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    ATP 500 Dubai: Berrettini potente e pratico, doma la resistenza di Monfils

    Matteo Berrettini (foto Getty Images)

    Potenza e controllo, con intensità e scelte di gioco lucide, sono gli ingredienti che servono per eccellere su di un campo da tennis. Esattamente quello che ha “cucinato” in campo “chef” Matteo Berrettini nel match di esordio all’ATP 500 di Dubai, con un convincente successo contro Gael Monfils per 7-5 6-4 in 83 minuti di partita, controllata complessivamente dall’azzurro. Una prestazione di sostanza e discreta qualità, come dimostrano i 26 vincenti a fronte di 18 errori, i numeri molto positivi al servizio (70% di prime palle, vincendo l’85% di punti) e una condotta di gara perfetta da punto di vista tattico. Berrettini avrebbe potuto chiudere il match anche con più margine se non avesse subito due break nella fase finale del primo set, passaggio di vera bagarre (con 4 break consecutivi) e lotta feroce in ogni scambio, l’unica fase nella quale ha sbagliato troppo per colpa di un calo del rendimento del servizio e la “solita” condotta del rivale, a suo modo unica. Nel secondo parziale invece Matteo è stato intoccabile nei suoi game, perdendo solo la miseria di due punti e giocando super aggressivo in risposta. Al secondo turno lo aspetta l’australiano Chris O’Connell, partita non comoda ma nella quale parte discretamente favorito visto il suo stato di forma generale.
    Il riscontro più positivo di questa vittoria è la conferma dell’ottima condizione fisica, tecnica e mentale di Berrettini, sulla scia del buon torneo di Doha la scorsa settimana. Matteo si è preso un break nel terzo game, molto potente in risposta e assai pratico: ha cercato, con successo, di imporre un bel ritmo al rivale senza prendersi grandi rischi, e la cosa ha funzionato perché Gael, cercando di uscire dalla morsa, ha sbagliato troppo. Berrettini aveva ben chiaro cosa fare nell’incontro: non farsi trascinare dal rivale nella lotta punto su punto, nell’agonismo che scade nella tensione, perché quello è il territorio di caccia di LaMonf, pericolosissimo quando si gioca su cambi di ritmo e schemi estemporanei, sul filo della tensione. Matteo per questo ha badato al sodo, tanta sostanza e meno rischi del solito, bravo anche a reggere molto bene sulla diagonale di rovescio – dove Monfils è più costante – e rapido nel fare un passo a sinistra per scaricare tutta la potenza del diritto, sia nel suo inside out che in attacchi improvvisi in lungo linea, ben orchestrati. La sensazione è stata di un Matteo lucido, pratico, concreto. Avrebbe potuto chiudere il primo set molto più agilmente se non fosse incappato in tre errori di fila sul 4-2, pure servendo male, e regalando così il break al francese. Una scossa che ha mandato la partita in lotta. Stesso copione una volta tornato in vantaggio… ma per fortuna servendo sul 6-5 la prima di servizio è tornata in ritmo e da lì in avanti non c’è stata più partita.
    Berrettini conferma l’eccellente momento di forma fisica, quella forza nelle gambe che gli permette di gestire bene anche la fasi difensive e portarsi al contrattacco con la potenza dei suoi drive. Monfils ha provato a spostarlo molto, cercando di alzare la parabola col rovescio diagonale e rallentando, e anche sparando qualche bordata a tutta per sorprenderlo, ma niente è riuscito a scalfire convinzione dell’azzurro, perfetto nell’applicare bene gli schemi preparati e vincere la partita alle sue condizioni. Il match infatti è stato condotto da Matteo, assai più attivo e continuo nella spinta e nella copertura del campo. Monfils avanza a strappi, a volte va velocissimo altre molto lento, e ti può confondere e mettere in difficoltà se accetti le sue dinamiche. Bene ha fatto Matteo a non curarsene, spingere tanto, senza esagerare con il rischio per non regalare troppo al rivale. C’è la macchia dei due break subiti nel primo set, ma sono stati ampiamente compensati da come ha chiuso il parziale e quindi condotto senza alcun problema il secondo set.
    Il torneo di Matteo continua, c’è O’Connell e quindi la prospettiva di Tsitsipas o Khachanov nei quarti. Un passo alla volta. Questo Berrettini così centrato e ben preparato è un osso durissimo per ogni avversario.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Monfils teme il diritto poderoso di Berrettini, e fa bene… Dopo un paio di game dominati dal servizio, Matteo risponde e spinge fortissimo col suo diritto, portandosi 15-30. Il francese cerca a sua volta la massima velocità col diritto, ma sente la pressione al servizio e commette un doppio fallo che vale il 30-40 e chance per l’allungo al romano. Berrettini è solido col rovescio, gioca di potenza senza prendere angolo, forzando così un erroraccio di Monfils che regala il BREAK all’italiano, 2-1. Buon avvio di Matteo, la prima palla è carica di spin e potente, si apre il campo con l’angolo incrociato da destra e quindi scarica una pallata ancor più potente e incrociata che taglia le gambe al rivale. Turno di battuta a zero e 3-1, 11 minuti di qualità e sostanza. Gael sente di dover chiedere il massimo al servizio ma la percentuale di prime è modesta, tanto che sulle seconde Matteo prende campo in risposta e in progressione è bravissimo a far spazio sulla sinistra e tirare mazzate inside out devastanti. Purtroppo sul 30 pari, ancora seconda palla, Berrettini esagera con una risposta di diritto di poco larga, e Monfils supera un momento delicato (3-2). È in fiducia l’azzurro, lo si vede non solo dal ritmo nella spinta ma anche col doppio tocco sul 40-15 che gli vale il game, prima la smorzata molto precisa e quindi un tocchetto col diritto di contro balzo, di fino, di classe. 4-2 Berrettini, in controllo del tempo di gioco e del campo, anche fisicamente. Sul 4-3 Berrettini serve con palle nuove e commette due errori, grave il secondo, uno smash al rimbalzo mal gestito e spedito oltre il corridoio. 0-30, per la prima volta in difficoltà al servizio e arriva pure il doppio fallo… All’improvviso è spalle al muro sullo 0-40. Cancella la prima chance di break con una battuta imprendibile, poi anche la seconda vincendo uno scambio lungo e tattico, 30-40. Il Contro BREAK arriva con un passante in corsa di Monfils, bravo a far giocare prima una volée bassa difficile e quindi correre avanti e infilare comodamente l’azzurro. 4 pari, tutto da rifare. Il match è entrato ufficialmente in lotta, ogni scambio è sofferto, duro, con Matteo che spinge di più. Dallo 0-30 la palla break arriva ai vantaggi, e Berrettini è lucido nel giocare consistente ma non rischiare troppo, strappando il BREAK con un errore di misura del francese, forse appannato dalla durezza degli scambi. 5-4, Matteo serve per il set, ma la prima palla non lo aiuta portando punti comodi e Monfils trova due super giocate, soprattutto un passante di rovescio da due metri fuori dal campo che lo fa volare 0-40, come nel turno di risposta precedente. Finalmente torna una battuta potente e precisa, 15-40, poi lo schema “The Hammer”, servizio e doppia mazzata col diritto, 30-40. E come sul 4-3, il Contro BREAK arriva di nuovo… Bravo Monfils a lavorare bene la palla col rovescio carico, sposta l’azzurro e alla fine è Matteo a trovare solo rete con un back. 5 pari, che bagarre… Berrettini poco aiutato dal servizio in questo game chiave. Anche nel game #11 è la risposta a dominare, quella di Matteo! Con una splendida una smorzata di diritto si procura una nuova palla break (30-40) e la sfrutta sfondando con una progressione micidiale di diritto. BREAK, 6-5 Berrettini. Stavolta l’azzurro serve meglio, anche un Ace e comanda col diritto. Chiude al primo Set Point, altra prima palla potente. 7-5. Parziale meritato, che poteva chiudere anche prima se non avesse smarrito la prima palla dopo i due allunghi.
    Monfils inizia il secondo set con un buon turno di servizio. Anche Berrettini riparte fortissimo col servizio, ben 3 Ace e 1 pari. Il set avanza sui turni di servizio con scambi rarefatti fino al 3 pari. Monfils serve e cade a terra impuntandosi un piede. Fa cenno che tutto è ok, ma in realtà sembra meno veloce o almeno titubante negli appoggi. Berrettini ne approfitta tirando un gran passante sul 15 pari, basso, e il francese un po’ in ritardo nello scendere a rete. Matteo sfrutta una seconda palla del rivale con un risposta un po’ corta che Gael aggredisce male, sbagliando. 15-40, due palle break a dir poco fondamentali… Berrettini trova una splendida risposta di diritto, pesante, carica di spin e profonda, che sorprende Monfils e lo porta ad un errore in contro balzo (e pure un saltello, come indolenzito, forse per la caduta precedente). BREAK Berrettini, avanti 4-3 e servizio. E il servizio c’è: gran prima palla esterna per iniziare il game, la punta della racchetta del francese ci arriva appena; poi un gran forcing col diritto dal centro a sfondare la resistenza del rivale. Potente, sicuro, non sbaglia niente e si porta 5-3 Matteo con un parziale di 12 punti a 1. Monfils non crolla, vince un discreto turno di battuta, 5-4, Berrettini al servizio per chiudere. Inizia bene affidandosi alle sue certezze, servizio potente con margine e diritto vincente da tre quarti campo. Segue altra ottima prima al centro, 30-0. Con nono Ace arrivano 3 Match Point. Chiude subito con un buon attacco col back di rovescio. Quarta vittoria in quattro scontri con Monfils. Una prestazione convincente, il torneo di Dubai continua contro O’Connell. Avanti tutta.

    Gael Monfils vs Matteo Berrettini ATP Dubai Gael Monfils54 Matteo Berrettini76 Vincitore: Berrettini ServizioSvolgimentoSet 2M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 ace4-5 → 4-6G. Monfils 30-0 30-15 df 30-30 40-303-5 → 4-5M. Berrettini 15-0 30-0 40-03-4 → 3-5G. Monfils 0-15 15-15 15-30 15-403-3 → 3-4M. Berrettini 15-0 30-0 ace 40-03-2 → 3-3G. Monfils 15-0 40-0 40-152-2 → 3-2M. Berrettini 0-15 15-15 40-152-1 → 2-2G. Monfils 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1M. Berrettini 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 df ace1-0 → 1-1G. Monfils 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 40-15 ace5-6 → 5-7G. Monfils 0-15 15-15 15-30 30-30 30-405-5 → 5-6M. Berrettini 0-15 0-30 0-40 15-40 30-404-5 → 5-5G. Monfils 0-15 0-30 df 15-30 ace 30-30 40-30 ace 40-40 40-A4-4 → 4-5M. Berrettini 0-15 0-30 0-40 df 15-40 30-403-4 → 4-4G. Monfils 0-15 15-15 ace 30-15 30-30 40-302-4 → 3-4M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 40-152-3 → 2-4G. Monfils 15-0 30-0 ace 30-15 df 30-30 40-30 ace1-3 → 2-3M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 ace1-2 → 1-3G. Monfils 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 df1-1 → 1-2M. Berrettini 15-0 ace 15-15 30-15 40-151-0 → 1-1G. Monfils 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 1-0

    Statistica
    Monfils 🇫🇷
    Berrettini 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    234
    246

    Ace
    5
    6

    Doppi falli
    3
    2

    Prima di servizio
    27/47 (57%)
    26/37 (70%)

    Punti vinti sulla prima
    17/27 (63%)
    22/26 (85%)

    Punti vinti sulla seconda
    10/20 (50%)
    2/11 (18%)

    Palle break salvate
    0/3 (0%)
    4/6 (67%)

    Giochi di servizio giocati
    8
    7

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    159
    225

    Punti vinti sulla prima di servizio
    4/26 (15%)
    10/27 (37%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    9/11 (82%)
    10/20 (50%)

    Palle break convertite
    2/6 (33%)
    3/3 (100%)

    Giochi di risposta giocati
    7
    8

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti al servizio
    27/47 (57%)
    24/37 (65%)

    Punti vinti in risposta
    13/37 (35%)
    20/47 (43%)

    Totale punti vinti
    40/84 (48%)
    44/84 (52%) LEGGI TUTTO

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    Ruud sprona Sinner: “Spero vada avanti a testa alta”. Il silenzio di Shelton, i dubbi di Paul

    Casper Ruud e Jannik Sinner a Torino

    Casper Ruud è stato tra i primi colleghi a sostenere Jannik Sinner nella “bufera mediatica” scatenata dalla positività dell’azzurro al Clostebol, vicenda poi conclusa a sorpresa con un accordo proposto da WADA e accettato, con discreta riluttanza, da nostro campione di Sesto Pusteria. Interpellato in quel di Acapulco dal collega statunitense Ben Rothenberg, Ruud ha spiegato più nel dettaglio la sua posizione in merito alla vicenda di Jannik. Nei giorni scorsi una sua breve dichiarazione era stata, a suo dire, mal tradotta e quindi non ben riportata. Casper approfitta così della breve intervista per dettagliare il suo pensiero, approvando la scelta di Sinner di acconsentire ad un accordo con WADA per il timore che le vie tutt’altro che rette di un procedimento giudiziario potessero riservargli sorprese ancor più amare di una sospensione comunque non meritata.
    “Mi dispiace per Jannik. Secondo me, non ha fatto nulla in modo intenzionale” afferma Ruud al cronista statunitense. “E purtroppo non è la prima volta che succede, intendo un accordo per risolvere un questione e sospensione per doping, il che è stato probabilmente sorprendente per alcune persone. Guardando al sistema legale, non è insolito che una cosa del genere accada quando qualcuno sta per andare a processo. Voglio dire, ci sono molti altri casi in cui gli accordi sono avvenuti appena prima di un processo”.
    “Se io fossi nei panni di Jannik ovviamente mi piacerebbe avere la possibilità di difendermi in un processo pubblico, cosa che sono sicuro lui stesse cercando. Ma se provo a mettermi al suo posto, penso che quando vai a processo c’è sempre il rischio che tu possa essere dichiarato colpevole, se le giurie o i giudici vedono le cose in modo diverso. Guarda in quanti casi al mondo qualcuno è andato in prigione pur non essendo colpevole. Quindi, c’è sempre il rischio che tu possa essere dichiarato colpevole anche se non lo sei. Per questo un accordo di tre mesi, o una sospensione di tre mesi, è stato qualcosa che entrambe le parti sono state felici di fare. Tuttavia, mi dispiace per Jannik. Starà fuori, perderà 4 Masters 1000 su 9 per qualcosa che non ha fatto intenzionalmente“.
    “Spero che Sinner vada avanti a testa alta. Personalmente, faccio sempre il tifo per lui. Penso che sia una gioia vederlo giocare e spero che i tre mesi passino velocemente. Sì, è solo triste per lui, e per il tennis come sport quando il numero 1 al mondo attraversa qualcosa del genere. Questo è il mio pensiero al momento” conclude Ruud.
    Il giornalista americano ha chiesto un parere anche a Shelton e Paul, ma le posizioni dei due sono state assai diverse. Beh ha tagliato corto: “L’accordo è stato raggiunto. Il caso è chiuso. Sono solo contento che ora possiamo giocare, andare avanti. I miei pensieri sono i miei pensieri. Molte persone vogliono parlare mentre io sono qui solo per giocare”.
    Così invece ha parlato Tommy Paul, senza alcuna voglia di esporsi sul caso: “Non lo so davvero… Cioè, cerco di starne fuori il più possibile. Lui gioca un tennis incredibile. Mi ha battuto prima che uscisse fuori tutta questa roba, e mi ha battuto anche dopo. Ha gestito la situazione in modo incredibilmente buono. Ovviamente ha vinto per tutto il tempo in cui ha dovuto affrontare tutta questa faccenda. Non ne so abbastanza sulla situazione. Si sentono dire così tante cose che non so davvero cosa sia vero e cosa non lo sia. Quindi è difficile per me commentare”.
    Le parole di Paul piuttosto sollevano una riflessione più ampia. Certamente Tommy, se avesse la voglia di farlo, potrebbe facilmente informarsi nei particolari della faccenda leggendo le carte, come per esempio ben fatto da Chris Eubanks (non a caso uno dei primi e più convinti sostenitori di Sinner tra i colleghi), o i media che hanno affrontato la vicenda con rigore (BBC di recente) o anche podcast che hanno affrontato la questione con dovizia di particolari (quello di Andy Roddick su tutti, davvero un contributo onesto e dettagliato). Tuttavia spiace rilevare che la informazione sul caso riportata da molti media internazionali – di settore e non, alcuni anche importanti – è stata lacunosa e con zone d’ombra, tanto da alimentare confusione e sospetti. E non parlo delle “sparate” social di uno sparuto manipolo di giocatori o ex che, proprio con le loro parole, hanno dimostrato la totale ignoranza della vicenda e pregiudizi, ma di player importanti della informazione sportiva e non che così facendo non hanno reso affatto un buon servizio alla comunità.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Dubai: Sonego cede in due set a Tsitsipas

    Lorenzo Sonego (foto Getty Images)

    Una buona prestazione non è sufficiente a Lorenzo Sonego per battere Stefanos Tsitsipas nel primo turno dell’ATP 500 di Dubai. Il greco rimonta uno svantaggio di tre punti a zero nel tiebreak del primo set con un’impennata di qualità ed aggressività davvero importante che lo ha portato prima ad aggiudicarsi il “decider” e quindi restare molto offensivo anche nel secondo parziale, strappando il break nell’ottavo game che gli è valso il 7-6(4) 6-3 conclusivo e l’accesso al secondo turno. L’azzurro ha disputato complessivamente una discreta partita, confermando il buonissimo momento atletico che sta vivendo da inizio 2025 e i nuovi schemi d’attacco che lo portano a prendersi rischi importanti senza affidarsi necessariamente a quelle qualità difensive che gli sono valse tanti highlight in carriera, ma anche troppa fatica. Il rimpianto per il torinese viene dal non esser riuscito a contenere la rimonta del rivale nel tiebreak del primo set, smarrendo efficacia con la prima di servizio sia in quel frangente che nel turno di battuta sul 4-3 del secondo parziale che gli è costato un nuovo break e la sconfitta. In generale pochi sono stati i punti diretti col servizio di Sonego (un solo Ace, numero questo straordinariamente basso per i suoi standard recenti) e troppi i 24 errori a fronte di 12 vincenti, contro il 20/22 del greco.
    La partita è stata discretamente equilibrata, in particolare nel primo set quando nessuno dei due giocatori è riuscito a prendere un vantaggio competitivo con un colpo o una situazione di gioco. Stefanos ha cercato di essere molto aggressivo in risposta, per non essere sistematicamente messo in difesa dall’arrembante condotta dell’italiano, ma c’è riuscito solo a tratti. È stato il due volte finalista Slam a scappare avanti nel primo set, ma si è fatto immediatamente contro brekkare più per proprie mancanze che per un vero salto di qualità di Sonego, bravo a stare lì e cercare di far giocare il rivale. Questa sorta di impasse agonistica si è spezzata proprio al tiebreak: Sonego è bravo a prendersi due punti in risposta, meritati. Due schiaffoni che hanno come svegliato Tsitsipas, da lì in avanti diventato davvero incisivo con la risposta, anche di rovescio, un fulmine nell’avanzare e rubare spazio sul campo dall’azzurro. Si prende, davvero di prepotenza, cinque punti di fila Stef, il tiebreak e soprattutto riesce a tenere da lì in avanti un ritmo superiore a quello di Lorenzo, servendo meglio e non concedendo più niente.
    Sonego è mancato proprio in quella fase: bravo certamente Tsitsipas, ma la sensazione è che gli equilibri nel gioco del greco fossero tutt’altro che solidi, e azzeccando qualche giocata in serie, forse ne bastavano un paio, Lorenzo avrebbe potuto rimettere pressione e dubbi nel rivale, portandolo di nuovo a sbagliare qualcosa. Certamente Stefanos ha approfittato di un servizio di Sonego che non ha funzionato come nei giorni migliori. Sono mancati gli Ace, i punti diretti, e forse il greco è stato anche bravo a capire le traiettorie del nostro giocatore, trovando diverse risposte aggressive che hanno messo fretta in Lorenzo e l’hanno portato a sbagliare. Tuttavia, nel complesso, la qualità del greco nei frangenti decisivi è parsa superiore e quindi la vittoria meritata.
    Il piemontese da questa partita può salvare la sua “nuova” condotta di gara e le scelte di gioco complessivamente corrette, con errori più di esecuzione che di concetto. C’ha provato in risposta, ha spinto molto e attaccato anche con tempi buoni. In qualche frangente ha avuto un po’ fretta, quando la prima palla non c’è stata. Forse ha insistito fin troppo con il servizio nel cercare il rovescio del rivale. Vero che il lato sinistro del greco è bello esteticamente ma meno efficace; ma a forza di insistere su quel lato, mancando anche della massima precisione in questa giornata, ha finito per centrare il colpo dell’avversario che infatti nel secondo set è stato bello consistente. Non era una partita facile per entrare nel torneo e una sconfitta ci sta. Adesso testa alla trasferta negli USA, dove Sonego può fare molto bene.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Sonego alza la prima palla del match e chiede il massimo al servizio, anche alla seconda palla che rischia tra velocità e rotazione. È Lorenzo a portare a casa il primo lungo scambio sul 30-15, buon ritmo generale e 1-0 per l’azzurro. Eccellente avvio anche per Tsitsipas, game a zero quasi senza scambiare. Domina il servizio, in risposta solo le briciole. Bello il punto vinto in risposta da Stefanos all’avvio del quinto game, difesa poi attacco e chiusura di volo elegante. Il game si complica per il torinese, 15-30, ma Tsitsipas non è preciso con il diritto e non arriva la chance per l’allungo. 3-2 Sonego. Questo turno di servizio più complicato è il preludio alla scossa che arriva nel settimo game. La prima palla aiuta meno Sonego, ha un po’ di fretta e sbaglia anche un diritto banale che gli costa la prima palla break sul 30-40. Ancora niente primo servizio, ma Lorenzo cerca e trova una seconda esterna con tutto l’effetto kick possibile, tanto che la palla salta altissima sul rovescio del greco che non riesce a gestirla. Fretta poi dell’azzurro nell’aggredire col diritto una risposta a metà campo, di nuovo chance per Tsitsipas. Purtroppo Sonego sceglie ancora il S&V da sinistra, ma stavolta la risposta passa la rete e Lorenzo combina un disastro di volo, toccando lunga una volée di rovescio tutt’altro che impossibile. BREAK Tsitsipas, avanti 4-3 senza aver fatto niente di straordinario. Brutta fase del match, ora è Tsitsipas a concedere qualcosa dopo 3 turni di battuta impeccabili. Si ritrova sotto 15-30 Stef e stecca un rovescio di scambio, sotto la pressione col diritto di Sonego. 15-40, due chance del contro break per l’azzurro. L’azzurro rischia in risposta sulla prima, non va; bene invece la seconda: Tsitsipas aggredisce la rete ma la volée in allungo, sul bel passante di Lorenzo, è larga. Contro BREAK, non bene il greco che così rimette il set in parità, 4 pari. La bagarre continua anche nel nono game. Sonego con due smorzate sorprende il rivale, poi da 30-0 il servizio fa cilecca e il greco aggredisce il campo. 30-40 e nuova palla break, ma per fortuna Sonny ritrova una bella battuta al centro. A fatica, Sonego si porta avanti 5-4. Dopo le forti scosse, il parziale si decide al tiebreak. Tsitsipas concede un brutto errore nel secondo punto, un diritto mal centrato su di una risposta non aggressiva. Poi è Lorenzo a prendersi di forza il terzo punto con una bordata di diritto in risposta che atterra all’incrocio delle righe. 3-0. Tsitsipas si scuote, trova due ottime risposte e si riprendi i due mini-break, 3-2, poi si gira 3 pari dopo un altro attacco potente del greco. Stefanos vince lo scambio più duro del set, gran ritmo e aperture di campo, 4-3 e quarto punto di fila per lui. Purtroppo diventano 5… morbido l’attacco dell’azzurro e pesante il diritto-passante del greco, salito di livello nel decider. Con una volée “parata” anche un po’ goffa ma efficace torna a vincere un punto Sonego, 5-4. Con un ottimo servizio e diritto Tsitsipas si prende due Set Point sul 6-4. Basta il primo, ancora a rete il greco e il passante di rovescio di Sonego non va. 7-4 Tsitsipas, bravissimo a giocare un tiebreak davvero importante per intensità e aggressività, peccato il 3 punti a 0 sprecato dal nostro.
    Tsitsipas tiene l’acceleratore giù a manetta anche all’avvio del secondo set, vince un ottimo turno di battuta ed è bello pungente in risposta, prende sempre l’iniziativa per primo e avanza. Si porta 15-30 in risposta nel secondo game, tanto che Sonego chiede gli straordinari alla battuta per tenere a bada l’esuberanza del rivale. Sul pari però si gioca dopo la seconda palla e TsiTsi “sfonda”, gran tennis in questa fase, 30-40 e palla break delicatissima. Lorenzo si salva con una prima di servizio al T molto veloce, arrivata al momento giusto. 1 pari, bella reazione. Il set scorre sui turni di battuta, con più errori in questa fase. Tsitsipas rischia tanto in risposta, ma alterna belle giocate ad altre palle mal centrate e non riesce ad arriva di nuovo a palla break. La tensione di accende di nuovo sul 4-3 Tsitsipas. Sonego al servizio subisce una super risposta del greco nel secondo punto, e questo lo porta a sentire il momento. Affretta i tempi della discesa a rete e sbaglia di volo su di un passante consistente del rivale, 15-30; poi Lorenzo va fuori giri col diritto su di una palla molto carica, …c’era spazio e non serviva cercare la riga. 15-40, due palle break per Tsitsipas che profumano di vittoria visto come sta servendo. Purtroppo il servizio non aiuta Lorenzo, altra seconda palla da destra, Stefanos intuisce la traiettoria esterna, ci va prima e tira una pallata in risposta che trova l’angolino e sbaraglia il diritto dell’azzurro. BREAK Tsitsipas, 5-3, serve per chiudere e lo fa senza problemi, 4 punti e via, per il 6-3 conclusivo. Un po’ di amarezza perché il match è stato terribilmente equilibrato e c’era lo spazio per Lorenzo per portarlo a casa, ma Stefanos è stato molto aggressivo e complessivamente ha meritato.

    Stefanos Tsitsipas vs Lorenzo Sonego ATP Dubai Stefanos Tsitsipas [4]76 Lorenzo Sonego63 Vincitore: Tsitsipas ServizioSvolgimentoSet 2S. Tsitsipas 15-0 30-0 40-05-3 → 6-3L. Sonego 15-0 15-15 15-30 15-404-3 → 5-3S. Tsitsipas 15-0 30-0 40-03-3 → 4-3L. Sonego40-A 0-15 df 15-15 30-15 30-30 40-303-2 → 3-3S. Tsitsipas 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-402-2 → 3-2L. Sonego 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2S. Tsitsipas 0-15 15-15 30-15 30-30 40-301-1 → 2-1L. Sonego 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-401-0 → 1-1S. Tsitsipas 15-0 15-15 30-15 40-15 ace0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 0*-1 0*-2 0-3* 1-3* 2*-3 3*-3 4-3* 5-3* 5*-4 6*-46-6 → 7-6S. Tsitsipas 15-0 30-0 40-05-6 → 6-6L. Sonego 15-0 30-0 40-0 ace5-5 → 5-6S. Tsitsipas 15-0 30-0 40-04-5 → 5-5L. Sonego 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-404-4 → 4-5S. Tsitsipas 0-15 df 15-15 15-30 15-40 30-404-3 → 4-4L. Sonego 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A3-3 → 4-3S. Tsitsipas 15-0 15-15 30-15 40-152-3 → 3-3L. Sonego 0-15 15-15 15-30 30-30 40-302-2 → 2-3S. Tsitsipas 15-0 ace 30-0 40-01-2 → 2-2L. Sonego 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2S. Tsitsipas 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1L. Sonego 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1

    Statistica
    Tsitsipas 🇬🇷
    Sonego 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    315
    262

    Ace
    3
    1

    Doppi falli
    1
    1

    Prima di servizio
    42/60 (70%)
    42/67 (63%)

    Punti vinti sulla prima
    34/42 (81%)
    30/42 (71%)

    Punti vinti sulla seconda
    13/18 (72%)
    12/25 (48%)

    Palle break salvate
    1/2 (50%)
    4/6 (67%)

    Giochi di servizio giocati
    11
    10

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    134
    106

    Punti vinti sulla prima di servizio
    12/42 (29%)
    8/42 (19%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    13/25 (52%)
    5/18 (28%)

    Palle break convertite
    2/6 (33%)
    1/2 (50%)

    Giochi di risposta giocati
    10
    11

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti al servizio
    47/60 (78%)
    42/67 (63%)

    Punti vinti in risposta
    25/67 (37%)
    13/60 (22%)

    Totale punti vinti
    72/127 (57%)
    55/127 (43%) LEGGI TUTTO

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    Vallverdu (coach Dimitrov) dalla parte di Sinner: “È triste vedere la mancanza di cameratismo nei giocatori, non focalizzati sui fatti del caso”

    Daniel Vallverdu

    Daniel Vallverdu si schiera dalla parte di Jannik Sinner nella discussa conclusione del “caso Clostebol” ed è davvero deluso dal comportamento ambiguo e sbagliato di molti tennisti che hanno espresso pareri decisi, a volte sprezzanti, senza essersi informati sui fatti che hanno accompagnato l’intera vicenda. Il coach spagnolo, attualmente insieme a Grigor Dimitrov e con un passato di grande prestigio insieme a Andy Murray, Del Potro, Berdych e Wawrinka, ha scritto una serie di post sul social X nei quali esprime tutta la propria amarezza per come viene trattata la vicenda relativa al n.1 del mondo, affermando che i veri sconfitti sono proprio Sinner e l’intero sistema tennistico.
    “Dopo essermi preso qualche giorno per digerire la reazione del mondo del tennis in merito al ban di @janniksin – vorrei dire che sono rattristato dalla mancanza di cameratismo. La maggior parte non si concentra sui fatti del caso. I veri perdenti qui sono JS e il tennis” scrive Vallverdu.
    “Dovremmo concentrarci sui processi e sulle regole delle agenzie antidoping piuttosto che sul giocatore che ne è vittima, che chiaramente non ha avuto alcun beneficio in termini di miglioramento delle prestazioni. ZERO. Conosco JS da quando ha 14 anni e mi sento totalmente sicuro nel dire che non è assolutamente colpevole”.
    “Le agenzie antidoping sono responsabili della mancanza di coerenza e accuratezza nella maggior parte dei casi di tennis ultimamente. Non avrebbe mai dovuto esserci una squalifica in questo caso. Non è un momento facile per JS e il Team. Siate forti e Roma sarà la cornice perfetta per il caloroso benvenuto che merita”.

    After giving it some days to digest the reaction from the tennis world regarding @janniksin ban – i would like to say that im saddened by the lack of camaraderie – most not focusing on the facts of the case. The real losers here are JS and Tennis.
    — Daniel Vallverdu (@danielvallverdu) February 23, 2025

    Moltissime le reazioni a questo pensiero, diretto e preciso, scritto senza ambiguità da Vallverdu. Tra questi riportiamo quello di Feliciano Lopez, che sposa su tutta la linea il pensiero del suo ex collega.
    “Non potrei essere più d’accordo” scrive Feliciano, “la mancanza di empatia data dalle circostanze a qualcuno che si è dimostrato innocente è oltremodo DELUDENTE. Le persone confrontano diversi casi-processi per giustificare le loro argomentazioni quando non esiste un caso uguale all’altro. D’altro canto non mi sorprende affatto.. semplicemente non aspettatevi niente dagli altri!” conclude lo spagnolo.

    I couldn’t agree more, the lack of empathy given the circumstances to someone who proved himself innocent is beyond DISAPPOINTING .People comparing different cases-processes to justify their arguments when there is no one case same as another..⬇️
    — Feliciano López (@feliciano_lopez) February 24, 2025

    Sulla mancanza di empatia tra giocatori, spicca tra i commenti a Vallverdu il triste il ricordo di Pablo Arraya (ex pro argentino) della vicenda relativa a Monica Seles: “Non dimenticherò mai come tutte le giocatrici della top 100 WTA hanno votato per non mantenere la classifica di Seles al numero 1 dopo che fu accoltellata (penso che solo una giocatrice abbia accettato di mantenere la sua classifica congelata)”. Ricorda bene Pablo, ci fu un’unica tennista che votò pro-Seles, fu Gabriela Sabatini.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    L’introspezione di Tsitsipas

    Stefanos Tsitsipas

    Che il tennis sia sport cerebrale come pochi è cosa nota, vista l’importanza della forza mentale per districarsi tra tensione e momenti cruciali delle partite. Per questo non è facile eccellere al massimo livello quando non si è sereni e totalmente focalizzati nella prestazione, o quando si è impegnati in lavoro interiore su se stessi che porta a galla difficoltà e un vissuto negativo. La premessa serve ad introdurre un post social pubblicato stamattina da Stefanos Tsitsipas, giocatore assai particolare e altrettanto unico nel suo modo di comunicare.
    Da tempo il greco non riesce a ritrovare il suo miglior tennis, quello che l’ha portato a giocare finali Slam ed issarsi molto vicino al vertice del ranking ATP. Problemi fisici e tecnici a penalizzarlo rispetto alla concorrenza, ma anche una psiche piuttosto complessa che sboccia in esternazioni particolari. Il breve post di X da poco condiviso e che riportiamo rientra pienamente tra queste.
    “Stamattina ho provato a meditare, ma il mio cervello non smetteva di raccontare un documentario su tutti i modi in cui mi sono messo in imbarazzo dal 2004”.

    I tried meditating this morning, but my brain wouldn’t stop narrating a documentary about all the ways I’ve embarrassed myself since 2004.
    — Stefanos Tsitsipas (@steftsitsipas) February 23, 2025

    Una confessione molto intima, sorprendente nella sua brutalità, che ci racconta di un ragazzo complesso, a caccia di una crescita personale non facile in un mondo di “squali” come quello del tennis di vertice.
    Tsitsipas è in tabellone all’ATP 500 di Dubai come testa di serie n.4 ed esordirà contro il nostro Lorenzo Sonego, in buonissime condizioni dopo l’eccezionale corsa agli Australian Open che l’ha portato per la prima volta in carriera nei quarti di finale di uno Slam. Il greco è n.11 nel Live ranking ATP, con 3005 punti, a meno 275 punti dal decimo posto di Tommy Paul. Negativo il bilancio di Stefanos nel 2025: finora 3 vittorie e 4 sconfitte, con l’uscita di scena all’esordio a Doha contro Medjedovic al termine di una partita a dir poco incredibile, visto che il serbo dal 5-4 del terzo set ha giocato letteralmente su una gamba sola dopo una spaccata terribile, ma in qualche modo è riuscito farcela al tiebreak decisivo. O meglio, con Tsitsipas incapace di gestire il momento e approfittare delle difficoltà del rivale. Situazione che conferma come il greco non stia affatto attraversando un momento facile.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Doha: Berrettini un leone, ma Draper è ancor più tosto e rimonta l’azzurro

    Matteo Berrettini (foto Getty Images)

    Quando si dice “la partita è stata un braccio di ferro…”. Un classico della letteratura sportiva e definizione esatta per descrivere il durissimo, intenso, a tratti affascinante ultimo quarto di finale all’ATP 500 Doha, con un tosto Matteo Berrettini superato in rimonta da ancor più duro e tenace Jack Draper, per il 4-6 6-4 6-3 che qualifica il britannico alla semifinale (vs. il sorprendente Lehecka capace di estromettere Alcaraz). Matteo ha giocato una buona partita, non ha servito male e ha confermato di attraversare un momento eccellente per condizione fisica, qualità di colpi e intensità generale nel suo tennis, ma non è bastato ad arginare, anzi sfondare il vero e proprio “muro” alzato da Draper, che nel corso del match è salito tantissimo per qualità e fisicità, portando spesso l’azzurro allo stremo delle forze in scambi micidiali. Taglia gambe, come si dice in gergo, e di “gamba” in questo torneo Matteo ha dimostrato di averne tantissima, mai così bene fisicamente dal 2021. Berrettini ha chiuso il match con ben 16 Ace e nessun doppio fallo ma… Draper si è imposto perché è riuscito a rispondere tantissimo, troppo, costringendo il romano a lavorare tanto nello scambio e commettere troppi errori cercando di sfondare la resistenza del rivale. I 54 errori complessivi di Matteo sono davvero tanti, molti provocati dalla terribile resistenza del nativo di Sutton, che a sua volta ha mostrato una forza nelle gambe e tenuta formidabili.
    È corretto affermare che Draper si è meritato il successo perché ha alzato il livello nel corso della partita, ha sbagliato di meno, ha vinto la maggior parte dei suoi turni di servizio con discreta sicurezza e soprattutto perché è stato bravissimo a far giocare a Berrettini tantissime palle scomode o situazioni di gioco estemporanee. Draper è davvero un incubo da affrontare quando sta bene ed è centrato nelle esecuzioni, come nella serata di Doha, perché ha un bagaglio tecnico sterminato e regge, lotta, non è mai domo. Al servizio può farti il punto diretto e chiudere in tre colpi, variando continuamente angolo, rotazione, cambiando ritmo all’improvviso; e in risposta… te la rimette sempre o quasi, anche se servi come Berrettini, e quindi difende da campione coprendo il campo senza mai retrocedere troppo e proponendo al rivale traiettorie mancine cariche di spin difficilissime da aggredire. Matteo infatti in tantissimi (troppi!) scambi è stato sbattuto ben dietro dalla potenza, profondità e rotazione del diritto del rivale, e quindi è stato costretto a spingere quasi sempre su palle alte come la sua spalla o più, facendo tanta fatica fisica, troppa alla lunga… E poi quante volte è stato chiamato a rete da smorzate improvvise, o costretto a continue rincorse in contro piede da una serie insistita di lungo linea, a volte rapidi, a volte lenti con palla bassa e “morta”. Un gran problema capire la selezione dei colpi di Draper e trovare la soluzione, la chiave per scardinarlo. Matteo avrebbe dovuto rispondere meglio, sia per qualità che quantità, e riuscire a prendersi prima lo spazio sul campo, sull’uno-due, ma la difesa e contro mosse del britannico sono state superiori agli attacchi e potenza dell’azzurro.
    Matteo era stato perfetto nel primo set, salvando due game molto complessi e prendendosi il break alla prima – unica – incertezza di Draper, tre palle sbagliate che gli sono costate l’unico allungo del nostro campione. Invece Jack ha conquistato complessivamente ben 13 chance di break in risposta, sfruttandone due, e ha vinto il doppio dei punti dell’azzurro in risposta, davvero tanti. Berrettini forse poteva scendere di più a rete, magari insistendo di più con un attacco classico in back sul diritto mancino di Draper, che ha un’apertura discretamente ampia e su palla bassa non va a nozze, ma in generale Jack è stato molto scaltro a insistere sul diritto dell’azzurro, non temendo la sua potenza, e così portandolo a giocare tantissimi scambi sulla forza pura, cosa che alla lunga ha fiaccato le gambe di Berrettini. Bravo comunque Matteo a tenere sino alla fine, tanto da procurarsi anche una chance del contro break sotto 4-2, ma l’Ace del rivale ha cancellato ogni speranza. Alla fine questa partita non è stata poi tanto diversa dalla finale di Stoccarda 2024, unico precedente tra i due, anch’essa vinta dal britannico, che si conferma un avversario tosto per Berrettini come tipo di giocatore. In generale i mancini potenti, che reggono molto bene lo scambio di forza e sono capaci di sporcare tanto la palla danno molto fastidio al romano (vedi Nadal…).
    Svanisce il sogno di poter continuare la strada a Doha, torneo che a questo punto diventa imprevedibile. Con l’uscita di Alcaraz si poteva anche sognare la vittoria e cancellare così lo zero alla voce titoli sul cemento, ma resta una settimana ottima per Berrettini, impreziosita dal successo vs. Djokovic e da una condizione tecnica e fisica molto importante.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Braccio caldo per Draper fin dalle prime palle, ben due Ace e via, 1-0. Ace anche per Berrettini nel suo primo punto alla battuta, per entrambi servire bene sarà decisivo. Falloso il diritto di Matteo in quest’avvio. ne sbaglia 3 nel game incluso uno davvero pessimo (su palla senza peso) gli costa una palla break ai vantaggi. Si salva con una seconda palla terribilmente carica di spin che manda fuori centro la risposta del britannico. Draper trova un jolly col diritto lungo linea, splendido vincente che gli vale la seconda PB. ACE! 4 “assi” nel game, necessari a portarlo a casa, inizio parecchio complicato per Berrettini, ma 1 pari. È difficile per il romano trovare la risposta perché il nativo di Sutton varia continuamente angolo, rotazione, e lo fa con grande qualità. Più comodo il secondo turno di Matteo, lo chiude col quinto Ace, in generale grazie all’efficacia del servizio perché quando si entra in scambio Jack è più aggressivo e preciso. Settimo game, Draper sbaglia un colpo di scambio, poi Berrettini trova un diritto cross stretto e vincente, forse un filo fortunato ma che esecuzione, 0-30. Attenzione: Draper si è distratto, sbaglia lo smash e si ritrova all’improvviso 0-40! Non trova la risposta su due prime palle Berrettini, 30-40, ma sulla terza si scambia, regge di rovescio ed è un fulmine a girarsi sul diritto e tirare una bordata a tutto braccio che sbaraglia il rovescio del rivale. break Berrettini! 4-3 avanti, perfetto nel capitalizzare il primo momento di incertezza di Draper dopo un avvio ottimo. Perfetto l’azzurro al servizio, quasi non si gioca e via, 5-3, anche il diritto ha preso misura. Draper ritrova compattezza, 5-4, Berrettini serve per il set e inizia male. Due diritti errati, uno di scambio e poi il secondo più grave, in attacco, non era necessario puntare la riga. Con grandissima solidità mentale riprova lo stesso schema (ma direzione cross), stavolta ha misura e chiude bene di volo, 15-30. Draper esagera con un diritto d’attacco aggredendo male il back di rovescio dell’italiano, 30 pari, errore grave perché era in controllo. Purtroppo arriva il terzo errore col diritto di Matteo nel game, cercando il contro piede, 30-40 e chance del contro break. Bravo Matteo a restare freddo, correre sulle palle cariche di spin del rivale e accelerare col diritto inside out. Con un diritto lungo linea pesantissimo Berrettini si guadagna il Set Point. Niente, ancora il diritto lo tradisce, tanti errori… qua un po’ di fretta anche. Jack è bravo a giocare carico e poi tagliare all’improvviso, si guadagna un’altra palla break. UFF! Che finta Matteo! Draper avanza e Matteo arriva a sinistra e trova un improvviso passante slice che manda letteralmente per terra Jack, sorpreso dal tocco – ottimo – dell’azzurro. Con un eccellente attacco e volée, c’è il Set Point #2. Non arriva il punto diretto col servizio nel game… e Draper rischia a tutta col diritto. Il quinto diritto errato nel game costa la terza PB a Matteo. La cancella col servizio vincente, finalmente. Un nastro aiuta Draper, gli aggiusta la palla, quarta PB. Diritto vincente, che lotta (già 16 punti nel game)! Finalmente il 18esimo punto è un ACE di Berrettini, gli regala il 6-4. Gran primo set, duro mentalmente a reggere due turni di servizio durissimi e prendersi il break a favore nell’unico passaggio a vuoto del rivale.
    Berrettini va in difficoltà nel suo primo turno di battuta, tocca male una palla morbida e scivola sotto 0-30. Ritrova l’Ace, bella curva esterna nemmeno così rapida ma sulla riga. Si infuria invece Jack dopo un rovescio strappato, troppo difficile per fare il vincente. Scoppia la palla sulla bordata di diritto di Berrettini che lascia immobile Draper, 1 pari. Il secondo set avanza sui turni di battuta, torna a salire il livello della prima dell’azzurro. Sul 3-2 Draper, arriva un game molto duro. Berrettini serve ma si scambia tanto e si corre tanto… Jack risponde e comanda, Matteo è in difficoltà. Senza fiato per il lungo scambio precedente, Matteo sbaglia un colpo e si ritrova sotto 15-40. Il servizio non lo aiuta, ma l’azzurro soffre, lavora lo scambio ed è Draper a perdere misura e sbagliare per primo, 30-40. Esce di un niente la risposta del britannico, è andata bene… Game molto duro, lo porta a casa Berrettini al termine di un’altra battaglia, 3 pari. In questa fase Jack comanda di più, fa meno fatica e sposta tantissimo Matteo, che regge con la sua grandissima condizione fisica, ma consuma tante energie. Per questo è eccellente il turno di battuta vinto a zero, quasi senza correre, che gli vale il 4 pari. Si entra nella fase calda del set. Si complica malamente il turno di battuta Draper, con una smorzata non definitiva e poi una volée alta non precisa. Vantaggi, novità nel set sul servizio del britannico, finora veloce e retto come un treno, ma il servizio lo assiste (5-4). Da 40-15 si complica tantissimo il turno di Matteo (due errori col diritto), con Draper che trova un passante di rovescio clamoroso, colpo più bello del match forse. Non riesce a sfondare Berrettini, anche perché la palla di Draper è potente e carica di spin e rincorre tutto e bene. Jack ai vantaggi chiama a rete l’azzurro e lo punisce con un passante di rovescio potente. Set Point Draper! ACE! Che testa Berrettini, ritrova l’asso per salvare il banco. È un muro Jack in questa fase, fisicamente tostissimo e col rovescio non sbaglia mai. Secondo Set Point… attacca con coraggio Matteo e per fortuna il passante di Draper è lungo. 10 palle break su 10 salvate dal romano nel match. La sofferenza continua perché Jack risponde tanto, troppo, e lo fa con profondità. Arriva il set point #3 per Jack. Bene benissimo il romano, legge la smorzata (non perfetta) e chiude di volo. Che lotta!?! Già 18 punti nel game… Si avverte la fatica di Berrettini, chiamato a lavorare tantissimo con le gambe. Set Point #4. Purtroppo è quello buono: attacca Berrettini ma sbaglia la volée, leggermente in ritardo sul passante potente di rovescio del britannico. Un parziale durissimo, con Jack cresciuto terribilmente sul piano dell’agonismo, capace di rispondere tanto e far lavorare l’azzurro.
    Terzo set. Draper scatta solido al servizio, può fare corsa di testa. Berrettini è evidentemente più lento nell’aggredire la palla e correre lateralmente verso il rovescio. Serve dannatamente l’aiuto della prima palla. Draper rimette tutto, fa lavorare Matteo che ha bisogno di due bordate a tutto braccio per sfornarne la resistenza. 1 pari. Martella come un fabbro Jack, cambia continuamente verso il lungo linea così che lo strappo di Matteo è fatica vera, sempre più. E la smorzata è ormai una costante con Berrettini che non riesce a tirare mai una palla da fermo. (2-1). Quarto game, la risposta di Draper sale in cattedra: da lontanissimo le prende tutte, riguadagna campo e spinge, tanto. 0-30. Bravo Matteo, chiede aiuto al servizio non in termini di Ace ma di precisione e via a comandare. Soffre, è costretto a colpire tante palle e tirare forte, il game va ai vantaggi. Purtroppo Berrettini sbaglia un diritto d’attacco per lui banale (fa scendere un filo la palla), attenzione, c’è palla break. Rischia col diritto inside out dopo il servizio, ma la bordata esce di due dita. BREAK Draper, duro da digerire anche moralmente perché sta tenendo e fa fatica Matteo, ma non basta. Incredibile il vincente di diritto di Draper su di una risposta mal centrata dell’azzurro, tirando da 3 metri oltre il corridoio. Bravo pure Berrettini, vincente lungo linea di rovescio, migliorassimo in questa esecuzione quest’anno. Colpo top, ma non basta ad arginare la prepotenza atletica e tenuta di Draper, che vola avanti 4-1. Matteo è stanco ma in fiducia, e non molla. Il risposta si porta 15-30 e poi 30-40, con chance del contro break grazie ad un diritto cross pesantissimo che gli apre il campo. Torna a palla break, non ne aveva dal primo set. Ace, bravo Draper, sorprende l’azzurro al centro. Jack regge e si porta 5-2, a un passo dal successo. Berrettini resta in scia, ma Draper serve sicuro e chiude 6-3, in sicurezza. Resta un’eccellente settimana per Berrettini, come resta un avversario davvero temibile Jack.

    Matteo Berrettini vs Jack Draper ATP Doha Matteo Berrettini643 Jack Draper [8]466 Vincitore: Draper ServizioSvolgimentoSet 3J. Draper 15-0 30-0 30-15 40-15 ace 40-303-5 → 3-6M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 ace2-5 → 3-5J. Draper 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 ace A-402-4 → 2-5M. Berrettini 0-15 15-15 15-30 30-30 ace 40-301-4 → 2-4J. Draper 15-0 30-0 30-15 40-15 ace1-3 → 1-4M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A1-2 → 1-3J. Draper 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 1-2M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1J. Draper 15-0 30-0 40-0 40-15 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2M. Berrettini 15-0 30-0 ace 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A4-5 → 4-6J. Draper 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-404-4 → 4-5M. Berrettini 15-0 ace 30-0 40-03-4 → 4-4J. Draper 15-0 30-0 30-15 40-153-3 → 3-4M. Berrettini 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-402-3 → 3-3J. Draper 0-15 15-15 30-15 40-152-2 → 2-3M. Berrettini 15-0 ace 30-0 40-0 ace1-2 → 2-2J. Draper 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 40-300-1 → 1-1J. Draper 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 ace5-4 → 6-4J. Draper 15-0 15-15 df 30-15 40-155-3 → 5-4M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 40-15 ace4-3 → 5-3J. Draper 0-15 0-30 0-40 15-40 30-403-3 → 4-3M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 ace 40-152-3 → 3-3J. Draper 0-15 15-15 30-15 40-15 ace2-2 → 2-3M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 40-15 ace1-2 → 2-2J. Draper 0-15 df 15-15 ace 15-30 30-30 40-301-1 → 1-2M. Berrettini 15-0 ace 15-15 30-15 ace 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 ace A-40 ace0-1 → 1-1J. Draper 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 ace0-0 → 0-1

    Statistica
    Berrettini 🇮🇹
    Draper 🇬🇧

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    285
    308

    Ace
    16
    8

    Doppi falli
    0
    3

    Prima di servizio
    84/111 (76%)
    59/82 (72%)

    Punti vinti sulla prima
    56/84 (67%)
    45/59 (76%)

    Punti vinti sulla seconda
    14/27 (52%)
    15/23 (65%)

    Palle break salvate
    11/13 (85%)
    3/4 (75%)

    Giochi di servizio giocati
    14
    15

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    90
    111

    Punti vinti sulla prima di servizio
    14/59 (24%)
    28/84 (33%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    8/23 (35%)
    13/27 (48%)

    Palle break convertite
    1/4 (25%)
    2/13 (15%)

    Giochi di risposta giocati
    15
    14

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti al servizio
    70/111 (63%)
    60/82 (73%)

    Punti vinti in risposta
    22/82 (27%)
    41/111 (37%)

    Totale punti vinti
    92/193 (48%)
    101/193 (52%) LEGGI TUTTO

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    Carvalho (direttore Rio Open): “Non abbiamo i top che vorremmo e la ATP non ci ascolta. Il tema è la superifice”

    Luiz Carvalho, direttore del Rio Open

    Il Rio Open è una festa, un po’ come tutto nella meravigliosa città brasiliana, ancor più nel pieno dell’estate e con il carnevale alle porte pronto a dare colore e musica come pochi altri eventi al mondo. Tuttavia si mastica un po’ amaro nella città carioca, e non solo perché il prodigio Joao Fonseca è uscito subito di scena, con ancora in testa e nei muscoli la vittoria a Buenos Aires. A Rio c’è voglia di crescere, di investire, di accompagnare la quasi sicura esplosione di Joao verso i vertici della disciplina con un torneo ancor più grande, ricco e attraente. Ma i dirigenti del più importante torneo sudamericano si sentono limitati e non ascoltati dall’ATP. E con loro un intero continente che ha storia, tifosi e pure sponsor pronti ad investire ancor più. Abbiamo già trattato il tema di come il nuovo calendario ATP lasci le briciole al grande tennis in America Latina (solo 3 settimane, due 250 e un 500) e nel 2026 sarà ancora peggio perché la data di Buenos Aires sarà ancora più nefasta… Adesso arrivano le parole del direttore del torneo brasiliano, Luiz Carvalho che mette i puntini sulle i e traccia una situazione che non lo rende per niente soddisfatto, oggi e in prospettiva. Tante la carne al fuoco: scarsa visione dal governo del tennis, poca considerazione, il tema della superficie.
    “Non abbiamo il numero di top player che vorremmo” afferma Carvalho a La Nacion,. “Se guardi al sorteggio di Doha (Carlos Alcaraz, Novak Djokovic, Daniil Medvedev, Alex De Minaur, Matteo Berrettini e Jack Draper tra altri) o quello poco precedente di Rotterdam, che sono ottimi tornei ATP 500, hanno più giocatori di Rio e non perché hanno un budget più grande o fanno un lavoro migliore di noi. No. La questione è sempre la superficie, che ci complica molto la vita”.
    “I tornei dovrebbero svolgersi sulla superficie che ha più senso e non essere confinati su una superficie perché c’è una percentuale di tornei durante l’anno o perché una fetta di giocatori non vuole perdere altri tornei sulla terra battuta nella stagione. È un argomento decisivo. Se così fosse i giocatori starebbero un anno sulla terra e un altro su duro, ma sono quasi sempre gli stessi che arrivano, non c’è rotazione, non è salutare per noi”.
    “In passato Moya e Ferrero giocavano quasi tutto quello che potevano sulla terra battuta e così i tornei sul duro non avrebbero avuto il 1° e il 3° al mondo, cosa che non è neanche salutare. Il circuito dovrebbe avere una serie di tornei sul duro, una su terra battuta e un’altra su erba in modo coerente e facendo sì che le superfici non si mescolino nelle stesse settimane e ci sia parità sportiva. È un argomento complicato. I giocatori non hanno consenso sulla questione”.
    “Il potenziale di Rio è limitato dal fatto di non essere un torneo su campi in duro; se così fosse avremmo quattro o cinque top ten, con un campo centrale da quindicimila persone. Adesso arriva il momento Fonseca e questo accade dopo gli anni Covid-19. I biglietti si esauriscono subito quando li mettiamo in vendita, e con Fonseca tutto verrà amplificato in futuro. Il Sud America è un mercato incredibile. La differenza con l’Argentina è che hanno molti giocatori tra i primi 100; se il Brasile avesse tanti giocatori quanto loro forse non avrebbe bisogno delle stelle, perché il mercato si muoverebbe da solo, ma la nostra volontà è avere i migliore in gara”.
    Qua l’affondo più duro del direttore di Rio al sistema: “Essendo brasiliano e vivendo a Londra, vedo e credo che ci sia una mentalità… quasi discriminatoria nei confronti del Sud America. Come se fossimo i fratelli poveri, non avessimo potenziale e non è così. Tanto meno nello sport. Non c’è più una rappresentanza sudamericana nel consiglio dell’ATP. Recentemente si è verificata una brutta situazione: hanno fatto un’indagine sul mercato mondiale del tennis e l’hanno fatta in otto o nove paesi, ma nessuno di loro veniva dal Sud America. Come si può fare un’analisi di mercato e non utilizzare il Sud America? Usano l’Asia, la Cina e, per favore… vai ai tornei in quelle aree c’è poca gente sugli spalti. In Sud America c’è passione, storia e persone che capiscono il gioco”.
    Anche a Rio non hanno accolto per niente bene la decisione dell’ATP di non elevare il torneo di Buenos Aires a categoria 500, poiché si sarebbe potuta creare una sinergia molto importante: “Abbiamo pianto insieme quando Baires non è stato scelto, perché eravamo elettrizzati dal poter avere due 500 uno dopo l’altro. Sarebbe stato un bene per tutti. Abbiamo un bel rapporto, facciamo accordi insieme ai giocatori che arrivano. Martín (Jaite, il direttore) è venuto qualche anno fa a vedere il torneo, gli abbiamo aperto tutte le porte. Non siamo affatto concorrenza. Lo stesso con Santiago del Cile, mi trovo bene con Cata Fillol. Adesso siamo solo in tre in America Latina, contro tutti gli altri. Il Nord America è molto forte, così come l’Europa. Siamo i più piccoli del gruppo. Abbiamo perso forza politica con la ristrutturazione dell’ATP. Non siamo contro l’Arabia Saudita, che fa i suoi affari. Ciò che vogliamo è avere la stessa opportunità di sviluppare qualcosa di simile. Abbiamo del potenziale, ma è dura. Abbiamo poca voce” conclude Carvalho.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Larri Passos (ex coach di Kuerten): “Fonseca può tranquillamente diventare n.1”. E Joao dice addio i social

    Joao Fonseca

    Molti ricorderete Larri Passos, storico coach di Gustavo Kuerten, sempre sereno e sorridente come il suo assistito in tante vincenti campagne sul tour mondiale a cavallo del nuovo secolo. Il coach è scomparso da tempo dai radar del tennis di vertice, dedicandosi alla formazione delle giovani leve del paese. Vista la clamorosa esplosione di Joao Fonseca, Passos è stato intervistato a Porto Alegre sulle meraviglie del nuovo fenomeno del tennis brasiliano. Secondo Passos il giovane Joao possiede le qualità per arrivare in cima al mondo della racchetta e sottolinea che una delle forze del 18enne di Rio sia la sua qualità mentale, oltre a quei colpi pesanti e precisi che sorprendono gli avversari.
    “Joao è un ragazzo con i piedi per terra, questa per me è cosa più bella” afferma Passos al media nazionale Tenis News. “Ha solo 18 anni ma ha già un’ottima resilienza mentale, la sta cementando partita dopo partita e sarà decisiva nella sua carriera. È proprio grazie a questa che Guga (Kuerten) ha raggiunto il numero 1 del mondo e ha vinto tutti i suoi titoli, la forza mentale al di là della parte tecnica. Fonseca credo stia lavorando molto bene, così da creare la resistenza mentale necessaria a vincere. Mi piace la semplicità di questo ragazzo, come affronta il circuito. È un ragazzo sereno, il suo cuore è sul campo tutto il tempo. Non ho dubbi che grazie a lui avremo un nuovo grande momento nel tennis brasiliano, tanti ragazzi lo vedono, lo ammirano e cercheranno di seguirne le orme”.
    Fonseca ha appena trionfato al suo primo torneo ATP a soli 18 anni. “È un tennista completo, non ha buchi nel suo gioco” continua Passos. “È ben formato, buon rovescio e buon diritto, due colpi quasi uguali. Costruisce bene il gioco. La sua forza mentale è molto buona e capisce il gioco. Tutto questo viene da una formazione molto buona, ha messo le basi qui in Brasile poi è andato in Europa. È lo stesso il processo che ho fatto con Guga ai miei tempi. È sulla strada perfetta per arrivare al massimo. È molto giovane e già sta giocando ad un livello molto alto”.
    Il futuro di Fonseca? Larri non ha dubbi: “La sua carriera è appena iniziata ma ha basi solide. È già top 70, ma credo che nella seconda parte dell’anno sarà tra i primi 50 o assai più avanti. L’obiettivo adesso è continuare a lavorare e non cambiare niente visto che sta migliorando. Non prendere altre strade per un paio di sconfitte, sarebbe un errore farlo. Sapere che perso non deve farlo tornare indietro ma sarà un momento per capire dove ha sbagliato. E fare un calendario giusto, anche questo è molto importante. Non ho la sfera di cristallo, ma penso che possa tranquillamente raggiungere il numero 1 al mondo, ne ha tutte le capacità“.
    Passos quindi fa un’analisi del tennis in Brasile, e del perché per diversi anni ci sia stata una netta crisi nel settore maschile di vertice. “Il tennis è uno sport individuale, ma la tua fortuna dipenderà sempre da come tutte le singole parti si mettono insieme. Dal padre che crederà nel figlio, da un allenatore che crederà nel giocatore, dal giocatore che crederà in se stesso, dal sistema che sostiene tutti i talenti. Quello che la Confederazione Brasiliana di Tennis deve fare è migliorare questa parte dell’allenamento, centralizzare un po’ di più il lavoro, portare più spesso i migliori ad allenarsi tra loro. Penso che manca un po’ questa cosa. Per esempio, c’è stato un tempo in cui il mio centro di formazione a Balneario ha formato molti giocatori, mentre adesso gli ex tennisti non stanno continuando a lavorare nel circuito. È una grande differenza. Adesso c’è Joao Fonseca, che è esploso qui in Brasile perché ha talento e ha trovato le condizioni per farcela: suo padre ha dato la disponibilità, la famiglia lo ha sostenuto, ha trovato una buona struttura formandosi”.
    Passos crede fermamente nelle qualità tecniche e mentali di Fonseca, 18enne di enorme talento e sicuro avvenire. Intanto Joao dal Brasile, dopo la sconfitta (bruciante) all’esordio nel torneo di casa ha fatto sapere che intende allontanarsi personalmente dal mondo dei social. Nessun altro account personale oltre ad una pagina Instagram seguita totalmente da un media manager (ovviamente per motivi promozionali). Il motivo? Semplicissimo: zero distrazioni, testa e gambe sul tennis, sul lavoro e il miglioramento. Questo ragazzo fa sul serio…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO