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    Buon compleanno Jannik! 24 candeline per il n.1. Il suo regalo? “Devo migliorare…”

    Jannik Sinner con la coppa dei Championships e il suo nome nell’albo d’oro dei vincitori

    Tanti auguri a Jannik Sinner! Nato a San Candido il 16 agosto 2001, il più grande tennista italiano festeggia il suo 24esimo compleanno a Mason, Ohio, in campo (ore 21 italiane) nella semifinale del Masters 1000 di Cincinnati, opposto alla sorpresa del torneo, il qualificato francese Terence Atmane. Livetennis segue la scalata del pusterese verso l’Olimpo del tennis mondiale fin da quando si affacciava al tour Pro con i primissimi ITF; quindi l’esplosione di fronte al grande pubblico con lo strepitoso Challenger di Bergamo 2019, dove mostrò a tutti che razza di colpi e classe possedesse. Da allora sono passati molti anni, con una crescita a tratti impetuosa alternata a qualche momento di stasi e riflessione, come è giusto che sia, con la rivoluzione del febbraio 2022 quando decise di lasciare il mentore Riccardo Piatti e crearsi un suo team su misura. Dall’ottobre del 2023 Jannik ha cambiato passo ed è diventato il più forte, dominante, a tratti irresistibile. Sta segnando un’epoca e incantando milioni di appassionati col suo gioco potente, intenso, ricco di colpi spettacolari e adrenalina. Ha vinto il premio ATP di tennista più amato dagli appassionati nelle stagioni 2023 e 2024, a sottolineare quanto la sua classe ed educazione siano apprezzate a livello globale.
    Per salutare il compleanno del n.1 azzurro, riportiamo l’inizio di un capitolo del libro che il nostro Marco Mazzoni ha scritto e pubblicato la scorsa estate, “Una Straordinaria Normalità” (Ultra Sport), nel quale è raccontata (con moltissimi aneddoti ed esperienze dal vivo) la mentalità, cultura del lavoro, attitudine e talento di Sinner, l’unico vero “segreto” che l’ha portato a diventare il miglior giocatore al mondo da oltre un anno. Un estratto che racconta la vera forza di Jannik: la ricerca continua, quasi ossessiva, del miglioramento.

    Secondo l’enciclopedia Treccani il lessico comune di una persona con un’istruzione medio alta è costituito da circa 47.000 parole, poco meno del 20% rispetto alle 260mila che compongono un dizionario d’italiano. Tuttavia nella vita di tutti i giorni una persona media ne usa davvero molte di meno: infatti il vocabolario “di base” della nostra lingua è formato da circa 6.500 parole, con le quali copriamo il 98% dei nostri discorsi. Ognuno di noi ha ben scolpiti in testa alcuni vocaboli fondamentali, pronunciati o scritti con frequenza perché importanti per esprimere i concetti base del proprio pensiero e modo di essere. La parola più ricorrente nel lessico di Jannik Sinner è migliorare. Anzi, “devo migliorare”, concetto rafforzato dal verbo dovere che esprime l’obbligo di fare, un tono di comando, oppure di volontà e/o desiderio. Obbligo e volontà di migliorare muovono non solo i discorsi di Jannik intorno al tennis ma la sua stessa vita, sono lo spartito sul quale scrive le sue note, a produrre complesse sinfonie fatte di colpi e tattica, sudore e adrenalina.
    “Ogni giorno quando vai in campo puoi migliorare, anzi devi migliorare” afferma Sinner in un’intervista a Sky Sport dell’ottobre 2023. “L’attenzione che metti in allenamento deve essere alta perché è così in ogni lavoro, è necessario essere concentrato per dare il proprio meglio. Alla fine si dipende da se stessi, da quanto vuoi migliorare, dall’energia che ci metti per arrivare ai tuoi obiettivi e alla fine della giornata sentendo di aver fatto il tuo dovere. La prima cosa che chiedo al mio team, anche quando vinco, è cosa avrei potuto fare meglio in campo. Ci sono poche partite nelle quali ho giocato proprio come volevo e tutto è andato alla grande. Magari hai dolore da qualche parte, hai dormito male la notte, fa più caldo rispetto al giorno prima, non senti la palla… Ci sono tante cose che il tennista deve affrontare ogni giorno, mille variabili. La vittoria, la goduria del successo, è il frutto del duro lavoro che metti quotidianamente. Vincere è una sensazione molto bella, quando vinci il torneo è ancor più straordinario. La vittoria in generale è quello per cui lavori quando ti alzi alla mattina, vincere le partite, sentirsi soddisfatto del proprio impegno e lavoro, raggiungere l’obiettivo”.
    Migliorare, avanzare, crescere, maturare, progredire. Sinonimi con sfumature diverse dello stesso concetto: impegnarsi costantemente con dedizione assoluta per diventare una persona e sportivo più abile, capace e vincente.
    Il miglioramento è il mantra di Sinner, è il concetto base della sua filosofia, che possiamo definire in tutto e per tutto un’etica aristotelica. Infatti per il filosofo greco ciò che si giudica in etica non è l’azione singolarmente considerata quanto la disposizione ad agire in un certo senso. La saggezza è imperativa, perché il suo fine è quello di determinare ciò che si deve e che non si deve fare. L’etica di Jannik è chiara: l’agire è mosso dal fine supremo del miglioramento, questo indirizza quel che è giusto e lo allontana da quel che ritiene sbagliato. Il suo tempo ruota intorno a questo concetto, al rigore che lo spinge “any given day” a impegnarsi al massimo per terminare la giornata sentendosi migliore rispetto alla versione di se stesso che si è alzata dal letto, consapevole di aver speso ogni energia fisica e mentale investendo sulla crescita, sullo sviluppo di abilità e acquisizione di nuova conoscenza. Etica, rigore, dedizione per migliorare come persona e tennista. Sinner è forgiato da questi principi, tutto ruota intorno a loro.

    Sinner shined in the biggest moments 😮‍💨
    Today’s Play of the Day, presented by @BarclaysUK #Wimbledon pic.twitter.com/KF8rG5fTNa
    — Wimbledon (@Wimbledon) July 13, 2025

    Può sembrare normale trovare quest’attitudine in uno sportivo di altissimo livello, impegnato in uno sport nel quale il concetto di professionismo è spinto all’estremo vista la difficoltà insita nella disciplina. In realtà, Jannik aveva ben chiara quest’attitudine anche da giovanissimo. Così rispondeva un 17enne Sinner a Daniele Magagnin nell’agosto del 2018 nel corso di una breve intervista al media della sua terra Alto Adige: “Sto imparando molto, ma molto devo ancora imparare. La finale persa a Santa Cristina mi ha insegnato che devo avere la capacità di entrare subito in partita, di gestire le emozioni, quindi il servizio e la risposta e commettere meno errori”. È passato più di un lustro da allora. Quel ragazzo magro e con tanti capelli rossi in testa ha coltivato con metodo e attenzione maniacale al dettaglio abilità atletiche innate, traghettando la coordinazione sviluppata dalla pratica dello sci al tennis, dove la fluidità del gesto è la chiave per generare colpi potenti e precisi. Un insieme di qualità fantastiche che partono dalla sua testa, dove la visione del contesto in cui si trova è processata nel minimo dettaglio e con istantanea nitidezza; questo gli permette di scatenare l’intuizione che porta alla creazione. Vedere la palla prima è una sorta di magia che hai dentro, la puoi tirar fuori ed allenare con metodo e qualità, in modo che il corpo reagisca in anticipo e riesca ad eseguire colpi naturali senza tensioni eccessive, con la racchetta sicura a piegare la palla in traiettorie che mettono l’avversario in difficoltà. Per colpire come Sinner devi essere un grande atleta, dotato di qualità notevoli affinate ed esaltate con pazienza e lavoro. Il metodo, l’applicazione e la ripetizione sono gli indispensabili compagni di viaggio di quel che molti chiamano “talento”.
    Il talento, in fondo, cos’è? È uno dei temi più discussi nel mondo del tennis e sempre lo sarà. Il talento è codificato nei dizionari come l’ingegno, capacità e doti intellettuali rilevanti e naturali applicate a particolari attività. Molti ritengono che il talento tennistico sia la facilità nel colpire la palla e mandarla dove vuoi, in condizioni mutevoli e contro ogni tipo di avversario, in pratica far apparire facili cose assai difficili attraverso gesti fluidi e armoniosi. È sicuramente una valida descrizione di quel che molti reputano sia il talento, ma non è tutto. Sentite cosa ne pensa Rafael Nadal, non proprio l’ultimo arrivato nel mondo della racchetta… “Credo che sul talento la gente sia un po’ confusa. Per me non è giocare in maniera bella o colpire la palla molto bene o molto forte. Io credo che nel tennis, come in tutti gli sport, l’obiettivo finale sia la vittoria. Per questo, secondo me, la questione è chiara: l’atleta che vince è l’atleta con più talento”. Una definizione secca, pratica e del tutto opposta a quello che molti ritengono sia questa merce rara, che regala successi e magia. Ma allora, la verità dove sta? Cosa è il talento, e Sinner “ha talento”? La verità, in fondo, non esiste. La risposta al quesito iniziale non è un assioma, necessita di essere spiegata, interpretata con varie sfumature e applicata al contesto. “Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi di trovare”, affermava Eraclito. Come dargli torto. Sinner forse (sottolineo il forse!) non ha la magia nel braccio del suo idolo Roger Federer, non pennella giocate in totale leggerezza e stile senza tempo dando l’impressione di non far alcuna fatica, ma ha un talento altrettanto eccezionale quanto diverso da quello del leggendario campione svizzero. Il talento è l’abilità nel fare cose straordinarie, indipendentemente da come le si raggiungono. Nel tennis lo si esprime con bellezza e armonia, ma anche attraverso l’applicazione e l’efficienza, facendo fruttare le proprie doti con lavoro e mentalità. Talento è riuscire ad esprimere in campo la miglior versione di se stessi, e in partita con colpi straordinari per intensità e precisione, forti del giusto atteggiamento. Per tutto questo Jannik è animato da un talento smisurato, coltivato con un percorso sano da lui vissuto in una straordinaria normalità e con i tempi giusti in relazione alle proprie qualità, perseguendo senza isterie obiettivi di lungo periodo assai chiari basati sul miglioramento.
    “La mia priorità è ed è sempre stata giocare a tennis” raconta Sinner. “Nella mia testa l’ultima cosa che penso prima di dormire e la prima appena mi alzo è sempre cosa posso fare per giocare meglio in campo. Faccio tanto lavoro in palestra, sul campo, sulla testa, mangio meglio, dormo tanto e vado a dormire presto. Uso poco il cellulare, cosa che sembra piccola ma invece è importantissima, sto attento a tanti particolari. L’insieme di tutto ciò mi porta ad avere più energia in campo, e credo che questo andando avanti qualcosa mi frutterà. Anche se fosse solo uno 0,1%, è pur sempre qualcosa e alla fine conta. Sono andato via da casa quando avevo più o meno 13 anni e mezzo, ho investito davvero tanto…. tutto nel tennis. Ma cosa bella è che più vado avanti e più mi piace. Magari è stato il destino, ma sono sicuro di aver fatto la scelta giusta. C’è pressione, tanta, ma non c’è la pressione che ha un dottore, che in mano la vita di una persona. La cosa peggiore che mi può accadere è perdere una partita, ma ok, la settimana seguente ce n’è un’altra e si può fare meglio. C’è sempre tempo per fare meglio, per migliorare”.

    4 titoli dello Slam vinti finora in carriera e unico italiano a trionfare nel singolare a Wimbledon e Australian Open. 20 tornei in totale nel suo palmares oltre a 2 edizioni della Davis Cup, giocate da protagonista nelle Final 8 di Malaga. Campione alle ATP Finals 2024 e n.1 del mondo da 62 settimane consecutive (10 giugno 2024). Sta riscrivendo la storia del tennis italiano, e non solo. 24 anni, 24 candeline da spegnere oggi. Infinite le emozioni che sta regalando a tutti gli appassionati italiani. Buon compleanno, Jannik! LEGGI TUTTO

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    Raducanu: “Ora sento di essere una ‘dura’. Dopo l’incidente con lo stalker, non esco mai da sola”

    Emma Raducanu

    Ritrovare Emma Raducanu ad un livello di gioco e consistenza da campionessa è una delle sorprese più interessanti e gradite delle ultime settimane di tennis. Lo dimostrano i suoi risultati e le due favolose prestazioni contro Sabalenka tra Wimbledon e Cincinnati, dove ha messo alla frusta la n.1 WTA con un tennis da top 10. La stellina del tennis UK esplose clamorosamente a US Open 2021, quando partendo dalle qualificazioni sbaragliò tutta la concorrenza vincendo il primo Slam in carriera e segnando il record assoluto di più giovane campionessa nel quarto Slam stagionale. Per tanti motivi, più volte qua analizzati e raccontati, Emma non è riuscita minimamente a confermare quel risultato e mantenere un altissimo livello di gioco, crollando in un limbo tra meteora e promessa non mantenuta. Ma lei invece c’ha creduto. Silenziosamente ha pensato a lavorare e curare un fisico non del tutto pronto a tali stress (ha subito tre operazioni a polsi e piedi due anni fa), e nonostante un tourbillon fin troppo vorticoso  di allenatori e troppi problemi fuori dal campo, ha ritrovato se stessa e il suo gioco. Ha trovato un discreto equilibrio fisico e di recente una buona serenità, anche grazie alla chiusura di una bruttissima faccenda con uno stalker bloccato in quel di Dubai dopo una caccia di diversi mesi. Pure nel suo team e cerchia ristretta puntavano il dito contro di lei, affermando che non fosse abbastanza tosta per questo sport. Sbagliato. Lei credeva in se stessa e ha spinto al massimo per ritrovare serenità e buone sensazioni, tornando finalmente a colpire la palla con quella combinazione di anticipo e precisione che aveva fatto innamorare migliaia di appassionati. Raducanu non è solo quella bellissima ragazza con contratti milionari degli sponsor, è tornata a brillare in campo con un tennis che l’ha riportata in buona posizione del ranking (è attualmente n.39) ma a valere molto di più.
    Intervistata dal quotidiano The Guardian in quel di Cincinnati, Raducanu ha parlato di molti aspetti della sua vita e carriera. Riportiamo alcuni estratti significati dell’intervista, in particolare quelli dove parla della nuova forza interiore e di come sia maturata come persona. Un passo decisivo a farla tornare a splendere anche in campo, non solo sulle copertine delle riviste patinate.
    Emma è ancora stupita dall’attenzione mediatica intorno a lei, tanto che quando è a Londra i paparazzi sbucano all’improvviso e la trovano, anche quando non sta facendo altro che salire su un autobus da qualche parte a Wandsworth. “È davvero inquietante, perché non sai che ci sono” racconta la britannica. “E poi vedi una tua foto il giorno dopo sui tabloid e pensi: non è possibile che fossero lì”.
    Ad affossare la sua serenità negli anni passati la terribile attenzione degli stalker, due in particolare: uno è stato arrestato e condannato a un ordine restrittivo di cinque anni dopo esser riuscito ad inserirsi in casa sua ed averle rubato degli oggetti nel 2021; un altro, l’ha seguita in quattro paesi diversi all’inizio di quest’anno ed è stato bloccato a Dubai, dove è arrivato addirittura a parlarle nell’impianto. Raducanu nutre sincere preoccupazioni per la sua sicurezza: “Dopo l’incidente di Dubai sto molto attenta. Quella è stata probabilmente la peggiore attenzione morbosa che abbia mai ricevuto”, racconta Emma. “Ricordo che subito dopo ho trovato molto difficile uscire. Ma ora sono molto più astuta, molto più prudente, direi, e ho qualcuno con me. Non esco praticamente mai da sola. Niente passeggiate in solitaria. Ho sempre qualcuno che mi guarda le spalle.”
    Altro passaggio decisivo è stato il credere di più in se stessa, sentirsi adeguata e forte a reggere pressioni e sfide. Mentre cercava di dimostrare il suo valore in campo, alcuni i membri della sua squadra le dicevano che non era una dura. “Ovviamente pensavo: ‘Oh, no, sono abbastanza dura’. Non è stato bello sentirselo dire, perché mi sono sempre vantata di essere una gran lavoratrice e di essere tenace. E credo di esserlo. In realtà, credo che siano state più le persone intorno a me a sbagliarsi. Questo mi ha portato a subire tre interventi chirurgici e un doppio intervento al polso. Mi allenavo troppo e lo nascondevo, senza dire che avevo dolore, anche quando era vero. Quindi è stato davvero duro sentirselo dire. Ma con l’esperienza, ho imparato a conoscere meglio il mio corpo e ad avere più fiducia in me stessa. Lo vedo ogni giorno in campo e anche in partita”.
    Emma ha affrontato i vari problemi e pressioni con l’aiuto di specialisti, ma la svolta è arrivata trovando energia dentro se stessa. “Ci ho provato. Mi è stato consigliato di farlo, visto quello che ho passato. Era qualcosa che non capita a molte persone, è probabilmente il motivo per cui ho fatto alcune sessioni. Poi ho smesso. Mi sono detta: ‘Guarda, queste persone non capiscono fino in fondo. L’unica persona che può aiutarmi sono io stessa’”.
    Altro tema caldo nella sua giovane carriera i tanti cambi di coach. Oggettivamente troppi per trovare una direzione chiara al proprio tennis, ma lei rigira la frittata con una frase sibillina che pone interrogativi su coloro che hanno lavorato con lei: “Ho le idee molto più chiare su cosa mi piace e cosa no”, afferma. “Le esperienze che ho avuto con diversi coach… La gente ama dire che ho avuto troppi coach diversi, ma se entrassi nei dettagli di molti di loro, la gente non direbbe la stessa cosa. Io semplicemente non lo faccio, perché non voglio “smascherare” queste persone. Quindi tengo questa cosa per me.”
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Shelton a una vittoria dalla top 5 (stanotte sfida Zverev a Cincinnati)

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Sarà una. nottata “calda” in quel di Cincinnati, e non solo per le condizioni piuttosto vicine al limite di quest’edizione del torneo statunitense. Gli appassionati italiani attendono l’incontro di Jasmine Paolini contro la n.2 del mondo Coco Gauff, sarà una partita affascinante, ma il match di cartello dell’intera giornata a “Cincy” è il quarto di finale tra Alexander Zverev e Ben Shelton. Una partita tra il n.3 del mondo e il n.6 di per sé rileva un grande interesse, ma stavolta c’è anche un altro aspetto ad aggiungere ulteriore pepe al quarto confronto tra i due. Se Shelton infatti riuscirà a prevalere, battendo per la prima volta in carriera Zverev, sarà sicuro di sorpassare Draper nella classifica ATP, issandosi alla quinta piazza. Sarebbe il proprio best ranking, a ritoccare di un posto quello ottenuto dopo l’eccellente corsa e vittoria al 1000 canadese di pochi giorni fa. Ma sarebbe anche un passo importante per il tennis USA. Infatti in questo scenario oltre a Fritz n.4 ci sarebbe Shelton n.5, e gli statunitensi non hanno due top 5 nel ranking dal 14 novembre 2005, quando Roddick era n.3 e Agassi n.5.
    Davvero importante la scalata di Ben in questo 2025: ha iniziato la stagione fuori dalla top 20, entrando in top 10 lo scorso 16 giugno grazie ad ottimi risultati. È scattato subito forte con la semifinale agli Australian Open (battuto da Sinner), poi i quarti a Indian Wells (stoppato da Draper). Sorprendente la finale raggiunta sulla terra battuta di Monaco di Baviera, dove proprio Zverev lo superò in due set. I grandi miglioramenti di Shelton furono confermati anche sulla terra battuta di Roland Garros, dove negli ottavi strappò un set a Carlos Alcaraz (futuro campione nel torneo) lottando alla pari per tutti e quattro i set, in una delle partite più belle dell’intero torneo, forse la migliore dopo la storica finale tra Carlitos e Jannik. Un tennis progressivamente più continuo oltre che dirompente, con un rovescio in costruzione e più stabile e un’attitudine assai migliorata. Dopo la semifinale a Stoccarda sull’erba, ai Championships di Wimbledon l’americano è stato di nuovo stoppato da Sinner, piuttosto nettamente, nei quarti di finale ma resta evidente la crescita di Ben, esploso poi a Toronto con la vittoria più importante della sua carriera. E la settimana precedente era arrivato in semifinale a Washington, battuto da Davidovich Fokina.
    Il 6 gennaio 2025 Shelton era n.21 ATP con 2330 punti. Questa settimana è sesto con 4320, ha quasi raddoppiato il proprio bottino nei primi otto mesi di tour. Ben potrebbe diventare il miglior tennista USA nel ranking mondiale dopo US Open: infatti Fritz difenderà la cambiale pesantissima di 1300 punti della finale 2024, mentre Shelton perse al terzo turno dopo una lotta serratissima contro Tiafoe, quindi ha ampio spazio per accumulare punti. Attualmente c’è un discreto margine tra i due statunitensi, ma se Shelton continuerà a giocare così bene e vincere, chissà…
    Altre due curiosità statistiche: se Shelton riuscisse nell’impresa di vincere anche il torneo di Cincinnati, sarebbe il primo tennista a trionfare back to back nei due M1000 nord americani estivi da Nadal nel 2013. Inoltre l’ultimo mancino statunitense tra i primi 5 del ranking è stato John McEnroe, nel marzo del 1990. Due mancini molto diversi tra loro…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La dura legge di Sinner: demolisce Auger-Aliassime, è in semifinale al Masters 1000 Cincinnati

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Il tennis è lo sport delle situazioni, della diversità e dei contrasti. Ma c’è uno scenario che atterrisce ogni giocatore: quando affronti un avversario che ha un tipo di gioco relativamente simile al tuo ma… l’altro è più forte in tutto, nella condotta dello scambio, nei colpi d’inizio gioco, velocità, intensità, equilibrio tra i due fondamentali. Tutto. E pure ha il suo colpo più sicuro che va dritto sulla tua debolezza, la diagonale di rovescio. Quando questo accade, beh, per quello meno rapido, potente e continuo dei due vincere è praticamente impossibile perché non hai armi per cambiare lo status quo, e anche mentalmente vai sotto e riprendersi è una Chimera. È quel che è accaduto a Felix Auger-Aliassime affrontando Jannik Sinner nei quarti di finale del Masters 1000 di Cincinnati, una partita senza storia vinta dal n.1 azzurro con un perentorio 6-0 6-2 e che gli apre le porte della semifinale, dove attende l’esito del match notturno tra Rune e la sorpresa del torneo, il qualificato francese Atmane.
    Per Jannik dopo un primo set di dominio terrificante (25 punti a 9!) solo il fastidio di un break patito in apertura di secondo parziale, con qualche errore di troppo e pure un piccolo sussulto per una smorfia e una “tastatina” all’inguine che subito ha portato pessimi ricordi… Per fortuna pare sia stato solo un momento: sotto 2-0, Sinner ha alzato di nuovo il livello e ha distrutto la resistenza del canadese vincendo sei game di fila con tre break, imponendo un tennis troppo potente, continuo e profondo, dominando il rivale soprattutto grazie ad una risposta talmente pressante che ha provocato un corto circuito nel servizio di Felix, crollato in tanti doppi falli e diversi sulle palle break. FAA aveva vinto i due precedenti con l’azzurro, ma era il 2022 e Sinner da allora è un tantino migliorato… A quei tempi il gioco pulito, in anticipo e geometrico di Felix dava fastidio a un Jannik assai meno consistente, con un diritto in piena costruzione e un servizio che andava su e giù come un otto volante. Oggi Sinner impone ritmi e pressione insostenibili quasi per tutti i giocatori, e non è minimamente concepibile provare a sfidarlo e tantomeno batterlo giocando un tennis di costruzione e pressione piuttosto monocorde, con zero rotazione e nemmeno colpi d’inizio gioco incisivi come quelli dell’Auger-Aliassime attuale, piuttosto sbiadito rispetto alla velocità e intensità toccata proprio nel 2022, quando in un autunno magico toccò il n.6 del mondo. Da allora ha perso smalto, si è come incancrenito in un tennis troppo simile a se stesso e senza punte, mentre Sinner è esploso a tutto tondo, diventando una macchina infernale fortissima da ogni posizione e implacabile in risposta. Più o meno in ogni aspetto…
    Fin dai primi punti si è avuta la sensazione netta che Jannik volesse far sentire i rapporti di forza, anche per il banale fatto che Felix non è esattamente un grande agonista e soffre la personalità degli avversari tosti. Così Sinner è partito a spron battuto, tosto al servizio e implacabile in risposta, con bordate di grande controllo che finivano nei piedi del canadese, incapace di creare spazio e rigiocare con qualità. Non c’è stato un aspetto tattico o tecnico nel quale Felix sia riuscito a mettere un po’ in crisi Jannik: alla fine il suo miglior schema (servizio potente e via diritto sul rovescio dell’avversario) contro Sinner non funziona, perché l’azzurro risponde meglio di tutti e se lo attacchi sul rovescio senza aver creato una differenza di spazio o tempo ti fulmina. Così è accaduto. Auger-Aliassime ha pagato mentalmente la prepotenza e dominanza dell’italiano, giocando ancor più sotto tono del solito, con il servizio andato a gambe all’aria per il timore della risposta poderosa del nostro. Davvero non c’è stata partita. Si ipotizzava che Sinner volesse imporsi di potenza, per non rischiare nulla, per cancellare lo zero negli head to head con l’amico Felix, ma anche per se stesso, per riscattare le scorie di troppi errori e sensazioni non al massimo delle due partite precedenti, seppur vinte in due set. Così è stato: voleva vincere “bene”, ha stravinto.
    Un successo completo, che riporta Jannik su un livello molto alto e allo stesso tempo conferma come la traiettoria di carriera di Auger-Aliassime si sia a dir poco arenata in una secca difficile da superare a meno di un cambio totale in attitudine e colpi. Sinner vince e convince. È un bel messaggio a tutti gli avversari…
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Si scatta con un leggero ritardo e Sinner alla battuta, ancora col manicotto protettivo ormai diventato “iconico”. Si scambia immediatamente a gran ritmo, favoloso il rovescio cross vincente che vale a Jannik il suo primo punto del match. Con una seconda di servizio molto aggressiva, è 1-0 Sinner. Auger-Aliassime prova ad imbastire il suo tennis geometrico in progressione, ma Sinner è prontissimo a montare sopra alle traiettorie del rivale giocando con più potenza, più anticipo, più profondità e più intensità. Sul 30-40 Felix affronta già una palla break, ma è la risposta di Jannik a pungere, gli vale un BREAK immediato, 2-0. Molto focalizzato l’italiano, vuole assolutamente produrre un tennis migliore rispetto alle ultime due uscite e anche staccare il rivale per mettere subito le cose in chiaro sui rapporti di forza. È super concentrato anche al servizio, colpisce con sicurezza e cerca con insistenza il rovescio del canadese, il colpo meno sicuro. FAA cerca di uscire dalla morsa col diritto, ma sbaglia. Game a zero e, soprattutto, 3-0 Sinner, in totale controllo del tempo di gioco, del centro del campo. Di tutto. Auger-Aliassime sente la pressione e il servizio ne risente, vista la posizione in risposta dell’azzurro molto aggressiva e le prime bordate tirate con grande controllo. Un doppio fallo per Felix, poi sul 30 pari colpisce un diritto dal centro un po’ bloccato coi piedi, su di una risposta a dir poco acrobatica di Jannik. 30-40, chance del doppio break. Sentenza-Sinner: risposta carica di spin e praticamente sulla riga, il canadese non reagisce per tempo e stecca malamente col diritto. BREAK Sinner, 4-0 in 16 minuti con un parziale complessivo di 17 punti a 5. No match so far… Serve troppo bene Jannik, non varia nemmeno tanto perché martellare di potenza il rovescio di FAA è troppo redditizio. Non ha alcuna pressione e gioca sciolto il n.1, tanto che sul 30-10 regala al pubblico un rovescio cross stretto mortale, su di una risposta di Felix tutt’altro che malvagia. Questo atterrisce ulteriormente il classe 2000: non sta nemmeno giocando così “male”, ma non trova il modo di reggere la velocità e intensità del rivale. Non ce la fa. 5-0 in 19 minuti. FAA cerca di variare al servizio ma non è nemmeno preciso e questo complica terribilmente uno scenario già sportivamente drammatico… Un altro doppio fallo manda il canadese sotto 15-30. Altro doppio fallo, cercando un servizio kick al limite per buttare l’azzurro all’indietro. 15-40, due set point. Trova finalmente un gran diritto Felix, miglior colpo del suo povero set, 30-40; da sinistra la 1a non entra… ma Jannik tira in corridoio la risposta. Niente, Auger-Aliassime commette il terzo doppio fallo del game, SP #3 per Jan. Col quarto doppio fallo ecco il 6-0 di Sinner, con Auger che praticamente si è brekkato da solo… 25 punti a 9, con 5 DF per il canadese. Demolito, e incapace di reagire anche emotivamente.
    Sinner si è toccato un paio di volte l’inguine nell’ultimo game del primo set. Riparte al servizio e commette due errori su due risposte profonde del canadese. 0-30, situazione inedita. Rimedia con due prime palle e un diritto poderoso, intrattabile. A vantaggi però Jannik sbaglia di molto un rovescio dal centro, colpito in salto, c’è una palla break per Auger-Aliassime. Doppio fallo! E ricade un po’ pesante a terra. Qualcosa non va dopo un inizio micidiale? In pratica Sinner è brekkato da solo con errori, troppi. Felix serve avanti 1-0. L’azzurro torna a muoversi piuttosto bene sul 30-15, comandando e vincendo uno scambio di gran ritmo. Il canadese si è irrigidito dopo quel punto perso, tanto da tirare un diritto con braccio di pietra e la palla quasi non arriva a rete… 30-40. Annulla la palla break con un bel servizio al T. Caccia un urlo e il pugno dopo il diritto pesante che gli vale il punto del 2-0. Dinamico e fantastico il controllo del corpo e dei colpi di Sinner sul 30-0, magistrale. Un sospiro di sollievo dopo il primo game del set, dove c’è stato il timore di qualche fastidio. 2-1. Nel quarto game l’azzurro torna a spingere forte in risposta, vuole riprendersi il break e il controllo della partita. Di potenza e di sostanza si prende i primi due punti, forzando gli errori del rivale. Poi sullo 0-30 FAA attacca bene il net, ma un passante robusto ma centrale di Sinner è mal gestito dal canadese, con un tocco di volo davvero povero e goffo. Si butta di nuovo avanti Felix, ma mal gliene incolse… Altro passante al corpo e poi passante di rovescio sulla riga, imprendibile. Contro BREAK Sinner, 2 pari. Nonostante uno schiaffo al volo pessimo (sul 40-0) Jannik sorpassa il rivale, 3-2. L’azzurro ha ripreso totalmente il tempo di gioco, anche in risposta, come lo schiaffone micidiale che vale a Sinner il 30 pari nel sesto game. E, puntualmente, dopo un cazzotto del genere, Felix è rigido e quasi fa doppio fallo… ma il rovescio poi gli vola via sotto la pressione insostenibile dell’italiano. 30-40, chance dell’allungo. Se lo gioca bene stavolta Felix, buon attacco col diritto. Sinner si prende di forza un’altra palla break con un ritmo infernale, enorme il gap tra i due rovescio vs rovescio e poi entra col diritto a tutta. Niente, doppio fallo… di nuovo sulla palla break. BREAK, 4-2, quarto game fila proprio mentre scocca l’ora di gioco. Fa il pugno Jannik dopo un bel servizio, poi si lamenta per qualche riflesso che viene dagli spalti. Il “fastidio” dei vantaggi per una manciata di errori, ma stacca il quinto game di fila, per il 5-2. Finisce proprio male per FAA: va sotto alla pressione mortale dell’azzurro e sul 15-40, match point, commette l’ottavo doppio fallo della partita. Chiude con sei game di fila Jannik, esce dal campo a testa bassa il canadese, sportivamente distrutto su tutta le linea.

    Jannik Sinner vs Felix Auger-Aliassime (Non prima 21:00)ATP Cincinnati Jannik Sinner [1]66 Felix Auger-Aliassime [23]02 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2F. Auger-Aliassime 0-15 15-15 15-30 15-405-2 → 6-2J. Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 df A-40 ace4-2 → 5-2F. Auger-Aliassime 15-0 15-15 df 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A df3-2 → 4-2J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 40-152-2 → 3-2F. Auger-Aliassime 0-15 0-30 0-401-2 → 2-2J. Sinner 15-0 30-0 40-00-2 → 1-2F. Auger-Aliassime 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-400-1 → 0-2J. Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A df0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1F. Auger-Aliassime 15-0 15-15 15-30 df 15-40 df 30-40 40-40 40-A df df5-0 → 6-0J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-154-0 → 5-0F. Auger-Aliassime 0-15 15-15 15-30 df 30-30 30-403-0 → 4-0J. Sinner 15-0 30-0 40-02-0 → 3-0F. Auger-Aliassime 15-0 15-15 15-30 30-30 30-401-0 → 2-0J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Paolini domina una Krejcikova in condizioni precarie, vola nei quarti a Cincinnati (vs. Gauff)

    Jasmine Paolini a Cincinnati

    Potenza, rapidità e solidità, troppa rispetto alla condizione precaria dell’avversaria, penalizzata da un problema al piede sinistro. Senza storia l’incontro di ottavi di finale del tabellone femminile tra Jasmine Paolini e Barbora Krejcikova, con l’azzurra brava a dominare il campo con un perentorio 6-1 6-2, successo che le apre le porte per i quarti di finale del prestigioso torneo nordamericano, dove avrà una sfida affascinante contro Coco Gauff. Fin dai primi punti è stata evidente l’enorme differenza di energia, velocità negli spostamenti e potenza tra le due giocatori, con la ceca decisamente sotto tono e “aiutata” in negativo dalla pressione di Paolini. Jasmine è stata solida e concreta: vista la difficoltà della rivale nel reggere scambi potenti e muoversi con velocità, ha badato al sodo spingendo la palla con molta rotazione ed energia senza cercare le righe ma pensando a spostare la ceca e portarla all’errore. Barbora non ha trovato punti comodi nemmeno col servizio, anche questo a scartamento ridotto, tanto che in risposta la toscana ha ottenuto un netto vantaggio e molte aperture di campo. Ogni volta che lo scambio si è allungato o Paolini è riuscita a caricare il diritto dal centro ha quasi sempre vinto il punto. Una partita purtroppo deludente a livello di spettacolo ma che consente all’italiana di continuare la sua corsa nel torneo e migliorare la propria condizione in vista di US Open, al via il prossimo 24 agosto.
    Fin dalle prime fasi del match è palese come Krejcikova non possa prescindere dal miglior servizio per contenere la vivacità in risposta di Paolini, anche perché la ceca ha bisogno di un po’ di tempo per ritrovare equilibrio dopo la battuta e non è affatto rapida nello scattare sulle palle dell’azzurra, cariche e piuttosto profonde. Krejcikova prova un back di diritto assai sbilenco sulla terza palla break e commette un brutto errore che manda avanti Paolini per 2-0. Sembra enorme il gap fisico tra le due, Jasmine spinge con sicurezza e Barbora ha difficoltà a tenere la palla in campo. Con un turno di servizio a zero lo score è 3-0 Paolini. La ceca riesce a muovere lo score, pur senza brillare, mentre l’azzurra controlla con assoluta sicurezza i suoi game (due turni a zero). Krejcikova affronta un nuovo turno di battuta molto complicato sul 4-1. Annulla una prima palla break con un ace, ma la pressione di Paolini è forte e l’azzurra strappa il secondo break del set con un pressing con tanto topspin che provoca l’errore della ceca col diritto. Paolini vola sul campo, gioca solido a far sbagliare l’altra e chiude comodamente il primo set per 6-1 in mezz’ora di dominio totale.
    Krejcikova inizia con incertezze e poca energia anche il secondo set. Crolla sotto la risposta dell’azzurra, 0-40. Jasmine vola con la risposta arpionando una prima palla al T e quindi lascia la rivale a metri dalla palla con un rovescio lungo linea imprendibile. Paolini strappa un break immediato, mentre la ceca avverte il giudice di sedia di preallertare il fisioterapista per il prossimo cambio di campo, evidentemente qualcosa non va, è troppo macchinosa nell’arrivare sulla palla e spinge poco, subendo il vigore dell’azzurra. (2-0). Krejcikova parlotta col suo angolo, totalmente scorata per una partita che nemmeno riesce ad iniziare per i suoi standard, e sul 30 pari commette un doppio fallo. Completa il disastro con il secondo doppio fallo di fila, che segna lo score sul 3-0 Paolini. Arriva il fisioterapista all’angolo della ceca, si lavora sulla pianta del piede sinistro, con Barbora che spiega di avvertire dolore quando mette il peso, in particolare atterrando dopo il servizio (cosa che spiega un rendimento pessimo nel miglior colpo del suo repertorio). Krejcikova riparte dopo un lungo Medical time out, ma è in grave difficoltà negli appoggi e i suoi colpi sono così incerti. Non concede niente invece Paolini, pronta portare 4-0 con un altro turno di servizio molto solido. La ceca non molla, resiste fino all’ultimo con quel che ha, ma l’italiana chiude il secondo set per 6-2 (rimontando da 0-30 nell’ultimo game), l’incontro termina in soli 71 minuti. Un match oggettivamente nemmeno iniziato a livello di agonismo, pochissimi i punti lottati e interessanti, nel silenzio del pubblico presente.
    Paolini si prende il primo successo in carriera contro Krejcikova e una rivincita della storica finale di Wimbledon 2024, dove le due battagliarono a lungo e prevalse la ceca, regalandosi il secondo Slam in carriera in singolare dopo aver vinto tutto quel che c’era da vincere in doppio. Jasmine, con Federico Gaio nel suo angolo dopo l’addio a Lopez, sembra in crescita di condizione fisica e sicuramente questo torneo le darà una bella spinta anche a livello di fiducia, quel che le è mancato in diversi tornei stagionali. Per Jasmine è un ritorno nei quarti in questo torneo dopo la prima presenza due anni fa.
    Marco Mazzoni
    Jasmine Paolini vs Barbora Krejcikova WTA Cincinnati Jasmine Paolini [7]• 0660 Barbora Krejcikova0120 Vincitore: Paolini ServizioSvolgimentoSet 3Jasmine PaoliniServizioSvolgimentoSet 2Jasmine Paolini 0-15 0-30 15-30 30-30 40-305-2 → 6-2Barbora Krejcikova 15-0 15-15 30-15 40-155-1 → 5-2Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 40-154-1 → 5-1Barbora Krejcikova 0-15 15-15 30-15 30-30 40-304-0 → 4-1Jasmine Paolini 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-0 → 4-0Barbora Krejcikova 15-0 15-15 15-30 30-30 30-402-0 → 3-0Jasmine Paolini 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-401-0 → 2-0Barbora Krejcikova 0-15 0-30 0-40 15-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Jasmine Paolini 15-0 15-15 15-30 30-30 40-305-1 → 6-1Barbora Krejcikova 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A4-1 → 5-1Jasmine Paolini 15-0 30-0 40-03-1 → 4-1Barbora Krejcikova 15-0 30-0 30-15 40-15 40-303-0 → 3-1Jasmine Paolini 15-0 30-0 40-02-0 → 3-0Barbora Krejcikova 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A1-0 → 2-0Jasmine Paolini 0-15 15-15 15-30 30-30 40-300-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Le due strisce record di Sinner

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Ripensando a freddo alla prestazione e vittoria di Jannik Sinner negli ottavi di finale al Masters 1000 di Cincinnati contro Adrian Mannarino, impressiona un rilievo statistico di fine match: 97% dei punti vinti con la prima di servizio in gioco. 31 su 32! L’unico punto ceduto dall’italiano è stata una prodezza in risposta del francese, un impatto straordinario col diritto che gli è valso pure il break e approdo al tiebreak nel secondo set, dove un Sinner “chirurgico” ha fatto la differenza a sua volta con un’ottima risposta. Passaggi importanti di una partita più tirata di quello che si poteva immaginare alla vigilia. Sinner continua a vincere e sbarca nei quarti dove oggi (non prima delle 21) affronta Felix Auger-Aliassime, contro il quale non l’ha mai spuntata. Due successi per il canadese classe 2000, entrambi nel 2022, uno proprio a Cincinnati in tre set. Ottima occasione per l’italiano per rifarsi e continuare la difesa del titolo e accumulare punti preziosi per tenere a distanza Carlos Alcaraz nel ranking.
    È riduttivo limitare ai numeri la forza e qualità di Sinner, tuttavia l’altoatesino con le sue straordinarie vittorie continua a segnare record significativi che è giusto riportare. Jannik viene dal successo a Wimbledon, quindi è in una striscia positiva di 10 vittorie. Ma ci sono altre due strisce molto, molto importanti. Con i quarti di finale raggiunti a Cincinnati 2025, Sinner è per la nona volta di fila tra i migliori otto in un torneo Masters 1000. Da quando esiste questa categoria di torneo (1990), Jannik è ol quarto giocatore a riuscire in questa impressionante impresa di continuità ad altissimo livello. Come lui solo …i “big three”, Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic. Un altro tassello che avvicina l’azzurro a questi tre mostri sacri della disciplina.
    Sinner vanta un’altra striscia aperta notevolissima: la vittoria su Mannarino a “Cincy” è la sua 24esima vittoria consecutiva su campi in duro. Punta a raggiungere Nadal che nel 2013 si fermò a 26, come Federer (tra 2004 e 2005) e Djokovic (tra 2013 e 2014). In questa speciale categoria è ancora un po’ lontano dai fasti di “King Roger”, che nel suo periodo di massimo dominio arrivò all’incredibile numero di 56 vittorie di fila su campi veloci tra 2005 e 2006; ma non è tutto: dopo una sconfitta sofferta da Murray (proprio a Cincinnati), lo svizzero riprese a vincere infilando un’altra serie immacolata di altri 36 successi consecutivi tra 2006 e 2007. In pratica Federer tra 2005 e 2007 su hard court ebbe una striscia di 92 vittorie e 1 sconfitta!
    C’è un altro rilievo statistico di Sinner molto significativo, che ne spiega buona parte della sua forza e costanza di rendimento ad altissimo livello. Da Toronto 2023, il suo primo Masters 1000 vinto in carriera, l’azzurro vanta un record incredibile di 75 vittorie e solo 2 sconfitte contro tennisti con un ranking oltre la top20 ATP. Le uniche sono sconfitte negli ultimi 24 mesi contro tennisti con una classifica +20 sono arrivate contro Lajovic (Cincinnati 2023) e Bublik (Halle 2025). Dominante.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner supera Mannarino in un match dai due volti (interrotto per quasi tre ore per la pioggia). È nei quarti al Masters 1000 di Cincinnati

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Stavolta il gesto verso il suo angolo non è stato netto, ma chissà se Jannik Sinner cambierà idea e tornerà ancora in campo ad affinare sensazioni e limare spigoli subito dopo il successo contro Adrian Mannarino negli ottavi di finale del Masters 1000 di Cincinnati. Il n.1 del mondo batte il francese per 6-4 7-6(4) in una partita giocata in due spezzoni per colpa di un’interruzione di tre ore per la pioggia, ed è stata veramente a due facce, con un “primo tempo” tutto sommato discreto per l’azzurro nonostante qualche errore di troppo e una ripresa che invece non l’ha soddisfatto per niente. Lo si leggeva chiaramente nella sua espressione, nel suo gesto ironico verso il suo angolo dopo aver subito il contro break servendo per il match sul 6-5 (ha pure lasciato cadere a terra la racchetta, cosa per lui poco usuale), quando ha concesso la palla break e quindi ha perso l’unico punto del match (!) sulla prima di servizio. Incredibile il 31 punti vinti su 32 prime palle in gioco per Sinner, eppure non tutto è andato proprio liscio, non tutto l’ha soddisfatto. Di sicuro perdere quel game l’ha innervosito, ma ancor i troppi errori nei game del francese (saranno in totale 29, a fronte di 25 vincenti) e una sensazione di poco controllo che l’ha accompagno per larghe fasi della partita nei giochi di risposta.
    Un match a due facce: per i due spezzoni, ma ancor più per la netta dicotomia tra il dominare i propri game e faticare a prendere ritmo e profondità in risposta, soprattutto dalla ripresa, quando Mannarino è diventato sempre più aggressivo e spesso è riuscito a prendere il tempo all’italiano e portarlo all’errore. Sinner con questo successo centra i quarti di finale, dove aspetta Auger-Aliassime, e continua anche la sua striscia pazzesca di vittoria sui campi in cemento (24). Eppure non tutto ha funzionato, da una percentuale di prime decisamente bassa (male il 44% nel primo set) e poi migliorata, e la difficoltà nel prendere il miglior ritmo e controllo dello scambio.
    “È un avversario difficilissimo Mannarino, non solo perché è mancino, ma per come colpisce la palla, che resta molto bassa” afferma Jannik a caldo nella flash in campo. “Ho cercato di servire bene, lo ha fatto anche lui. Ho cercato di cambiare posizione in risposta per non metterlo a suo agio.Ho faticato a chiudere la partita, può succedere. Allenamento dopo questo incontro? No perché domani giocherò e devo mantenere fresco il fisico. Cercherò di alzare ancora livello”. Chissà se il n.1 invece non tornerà una mezz’ora in campo, per provare un po’ di servizi e magari un po’ di scambi sul ritmo, quel che oggi gli è mancato tantissimo. La sua analisi nel dopo partita è lucida, come sempre.
    Mannarino è avversario scomodo, decisamente più debole ma ha un modo di colpire la palla che può dare molto fastidio a un tennista come Sinner che ama colpire molte palle e trovare ritmo. Adrian impatta quasi senza aprire, di puro timing, e ti toglie il tempo proponendo palle leggere e molto profonde, con cambi di traiettoria improvvisi che fai fatica a leggere. Nella prima fase Sinner ha servito poche prime palle ma ha condotto bene i suoi game e in risposta ha trovato una discreta costanza per entrare e mettere in difficoltà il francese, con una combinazione di intensità, potenza, profondità e rotazione che Adrian regge a fatica. Ottenuto il break, Jannik non ha sfruttato una chance per il doppio allugo (Ace del francese), nel suo miglior momento del match, forte al servizio e intenso negli scambi in risposta. Enorme la differenza di punti vinti tra i due, visto che nei game di Sinner quasi non si gioca mentre in quelli del francese si lotta. Ma tra servizi esterni perfetti e qualche angolo molto buono Mannarino resta vicino, non crolla, e dopo la pioggia è bravo rischiare di più, servire ancora meglio e così non dare alcun ritmo all’azzurro, che nei game di risposta sbaglia tantissimo. L’anticipo non va, il diritto svaria largo, e rovescio contro diritto Jannik non trova quella forza e costanza necessaria a stroncare il rivale.
    Alla fine il sospirato break è arrivato sul 5 pari con una mossa intelligente dell’azzurro: ha scelto di arretrare tantissimo in risposta per cambiare i riferimenti al rivale ed aver più tempo per iniziare lo scambio. Ha funzionato, si è preso il break ma poi ha sprecato con un turno di servizio non buono sul 6-5, dove ha perso – pazzesco – il primo e unico punto sulla prima palla, una risposta che solo una mano velocissima come quella di Mannarino può immaginare. Fastidio, frustrazione, ma anche tanta di quella forza interiore da permettere al n.1 di cancellare ogni negatività e pensare solo ai colpi, al servizio, a rispondere per iniziare lo scambio e mettere pressione. Così è andata e si è preso la vittoria nel tiebreak con una risposta in totale allungo e molto angolata che ha sorpreso il francese. Sipario.
    C’è del buono in questa vittoria, ma anche qualche spigolo. Difficile trovare ritmo e sensazioni positive contro un tipo a suo modo unico come Mannarino. L’aver dominato così i suoi game, nonostante percentuali di prime non eccellenti, è un altro segnale della forza del nostro campione. Ci sono molti errori, troppi, con un feeling sulla palla non ottimale. Ma queste palle volano, ogni giorno è diverso. Non si può chiedere sempre il massimo, ancor più visto che parliamo di una vittoria in due set. Il torneo continua, c’è tempo per giocare ancor meglio. Jannik ripenserà a questa partita, e troverà anche del buono.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Mannarino inizia l’incontro al servizio, ma va subito sotto alla “cura Sinner”, un grande pressione. Solo di servizio in pratica fa il punto, e con un Ace annulla la palla break concessa sul 30-40. A fatica, muove lo score (1-0). Molto più liscio il primo game di Jannik, la prima palla funziona e il primo colpo di scambio sbaraglia il francese (1-1). L’azzurro martella di nuovo in risposta nel terzo game e sceglie il diritto di Adrian, il colpo meno stabile quando affronta palla un po’ arrotata. Tre errori, scivola sotto 0-40 con tre palle break di fila. Mannarino alla fine capitola sul 30-40 con l’ennesimo errore col diritto, sotto la “classica” risposta robusta di Sinner. BREAK, 2-1 e servizio per il n.1, in netto controllo del match. Segue un turno di battuta con pochissime prime palle, ma la seconda è discretamente solida e Mannarino prova a rientrare rischiando fin troppo. A 30 Jannik consolida il vantaggio sul 3-1. Non molto spettacolo, è fin troppo evidente il gap tra i due, tanto che l’azzurro in risposta gioca forse con poco focus e regala qualcosa di troppo col diritto. Ma quanto torna al servizio sul 4-2 l’attenzione torna su e gioca più solido, pur senza brillare. Con una bordata di diritto sul 40-30 chiude il sesto game, 4-2. Impressionante il primo quindici giocato da Jannik nel settimo game: risposta aggressiva con impatto in avanti, e spinta nell’angolino con un altro rovescio maestoso. Un punto finalmente spettacolare e al suo livello massimo. Mannarino cerca di contenere l’esuberanza dell’italiano, ci riesce quando mette una prima quasi vincente, mentre quando si entra nello scambio la potenza e intensità di Jannik è troppo, troppo superiore. Con un altra risposta profondissima e un diritto nell’angolo sinistro, Sinner si prende una chance del doppio break. Ancora l’Ace salva il francese, unica ancora di salvezza. Arriva un altro lampo di Jannik: Adrian angola molto ma non mette potenza in uno smash comodo, l’italiano arriva e tira un passante di rovescio da due metri fuori dal campo che fulmina il rivale. Con tantissima fatica e sempre col servizio (3 Ace), Mannarino resta a contatto sul 4-3. Jannik non concede niente, rimedia al doppio fallo con un Ace esterno perfetto, e col secondo di fila siamo a 5-3. Nei turni di Sinner quasi non si è giocato, solo 6 punti vinti dal francese in risposta… Al contrario in risposta Jan, quando decide di spingere, aggredisce il campo ma è un match con pochi scambi e poco ritmo e questo porta anche il n.1 a sbagliare qualcosa, come nell’aggressione micidiale sul 30-15, fallita con un diritto largo di due dita (e sarebbe stato vincente). 5-4. Sinner serve per il set, inizia vincendo l’undicesimo punto con la prima palla su… undici prime palle in gioco! Ingiocabile per Mannarino, che risponde rimettendola di là in qualche modo, ma troppo poco per creare problemi a Jannik. Sul 30-0 l’italiano cerca di dare qualcosa al pubblico con un colpo sotto le gambe che però non gli frutta il punto. Poco male, tira un diritto vincente nell’angolino con un controllo del peso del corpo magistrale. 40-15. Chiude al primo set point, con un estemporaneo back di rovescio che spegne il diritto di Mannarino. 6-4. Che dire, totale controllo, anzi, solo di servizio il francese non ha accusato un passivo assai più pesante.
    Mannarino riparte al servizio nel secondo set e cerca di ricavare il massimo dalla battuta, con quell’angolo mancino da sinistra che è talmente stretto da diventare micidiale. Ma quando non mette la prima in gioco… sulla seconda “mal gliene incolse”. Arriva anche il primo doppio fallo per Mannarino ma chiude il game a 30. Sinner senza patemi, a zero impatta 1 pari, controllando i suoi game in modo totale. Mannarino nel terzo game, 15 pari, vince il primo lungo scambio, poi commette doppio fallo e si infuria con se stesso. Ai vantaggi vince il game. Sul 2-1, 40-30, arriva un nuvolone nero e inizia a piovere… I due tornano negli spogliatoi e… ritornano in campo dopo 2 ore e 43 minuti di pausa, con alcuni piccoli e fastidiosi scrosci di pioggia e il match riparte dopo 2h e 50. ACE. Un punto non banale, per il 2 pari. Impressionante la velocità di palla e il suono all’impatto del diritto di Jannik nel quinto game, una fiammata cross micidiale. Mannarino si affida alla prima di servizio, perlopiù esterna, miglior colpo finora nel suo match. 3-2. Nel sesto game l’azzurro dà una dimostrazione esaustiva di come ci si debba piegare sulle ginocchia per accompagnare l’apertura in perfetto timing e dare slancio all’impatto. Magistrale. Tira anche l’ottavo ace e impatta lo score sul 3 pari con un clamoroso 100% di punti vinti con la prima palla (19 su 19!). Qualche errore di troppo invece nei game di risposta per Jannik, con l’impressione di un focus e aggressività non totale ma solo a sprazzi, tanto che Mannarino resta avanti (4-3). Il francese varia molto il servizio, l’italiano tende a tirare più forte e dritto sull’avversario, che non riesce a trovare il tempo per un buon impatto, a far spazio. Con l’Ace Jan si porta 4 pari. Si entra nel rush finale. Dalla ripresa del match pochissimi gli scambi, totale dominio della battuta. Netta la differenza di efficacia di Sinner tra i suoi game, dove dalla ripresa serve come un treno e chiude rapidamente il punto, e quelli in risposta, dove stenta a trovare ritmo e stabilità in risposta, solo qualche fiammata. 5 pari. Jannik decide di cambiare qualcosa: una posizione più arretrata in risposta, per iniziare lo scambio e cambiare i riferimenti dal rivale. Nel primo punto funziona, risposta carica, avanza e si prende il punto di potenza; meno nel secondo (errore). Si insiste: risposta centrale ma carica di spin, la palla s’impenna e Adrian sbaglia. 15-30. Da sx non entra la prima, attenzione… E Jannik c’è! Inchioda Mannarino sull’angolo del diritto, lavora lo scambio martellando con i giri giusti, sempre più veloce, e alla fine il francese trova solo la rete. 15-40, due palle break, le prime del set. Ancora niente prima “in”… ma bravo Mannarino con una manata col diritto che sorprende Jannik, 30-40; bravo anche da sinistra, comanda e avanza con un timing perfetto. La lotta s’infiamma, con pazienza l’azzurro lavora la palla e sposta il francese, è il game più lungo del match. Con una manovra sapiente Sinner si prende la terza chance del game. Uff! Un nastro mortale aiuta un Mannarino alle corde nello scambio… Ma Jannik non demorde, con un’altra risposta strappa la quarta PB… È quella buona: Adrian cerca ancora il servizio con l’angolo esterno, e lo trova, ma Jannik è bravissimo ad allungarsi a tutta, trovare un angolo molto stretto che il francese cerca di anticipare col diritto lungo linea, ma arriva con poche gambe e la palla non passa la rete. BREAK Sinner, serve sul 6-5 per chiudere. Bene nei primi due punti, poi Jannik regala due gratuiti e sul 30 pari Mannarino trova un angolo difensivo pazzesco, forse fortunato…  C’è una palla del contro break, con l’azzurro che lascia cadere la racchetta indastidito dai suoi errore. Che impatto!!! Mannarino trova una risposta vincente nell’angolino… Contro BREAK, improvviso, in una partita nella quale Sinner non aveva concesso nulla e ha perso solo 1 punto sulla prima, proprio la risposta che vale al francese il 6 pari… È a dir poco scontento Jannik, scarica la rabbia sull’1 pari con un diritto potentissimo (e vincente). Gioca il suo miglior tennis Mannarino in questa fase, entra piuttosto bene nella palla dell’azzurro e la sua traiettoria galleggia nell’aria ed è profonda. 3-2. Si gira 3 pari, con una frustata di Mannarino out di un niente (ben rischiata). Ci prova ancora il francese in risposta, polso duro e via, ma non va. 4-3 Sinner. Il mini-break arriva: sulla seconda palla Sinner carica la risposta e si scambia con rotazione, Mannarino ci casca e sbaglia. 5-3 Sinner. Con un Ace si prende due Match Point sul 6-4. Altro ACE! Vince 7 punti a 4. Un successo alla fine un po’ sofferto, con quel contro break improvviso al momento di chiudere e un po’ di nervosismo, ma è una vittoria in due set, superando una ripresa difficile e un avversario che non ama e ti fa giocare non benissimo. La difesa del titolo 2024 di Sinner, continua.

    Jannik Sinner vs Adrian Mannarino ATP Cincinnati Jannik Sinner [1]67 Adrian Mannarino46 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 ace 2-1* 2-2* 2*-3 3*-3 4-3* 5-3* 5*-4 6*-4 ace6-6 → 7-6J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 30-406-5 → 6-6A. Mannarino 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A5-5 → 6-5J. Sinner 15-0 30-0 40-04-5 → 5-5A. Mannarino 15-0 ace 30-0 40-0 40-154-4 → 4-5J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace3-4 → 4-4A. Mannarino 15-0 ace 30-0 40-03-3 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace2-3 → 3-3A. Mannarino 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 df2-2 → 2-3J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 df 40-30 ace1-2 → 2-2A. Mannarino 0-15 15-15 ace 30-15 30-30 df 40-30 40-40 A-401-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1A. Mannarino 15-0 30-0 30-15 30-30 df 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-155-4 → 6-4A. Mannarino 15-0 ace 30-0 ace 30-15 40-15 40-305-3 → 5-4J. Sinner 15-0 30-0 30-15 df 40-15 ace ace4-3 → 5-3A. Mannarino 0-15 15-15 30-15 ace 30-30 30-40 40-40 ace A-40 ace 40-40 A-404-2 → 4-3J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 40-303-2 → 4-2A. Mannarino 15-0 15-15 30-15 40-153-1 → 3-2J. Sinner40-30 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 40-302-1 → 3-1A. Mannarino 0-15 0-30 0-40 15-40 30-401-1 → 2-1J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 40-150-1 → 1-1A. Mannarino 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 ace A-40 ace0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Joao Fonseca: la necessaria transizione verso l’eccellenza. Dove è, dove migliorare

    Joao Fonseca a Cincinnati (foto Getty Images)

    L’eccellenza richiede tempo. Non si parla di vino, è così anche nel nostro amato tennis. Dopo un’inizio di stagione dirompente Joao Fonseca sta attraversando un momento di stasi con risultati non entusiasmanti. I due mille in Nord America l’hanno visto battuto al primo turno in Canada e al terzo al Cincinnati contro Atmane (buono ma non certo un fulmine di guerra). Sull’erba ha vinto 3 partite mentre a Roland Garros, dove era discretamente atteso vista la sua eccezionale predisposizione alla terra battuta, ha rimediato una “scoppola” da Draper, ma pure a Roma e Madrid non aveva certo brillato. Sui social c’è chi già lo apostrofa come sopravvalutato… Beata ignoranza. Il tennis è sport complesso e le sue dinamiche sono mutevoli, difficili, tanto che il tempo diventa un fattore assolutamente relativo. Fonseca oggi sta deludendo? Forse, ma è normale che sia così. Di Boris Becker che vola e domina sui prati di Wimbledon da teenager non ce ne sono più e l’arrivo dirompente di Alcaraz è l’eccezione che conferma la regola. La verità è che forse le attese degli appassionati brasiliani (e non sol0) sono andate ben oltre le reali possibilità attuali di Joao e non parlo di tennis “puro”. Il teenager di Rio de Janeiro è un predestinato a diventare un grande campione. Ha troppo talento, troppa potenza, e sembra anche una mentalità davvero eccellente per arrivare a sedersi al banchetto dei migliori, quelli che possono ambire a vincere gli Slam e cambiare lo status quo. Ma per arrivarci, serve il tempo necessario ad imparare, a conoscere il tour, gli avversari e anche se stesso. Solo attraversando vittorie e sconfitte, provando sia emozioni positive che negative, Fonseca può costruire la miglior versione di se stesso e diventare un giocatore a tutto tondo, capace di compiere l’impresa e performare a medio lungo termine. Dopo settimane di bellezze è normale che alla sua età e alla prima vera intensa stagione da Pro potesse arrivare un momento di cattiva forma e risultati modesti. È nell’ordine delle cose. Semmai è interessante andare a vedere cosa in questa fase non sta funzionando nel suo gioco e dove deve insistere per salire di livello. 
    Dove eccelle Fonseca? È un terrificante colpitore. Impressiona la potenza suoi colpi, come riesca ad accelerare la palla con dinamite nel braccio e trovando con facilità ogni angolo. Destra o sinistra non fa enorme differenza, ha forza fisica e buon timing, tanto che quando comanda lui può lasciarti fermo. Frustate clamorose con la disinvoltura dei forti. Ma per sostenere questo tipo di gioco senza compromessi e velocità folli è necessaria una struttura che ancora manca, fisica e mentale. Tre sono le aree dove Joao deve necessariamente migliorare per esprimere il massimo del suo potenziale e arrivare in alto, molto in alto: 1) velocità di base/reattività; 2) controllo medio del colpo di scambio; 3) percentuali di prime palle/stabilità della risposta, ossia colpi d’inizio gioco. Andiamo a vederlo nel dettaglio.
    Fonseca fa correre la palla a mille all’ora, ma… visto che sul tour al salire del livello si difende tanto e bene e quindi non è possibile fare il vincere con una sola pallata, le sue gambe devono andare di pari passo alla velocità delle accelerazioni. Altrimenti un buon avversario che intuisce la bordata ci arriva, si appoggia e rende pan per focaccia, e oggi i piedi di Joao non sono assolutamente all’altezza del compito. Il brasiliano è un ragazzone ancora da formare fisicamente: deve esser un po’ asciugato, forgiato e rinforzato di fibre che lo rendano non solo esplosivo ma un po’ più elastico. Vedendo il suo movimento in campo, dà la sensazione di potenza ma anche pesantezza. Oggi la palla corre troppo rapida – in primis per come la spinge lui! – e per reggere quella velocità deve averne altrettanta negli spostamenti. Probabilmente non sarà mai un De Minaur, un Sinner, un Alcaraz, uno dei quelli che coprono il campo in modo eccezionale, ma attualmente è troppo indietro e questo lo sta pagando. Non c’è altra medicina che il lavoro e la pazienza di strutturare il suo fisico. Sembra un ragazzo con eccellente attitudine al lavoro, ci arriverà. Serve lavoro e pazienza. Non c’è alternativa con quel tipo di gioco.
    Più sottile ma altrettanto importante il problema del controllo del colpo “medio” di scambio. Fonseca è un colpitore, uno che ama alla follia vedere la palla che arriva e picchiarla a più non posso, cercando di sbaragliare il rivale. Un tennis potente e senza grandi compromessi, che ti porta a trovare tanti vincenti e parimenti commettere diversi errori. Ma quel che oggi penalizza Joao sono i troppi errori gratuiti in scambio, su palle diciamo di costruzione, per aprirsi lo spazio e quindi cambiare ritmo con la pallata a chiudere. Manca un po’ di pazienza, normale alla sua età e sapendo di poter “sbranare” la palla con la dinamite del suo braccio, ma anche qualcosa dal punto di vista tecnico da migliorare. Essendo un colpitore puro, è normale che abbia lavorato tantissimo sui colpi a chiudere, meno su quelli di governo. Soprattutto col diritto un po’ carico di spin tende a perdere la misura, e col rovescio quando non arriva benissimo coi piedi e non si accontenta di una palla semplice da non sbagliare. Serve un lavoro mirato su tecnica e tattica per fargli imparare le posizioni sul campo e scegliere come e quando colpire. Serve viverlo in partita e fare esperienza. Anche qua, è un aspetto fondamentale della prestazione che si acquisisce con lavoro ed esperienza, e l’umiltà del capire che non si può vincere un set per 24 punti a 0.
    Fonseca ha già una prima palla più che discreta, ma con percentuali non buone, e una seconda non così precisa e continua. Non serve nemmeno scrivere quanto il servizio sia decisivo per chiunque voglia eccellere, e il brasiliano sa benissimo quanto debba lavorare e costruire in questo settore. Molto passa anzi va di pari passo con la crescita fisica e stabilizzazione della muscolatura. L’abbiamo visto di recente con il nostro Jannik Sinner: per anni abbiamo invocato una sua crescita al servizio, ma visto che fisicamente era ancora assai indietro, è stato necessario aspettare per arrivare alla struttura definitiva e stabile su cui costruire meraviglie. Fonseca ha fisico diverso da Jannik (più massiccio) ma ancora da modellare; quando questo lavoro sarà a buon punto, è sicuro che lo vedremo servire meglio e in modo diverso da quello attuale. Un po’ diverso il discorso alla risposta. Con quella mano può impattare con durezza assoluta e tirare fucilate che nemmeno vedi; ma quella è la scelta che puoi fare nei momenti decisivi, quando l’altro è insicuro, quando vuoi far sentire il momento, non si risponde mai sempre a tutta, senza compromessi. È il colpo più bloccato, di contenimento per iniziare lo scambio, dove ancora Joao è instabile e poco sicuro. Lì gli avversari entrano e lo portano a rincorrere, il territorio a lui più sgradito. Lavorare bene in questa fase sarà decisivo a dotarlo di più strumenti per reggere e contrattaccare.
    Questo contributo non pretende di essere esaustivo. Molti sono gli aspetti del tennis di Fonseca da migliorare, come la transizione verso la rete quando è sospinto avanti dalle sue accelerazioni, e la selezione delle variazioni, non sempre impeccabili, solo per citarne due. Sarà molto interessante seguire la traiettoria di carriera del carioca, un tennista di potenziale sterminato che può realmente ambire ai vertici dello sport. Forse anche a battagliare con Sinner e Alcaraz per gli Slam se riuscirà a completare gioco, fisico e tattica.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO