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    Che cuore Cobolli! Soffre, rimonta e batte Etcheverry, è in finale all’ATP 500 di Amburgo

    Flavio Cobolli (foto Getty Images)

    Artigli e Cuore. Le due parole scritte da Flavio Cobolli sulla telecamera a bordo campo descrivono alla perfezione come il romano è andato a prendersi un meritato ma sofferissimo successo su Tomas Etcheverry nella semifinale dell’ATP 500 di Amburgo. Flavio va sotto nettamente nel primo set, davvero potenti, continui e profondissimi i colpi dell’argentino, e si ritrova indietro anche per 3-1 nel secondo parziale. Quando la situazione sembra ormai compromessa, ecco che Cobolli si traveste da pugile, uno di quei tenaci incassatori che reggono sulle gambe senza traballare, restando lucidi e pronti a tirare un colpo mortale alla prima guardia bassa del rivale. Quel pugno simbolico “Cobbo” lo tira proprio nel momento peggiore, nel quito game del secondo set, andando a punire i primi due veri errori di un Etcheverry fin lì quasi impeccabile nel comandare il gioco e annullare i tentativi di ribaltare l’inerzia dell’azzurro. Subire il break toglie certezze a Tomas, mentre Flavio entra davvero in partita, la lotta si fa ancor più dura e c’è equilibrio. Da lì in avanti si gioca di nervi oltre che di fisico, l’italiano è bravo a reggere a diversi momenti difficili, tenendo duro e prendendosi prima il break che vale il secondo set, poi a tenere fisicamente meglio del rivale, conquistando di forza – da vero martello! – il break al nono game del terzo, per il il 2-6 7-5 6-4 che gli vale una splendida finale, la sua seconda a livello 500 in carriera (dopo Washington 2024) e seconda dell’anno, dopo il titolo vinto a Bucarest. Un successo davvero di cuore, di grinta, tirando fuori gli artigli per restare aggrappato ad una partita che si era messa male e che invece ha vinto, mostrando un cuore enorme e una condizione fisica notevole. Flavio aspetta in finale il vincente di Rublev – Auger-Aliassime, ed è sicuro con questo successo di rientrare nei primi 30 del mondo, al best ranking.
    La partita è stata lunga e sofferta, altro “classico” braccio di ferro da terra battuta a chi ha più “punch” col diritto per comandare, aprirsi spazio e infilare un’altra bordata vincente o quasi. In un match del genere è importantissimo il servizio, per poter scaricare un primo colpo di scambio che ti permette di controllare il ritmo e spostare il rivale. Così Etcheverry ha condotto la partita, davvero eccellente per un set e mezzo, con pochissimi gratuiti e tanta spinta forzando gli errori di un Cobolli incapace di ritrovare una posizione più vicina alla riga di fondo e così sovrastare l’argentino. Flavio è stato bravo, nella difficoltà, a tenere mentalmente. Ha sparacchiato via diversi colpi, soprattutto dei rovesci con i quali cercava di spezzare situazioni difficili, ma il rendimento è stato troppo altalenante. Soprattutto per merito di Tomas, bravo a colpire la palla con tanta sicurezza e depositarla nell’ultimo lembo del campo. Giocava quasi su di una nuvola Etcheverry, tanto che subire un inaspettato contro break a metà secondo set l’ha riportato piedi per terra, tirato giù da un Cobolli mai domo e tanto intenso. Lì tutto è cambiato, con Flavio cresciuto anche al servizio e capace di prendersi più punti, anche importanti, con il suo solito coraggio leonino. Sono le vittorie più belle che ottieni partendo male, soffrendo, ma reggendo e reagendo. Alla fine Cobolli si è meritato il successo mostrando più freddezza nel finale del secondo set e nel rush conclusivo del match, dove la sua maggior forza nelle gambe e reattività sono state palesi. Nel terzo set i rovesci di Tomas erano meno sicuri, poco profondi, e lì ha martellato tanto e bene Cobolli. Da metà secondo set i numeri dell’italiano si sono impennati a dismisura, ha controllato sempre di più il gioco e soprattutto ha messo tanti dubbi nell’avversario.
    È stata una vittoria a 360°, di fisico, di gambe, di resistenza ma anche di testa e di tennis. Una volta riagganciato l’avversario, Cobolli ha ritrovato una posizione migliore nei pressi della riga, ha sbagliato di meno col rovescio e anche provato alcune palle corte efficaci. Ma il vero capolavoro, che gli è valso i due break decisivi, sono state alcune risposte nei piedi dell’avversario, con le quali si è aperto il campo, come alcuni colpi di scambio non tirati a tutta velocità, ma più lenti e lavorati, soluzioni per lui meno usuali ma che gli hanno permesso di cambiare ritmo e sorprendere l’avversario. C’è di tutto in questa vittoria. È davvero una bella e importante vittoria.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Il primo punto del match è già un big-point: diritto super di Cobolli, vincente che lascia immobile Etcheverry. L’incontro entra subito in lotta: entrambi spingono tanto col diritto, nonostante un vento molto insistente che imperversa su Amburgo. Con uno splendido cross difensivo che taglia il campo e sorprende l’argentino, Flavio si prende immediatamente la palla break (30-40). Tomas la cancella comandando lo scambio dal centro, e poi anche una seconda col servizio. 14 punti per arrivare a 1-0 Etcheverry. Più comodo il primo turno di Cobolli, lo vince a 30, pur mettendo in gioco una prima su due. L’argentino è più attivo in quest’avvio, colpisce forte e più profondo, complessivamente muove di più il gioco e dopo il primo turno anche il servizio è più incisivo. Con un bel turno a zero, Etcheverry si porta 3-2. Nel sesto game Cobolli inizia con due errori, sotto la pressione del rivale, piuttosto solido anche col rovescio. Flavio rimonta con grinta ma il primo doppio fallo del match forza il game ai vantaggi. Pessima l’esecuzione di rovescio di Cobolli, quasi non muove e impatta male, è palla break per l’argentino. Il romano si salva con una prima esterna ottima, sulla riga. La battaglia si fa intensa, feroce. Cobolli con un altro doppio non chiude il game, poi uno splendido rovescio lungo linea vale all’argentino una seconda PB. Come l’annulla Flavio! Bordata di diritto lungo linea da sinistra, che rischio ma esecuzione formidabile. Etcheverry si prende il campo con due diritti, terrificante il secondo, e la terza palla break è questa giusta, grazie a un brutto diritto di Cobolli scaraventato a rete dopo il servizio, altro brutta esecuzione. 4-2 e poi 5-2, Etcheverry, vantaggio meritato visto i meno errori e bravo a rimontare da 15-30 nel settimo game con due attacchi impeccabili. Tomas è un vero muro, non sbaglia niente, mentre Cobolli ha fretta di chiudere il punto ed esagera. Un rovescio ben out costa al romano il 15-40 e due set point. Doppio fallo, brutta chiusura di un set che gli è scivolato via, condito da 18 errori. Troppi.
    Etcheverry fila via dritto come un treno, comanda dal centro del campo con traiettorie profonde e sicure, Cobolli non riesce a scardinarlo. Altro game a zero (1-0), il quinto di fila. Finalmente Flavio interrompe la striscia del rivale tornando a vincere un turno di servizio, ma in risposta non trova la chiave per riprendere campo e forzare gli errori dell’argentino. Si incita Cobolli dopo un rovescio spedito in rete, colpito da quasi tre metri dietro la riga di fondo, difficile incidere da quella posizione, a tutto parte da come serve bene Etcheverry e dalla qualità del suo primo colpo di scambio. Cobolli sbaglia un tentativo di smorzata nel quarto game, poi va sotto alla solidità dell’argentino e concede una delicatissima palla break. Si salva col servizio Flavio, ma Tomas insiste colpendo benissimo la palla col diritto quasi sulle righe. Perfetto Etcheverry sulla seconda palla break: risposta aggressiva, diritto potente e chiusura con altra bordata col diritto imprendibile. Un BREAK che manca il 25enne di La Plata di avanti 3-1 e servizio. Improvvisamente Etcheverry, forte del vantaggio, si distrae e comunque concede qualcosa. Due errori, quanto basta a costargli il 15-40, due chance per rientrare. Bravo Cobolli sulla seconda: accelera bene col rovescio, avanza e chiude. Contro BREAK, 3-2. L’incantesimo di Etcheverry si è spezzato, i suoi colpi sono meno telecomandati e Cobolli ha ripreso fiducia ed efficacia. 3 pari. Il set torna in equilibrio, Flavio regge meglio il pressing del rivale ma ha sempre un po’ fretta nel cercare la chiusura col rovescio, colpo meno sicuro e che gli costa qualche errore. La fatica degli scambi molto fisici inizia a farsi sentire, è evidente da come entrambi cercano di rifiatare tra un punto e l’altro. Nonostante un doppio fallo, Etcheverry si porta 5-4. L’intensità nel decimo game è massima, quanto corre Etcheverry, e come lo fa bene… Cobolli chiede l’aiuto del servizio per tenere a distanza il rivale, 5 pari. Nel game #11 Etcheverry è sorpreso da una risposta molto profonda di Flavio, poi sbaglia un diritto lungo linea, per una volta è lui ad avere fretta. 15-40, due chance per l’allungo per l’azzurro. Uff!!! Esce di un niente un lob di Cobolli sulla prima, sarebbe stato vincente (30-40); Fretta e pessimo equilibrio col rovescio per Cobolli sulla seconda, con la palla a mezza rete. Siamo in piena bagarre, ora è Tomas a sbagliare malamente col rovescio, PB #3. Furia Cobolli! Diritto pesantissimo inside out e poi vincente cross, partendo da una seconda di servizio aggredita con potenza. BREAK, Cobolli serve avanti 6-5. Bravo Flavio a sorprendere Tomas con palla corta e lob millimetrico (30-15), poi un rovescio spolvera la riga, 40-15 e due Set Point. Con un passante in back bassissimo Etcheverry annulla il primo, poi sparacchia con fretta Cobolli sul secondo, errore grave dopo la prima di servizio. Cobolli chiude al terzo, ottimo attacco col diritto lungo linea. Bella reazione da 3-1 sotto, si va al terzo.
    Dopo una discreta pausa per la sosta negli spogliatoi, Etcheverry riparte al servizio e vince il game, può fare corsa di testa nel set decisivo. Ottimo anche il primo turno di battuta di Cobolli, lo stop non lo ha freddato. L’argentino nel terzo game smarrisce la prima, sbaglia due diritti e scivola sotto 15-40. Spreca Cobolli la chance da destra con una pessima risposta di rovescio, si di una seconda palla fin troppo lenta… Con coraggio Etcheverry spinge a tutta col diritto e pizzica la riga. L’argentino salva un game molto delicato (2-1), quindi è Cobolli in crisi, per colpa di due doppi falli e un rovescio largo giocato con poche gambe. 30-40, ora la chance ce l’ha Tomas. Rischia Flavio col diritto inside out, un contro piede che sorprende l’avversario. 2 pari. Il set avanza con game duri, una lotta su ogni scambio, vero braccio di ferro di forza, ma senza chance in risposta. La fatica della battaglia inizia a farsi sentire, qualche recupero è meno vigoroso come è giusto che sia. Sul 4 pari Cobolli inizia con una risposta aggressiva e poi scarica un bel diritto che sbaraglia il rovescio dell’argentino. Serve il servizio, Etcheverry lo trova (215 km/h), poi un’altra. Nello scambio ora comanda Flavio, ha più energia, è più esplosivo. Sul 30 pari Cobolli domina, due lungo linea uno meglio dell’altro, è palla break. Non ha più gambe l’argentino, gioca un rovescio totalmente bloccato e la palla scappa via. BREAK Cobolli! 5-4, serve per il match. L’azzurro sente di averne di più, è lucido nello spingere senza esagerare, si fa spazio e chiude con un buon rovescio lungo linea, poi è sfortunato su di un rimbalzo fasullo, 15 pari. Ottima prima sulla riga, 30-15. Con una risposta malamente in rete, ecco Due Match Point per Cobolli. Basta il primo, largo un diritto dell’argentino. Che rimonta! Bravo a tenere, si gioca il titolo domani.

    ATP Hamburg Tomas Martin Etcheverry654 Flavio Cobolli276 Vincitore: Cobolli ServizioSvolgimentoSet 3F. Cobolli 15-0 15-15 30-15 40-154-5 → 4-6T. Martin Etcheverry 0-15 15-15 15-30 30-30 30-404-4 → 4-5F. Cobolli 15-0 ace 30-0 40-0 40-154-3 → 4-4T. Martin Etcheverry 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace3-3 → 4-3F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-403-2 → 3-3T. Martin Etcheverry 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2F. Cobolli 0-15 df 15-15 15-30 df 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-402-1 → 2-2T. Martin Etcheverry 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-401-1 → 2-1F. Cobolli 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 ace1-0 → 1-1T. Martin Etcheverry 0-15 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2F. Cobolli 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-405-6 → 5-7T. Martin Etcheverry 15-0 15-15 df 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A5-5 → 5-6F. Cobolli 15-0 15-15 30-15 40-155-4 → 5-5T. Martin Etcheverry 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 df4-4 → 5-4F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-404-3 → 4-4T. Martin Etcheverry 15-0 30-0 30-15 40-153-3 → 4-3F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-2 → 3-3T. Martin Etcheverry 15-0 15-15 15-30 15-40 30-403-1 → 3-2F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 ace 30-30 30-40 40-40 40-A2-1 → 3-1T. Martin Etcheverry 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 40-151-0 → 1-1T. Martin Etcheverry 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1F. Cobolli 0-15 15-15 15-30 15-40 df5-2 → 6-2T. Martin Etcheverry 15-0 ace 15-15 15-30 30-30 40-304-2 → 5-2F. Cobolli 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 ace 40-40 df 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A3-2 → 4-2T. Martin Etcheverry 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2F. Cobolli 0-15 15-15 15-30 30-30 ace 40-302-1 → 2-2T. Martin Etcheverry 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-301-1 → 2-1F. Cobolli 15-0 15-15 30-15 40-15 40-301-0 → 1-1T. Martin Etcheverry 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 1-0

    Statistica
    Etchevery 🇦🇷
    Cobolli 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    260
    256

    Ace
    4
    6

    Doppi falli
    2
    5

    Prima di servizio
    56/101 (55%)
    60/106 (57%)

    Punti vinti sulla prima
    37/56 (66%)
    39/60 (65%)

    Punti vinti sulla seconda
    26/45 (58%)
    25/46 (54%)

    Palle break salvate
    7/10 (70%)
    4/7 (57%)

    Giochi di servizio giocati
    15
    15

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    144
    126

    Punti vinti sulla prima di servizio
    21/60 (35%)
    19/56 (34%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    21/46 (46%)
    19/45 (42%)

    Palle break convertite
    3/7 (43%)
    3/10 (30%)

    Giochi di risposta giocati
    15
    15

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    12/16 (75%)
    7/10 (70%)

    Vincenti
    20
    40

    Errori non forzati
    34
    53

    Punti vinti al servizio
    63/101 (62%)
    64/106 (60%)

    Punti vinti in risposta
    42/106 (40%)
    38/101 (38%)

    Totale punti vinti
    105/207 (51%)
    102/207 (49%) LEGGI TUTTO

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    “Djokovic è tra i favoriti a Roland Garros”, Courier e Mauresmo credono nelle chance del serbo

    Novak Djokovic (foto Getty Images)

    Mai sottovalutare il cuore e la classe di un campione come Novak Djokovic, anche se ha appena spento in quel di Ginevra 38 “candeline” e il suo tennis non brilla come nei giorni migliori, quando dominava il tour maschile. Così l’ex campione Jim Courier e Amelie Mauresmo (direttrice di Roland Garros) parlano del serbo alla vigilia del torneo parigino, al via domenica con i primi incontri di main draw. Secondo “Big Jim”, oggi stimato commentatore e presentatore in alcuni tornei, Novak potrebbe trovare una buona forma strada facendo e non è giusto escluderlo a priori tra i candidati al successo finale. “Innanzitutto sono rimasto sorpreso che loro (Djokovic e Murray) si siano messi insieme, quindi non sono sorpreso che sia finita, mi sarei chiesto solo quanto a lungo potevano durare”, afferma il quattro volte campione Slam a TNT. “Novak sta faticando, non sta vincendo le partite a cui era abituato, ma quest’anno ha mostrato picchi davvero alti. La sua vittoria coraggiosa contro Alcaraz in Australia mentre era infortunato ce la siamo dimenticatai troppo alla svelta, come altre vittorie a Miami… In quelle partite è tornato il campione che conosciamo. Per lui il problema oggi sembra tenere quel livello a lungo. Ritengo sia un buon segno che abbia accettato una wild card a Ginevra questa settimana e che stia cercando di giocare qualche partita per guadagnare un po’ di slancio in vista del Roland Garros. Considerarlo fuori da giochi per il titolo di Parigi è un’operazione che si fa a proprio rischio e pericolo. Non sarà facile per lui, è dura anche perché è sceso nel seeding, ma sarà dura anche gli altri batterlo“.
    Questo invece il pensiero di Amelie Mauresmo, attuale direttrice di Roland Garros: “Il fatto che abbia scelto di giocare qualche partita a Ginevra, per sentirsi un po’ più sicuro sia a livello di gioco che mentale, è un buon segno, significa che è ancora piuttosto motivato. Forse non arriverà con grandi aspettative, ma non potrà mai essere escluso dalla lista dei pretendenti al titolo, questo è certo“. Amelie, al contrario di Courier, invece è rimasta sorpresa dalla repentina interruzione del rapporto con Murray, con Parigi alle porte e poi Wimbledon. “Non so perché si siano fermati con Andy, a dire il vero. Ma sono contenta che Murray abbia avuto questa esperienza con Novak. Credo che si impari molto anche su se stessi quando ci si trova dall’altra parte della barricata. Mi sarebbe piaciuto vederli entrambi qui e lavorare insieme. È un peccato, significa che è così che doveva andare.”
    Anche Caroline Wozniacki, nuova opinionista per il network Eurosport, pensa che Djokovic sia, nonostante tutto, uno dei favoriti per il titolo a Roland Garros. “Djokovic quanto sente il profumo degli Slam si trasforma, non lo puoi assolutamente escludere dalla lista dei primi favoriti” afferma la danese. “Ha obiettivi chiari in mente ed è lì che vuole arrivare. Se c’è un motivo per cui gioca questa settimana a Ginevra è perché sa di non aver ancora giocato il suo miglior tennis, vuole ritrovare sensazioni positive prima di affrontare uno Slam. Non si può mai darlo per spacciato, ha battuto Alcaraz, ha battuto alcuni dei migliori giocatori”.
    “Riuscirà a resistere per sette partite? Questo è il punto di domanda quando si invecchia. Il tuo corpo non è più quello di una volta, non si recupera più facilmente come prima. Vincere uno Slam è difficile sempre e ancor più quando si arriva alla sua età, ma se c’è qualcuno che può farlo questo è Novak. Sappiamo che si prende cura del suo corpo così bene. E farà di tutto, dall’alimentazione alla fisioterapia, per raggiungere il suo apice nel torneo” conclude Wozniacki.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner, le possibili insidie di un rientro “sul rosso”

    Jannik Sinner a Parigi 2024

    È il miglior rientro possibile, con l’abbraccio del pubblico romano e la “protezione” dell’ambiente dopo la sfortunata sospensione? Oppure tornare in competizione sulla terra battuta, la superficie meno congeniale dopo il più lungo stop in carriera, non sarà il contesto tecnico ideale e rischia di riservare insidie o addirittura brutte sorprese? Questo è l’interrogativo che aleggia tra molti appassionati ed addetti ai lavori alla vigilia del ritorno in competizione di Jannik Sinner agli Internazionali BNL d’Italia 2025. Di tutto quel che ha portato a questa ingiusta situazione si sono scritti fiumi di parole, non è il caso tornarci per l’ennesima volta. Si guarda avanti, ai prossimi sei mesi di tornei da giocare a tutta. Da affrontare a testa alta, da vero n.1, forte dell’opportunità di aver potuto lavorare sul fisico senza lo stress della competizione. “Un’occasione irripetibile” sottolineava anche Marco Panichi, preparatore del nostro campione di Sexten che ci aspettiamo bello carico, con tonnellate di adrenalina in corpo per quest’astinenza che vorrà cancellare con un colpo di spugna. Anzi, con i suoi colpi tanto veloci quanto precisi.
    Recentemente Jannik ha parlato, confessando che negli allenamenti più recenti, quelli affrontati con massima intensità per preparare il sospirato rientro, ha giocato sprazzi di tennis convincente ma anche di aver sofferto di passaggi a vuoto da analizzare per capirne i motivi. Senza voler fare psicologia da quattro soldi, forse è facile capirne i perché… Jannik è un uomo solido e maturo, diventato campione con lavoro e visione, cavalcando giorno dopo giorno la sua ambizione verso l’eccellenza e la sua Straordinaria Normalità. Ma essere normale implica anche essere fragili, avere dubbi e incertezze, momenti che spingono alla riflessione e quindi alla reazione, quella molla che ti porta a capire gli errori e mettere in pratica le contromosse per superarli e diventare una versione migliore di te stesso. Con questa visione e percorso Sinner è diventato il migliore di tutti, per distacco. Per questo lo stop ingiusto, accettato bevendo un calice di veleno, avrà certamente lasciato qualche scoria dentro di lui. Come lo stop alla competizione comporterà sicuramente qualche criticità nel gioco.
    Sinner è un tennista favoloso, genera potenza e velocità come nessuno con fluidi slanci ed elasticità, meravigliose sincronie frutto di ripetizioni e fiducia sentendo la palla, provando i suoi schemi, lavorando e competendo. La partita è una condizione necessaria all’eccellenza perché per quanto focus tu possa mettere negli allenamenti, quando si gioca con punteggio “vero” e un avversario da battere tutto cambia, sia che tu sia un NC del circolo dietro casa che il n.1 del mondo. La mancanza di partite vere sarà uno scotto da pagare, sicuramente. Solo il campo ci dirà quanto sarà pesante. La solidità mentale di Jannik ci fa sperare che l’impatto negativo dello stop possa essere minimo, contenuto in qualche errore di troppo, qualche passaggio a vuoto coperto dalla sua classe immensa. Ma dobbiamo anche ipotizzare uno scenario più cupo, con qualche difficoltà vera e magari anche qualche sconfitta. Sinner non perde in torneo dalla finale di Pechino 2024, poi ha infilato uno dopo l’altro Shanghai, ATP Finals, Davis Cup e Australian Open. Sarebbe ingiusto chiedergli di tornare dopo tre mesi interi “off” e stravincere. Magari vincerà, ma forse non sarà una passeggiata e se ci sarà da soffrire, …soffriremo con lui, consapevoli che potrebbe essere uno Jannik meno sciolto, meno sicuro, con poco ritmo e qualche errore per lui insolito. Affronterà qualcosa che non ha mai provato, per questo lo scenario competitivo potrebbe essere altrettanto diverso, non necessariamente facile. Se invece la sua forza interiore e la serenità del sapere di non aver fatto niente di male, abbinate al tanto lavoro svolto e la terribile voglia di rivalsa che cova dentro di lui lo porterà a riannodare in un attimo il filo spezzato e tornare a dominare, beh… solo applausi.
    Questa la condizione mentale. Ma quella tecnica? È indubbio che la terra battuta sia la condizione che Jannik ama di meno. Per eccellere sul rosso servono tre qualità su tutte:
    – potenza, per spingere una palla che con l’impatto sul mattone tritato rallenta e s’impenna;
    – gestione delle rotazioni, dato che per ovviare ai rimbalzi è efficiente spazzolare la palla con vigore, più margine e meno rischio, oltre che per sfruttare a proprio favore le peculiarità della superficie;
    – resistenza fisica, visto che gli scambi sono non solo intensi ma anche mediamente più lunghi.
    Tre impostori che in tutta la carriera di Sinner non sono mai stati il suo punto di forza. Lui ha un tennis fluido, accelera di timing d’impatto e non di potenza muscolare, mentre su terra questo non lo puoi sempre fare. La sua racchetta riesce a gestire bene le rotazioni degli avversari, ma è indubbio che colpire palle più pulite sul ritmo sia il suo pane quotidiano. Sulla forza fisica invece possiamo forse essere relativamente sereni, visto che nei tre mesi lontano dai tornei ha sicuramente investito energia e tempo sul potenziare il fisico, lavori impegnativi che con l’alternanza classica di partite e riposo sono difficili da inserire. Preparando un rientro su terra battuta, e con l’obiettivo di giocare bene agli IBI25 e poi a Roland Garros, è possibile che i suoi meccanismi di gioco siano stati tarati per affrontare al meglio il tennis sul “rosso”. In carriera Sinner ha vinto solo un torneo su terra battuta, Umag 2022, solo uno nei suoi 19 successi… Ma non ci dimentichiamo che lo scorso anno arrivò a Roland Garros tutt’altro che in forma e portò Alcaraz al quinto set in semifinale, con la nettissima sensazione che la sconfitta arrivò perché il serbatoio era in riserva, non perché l’avversario avesse giocato così meglio.
    Vedremo anche il sorteggio del tabellone a Roma, altro fattore da considerare per l’immediato. Per sperare in una lunga corsa nel torneo capitolino non sarebbe male affrontare un paio di partite non terribili, magari evitando subito qualche specialista del “rosso” già molto rodato nelle scorse settimane, qualcuno che potrebbe bloccare Jannik in una dura partita e mettere a galla la sua mancanza di competizione. Con i tantissimi italiani in gara, potrebbe essere anche Derby all’esordio, chissà.
    Jannik Sinner sta per tornare e lo farà proprio a Roma. È mancato tantissimo, a tutto il mondo della racchetta. Bentornato Campione.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Becker a cuore aperto: “Finire in prigione è stata la sveglia di cui avevo bisogno per iniziare una nuova vita. La classe politica attuale è pessima e ha dimenticato gli errori del passato”

    Boris Becker ai Laureus 2025

    Boris Becker è diverso, lo è sempre stato. Non vinci Wimbledon a 17 anni per caso, è uno di quei personaggi che hanno un’aura particolare, divisivo e mai scontato. Ha toccato il cielo con un dito senza esser pronto a tutto questo e il suo modo unico e tutto personale di vivere la carriera e la vita gli è costato errori clamorosi, che ha pagato a caro prezzo finendo addirittura in prigione. Dai più grandi titoli alle cadute più rovinose ne è sempre uscito a testa alta e maturando ha acquisito una consapevolezza diversa, passando da uno che si sentiva invincibile a uomo risoluto e pazienze, fiero delle sue esperienze ma ora assai umile. Boris ha rilasciato una bella e toccante intervista a El Pais, a latere dei Laureus Award della scorsa settimana. Ha spaziato su molti temi della sua vita e non solo, per questo è interessante riproporre i punti salienti del suo pensiero perché le sue parole fanno indubbiamente riflettere, in particolare quando parla dei suoi errori e di quelli che nel mondo attuale sta commettendo anche per colpa di una politica non all’altezza dei tempi difficili che stiamo vivendo. Una critica alla società pungente quanto il suo servizio, imprendibile sui prati londinesi e non solo.

    “A volte ho avuto davvero molta paura e ho pagato per i miei errori, ma ho sempre imparato molto di più dalle mie sconfitte che dalle mie vittorie“, riflette Becker. Il campione tedesco ricordiamo è stato condannato nell’aprile 2022 a due anni e mezzo di carcere dopo essere stato riconosciuto colpevole di quattro capi d’imputazione ai sensi dell’Insolvency Act del Regno Unito per non aver dichiarato correttamente parte dei suoi beni nella procedura fallimentare. Dopo meno di otto mesi trascorsi nel carcere londinese di Wandsworth, è stato rilasciato nel dicembre dello stesso anno, dopo aver trascorso 231 giorni dietro le sbarre. Dopo essere stato deportato dal Regno Unito, si recò presto in Germania per ricominciare una nuova vita, più consapevole.
    “Mi è successo nel tennis, e mi è successo nella vita. Anche con il carcere. Quando hai il successo che avevo io da giovane, dai per scontato che andrà sempre bene, che sei invulnerabile. E non lo ero. Ho dovuto imparare che la maggior parte delle persone non vince, che la vita è difficile. Subire una sconfitta dura come quella del carcere è stato il campanello d’allarme di cui avevo bisogno per cambiare. Mi ha reso un uomo molto migliore di quanto non fossi prima di entrare. È stata come una sveglia per iniziare un cammino diverso come uomo”.
    Già prima del carcere, i problemi di Becker erano stato sbattuti in prima pagina dalla feroce stampa britannica e questo fu già un primo prezzo importante da pagare. “Ho perso completamente la mia privacy, una perdita che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Sono stati anni molto difficili per me; vivere così è insopportabile. È stato un incubo, ma alla fine fa parte del processo, e ora sono in pace con la vita. Tutto quello che mi è successo è una conseguenza dei miei successi. Se non avessi vinto Wimbledon a 17 anni, se non fossi stato il numero 1 del mondo, se fossi stato semplicemente un tennista mediocre, non avrei sofferto di tutti questi problemi. Sono due facce della stessa medaglia, e ora lo accetto, ma ci sono stati momenti in cui avrei solo voluto sparire”.
    Errori, ma sempre a testa alta, come in campo dopo le sconfitte: “Non provo risentimento per il mio passato, anzi… Ripenso alla mia vita con grande orgoglio. È stata intensa, non sapevo di poter vivere così tante esperienze in 57 anni. Dopo un po’, il tennis è diventato noioso perché sapevo esattamente cosa dovevo fare per vincere. Una volta che lo fai più e più volte, non c’è più alcun mistero. Mi sono annoiato e ho voluto provare cose nuove. Ed è quello che ho fatto. Alcune cose le ho azzeccate e mentre in altre ho commesso gravi errori, ma ho vissuto esperienze che non avrei mai pensato di poter vivere, e sono ancora qui a insegnare ai miei quattro figli senza che debbano imparare dai libri di testo”.
    Parlando della società, Becker critica duramente la situazione attuale, un mondo che sto tornando sempre meno tollerante. Ma anche quando sposò la modella Barbara Feltus in patria su aspramente criticato. “Ho preso decisioni familiari che hanno avuto ripercussioni pubbliche, ma mi sembrano del tutto normali perché non mi interessa il colore della pelle delle persone. Ho figli di etnia mista e li vedo soffrire le stesse cose che ha sofferto la loro madre. Pensavo che avessimo imparato dal passato, ma purtroppo non è così. Come società, stiamo commettendo gli stessi errori di 20, 40 o 60 anni fa. È molto deludente. La domanda è perché? Credo che la qualità dei politici di oggi non sia all’altezza di quella che avevamo 40 anni fa, quando fu creata una grande Europa. In Germania, ad esempio, c’era una grande consapevolezza che quanto accaduto in passato non si sarebbe ripetuto, eppure eccoci qui con un partito di estrema destra [AfD] che raccoglie milioni di voti. E non è solo in Germania… Molti paesi occidentali non hanno imparato dagli errori del passato e stiamo vivendo un’epoca pericolosa in questo senso. Onestamente, sono cresciuto sperando che avremmo creato un mondo migliore di quello dei nostri nonni e che avremmo posto fine a tutti questi movimenti, ma mi sbagliavo. Siamo tornati al punto di partenza”.
    L’intervista si chiude con un parere su Alcaraz che, tra il forfait a Madrid e l’uscita del documentario, è sulla bocca di tutti gli appassionati. “Alcaraz ha una pressione molto difficile da sopportare perché c’è un solo Rafa. Detto questo, Carlos sta lasciando il segno a modo suo. È ancora molto giovane e il suo meglio deve ancora venire, ma è impossibile prevedere per quanto tempo un tennista rimarrà al vertice. Spero che Carlos giochi per altri 10 o 15 anni perché per me è il tennista più entusiasmante del mondo da vedere in questo momento, ma gli spagnoli, soprattutto i giornalisti, devono stare attenti e non giudicarlo così severamente ogni volta che perde una partita perché è un giocatore molto diverso da come era Nadal. Carlos ha più talento naturale, ma il cuore di Rafa non lo avrà nessun altro atleta nella storia. Carlos è fantastico, Novak [Djokovic] e Roger [Federer] sono leggende, ma Rafa era a un livello di competitività diverso”.
    Nei mesi scorsi si parlava con insistenza di un possibile ingresso di Becker nel team di Zverev, da super-coach, per provare ad alzare il livello del gioco del connazionale e vincere finalmente quello Slam che tanto manca nella sua carriera. Vedremo se questo matrimonio si realizzerà o meno. Certamente la personalità e visione di Boris potrebbero essere quel valore aggiunto che finora è sempre mancato a Sasha. Quando hai acanto uno come Becker, la giornata scorre diversamente, e le sue parole non possono non toccarti dentro.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Madrid: Berrettini rimonta Giron ma preoccupa un problema muscolare al fianco sinistro

    Matteo Berrettini (foto Brigitte Grassotti)

    Vincere, ma senza festeggiare con un bel sorriso, nonostante una rimonta non facile, perché quel dolore al fianco evoca le paure più nere… Il tennis è uno sport davvero strano, unico e affascinante, ma anche terribilmente crudele. Ci sono partite che sembrano mettersi male, ormai compromesse, e all’improvviso girano in modo del tutto inatteso. Ci sono degli avversari che in qualche modo “danno fastidio”, non sembrano così irresistibili ma non li leggi, non trovi il varco per entrare con forza e imporre le tue qualità, tanto da bloccarti e perdere di vista il tuo miglior tennis. La situazione si fa ancor più difficile quando vivi un giornata così così, poco brillante per reattività e pure abbuiata da chance non sfruttate. Eppure, dopo aver subito un problema fisico che sembra aver compromesso il match… questo gira all’improvviso dalla tua parte, con l’avversario del tutto crollato dopo un set perso in modo rocambolesco con un doppio fallo sul set point. Questo l’incredibile epilogo del match di secondo turno tra Matteo Berrettini e Marcos Giron, con l’azzurro che porta a casa una vittoria importante per 6-7(3) 7-6(6) 6-1 ma con tanta preoccupazione per un problema muscolare accusato al fianco sinistro nella fase finale del secondo set. Fisioterapista in campo prima dell’avvio del terzo parziale e massaggi al fianco, con bruttissimi ricordi di tanti infortuni muscolari sofferti in passato, ma il set decisivo scorre via tutto dalla parte dell’azzurro, pur servendo “piano” per le sue possibilità ma con un diritto finalmente libero e ficcante, e un avversario totalmente crollato sul piano nervoso e non più lucido. Al terzo turno c’è una grande sfida contro Jack Draper, ma… Matteo riuscirà a giocare?
    Dopo l’inattesa svolta e conclusione, è difficile commentare oltre questa partita, non bella, difficile e terminata con una vittoria che potrebbe non bastare a far continuare la corsa nel torneo madrileno al nostro campione. Roma è a soli 10 giorni, è il torneo di casa dove manca da troppo tempo… Ma solo lui sa come si sente e valuterà per il meglio cosa fare. Certamente questo problema muscolare è una doccia fredda, perché nel 2025 abbiamo esaltato più volte la straordinaria condizione fisica di Berrettini, che con Umberto Ferrara a suo fianco ha lavorato davvero bene per giocare il suo tennis potente, in spinta, ma con meno strappi e una tenuta nella lotta davvero eccellente. Qualcosa però nel match odierno stonava, e lo si è visto fin da subito. Giron è uno che Matteo digerisce male, tanto da averci perso nelle prime due partite (pure una su erba…). Probabilmente legge bene i servizi dell’azzurro, riesce a giocare con profondità e continuità, mentre Berrettini fa fatica a sfondarlo da fondo e risponde così così. Poco profondo nello scambio l’azzurro, in risposta incerto rispetto ai suoi ultimi tornei, e una sensazione di scarsa reattività nel fare il primo passo verso la palla, come se non gli piacesse la superficie, sentisse come uno scivolamento eccessivo che lo porta ad appoggi un po’ felpati e poco potenti. Infatti col contro piede Giron ha fatto sfracelli, ma in generale il tennis solo ordinato, continuo e potente gli è bastato per arginare le velleità del nostro per i due primi set. Ovviamente se Berrettini avesse sfruttato le palle break e set point nel primo parziale, forse ora staremmo scrivendo ben altro, ma complessivamente Matteo non ha convinto, pur finendo la partita con un saldo positivo tra vincenti ed errori.
    Sul ritmo Berrettini ha sofferto Giron, tanto, così che le variazioni col back di rovescio, pure alcuni eccellenti slice col diritto nel terzo set, sono state armi più efficaci di drive in spinta non così potente e soprattutto poco profondi. Pure lo schema principe di Matteo, diritto da sinistra inside out a tutta dopo una buona prima palla in gioco, è parso spuntato perché la sbracciata era un po’ trattenuta e mai davvero libera, fluida come nei giorni buoni. Solo dal terzo set, per assurdo, servendo al 50% del suo potenziale, il diritto si è come sbloccato e Marcos è stato travolto, ma ormai l’americano era del tutto scappato dal match con la testa, dopo aver regalato il set con un doppio fallo terribile.
    Una vittoria amara, giocando maluccio, ma con la grande apprensione per le condizioni fisiche. Berrettini ce la farà a sfidare Draper e continuare il torneo? O prudenzialmente getterà la spugna per arrivare a Roma e cercare di tornare in campo al Foro Italico? Comunque vada, in bocca al lupo Matteo, un altro infortunio proprio no, proprio ora.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Berrettini inizia la partita con buon turno di servizio, più che “bombe” di servizio un ottimo uso del back di rovescio per spostare Giron che ha proprio nella copertura del campo uno dei suoi punti forti. Proprio con il taglio sotto di rovescio Matteo fulmina Marcos, smorzata spettacolare nel secondo game, ma Giron ai vantaggi vince il game (pure un nastro fortunatissimo sull’ultimo punto), 1 pari. Più prime palle incisive che Ace per Berrettini, e un’altra palla corta perfetta che l’americano nemmeno prova a rimettere. (2-1). Nel quarto game la risposta di Matteo sale in cattedra, seguita da un diritto molto incisivo. 0-30 e poi 15-40, con un’altra risposta davvero efficace che sorprende Giron. Prime palle break per l’azzurro. Il 31enne californiano s’inventa una palla corta talmente “storta” che sorprende Berrettini, mentre sulla seconda è ottimo l’attacco dell’azzurro ma tocca una volée tutt’altro che difficile, le chance sfuma. Filano via lisci i game di battuta del romano, a zero il quinto per il 3-2. Giron non inventa nulla, gioca pratico spingendo col diritto, molto attento a mettere la prima palla in gioco per non essere investito dalla risposta dell’azzurro. Spettacolo pochino… rari gli scambi interessanti, i momenti migliori sono le smorzate di Matteo, o qualche bordata di diritto delle sue dopo una buona prima palla. Nell’ottavo game Giron smarrisce il servizio, da 40-0 commette ben due doppi falli che mandando il game ai vantaggi. Matteo non coglie l’attimo, non trovando risposte convincenti. 4 pari. Di nuovo l’azzurro si fa rimontare sul 30 pari nel suo game, ma alza l’attenzione, serve bene e chiude col diritto pesante senza esagerare col rischio. 5-4. Il score fa salire la tensione, e il braccio di Giron la sente tutta… Prima spedisce in rete una smorzata pessima, quindi doppio fallo. 0-30, a due punti dal set Berrettini. I Set Point arrivano subito, con un bel diritto lungo linea a chiudere un lungo scambio iniziato in difesa. 0-40! Marcos salva il primo rischiando a tutta col diritto cross; poi non va la risposta di rovescio di Matteo, 30-40; si poteva far meglio sul terzo… l’attacco in contro tempo di Giron non era niente di che, ma il passante di rovescio di Berrettini non passa la rete, con una sua smorfia beffarda verso il suo angolo per l’occasione mancata. 5 punti di fila, e 5 pari. Niente, l’equilibrio regge, tiebreak time nonostante 5 punti in più, giusto le 5 palle break non sfruttate su due game. Inizia male Berrettini, cede il primo punto al servizio con un diritto giocato con piedi bloccati. Regala Giron il successivo, pessima volée dopo un lungo scambio. Solo errori, ancora Berrettini stavolta sotto rete, sorpreso da un passante robusto ma non ingiocabile (leggero ritardo nell’arrivare sulla rete). 3-1 Giron, poi finalmente una buona prima di servizio per il romano (3-2), che si lamenta per la poca reattività di gambe, più emotiva che fisica (pare). Terribile l’errore di Matteo sul 5-3, un diritto a campo aperto tirato lungo, gli costa tre set point. Giron chiude subito con un Ace, 7-3, un tiebreak davvero mal giocato dall’azzurro, forse con in testa i tre set point non sfruttati nel decimo game.
    Scuote la testa Berrettini nel primo game del secondo set, sembra non convinto del suo gioco, forse di appoggi non sempre sicuri, tanto che in risposta non incide. Per fortuna il servizio c’è, e a zero impatta 1 pari, ma è in risposta dove non trova continuità di spinta e nemmeno profondità, è tutto troppo facile per Giron al servizio, ordinato e con pochissimi errori (2-1). È continuo il dialogo con l’angolo, Bega e Ferrara spronano Matteo, assai poco convinto in questa fase del match. Giron spinge con semplicità, buon margine e niente regali, è sufficiente per portare a casa il turno di battuta, con prime palle nemmeno così veloci ma ben angolate. 3-2. Asciugamani sul volto per Matteo al cambio di campo, sembra molto insoddisfatto per la sua prestazione, le gambe che non vanno, i colpi che non scorrono. Per fortuna il servizio tiene a galla l’azzurro, nonostante un po’ di fatica nel chiudere l’attacco sotto rete. 3 pari, con urlo sull’ultimo punto per scuotersi. Marcos non se ne cura, continua a martellare con servizio e diritto, prevedibile ma efficace (4-3). Sul 4 pari finalmente Berrettini si accende. Fantastico il rovescio lungo linea vincente che punisce l’americano, 0-30. Giron ritrova la prima palla e la musica cambia, veloce nel prendere in contro piede l’azzurro sulla destra. 4 punti di fila con 4 ottimi servizi, ma la risposta di Matteo è troppo instabile. 5-4 Giron. L’americano riesce a restare avanti, si porta 6-5 con un altro game non eccellente ma alla fine solido. Inizia male il game #12 Berrettini col primo doppio fallo dell’incontro. Si piega pure sui fianchi l’azzurro, come per testare la muscolatura. Marcos poi grazia l’azzurro con un passante di rovescio scagliato out per troppa foga, bastava molto meno… Brutto game, solo errori e 30 pari. È a due punti dalla grande W l’americano… La sagra degli errori continua, ai vantaggi Matteo si affida alla palla corta, e ne trova due ottime, una dopo l’altra. Tiebreak, con 32 punti pari nel parziale. Due errori in apertura nel game decisivo, poi finalmente l’Ace per Matteo (2-1). Serve bene ora l’americano, si gira 3 punti pari. Si prende un bel punto Berrettini su di una seconda palla, martellando col diritto da sinistra, poi sul 4 pari approfitta di un banale errore in scambio di Giron, braccio trattenuto e palla a mezza rete. 5-4, e serve l’italiano. Ecco la progressione di The Hammer, mangia il campo con tre diritti, 6-4 e due set point. Spreca il primo Matteo, sorpreso da una risposta sulla rete del rivale e poi un errore banale. Marcos attacca con decisione e il tocco sotto rete, tremebondo, è vincente. 6 punti pari. Terribile il doppio fallo di Giron, lancio di palla pessimo… Tre set point Berrettini. Uff… esce di un niente un lob di Giron in recupero, sarebbe e stato vincente. SET Berrettini, 8 punti 6. Si va al terzo. Ma… al cambio di campo arriva il fisioterapista che tratta Berrettini al fianco sinistro. Ha sentito qualcosa provando il servizio.
    Inizia il terzo set con Berrettini alla battuta, non forza ma gioca solido e vince il game. Giron invece sembra inchiodato sul doppio fallo che gli è costato il secondo set, sbaglia una volée alta di rovescio non impossibile e poi un diritto di scambio. 15-40, due palle break per Matteo immediate. FINALMENTE IL BREAK! Matteo lavora bene la palla col break e, rallentando, alla fine provoca l’errore dell’americano. 2-0 Berrettini. Non forza la battuta l’azzurro, sembra non voler rischiare niente visto il fastidio, gioca solo seconde palle e nemmeno così cariche, ma col diritto ora colpisce con ottima precisione, 3-0! Destabilizzato Giron, tra il set perso e il fastidio di Matteo che, per assurdo, gioca col diritto più libero e non dà punch alla risposta del rivale. Rida amaro Marcos sull’ennesimo errore nel quarto game, ha certamente perso focus e sicurezza, mentre Berrettini rallenta, taglia col back e non sbaglia niente. Con lo schema smorzata e passante Matteo vola 15-40! Altro errore col diritto, totalmente fuori fase Giron e 4-0 Berrettini. Incredibile come la partita ha preso una svolta decisa, con Marcos ormai totalmente in balia dei colpi dell’azzurro e incapace di trovare continuità di spinta senza sbagliare, come aveva ben fatto nei primi due set. Con un grande attacco da tre quarti campo e poi un diritto fulminante dopo aver rallentato, l’azzurro decolla sul 5-0 a un passo da una vittoria a dir poco rocambolesca. L’americano vince un game di servizio, 5-1, quindi prova un ultimo assalto in risposta, ormai spalle al muro. Pur servendo “piano” i suoi standard, Berrettini impere la sua classe col diritto e con 4 punti di fila chiude al primo match point, 6-1. Incredibile rimonta, con il punto di domanda sulle condizioni per il dolore muscolare accusato. Non felice l’azzurro salutando il pubblico, non resta che attendere le sue parole per capire le sue condizioni e se il suo torneo a Madrid continuerà o meno.

    ATP Madrid Marcos Giron761 Matteo Berrettini [30]676 Vincitore: Berrettini ServizioSvolgimentoSet 3M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-5 → 1-6M. Giron 30-0 40-150-5 → 1-5M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 30-30 40-300-4 → 0-5M. Giron 0-15 15-15 15-30 15-400-3 → 0-4M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-150-2 → 0-3M. Giron 0-15 df 15-15 15-30 15-400-1 → 0-2M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0*-0 0-1* 1-1* 1*-2 ace 2*-2 3-2* 3-3* 3*-4 4*-4 4-5* 4-6* 5*-6 6*-6 6-7* df6-6 → 6-7M. Berrettini 0-15 df 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-406-5 → 6-6M. Giron 15-0 15-15 40-15 ace 40-305-5 → 6-5M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 ace5-4 → 5-5M. Giron 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-4 → 5-4M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 ace4-3 → 4-4M. Giron 15-0 30-0 40-0 ace ace3-3 → 4-3M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-2 → 3-3M. Giron 15-0 30-0 ace 40-0 40-152-2 → 3-2M. Berrettini 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-30 ace2-1 → 2-2M. Giron 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1M. Berrettini 15-0 30-0 ace1-0 → 1-1M. Giron 15-0 30-15 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 1*-0 1*-1 2-1* 3-1* 3*-2 4*-2 5-2* 5-3* 6*-3 ace6-6 → 7-6M. Giron 15-0 30-0 30-15 40-155-6 → 6-6M. Berrettini5-5 → 5-6M. Giron 0-15 0-30 df 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace4-5 → 5-5M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 30-30 40-304-4 → 4-5M. Giron 15-0 30-0 40-0 40-15 df 40-30 A-40 40-40 A-403-4 → 4-4M. Berrettini 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-30 ace3-3 → 3-4M. Giron 15-0 30-0 30-15 30-30 df 40-302-3 → 3-3M. Berrettini 15-0 ace 30-0 40-02-2 → 2-3M. Giron 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-401-2 → 2-2M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 40-151-1 → 1-2M. Giron 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-400-1 → 1-1M. Berrettini 15-0 30-0 ace 30-15 40-150-0 → 0-1

    Statistica
    Giron 🇺🇸
    Berrettini 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    271
    322

    Ace
    7
    12

    Doppi falli
    6
    1

    Prima di servizio
    63/105 (60%)
    75/97 (77%)

    Punti vinti sulla prima
    48/63 (76%)
    58/75 (77%)

    Punti vinti sulla seconda
    20/42 (48%)
    14/22 (64%)

    Palle break salvate
    5/7 (71%)
    0/0 (0%)

    Giochi di servizio giocati
    15
    16

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    59
    118

    Punti vinti sulla prima di servizio
    17/75 (23%)
    15/63 (24%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    8/22 (36%)
    22/42 (52%)

    Palle break convertite
    0/0 (0%)
    2/7 (29%)

    Giochi di risposta giocati
    16
    15

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    6/11 (55%)
    8/13 (62%)

    Vincenti
    24
    42

    Errori non forzati
    21
    8

    Punti vinti al servizio
    68/105 (65%)
    72/97 (74%)

    Punti vinti in risposta
    25/97 (26%)
    37/105 (35%)

    Totale punti vinti
    93/202 (46%)
    109/202 (54%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    207 km/h (128 mph)
    219 km/h (136 mph)

    Velocità media prima
    196 km/h (121 mph)
    193 km/h (119 mph)

    Velocità media seconda
    147 km/h (91 mph)
    167 km/h (103 mph) LEGGI TUTTO

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    Il “dardo al veleno” di Bautista ad Alcaraz: “Non vincerà i tornei dello Slam andando a letto alle 7 della mattina”

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    Un “dardo al veleno”. Così la stampa spagnola apostrofa le parole insolitamente dure che Roberto Bautista Agut ha riservato al giovane connazionale Carlos Alcaraz. Dopo la sconfitta (netta) patita contro Zverev nel suo esordio al Masters 1000 di Madrid, l’esperto tennista spagnolo si è intrattenuto con i media del suo paese parlando di vari temi. Ovviamente le domande sono andate in direzione Alcaraz, per la rinuncia al massimo torneo in Spagna per colpa di un problema muscolare, ma anche per l’anteprima della serie Netflix “A mi manera”, nella quale Alcaraz ha aperto la porta al suo privato, con una serie di discorsi tra lui e il suo coach Ferrero che non lasciano presagire niente di buono a lungo termine per la loro relaziona professionale In estrema sintesi, Alcaraz si sente quasi “schiavo” del mondo del tennis per l’enorme impegno richiesto per stare al vertice, dovendo così rinunciare a cose della vita che lo attraggono e che reputa importante per uno della sua età.
    Sembra proprio che Carlitos qualche strappo alla regola se lo prenda, tanto che il suo coach Ferrero l’ha ammonito con sguardo torvo, affermando che lascerà sempre al suo assistito la libertà di scegliere come parte del processo di vita e lavoro, ma che se le cose non andranno come sperato e andrà troppo spesso fuori dal seminato, non sarà lì a guidarlo all’infinito. Proprio su questo tema Bautista ha parlato alla stampa con parole altrettanto chiare: “Penso che il tennis di alto livello richieda molto, giusto? Non credo che Carlos vincerà i tornei del Grande Slam andando a letto alle sette del mattino“, ha dichiarato Roberto. “Alla fine, penso che il tennis sia molto impegnativo, che ora sia tutto molto bello e lui sia molto giovane, ma deve sapere che se vuole eguagliare i numeri dei tre grandi [Noval Djokovic, Rafael Nadal e Roger Federer] deve giocare ad alto livello per 15 anni. Lo considero [Carlos] un giocatore e una persona intelligente. Sono sicuro che gradualmente capirà cosa gli serve per raggiungere quel livello e lo metterà in pratica.”

    ️ La reflexión de Roberto Bautista sobre los hábitos de Carlos Alcaraz que ha desvelado en su documental “El tenis de máximo nivel demanda mucho. No creo que vaya a ganar Grand Slams acostándose a las 7:00” ️@hectorglez29 | @angelgarciacg_ pic.twitter.com/JY9ywvs59R
    — Carrusel Deportivo (@carrusel) April 25, 2025

    Ascoltando le parole del docufilm, sembra esserci una discreta differenza di venute all’interno del suo team. Lui si sente un ragazzo come tutti, ma in realtà è già un super campione e super star, e questo comporta una presa di responsabilità diversa. “Carlos deve capire che non è un normale ventunenne”, afferma Albert Molina, in manager del murciano, durante il documentario. “Ho 21 anni e in questo momento voglio decidere da solo”, invece avverte Alcaraz, riferendosi alla direzione della sua carriera. “E se sbaglio, voglio sbagliare da solo. Non voglio che siano gli altri a decidere per me.”
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Le radio spagnole sicure: Alcaraz si ritirerà da Madrid. Carlos: “A inizio settimana pensavo che sarei migliorato”

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    La serata in Spagna è stata a dir poco movimentata sul fronte Carlos Alcaraz. Dopo la partecipazione ad un evento nel pomeriggio, nel quale il n.3 del mondo non ha rilasciato dichiarazioni di alcun tipo, Carlos ha rilasciato una breve intervista a “El Hormiguero” nella quale ha affermato che la situazione non è affatto buona, tanto da sentirsi peggio rispetto ad inizio settimana o almeno non esser migliorato quanto sperava. “Lunedì ho fatto degli esami e sto aspettando” afferma Alcaraz. “All’inizio della settimana pensavo che sarei migliorato, invece non è andata come mi aspettavo. La mia partecipazione a Madrid è in dubbio, ho dei fastidi. Ma… bisogna ascoltare il proprio corpo e vedere come vanno i test. Madrid è uno dei posti in cui mi piace giocare di più al mondo”. Quindi porta ancora aperta, ma il torneo non aspetta e il suo esordio è in programma sabato, solo tra due giorni. Per questo, nonostante le sue parole possibiliste e l’ulteriore consulto coi medici che si svolgerà stamattina, le maggiori radio di Madrid nei programmi di tarda serata hanno affermato che Alcaraz nella press conference di oggi 12.30 annuncerà, a malincuore, il forfait dal massimo torneo nazionale. Le emittenti COPE e SER sono sicure che, nonostante le dichiarazioni caute, Alcaraz e la suo staff hanno già deciso di non giocare e l’annuncio ufficiale arriverà nella press conference ufficiale pre-torneo.  

    En las radios principales de España, COPE y SER, ya lo dan por hecho. Carlos Alcaraz NO jugaría el Mutua Madrid Open 2025 por su problema en el muslo. Lo anunciaría este jueves, de forma oficial, a las 12:30h. Estaremos atentos. pic.twitter.com/6WGwAm1yRO
    — José Morón (@jmgmoron) April 23, 2025
    Lo scorso anno Alcaraz si fermò nei quarti di finale a Madrid, battuto da Andrey Rublev, quindi c’era spazio ipoteticamente per fare ancora meglio e accorciare la distanza in classifica da Jannik Sinner e, magari riprendersi la seconda posizione ai danni di Zverev che, con la vittoria a Monaco della scorsa settimana, è tornato n.2 in classifica. Oltretutto il tedesco scarterà solo 90 punti dal torneo spagnolo dello scorso anno. I problemi muscolari per Alcaraz sembrano una costante. Un gran fisico il suo, davvero potente ed esplosivo, ma forse gli strappi incredibili con i quali è capace di accelerare la palla in modo formidabile lo sottopongono a stress importanti, forse ancora accentuati da una discreta tensione emotiva nel corso dei match che lo porta a vivere importanti alti e bassi. Un creativo, un vero giocoliere, uno che con la palla può fare di tutto e di più ed esaltare il pubblico, oltre che sorprendere e battere tutti gli avversari, ma forse anche tennista assai dipendente dalla condizione fisica per performare al massimo e, a quanto sembra, anche abbastanza fragile per tenuta muscolare. Ricordiamo che nel 2023 saltò gli Australian Open per un problema muscolare rimediato pochi giorni prima di volare al primo Slam della stagione, mentre nel 2024 fu costretto a rinunciare a Monte Carlo e Barcellona sempre per fastidi muscolari. Non resta che attendere le parole di Carlos nella press conference, e se come sembra sarà ritiro, vedremo se recupererà per il torneo di Roma, oppure si andrà dritti a Parigi, dove c’è da difendere il titolo dell’anno scorso, e tre settimane dopo anche quello di Wimbledon. Alcaraz non può permettersi di arrivare a fine maggio in condizioni fisiche precarie, il prezzo da pagare sarebbe altissimo.
    Marco Mazzoni   LEGGI TUTTO

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    Draper dalla parte di Sinner: “Jannik non merita alcun odio. Più ci allenavamo, più il suo livello cresceva”

    Jannik Sinner e Jack Draper in allenamento

    Gli amici, nella vita e anche nel tennis, sono fondamentali. Jannik Sinner e Jack Draper lo sanno alla perfezione e coltivano da anni una sincera e profonda amicizia, sostenendosi in momenti difficili e rafforzando il loro legame. I due sono molto diversi, ma l’azzurro sentì già alcuni anni fa una certa affinità e vicinanza con il britannico, tanto che dopo una partita tra i due si instaurò naturalmente un’amicizia che hanno coltivato col tempo. Sinner è esploso prima di Draper al massimo livello ma non si è affatto dimenticato delle peripezie e difficoltà dell’amico, continuando a seguirlo e sostenerlo nei tanti stop per infortunio, anche quando nella testa del “Brit” frullavano idee malsane sull’opportunità di continuare… Jannik l’ha spronato a credere nel suo potenziale con ottimi consigli, quelli di chi c’era già passato ricevendo tante critiche e attraversando momenti non facili. Draper ha ricambiato con grande vigore sostenendo Jannik nel duro periodo della positività al doping, difendendolo a spada tratta e diventando anche il primo sparring a Monte Carlo una volta scaduti i termini della cupa sospensione, accettata con tanta difficoltà vista la sua innocenza. Non è quindi strano che Draper abbia parlato molto bene dell’amico italiano in un’intervista alla BBC, a pochi giorni dal rientro in attività. Per Jack il n.1 del mondo è una persona eccellente, si sta allenando alla grande e rientrerà ancor più forte. Soprattutto, per Draper il nostro campione non merita alcun odio per quel che è successo.
    “Quando mi chiedono di Jannik, dico la verità: penso che sia una persona davvero genuina e gentile, e soprattutto un giocatore incredibile“, ha dichiarato Draper a BBC Sport e al Guardian in un’intervista congiunta all’Open di Madrid. “Riguardo alla situazione in cui si è ritrovato sono sicuro che non ha avuto la minima idea di quel che stava accadendo, è totalmente estraneo alla vicenda. Ma la vita va così: a volte si commettono errori e ti ci ritrovi dentro“.
    Nonostante sia stato chiarito in ogni sede che Sinner non si è dopato, non ha barato e non ha fatto niente di male, le regole sulla responsabilità oggettiva per i membri del proprio staff sono in vigore e, con non poche titubanze vista la sua innocenza, l’azzurro ha deciso di accettare una sospensione proposta da WADA per chiudere la faccenda. L’accordo tra il team legale del tennista italiano e la WADA ha scatenato accuse di favoritismo e ha portato alcuni giocatori a mettere in discussione la propria fede nello sport pulito. Qua Draper non ci sta, e ha dichiarato: “Per quanto riguarda i miei sentimenti nei suoi confronti, penso sia importante che le persone sappiano e riconoscano che è un ragazzo di buon cuore e una brava persona. Non merita l’odio che riceve.”
    Dopo la sconfitta all’esordio al Masters 1000 di Monte Carlo, Draper ha cercato compagni di allenamento sulla terra battuta e Sinner, con cui aveva già giocato in doppio in passato, è stata una scelta ovvia. “Sapevo che Jannik era disponibile e a Monte Carlo sulla terra battuta, quindi ci siamo organizzati con la sua squadra per andare lì per tre o quattro giorni ad allenarci con lui”, racconta Draper. “Se devi allenarti con qualcuno, perché non puntare al migliore al mondo, giusto? (sorride). Ovviamente si è preso un po’ di tempo libero, ma sta ancora giocando a un livello incredibile. È stato fantastico stare con lui per qualche giorno e fargli da sparring. Non c’è modo fare un allenamento migliore. Non abbiamo parlato molto a dire il vero, in campo Jannik è sempre molto professionale. Se è il n.1 del mondo, lo è per un motivo  È sempre costante, gioca alla grande e in questo non è cambiato di una virgola. Potrà essersi un filo arrugginito in qualche cosa per la mancanza dei tornei, ma non fa che migliorare giorno dopo giorno. Più punti giocavamo e più lo sentivo salire di livello“.
    “Non vedo l’ora di rivederlo nel tour perché penso che la sua assenza si è fatta sentire eccome” conclude Draper.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO