viverlo in partita e fare esperienza. Anche qua, è un aspetto fondamentale della prestazione che si acquisisce con lavoro ed esperienza, e l’umiltà del capire che non si può vincere un set per 24 punti a 0.
    Fonseca ha già una prima palla più che discreta, ma con percentuali non buone, e una seconda non così precisa e continua. Non serve nemmeno scrivere quanto il servizio sia decisivo per chiunque voglia eccellere, e il brasiliano sa benissimo quanto debba lavorare e costruire in questo settore. Molto passa anzi va di pari passo con la crescita fisica e stabilizzazione della muscolatura. L’abbiamo visto di recente con il nostro Jannik Sinner: per anni abbiamo invocato una sua crescita al servizio, ma visto che fisicamente era ancora assai indietro, è stato necessario aspettare per arrivare alla struttura definitiva e stabile su cui costruire meraviglie. Fonseca ha fisico diverso da Jannik (più massiccio) ma ancora da modellare; quando questo lavoro sarà a buon punto, è sicuro che lo vedremo servire meglio e in modo diverso da quello attuale. Un po’ diverso il discorso alla risposta. Con quella mano può impattare con durezza assoluta e tirare fucilate che nemmeno vedi; ma quella è la scelta che puoi fare nei momenti decisivi, quando l’altro è insicuro, quando vuoi far sentire il momento, non si risponde mai sempre a tutta, senza compromessi. È il colpo più bloccato, di contenimento per iniziare lo scambio, dove ancora Joao è instabile e poco sicuro. Lì gli avversari entrano e lo portano a rincorrere, il territorio a lui più sgradito. Lavorare bene in questa fase sarà decisivo a dotarlo di più strumenti per reggere e contrattaccare.
    Questo contributo non pretende di essere esaustivo. Molti sono gli aspetti del tennis di Fonseca da migliorare, come la transizione verso la rete quando è sospinto avanti dalle sue accelerazioni, e la selezione delle variazioni, non sempre impeccabili, solo per citarne due. Sarà molto interessante seguire la traiettoria di carriera del carioca, un tennista di potenziale sterminato che può realmente ambire ai vertici dello sport. Forse anche a battagliare con Sinner e Alcaraz per gli Slam se riuscirà a completare gioco, fisico e tattica.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Joao Fonseca, altra sconfitta e nuove polemiche: il talento brasiliano diviso tra critiche e difese

    Joao Fonseca BRA, 21.08.2006 – Foto ATP

    Un’altra sconfitta al primo turno per Joao Fonseca, un altro giro di critiche e difese per il giovane talento brasiliano. A Toronto, dove il Masters 1000 offriva uno scenario teoricamente favorevole – vista l’assenza di mostri sacri come Sinner, Alcaraz, Djokovic o Draper – il diciottenne non è riuscito a superare il blocco della terza ronda, fermandosi subito contro Tristan Schoolkate (7-6(5), 6-4), numero 103 del mondo.
    Fonseca, che in questa stagione è entrato per la prima volta stabilmente nell’élite del tennis mondiale, vanta già un titolo ATP conquistato a Buenos Aires e l’ingresso nei Top 50, primo classe 2006 a riuscirci. Eppure, secondo molti, questi progressi non bastano ancora a sedersi stabilmente al tavolo dei grandi. La partita di Toronto ha mostrato un Fonseca bloccato, incapace di prendere in mano lo scambio in risposta e mai davvero in partita, soprattutto al servizio dell’avversario.
    Le parole di Lindsay DavenportSulla situazione del giovane brasiliano è intervenuta Lindsay Davenport, ex numero 1 del mondo e vincitrice di tre Slam, durante il podcast di Tennis Channel: “Ha faticato tantissimo in risposta per tutto il match. Schoolkate ha servito bene, è vero, ma Fonseca non ha avuto particolari problemi tecnici: il problema è che non è mai riuscito a dominare il punto in risposta.”Secondo la statunitense, il vero nodo sarebbe mentale: “A 18 anni, quasi 19, è normale dover imparare a gestire anche la pressione e il logorio mentale. Per Fonseca è stato un anno straordinario, ma le sue aspettative ormai sono più alte che uscire al primo turno di un Masters 1000.”
    Futuro da costruire, talento da affinarePer il carioca, insomma, la strada è ancora lunga. L’impatto nel circuito è stato devastante, ma la continuità e la tenuta mentale restano i due ostacoli principali da superare. Fonseca cerca ancora la sua dimensione tra i grandi, e il tempo è dalla sua parte. Ma per salire davvero di livello servirà trovare quella costanza che oggi sembra sfuggirgli, proprio come i turni in risposta contro Schoolkate.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Roland Garros 2025: Draper domina Fonseca, il britannico centra gli ottavi

    Jack Draper (foto Patrick Boren)

    La grandissima attesa della viglia è stata in parte tradita. Non è stata una brutta partita Draper vs. Fonseca, ma il campo ha parlato chiaro: il britannico ha giocato da n.5 del mondo, mentre Fonseca ha confermato il suo grande talento e qualità di colpitore ma anche i limiti agonistici e di tenuta un 18enne, seppur di grandissima prospettiva. Così alla fine la differenza è stata piuttosto netta e Draper ha sconfitto Fonseca per 6-2 6-4 6-2, confermandosi un giocatore estremamente forte e potente, sempre più competitivo anche su terra battuta (dove ha raggiunto la finale a Madrid, seppur in condizioni abbastanza diverse da Parigi).
    Draper ha condotto la partita col piglio del campione: consapevole che Joao è un rivale già molto temibile e pericolosissimo se si esalta e gioca “su una nuvola”, non ha lasciato niente di intentato, spingendo come un forsennato fin dai primi punti e per tutta la partita, brillando in particolare con servizio e diritto, i pezzi forti del suo repertorio. Fonseca ha servito anche piuttosto bene (ha chiuso col 70% di prime palle in gioco) ma in risposta è stato poco incisivo, vincendo solo la miseria di tre punti contro la prima palla del britannico e poco ha ricavavo anche contro la seconda. Nessun break ottenuto dal brasiliano (con due chance), contro i 5 strappati da Jack, complessivamente assai più efficace in risposta.
    Draper ha letteralmente fatto il bello e il cattivo tempo col diritto, colpo che sta diventando davvero devastante anche su terra battuta vista la sua capacità di colpire non solo forte – e con l’effetto del mancino – ma anche con tantissimo spin, che rende la rimessa per l’avversario davvero complicata. Inoltre Jack è stato potente e rapido nello spostamento sul campo, andando il prima possibile verso destra per far spazio alla sua sbracciata mancina, efficacissima. Pure col rovescio Jack ha impattato con sostanza e retto molto bene, tagliando il campo con improvvise accelerazioni. Con così tanta spinta Draper ha condotto la maggior parte degli scambi, ha allontanato Fonseca dalla riga di fondo e l’ha sorpreso con tante smorzate, mediamente ben eseguite anche per scelta tattica nello scambio. Veloce, potente, aggressivo, Draper ha sovrastato Fonseca con qualità di gioco e tanta consistenza, quella che al teenager di Rio ovviamente ancora manca. Infatti Joao si è affidato all’istinto, alla sua spettacolare abilità nell’accelerare la palla, ma raramente è riuscito ad andare sopra al rivale e la sconfitta alla fine è stata meritata.
    Draper vince e convince, si qualifica per gli ottavi di finale di Roland Garros 2025 dove aspetta il vincente di Bublik – Rocha, e sarà in ogni caso nettamente favorito. La prospettiva di un quarto di finale contro Jannik Sinner si fa sempre più concreta. E intrigante…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Laver Cup: a San Francisco presenti anche Rune e Fonseca

    Rune e Fonseca nella infografica dell’evento

    Holger Rune e Joao Fonseca giocheranno la Laver Cup 2025, in programma a San Francisco dal 19 al 21 settembre. Il danese farà squadra per il blu europei insieme a Carlos Alcaraz e Alexander Zverev, mentre il teenager brasiliano entrerà per la prima volta nella squadra rossa, quella del resto del mondo, insieme agli statunitensi Taylor Fritz, Tommy Paul e Ben Shelton.

    New additions, elevated competition 🔥
    The next wave of talent has arrived for Team Europe and Team World. Who are you rooting for? #LaverCup pic.twitter.com/TKtYASDYQx
    — Laver Cup (@LaverCup) May 13, 2025

    Rune era stato selezionato per l’edizione 2023 della ricca esibizione organizzata dal team manageriale di Roger Federer, ma non si presentò al weekend di gara per un problema alla schiena. “Qualche anno fa ero vicinissimo a giocare la Laver Cup, ma purtroppo mi sono infortunato e non ce l’ho fatta” racconta Holger al sito uffiale dell’evento. “Sapevo che se avessi avuto la possibilità di giocare di nuovo, sarei stato pronto e non vedo l’ora di partecipare alla competizione e di visitare San Francisco per la prima volta”.
    Fonseca si dice emozionato per l’occasione di disputare un evento che ha seguito ogni anno in tv. “Ho seguito l’evento fin da bambino e ho sempre sognato di giocarci. Essere in una squadra con tennisti come Fritz, Paul e Shelton, e allenato da Andre Agassi, è semplicemente incredibile! Darò tutto quello che ho” commenta il 18enne di Rio de Janeiro.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Fonseca accende la “Torcida”, ma non basta a battere Marozsan

    Fabian Marozsan – Foto Getty Images

    C’era grande attesa al Foro Italico per il debutto del talento Joao Fonseca, ma la “Torcida” brasiliana, accesa da molti colpi vincenti del nativo di Rio, non è bastata a portarlo sino al successo e così guadagnarsi un bel secondo turno contro Rublev. Fabian Marozsan ha vinto una bella partita, giocata ad altissima velocità e ricca di colpi vincenti, per 6-3 7-6(4) sulla nuova SuperTennis Arena, costruita all’interno dell’iconico Stadio dei Marmi, tempio dedicato all’atletica. Marozsan, che al Masters 1000 di Roma divenne famoso due anni fa battendo Alcaraz, è sceso in campo col piede giusto e ha spesso condotto gli scambi forte della sua eccellente qualità d’impatto, in particolare col rovescio, colpo con il quale ha retto le bordate “inside out” di Fonseca e costruito schemi offensivi di grande qualità. Sempre col rovescio, ma di tocco, Fabian ha accarezzato la palla con molte palle corte che hanno sorpreso il brasiliano, davvero poderoso in spinta ma non così rapido nella corsa in avanti.
    Marozsan ha condotto il primo set alla sua velocità, aprendo l’angolo nel palleggio ed entrando molto bene nella palla del rivale, tanto da provocarne tanti, troppi errori. Fonseca infatti col diritto nella prima parte del match è stato troppo falloso, ha esagerato nella spinta affidandosi alla pura potenza, invece di provare a spezzare il ritmo al magiaro con palle più lavorate e difficili da impattare con anticipo.
    Sotto di un set e di un break, il match pareva in pugno per Marozsan ma all’improvviso è arrivata una reazione leonina di Fonseca, anche grazie all’incessante tifo dei suoi tanti connazionali sugli spalti. Con un rovescio lungo linea clamoroso Joao ha strappato un contro break e lì si è acceso, iniziando un’altra partita, in comando con una potenza incontenibile. Accelerazioni da ogni dove e tantissimi punti vincenti, ma nonostante ora sia lui a menare le danze non riesce a strappare il break nell’ottavo game, nonostante tre chance. Fonseca annulla una palla break sul 5 pari, e vince un game fiume, ma nel tiebreak Marozsan è più ordinato e si prende con merito una vittoria su di un futuro campione, ma con ancora tante cose da imparare sulla gestione del punto e anche delle emozioni.
    ATP Rome Fabian Marozsan67 Joao Fonseca36 Vincitore: Marozsan ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 1-2* 2-2* df 3*-2 df 4*-2 5-2* 5-3* 6*-3 6*-46-6 → 7-6F. Marozsan 15-0 30-0 40-05-6 → 6-6J. Fonseca 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 df A-405-5 → 5-6F. Marozsan4-5 → 5-5J. Fonseca 15-0 30-0 40-0 40-15 ace4-4 → 4-5F. Marozsan 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-403-4 → 4-4J. Fonseca 15-0 30-0 40-0 40-15 ace3-3 → 3-4F. Marozsan 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 df3-2 → 3-3J. Fonseca 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-403-1 → 3-2F. Marozsan 15-0 30-0 40-02-1 → 3-1J. Fonseca 0-15 0-30 15-30 15-401-1 → 2-1F. Marozsan 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1J. Fonseca 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 df0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1F. Marozsan 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 ace5-3 → 6-3J. Fonseca 0-15 30-15 40-155-2 → 5-3F. Marozsan 15-0 30-0 40-0 40-15 ace4-2 → 5-2J. Fonseca 0-15 15-15 15-30 30-30 40-304-1 → 4-2F. Marozsan 15-0 ace 30-0 40-03-1 → 4-1J. Fonseca 15-0 ace 15-15 30-15 30-30 30-402-1 → 3-1F. Marozsan1-1 → 2-1J. Fonseca 15-0 15-15 30-15 ace 40-151-0 → 1-1F. Marozsan 15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-0 → 1-0

    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Brilla la stella di Fonseca a Madrid, vittoria convincente e secondo turno contro Paul

    Joao Fonseca (foto Mutua Madrilena Open)

    Orfano di Carlos Alcaraz, e con il perdurare dell’assenza di Sinner, il pubblico di Madrid ha trovato un nuovo giovane da seguire con grande attenzione, e passione: Joao Fonseca. Il forte talento brasiliano ha esordito con una vittoria netta e assai convincente sul campo Manolo Santana contro il danese Elmer Moller, 6-2 6-3 lo score conclusivo che gli regala un secondo turno coi fiocchi contro lo statunitense Tommy Paul.
    Giocando la sua prima partita sulla terra rossa in Europa, a un anno dalla sua consacrazione come il più giovane vincitore di un match nella storia del torneo, il brasiliano è sembrato assolutamente suo agio con le condizioni dell’evento, un “rosso” discretamente rapido vista l’altura della città spagnola. Per lui è stata decima vittoria stagionale sul tour Pro, mettendo in mostra la sua consueta potenza, a tratti del tutto incontenibile per spinta abbinata all’angolo delle traiettorie. Fa davvero impressione come la palla esca potente e precisa dall’ovale del brasiliano, una frustata talmente veloce che è quasi impossibile da contenere.
    Fonseca ha adottato una posizione in risposta in risposta piuttosto arretrata per affrontare la prima palla di Moller, ma con la forza della sua risposta e la profondità dei colpi è stato rapido a riguadagnare una posizione più vicina alla riga di fondo e da lì comandare. Sulle seconde di servizio del rivale invece si è posizionato in modo aggressivo nei pressi della linea di fondo, prendendosi spazio di prepotenza e tirandone anche alcune vincenti. Fonseca ha gestito bene il rovescio interessante di Moller e ha condotto la maggior parte degli scambi la sua “potenza di fuoco”, sbattendo il danese spesso e volentieri metri dietro a rincorrere. Oltre allo score, piuttosto netto, uno dato statistico ben spiega l’andamento della partita: Joao ha ottenuto 13 palle break, convertendone quattro, senza concederne alcuna. Vedendo la sua qualità di gioco, ancor più se deciderà di giocare su terra battuta anche nell’estate europea, è molto probabile che il suo primo titolo in carriera, ottenuto a Buenos Aires lo scorso febbraio, non resterà l’unico in stagione sul “rosso”.

    Joao sprinkling in the magic ✨@MutuaMadridOpen | #MMOpen pic.twitter.com/benbecVO1g
    — ATP Tour (@atptour) April 24, 2025

    “Adoro giocare sulla terra rossa” afferma Fonseca dopo la vittoria. “Sono nato su questo tipo di campi quindi mi piace giocare qui, anche in alta quota. Mi piace concentrarmi sul servizio e giocare in modo aggressivo, quindi mi sento bene questa settimana”. Effettivamente anche casa sua, San Paolo, è in discreta altura (circa 750 metri sul livello del mare), quindi le condizioni di Madrid non sono poi così particolari per lui.
    Non giocava da Miami, una scelta ponderata: “Io e la mia squadra abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di riposarci un po’, anche mentalmente, quindi concentrarci sul lavoro da fare per migliorare il mio gioco. Venire qui per iniziare la stagione sulla terra rossa penso sia stata una buona scelta. Sono molto contento di questa vittoria di oggi”.
    Sarà molto interessante vederlo contro Paul: lo scorso anno l’americano a Roma giocò piuttosto bene, ma il “rosso” non è assolutamente la condizione ideale per il suo tennis in accelerazione sull’anticipo e veloce più che potente. Joao sembra aver tutte le carte in regola per tentare l’upset e continuare la sua strada del torneo, dove potrebbe trovare Khachanov e poi uno tra Draper o Berrettini.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Fonseca star anche sui social: 1 milione di follower. È il tennista più giovane a riuscirci

    Joao Fonseca (foto ATPtour.com)

    Nel mondo attuale il peso dei Social Network è innegabile, in particolare Instagram, quello più usato e importante anche a livello commerciale. Joao Fonseca ha appena tagliato un traguardo simbolico molto importante: 1 milione di follower. Secondo il collega francese Bastian Fachan, è il giocatore (uomo o donna) più giovane ad esser arrivato a questo numero di seguaci, per l’esattezza a 18 anni e 7 mesi, superando Emma Raducanu. La stella del tennis britannico “bucò” letteralmente lo schermo degli smartphone nel corso della sua incredibile campagna vittoriosa a US Open 2021, superando in pochi giorni la cifra enorme di un milione di seguaci con un’età di 18 anni e 10 mesi. Fonseca c’è riuscito durante il Miami Open, e tre mesi più giovane di Raducanu. Attualmente Emma ha 2,6 milioni di follower, il suo account è tornato attivo dopo qualche giorno “off”.

    Joao Fonseca becomes the youngest tennis player to hit 1 MILLION Instagram followers!
    18 years 7 months – Joao Fonseca (Miami 2025)18 years 10 months – Emma Raducanu (US Open 2021)19 years – Carlos Alcaraz (Madrid 2022)19 years 6 months – Coco Gauff (US Open 2023)
    Starboy 🇧🇷 pic.twitter.com/3DWw6F1HoP
    — Bastien Fachan (@BastienFachan) March 24, 2025

    Alcaraz toccò il milione di follower Instagram nel corso del torneo di Madrid 2002, a soli 19 anni, mentre Coco Gauff c’è riuscita a US Open 2023, con 19 anni e 6 mesi di età. Alcaraz attualmente ha 6,3 milioni di follower, Sinner la metà (3,2 milioni), mentre Zverev ne ha un milione meno dell’italiano. Djokovic, forte della sua lunghissima carriera e un’immagine altrettanto importante, ha 15,6 milioni di seguaci IG, ma resta Rafael Nadal, da poco ritiratosi, il più seguito con l’enorme cifra di 21,6 milioni di follower. Anche Serena Williams con 18 milioni tondi ha più seguaci del serbo. Particolare il rilievo di Santa Mirza: l’ex giocatrice indiana infatti ha ben 13,1 milioni di follower, del resto il suo paese è il più popoloso al mondo. Federer è sceso a poco meno di 13 milioni: a detta degli “specialisti” del settore ha pagato la poca attività sul social network, a oltre due anni dal ritiro. Curioso che i migliori tennisti cinesi abbiano ben pochi follower Instagram: pagano un minor uso di questo social nel proprio paese e anche una relativa popolarità del tennis rispetto ad altre discipline.
    Tra gli italiani, Matteo Berrettini è molto apprezzato con ben 1,8 milioni di follower su Instagram, segue Fognini con 655mila e Musetti 504mila, appena sotto a Jasmine Paolini con 505mila. Gli altri italiani seguono con numeri inferiori.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO