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    Masters 1000 Miami: Musetti supera Paire in due set. Solido Lorenzo, a tratti indisponente Benoit

    Lorenzo Musetti

    Lorenzo Musetti gioca un match solido e concreto, superando per 6-3 6-3 il francese Benoit Paire ed accedendo al terzo turno del Masters 1000 di Miami, dove aspetta il vincente di Garin – Cilic. Una buona prestazione dell’azzurro, bravo a giocare il suo tennis senza guardare “dall’altra parte della rete” e non farsi travolgere dalle fasi di non-gioco del francese, a tratti davvero indisponente.
    Non è facile commentare una partita del genere, perché dalla metà del primo set in avanti quasi non s’è giocato. Dopo un discreto inizio, il punto di svolta dell’incontro è stato il settimo game del primo set. Musetti è andato sotto nel game ma ha tenuto, giocando con ordine e raziocinio, e quindi ha approfittato dell’improvviso black out dell’avversario, uno show al contrario di solo errori. Infatti Paire, persa quella chance, ha praticamente lasciato la partita per almeno 20 minuti, lasciando campo aperto all’azzurro per chiudere il set e scappare via nel secondo set, per l’allungo decisivo.
    In una partita del genere, a maggior ragione quando non hai molta esperienza e giochi un tennis creativo, il rischio era quello di farsi risucchiare dalla spirale negativa del rivale. Invece Musetti è stato freddo, lucido, molto presente. Ha pensato solo al suo gioco, non è mai andato fuori giri o in confusione tattica contro un rivale che tirava pallate senza un filo logico, non dando alcun tipo di ritmo. Ma anche all’inizio, quando il francese “giocava”, Lorenzo è stato bravo a macinare il suo tennis, reggendo al mix caotico del rivale fatto di accelerazioni fulminanti, errori, discese a rete, con ogni volta una palla diversa, spesso nemmeno ben centrate.
    Difficile per non dire impossibile commentare la prestazione di Benoit, solo nei primi sette game aveva prodotto qualcosa di buono, poi ha deciso che bastava così, e se n’è di fatto andato dal campo.
    Resta per Musetti un’esperienza, una vittoria facendo pochissima fatica, e un bel test dal punto di vista dell’attenzione e del focus. Ha servito discretamente, ha commesso pochi errori, è stato lucido a capire su che direzione stava andando la partita e non regalare niente all’avversario per non riaccendere “la luce” e rimetterlo in partita. Era un rischio concreto, bravo Lorenzo a non concedere niente e portare a casa un successo che vale oro e gli regala un’altra bella partita in questo primo Masters 1000 stagionale.

    Ecco la cronaca della partita.
    Musetti lancia in aria la prima palla alle 18.10. Paire super aggressivo: risposta precisa e via, accelerazione di rovescio lungo linea. Segue un doppio fallo di Lorenzo, 0-30. Una stecca del francese regala il primo 15 del match all’azzurro, ma poi trova una risposta di rovescio d’incontro clamorosa, con la palla che esce velocissima e imprendibile. 15-40, due palle break immediate per Benoit. Sulla seconda un rovescio di Lorenzo termina lungo. Break Paire, avanti 1-0. C’è molto vento oggi su Miami, potrebbe essere un fattore per due tennisti che amano accelerare a tutta il braccio in anticipo. Il francese serve alternando Ace a 210 km/h a doppi falli con la palla che arriva a rete a malapena… in pieno “Paire-Style”. Un attacco avventato costa a Benoit la palla del contro break sul 30-40. Bravo Musetti ad aggredire la seconda di Paire, un po’ morbida, trovando un lungo linea che Paire non controlla. Contro break Musetti, 1 pari. 7 minuti di tennis, e già si capisce che questa partita potrebbe vivere su cambi di direzione repentini, con due tennisti così creativi ma non costanti. Cerca la prima smorzata del match Lorenzo, ma Benoit arriva e controlla con la sua “manina”, altra palla break. Bravo Musetti a trovare un passante di diritto in corsa e respingere l’assalto del rivale. 2-1 Musetti. Gli scambi sono rarefatti, la palla corre con angoli e velocità di ogni tipo. Paire accelera, smorza, chiude col vincente o l’errore. 2 pari. Anche l’azzurro accetta questo tennis rarefatto, cercando soluzioni rapide e creative, come alcune smorzate pregevoli che castigano una posizione di Paire abbastanza arretrata. Il set scorre rapido sui turni di servizio in questa fase centrale. Settimo game, Benoit prima rigioca una smorzata (n0n perfetta) in modo vincente, poi trova una risposta di diritto fulminante. Sale 15-40, due palle break. Solido Lorenzo, prima in campo e via incrociato a far correre l’avversario. Con un Ace esterno Musetti fa il quarto punto di fila e si salva, salendo 4-3. Ottavo game, Paire parte bene ma poi si incarta letteralmente, con tre errori manda Musetti a palla break sul 30-40. Lorenzo prova un passante lungo linea, ma finisce largo. Segue un doppio fallo orrendo del francese, seconda lunga di un metro, altra chance di break per Musetti. Altro doppio fallo! Musetti ringrazia e va servire sul 5-3 per chiudere il primo set! Paire ha staccato la spina, tira pallate e prova anche una smorzata senza né capo né coda. 40-0 e tre Set Point. Ok il secondo, un rovescio di Benoit in scambio muore malamente in rete. 6-3 Musetti, un set ben giocato dall’azzurro, bravo a tenere nel settimo game, quando è andato sotto, e quindi approfittare con ordine degli errori dell’avversario. Nel primo parziale Lorenzo ha vinto 2 punti su 3 con la prima, e ha convertito due palle break due tre (Paire 1 su 5).
    Secondo set, inizia Paire alla battuta. A 30 muove lo score nel set, senza dar la sensazione però di una scossa rispetto al bruttissimo finale del primo set, tanto che alla risposta nel game seguente quasi non gioca, pigro al limite dell’indisponente. Nel terzo game Benoit sbaglia l’impossibile, inclusa una volée da sopra la rete più difficile da mandare in rete che tirare in campo. Segue un’altra soluzione tattica senza senso, 0-40 e tre palle break Musetti (7 punti di fila per l’azzurro). Completa il disastro Paire con un doppio fallo, è letteralmente uscito dal match con la testa. 2-1 e servizio Musetti, in controllo del secondo set quasi senza giocare, solo tenendo la palla in campo. I punti di fila per l’azzurro diventano 11, e Lorenzo vola 3-1, consolidando il break. Paire continua nel suo show al contrario, sbagliando l’impossibile. Finalmente trova una prima sullo 0-30, interrompendo la striscia di 13 punti di fila per Musetti. Si accende il servizio del francese, con quattro pallate vince un game che pareva perso, restando in scia 2-3. L’azzurro resta concentrato: pensa solo al suo gioco, macina discrete prime e lavora col diritto, attento a non sbagliare e far giocare l’avversario, prontissimo a sbagliare con giocate al limite, spesso senza un filo logico. Il set avanza seguendo i servizi, ma lo spettacolo onestamente non è bello perché Paire continua con il suo atteggiamento scostante, anche se il servizio lo sostiene. Nell’ottavo game all’improvviso Benoit torna a giocare, corre e si impegna, costringendo Musetti a due soluzioni molto difficili per vincere i punti. Con un bel passante basso di rovescio, una vera rasoiata, Lorenzo vince il 15 del 5-3, ad un passo dalla vittoria. Il francese cammina per il campo, ha buon gioco Musetti ad accelerare e trafiggere il rivale. Con un bel lungo linea si guadagna il 15-40 e doppio Match Point. L’ennesimo errore del francese consegna il successo a Musetti. Una vittoria importante, perché gli apre il terzo turno di Masters 1000, e conferma la forza mentale del giovane italiano, capace di restare sempre focalizzato sul proprio gioco.
    Marco Mazzoni

    Lorenzo Musetti vs [23] Benoit Paire ATP ATP Miami Musetti L.66 Paire B.33 Vincitore: Musetti L. ServizioSvolgimentoSet 2Paire B. 15-0 15-15 15-30 15-40 30-405-3 → 6-3Musetti L. 15-0 15-15 15-30 30-30 40-304-3 → 5-3Paire B. 15-0 30-0 40-0 40-15 40-304-2 → 4-3Musetti L. 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-2 → 4-2Paire B. 0-15 0-30 15-30 30-30 40-303-1 → 3-2Musetti L. 15-0 30-0 40-02-1 → 3-1Paire B. 0-15 0-30 0-401-1 → 2-1Musetti L. 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1Paire B. 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Musetti L. 15-0 30-0 40-0 40-155-3 → 6-3Paire B. 15-0 30-0 40-0 40-15 30-0 40-15 40-304-3 → 5-3Musetti L. 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-403-3 → 4-3Paire B. 15-0 30-0 40-03-2 → 3-3Musetti L. 15-0 15-15 30-15 40-152-2 → 3-2Paire B. 0-15 15-15 30-152-1 → 2-2Musetti L. 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-1 → 2-1Paire B. 15-0 15-15 30-15 30-30 30-400-1 → 1-1Musetti L.0-15 0-30 15-30 15-40 30-400-0 → 0-1
    3 Aces 71 Double Faults 573% (38/52) 1st Serve 49% (25/51)76% (29/38) 1st Serve Points Won 72% (18/25)50% (7/14) 2nd Serve Points Won 35% (9/26)80% (4/5) Break Points Saved 33% (2/6)9 Service Games Played 928% (7/25) 1st Serve Return Points Won 24% (9/38)65% (17/26) 2nd Serve Return Points Won 50% (7/14)67% (4/6) Break Points Converted 20% (1/5)9 Return Games Played 969% (36/52) Service Points Won 53% (27/51)47% (24/51) Return Points Won 31% (16/52)58% (60/103) Total Points Won 42% (43/103) LEGGI TUTTO

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    Djokovic difende Pospisil via social

    Novak Djokovic, fondatore della PTPA con Pospisil

    Novak Djokovic non è presente al Masters 1000 di Miami, ha preferito restare a Monte Carlo per preparare la stagione su terra battuta. Anche da lontano, il serbo ha voluto far sentire la propria presenza per sostenere Vasek Pospisil, “travolto” da molte critiche dopo il fattaccio di cui si è reso protagonista in campo in Florida. Il canadese infatti è esploso violentemente alla fine del primo set del suo match di primo turno, offendendo pesantemente il Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi, per poi scusarsi per il suo comportamento. Ricordiamo che Djokovic e Pospisil sono i due principali portabandiera della nuova associazione PTPA, nata la scorsa estate a difesa degli interessi dei tennisti.
    Scrive Djokovic su Twitter: “Relativamente a quel che è accaduto, io non mi trovo a Miami. Tuttavia Vasek Pospisil è un mio buon amico e mi immedesimo con lui di tutto cuore. I giocatori del tour concorderebbero sul fatto che è una persona della totale integrità che ha a cuore il benessere dei suoi compagni di professione. Spero che i giocatori riconoscano l’importanza di stare uniti”.
    Dopo le scuse di Pospisil, nessun altro giocatore si è espresso pubblicamente sull’episodio, sembra regnare una calma apparente, ma è evidente che nel mondo del tennis maschile c’è tutt’altro che serenità.

    Concerning matters at hand, I am not in Miami. However Vasek Pospišil is my good friend and I empathize with him wholeheartedly. Players on tour would agree that he is an individual of the highest integrity who cares about the well being of his fellow competitors. 1/2
    — Novak Djokovic (@DjokerNole) March 26, 2021

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    Musetti “Il mio colpo è il rovescio lungo linea”. Vero, ma c’è molto altro (di Marco Mazzoni)

    Lorenzo Musetti, gran rovescio a Miami vs. Mmoh

    “Il mio colpo migliore credo sia il rovescio ad una mano, soprattutto lungo linea. Ho migliorato molto il colpo stando dietro la riga di fondo campo, questo ha permesso di fare un salto di qualità a tutto il mio gioco”. Lorenzo Musetti ha commentato così la bella vittoria di ieri al suo esordio nel Masters 1000 di Miami. L’americano Mmoh era un avversario alla portata dell’azzurro, ma con quel “fisico bestiale” e conoscendo alla perfezione le condizioni di gioco di Miami e quel tipo di campo, era un avversario non così banale. Musetti ha giocato una buona partita, elevando al massimo la sua qualità e intensità nelle fasi che contano.
    È davvero presto per fare un’altra analisi del gioco di Musetti, aspettiamo ancora qualche match per valutare la sua evoluzione in quest’inizio di stagione ATP dopo la parentesi Challenger. Evoluzione notevole, in moltissimi aspetti. Ma quel che vorrei già sottolineare, e che ritengo assai superiore rispetto al bellissimo rovescio ad un mano di Lorenzo, è la sua capacità di giocare bene, anzi benissimo, nei momenti importanti. “Una qualità che ti dà madre natura” sottolineava in telecronaca l’ottimo Paolo Bertolucci su Sky, giustamente.
    Se andiamo a prendere le varie componenti necessarie a forgiare un grande giocatore o un campione, l’elenco può essere discretamente lungo. Imprescindibili sono un’eccellente tecnica di gioco, una qualità atletica importante, una forza mentale e lucidità che ti consente di giocare bene nei momenti chiave, con quest’ultimo aspetto per me decisivo. Puoi essere il tennista più potente e più veloce sulla terra, puoi avere i colpi più terrificanti, fluidi ed esplosivi, ma se non riesci a sentire il momento, gestire la tensione e vedere come piazzare la giocata, beh, tutto è inutile. Nella partita di ieri (e nella settimana magica di Acapulco), Lorenzo Musetti ha mostrato segnali importanti di possedere tutte queste qualità, inclusa l’ultima e più importante. Ha compiuto l’allungo alzando il livello, non sfruttando gentili regali dell’avversario. Quando è andato a servire per il match, con la tensione al massimo e con il rivale che ha provato l’ultimo disperato assalto, è crollato 0-40. Qua è venuto fuori il progetto di campione che cova in lui: 5 punti di fila, tra servizi precisi, diritti esplosivi, e soprattutto sul 30-40 un’improvvisa accelerazione di rovescio lungo linea – quella che gli piace tanto! – che ha illuminato la notte di Miami e flirtato con la riga, bellissima e imprendibile. Un grande rischio, un grande colpo, un’esecuzione impeccabile che testimonia tutta la freddezza, lucidità e classe di Lorenzo.
    Riavvolgendo il nastro dei suoi ultimi incontri, è bello anche sottolineare come Musetti abbia affrontato avversari molto diversi tra loro.  Tennisti di grande intensità e pressione (Schwartzman), “picchiatori” che ti danno poco ritmo (Tiafoe), tennisti completi e creativi (Dimitrov), tennisti fortissimi sul piano atletico (Mmoh), campioni completi (Tsistipas). Lorenzo li ha affrontati tutti cercando di imporre il suo tennis ma allo stesso tempo trovando il modo di impensierirli con lucidità tattica, mettendoli a giocare in posizioni a loro scomode. È un altro segnale di grande qualità: il vero campione riesce ad imporre il proprio gioco ma è anche pronto a cambiare qualcosa perché il nostro amato tennis resta uno sport di situazione, saper gestire il momento e massimizzare l’equazione rischio-rendimento è decisivo al successo.
    Il diritto è tornato stabile, cancellando i dubbi emersi nei primi Challenger stagionali, e anzi pare più versatile grazie ad un movimento con un’ovalizzazione maggiore che gli consente di coprire di più la palla all’occorrenza, senza però perdere di velocità quando entra deciso (c’è ancora da lavorare, e bene che sia così). Resta ancora parecchio arretrata la posizione nello scambio, credo fin troppo; soprattutto in risposta, dove parte davvero dietro. Lui ha “punch”, quindi riguadagna velocemente un po’ di campo, ma al salire del livello questa condotta è assai rischiosa (personalmente la lascerei a Nadal e Thiem… che hanno altre caratteristiche e potenza). Piace però vedere che anche nella vittoria di ieri, i momenti migliori nel suo match sono venuti proprio quando ha fatto il passo avanti andando ad anticipare e tagliare il campo. Ha sfruttato poche palle break, ma se l’è conquistate. Con l’esperienza, migliorerà anche in questo aspetto, decisivo.
    Tante piccole cose nel tennis di Musetti, belle e preziose. Lorenzo sta facendo esperienze importantissime crescendo match dopo match. Il prossimo vs. Benoit Paire è sulla carta affascinante. Se il francese sarà con la testa in campo, potremo assistere ad uno spettacolo divino sul piano tecnico. Ma sarà soprattutto un bel test per l’azzurro visto che avrà di fronte un rivale tecnicamente fortissimo ma imprevedibile, che non ti dà mai ritmo, che può distrarti e innervosirti con il suo atteggiamento strafottente.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Isner: “Le mie critiche non erano solo per il Prize money, ma al sistema dell’ATP”

    John Isner

    Nelle classiche interviste pre torneo, il gigante USA John Isner è tornato a parlare di politica tennistica. Recentemente alcuni suoi tweet assai critici sul crollo del prize money al Masters 1000 di Miami non erano passati inosservate, dando il “la” tra i colleghi ad una sorta di processo all’ATP, accusata di fare l’interesse dei tornei invece di tutelare quelli dei giocatori. Isner ha chiarito alla stampa il suo pensiero.
    “Le mie critiche? Non è solo una questione economica. Riguarda il sistema ATP, il motivo per cui vengono prese le decisioni e il significato di una decrescita del prize money. Non si tratta dell’effettivo premio in denaro in sé. Ovviamente, vorremmo giocare di più, ma comprendiamo che con la perdita di entrate dalla vendita dei biglietti, i nostri premi diminuiranno. Ma ci sono alcuni giocatori che hanno dubbi sul motivo per cui il prize money complessivo è sceso così tanto. Il tour ha implementato una strategia che mantiene i guadagni ottenuti con piazzamenti nei primi turni abbastanza simili alle condizioni ‘normali’. Il montepremi dei quarti di finale, semifinale e finale invece è stato notevolmente ridotto. Stiamo cercando di capire un po’ di più come funziona questo processo”.
    Isner quindi parla delle tante assenze al torneo, nessuno dei “big 3”, e addirittura nessun numero 1 attuale o in carriera in gara, fatto questo che non accadeva da moltissimi anni in un Masters 1000. “Per i migliori giocatori d’Europa penso che sia comprensibile. Forse nel clima attuale in cui ci troviamo, la situazione non si adatta al programma di Rafa, Roger, Novak e Thiem. Immagino che sia un grande impegno venire qui, solo per un torneo, e quindi tornare immediatamente in Europa. Per loro quattro probabilmente non ha senso. Credo che molto sia dipeso anche dall’assenza di Indian Wells. Penso che il motivo principale per cui molti giocatori non sono qui è perché questo è un evento isolato dal resto della stagione, così come si è strutturata quest’anno. Non è necessariamente una questione di soldi, è più un conflitto di programmazione”.
    Il nuovo complesso a Miami, con l’Hard Rock Stadium (quest’anno non allestito con tribune nel catino da football), piace molto ai tennisti: “Nel 2019 l’esperienza di essere all’Hard Rock per la prima volta, con la quantità di spazio che i giocatori avevano per riscaldarsi e fare quello che volevano, è stata incredibile . Quest’anno il grande campo centrale non è integrato nello stadio, ma l’intero campo da football è nostro, quindi è bello uscire e lanciare la palla, correre, fingere di star giocando nella NFL. L’esperienza dei giocatori qui è stata eccellente. James Blake ha fatto un lavoro incredibile. Abbiamo molto spazio e tanto divertimento con cose da fare. I giocatori sono felici di essere qui. È bello essere di nuovo in uno dei pilastri dell’ATP e del WTA Tour: Miami”.
    L’intervista scivola sulla PTPA, della quale Isner è uno dei membri fondatori. L’americano risponde, ma senza grandi particolari. “Sappiamo tutti che la PTPA sta cercando di andare avanti. Forse è un lancio un po’ lento… Penso che lo scopo dietro quest’iniziativa sia ancora buono. Molti giocatori, forse anche molte persone nell’ATP, sono d’accordo con me. Anch’io ne faccio parte, penso che alla fine potrebbe essere salutare per il circuito. Non credo che succederà niente di drastico o qualcosa del genere, i giocatori non smetteranno improvvisamente di giocare. Di certo ci siamo fatti molte domande e credo che la pandemia abbia forse messo in luce alcuni dei problemi con cui i giocatori hanno lottato a lungo”.
    Miami è torneo importante per Isner, qua vinse nel 2018. Si sente in discrete condizioni: “Mi sento bene, sono stato in grado di giocare ad Acapulco la scorsa settimana. Una partita è stata buona, l’altra un po’ meno, ma è stato comunque importante fare qualche match prima di questo torneo perché non ho giocato così tanto nell’ultimo anno. Spero con questo torneo di creare un po’ di slancio per me stesso e vedere cosa posso fare nella stagione. Fisicamente sono a posto, mentalmente mi sento abbastanza fresco. Devo solo provare a partire bene e vedere cosa posso fare da qua in avanti”

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    Rublev: “La paura che il mio livello non sia abbastanza mi spinge a migliorare”

    Andrey Rublev, n.8 del ranking

    Andrey Rublev è uno dei tennisti più “caldi” dell’ultimo periodo. Quest’anno vanta la vittoria a Rotterdam, con un record  di 16 vittorie e 3 sconfitte complessive. Tuttavia il bilancio nei confronti diretti contro i migliori non è esaltante. Sbarcato a Miami, è stato intervistato dal sito ufficiale dell’ATP. Le sue parole sono chiare: sente di poter far bene, ma ha paura di esser stato anche “fortunato” nel raggiungere i suoi risultati, che il suo tennis ancora non sia abbastanza. Vuole di più, e la paura di non fercela lo spinge a migliorare, a cercare di crescere ancora. Ecco alcuni passaggi dell’intervista.
    “È vero, ad un certo punto la mia crescita come risultati e nella classifica è stata rapida, ma per un po’ invece ho fatto molta fatica ad impormi. Ho sofferto degli infortuni, le cose non andavano come speravo. A quel punto ho smesso di pensare a come sarebbe stato e cosa aspettarmi, perché forse mi stavo creando troppe aspettative. L’anno precedente stavo pensando: ‘Oh, se sta andando bene, forse presto sarò tra i primi 20, o ancora più in alto’. Invece mi sono infortunato e sono crollato fuori dalla Top 100. Da quel momento, ho smesso di pensare a come sarà … la mia mente si è focalizzata solo su cosa fare per essere migliore e basta”.
    Ecco il paggaggio chiave del suo pensiero, in merito al suo livello e quel che davvero desidera: “Voglio essere sempre migliore. Non si tratta di quello che sto facendo adesso o di quello che ho fatto. Voglio continuare a giocare e vincere per un lungo periodo. Voglio continuare ad essere migliore. Ho raggiunto buoni risultati, è vero, ma ho paura di essere stato solo fortunato, che forse non sono abbastanza bravo per dove voglio arrivare. Ecco perché voglio continuare a lavorare per vedere se posso continuare a giocare al massimo  livello, allo stesso livello per un po’ e migliorare ancora. È questo tipo di paura che non sia abbastanza, paura che non ce la farò o paura che non sarò abbastanza bravo che mi ha aiutato a migliorare, ed è per questo che voglio migliorare e migliorare. Il mio pensiero deve focalizzarsi solo su un aspetto: migliorare. È per questo che quando commetto un errore, ripenso al perché e voglio ripetere quella situazione per renderla perfetta e non sbagliare più. Voglio che tutto sua perfetto. Questa è una mentalità un po’ estrema forse, ma per il momento, mi aiutato”.
    Un atteggiamento perfezionista all’estremo, che finisce per aumentare la  pressione su se stesso. Ma parlando di pressione, Rublev la distingue dai risultati: “Non posso controllare se perderò al secondo turno o al primo. Alla fine, non importa quale pressione hai. Se vinci, vincerai comunque con la pressione del risultato o meno; se perdi, non importa cosa farai o quanto ci penserai, perderai comunque. Alla fine, è solo importante cercare di concentrarti su te stesso, sulle cose che devi migliorare per fare del tuo meglio e basta. Pressione sul mio atteggiamento e voglia di migliorare, non sul risultato”.
    Andrey dice di prendere i tornei uno alla volta, pensando di poter fare bene, ma resta consapevole che la stagione è lunga e in caso di qualche cattivo risultato, c’è sempre tempo per recuperare: “Come andrò a Miami? Lo vedremo, spero bene, ma non mi pongo obiettivi. Anche se qui non andasse bene, tra qualche settimana giocherò a Monte Carlo. Dopo Monte Carlo ecco Madrid, Roma, e Roland Garros. Avrò possibilità di fare bene, vedremo. Anche se non andassi bene in tutti questi eventi, mi resterà la seconda parte dell’anno per ottenere risultati. Alla fine, tutti noi abbiamo delle pressioni, ci sentiamo sotto pressione. È una bella sfida vedere come affronti questa situazione”.
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    Holger Rune contatta Djokovic via Instagram: si allenerà col n.1 sulla terra di Monte Carlo

    È proprio vero che la nostra vita è cambiata tanto dall’avvento dei social network, in ogni settore. I contatti sono diventati più facili e immediati. Curioso l’episodio che vede coinvolti il n.1 del mondo Novak Djokovic ed il giovanissimo danese Holger Rune, una delle promesse del tennis internazionale. Pochi giorni fa serbo ha comunicato di […] LEGGI TUTTO