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    Gigante saluta Roland Garros, troppa la potenza di Shelton

    Matteo Gigante (foto Patrick Boren)

    Si chiude con una sconfitta assolutamente onorevole la magnifica avventura di Matteo Gigante a Roland Garros 2025. Il romano, entrato nel main draw attraverso la qualificazioni e protagonista di una eccezionale prestazione e vittoria contro Tsitsipas, s’inchina alla potenza a tratti devastante di Ben Shelton, ma lo fa lottando sino alla fine, con un terzo set giocato alla pari con l’americano e ceduto solo all’ultimo tuffo. Finisce 6-3 6-3 6-4 in due ore e venti minuti di buon tennis e diversi momenti di spettacolo, tra le bordate poderose dell’americano e diversi tocchi e giocate di Matteo, uscito tra gli applausi del pubblico. Era difficile chiedere un altro miracolo a Gigante: Shelton per lui rappresentava una sfida davvero ardita visto l’enorme gap di potenza e nei colpi d’inizio gioco. E infatti è stata proprio la combinazione servizio – risposta a spostare l’equilibrio nei primi due set nettamente a favore dell’americano, in eccellente condizione fisica e fiducia. Matteo non è riuscito a mettere pressione in risposta a Ben e questo ha lasciato tranquillo il nativo di Atlanta; condizione pericolosissima perché quando riesce a giocare libero e rilassato il suo tennis arrembante può diventare inarrestabile. Cè stata assai più partita nel terzo set, quando Shelton ha servito un filo peggio – ma nemmeno tanto – e soprattutto è stato Gigante e mettere tante prime palle in campo, potendo così giocare i primi colpi di scambio molto vicino alla riga di fondo e creando anticipi e variazioni di qualità.
    Forse Matteo nei primi due set, oltre alla difficoltà del rispondere al rivale, ha fin troppo insistito sul rovescio di Ben. Sollecitare il rovescio dello statunitense è tatticamente redditizio ma non è corretto basare tutto il gioco solo e soltanto su quello, anche perché il miglior modo per far sbagliare un rivale con il colpo meno forte è rischiare sull’altro e quindi spostarlo a colpire in corsa e poco equilibrio sulla debolezza. Gigante ha fin troppo insistito sul lato destro di Ben nei primi due set, infatti quando nel terzo ha giocato più libero e rischiando anche contro il diritto di Shelton ha fatto più partita. Va detto che l’americano nel terzo set, dopo aver spinto come un forsennato e anche corso da tutte le parti coprendo il campo con vigore assoluto, ha un minimo tirato il fiato, e l’intensità generale è calata di quel poco che è bastato a riportare Matteo più in partita. Infatti nel terzo set le chance per l’allungo le ha avute Gigante, sfruttando qualche errore di troppo del rivale ma anche per il merito di rispondere di più e giocare con grande acume, tagli e colpi mai banali che hanno portato l’avversario in posizioni scomode. Purtroppo per il nostro, Ben ha azionato il servizio, e anche quel diritto davvero potente, calibrando la misura nei due momenti caldi e respingendo il tentativo di assalto.
    Gigante nei primi due set non ha trovato la misura in risposta, ma nemmeno la posizione. Molto merito va a Shelton, che ha tirato fortissimo ma anche alternato tante prime – e ancor più seconde palle – talmente cariche di spin da far saltare la palla altissima. In un paio di occasioni Matteo è stato quasi “scavalcato” dal rimbalzo… Difficile se non impossibile fare partita pari così, quando l’altro non ti concede niente alla battuta e poi in risposta è super aggressivo, tira forte e avanza, non lasciandoti rifiatare. Gigante ha talento, può fare quasi quel che vuole con la palla ma non ama giocare di fretta e sull’uno-due, tende a creare variazioni spaziando sul campo e alternando traiettorie; contro un avversario così potente e aggressivo sul campo ha avuto in poche occasioni il tempo per farlo. Scontava anche l’esperienza e una fisicità davvero diversa. Non ci sono grandi rimpianti, forse il non aver sfruttato una palla break nel terzo set. In quel momento Gigante era nel suo momento migliore, i suoi game scorrevano piuttosto bene e… chissà cosa sarebbe successo se per caso l’incontro fosse sbarcato al quarto set. Magari Shelton poteva disunirsi, perdere focus e fiducia.
    Resta un torneo ottimo per Gigante, che grazie ai punti di Parigi nel Live ranking sale al n.129, al proprio Best. Ma ancor più importante, questo Roland Garros conferma che a questo livello Matteo ci può stare e che può giocare a testa alta anche contro i migliori.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Shelton mette subito le cose in chiaro: quando servo io, non si gioca, o quasi… Impressionante la potenza di Ben, ma anche l’effetto “kick” che fa saltare così tanto la palla da rendere la risposta difficilissima. Esempio concreto la traiettoria esterna sul 40-15, quasi Gigante col rovescio non ci arriva, pur saltando… 1-0 Shelton. L’americano è arrembante anche in risposta, non ha grande voglia di entrare nello scambio, ma i rischi sono eccessivi, 1 pari. Gigante cerca di tagliare la palla e proporre traiettorie varie, non facili da attaccare, è il miglior modo per difendersi dall’arrembante condotta dell’avversario. Trova anche buona profondità col rovescio, andando a pizzicare il rovescio di Ben, colpo nettamente meno sicuro. Matteo nel quarto game sul 15-30 è ricacciato dietro da un gran lob di Shelton e quindi sbaglia malamente uno smash non impossibile. 15-40, ecco le prime palle break del match. Cancella la prima Gigante con maestria, apre a tutta l’angolo e chiude con tocco (beffardo) sul net. Spreca poi Ben sulla seconda, brutto attacco col rovescio in back, gli svaria un metro in corridoio. La battaglia è già feroce, Gigante lotta e continua ad “affettare” la palla, ma sulla quarta palla break un back troppo vigoroso gli scappa via. BREAK Shelton, avanti 3-1 e servizio. Un servizio top è troppo importante nel tennis di oggi… vedi il quinto game: Gigante si porta 30 pari in risposta, potrebbe esserci uno spiraglio, ma… Ben tira un Ace esterno a 220 km/h. Eh. 4-1 Shelton. Matteo forse insiste fin troppo solo sul rovescio di Shelton e anche giocare puramente di fino rallenta tanto lo scambio, così che Ben ha il tempo per avventarsi e spaccare tutto… Non è un caso che uno dei migliori punti Matteo se lo prende spingendo due ottimi diritti sul diritto dell’americano, ottimo anticipo e velocità. 4-2. Shelton vuol fare lo splendido nel settimo game con uno smash stile Michael Jordan, ma… impatta la palla in modo goffo. Poco male, cancella l’errore marchiano tornando a martellare col servizio, Siamo sul 60% di prime in gioco, e quando la mette praticamente non perde il punto; il vantaggio lo fa giocare sciolto, avanza e chiude. 5-2 Shelton. Nell’ottavo game Gigante cerca di spingere di più, ma va sovra ritmo e sbaglia. 0-30. Spalle al muro, Matteo trova due ottime prime palle, poi sul 30 pari rischia una smorzata di rovescio ma tocca male e la palla quasi non arriva a rete. Set Point Shelton. Scontato l’attacco a rete di Ben, ma è reattivo Matteo, bravo a tirare un passante di diritto robusto che l’americano di volo non controlla. L’azzurro annulla anche un secondo Set Point, bravo a reggere la palla alta e profondissima del rivale e quindi punirlo con una smorzata stavolta perfetta. Gigante con bel piglio resta aggrappato al set, 5-3, ma niente può in risposta. Shelton chiude il primo set 6-3, imprendibile al servizio.
    Gigante riparte al servizio nel secondo set. Dal suo angolo lo incitano: attacca per non essere attaccato. Non è facile, tutt’altro, ma quando la prima palla entra, allora c’è il tempo per entrare in campo con decisione. Il game va ai vantaggi e un rovescio lungo costa a Matteo una palla break delicatissima. Si prende un rischio onesto Gigante, accelerazione col diritto lungo linea dopo aver bloccato nell’angolo opposto il rivale, ma la palla gli esce di poco. Quanto basta a costargli un BREAK dolorosissimo, Shelton può fare corsa di testa forte del vantaggio. Si carica Ben dopo un’acrobazia sotto rete che gli vale il 30-0. Carica a tutta soprattutto il servizio, quanto è difficile per Gigante rispondere… 2-0. Matteo è sotto assedio, forte del vantaggio Shelton tira tutto a tutta dalla risposta, e gli stanno in campo. Purtroppo Gigante si ritrova sotto 30-40 e affronta la palla break con la seconda di servizio, finendo sballottato da tutte le parti e costretto a tirare un diritto lungo. C’è il doppio BREAK per Shelton, davvero centrato e anche poco falloso. 3-0. Tutto scorre così bene all’americano da vincere anche un punto dopo esser caduto a terra e aver rimesso una palla di là con uno scatto pancia a terra, roba da circo… Ride mentre si pulisce dalla terra, è uno showman e queste cose le adora. Meno felice Gigante, che non riesce a trovare una chiave per aprire la porta e rientrare in partita. 4-0, con un Ace al centro. Finalmente l’azzurro vince un turno di servizio, lottato ma senza concedere palle break (4-1). Matteo spreca una piccola chance nel sesto game, in risposta si ritrova 15-30 ma colpisce male in risposta sulla seconda palla. Ben si lamenta con la giudice di sedia per il secondo fallo di piede, ma non perde focus. Altre due pallate e via, 5-1. Shelton serve per il secondo parziale sul 5-2. Forse distratto, l’americano si lascia aggredire nel primo punto e poi sbaglia un colpo banale di scambio. 0-30, situazione inedita. Gigante risponde e corre benissimo in avanti su di una smorzata buona ma non ottima. 0-40! Tre palle break, le prime a favore. Ci pensa l’americano, doppio fallo sul 15-40. Recupera uno dei due break Gigante, 5-3. Violenta la reazione dell’americano, torna a mordere dalla risposta, avanza e chiude di potenza. 0-30. Matteo purtroppo commette doppio fallo, spinto dalla posizione super aggressiva del rivale. 0-40 e Tre Set Point. Gioca bene col rovescio Shelton, tre back e poi una solida accelerazione ancora di rovescio. 6-3 Shelton. Peccato, con quel contro break magari…
    Shelton riparte al servizio e il terzo set scorre via veloce sui turni di battuta, senza grandi emozioni. Già 2 pari dopo solo 12 minuti, con l’azzurro che regge bene nei suoi game, con parecchie prime palle in gioco. E così infatti è un bell’andare perché Ben in risposta ci prova di meno, o esagera. Staziona con i piedi piuttosto vicini alla riga di fondo Matteo in questo parziale e la differenza è enorme perché riesce a non finire sotto nello scambio, controllando maggiormente il gioco. Altro ottimo turno di battuta, impreziosito da una smorzata perfetta. Ottimo Gigante, e 3 pari. Il miglior Matteo del match, ma… il problema resta essere incisivo in risposta. È difficilissimo trovare continuità e fiducia affrontando le pallate non solo veloci ma anche complesse per spin del rivale. Gigante tira una risposta davvero ottima sul 40-15, rovescio che si stampa sulla riga; poi un altro che esce un po’ corto e sorprende il S&V di Shelton. Vantaggi, è una rarità quando serve Ben. Tira fuori la prima palla due metri e guarda la racchetta come se non sentisse la palla. Sparacchia anche il diritto, qualcosa non va e cambia telaio. Attenzione, palla break Gigante! Ancora niente prima palla “in”, ma dopo una seconda sicura Shelton scarica una bordata al centro di diritto quasi impossibile da contenere. Urla Shelton, si carica, 4-3. Matteo regala al pubblico una perla assoluta nell’ottavo game, un passante incrociato di puro tocco, arrivando in scivolata, quasi un colpo di pongista che mette in mostra la sua mano educatissima. Applausi. È molto più sciolto e l’azzurro, i colpi gli escono più fluidi e incisivi. 4 pari. E quando Ben non fa la differenza direttamente col servizio, allora il tocco di Matteo si prende la scena, splendida la smorzata in apertura del nono game. Perde poi la pazienza Shelton in uno scambio rovescio vs. rovescio. 0-30. Poche prime dell’americano, calato nella spinta, tanto che si affida pure lui alla palla corta, vedendo l’azzurro molto lontano dalla riga di fondo. Un doppio fallo costa a Shelton il 30-40, c’è di nuovo palla break, come nel turno precedente. Mamma mia che rischio ma che classe… Ben attacca la rete e tocca una demi-volée perfetta. Bravo, anche per il momento, e poi che scambio per chiudere il game, stavolta con una difesa estrema dell’americano (qua poco pronto Gigante quando è chiamato a rete e rimette una palla troppo interlocutoria). 5-4. Gigante si fa rimontare nel decimo game da 40-0, molto attento l’americano a non sbagliare niente. Con un rovescio cross tanto bello quanto forse un po’ fortunato, Shelton si prende un Match Point. Si scambia, al centro, Ben è il primo a sbagliare. Sbaglia scelta Matteo, chiama di nuovo a rete l’americano, più reattivo sul net. Si prende una seconda palla Match Shetlon. Finisce qua, Ben tira un diritto dal centro che forse rimbalza pure un po’ male. Sipario. Un ottimo terzo set per Gigante, termina un bellissimo torneo per Matteo. Shelton continua la sua corsa a RG.

    Ben Shelton vs Matteo Gigante GS Roland Garros Ben Shelton [13]666 Matteo Gigante334 Vincitore: Ben Shelton ServizioSvolgimentoSet 3Matteo Gigante 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A5-4 → 6-4Ben Shelton 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-404-4 → 5-4Matteo Gigante 15-0 30-0 40-0 40-15 40-304-3 → 4-4Ben Shelton 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-403-3 → 4-3Matteo Gigante 15-0 30-0 40-03-2 → 3-3Ben Shelton 15-0 15-15 30-15 40-152-2 → 3-2Matteo Gigante 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2Ben Shelton 15-0 30-0 40-01-1 → 2-1Matteo Gigante 15-0 15-15 30-15 40-151-0 → 1-1Ben Shelton 15-0 15-15 15-30 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2Matteo Gigante 0-15 0-30 0-405-3 → 6-3Ben Shelton 0-15 0-30 0-40 15-405-2 → 5-3Matteo Gigante 15-0 30-0 40-05-1 → 5-2Ben Shelton 15-0 15-15 15-30 30-30 40-304-1 → 5-1Matteo Gigante 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-404-0 → 4-1Ben Shelton 15-0 30-0 40-0 40-15 40-303-0 → 4-0Matteo Gigante 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-0 → 3-0Ben Shelton 15-0 30-0 40-0 40-151-0 → 2-0Matteo Gigante 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Ben Shelton 15-0 30-0 40-05-3 → 6-3Matteo Gigante 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-405-2 → 5-3Ben Shelton 15-0 15-15 30-15 40-154-2 → 5-2Matteo Gigante 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-404-1 → 4-2Ben Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 40-303-1 → 4-1Matteo Gigante 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A2-1 → 3-1Ben Shelton 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1Matteo Gigante 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-0 → 1-1Ben Shelton15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0

    Statistica
    Shelton 🇺🇸
    Gigante 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Ace
    10
    4

    Doppi falli
    7
    2

    Prima di servizio
    47/82 (57%)
    59/101 (58%)

    Punti vinti sulla prima
    37/47 (79%)
    38/59 (64%)

    Punti vinti sulla seconda
    20/35 (57%)
    19/42 (45%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    230km/h (142 mph)
    207km/h (128 mph)

    Velocità media prima
    198km/h (123 mph)
    192km/h (119 mph)

    Velocità media seconda
    177km/h (109 mph)
    158km/h (98 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Punti vinti in risposta
    44/101 (44%)
    25/82 (30%)

    Punti vinti su prima di servizio
    21/59 (36%)
    10/47 (21%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    23/42 (55%)
    15/35 (43%)

    Opportunità di break
    11/101 (11%)
    4/82 (5%)

    Palle break convertite
    5/11 (45%)
    1/4 (25%)

    Giochi con break point convertiti
    6/14 (43%)
    3/14 (21%)

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Totale punti vinti
    101
    82

    Vincenti
    35
    23

    Errori non forzati
    29
    29

    Errori forzati
    30
    37

    Punti vinti a rete
    20/33 (61%)
    7/16 (44%)

    Giochi vinti a zero
    3
    3

    TIPOLOGIA DI COLPI

    Colpi da fondo
    252
    222

    Colpi sopra la testa
    11
    6

    Passanti
    7
    30

    Volée
    18
    7

    Attacchi
    3
    2

    Drop shots
    13
    15

    Lob
    13
    17 LEGGI TUTTO

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    Gasquet, quando l’arte del gesto non è condanna ma benedizione

    Richard Gasquet

    Esiste un metodo per misurare la grandezza di un tennista, sportivo o artista in generale? La scelta più immediata è quella di affidarsi ai risultati, alle vittorie nei tornei. Ai numeri. È certamente una via affidabile, ma non l’unica: tutto dipende da come si guarda al mondo, non solo allo sport. Fermarsi al freddo seppur inconfutabile calcolo matematico è esercizio che lascia pochi dubbi, ma allo stesso tempo risultata sterile e limitante in una disciplina complessa come il tennis, dove trofei, vittorie e sconfitte si confrontano quotidianamente con quello che un giocatore lascia in campo. Gli appassionati di tennis si innamorano del gioco e di un giocatore anche e soprattutto per quello che trasmette, non solo per i suoi risultati. Se guadiamo oltre al palmares e ci affidiamo anche alla passione, all’eleganza del gioco e alla creatività, allora Richard Gasquet è un tennista che non sarà facilmente dimenticato, pur con tutti i suoi limiti e contraddizioni. Nato in quel di Beziers, incantevole cittadina dell’Occitania dove le tradizioni iberiche si fondono mirabilmente con quelle transalpine creando un unicum irripetibile e affascinante, non poteva essere uno qualunque “Riccardino” e infatti non lo è mai stato. Gli fu donata una racchetta da piccolissimo e quell’arnese lo affascinò fin da subito, diventando naturale prosecuzione della sua creatività e visione degli spazi. In pochissimo tempo divenne un piccolo “fenomeno”, tanto che sulla principale rivista tennistica del paese si prese la copertina a soli 9 anni. Mai scelta fu più azzardata, e col senno di poi, sbagliata.
    Quando hai un animo come il suo, innamorato del tennis come di nient’altro ma assai quieto e introverso, caricarlo di aspettative esagerate è stato un errore madornale, pagato poi a caro prezzo in una crescita spinta a tutto gas troppo presto, che non gli ha lasciato spazio per maturare personalmente e, forse, anche tecnicamente. In Francia si aspettava un campione vero dai tempi di Noah e pochi paesi al mondo hanno una base di appassionati così grande ed esigente. Si voleva un vincitore assoluto e lo si voleva subito. Debutto in tornei Pro da bambino, con qualche vittoria precoce, ma… mentre in quel di Manacor c’era un coetaneo che stava forgiando corpo e testa con una durezza e lungimiranza assoluta e nei Balcani pure, solo per citare due che poi sono “arrivati”, nel centro tecnico nazionale di Parigi c’era fretta di vincere. E la fretta è sempre una pessima consigliera… Non sappiamo quello che ne sarebbe stato di Gasquet se avesse affrontato un percorso di maturazione fisica, tecnica e umana diversa, scevro di stress micidiali e assecondando maggiormente le sue caute ambizioni. La sensazione è che difetti atavici si siano incancreniti, come la sua tendenza a stazionare troppo dietro la riga di fondo, per aver il tempo necessario di eseguire quelle aperture un po’ ampie e disegnare traiettorie eccezionali, soprattutto con quel rovescio a un mano che è sempre stato, fino alla ultima partita giocata ieri contro Sinner a Roland Garros, una gioia per gli occhi e colpo di valore assoluto.
    Alla fine Gasquet ha vissuto una carriera molto lunga, accidentata da infortuni e aspettative esagerate in rapporto al suo fisico – oggettivamente non al livello dei migliori coetanei sia per forza che per resistenza – ma anche segnata da momenti belli e vincenti. Ha vinto 16 tornei, è stato n.7 del mondo e ha disputato tre semifinali Slam, Wimbledon 2007 e 2015 e US Open 2013. In fondo non ha fatto tanto peggio di Tsonga, il più forte dell’ottima covata di talenti francesi che hanno sostenuto il loro movimento nel nuovo secolo. Gli è mancato l’acuto assoluto, la vittoria in un Masters 1000 prestigioso (Monte-Carlo poteva essere uno nelle sue corde per esempio, ma c’è stato il “problema” Nadal…) o almeno una finale Slam che avrebbe meritato, ma alla fine non è mai stato uno che regalava le partite, lottava eccome, solo ha trovato di fronte avversari più forti, più tosti fisicamente, più completi ed attrezzati. Più “cattivi”, mentre lui con quel sorriso, voce bassa e timidezza, la cattiveria non sa proprio cosa sia…
    Il rimpianto o almeno punto di domanda sulla carriera di Richard è sempre stato uno: perché non è mai riuscito ad evolvere, a migliorare in modo concreto il suo gioco? Effettivamente il suo tennis in 22 anni di carriera non è mai cambiato più di tanto, restando ancorato a giocate meravigliose, cambi di ritmo e accelerazioni fulminanti dopo essersi costruito lo spazio sul campo. Una bellezza vederlo mulinare la racchetta a grandissima velocità ed eleganza, colpendo la palla con estrema pulizia e creando traiettorie strepitose, ma… troppe volte la sua attitudine difensiva e la necessità di avere il tempo per le giocate l’ha portato in difesa, troppo dietro. Concedere campo e spazio ad avversari terribilmente dotati sul piano atletico, sempre più tosti e pronti a tirare pallate a mille all’ora è stato un limite che non è mai riuscito a superare. Eppure di ottimi tecnici ne ha avuti, incluso un passaggio dal nostro Riccardo Piatti, uno che il tennis lo conosce in profondità come pochi ed è in grado di toccare le corde più interiori dei suoi assistiti.
    Probabilmente Gasquet ha davvero fatto quello che ha potuto, e rimproverarlo per una mancata evoluzione pari a quella dei Djokovic, dei Nadal e via dicendo sarebbe persino ingiusto. Di sicuro non è stato fortunato a crescere e attraversare il tour in un’epoca infestata da un tasso di talento e competitività mai visto prima, tanto che per arrivare a quel livello devi covare dentro di te una ferocia e durezza altrettanto smisurate, fuoco e tenacia che forse Richard non ha avuto o non è stato in grado di mantenere nel lungo periodo. Non è mai stato così tosto Gasquet, non ha retto l’enorme pressione del suo paese (infatti ha giocato quasi sempre molto male a Roland Garros, dove solo una volta ha raggiunto i quarti, una miseria vista la sua qualità su terra battuta), non è mai riuscito a trovare la chiave per migliore quel diritto troppo ampio e sfruttare a pieno la magia dei suoi tocchi. Nemmeno ha migliorato a sufficienza il servizio, in particolare la seconda palla, carenza importantissima quando sei un tennista creativo e ogni punto è una scommessa balistica.

    Gasquet’s backhand: a thing of beauty 🎨
    It’s time to celebrate it ❤️#richardgasquet #tennis #rolandgarros #atptour pic.twitter.com/JOI63vDdpd
    — ATP Tour (@atptour) May 29, 2025
    (una rassegna di bellissimi rovesci a una mano di Gasquet, il colpo che nessuno potrà mai dimenticare)
    Alla fine, si torna all’attacco di questo modesto commento e ricordo su Gasquet. È stato una delusione? Ha ottenuto molto meno di quello che il suo talento poteva consentirgli? Forse sì guardando ai numeri, al gelido confronto con tanti avversari e coetanei, gente che ha vinto il doppio di lui basandosi sull’efficacia, su allenamenti mortali per durezza, solo picchiando la palla alla massima potenza senza un minimo di “arte”. Tuttavia anche quello è talento, seppur esternato in altro modo. Gasquet è stato un giocatore di talento e molto diverso da tutti gli altri. Ha lasciato alla storia del gioco un rovescio ad un mano bellissimo, un colpo che ha regalato a milioni di appassionati emozioni vere e spettacolo. Sull’erba di Wimbledon ha giocato alcune partite eccezionali, e non solo lì. È stato un giocatore rilevante, un concentrato di talento tecnico enorme ingabbiato in un fisico e inadatto a diventare leggendario, probabilmente anche poco assistito dalla necessaria tenacità e coraggio. Non tutti sono nati per diventare dei grandissimi vincenti, c’è chi nasce, vive e verrà ricordato per aver trasmesso gioia e divertimento. Vi pare poco? Buona vita e grazie, Richard.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ruggito Cobolli! Di potenza s’impone su Rublev è suo l’ATP 500 di Amburgo

    Flavio Cobolli

    Devastante, come un pugile che stronca l’avversario con una serie di cazzotti in faccia dopo averlo bloccato sulle corde, buttandolo di prepotenza a tappeto. Impressionante la potenza, durezza fisica e mentale, aggressività e intensità di Flavio Cobolli nella finale dell’ATP 500 di Amburgo, dominata (6-2 6-4 lo score) contro un incredulo Andrey Rublev, sfidato e battuto sui propri punti di forza, la spinta e potenza in scambio. Il romano vince il secondo titolo in carriera (e in stagione), primo a livello 500, con una prestazione eccellente che ha messo in mostra tutti i pezzi forti del suo repertorio. Sostenuto da una condizione fisica mostruosa e da un piglio leonino, Flavio è entrato in campo benissimo con un piano tattico perfetto: spingere a tutta fin dalla prima palla con la massima intensità, per mettere enorme pressione e tensione emotiva ad un avversario molto forte ma assai fragile quando si ritrova spalle al muro. Così Cobolli si è preso, davvero di potenza, i primi punti, quindi il centro del campo, il ritmo di gioco e anche la testa dell’avversario, totalmente smarrito, poi furibondo e quindi frustrato dall’incapacità di andare sopra alla velocità e intensità dell’azzurro.
    Una partita praticamente perfetta di Cobolli: ha ceduto solo un break quando era in vantaggio di due nel primo set, in totale controllo, e ha disputato un secondo parziale ancora superiore per qualità visto che Rublev si è ripreso, è entrato in partita e c’è stata tanta battaglia, con scambi mozzafiato per intensità e qualità. Bravo anche a reggere la normale tensione al momento di chiudere l’incontro, quando ha commesso un doppio fallo ma, dal 15-40, si è preso quattro punti, bellissimi gli ultimi due (due rovesci vincenti, per niente facili). E pensare che era sbarcato ad Amburgo con un carico di dubbi e alcune brutte sconfitte sul groppone… Cobolli con questa vittoria sale al n.26 nel Live ranking ATP, suo miglior piazzamento. Che grandissima soddisfazione!
    La finale è stata tecnicamente senza storia. Cobolli ha comandato il ritmo di gioco con i suoi drive davvero intensi, giocati quasi sempre dritto per dritto, per “investire” il rivale a furia di un ritmo e profondità alla fine insostenibili, una palla a destra e poi una a sinistra, forte e assai centrato anche col rovescio (col lungo linea si è preso punti importantissimi). Per la variazioni passare altrove, “Cobbo” ha martellato dalla prima all’ultima palla senza mai scomporsi, gestendo con sorprendente facilità le palle progressivamente più veloci dell’avversario, non andando quasi mai fuori giri. Questo è stato l’aspetto tecnico più interessante nella prestazione di Flavio: quanto sia riuscito a spingere forte, sia per potenza pura che per tenuta a quella velocità, commettendo davvero pochi errori in rapporto al rischio profuso. Capita spesso a Cobolli di esagerare, sparacchiando via; oggi rari questi momenti, mentre in questo e peggio è incappato Rublev, furibondo per il non riuscire ad imporre la sua spinta sopra a quella dell’italiano. Cobolli è stato semplicemente più aggressivo, ha tirato ancor più forte e l’ha fatto con una combinazione di profondità e tenuta che hanno reso vano ogni tentativo del russo. Andrey non brilla per lucidità e anche lui varia poco o niente, ma è stato impressionante come Flavio nel secondo set, quando il moscovita si è sbloccato e c’è stata battaglia, non sia finito quasi mai sotto. E quando il russo è riuscito a prendere il comando, la tenuta di Cobolli è stata eccezionale, bravo a reggere e contro battere.
    Una grandissima prestazione e più importante vittoria in carriera, che riscatta le ultime settimane non all’altezza (in particolare Roma) e lancia l’azzurro verso un Roland Garros che può vederlo protagonista se manterrà questa brillantezza fisica e mentalità. Duro come l’acciaio, potente e aggressivo, questo Cobolli è un signor giocatore. Vittoria meritatissima.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Cobolli inizia la finale meglio di Rublev, è aggressivo in risposta e la pressione provoca prima un errore del russo poi addirittura il doppio fallo sul 15-40. Flavio si ritrova avanti di un break immediato ed è bravo ad arginare subito il tentativo di reazione del rivale, rimontando da 0-30 con tanta energia. 2-0. Rublev è stordito, non accetta mentalmente di esser finito sotto, quasi di non essere entrato in partita, tanto che dopo un’altra risposta eccellente di Cobolli scaraventa a terra la racchetta. Flavio è fortunato con un nastro che accorcia tanto la traiettoria della palla, quindi tira un passante a tutto braccio che trafigge Andrey. 0-40! Fantastico Cobolli, gran risposta lungo linea e via avanti a prendersi il punto col diritto. 3-0 con doppio break. Lo sguardo smarrito di Rublev al suo angolo è tutto un programma, e l’ennesima racchetta sul ginocchio gli provoca una ferita. Flavio  è un “muro”, spinge con energia e comanda, il russo non riesce ad andare sopra alla spinta dell’azzurro. Incredibile la sicurezza del romano, fa tutto bene e si prende tutto, vola 4-0 con un parziale micidiale di 13 punti a 3, il tutto in soli 14 minuti. Nel quinto game inizia a funzionare la prima di servizio del russo, finalmente muove lo score (4-1). Rublev si è sciolto, in risposta trova profondità e sul 30-40 Cobolli esagera, commette il secondo errore del game che gli costa un break, 4-2. Il turno di servizio perso ha l’effetto di una miccia per Flavio, che tira due accelerazioni fantastiche, prima un rovescio lungo linea e poi un altro cross. Rublev incassa a testa bassa, sbaglia un colpo di scambio e si ritrova sotto 0-40. Con zero pazienza il moscovita tira 4 metri largo un rovescio, scaraventato solo di rabbia. Nuovo allungo di Cobolli, 5-2. Flavio annulla una chance al rivale e chiude al primo set point, buon servizio esterno che provoca l’errore in risposta di Rublev. 6-2, mezz’ora di tennis dominato dal romano. Male il moscovita: 11 errori e solo 3 vincenti, il tutto condito da un atteggiamento pessimo. Irreprensibile invece l’azzurro.
    Dopo una sosta negli spogliatoi, Rublev riparte al servizio nel secondo set. Sembra essersi calmato, serve meglio e con i piedi quasi sulla riga di fondo conduce gli scambi, senza esagerare, meno rigido e più concentrato. La dimostrazione di questo Rublev più centrato e controllato viene dallo scambio, rovescio vs. rovescio, condotto e vinto nel terzo game, punto che gli vale il 2-1 e che con l’attitudine del primo set avrebbe certamente perso commettendo un errore. Gli scambi si fanno molto intensi, entrambi tirano forte e lo fanno allo stesso tempo, la battaglia si è accesa. Durissimo lo scambio da 19 colpi vinto da Flavio, terrificante la bordata seguente di Andrey. 2 pari. Cobolli ha una piccola chance nel quinto game, quando sul 30 pari comanda ma un diritto (che sarebbe stato probabilmente vincente) incoccia il nastro e non passa. 3-2 Rublev. Nel sesto game il russo si fa trovare pronto dopo un errore banale dell’azzurro, entra forte in risposta e si prende il vincente che gli vale il 15-40. Si gioca male la seconda Andrey, comanda ma spedisce di poco largo un diritto. Cobolli annulla anche una terza chance, grande esecuzione con in diritto potentissimo al volo, ottimo il controllo vista la velocità. Micidiale l’undicesimo punto del game, un braccio di ferro totale, chiuso al 31esimo colpo con una mazzata di diritto imprendibile. Agonismo e fisicità totali. Il pubblico apprezza lo sforzo, la potenza e battaglia in atto. 3 pari, dopo 18 punti uno più lottato dell’altro. Flavio è bravissimo nell’avventarsi in risposta sul 30 pari, il diritto è imprendibile e gli vale una palla break a dir poco cruciale. Rublev non mette la prima, e uff! Tocca il nastro sulla seconda… Sfiora il doppio fallo il russo e poi è il primo a cedere al termine di un altro scambio durissimo, un martellamento dal centro sfiancante. La durezza di Cobolli ha ancora la meglio, BREAK e 4-3, è a due passi dal titolo. Ancora di intensità e spinta totale l’azzurro vince un altro gran game (5-3) con il russo che si tira racchettate per sfogarsi, visto che sulle palle del nostro finisce sotto… Serve per il match Cobolli sente un po’ la tensione. Si butta avanti ma la “parata” è lunga. Con un doppio fallo sul 15-30 concede due palle che riaprirebbero la partita. Che Coraggio!!! Gran servizio sulla prima, rovescio lungo linea difficilissimo dal centro, con la palla che parte per la tangente ma resta nella riga. Con un servizio esterno, ecco il Championship Point! Richiede la stessa palla, piccola grande scaramanzia, sotto gli applausi del pubblico che ha adottato la sua grinta e spinta nella settimana. Chiude con un altro rovescio lungo linea. BELLISSIMO! Crolla a terra, che vittoria, bellissima! Grandissimi applausi.

    Andrey Rublev vs Flavio Cobolli ATP Hamburg Andrey Rublev [3]24 Flavio Cobolli66 Vincitore: Cobolli ServizioSvolgimentoSet 2F. Cobolli 15-0 15-15 15-30 15-40 df 30-40 40-40 A-404-5 → 4-6A. Rublev 15-0 30-0 30-15 40-153-5 → 4-5F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-403-4 → 3-5A. Rublev 0-15 15-15 30-15 30-30 30-403-3 → 3-4F. Cobolli 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace3-2 → 3-3A. Rublev 0-15 15-15 30-15 ace 30-30 40-302-2 → 3-2F. Cobolli 0-15 df 15-15 30-15 30-30 40-302-1 → 2-2A. Rublev 15-0 ace 15-15 30-15 30-30 40-301-1 → 2-1F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 40-151-0 → 1-1A. Rublev 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-402-5 → 2-6A. Rublev 0-15 0-30 0-402-4 → 2-5F. Cobolli 15-0 15-15 15-30 30-30 30-401-4 → 2-4A. Rublev 15-0 15-15 30-15 40-150-4 → 1-4F. Cobolli 0-15 15-15 ace 30-15 40-150-3 → 0-4A. Rublev 0-15 df 0-30 0-400-2 → 0-3F. Cobolli 0-15 15-15 15-30 30-30 40-300-1 → 0-2A. Rublev 0-15 0-30 15-30 15-40 df0-0 → 0-1

    Statistica
    Rublev 🇷🇺
    Cobolli 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    207
    270

    Ace
    2
    2

    Doppi falli
    2
    2

    Prima di servizio
    24/46 (52%)
    41/72 (57%)

    Punti vinti sulla prima
    15/24 (63%)
    23/41 (56%)

    Punti vinti sulla seconda
    8/22 (36%)
    21/31 (68%)

    Palle break salvate
    0/4 (0%)
    6/7 (86%)

    Giochi di servizio giocati
    9
    9

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    102
    246

    Punti vinti sulla prima di servizio
    18/41 (44%)
    9/24 (38%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    10/31 (32%)
    14/22 (64%)

    Palle break convertite
    1/7 (14%)
    4/4 (100%)

    Giochi di risposta giocati
    9
    9

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    3/7 (43%)
    2/5 (40%)

    Vincenti
    10
    25

    Errori non forzati
    23
    24

    Punti vinti al servizio
    23/46 (50%)
    44/72 (61%)

    Punti vinti in risposta
    28/72 (39%)
    23/46 (50%)

    Totale punti vinti
    51/118 (43%)
    67/118 (57%) LEGGI TUTTO

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    Che cuore Cobolli! Soffre, rimonta e batte Etcheverry, è in finale all’ATP 500 di Amburgo

    Flavio Cobolli (foto Getty Images)

    Artigli e Cuore. Le due parole scritte da Flavio Cobolli sulla telecamera a bordo campo descrivono alla perfezione come il romano è andato a prendersi un meritato ma sofferissimo successo su Tomas Etcheverry nella semifinale dell’ATP 500 di Amburgo. Flavio va sotto nettamente nel primo set, davvero potenti, continui e profondissimi i colpi dell’argentino, e si ritrova indietro anche per 3-1 nel secondo parziale. Quando la situazione sembra ormai compromessa, ecco che Cobolli si traveste da pugile, uno di quei tenaci incassatori che reggono sulle gambe senza traballare, restando lucidi e pronti a tirare un colpo mortale alla prima guardia bassa del rivale. Quel pugno simbolico “Cobbo” lo tira proprio nel momento peggiore, nel quito game del secondo set, andando a punire i primi due veri errori di un Etcheverry fin lì quasi impeccabile nel comandare il gioco e annullare i tentativi di ribaltare l’inerzia dell’azzurro. Subire il break toglie certezze a Tomas, mentre Flavio entra davvero in partita, la lotta si fa ancor più dura e c’è equilibrio. Da lì in avanti si gioca di nervi oltre che di fisico, l’italiano è bravo a reggere a diversi momenti difficili, tenendo duro e prendendosi prima il break che vale il secondo set, poi a tenere fisicamente meglio del rivale, conquistando di forza – da vero martello! – il break al nono game del terzo, per il il 2-6 7-5 6-4 che gli vale una splendida finale, la sua seconda a livello 500 in carriera (dopo Washington 2024) e seconda dell’anno, dopo il titolo vinto a Bucarest. Un successo davvero di cuore, di grinta, tirando fuori gli artigli per restare aggrappato ad una partita che si era messa male e che invece ha vinto, mostrando un cuore enorme e una condizione fisica notevole. Flavio aspetta in finale il vincente di Rublev – Auger-Aliassime, ed è sicuro con questo successo di rientrare nei primi 30 del mondo, al best ranking.
    La partita è stata lunga e sofferta, altro “classico” braccio di ferro da terra battuta a chi ha più “punch” col diritto per comandare, aprirsi spazio e infilare un’altra bordata vincente o quasi. In un match del genere è importantissimo il servizio, per poter scaricare un primo colpo di scambio che ti permette di controllare il ritmo e spostare il rivale. Così Etcheverry ha condotto la partita, davvero eccellente per un set e mezzo, con pochissimi gratuiti e tanta spinta forzando gli errori di un Cobolli incapace di ritrovare una posizione più vicina alla riga di fondo e così sovrastare l’argentino. Flavio è stato bravo, nella difficoltà, a tenere mentalmente. Ha sparacchiato via diversi colpi, soprattutto dei rovesci con i quali cercava di spezzare situazioni difficili, ma il rendimento è stato troppo altalenante. Soprattutto per merito di Tomas, bravo a colpire la palla con tanta sicurezza e depositarla nell’ultimo lembo del campo. Giocava quasi su di una nuvola Etcheverry, tanto che subire un inaspettato contro break a metà secondo set l’ha riportato piedi per terra, tirato giù da un Cobolli mai domo e tanto intenso. Lì tutto è cambiato, con Flavio cresciuto anche al servizio e capace di prendersi più punti, anche importanti, con il suo solito coraggio leonino. Sono le vittorie più belle che ottieni partendo male, soffrendo, ma reggendo e reagendo. Alla fine Cobolli si è meritato il successo mostrando più freddezza nel finale del secondo set e nel rush conclusivo del match, dove la sua maggior forza nelle gambe e reattività sono state palesi. Nel terzo set i rovesci di Tomas erano meno sicuri, poco profondi, e lì ha martellato tanto e bene Cobolli. Da metà secondo set i numeri dell’italiano si sono impennati a dismisura, ha controllato sempre di più il gioco e soprattutto ha messo tanti dubbi nell’avversario.
    È stata una vittoria a 360°, di fisico, di gambe, di resistenza ma anche di testa e di tennis. Una volta riagganciato l’avversario, Cobolli ha ritrovato una posizione migliore nei pressi della riga, ha sbagliato di meno col rovescio e anche provato alcune palle corte efficaci. Ma il vero capolavoro, che gli è valso i due break decisivi, sono state alcune risposte nei piedi dell’avversario, con le quali si è aperto il campo, come alcuni colpi di scambio non tirati a tutta velocità, ma più lenti e lavorati, soluzioni per lui meno usuali ma che gli hanno permesso di cambiare ritmo e sorprendere l’avversario. C’è di tutto in questa vittoria. È davvero una bella e importante vittoria.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Il primo punto del match è già un big-point: diritto super di Cobolli, vincente che lascia immobile Etcheverry. L’incontro entra subito in lotta: entrambi spingono tanto col diritto, nonostante un vento molto insistente che imperversa su Amburgo. Con uno splendido cross difensivo che taglia il campo e sorprende l’argentino, Flavio si prende immediatamente la palla break (30-40). Tomas la cancella comandando lo scambio dal centro, e poi anche una seconda col servizio. 14 punti per arrivare a 1-0 Etcheverry. Più comodo il primo turno di Cobolli, lo vince a 30, pur mettendo in gioco una prima su due. L’argentino è più attivo in quest’avvio, colpisce forte e più profondo, complessivamente muove di più il gioco e dopo il primo turno anche il servizio è più incisivo. Con un bel turno a zero, Etcheverry si porta 3-2. Nel sesto game Cobolli inizia con due errori, sotto la pressione del rivale, piuttosto solido anche col rovescio. Flavio rimonta con grinta ma il primo doppio fallo del match forza il game ai vantaggi. Pessima l’esecuzione di rovescio di Cobolli, quasi non muove e impatta male, è palla break per l’argentino. Il romano si salva con una prima esterna ottima, sulla riga. La battaglia si fa intensa, feroce. Cobolli con un altro doppio non chiude il game, poi uno splendido rovescio lungo linea vale all’argentino una seconda PB. Come l’annulla Flavio! Bordata di diritto lungo linea da sinistra, che rischio ma esecuzione formidabile. Etcheverry si prende il campo con due diritti, terrificante il secondo, e la terza palla break è questa giusta, grazie a un brutto diritto di Cobolli scaraventato a rete dopo il servizio, altro brutta esecuzione. 4-2 e poi 5-2, Etcheverry, vantaggio meritato visto i meno errori e bravo a rimontare da 15-30 nel settimo game con due attacchi impeccabili. Tomas è un vero muro, non sbaglia niente, mentre Cobolli ha fretta di chiudere il punto ed esagera. Un rovescio ben out costa al romano il 15-40 e due set point. Doppio fallo, brutta chiusura di un set che gli è scivolato via, condito da 18 errori. Troppi.
    Etcheverry fila via dritto come un treno, comanda dal centro del campo con traiettorie profonde e sicure, Cobolli non riesce a scardinarlo. Altro game a zero (1-0), il quinto di fila. Finalmente Flavio interrompe la striscia del rivale tornando a vincere un turno di servizio, ma in risposta non trova la chiave per riprendere campo e forzare gli errori dell’argentino. Si incita Cobolli dopo un rovescio spedito in rete, colpito da quasi tre metri dietro la riga di fondo, difficile incidere da quella posizione, a tutto parte da come serve bene Etcheverry e dalla qualità del suo primo colpo di scambio. Cobolli sbaglia un tentativo di smorzata nel quarto game, poi va sotto alla solidità dell’argentino e concede una delicatissima palla break. Si salva col servizio Flavio, ma Tomas insiste colpendo benissimo la palla col diritto quasi sulle righe. Perfetto Etcheverry sulla seconda palla break: risposta aggressiva, diritto potente e chiusura con altra bordata col diritto imprendibile. Un BREAK che manca il 25enne di La Plata di avanti 3-1 e servizio. Improvvisamente Etcheverry, forte del vantaggio, si distrae e comunque concede qualcosa. Due errori, quanto basta a costargli il 15-40, due chance per rientrare. Bravo Cobolli sulla seconda: accelera bene col rovescio, avanza e chiude. Contro BREAK, 3-2. L’incantesimo di Etcheverry si è spezzato, i suoi colpi sono meno telecomandati e Cobolli ha ripreso fiducia ed efficacia. 3 pari. Il set torna in equilibrio, Flavio regge meglio il pressing del rivale ma ha sempre un po’ fretta nel cercare la chiusura col rovescio, colpo meno sicuro e che gli costa qualche errore. La fatica degli scambi molto fisici inizia a farsi sentire, è evidente da come entrambi cercano di rifiatare tra un punto e l’altro. Nonostante un doppio fallo, Etcheverry si porta 5-4. L’intensità nel decimo game è massima, quanto corre Etcheverry, e come lo fa bene… Cobolli chiede l’aiuto del servizio per tenere a distanza il rivale, 5 pari. Nel game #11 Etcheverry è sorpreso da una risposta molto profonda di Flavio, poi sbaglia un diritto lungo linea, per una volta è lui ad avere fretta. 15-40, due chance per l’allungo per l’azzurro. Uff!!! Esce di un niente un lob di Cobolli sulla prima, sarebbe stato vincente (30-40); Fretta e pessimo equilibrio col rovescio per Cobolli sulla seconda, con la palla a mezza rete. Siamo in piena bagarre, ora è Tomas a sbagliare malamente col rovescio, PB #3. Furia Cobolli! Diritto pesantissimo inside out e poi vincente cross, partendo da una seconda di servizio aggredita con potenza. BREAK, Cobolli serve avanti 6-5. Bravo Flavio a sorprendere Tomas con palla corta e lob millimetrico (30-15), poi un rovescio spolvera la riga, 40-15 e due Set Point. Con un passante in back bassissimo Etcheverry annulla il primo, poi sparacchia con fretta Cobolli sul secondo, errore grave dopo la prima di servizio. Cobolli chiude al terzo, ottimo attacco col diritto lungo linea. Bella reazione da 3-1 sotto, si va al terzo.
    Dopo una discreta pausa per la sosta negli spogliatoi, Etcheverry riparte al servizio e vince il game, può fare corsa di testa nel set decisivo. Ottimo anche il primo turno di battuta di Cobolli, lo stop non lo ha freddato. L’argentino nel terzo game smarrisce la prima, sbaglia due diritti e scivola sotto 15-40. Spreca Cobolli la chance da destra con una pessima risposta di rovescio, si di una seconda palla fin troppo lenta… Con coraggio Etcheverry spinge a tutta col diritto e pizzica la riga. L’argentino salva un game molto delicato (2-1), quindi è Cobolli in crisi, per colpa di due doppi falli e un rovescio largo giocato con poche gambe. 30-40, ora la chance ce l’ha Tomas. Rischia Flavio col diritto inside out, un contro piede che sorprende l’avversario. 2 pari. Il set avanza con game duri, una lotta su ogni scambio, vero braccio di ferro di forza, ma senza chance in risposta. La fatica della battaglia inizia a farsi sentire, qualche recupero è meno vigoroso come è giusto che sia. Sul 4 pari Cobolli inizia con una risposta aggressiva e poi scarica un bel diritto che sbaraglia il rovescio dell’argentino. Serve il servizio, Etcheverry lo trova (215 km/h), poi un’altra. Nello scambio ora comanda Flavio, ha più energia, è più esplosivo. Sul 30 pari Cobolli domina, due lungo linea uno meglio dell’altro, è palla break. Non ha più gambe l’argentino, gioca un rovescio totalmente bloccato e la palla scappa via. BREAK Cobolli! 5-4, serve per il match. L’azzurro sente di averne di più, è lucido nello spingere senza esagerare, si fa spazio e chiude con un buon rovescio lungo linea, poi è sfortunato su di un rimbalzo fasullo, 15 pari. Ottima prima sulla riga, 30-15. Con una risposta malamente in rete, ecco Due Match Point per Cobolli. Basta il primo, largo un diritto dell’argentino. Che rimonta! Bravo a tenere, si gioca il titolo domani.

    ATP Hamburg Tomas Martin Etcheverry654 Flavio Cobolli276 Vincitore: Cobolli ServizioSvolgimentoSet 3F. Cobolli 15-0 15-15 30-15 40-154-5 → 4-6T. Martin Etcheverry 0-15 15-15 15-30 30-30 30-404-4 → 4-5F. Cobolli 15-0 ace 30-0 40-0 40-154-3 → 4-4T. Martin Etcheverry 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace3-3 → 4-3F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-403-2 → 3-3T. Martin Etcheverry 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2F. Cobolli 0-15 df 15-15 15-30 df 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-402-1 → 2-2T. Martin Etcheverry 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-401-1 → 2-1F. Cobolli 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 ace1-0 → 1-1T. Martin Etcheverry 0-15 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2F. Cobolli 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-405-6 → 5-7T. Martin Etcheverry 15-0 15-15 df 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A5-5 → 5-6F. Cobolli 15-0 15-15 30-15 40-155-4 → 5-5T. Martin Etcheverry 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 df4-4 → 5-4F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-404-3 → 4-4T. Martin Etcheverry 15-0 30-0 30-15 40-153-3 → 4-3F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-2 → 3-3T. Martin Etcheverry 15-0 15-15 15-30 15-40 30-403-1 → 3-2F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 ace 30-30 30-40 40-40 40-A2-1 → 3-1T. Martin Etcheverry 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 40-151-0 → 1-1T. Martin Etcheverry 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1F. Cobolli 0-15 15-15 15-30 15-40 df5-2 → 6-2T. Martin Etcheverry 15-0 ace 15-15 15-30 30-30 40-304-2 → 5-2F. Cobolli 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 ace 40-40 df 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A3-2 → 4-2T. Martin Etcheverry 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2F. Cobolli 0-15 15-15 15-30 30-30 ace 40-302-1 → 2-2T. Martin Etcheverry 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-301-1 → 2-1F. Cobolli 15-0 15-15 30-15 40-15 40-301-0 → 1-1T. Martin Etcheverry 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 1-0

    Statistica
    Etchevery 🇦🇷
    Cobolli 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    260
    256

    Ace
    4
    6

    Doppi falli
    2
    5

    Prima di servizio
    56/101 (55%)
    60/106 (57%)

    Punti vinti sulla prima
    37/56 (66%)
    39/60 (65%)

    Punti vinti sulla seconda
    26/45 (58%)
    25/46 (54%)

    Palle break salvate
    7/10 (70%)
    4/7 (57%)

    Giochi di servizio giocati
    15
    15

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    144
    126

    Punti vinti sulla prima di servizio
    21/60 (35%)
    19/56 (34%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    21/46 (46%)
    19/45 (42%)

    Palle break convertite
    3/7 (43%)
    3/10 (30%)

    Giochi di risposta giocati
    15
    15

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    12/16 (75%)
    7/10 (70%)

    Vincenti
    20
    40

    Errori non forzati
    34
    53

    Punti vinti al servizio
    63/101 (62%)
    64/106 (60%)

    Punti vinti in risposta
    42/106 (40%)
    38/101 (38%)

    Totale punti vinti
    105/207 (51%)
    102/207 (49%) LEGGI TUTTO

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    “Djokovic è tra i favoriti a Roland Garros”, Courier e Mauresmo credono nelle chance del serbo

    Novak Djokovic (foto Getty Images)

    Mai sottovalutare il cuore e la classe di un campione come Novak Djokovic, anche se ha appena spento in quel di Ginevra 38 “candeline” e il suo tennis non brilla come nei giorni migliori, quando dominava il tour maschile. Così l’ex campione Jim Courier e Amelie Mauresmo (direttrice di Roland Garros) parlano del serbo alla vigilia del torneo parigino, al via domenica con i primi incontri di main draw. Secondo “Big Jim”, oggi stimato commentatore e presentatore in alcuni tornei, Novak potrebbe trovare una buona forma strada facendo e non è giusto escluderlo a priori tra i candidati al successo finale. “Innanzitutto sono rimasto sorpreso che loro (Djokovic e Murray) si siano messi insieme, quindi non sono sorpreso che sia finita, mi sarei chiesto solo quanto a lungo potevano durare”, afferma il quattro volte campione Slam a TNT. “Novak sta faticando, non sta vincendo le partite a cui era abituato, ma quest’anno ha mostrato picchi davvero alti. La sua vittoria coraggiosa contro Alcaraz in Australia mentre era infortunato ce la siamo dimenticatai troppo alla svelta, come altre vittorie a Miami… In quelle partite è tornato il campione che conosciamo. Per lui il problema oggi sembra tenere quel livello a lungo. Ritengo sia un buon segno che abbia accettato una wild card a Ginevra questa settimana e che stia cercando di giocare qualche partita per guadagnare un po’ di slancio in vista del Roland Garros. Considerarlo fuori da giochi per il titolo di Parigi è un’operazione che si fa a proprio rischio e pericolo. Non sarà facile per lui, è dura anche perché è sceso nel seeding, ma sarà dura anche gli altri batterlo“.
    Questo invece il pensiero di Amelie Mauresmo, attuale direttrice di Roland Garros: “Il fatto che abbia scelto di giocare qualche partita a Ginevra, per sentirsi un po’ più sicuro sia a livello di gioco che mentale, è un buon segno, significa che è ancora piuttosto motivato. Forse non arriverà con grandi aspettative, ma non potrà mai essere escluso dalla lista dei pretendenti al titolo, questo è certo“. Amelie, al contrario di Courier, invece è rimasta sorpresa dalla repentina interruzione del rapporto con Murray, con Parigi alle porte e poi Wimbledon. “Non so perché si siano fermati con Andy, a dire il vero. Ma sono contenta che Murray abbia avuto questa esperienza con Novak. Credo che si impari molto anche su se stessi quando ci si trova dall’altra parte della barricata. Mi sarebbe piaciuto vederli entrambi qui e lavorare insieme. È un peccato, significa che è così che doveva andare.”
    Anche Caroline Wozniacki, nuova opinionista per il network Eurosport, pensa che Djokovic sia, nonostante tutto, uno dei favoriti per il titolo a Roland Garros. “Djokovic quanto sente il profumo degli Slam si trasforma, non lo puoi assolutamente escludere dalla lista dei primi favoriti” afferma la danese. “Ha obiettivi chiari in mente ed è lì che vuole arrivare. Se c’è un motivo per cui gioca questa settimana a Ginevra è perché sa di non aver ancora giocato il suo miglior tennis, vuole ritrovare sensazioni positive prima di affrontare uno Slam. Non si può mai darlo per spacciato, ha battuto Alcaraz, ha battuto alcuni dei migliori giocatori”.
    “Riuscirà a resistere per sette partite? Questo è il punto di domanda quando si invecchia. Il tuo corpo non è più quello di una volta, non si recupera più facilmente come prima. Vincere uno Slam è difficile sempre e ancor più quando si arriva alla sua età, ma se c’è qualcuno che può farlo questo è Novak. Sappiamo che si prende cura del suo corpo così bene. E farà di tutto, dall’alimentazione alla fisioterapia, per raggiungere il suo apice nel torneo” conclude Wozniacki.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner, le possibili insidie di un rientro “sul rosso”

    Jannik Sinner a Parigi 2024

    È il miglior rientro possibile, con l’abbraccio del pubblico romano e la “protezione” dell’ambiente dopo la sfortunata sospensione? Oppure tornare in competizione sulla terra battuta, la superficie meno congeniale dopo il più lungo stop in carriera, non sarà il contesto tecnico ideale e rischia di riservare insidie o addirittura brutte sorprese? Questo è l’interrogativo che aleggia tra molti appassionati ed addetti ai lavori alla vigilia del ritorno in competizione di Jannik Sinner agli Internazionali BNL d’Italia 2025. Di tutto quel che ha portato a questa ingiusta situazione si sono scritti fiumi di parole, non è il caso tornarci per l’ennesima volta. Si guarda avanti, ai prossimi sei mesi di tornei da giocare a tutta. Da affrontare a testa alta, da vero n.1, forte dell’opportunità di aver potuto lavorare sul fisico senza lo stress della competizione. “Un’occasione irripetibile” sottolineava anche Marco Panichi, preparatore del nostro campione di Sexten che ci aspettiamo bello carico, con tonnellate di adrenalina in corpo per quest’astinenza che vorrà cancellare con un colpo di spugna. Anzi, con i suoi colpi tanto veloci quanto precisi.
    Recentemente Jannik ha parlato, confessando che negli allenamenti più recenti, quelli affrontati con massima intensità per preparare il sospirato rientro, ha giocato sprazzi di tennis convincente ma anche di aver sofferto di passaggi a vuoto da analizzare per capirne i motivi. Senza voler fare psicologia da quattro soldi, forse è facile capirne i perché… Jannik è un uomo solido e maturo, diventato campione con lavoro e visione, cavalcando giorno dopo giorno la sua ambizione verso l’eccellenza e la sua Straordinaria Normalità. Ma essere normale implica anche essere fragili, avere dubbi e incertezze, momenti che spingono alla riflessione e quindi alla reazione, quella molla che ti porta a capire gli errori e mettere in pratica le contromosse per superarli e diventare una versione migliore di te stesso. Con questa visione e percorso Sinner è diventato il migliore di tutti, per distacco. Per questo lo stop ingiusto, accettato bevendo un calice di veleno, avrà certamente lasciato qualche scoria dentro di lui. Come lo stop alla competizione comporterà sicuramente qualche criticità nel gioco.
    Sinner è un tennista favoloso, genera potenza e velocità come nessuno con fluidi slanci ed elasticità, meravigliose sincronie frutto di ripetizioni e fiducia sentendo la palla, provando i suoi schemi, lavorando e competendo. La partita è una condizione necessaria all’eccellenza perché per quanto focus tu possa mettere negli allenamenti, quando si gioca con punteggio “vero” e un avversario da battere tutto cambia, sia che tu sia un NC del circolo dietro casa che il n.1 del mondo. La mancanza di partite vere sarà uno scotto da pagare, sicuramente. Solo il campo ci dirà quanto sarà pesante. La solidità mentale di Jannik ci fa sperare che l’impatto negativo dello stop possa essere minimo, contenuto in qualche errore di troppo, qualche passaggio a vuoto coperto dalla sua classe immensa. Ma dobbiamo anche ipotizzare uno scenario più cupo, con qualche difficoltà vera e magari anche qualche sconfitta. Sinner non perde in torneo dalla finale di Pechino 2024, poi ha infilato uno dopo l’altro Shanghai, ATP Finals, Davis Cup e Australian Open. Sarebbe ingiusto chiedergli di tornare dopo tre mesi interi “off” e stravincere. Magari vincerà, ma forse non sarà una passeggiata e se ci sarà da soffrire, …soffriremo con lui, consapevoli che potrebbe essere uno Jannik meno sciolto, meno sicuro, con poco ritmo e qualche errore per lui insolito. Affronterà qualcosa che non ha mai provato, per questo lo scenario competitivo potrebbe essere altrettanto diverso, non necessariamente facile. Se invece la sua forza interiore e la serenità del sapere di non aver fatto niente di male, abbinate al tanto lavoro svolto e la terribile voglia di rivalsa che cova dentro di lui lo porterà a riannodare in un attimo il filo spezzato e tornare a dominare, beh… solo applausi.
    Questa la condizione mentale. Ma quella tecnica? È indubbio che la terra battuta sia la condizione che Jannik ama di meno. Per eccellere sul rosso servono tre qualità su tutte:
    – potenza, per spingere una palla che con l’impatto sul mattone tritato rallenta e s’impenna;
    – gestione delle rotazioni, dato che per ovviare ai rimbalzi è efficiente spazzolare la palla con vigore, più margine e meno rischio, oltre che per sfruttare a proprio favore le peculiarità della superficie;
    – resistenza fisica, visto che gli scambi sono non solo intensi ma anche mediamente più lunghi.
    Tre impostori che in tutta la carriera di Sinner non sono mai stati il suo punto di forza. Lui ha un tennis fluido, accelera di timing d’impatto e non di potenza muscolare, mentre su terra questo non lo puoi sempre fare. La sua racchetta riesce a gestire bene le rotazioni degli avversari, ma è indubbio che colpire palle più pulite sul ritmo sia il suo pane quotidiano. Sulla forza fisica invece possiamo forse essere relativamente sereni, visto che nei tre mesi lontano dai tornei ha sicuramente investito energia e tempo sul potenziare il fisico, lavori impegnativi che con l’alternanza classica di partite e riposo sono difficili da inserire. Preparando un rientro su terra battuta, e con l’obiettivo di giocare bene agli IBI25 e poi a Roland Garros, è possibile che i suoi meccanismi di gioco siano stati tarati per affrontare al meglio il tennis sul “rosso”. In carriera Sinner ha vinto solo un torneo su terra battuta, Umag 2022, solo uno nei suoi 19 successi… Ma non ci dimentichiamo che lo scorso anno arrivò a Roland Garros tutt’altro che in forma e portò Alcaraz al quinto set in semifinale, con la nettissima sensazione che la sconfitta arrivò perché il serbatoio era in riserva, non perché l’avversario avesse giocato così meglio.
    Vedremo anche il sorteggio del tabellone a Roma, altro fattore da considerare per l’immediato. Per sperare in una lunga corsa nel torneo capitolino non sarebbe male affrontare un paio di partite non terribili, magari evitando subito qualche specialista del “rosso” già molto rodato nelle scorse settimane, qualcuno che potrebbe bloccare Jannik in una dura partita e mettere a galla la sua mancanza di competizione. Con i tantissimi italiani in gara, potrebbe essere anche Derby all’esordio, chissà.
    Jannik Sinner sta per tornare e lo farà proprio a Roma. È mancato tantissimo, a tutto il mondo della racchetta. Bentornato Campione.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Becker a cuore aperto: “Finire in prigione è stata la sveglia di cui avevo bisogno per iniziare una nuova vita. La classe politica attuale è pessima e ha dimenticato gli errori del passato”

    Boris Becker ai Laureus 2025

    Boris Becker è diverso, lo è sempre stato. Non vinci Wimbledon a 17 anni per caso, è uno di quei personaggi che hanno un’aura particolare, divisivo e mai scontato. Ha toccato il cielo con un dito senza esser pronto a tutto questo e il suo modo unico e tutto personale di vivere la carriera e la vita gli è costato errori clamorosi, che ha pagato a caro prezzo finendo addirittura in prigione. Dai più grandi titoli alle cadute più rovinose ne è sempre uscito a testa alta e maturando ha acquisito una consapevolezza diversa, passando da uno che si sentiva invincibile a uomo risoluto e pazienze, fiero delle sue esperienze ma ora assai umile. Boris ha rilasciato una bella e toccante intervista a El Pais, a latere dei Laureus Award della scorsa settimana. Ha spaziato su molti temi della sua vita e non solo, per questo è interessante riproporre i punti salienti del suo pensiero perché le sue parole fanno indubbiamente riflettere, in particolare quando parla dei suoi errori e di quelli che nel mondo attuale sta commettendo anche per colpa di una politica non all’altezza dei tempi difficili che stiamo vivendo. Una critica alla società pungente quanto il suo servizio, imprendibile sui prati londinesi e non solo.

    “A volte ho avuto davvero molta paura e ho pagato per i miei errori, ma ho sempre imparato molto di più dalle mie sconfitte che dalle mie vittorie“, riflette Becker. Il campione tedesco ricordiamo è stato condannato nell’aprile 2022 a due anni e mezzo di carcere dopo essere stato riconosciuto colpevole di quattro capi d’imputazione ai sensi dell’Insolvency Act del Regno Unito per non aver dichiarato correttamente parte dei suoi beni nella procedura fallimentare. Dopo meno di otto mesi trascorsi nel carcere londinese di Wandsworth, è stato rilasciato nel dicembre dello stesso anno, dopo aver trascorso 231 giorni dietro le sbarre. Dopo essere stato deportato dal Regno Unito, si recò presto in Germania per ricominciare una nuova vita, più consapevole.
    “Mi è successo nel tennis, e mi è successo nella vita. Anche con il carcere. Quando hai il successo che avevo io da giovane, dai per scontato che andrà sempre bene, che sei invulnerabile. E non lo ero. Ho dovuto imparare che la maggior parte delle persone non vince, che la vita è difficile. Subire una sconfitta dura come quella del carcere è stato il campanello d’allarme di cui avevo bisogno per cambiare. Mi ha reso un uomo molto migliore di quanto non fossi prima di entrare. È stata come una sveglia per iniziare un cammino diverso come uomo”.
    Già prima del carcere, i problemi di Becker erano stato sbattuti in prima pagina dalla feroce stampa britannica e questo fu già un primo prezzo importante da pagare. “Ho perso completamente la mia privacy, una perdita che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Sono stati anni molto difficili per me; vivere così è insopportabile. È stato un incubo, ma alla fine fa parte del processo, e ora sono in pace con la vita. Tutto quello che mi è successo è una conseguenza dei miei successi. Se non avessi vinto Wimbledon a 17 anni, se non fossi stato il numero 1 del mondo, se fossi stato semplicemente un tennista mediocre, non avrei sofferto di tutti questi problemi. Sono due facce della stessa medaglia, e ora lo accetto, ma ci sono stati momenti in cui avrei solo voluto sparire”.
    Errori, ma sempre a testa alta, come in campo dopo le sconfitte: “Non provo risentimento per il mio passato, anzi… Ripenso alla mia vita con grande orgoglio. È stata intensa, non sapevo di poter vivere così tante esperienze in 57 anni. Dopo un po’, il tennis è diventato noioso perché sapevo esattamente cosa dovevo fare per vincere. Una volta che lo fai più e più volte, non c’è più alcun mistero. Mi sono annoiato e ho voluto provare cose nuove. Ed è quello che ho fatto. Alcune cose le ho azzeccate e mentre in altre ho commesso gravi errori, ma ho vissuto esperienze che non avrei mai pensato di poter vivere, e sono ancora qui a insegnare ai miei quattro figli senza che debbano imparare dai libri di testo”.
    Parlando della società, Becker critica duramente la situazione attuale, un mondo che sto tornando sempre meno tollerante. Ma anche quando sposò la modella Barbara Feltus in patria su aspramente criticato. “Ho preso decisioni familiari che hanno avuto ripercussioni pubbliche, ma mi sembrano del tutto normali perché non mi interessa il colore della pelle delle persone. Ho figli di etnia mista e li vedo soffrire le stesse cose che ha sofferto la loro madre. Pensavo che avessimo imparato dal passato, ma purtroppo non è così. Come società, stiamo commettendo gli stessi errori di 20, 40 o 60 anni fa. È molto deludente. La domanda è perché? Credo che la qualità dei politici di oggi non sia all’altezza di quella che avevamo 40 anni fa, quando fu creata una grande Europa. In Germania, ad esempio, c’era una grande consapevolezza che quanto accaduto in passato non si sarebbe ripetuto, eppure eccoci qui con un partito di estrema destra [AfD] che raccoglie milioni di voti. E non è solo in Germania… Molti paesi occidentali non hanno imparato dagli errori del passato e stiamo vivendo un’epoca pericolosa in questo senso. Onestamente, sono cresciuto sperando che avremmo creato un mondo migliore di quello dei nostri nonni e che avremmo posto fine a tutti questi movimenti, ma mi sbagliavo. Siamo tornati al punto di partenza”.
    L’intervista si chiude con un parere su Alcaraz che, tra il forfait a Madrid e l’uscita del documentario, è sulla bocca di tutti gli appassionati. “Alcaraz ha una pressione molto difficile da sopportare perché c’è un solo Rafa. Detto questo, Carlos sta lasciando il segno a modo suo. È ancora molto giovane e il suo meglio deve ancora venire, ma è impossibile prevedere per quanto tempo un tennista rimarrà al vertice. Spero che Carlos giochi per altri 10 o 15 anni perché per me è il tennista più entusiasmante del mondo da vedere in questo momento, ma gli spagnoli, soprattutto i giornalisti, devono stare attenti e non giudicarlo così severamente ogni volta che perde una partita perché è un giocatore molto diverso da come era Nadal. Carlos ha più talento naturale, ma il cuore di Rafa non lo avrà nessun altro atleta nella storia. Carlos è fantastico, Novak [Djokovic] e Roger [Federer] sono leggende, ma Rafa era a un livello di competitività diverso”.
    Nei mesi scorsi si parlava con insistenza di un possibile ingresso di Becker nel team di Zverev, da super-coach, per provare ad alzare il livello del gioco del connazionale e vincere finalmente quello Slam che tanto manca nella sua carriera. Vedremo se questo matrimonio si realizzerà o meno. Certamente la personalità e visione di Boris potrebbero essere quel valore aggiunto che finora è sempre mancato a Sasha. Quando hai acanto uno come Becker, la giornata scorre diversamente, e le sue parole non possono non toccarti dentro.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Madrid: Berrettini rimonta Giron ma preoccupa un problema muscolare al fianco sinistro

    Matteo Berrettini (foto Brigitte Grassotti)

    Vincere, ma senza festeggiare con un bel sorriso, nonostante una rimonta non facile, perché quel dolore al fianco evoca le paure più nere… Il tennis è uno sport davvero strano, unico e affascinante, ma anche terribilmente crudele. Ci sono partite che sembrano mettersi male, ormai compromesse, e all’improvviso girano in modo del tutto inatteso. Ci sono degli avversari che in qualche modo “danno fastidio”, non sembrano così irresistibili ma non li leggi, non trovi il varco per entrare con forza e imporre le tue qualità, tanto da bloccarti e perdere di vista il tuo miglior tennis. La situazione si fa ancor più difficile quando vivi un giornata così così, poco brillante per reattività e pure abbuiata da chance non sfruttate. Eppure, dopo aver subito un problema fisico che sembra aver compromesso il match… questo gira all’improvviso dalla tua parte, con l’avversario del tutto crollato dopo un set perso in modo rocambolesco con un doppio fallo sul set point. Questo l’incredibile epilogo del match di secondo turno tra Matteo Berrettini e Marcos Giron, con l’azzurro che porta a casa una vittoria importante per 6-7(3) 7-6(6) 6-1 ma con tanta preoccupazione per un problema muscolare accusato al fianco sinistro nella fase finale del secondo set. Fisioterapista in campo prima dell’avvio del terzo parziale e massaggi al fianco, con bruttissimi ricordi di tanti infortuni muscolari sofferti in passato, ma il set decisivo scorre via tutto dalla parte dell’azzurro, pur servendo “piano” per le sue possibilità ma con un diritto finalmente libero e ficcante, e un avversario totalmente crollato sul piano nervoso e non più lucido. Al terzo turno c’è una grande sfida contro Jack Draper, ma… Matteo riuscirà a giocare?
    Dopo l’inattesa svolta e conclusione, è difficile commentare oltre questa partita, non bella, difficile e terminata con una vittoria che potrebbe non bastare a far continuare la corsa nel torneo madrileno al nostro campione. Roma è a soli 10 giorni, è il torneo di casa dove manca da troppo tempo… Ma solo lui sa come si sente e valuterà per il meglio cosa fare. Certamente questo problema muscolare è una doccia fredda, perché nel 2025 abbiamo esaltato più volte la straordinaria condizione fisica di Berrettini, che con Umberto Ferrara a suo fianco ha lavorato davvero bene per giocare il suo tennis potente, in spinta, ma con meno strappi e una tenuta nella lotta davvero eccellente. Qualcosa però nel match odierno stonava, e lo si è visto fin da subito. Giron è uno che Matteo digerisce male, tanto da averci perso nelle prime due partite (pure una su erba…). Probabilmente legge bene i servizi dell’azzurro, riesce a giocare con profondità e continuità, mentre Berrettini fa fatica a sfondarlo da fondo e risponde così così. Poco profondo nello scambio l’azzurro, in risposta incerto rispetto ai suoi ultimi tornei, e una sensazione di scarsa reattività nel fare il primo passo verso la palla, come se non gli piacesse la superficie, sentisse come uno scivolamento eccessivo che lo porta ad appoggi un po’ felpati e poco potenti. Infatti col contro piede Giron ha fatto sfracelli, ma in generale il tennis solo ordinato, continuo e potente gli è bastato per arginare le velleità del nostro per i due primi set. Ovviamente se Berrettini avesse sfruttato le palle break e set point nel primo parziale, forse ora staremmo scrivendo ben altro, ma complessivamente Matteo non ha convinto, pur finendo la partita con un saldo positivo tra vincenti ed errori.
    Sul ritmo Berrettini ha sofferto Giron, tanto, così che le variazioni col back di rovescio, pure alcuni eccellenti slice col diritto nel terzo set, sono state armi più efficaci di drive in spinta non così potente e soprattutto poco profondi. Pure lo schema principe di Matteo, diritto da sinistra inside out a tutta dopo una buona prima palla in gioco, è parso spuntato perché la sbracciata era un po’ trattenuta e mai davvero libera, fluida come nei giorni buoni. Solo dal terzo set, per assurdo, servendo al 50% del suo potenziale, il diritto si è come sbloccato e Marcos è stato travolto, ma ormai l’americano era del tutto scappato dal match con la testa, dopo aver regalato il set con un doppio fallo terribile.
    Una vittoria amara, giocando maluccio, ma con la grande apprensione per le condizioni fisiche. Berrettini ce la farà a sfidare Draper e continuare il torneo? O prudenzialmente getterà la spugna per arrivare a Roma e cercare di tornare in campo al Foro Italico? Comunque vada, in bocca al lupo Matteo, un altro infortunio proprio no, proprio ora.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Berrettini inizia la partita con buon turno di servizio, più che “bombe” di servizio un ottimo uso del back di rovescio per spostare Giron che ha proprio nella copertura del campo uno dei suoi punti forti. Proprio con il taglio sotto di rovescio Matteo fulmina Marcos, smorzata spettacolare nel secondo game, ma Giron ai vantaggi vince il game (pure un nastro fortunatissimo sull’ultimo punto), 1 pari. Più prime palle incisive che Ace per Berrettini, e un’altra palla corta perfetta che l’americano nemmeno prova a rimettere. (2-1). Nel quarto game la risposta di Matteo sale in cattedra, seguita da un diritto molto incisivo. 0-30 e poi 15-40, con un’altra risposta davvero efficace che sorprende Giron. Prime palle break per l’azzurro. Il 31enne californiano s’inventa una palla corta talmente “storta” che sorprende Berrettini, mentre sulla seconda è ottimo l’attacco dell’azzurro ma tocca una volée tutt’altro che difficile, le chance sfuma. Filano via lisci i game di battuta del romano, a zero il quinto per il 3-2. Giron non inventa nulla, gioca pratico spingendo col diritto, molto attento a mettere la prima palla in gioco per non essere investito dalla risposta dell’azzurro. Spettacolo pochino… rari gli scambi interessanti, i momenti migliori sono le smorzate di Matteo, o qualche bordata di diritto delle sue dopo una buona prima palla. Nell’ottavo game Giron smarrisce il servizio, da 40-0 commette ben due doppi falli che mandando il game ai vantaggi. Matteo non coglie l’attimo, non trovando risposte convincenti. 4 pari. Di nuovo l’azzurro si fa rimontare sul 30 pari nel suo game, ma alza l’attenzione, serve bene e chiude col diritto pesante senza esagerare col rischio. 5-4. Il score fa salire la tensione, e il braccio di Giron la sente tutta… Prima spedisce in rete una smorzata pessima, quindi doppio fallo. 0-30, a due punti dal set Berrettini. I Set Point arrivano subito, con un bel diritto lungo linea a chiudere un lungo scambio iniziato in difesa. 0-40! Marcos salva il primo rischiando a tutta col diritto cross; poi non va la risposta di rovescio di Matteo, 30-40; si poteva far meglio sul terzo… l’attacco in contro tempo di Giron non era niente di che, ma il passante di rovescio di Berrettini non passa la rete, con una sua smorfia beffarda verso il suo angolo per l’occasione mancata. 5 punti di fila, e 5 pari. Niente, l’equilibrio regge, tiebreak time nonostante 5 punti in più, giusto le 5 palle break non sfruttate su due game. Inizia male Berrettini, cede il primo punto al servizio con un diritto giocato con piedi bloccati. Regala Giron il successivo, pessima volée dopo un lungo scambio. Solo errori, ancora Berrettini stavolta sotto rete, sorpreso da un passante robusto ma non ingiocabile (leggero ritardo nell’arrivare sulla rete). 3-1 Giron, poi finalmente una buona prima di servizio per il romano (3-2), che si lamenta per la poca reattività di gambe, più emotiva che fisica (pare). Terribile l’errore di Matteo sul 5-3, un diritto a campo aperto tirato lungo, gli costa tre set point. Giron chiude subito con un Ace, 7-3, un tiebreak davvero mal giocato dall’azzurro, forse con in testa i tre set point non sfruttati nel decimo game.
    Scuote la testa Berrettini nel primo game del secondo set, sembra non convinto del suo gioco, forse di appoggi non sempre sicuri, tanto che in risposta non incide. Per fortuna il servizio c’è, e a zero impatta 1 pari, ma è in risposta dove non trova continuità di spinta e nemmeno profondità, è tutto troppo facile per Giron al servizio, ordinato e con pochissimi errori (2-1). È continuo il dialogo con l’angolo, Bega e Ferrara spronano Matteo, assai poco convinto in questa fase del match. Giron spinge con semplicità, buon margine e niente regali, è sufficiente per portare a casa il turno di battuta, con prime palle nemmeno così veloci ma ben angolate. 3-2. Asciugamani sul volto per Matteo al cambio di campo, sembra molto insoddisfatto per la sua prestazione, le gambe che non vanno, i colpi che non scorrono. Per fortuna il servizio tiene a galla l’azzurro, nonostante un po’ di fatica nel chiudere l’attacco sotto rete. 3 pari, con urlo sull’ultimo punto per scuotersi. Marcos non se ne cura, continua a martellare con servizio e diritto, prevedibile ma efficace (4-3). Sul 4 pari finalmente Berrettini si accende. Fantastico il rovescio lungo linea vincente che punisce l’americano, 0-30. Giron ritrova la prima palla e la musica cambia, veloce nel prendere in contro piede l’azzurro sulla destra. 4 punti di fila con 4 ottimi servizi, ma la risposta di Matteo è troppo instabile. 5-4 Giron. L’americano riesce a restare avanti, si porta 6-5 con un altro game non eccellente ma alla fine solido. Inizia male il game #12 Berrettini col primo doppio fallo dell’incontro. Si piega pure sui fianchi l’azzurro, come per testare la muscolatura. Marcos poi grazia l’azzurro con un passante di rovescio scagliato out per troppa foga, bastava molto meno… Brutto game, solo errori e 30 pari. È a due punti dalla grande W l’americano… La sagra degli errori continua, ai vantaggi Matteo si affida alla palla corta, e ne trova due ottime, una dopo l’altra. Tiebreak, con 32 punti pari nel parziale. Due errori in apertura nel game decisivo, poi finalmente l’Ace per Matteo (2-1). Serve bene ora l’americano, si gira 3 punti pari. Si prende un bel punto Berrettini su di una seconda palla, martellando col diritto da sinistra, poi sul 4 pari approfitta di un banale errore in scambio di Giron, braccio trattenuto e palla a mezza rete. 5-4, e serve l’italiano. Ecco la progressione di The Hammer, mangia il campo con tre diritti, 6-4 e due set point. Spreca il primo Matteo, sorpreso da una risposta sulla rete del rivale e poi un errore banale. Marcos attacca con decisione e il tocco sotto rete, tremebondo, è vincente. 6 punti pari. Terribile il doppio fallo di Giron, lancio di palla pessimo… Tre set point Berrettini. Uff… esce di un niente un lob di Giron in recupero, sarebbe e stato vincente. SET Berrettini, 8 punti 6. Si va al terzo. Ma… al cambio di campo arriva il fisioterapista che tratta Berrettini al fianco sinistro. Ha sentito qualcosa provando il servizio.
    Inizia il terzo set con Berrettini alla battuta, non forza ma gioca solido e vince il game. Giron invece sembra inchiodato sul doppio fallo che gli è costato il secondo set, sbaglia una volée alta di rovescio non impossibile e poi un diritto di scambio. 15-40, due palle break per Matteo immediate. FINALMENTE IL BREAK! Matteo lavora bene la palla col break e, rallentando, alla fine provoca l’errore dell’americano. 2-0 Berrettini. Non forza la battuta l’azzurro, sembra non voler rischiare niente visto il fastidio, gioca solo seconde palle e nemmeno così cariche, ma col diritto ora colpisce con ottima precisione, 3-0! Destabilizzato Giron, tra il set perso e il fastidio di Matteo che, per assurdo, gioca col diritto più libero e non dà punch alla risposta del rivale. Rida amaro Marcos sull’ennesimo errore nel quarto game, ha certamente perso focus e sicurezza, mentre Berrettini rallenta, taglia col back e non sbaglia niente. Con lo schema smorzata e passante Matteo vola 15-40! Altro errore col diritto, totalmente fuori fase Giron e 4-0 Berrettini. Incredibile come la partita ha preso una svolta decisa, con Marcos ormai totalmente in balia dei colpi dell’azzurro e incapace di trovare continuità di spinta senza sbagliare, come aveva ben fatto nei primi due set. Con un grande attacco da tre quarti campo e poi un diritto fulminante dopo aver rallentato, l’azzurro decolla sul 5-0 a un passo da una vittoria a dir poco rocambolesca. L’americano vince un game di servizio, 5-1, quindi prova un ultimo assalto in risposta, ormai spalle al muro. Pur servendo “piano” i suoi standard, Berrettini impere la sua classe col diritto e con 4 punti di fila chiude al primo match point, 6-1. Incredibile rimonta, con il punto di domanda sulle condizioni per il dolore muscolare accusato. Non felice l’azzurro salutando il pubblico, non resta che attendere le sue parole per capire le sue condizioni e se il suo torneo a Madrid continuerà o meno.

    ATP Madrid Marcos Giron761 Matteo Berrettini [30]676 Vincitore: Berrettini ServizioSvolgimentoSet 3M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-5 → 1-6M. Giron 30-0 40-150-5 → 1-5M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 30-30 40-300-4 → 0-5M. Giron 0-15 15-15 15-30 15-400-3 → 0-4M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-150-2 → 0-3M. Giron 0-15 df 15-15 15-30 15-400-1 → 0-2M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0*-0 0-1* 1-1* 1*-2 ace 2*-2 3-2* 3-3* 3*-4 4*-4 4-5* 4-6* 5*-6 6*-6 6-7* df6-6 → 6-7M. Berrettini 0-15 df 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-406-5 → 6-6M. Giron 15-0 15-15 40-15 ace 40-305-5 → 6-5M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 ace5-4 → 5-5M. Giron 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-4 → 5-4M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 ace4-3 → 4-4M. Giron 15-0 30-0 40-0 ace ace3-3 → 4-3M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-2 → 3-3M. Giron 15-0 30-0 ace 40-0 40-152-2 → 3-2M. Berrettini 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-30 ace2-1 → 2-2M. Giron 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1M. Berrettini 15-0 30-0 ace1-0 → 1-1M. Giron 15-0 30-15 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 1*-0 1*-1 2-1* 3-1* 3*-2 4*-2 5-2* 5-3* 6*-3 ace6-6 → 7-6M. Giron 15-0 30-0 30-15 40-155-6 → 6-6M. Berrettini5-5 → 5-6M. Giron 0-15 0-30 df 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace4-5 → 5-5M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 30-30 40-304-4 → 4-5M. Giron 15-0 30-0 40-0 40-15 df 40-30 A-40 40-40 A-403-4 → 4-4M. Berrettini 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-30 ace3-3 → 3-4M. Giron 15-0 30-0 30-15 30-30 df 40-302-3 → 3-3M. Berrettini 15-0 ace 30-0 40-02-2 → 2-3M. Giron 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-401-2 → 2-2M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 40-151-1 → 1-2M. Giron 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-400-1 → 1-1M. Berrettini 15-0 30-0 ace 30-15 40-150-0 → 0-1

    Statistica
    Giron 🇺🇸
    Berrettini 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    271
    322

    Ace
    7
    12

    Doppi falli
    6
    1

    Prima di servizio
    63/105 (60%)
    75/97 (77%)

    Punti vinti sulla prima
    48/63 (76%)
    58/75 (77%)

    Punti vinti sulla seconda
    20/42 (48%)
    14/22 (64%)

    Palle break salvate
    5/7 (71%)
    0/0 (0%)

    Giochi di servizio giocati
    15
    16

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    59
    118

    Punti vinti sulla prima di servizio
    17/75 (23%)
    15/63 (24%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    8/22 (36%)
    22/42 (52%)

    Palle break convertite
    0/0 (0%)
    2/7 (29%)

    Giochi di risposta giocati
    16
    15

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    6/11 (55%)
    8/13 (62%)

    Vincenti
    24
    42

    Errori non forzati
    21
    8

    Punti vinti al servizio
    68/105 (65%)
    72/97 (74%)

    Punti vinti in risposta
    25/97 (26%)
    37/105 (35%)

    Totale punti vinti
    93/202 (46%)
    109/202 (54%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    207 km/h (128 mph)
    219 km/h (136 mph)

    Velocità media prima
    196 km/h (121 mph)
    193 km/h (119 mph)

    Velocità media seconda
    147 km/h (91 mph)
    167 km/h (103 mph) LEGGI TUTTO