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    Il record di Darren Cahill: ha portato al n.1 quattro diversi giocatori

    Darren Cahill, allenatore di Jannik Sinner

    Quando nel febbraio del 2022 Jannik Sinner decise clamorosamente di interrompere il suo rapporto con Riccardo Piatti fu subissato da enormi critiche. In pochi giorni il ruolo di allenatore è stato coperto da Simone Vagnozzi, quindi in giugno, per la campagna su erba, ecco il “super coach”: Darren Cahill. Ex pro di buona qualità, l’australiano è considerato unanimemente uno dei migliori allenatori al mondo. Parole pacate, grandissima visione del gioco e della professione, è soprattutto un ottimizzatore e motivatore, uno che conosce il mondo del tennis e le sue dinamiche, attento ad ogni aspetto che può fare la differenza. Il nuovo team di Jannik, per così dire “Taylor made” ha fatto decollare la sua carriera. Lunedì prossimo Sinner si siederà per la prima volta sul trono del tennis mondiale, un n.1 meritatissimo dopo mesi e mesi di grandissimo tennis e costanza di risultati. Per Cahill, Sinner sarà il quarto giocatore portato in cima alla classifica: prima del pusterese Lleyton Hewitt, Andre Agassi, Simona Halep. Quattro tennisti completamente diversi per età, paese, stile di gioco, attitudine e carattere, fatto questo che conferma quanto sia bravo Darren nel capire le problematiche dei suoi assistiti e far decollare il loro tennis sino al vertice.
    Ripercorriamo brevemente i percorsi degli altri n.1 seguiti da Cahill, tre leggende del tennis mondiale.
    Lleyton Hewitt – Cahill si è affermato come coach proprio con la partnership triennale con il suo giovanissimo connazionale, iniziata nel 1998, quando “rusty” aveva solo 17 anni. Due gambe potentissime, un rovescio fantastico e tonnellate di carattere, per un talento assai precoce già vincente sul tour maggiore da teenager. Con Cahill nel suo box, Hewitt ha alzato progressivamente il suo livello di gioco e migliorato i suoi colpi, conquistando il suo primo titolo del Grande Slam a US Open nel 2001, dove ha dominato in finale Pete Sampras (7-6(4), 6-1, 6-1 il punteggio). Nel novembre 2001, due mesi dopo il trionfo a Flushing Meadows, Hewitt è diventato il giocatore più giovane a raggiungere il numero 1 del ranking mondiale ATP all’età di 20 anni e otto mesi. Questo record è stato poi battuto da Carlos Alcaraz nel settembre del 2022. Hewitt vinse il suo decimo e ultimo titolo sotto la guida di Cahill alle ATP Finals del 2001 a Sydney, poco prima che la coppia si separasse nel dicembre 2001, al termine di una stagione in cui l’australiano finì come numero 1 del mondo.
    Andre Agassi – All’inizio del 2002, Cahill divenne l’allenatore del leggendario tennista statunitense, rimpiazzando il ruolo che fu di Brad Gilbert. Agassi era già nella fase terminale della sua carriera, ma proprio da “vecchio” era paradossalmente più preparato fisicamente, lucido dal punto di vista tattico e sempre pronto a sgambettare i più giovani rivali a furia di un pressing sempre più calcolato e razionale. Cahill fu grande motivatore per Andre, gli conferì nuovi stimoli e lo migliorò ancora dal punto di vista tattico, ottimizzando le energie e ottenendo insieme altri grandi successi. Nel 2003 Darren guidò Agassi nella vittoria del suo ottavo e ultimo titolo Major agli Australian Open, dove perse solo un set durante tutto il torneo. Il kid di Las Vegas si prese anche l’enorme soddisfazione di tornare al numero 1 del mondo nell’aprile 2003, rendendolo il giocatore più anziano in cima alla classifica ATP dell’epoca con 33 anni e 131 giorni. Il record fu poi superato da Roger Federer e quindi Novak Djokovic. Agassi è stato allenato da Cahill fino al suo ritiro nel 2006 e ha vinto nel corso della loro collaborazione ben 11 titoli. Davvero un gran finale.
    Simona Halep –  Cahill dopo l’esperienza con Agassi è passato al team Adidas, un progetto generale di supporto ai molti giovani talenti sponsorizzati dal noto brand tedesco. Dopo aver allenato giocatori come Andy Murray, Ana Ivanovic, Fernando Verdasco e Daniela Hantuchova, Cahill si è dedicato esclusivamente ad un’altra fruttuosa collaborazione con Halep, iniziata nel 2015. Con l’australiano a suo fianco, la rumena ha raggiunto una dimensione nettamente superiore: ha rafforzato in modo clamoroso i colpi d’inizio gioco e portato nel suo tennis un’attitudine assai più offensiva che l’ha issata sino alla vetta della classifica WTA nell’ottobre 2017, chiudendo l’annata e anche quella successiva da n.1. Halep ha raggiunto tre finali Major con Cahill e ha vinto il suo primo titolo del Grande Slam Roland Garros nel 2018 e quindi Wimbledon nel 2019. La partnership si è conclusa dopo sei anni alla fine del 2021.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Alcaraz supera Sinner dopo quattro ore di battaglia. Lo spagnolo è in finale a Roland Garros

    Jannik Sinner (foto Patrick Boren)

    Per forza s’intende il “mezzo che consente o determina lo svolgersi dell’azione materiale o spirituale, con maggiore o minore efficacia”. La forza nel tennis è decisiva, per colpire la palla e prendersi il punto, per rincorrerla e coprire il campo, attaccando e resistendo agli affondi del rivale. Serve tanta forza mentale, componente imprescindibile. Nella prima semifinale di Roland Garros, grinta leonina e la solita incredibile forza mentale non sono bastate a Jannik Sinner, perché in quattro ore di durissima battaglia alla lunga è mancata la forza… nel corpo, componente indispensabile a portare a termine l’impresa di superare un avversario formidabile come Carlos Alcaraz. Serviva giusto un po’ più di forza nei muscoli, nelle gambe soprattutto, per arginare la fantastica reazione dell’iberico e, soprattutto, tenere il livello di gioco stellare del primo set. È Carlos Alcaraz quindi il primo finalista dell’edizione 2024 di Roland Garros. Lo spagnolo, più giovane n.1 ATP della storia, supera Jannik Sinner al termine di una partita molto combattuta, durata oltre quattro ore e terminata col punteggio di 2-6 6-3 3-6 6-4 6-3 a favore del murciano, che domenica scenderà per la prima volta in campo per vincere la Coppa dei Moschettieri. Attende Zverev o Ruud.
    Non è facile commentare a caldo una partita tanto complessa e con mille risvolti, inversioni di marcia e lotta a tratti feroce. Una cosa è corretto sottolinearla fin da subito: non è stata una partita formidabile dal punto di vista tecnico. Si è avanzati a strappi, a volte molto bene uno, poi il rilancio dell’altro, forse il solo quarto set è stato giocato punto su punto con entrambi discretamente centrati ed efficaci, ma in Sinner già la miglior condizione atletica non c’era più e questo ha consentito ad Alcaraz di giocare i suoi migliori schemi, attaccando forte col diritto e variando tanto tagli e rotazioni. Non c’era invece riuscito affatto nel primo set, con Sinner fresco ed entrato in campo lanciato come un Frecciarossa, deciso, sicuro, lucidissimo nell’applicare alla perfezione schemi di gioco vincenti. In questo viene il rammarico della sconfitta di Jannik, la sua terza in stagione. Sinner infatti è partito benissimo con un tennis fenomenale per spinta e intensità, senza errori importanti e scelte tattiche ineccepibili che hanno messo grande pressione allo spagnolo, in evidente difficoltà. Con un servizio discreto e colpi sparati con i piedi molto vicini alla riga di fondo, l’azzurro ha comandato dispoticamente i tempi di gioco e prodotto traiettorie così profonde e continue da non lasciare spazio alla contromossa del rivale. Chiaro il piano tattico di Jan The Fox: Carlito NON deve potersi girare sul diritto da sinistra, perché diventa irrefrenabile; non deve poter accelerare per primo, oppure deve farlo prendendosi un rischio enorme perché fuori equilibrio. Così ha fatto Jannik, l’ha eseguito alla perfezione, dominando il primo set con una pressione mortale sul rivale, quasi stordito.
    Il rimpianto viene per non aver avuto la forza per tenere quel ritmo intensissimo nel secondo set, già avanti di un break… Lì il tennis di Jannik si è inceppato. Ha sofferto un primo calo fisico, evidenziato dal suo “solito” peccato originale: la prima di servizio crolla. È il campanello d’allarme, lo Jannik fortissimo di fine 2023-inizio 2024 non calava mai al servizio; quando questo accade, non è un male di per se ma perché sottintende un calo fisico o di concentrazione che si ripercuote sul resto del suo tennis. Alcaraz si è fatto trovare pronto, ed è stato un big-point a scuoterlo, una demi volée pazzesca. Carlos è pura adrenalina: era in trance, sportivamente sotto un treno, ma un grande vincente l’ha acceso, è stata una deflagrazione che ha scrollato di dosso il macigno della tensione che portava sulle spalle, ha visto un pertugio nel caso fisico di Sinner e vi si è infilato da campione. È entrato in partita, e la partita è girata a suo favore. Jannik ha fatto fatica a tenerlo fermo da lì in avanti, perché ha perso campo, i suoi colpi sono diventati sempre meno profondi e più centrali, mentre nella prima ora abbondante di gioco era al comando e bloccava Carlos a sinistra o cambiava in lungo linea con precisione millimetrica.
    Incredibile come nel durissimo il terzo set Jannik sia riuscito a rimontare un break di svantaggio e vincerlo, di nuovo mettendo pressione e forzando scelte sbagliate dell’avversario, crollato di nuovo sotto i colpi dell’azzurro in troppe incertezze. Tanti errori nei primi tre set, e qualità non sempre eccellente. Il livello si è alzato dal quarto set, questo giocato sui turni di battuta e risolto da Alcaraz al decimo game e unica palla break. Si è giocato punto su punto, di qualità, ma era già evidente che le gambe di Sinner andavano e venivano, non c’era più quella forza micidiale dell’avvio per agganciare la palla e scaricarla sui piedi dell’avversario, disarmandolo. Purtroppo Carlos ha trovato nel finale del quarto set e inizio del quinto il suo momento migliore. Ha prodotto una serie di giocare fantastiche che hanno girato il quarto set a suo favore e poi lo strappo decisivo nel quinto. Giocate da campione, bravo lui, ma… quello smash sbagliato da Jannik sul 30-15 del decimo game lo farà dormire malissimo per chissà quante notti… un regalo assurdo, che ha ancor più acceso la “garra iberica”. Forte di un break all’avvio del quinto, Carlos non ha più sbandato, e vinto, nonostante un Sinner mai domo, fino all’ultima palla. Da vero campione è rimasto aggrappato al match con quel poco che aveva, sperando di trovare un’apertura, un paio di errori di Alcaraz che non sono arrivati.
    È giusto applaudire Carlos per la sua reazione quando era davvero in crisi, e per come ha spaccato la partita tra quarto e quinto set. Punti capolavoro, applauso. Tuttavia è altrettanto corretto sottolineare che un Sinner meglio preparato dal punto di vista fisica, con più energia nel corpo, probabilmente sarebbe riuscito a tenere alto il suo livello e respingere la reazione di Alcaraz. Jannik gioca un tennis stellare, ma ha bisogno di forza ed energia per produrre quel forcing; oggi ha dato quel che aveva. Si temeva che in caso di long-match sarebbe stata dura, così purtroppo è stato. Sinner esce di scena ugualmente tra gli applausi, e da nuovo n.1 anche se sconfitto in semifinale. Resta un grande torneo per Jannik, visto come ci è arrivato. E la conferma che l’anca sembra stare bene. Ora via sull’erba. Ci sono i Championships da vincere.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Alcaraz alza la prima palla del match, ma è Sinner a spingere a grandissima velocità. Jannik blocca il rivale a sinistra con un forcing mostruoso, scelta tattica ideale per non far girare Carlos sul diritto. Due punti eccellenti (un passante), e 15-30. Lo spagnolo reagisce, attacca subito per non essere attaccato, il controllo del tempo di gioco è l’avamposto da conquistare. Lo spettacolo è ottimo, fantastica la volée dell’italiano dopo aver un rimesso una smorzata. Una stecca di rovescio costa all’iberico la prima palla break dell’incontro. Forza tanto Alcaraz, si difende con ordine Sinner e l’ultimo diritto di Carlos muore in rete. BREAK Sinner, 1-0 e servizio. Molto agile il primo turno di battuta di Jannik, lo chiude a zero con un rovescio lungo linea incredibile, in spaccata ma in totale controllo dell’equilibrio. 2-0 Sinner. La palla di Jannik va più forte, atterra più profonda. Carlos serve anche bene, ma la profondità dell’azzurro lo mette in crisi. Da 30-0 si ritrova 30-40, e stecca malamente un diritto su di una risposta profonda nell’angolo dell’azzurro. La palla vola in tribuna, mentre lo score segna 3-0 Sinner, con doppio break. Lo spagnolo gioca contratto, si ritrova sotto 4-0 senza aver vinto ancora un singolo punto in risposta. Sinner al contrario è sicuro, meccanico nel suo incedere senza falli o incertezze. Cerca di buttarsi sul ritmo Alcaraz, ma Sinner è un muro, questa tattica costa tantissimo per funzionare contro la velocità e stabilità da dietro dell’azzurro, troppo sicuro e profondo nello scambio. Cambia di nuovo lo spagnolo, ora gioca molto carico col diritto, palle veloci ma soprattutto complesse, e per la prima volta nel match Sinner è costretto ad accorciare. Muove lo score Alcaraz, 1-4, sembra essersi attivato, più reattivo e pronto a spostarsi a sinistra per comandare col diritto. Jannik una volée scadente, subendo il lob del rivale, poi ha fretta nel chiudere col diritto, si ritrova sotto 30-40. Passaggio a vuoto per l’azzurro, sbaglia un rovescio su di un affondo sicuro di Alcaraz. Recupera un break Alcaraz, 2-4. È evidente come Carlos sia più nervoso: dopo il buon game in risposta spinge bene dopo il servizio, ma gli basta perdere uno scambio per irrigidirsi e commettere tre errori di fila. Concede un’altra palla sul 30-40, ma se la gioca con attenzione, comandando col diritto. Subisce però il terzo break del set alla seconda chance, finendo per sbagliare un diritto cross al termine di uno scambio di buon ritmo. 5-2. Sinner serve per il set e gioca lineare, sicuro, offensivo. Con un’ottima volée alta di rovescio – bel controllo, non era facile – vola 40-15, con due Set Point. Non li gioca bene Jannik, fretta, soprattutto sul secondo. Chiude alla terza chance, con un diritto bello pesante che provoca un tentativo disperato di smorzata di Alcaraz. 6-2. Un set dominato da Sinner, molto solido e lineare nella sua progressione, contro un Alcaraz molto teso e preda di alti e bassi continui, mai davvero efficace con le sue sfuriate, sotto la pressione del forcing dell’azzurro.
    Secondo set. Alcaraz serve, ma il suo braccio è ancora contratto. Il diritto non va, gli svaria largo e lungo. Subito sotto 0-30 e pure il servizio non lo aiuta. Risale 30 pari, ma la risposta lungo linea di Sinner è una bordata che sorprende l’iberico, di nuovo spalle al muro con la palla break da difendere. Stavolta regala Jannik, la risposta vola via, era una seconda palla molto carica ma non così ingestibile. Sinner scappa al comando con un BREAK immediato, il quarto ottenuto su cinque turni di battuta dell’avversario. Male col rovescio Alcaraz, cerca profondità col lungo linea ma finisce lungo. Niente davvero funziona nel tennis di Carlos, è troppo teso, preoccupato di quel che fa Jannik e non pensa al suo gioco, zero fluido, zero preciso. Jannik è terribilmente sicuro, comanda non lascia ad Alcaraz il tempo di girarsi sulla sinistra a comandare col diritto a sventaglio, e lo punisce pure con un’altra palla corta ottima, la terza vincente su tre provate nel match. 2-0, vantaggio consolidato, può fare corsa di testa e soprattutto Carlos ha ancor più pressione, vedendo la targa dell’auto davanti sempre più piccola… Carlos regala al pubblico e se stesso una demi-volée da cineteca, colpo eccezionale. Deve stare attento Sinner, una fiammata del genere potrebbe scuotere lo spagnolo e scaricarlo di tensione. Non un caso che in risposta nel quarto game il braccio di Carlos sia più sciolto, spara due mazzate e vola 0-30, facendo il pugno al suo coach. E il servizio di Sinner non va… Doppio fallo! 0-40, attenzione. Niente, si gioca senza prima palla, per fortuna regala la risposta Alcaraz, 15-40. Con un gran diritto cross, bel vincente, Alcaraz si prende il Contro BREAK, 2 pari. In due turni di battuta, solo 4 prime palle in campo su 11 punti, troppo poche. Sembra aver perso energia il tennis di Sinner, senza la prima palla di servizio ora è meno in controllo, i suoi colpi meno profondi e continui, e Alcaraz ha più tempo per comandare col diritto. Proprio questo schema frutta allo spagnolo una pericolosa palla break sul 30-40, e ancora il servizio di Sinner non c’è… Si gira sul diritto Alcaraz e si prende il punto. BREAK Alcatraz, da 0-2 a 4-2, quattro giochi di fila. I giochi di fila diventano 5, per il 5-2 Alcaraz. Finalmente ritrova un minimo di efficacia col servizio Sinner e anche a comandare dalla riga di fondo, interrompe l’emorragia vincendo un buon game, chiuso con un rovescino di controllo tutt’altro che facile. 5-3, Alcaraz serve per il secondo set. Chiude a 15 un buon game, arricchito da una smorzata perfetta dopo un servizio kick saltato altissimo. 6-3, un set pari. Netto il calo di Jannik avanti 2-0, ha perso il servizio e intensità, dando il la alla rimonta dello spagnolo. L’inerzia è dalla parte della Spagna ora.
    Terzo set, Sinner to serve. Continua a fare fatica nel servire kick da destra, e in generale a spingere forte con le gambe. Probabilmente la mancanza di adeguata preparazione pre torneo sta presentando “il conto” all’azzurro… Jannik vince un buon primo game, ritrovando un po’ di profondità e pure un bel serve and volley sul 40-30. 1-0 Sinner. Resta sicuro nei suoi turni di servizio Alcaraz, mentre Sinner inizia il terzo game con l’ennesimo doppio fallo da destra, poi un errore e di nuovo 0-30. Non scorre più fluido il tennis di Jannik, sbaglia anche malamente un rovescio dopo il servizio, pessima la ricerca della palla coi piedi, chiaro segnale della mancanza di energia. Errore gli costa il 15-40 e due palle break Alcaraz. Lo aiuta il servizio, ottimo l’Ace al T sul 30-40, secondo “asso” del match – pochissimo per i suoi nuovi standard. Subisce poi un diritto cross vincente di Carlos, ma quanto era corta la sua palla di scambio… Si prende il BREAK Alcaraz con una magia, un passante basso di rovescio su di una volée tutt’altro che malvagia dell’azzurro. 2-1 e servizio Alcaraz. Manca forza, manca spinta e intensità nel tennis di Jannik, e sulle giocate, Carlos ha più armi. Sinner ritrova profondità con la risposta nel quarto game, e la musica subito cambia. Si procura una palla break sul 30-40 e ancora LA RISPOSTA! Col diritto inside out, entra a tutta ancora col diritto e via Contro BREAK! 2 pari, bravissimo ad arginare l’avanzata del rivale. Scossa la testa Carlos, stupito del game perso in un momento a lui molto favorevole. Alcaraz riprende subito il comando dello scambio entrando forte sulle palle un po’ di corte dell’azzurro. Subisce due punti Jannik e sul 15-40 sembra accusare un dolore alla mano, forse un crampo. Salva la prima palla break con la smorzata, ben eseguita; la seconda con un servizio esterno molto preciso. Il servizio tradisce di nuovo Jannik, altro doppio fallo da destra, ma un gran diritto vincente lo salva sulla quarta PB. Tanti errori nel game più lungo del match, già 12 minuti di sofferenza… Finalmente, al 16esimo punto e 4 palle break salvate, lo score segna 3-2 Sinner. Arriva il fisioterapista, si applica una pomata alla mano di Jannik, visibilmente sofferente. Il duro game vinto sembra aver scosso l’azzurro, entra subito col diritto e attacca, mentre Alcaraz accorcia fin troppo i tempi di gioco. Un brutto attacco costa allo spagnolo una palla break sul 30-40. Non la gioca bene Sinner, prova a inchiodare a sinistra l’avversario ma un angolo molto stretto del rivale non è ben gestito. Si riscatta scaricando grande potenza col diritto, in questa fase del match è più potente e sicuro sulla destra che sulla sinistra. Bel serve and volley, Carlos si salva ancora. IL BREAK per Jannik arriva alla terza chance, una risposta di rovescio incrociata clamorosa, angolo strettissimo, incredibile come l’azzurro si ritrovi 4-2 avanti nonostante il chiaro momento di difficoltà fisica, figlio della sua grinta ma anche scelta tattiche errate di Carlos. Il match avanza su molti errori, ma Sinner trova un jolly favoloso sul 30 pari, con una seconda palla così stretta che pizzica la riga esterna e scivola via. 5-2 Sinner, quattro giochi di fila dall’1-2. Jannik serve per il terzo set sul 5-3. Inizia col doppio fallo, ma si riscatta con una volée ottima, molto deciso. Ancora avanti, seguendo il diritto. Di forza, bravo a non lasciare spazio all’avversario. ACE! 40-15, due Set Point! Male col diritto Carlos, a mezza rete, regala il punto del SET a Sinner. 6-3. Bravissimo Jannik a soffrire in una fase centrale molto complicata, recuperare un break di svantaggio e riportarsi avanti sulle incertezze tattiche del rivale, più passivo e meno pronto a reagire.
    Quarto set, Alcaraz inizia alla battuta. Dopo tanta bagarre nel terzo parziale, ora si avanza sui turni di battuta, con Sinner pronto far esplodere la palla col diritto, e ritrovando anche una discreta profondità generale, mentre Alcaraz alza la parabola, taglia la smorzata, accelera all’improvviso, ma un po’ caotico nelle scelte contro la lucidità tattica di Jannik. Servendo sotto 3-2, bravo Sinner a trovare un Ace e poi un bell’attacco, respingendo una situazione pericolosa. Anche Carlos alza il livello tecnico sul 3 pari, prima uno splendido passante poi una smorzata perfetta. Dopo i tanti errori del terzo set, si gioca meglio in questa fase, più i vincenti degli errori. Clamorosa l’accelerazione vincente di Alcaraz a punire l’attacco (ottimo) di Sinner. Chiede l’applauso del pubblico Carlito, e attenzione dopo un suo big point, di solito alza il livello con l’adrenalina positiva nel corpo. 4-3 Alcaraz. Pure Sinner spara un diritto vincente lungo linea in corsa fantastico, bravo ad anticipare e via, il braccio corre a tutta. E poi anche Jan mostra la sua mano nella smorzata. Tutto molto bello. Gran game dell’italiano, 4 pari. Sul 40-15, il gioco si interrompe, uno spettatore dal lato di campo di Sinner si sente male. Si riprende dopo un paio di minuti. 5-4 Alcaraz. Grandi punti, come il lob strepitoso di Alcaraz, giocato in corsa con controllo misterioso. Sul 30-15 Sinner attacca bene ma fallisce un comodo smash, forse senza fiato. 30 pari. Carlos trova un bel rovescio lungo linea che sorprende l’azzurro. 30-40, Set Point Alcaraz! Quanto pesa quello smash sbagliato… Cerca il S&V, ma la prima palla è di poco lunga; si fa trovare scoperto Jannik dopo un diritto in corsa. SET Alcaraz, si va al quinto set. Mamma mia, quello smash… Un bel set, ottimo livello e complessivamente se lo merita lo spagnolo, bravo a trovare le giocate nella stretta finale.
    Quinto set, Alcaraz ha il vantaggio di servire per primo. Vince un ottimo game, e in risposta trova un lob fantastico dopo una palla corta. Gli vale il 30 pari, e forse Sinner ha pagato il fiato della ricorsa perdente al punto precedente, tanto da sparare un diritto in rete. Gli costa una palla break… Restituisce il favore, con una smorzata perfetta, improvvisa. Fa il pugno Sinner, momento cruciale. Altra magia di Alcaraz, stavolta un passante di rovescio stretto in allungo, contro un attacco lungo linea ottimo di Jannik. Imprendibile, applausi. E seconda PB… Trova un diritto profondissimo, sulla riga, si apre il campo e poi affonda ancora col diritto. Che punti Carlos, davvero molto bravo a trovare due zampate da campione, Sinner può solo rimproverarsi un diritto non così lungo sulla palla break, ma nemmeno cortissimo. 2-0 e servizio Alcaraz. Ora la situazione si fa davvero critica. Anche il rovescio dello spagnolo ora è preciso come un orologio, sull’esaltazione del momento tutto gli riesce. Sinner non crolla affatto, cerca la reazione aggrappandosi all’aggressività in risposta, unica via per riaprire il set. Trova due bei punti, 30 pari. Fantastico lo scambio successivo, comanda Jannik ma Carlos con uno strappo improvviso col diritto ribalta lo scambio, davvero bravo. 3-0, con un’altra smorzata. Cinque game di fila per Alcaraz, ora saldo al comando con un’impennata di qualità da campione. Vince finalmente un game Jannik (3-1) e inizia il quinto game con un vincente di rovescio da metri fuori di campo spaziale. Poi un errore di Carlos, 0-30! Uff, sul 15-30 non passa di poco la difesa su di uno smash. Vola via un rovescio di Alcaraz, la tensione è massima… parità. Passa di un niente la palla corta di Alcaraz, toccando anche il nastro… La lotta continua, ma alla fine un rovescio out dell’altoatesino fissa lo score sul 4-1. Alcaraz brilla col diritto, forte del vantaggio anticipa e scarica forza e rotazione, palle molto molto molto complesse per Sinner da rigiocare, e la battuta lo sostiene. Ma Jannik spinta sulle palle corte, non demorde e forza il settimo game ai vantaggi, con tutti il pubblico per lui. Il servizio aiuta lo spagnolo, stecca la risposta Sinner e quasi scaglia la racchetta a terra per la rabbia… 5-2 Alcaraz e poi 5-3. Serve per chiudere lo spagnolo, e il livello di gioco resta alto. Si tira forte, entrambi cercando di prendere subito l’iniziativa. Carlos arriva a Match Point sul 40-30, ma Sinner scarica tutta la potenza del diritto e lo annulla. Alcaraz trova un’ottima seconda palla esterna, che Jannik non controlla. Seconda palla match. Niente, vola via il diritto di Carlos. Sinner si difende come un leone. Non molla! Ma Alcaraz chiude al terzo match point. Che partita!

    Carlos Alcaraz vs Jannik Sinner GS Roland Garros Carlos Alcaraz [3]26366 Jannik Sinner [2]63643 Vincitore: Carlos Alcaraz ServizioSvolgimentoSet 5ServizioSvolgimentoSet 4ServizioSvolgimentoSet 3ServizioSvolgimentoSet 2ServizioSvolgimentoSet 1

    Statistiche
    🇪🇸 Carlos Alcaraz
    🇮🇹 Jannik Sinner

    Ace
    8
    7

    Doppi falli
    7
    8

    Percentuale prime di servizio
    66% (103/157)
    56% (76/135)

    Punti vinti con la prima
    66% (68/103)
    74% (56/76)

    Punti vinti con la seconda
    46% (25/54)
    46% (27/59)

    Velocità massima servizio
    217 km/h
    219 km/h

    Velocità media prima di servizio
    190 km/h
    194 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    161 km/h
    154 km/h

    Punti vinti in risposta
    39% (52/135)
    41% (64/157)

    Punti vinti in risposta sulla prima
    26% (20/76)
    34% (35/103)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    54% (32/59)
    54% (29/54)

    Palle break giocate
    10% (14/135)
    6% (10/157)

    Palle break convertite
    43% (6/14)
    60% (6/10)

    Giochi con palle break
    32% (7/22)
    26% (6/23)

    Punti totali vinti
    145
    147

    Vincenti
    65
    39

    Errori forzati
    50
    36

    Errori non forzati
    58
    44

    Punti vinti a rete
    59% (16/27)
    63% (24/38)

    Giochi vinti a zero
    0
    5

    Colpi da fondo
    506
    518

    Smash
    3
    4

    Passanti
    15
    12

    Volée
    23
    9

    Approcci a rete
    0
    6

    Palle corte
    23
    10

    Lob
    11
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    Sinner vs. Alcaraz: le tre chiavi del match per Jannik

    Jannik Sinner e Carlos Alcaraz (foto di Patrick Boren)

    Ci siamo. Mancano poche ore a “LA PARTITA”, quella che tutto il mondo della racchetta – non solo in Italia e Spagna – sperava di trovare in quest’edizione 2024 di Roland Garros. La semifinale tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz suscita enorme interesse e attesa per un motivo molto banale: quando i due talenti si sfidano, c’è grandissimo tennis. Lo spettacolo tecnico è massimo, per la totale differenza tra i due, accomunati solo da una vera amicizia e dall’amore per la disciplina; l’adrenalina sale alle stelle per la velocità di gioco e per le mille soluzioni che vedremo in campo. Un testa a testa fisico, tecnico e mentale, che nelle precedenti loro partite ha esaltato gli appassionati. In tutto il mondo, Sinner – Alcaraz è la partita più sognata, la rivalità più intensa e interessante del presente e del prossimo futuro, a rinvigorire i fasti di sfide eroiche come Borg-Mc, Becker-Edberg, Agassi-Sampras, Federer-Nadal.
    Sarà il loro nono confronto diretto a livello ATP, 4 pari il bilancio, con in più la primissima volta ad Alicante nel 2019, vinse Carlos. Su terra battuta (oltre al vernissage di Alicante), solo un precedente nella finale di Umag 2022, splendida vittoria in rimonta di Sinner. Poi solo campi rapidi. Cosa aspettarsi da questa semifinale parigina? Intanto speriamo un grandissimo spettacolo e zero infortuni. Che i due meravigliosi ragazzi possano dare il loro meglio in campo, senza fastidi all’anca per Jannik e al braccio per Carlos. Ovviamente che vinca il migliore… e noi speriamo sia Sinner, ma sarà una partita molto complessa, probabilmente diversa dalle altre poiché nessuno dei due c’è arrivato al meglio. Alcaraz sta crescendo nel torneo, ma anche lui c’è arrivato con una preparazione modesta visti i problemi al braccio che l’hanno costretto a un doloroso stop proprio sull’amata terra battuta. Lo scorso anno fu vittima di crampi da tensione in semifinale contro Djokovic; la sensazione è che abbia ben presente quella partita sfortunata e abbia totale voglia di rivincita. Anche Sinner come ben sappiamo è arrivato a Parigi all’ultimo, con una preparazione scarsa e quindi l’aspetto da verificare sarà la sua tenuta fisica qualora – molto probabile – la partita diventi lunga e faticosa. Per questo partire bene e premere subito a tutta l’acceleratore potrebbe essere decisivo come mai prima. Entrambi dovranno esplorare le proprie forze affrontandosi, per questo il match odierno potrebbe sfuggire dalle logiche delle sfide precedenti.
    Comunque se vogliamo provare a dare qualche chiave di lettura, ricordandoci anche l’ultimo loro confronto ad Indian Wells 2024 (l’unico finora disputato in stagione), ecco tre chiavi di lettura per Sinner, aspetti sui quali dovrà focalizzare l’attenzione al massimo per cercare di continuare la sua corsa a Bois de Boulogne e andare a caccia del secondo titolo Slam.
    1 – Servire bene con alte percentuali: nelle vittorie di Jannik sullo spagnolo l’efficacia del servizio è stata sempre decisiva, non tanto per i punti diretti ma per “tenere fermo” in riposta Carlos. Alcaraz è un tennista molto aggressivo, come lo stesso Jannik. Chi dei due prende per primo l’iniziativa ha un ovvio vantaggio in termini di tempo di gioco e conquista dello spazio sul campo. Dal secondo set nella loro ultima partita di IW24 il rendimento della battuta dell’azzurro è calato vistosamente e… abbiamo visto come è finita.
    2 – Vincere gli schemi sulla diagonale di diritto: sempre memori di Indian Wells (e non solo), trovare maggior sicurezza e governare i palleggi diritto vs. diritto potrà essere decisivo. È il colpo potenzialmente più devastante del repertorio di Alcaraz, ma anche quello che sotto tensione nell’ultimo anno ha dato più grattacapi allo spagnolo. L’abbiamo visto anche a Madrid nella bruttissima partita persa contro Rublev: appena il russo è “montato” sopra allo spagnolo in quella diagonale, la lucidità di Carlos si è smarrita e tutto il suo gioco è collassato. Nelle fantastiche vittorie di Jannik su Carlos a Pechino e Miami (le ultime due) proprio l’entrare fortissimo sul diritto di Alcaraz ha portato l’azzurro al comando del gioco, e alla vittoria. Non è un caso.
    3 – Attenzione alla gestione delle palle senza peso: Carlos ha una faretra di frecce bella colma, può fare un sacco di cose e ancor più sul rosso. È scontato che Sinner cercherà lo scontro dritto per dritto alla massima velocità, per non lasciare il tempo ad Alcaraz per variare, tagliare la palla e cambiare schemi; Carlos tuttavia è fortissimo e abile nel farlo e sulla terra lo farà ancor più del solito. Molti attacchi, ma di sicuro anche palle corte e tante variazioni con palle poco cariche per mandar fuori ritmo Jannik. Proprio risposte lente e alte hanno dato enorme fastidio all’azzurro a Indian Wells, gli hanno fatto perdere sicurezza e alla fine è entrato in una spirale di errori che ha pagato con la sconfitta. La partita di oggi si giocherà su basi diverse tra la superficie e una forma totalmente diversa di entrambi, è sicuro che se Jannik tirasse fortissimo e in campo, Carlos proverà a “sgonfiare” la palla. Lì dovrà essere lucido Sinner a non spingere come un toro che vede rosso, ma trovare la via migliore per gestire la situazione senza perdere ritmo e fiducia nei colpi. Per esempio attaccando la rete o aprire moltissimo l’angolo per costringere il rivale a correre e quindi dover scaricare più forza sulla palla per non dare un vero assist a campo aperto al nostro.
    Di chiavi di lettura del match ce ne potrebbero essere molte altre, ma mi fermo qua. Gustiamoci questa bella partita tutti insieme, dalle 14.30. Sognando la Coppa dei Moschettieri, ovviamente…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner è il 29esimo n.1 al mondo. Ricordiamoli tutti, uno dopo l’altro

    Jannik Sinner (foto Patrick Boren)

    Il 10 giugno 2024 la nuova classifica ATP post Roland Garros vedrà Jannik Sinner sul trono del tennis maschile. Missione compiuta. Troppa la sostanza e costanza di rendimento di Jan da mesi e mesi. Nel 2024 ha perso solo due partite, e 4 da dopo US Open 2023. Nelle ultime 52 settimane ha battuto per 14 volte avversari top10 (perdendo solo tre volte). Ha vinto uno Slam (AO24), due Masters 1000 (Open del Canada23 e Miami24), tre ATP 500, oltre ottimi piazzamenti come la finale al Masters di Torino e la semifinale a Wimbledon 2023. Per come è strutturata la classifica basta e avanza, ma non c’è sistema di ranking che tenga: Sinner è da mesi il più forte. Lo certifica anche il raffinato “Elo Ranking” di tennis abstract – sistema molto interessante – e  se vi fossero ancora i mitici e tanto rimpianti “bonus point” Sinner sarebbe n.1 già da tempo, visto l’enorme bottino extra che avrebbe guadagnato battendo ripetutamente i migliori. Meritatissimo premio alla sua classe e ora anche continuità.
    L’italiano sarà il 29esimo giocatore ad issarsi alla prima posizione nel ranking da quando, agosto 1973, è stilato in modo computerizzato. Ripassiamo la lista di tutti i numeri del tennis maschile, con una breve nota su ciascuno di loro.
    1 – Ilie Nastase: il primo di tutti. Divenne numero uno della nuovissima classifica il 23 agosto 1973, oltre 50 anni fa. Talento pazzesco e discretamente “pazzo”, incarna come pochi l’ideale di genio e sregolatezza. Colpi fatati ma anche spigoli acutissimi e una lingua più tagliente del back di rovescio con il quale scendeva a rete. Amato e odiato, è stato un figlio prediletto degli spericolati anni ’70, dove la personalità dei giocatori andava di pari passo al talento tecnico.
    2 – John Newcombe: l’iconico talento australiano divenne n.1 il 3 giugno 1974. Modi garbati, tennis d’attacco elegante, gli manca una coppa a Roland Garros per completare il proprio career Grand Slam, ma ai suoi tempi la terra era davvero ostica se nascevi down under e nei geni dominava l’istinto offensivo. Stimato e rispettato da tutti, ancora oggi quando parla – raramente – tutti ascoltano in religioso silenzio. Il carisma del leader.
    3 – Jimmy Connors: scorbutico e diretto, per molti insopportabile, “Jimbo” è stato il primo vero attaccante da fondo campo nella storia del gioco. Divenne n.1 il 29 luglio 1974, poco prima dell’esplosione del fenomeno Borg, con il quale ha dato vita a battaglie epiche. In realtà il mancino americano, aizzato anche da una madre a dir poco ingombrante, lottava da solo contro il mondo e vinse, tantissimo. La sua risposta è tra le migliori della storia, sicuramente la migliore prima dell’avvento di Agassi e poi Djokovic. Come riuscisse a dominare da fondo e attaccare con palle millimetriche giocando con quella Wilson T2000 dotata di un piatto corde minuscolo lo sa solo lui…
    4 – Bjorn Borg: tennista e personaggio leggendario, fu il primo tennista “pop”, muoveva le masse come mai nessuno prima, tanto che orde di teenager arrivarono a lanciar verso di lui le loro mutandine appena sfilate… N.1 il 23 agosto 1977. Rovescio da cineteca, pazienza e capacità di resistenza fuori dal comune, impose un nuovo modello di tennista, quello di pressione da fondo campo, ma fu abilissimo nel trasformarsi anche in giocatore di rete e dominare sui prati di Wimbledon. Il tennis dopo lui non fu più lo stesso, impose nuovi standard e ha stabilito record allora epocali.
    5 – John McEnroe: definirlo tennista è persino riduttivo. Il mancino newyorkese è stato qualcosa di totalmente unico e irripetibile, non giocava a tennis, pennellava in campo con una tecnica di gioco mai vista prima e non replicabile. Nessuno ha mai avuto il suo senso per la palla e gli angoli, a rete non giocava di volo, accarezzava e creava. Il suo carattere scontroso andava di pari passo col talento, tanto che le sue furibonde discussioni in campo sono diventate altrettanto iconiche. Arrivò a superare Borg in una rivalità tra le più belle della storia dello sport, dominò nel 1984 come mai nessuno prima e di fatto si spense. Non aveva più niente da inventare, aveva già fatto tutto.
    6 – Ivan Lendl: lo “Zar” del tennis moderno. Il diritto più potente della sua epoca e un tennis migliorato in modo costante, con un’applicazione quasi fanatica. Poco amato rispetto alle sue vittorie, ma fortissimo e indubbiamente temuto. È stato il primo ad applicare la scienza ai suoi allenamenti, attento non solo al gioco ma anche all’alimentazione, alla preparazione fisica, ai materiali. È stato il primo in tante cose, come il cambio della racchetta con corde nuove al cambio di palle, persino nell’abbigliamento – leggendari i polsoni per il suo copioso sudore e il cappellino da legionario in Australia. Ha perso molte più finali Slam di quelle vinte, ma è stato un vero leader e n.1. Lo divenne per la prima volta il 28 febbraio 1983, e lo restò da lungo dopo il 1985.
    7 – Mats Wilander: il primo prodotto d’eccellenza dalla scuola di Borg. Rovescio da cineteca, un fisico tanto elastico che gli permetteva di arrivare sempre bene sulla palla. Era un camaleonte, pronto ad adattarsi ad ogni condizione di gioco e rivale. Pochissimi vincenti ma ti faceva giocare male, scomodo, alla fine l’ultima palla era sempre la sua. Per anni ha giocato con una concentrazione fenomenale: nella finale di Roland Garros 1988 servi il 100% di prime palle nel primo set… Visse quella stagione da sogno con 3 Slam su 4 vinti, scavalcando Lendl in cima al ranking il 12 settembre 1988, dopo averlo battuto nella finale di US Open con un match assurdo, andando ben oltre ai propri limiti per spinta e attacchi. Spese così tanto che da lì a poco si spense. 7 Slam e campione strepitoso, pochi anzi forse nessuno è riuscito ad estrarre il 101% dalle proprie possibilità quanto lui.
    8 – Stefan Edberg: non un tennista, ma un angelo. Impossibile voler male a un giocatore così elegante, corretto e bello da vedere. Sua la miglior volée della storia moderna del gioco, insieme ad un rovescio da cineteca. Attaccava sempre e comunque, forte di due gambe da centometrista – ai campionati giovanili svedesi c’è ancora il suo primato lì in cima – e un senso per il serve and volley impareggiabile. Eleganza allo stato puro, ha battagliato per anni contro tennisti più potenti e completi, ma quando stava davvero bene e in fiducia passarlo sul net era un’impresa. 6 Slam e due anni da n.1 di fine stagione. Lo divenne il 13 agosto 1990, nell’anno in cui la schiena iniziò a dargli problemi e lo costrinse a cambiare il movimento del servizio. Nel 1991 dominò per larghi tratti, ma fu l’inizio della fine, anche perché si impose da lì a poco un tennis così muscolare e rapido da far diventare il suo un po’ anacronistico, seppur bellissimo. Il premio sportivo dell’anno porta il suo nome.
    9 – Boris Becker: la sua vittoria a Wimbledon nel 1985, a soli 17 anni, è stata una rivoluzione copernicana. Mai s’era visto tanta potenza e coraggio in campo. Servizio e diritto assassini, ma soprattutto il tedesco era un killer sportivo, aveva un coraggio leonino e i big point difficilmente li perdeva. È stato probabilmente il miglior tennista di sempre in condizioni indoor, più era rapido più si esaltava. Il suo talento e visione di gioco non erano supportati dal fisico, troppo massiccio e pesante, tanto da finire la carriera letteralmente a pezzi e con vistosi problemi di salute. Persona “contro”, ha spesso preso posizioni impopolari e ha pagato il prezzo, ma a testa alta e fiero delle sue scelte, pure in campo dove si incaponiva nel giocare a modo suo. Un tennista il cui valore è sotto stimato. È stato n.1 per poco, diventandolo il 28 gennaio 1991. Non ha mai vinto un torneo sul rosso, cosa che non hai digerito…
    10 – Jim Courier: ha randellato per anni con la sua Wilson come se fosse una mazza da baseball, con una potenza e forza fisica brutali. Per un paio di stagioni è stato ingiocabile nei primi 6 mesi dell’anno. Leggendario il suo tuffo nel fiume Yarra di Melbourne dopo aver vinto gli Australian Open, un fiume inquinato e pure infestato da animali non esattamente amichevoli. Big Jim era personaggio fuori dagli schemi, grande batterista e lettore accanito, assai più colto e profondo di quel che il suo tennis muscolare e non esattamente divertente facevano ipotizzare. Un n.1 di passaggio (10 febbraio 1992) ma tennista formidabile, il più rapido ad arrivare in vetta dalla covata d’oro di tennis yankee di Bollettieri. La sua ironia è spettacolare.
    11 – Pete Sampras: uno dei tennisti più forti di sempre. Applicazione massima, grande pulizia tecnica, con un diritto micidiale in corsa e il miglior servizio della storia del gioco. Se la mia vita dovesse dipendere da solo colpo di gioco, non avrei dubbi: la sua prima palla. Non esiste un singolo colpo che sia stato più decisivo nella storia. 14 Slam e moltissimo altro, record a go go poi superati da Roger e quindi Novak. Ma la sua classe, esplosa in particolare a Wimbledon, resta impareggiabile. Se prendeva un break di vantaggio, potevi anche andartene dal campo perché non lo rimontavi più. Ha dato vita a una delle rivalità più belle di sempre, quella con il (poco) amico e connazionale Agassi. N.1 il 12 aprile 1993, lo è stato per moltissimo tempo e pieno merito. Oggi è molto schivo e non si vede mai sul tour.
    12 – Andre Agassi: 8 Slam, molti hanno vinto più di lui, ma il suo impatto nel gioco è stato superiore a quella di qualsiasi altro giocatore in questa lista dei 29 n.1 della storia. Il tennis moderno l’ha sdoganato lui: via la “tecnica classica”, la maggior parte dei giocatori attuali sono una versione riveduta e corretta del suo modo di intendere il gioco, pressione da fondo campo, anticipo, controllo delle rotazioni e dei tempi di gioco. È stato personaggio come forse nessun altro, immagine fortissima e carisma assoluto, anche grazie a fortunatissime campagne di marketing del quale è stato un po’ schiavo. Vince clamorosamente a Wimbledon il suo primo Slam, quando nessuno ipotizzava che quel tennis da fondo potesse essere competitivo sui prati. Ha vissuto più vite tutte insieme, ben raccontate in Open, miglior libro mai scritto sul tennis. Invecchiando è diventato un vero guru, amato e rispettato da tutti. Divenne n.1 il 10 aprile 1995 ed è stato uno dei n.1 più anziani a fine carriera.
    13 – Thomas Muster: austriaco di ferro, incredibile come si sia ripreso da un terribile incidente che gli ha fracassato una gamba quando, molto giovane, era in rampa di lancio verso il grande tennis. Quelle immagini di lui con il gesso e una gamba sulla panca a tirare diritti in modo ossessivo ha fatto il giro del mondo. Su terra era fortissimo, ha vinto una miriade di piccoli e medi tornei, arrivando alla gloria eterna a Roland Garros, unico Slam vinto. N.1 il 12 febbraio 1996, meritato premio alla carriera per applicazione e furore agonistico. Con tanti limiti tecnici, riusciva a battere campioni assai più attrezzati e completi.
    14 – Marcelo Ríos: è l’unico di questa lista di 29 n.1 senza ad aver vinto uno Slam. Un delitto, visto il suo braccio mancino, uno dei più talentosi e magici della storia moderna del gioco. Con la palla poteva fare di tutto e di più, angoli assurdi e anticipo incredibile, ma… il fisico era quello che era, e la testa non c’era proprio. Divenne n.1 nel suo miglior momento in carriera, il 30 aprile 1998, poco dopo aver sfiorato l’Australian Open (battuto in finale). Non è un intruso, ma certamente col suo talento avrebbe potuto ottenere molto, molto di più….
    15 – Carlos Moya: anche lo spagnolo è stato un n.1 di passaggio. Lo divenne il 15 marzo 1999 e restò in cima al ranking solo per due settimane, ma è bel premio a un tennista non solo bello ma anche efficace. Sul rosso è stato a tratti devastante con un diritto potentissimo e classici schemi da terra.
    16 – Yevgeny Kafelnikov: il primo russo n.1 della storia, lo divenne il 3 maggio 1999. Talento cristallino, poco fisico e poco elastico, ma tempo sulla palla spettacolare, con un rovescio bimane tra i più precisi e efficaci della storia. Non aveva grande potenza e nemmeno resistenza, tanto che spesso si allenava letteralmente facendo il doppio… Ma in campo era classe pura, molto elegante, a tratti regale. Un gran bel giocatore, due volte campione Slam.
    17 – Pat Rafter: One Week Wonder, solo una settimana in cima al mondo del tennis, il 26 luglio 1999. Poco, ma del resto la sua epoca era infestata da un tasso di talento eccezionale, e il bell’australiano non era tecnicamente fortissimo. Gran fisico, ultimo vero attaccante, è stato bravo a completare il suo tennis e diventare più tosto da fondo campo, battagliando per anni ad armi pari con Pete e Andre, più forti di lui, ma li raggiungeva con testa e agonismo. Il cruccio resterà la finale di Wimbledon, quella persa contro Ivanisevic nel 2001.
    18 – Marat Safin: bello e impossibile. Tennista fenomenale per talento, un rovescio come una carabina, sensibilità e classe. Avrebbe potuto dominare se… l’avesse voluto. Ha preferito tanta bella vita a durissimi allenamenti. La sensazione che abbia sfruttato si e no il 30% del suo potenziale. Ma quando c’era con fisico e testa, era il più forte o quasi. La semifinale vinta contro il Super Federer del 2005 agli Australian Open resta la partita forse tecnicamente più bella del nuovo secolo. Divenne n.1 l’11 settembre 2000, dopo aver ridicolizzato Sampras in finale a New York.
    19 – Gustavo “Guga” Kuerten: sorriso e allegria, una samba in campo. A vederlo danzare e scaricare rovesci clamorosi e vincenti potevi solo divertirti, non c’era modo volergli male. Arrivò all’improvviso nel grande tennis vincendo a Roland Garros nel 1997 dalle retrovie e per anni è stato tra i migliori al mondo, con un tennis arrotato e personale. Bellissima persona, un manifesto del piacere di giocare a tennis. È stato n.1 il 4 dicembre 2000, restando al vertice per ben 43 settimane. Purtroppo un problema all’anca l’ha pensionato troppo presto. Sarebbe stato bellissimo vederlo sfidare al top Nadal, sarebbe stata una sfida sul rosso stellare…
    20 – Lleyton Hewitt: Rusty, indomabile lottatore e due gambe impossibili. Ha dominato per un paio d’anni, prima dell’arrivo del ciclone Federer che ha spazzato via la concorrenza. Bravo ad emergere giovanissimo e imporre un tennis a tutto campo di pressione e qualità, fortissimo di testa e mai stanco. È stato n.1 il 19 novembre 2001 ed è rimasto sul trono per ben 80 settimane.
    21 – Juan Carlos Ferrero: oggi notissimo coach di Alcaraz, “mosquito” ha sofferto per issarsi sul trono del tennis, ma c’è arrivato con merito, riuscendo a superare avversari complessivamente più dotati come Kuerten, Hewitt e Safin. 8 settimane da leader, iniziate l’8 settembre 2003. Un bel diritto, tante gambe ma mai è riuscito a completare un tennis un po’ scarno e monotematico. Oggi è coach abilissimo.
    22 – Andy Roddick: il servizio più potente di sempre l’ha issato sul trono del tennis nel 2003, suo anno magico, dove ha vinto US Open. Appena in tempo prima dell’esplosione di Federer, l’uomo che gli ha letteralmente rovinato la carriera. Un po’ rozzo, ma potentissimo e con grande coraggio, non mollava mai e a Wimbledon nel 2009 è stato a una manciata di punti da vincere contro Roger. Una finale che si sarebbe oggettivamente meritato. Un solo Slam, e il n.1 raggiunto il 3 novembre 2003.
    23 – Roger Federer: che dire… il Maestro. Superato da Djokovic in quasi tutti i suoi record, ma la sua eredità nel gioco è molto superiore ai 20 Slam e mille altri traguardi raggiunti. È il tennista che, a detta di tutti, ha giocato meglio a tennis nell’era moderna. Una sinfonia e bellezza in movimento, un danzatore con una classe infinita. Il più amato, il più seguito, carisma e rispetto. Ha portato lo sport a vette superiori e questo vale più qualche Slam. n.1 il 2 febbraio 2004, lo è stato per 310 settimane. Nessuno incarna IL tennis quanto lui.
    24 – Rafael Nadal: l’impatto di Rafa sul tennis è stato brutale. Nessuno aveva giocato con tale potenza e rotazione, su terra è ben presto diventato ingiocabile e ha stabilito record che solo qualche marziano potrà superare. È andato oltre ogni limite umanamente immaginabile per resistenza, tenuta mentale e fisica. Un tennis mai visto prima, e molto migliorato negli anni. 22 Slam ma soprattutto un’aura in campo come pochi. Di Nadal non ce ne sarà mai un altro. Tennista clamoroso e grande persona. N.1 il 28 agosto 2008, poco dopo il suo primo Wimbledon.
    25 – Novak Djokovic: numeri alla mano il più vincente di sempre, il più forte di sempre. Elastico come nessuno, testa da agonista feroce e rovescio killer… ha lavorato per anni e anni superando ogni suo difetto e diventando il tennista più completo e complessivamente più forte. Ma non il più amato, quel carattere irascibile non si placherà mai. Ha pagato anche a caro prezzo il ruolo di terzo incomodo nell’amatissima rivalità Roger-Rafa, ma non per colpa sua. Personaggio divisivo, uomo vero, o lo ami o lo odi. Leggenda vera. N.1 il il 4 luglio 2011, lo è stato per 428 settimane. Incredibile.
    26 – Andy Murray: il 4° dei Beatles, o meglio, tennista fortissimo ma nato in un’epoca sbagliata… Ha riportato la union jack sul trono del tennis dopo oltre 70 anni, così come il successo a Wimbledon, ben 2. Ha sempre pagato dazio negli Slam agli altri tre, più completi di lui e soprattutto più forti mentalmente. Ma è stato un duro agonistica, c’ha creduto sempre e mille volte s’è rialzato dopo dure sconfitte, tanto che nel 2016 ha coronato una rincorsa strepitosa col n.1, ottenuto il 7 novembre di quell’anno. Poi gravi problemi all’anca l’hanno penalizzato quando era al vertice. Dice sempre quel che pensa e i suoi commenti social sono i migliori. Un grande personaggio e vero innamorato del gioco.
    27 – Daniil Medvedev: mai visto un tennista tanto alto e così rapido da dietro, capace di rincorre e cambiare ritmo, angoli e poi tirare mazzate impossibili. Servizio bomba, testa a dir poco complessa. Per ora un solo Slam, e che Slam… US Open 2021, ha stoppato Djokovic a un match dal completare il Grande Slam! Scacchista nella vita e in campo, è tanto storto nel gioco quanto affascinante. Che piaccia o no, quando gioca lui lo spettacolo è assicurato perché nessuno gioca come lui. È diventato n.1 il 28 febbraio 2022.
    28 – Carlos Alcaraz: il più giovane n.1 della storia. Lo è diventato dopo aver vinto US Open il 12 settembre 2022. Talento pazzesco, rotazioni ma anche velocità di braccio, anticipo e propensione offensiva “federeriana”. Si accende e si spegne, con picchi di rendimento inarrivabili e grandissimo spettacolo prodotto. Sorridente e genuino, è una benedizione per lo sport. Sta dando vita con Sinner a una rivalità bellissima. Ragazzo e tennista fantastico.
    29 – Jannik Sinner. Che dire… è Jannik! Lunedì 10 giugno sarà la prima volta da n.1 Speriamo la prima di tante. GRAZIE JANNIK, ci ha regalato un sogno che era quasi peccato il solo pronunciarlo…

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Roland Garros: Arnaldi avanza, batte Muller in tre set. Al terzo turno c’è Rublev

    Matteo Arnaldi (foto Patrick Boren)

    Pioggia, interruzioni, un pubblico “caldo” e un avversario che si accende con pallate imprendibili e poi spegne con erroracci clamorosi, un turbillon di eventi che complicano un po’ la strada ma non fermano Matteo Arnaldi nel secondo turno di Roland Garros. Il sanremese batte il francese Alexandre Muller nel secondo turno di Roland Garros per 6-4 6-1 6-3, volando al terzo turno dove lo attende una super sfida contro Andrey Rublev.  il punteggio dell’incontro per una volta non racconta fedelmente l’andamento di un match piuttosto complicato in varie fasi. Il primo set, giocato ieri, è stato un otto volante di emozioni e break, con un’alternanza continua di vincenti ed errori; l’ha portato a casa l’azzurro con un finale più solido, ma pagando diverse incertezze. Bene Arnaldi nel secondo parziale, giocato oggi,  ha alzato il ritmo e forzato gli errori di un Muller troppo frettoloso e falloso. Il terzo set, ripreso dopo un’altra pausa per pioggia, ha visto Matteo alzare di nuovo il livello, dal servizio alla risposta, con palle più continue ed efficaci a provocare gli errori del rivale. Muller è tennista di discreta qualità, superiore alla sua classifica come colpi – soffre da sempre del morbo di Crohn che non gli permette allenamenti e prestazioni continue – ma è troppo altalenante e poco lucido nei tempi dell’affondo, rischi eccessivi che hanno portato ad Arnaldi punti importanti.
    La sensazione dal campo è stata chiara: quando Arnaldi ha giocato “da Arnaldi”, con pressione e geometrie, attaccando gli spazi, è un tennista superiore in tutto al francese; ha pagato qualche sfuriata dell’avversario e un po’ di imprecisioni, oltre alla tendenza mostrata in più occasioni quest’anno di voler affrettare fin troppo i tempi di gioco. Andando sulla sostanza e sulla costruzione dello scambio, Matteo ha più classe e colpi di Muller. Questa buona vittoria porta il sanremese al terzo turno, contro Rublev sarà partita totalmente diversa, ci sarà da soffrire e lottare, ma con la testa e grinta che possiede, non è un match totalmente chiuso.
    L’incontro riprende sul 5-3 Arnaldi, dopo l’interruzione di ieri (set combattuto con ben 5 break). Muller vince il suo game di battuta e Arnaldi serve sul 5-4. Matteo chiude il set al secondo set point, 6-4, recuperando da 0-30 nel game grazie a un attitudine molto offensiva, subito avanti col diritto. Parte a spron battuto il francese all’avvio del secondo set: tira a tutta in risposta e vola 0-40 nel secondo gioco. Troppi rischi, Muller esagera con la spinta. Salva anche una quarta palla break Arnaldi e chiude sulla rete in sicurezza 1 pari. Assalto respinto. L’altalena continua, ora è l’azzurro avanti con due palle break sul 15-40. Il Break per Arnaldi arriva sul 30-40, blocca il rivale sulla sinistra e Muller sbaglia un rovescio lungo linea. 2-1 e servizio Arnaldi. In questa fase è molto più solido il ligure, col diritto apre molto bene l’angolo stretto ed è molto solido sulla diagonale di rovescio. Muller esagera ancora con la spinta nel quinto game e subisce un altro break a 30, per il 4-1 “pesante” a favore di Arnaldi. Funziona bene anche la prima di servizio esterno di Matteo, con un ottimo turno di battuta vola 5-1. Muller affretta i tempi di gioco e niente gli riesce, mentre Arnaldi è preciso nell’attacco sullo 0-30 che gli vale tre  set point. Un rovescio malamente in rete sul secondo costa il 6-1 a Muller. Ottimo Matteo, pochissimi errori e molta sostanza. Due set avanti.
    Duro per Arnaldi l’avvio del terzo set, un turno di battuta complicato con qualche errore di precisione e poco aiuto dal servizio. Muller invece è tornato a spingere col diritto e si prende il break alla terza chance, è in corridoio il passante lungo linea di Matteo. Cerca l’immediata reazione Arnaldi, avanza la posizione e rischia, volando 15-40, ma resta solido Muller, 4 punti di fila e gioco, per il 2-0. Purtroppo il cielo si fa sempre più minaccioso su Parigi, come il diritto in spinta di Muller che mangia campo ad Arnaldi. Matteo si ritrova con una palla break da salvare quando arriva un forte acquazzone, con il campo che viene coperto dal telone dopo 70 minuti di partita.
    Dopo un’ora di pausa si riparte e Arnaldi sale in cattedra: 3 Ace! Annulla la palla break, muove lo score nel set e strappa un immediato contro break, spingendo molto bene dalla risposta e poi dal centro, per il 2 giochi pari. Matteo sorpassa sul 3-2 con un buon turno di battuta e quindi scappa al comando con il secondo break di fila, sfruttando gli errori di un Muller rientrato male nel match dopo l’interruzione. Ci mette anche del suo Arnaldi, come il bel passante che l’ha portato alle palle break. 4-2 avanti, Matteo incappa in un turno di battuta complicatissimo, fatto di strappi continui da una parte e dall’altra, qualche bel vincente ma anche molti errori di misura. L’azzurro concede e salva ben 6 palle break, per sua fortuna giocate con attenzione (e qualche erroraccio di Muller, troppi rischi in risposta). Alla settima parità, Arnaldi finalmente vince due punti di fila e si porta 5-2, a un passo dal successo. Alexandre crea e distrugge, con una pessima volée regala il punto del 30-40 e primo Match Point per Arnaldi. Lungo scambio, il primo a sbagliare col diritto è Matteo. Muller regge, annulla un’altra palla match si porta 3-5, con Arnaldi che serve per chiudere. Trova un Ace importantissimo sul 15 pari e quindi un bel rovescio lungo linea per il 40-15, altre due palle match. Doppio fallo sul primo, nastro non fortunato sul secondo, il diritto vola via. Il match si chiude alla quinta palla match, bel rovescio cross di Matteo. È l’ottava volta che Arnaldi batte un francese in carriera, solo vittorie contro un “blues” in carriera.

    Marco Mazzoni
    Alexandre Muller vs Matteo Arnaldi GS Roland Garros Alexandre Muller413 Matteo Arnaldi666 Vincitore: Matteo Arnaldi ServizioSvolgimentoSet 3Matteo Arnaldi 0-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-403-5 → 3-6Alexandre Muller 0-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-402-5 → 3-5Matteo Arnaldi 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-402-4 → 2-5Alexandre Muller 0-15 0-30 15-30 15-402-3 → 2-4Matteo Arnaldi 15-0 30-0 30-15 40-152-2 → 2-3Alexandre Muller 0-15 0-30 0-40 15-402-1 → 2-2Matteo Arnaldi 15-0 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-402-0 → 2-1Alexandre Muller 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-401-0 → 2-0Matteo Arnaldi 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2Alexandre Muller 0-15 0-30 0-40 15-401-5 → 1-6Matteo Arnaldi 15-0 30-0 40-0 40-151-4 → 1-5Alexandre Muller 0-15 15-15 15-30 30-30 30-401-3 → 1-4Matteo Arnaldi 15-0 30-0 40-0 40-151-2 → 1-3Alexandre Muller 0-15 0-30 15-30 15-40 30-401-1 → 1-2Matteo Arnaldi 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 A-401-0 → 1-1Alexandre Muller 0-15 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Matteo Arnaldi 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-404-5 → 4-6Alexandre Muller 15-0 30-0 40-0 40-153-5 → 4-5Matteo Arnaldi 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-403-4 → 3-5Alexandre Muller 0-15 0-30 0-403-3 → 3-4Matteo Arnaldi 0-15 0-30 0-40 15-402-3 → 3-3Alexandre Muller 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A A-40 40-40 40-A 40-40 40-A2-2 → 2-3Matteo Arnaldi 15-0 15-15 30-15 40-152-1 → 2-2Alexandre Muller 15-0 30-0 40-0 40-151-1 → 2-1Matteo Arnaldi 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A0-1 → 1-1Alexandre Muller 15-0 15-15 30-15 30-30 30-400-0 → 0-1

    Statistiche
    🇫🇷 Alexandre Muller
    🇮🇹 Matteo Arnaldi

    Ace
    3
    11

    Doppi falli
    2
    3

    Percentuale prime di servizio
    60% (52/87)
    55% (65/119)

    Punti vinti con la prima
    44% (23/52)
    69% (45/65)

    Punti vinti con la seconda
    46% (16/35)
    43% (23/54)

    Velocità massima servizio
    203 km/h
    204 km/h

    Velocità media prima di servizio
    186 km/h
    183 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    139 km/h
    148 km/h

    Punti vinti in risposta
    43% (51/119)
    55% (48/87)

    Punti vinti in risposta sulla prima
    31% (20/65)
    56% (29/52)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    57% (31/54)
    54% (19/35)

    Palle break giocate
    18% (21/119)
    21% (18/87)

    Palle break convertite
    14% (3/21)
    44% (8/18)

    Giochi con palle break
    54% (7/13)
    77% (10/13)

    Punti totali vinti
    90
    116

    Vincenti
    22
    47

    Errori forzati
    32
    30

    Errori non forzati
    37
    38

    Punti vinti a rete
    67% (24/36)
    76% (13/17)

    Giochi vinti a zero
    0
    1 LEGGI TUTTO

  • in

    Roland Garros: Sinner ok, troppo consistente per Gasquet

    Jannik Sinner (foto Patrick Boren)

    Troppo Sinner per un Gasquet ancora elegante ma ormai sul viale del tramonto per tenuta ed efficacia. In prime time serale sotto il tetto del Chatrier, il francese gioca un tennis volenteroso, soprattutto nella prima parte dell’incontro, ma non può resistere alla strapotenza fisica e tecnica Jannik Sinner, che vince il match di secondo turno a Roland Garros per 6-4 6-2 6-4, qualificandosi per il terzo turno dello Slam “rosso”. Jannik c’ha messo qualche game per ingranare, un po’ incerto nel trovare la verticalizzazione lungo linea di rovescio e con qualche errore in scambio. Dopo una ventina di minuti per prendere le misure e capire le condizioni umide e pesanti del campo, Sinner ha cambiato marcia prima al servizio e poi in risposta: ha aumentato la profondità dei suoi colpi e intensità nella spinta, imponendo un ritmo continuo ed asfissiante che ha demolito “ai fianchi” un Gasquet via via meno reattivo e stabile sulle gambe. Un break nel settimo game ha dato il via a Jannik, si è preso il centro del campo e ha comandato il gioco in sicurezza, sfruttando spesso anche la palla corta per spezzare ulteriormente il fiato e la corsa del rivale dopo averlo sballottato tre o quattro volte nei lati del campo.
    Gasquet è uno che ama costruire il gioco, e nemmeno anticipando… buon per Sinner che così ha avuto il tempo per imporre la sua maggior potenza e consistenza generale, con alcuni cambi di ritmo micidiali. Gasquet forse doveva provare a scambiare di meno ed attaccare di più, rischiare maggiormente col rovescio lungo linea invece di costruire tanto senza riuscire a finalizzare. Ma reggere il ritmo angolato e profondo dell’italiano è roba tosta, figuriamoci per un quasi 38enne…Una buona prestazione complessiva per Sinner sia per qualità che per quantità, con alcune zampate difensive che hanno ammutolito il caldo pubblico di casa. Si conferma in discreta forma fisica e sostenuto anche da un servizio efficace (ha chiuso con 76% di prime palle in campo, vincendo 79% di punti). Al prossimo turno per l’azzurro ci sarà la sfida con Pavel Kotov.
    “Ringrazio il pubblico, Gasquet è stato sostenuto in modo molto onesto. È un grande giocatore, è bello vederlo ancora qua” afferma Jannik a caldo in campo. “Ho cercato di migliorare il mio gioco nel giorno di riposo”. È la vittoria n.30 in stagione, con sole due sconfitte, e la n.50 da US Open, con 4 sconfitte. Numeri da Numero uno.

    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Jannik inizia il match in risposta e affronta una partita completamente diversa dal primo turno: contro Gasquet si scambia molto, c’è tempo per prendere ritmo e lavorare la palla. Il francese dopo solo 4 punti gronda di sudore, il palleggio è intenso, ma non ha smarrito la brillantezza dei suoi colpi nonostante sia vicino alle 38 primavere. Jannik nel secondo game (e suo primo turno di battuta) prova subito la smorzata, vincente, del resto Gasquet risponde “dai teloni”. Qualche errore di Sinner nel cercare il lungo linea in avvio, mentre l’accelerazione cross a tutta è potente. 1 pari. Nel terzo game arriva il primo gran punto, un passantino stretto di diritto di Sinner clamoroso per controllo in allungo. Sul 2-1 Jannik si ritrova sotto 0-30, rimedia col servizio (anche il primo Ace) e poi un attacco ottimo con volée bassa da manuale (2-2). Nel quinto game Sinner cambia marcia, la sua palla è più netta e rapida, e in risposta sul 3 pari si ritrova avanti 0-30. Il francese trova uno dei suoi rovesci meravigliosi, ma la risposta di Jannik sul 15-30 è profondissima, si apre il campo e chiude col diritto. 15-40 e prime palle break. Il BREAK arriva subito, doppio fallo di Richard. 4-3 e servizio Sinner. È impreciso col rovescio Jannik, un paio di palle gli volano via e concede una palla del contro break. L’annulla attaccando col diritto, poi due ottime “smorze”. 5-3 Sinner. Soffre la palla corta Gasquet, parte da dietro e dopo aver rincorso due o tre palle è in affanno. La fatica dopo 45 minuti inizia a farsi sentire sulle gambe del francese. Con un diritto nell’angolo Jannik strappa due set point sul 15-40. Si salva Richard rischiando il tutto per tutto, ma niente può in risposta, Sinner chiude 6-4 con un turno di battuta sicuro. Incredibile nel primo punto del game: con la palla in gioco scatta un raccattapalle! Granitico Jannik, non se ne cura. 77% di punti vinti con la prima di servizio e un crescendo a metà set che Richard non è riuscito a gestire.
    Gasquet spinge più che può all’avvio del secondo set, ma Jannik trova subito un vincente deluse, un tocco a rimettere una volée fantastico, dimostrazione di forza e sicurezza micidiale. Gasquet si disunisce, sbaglia malamente un diritto con poche gambe e concede una palla break Se lo prende Sinner sfondando la resistenza del rivale dalla risposta e costruendo un pressing ingestibile. BREAK Sinner, 1-0 e servizio. La sensazione è che Richard faccia troppa fatica a costruire e prendersi il punto, mentre Jannik non sembra nemmeno al 70% del suo potenziale di spinta e quando cambia marcia l’altro non gli sta dietro. Adesso anche il rovescio lungo linea, falloso all’avvio, sostiene Sinner e questo taglia letteralmente le gambe e Richard, in grande affanno. Con un parziale di 7 punti di fila, lo score è 2-0 Sinner, può fare corsa di testa, con il pubblico del Chatrier ammutolito. Sinner sottopone il rivale a una sorta di supplizio chiamandolo spesso a rete con la palla corta dopo diverse rincorse, il lavoro ai fianchi dell’azzurro è pesante, ormai Richard non riesce quasi mai a comandare nello scambio. 3-1 Sinner. Pure dalla difesa Jannik si prende il punto, clamoroso il rovescio nel primo punto del quinto game… scuote la testa Gasquet, sembra non crederci più sulla bordata di rovescio che porta Sinner 0-40. Niente, prova la smorzata il nativo di Beziers, ma non va, altro BREAK e 4-1 Sinner, in totale controllo del gioco e del match. Il pusterese chiude il secondo parziale per 6-2 senza problemi. Controllo totale del match, enorme il gap fisico tra i due.
    Sinner vuole chiuderla subito: in risposta nel primo game del terzo set alza il muro, Richard va letteralmente a sbattere, rincorre con la forza della disperazione ma non riesce a chiudere il punto e sulla palla break sbaglia un diritto che gli costa un BREAK immediato, 1-0 e in un amen 2-0 Sinner, dominante in ogni situazione di gioco e posizione di campo. Sul 2-1 Jannik cala l’attenzione, concede la prima palla break del match e completa il piccolo passaggio a vuoto con un rovescio malamente in rete, gli costa il contro break e 2 pari. Poco male, Sinner ritorna a martellare immediatamente in risposta, di prepotenza si prende due chance per un nuovo allungo sul 15-40, stralunata la faccia di Richard sull’attacco dell’azzurro. Il BREAK arriva con un’altra magia, un diritto cross vincente strettissimo, la zampata del campione, per il 3-2. Gasquet trova qualche rovescio d’autore, pennellate di classe tanto belle quanto inutili a invertire l’inerzia del match. Troppo solido Jannik, sempre più centrato e sciolto con l’avanzare dell’incontro. Chiude per 6 giochi a 4 al secondo match point. Al prossimo turno Kotov o Wawrinka, Jannik sarà ancora favorito. La sua corsa a Parigi, continua.

    Richard Gasquet vs Jannik Sinner GS Roland Garros Richard Gasquet424 Jannik Sinner [2]666 Vincitore: Jannik Sinner ServizioSvolgimentoSet 3Jannik Sinner 15-0 30-0 30-15 40-15 40-304-5 → 4-6Richard Gasquet 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-403-5 → 4-5Jannik Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-303-4 → 3-5Richard Gasquet 0-15 15-15 30-15 40-152-4 → 3-4Jannik Sinner 15-0 30-0 40-02-3 → 2-4Richard Gasquet 15-0 15-15 15-30 15-402-2 → 2-3Jannik Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 30-401-2 → 2-2Richard Gasquet 15-0 30-0 40-0 40-150-2 → 1-2Jannik Sinner 15-0 30-0 40-0 40-150-1 → 0-2Richard Gasquet 15-0 15-15 15-30 15-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Jannik Sinner 15-0 30-0 40-02-5 → 2-6Richard Gasquet 15-0 30-0 40-0 40-151-5 → 2-5Jannik Sinner 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-4 → 1-5Richard Gasquet 0-15 0-30 0-401-3 → 1-4Jannik Sinner 15-0 30-0 30-15 40-151-2 → 1-3Richard Gasquet 0-15 0-30 15-30 40-300-2 → 1-2Jannik Sinner 15-0 30-0 40-00-1 → 0-2Richard Gasquet 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Jannik Sinner 15-0 30-0 40-0 40-154-5 → 4-6Richard Gasquet 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-403-5 → 4-5Jannik Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-403-4 → 3-5Richard Gasquet 0-15 0-30 15-30 15-403-3 → 3-4Jannik Sinner 0-15 15-15 30-15 40-153-2 → 3-3Richard Gasquet 15-0 15-15 30-15 30-30 40-302-2 → 3-2Jannik Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 40-302-1 → 2-2Richard Gasquet 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-401-1 → 2-1Jannik Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 40-301-0 → 1-1Richard Gasquet15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-0 → 1-0

    Statistiche
    🇫🇷 Richard Gasquet
    🇮🇹 Jannik Sinner

    Ace
    0
    8

    Doppi falli
    4
    3

    Percentuale prime di servizio
    49% (45/92)
    76% (58/76)

    Punti vinti con la prima
    62% (28/45)
    79% (46/58)

    Punti vinti con la seconda
    45% (21/47)
    50% (9/18)

    Velocità massima servizio
    209 km/h
    210 km/h

    Velocità media prima di servizio
    187 km/h
    189 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    155 km/h
    155 km/h

    Punti vinti in risposta
    28% (21/76)
    47% (43/92)

    Punti vinti in risposta sulla prima
    21% (12/58)
    38% (17/45)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    50% (9/18)
    55% (26/47)

    Palle break giocate
    3% (2/76)
    8% (7/92)

    Palle break convertite
    50% (1/2)
    71% (5/7)

    Giochi con palle break
    14% (2/14)
    43% (6/14)

    Punti totali vinti
    70
    98

    Vincenti
    18
    38

    Errori forzati
    40
    24

    Errori non forzati
    20
    28

    Punti vinti a rete
    44% (7/16)
    94% (16/17)

    Giochi vinti a zero
    0
    4

    Colpi da fondo
    308
    322

    Smash
    1
    1

    Passanti
    8
    8

    Volée
    6
    8

    Approcci a rete
    1
    1

    Palle corte
    4
    9

    Lob
    0
    1 LEGGI TUTTO

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    Djokovic preoccupato dopo la sconfitta a Ginevra: “Non ho giocato per niente bene quest’anno, non sono tra i favoriti a Parigi”

    Novak Djokovic (foto Getty Images)

    La brutta sconfitta patita da Djokovic contro il ceco Machac a Ginevra ha avuto un’eco importante nel mondo del tennis. Il n.1 quest’anno stenta a trovare condizione, ha giocato poco e spesso piuttosto male. Critica anche la sua situazione dal punto di vista fisico, come dimostra l’altalena davvero preoccupante sofferta oggi sul rosso in Svizzera, a una manciata di giorni dall’esordio a Parigi, torneo nel quale è campione in carica.
    Novak dopo la sconfitta non ha cercato scuse e ammette la propria preoccupazione: “Certo che sono preoccupato”, commenta il serbo al canale RFJ. “Quest’anno non ho giocato per niente bene, a parte qualche partita qua e là. Le cose stanno come stanno. Non mi vedo affatto favorito a Parigi. Cercherò di affrontare il torneo partita per partita. Non ho avuto una bella serata, oggi è stata dura. Mi sono sentito malissimo nella prima metà della partita. Non voglio togliere i meriti a Tomas, che ha giocato bene e si è preso giustamente la vittoria, ma non so cosa pensare a questa partita”.
    Eppure il secondo set aveva illuso tutti addirittura un 6-0, quindi la sconfitta con il crollo finale. Bene Machac, ma a tratti Novak è scomparso dal campo. Gli era capitato solo un’altra volta in carriera di vincere un set con un “cappotto” e quindi perdere la partita, esattamente nel 2012 contro Sam Querrey a Parigi-Bercy: “Anche io non so come ho vinto il secondo set. I risultati sono stati buoni… Mi aspettavo di giocare più di una partita quando sono arrivato qui, e ne ho giocate tre. Ma vorrei sentirmi meglio. Non è piacevole soffrire così in campo. È difficile concentrarsi sul tennis quando hai altre cose in mente. Spero solo di essere pronto e in salute per il Roland Garros”.
    Novak parla di “risultati buoni” per aver giocato tre partite, ma anche di aver altre cose in mente, senza specificare. Crollo fisico, poca tranquillità e focus. Roland Garros scatta tra due giorni (probabilmente Djokovic esordirà martedì) ma la sua condizione sembra lontanissima da quella che gli può consentire di essere un fattore nel torneo. Ce la farà a recuperare?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il record di Zverev nei Masters 1000, importante ma…

    Alexander Zverev (foto Getty Images)

    Alexander Zverev a Roma 2024 ha ritrovato il successo in uno dei tornei maggiori dopo il gravissimo infortunio patito a Roland Garros 2022, la rottura di ben sette tendini della caviglia. C’ha messo mesi a rientrare e buona parte del 2023 a ritrovare un’ottima forma. Sul rosso del Foro Italico  quest’anno il tedesco è stato il più forte, alzando il 22esimo trofeo in carriera e secondo agli Internazionali dopo quello vinto nel 2017 a soli 20 anni.
    Per Zverev il titolo romano è il sesto Masters 1000 in carriera (da quando esiste la categoria, 1990). Questo successo gli vale un primato eccellente ma… non totalmente invidiabile. Infatti Sasha diventa il tennista aver vinto più tornei Masters 1000 senza aver ancora vinto uno Slam. In questa speciale classifica con 6 M1000 supera Marcelo Rios (5), Andrei Medvedev (4), Thomas Enqvist, Stefanos Tsitsipas e Nikolay Davydenko a quota 3.

    📊 Les joueurs qui ont remporté le plus de titres en Masters 1000 sans avoir remporté de Grand Chelem :🇩🇪 Alexander Zverev – 6 titres ⬆️🇨🇱 Marcelo Rios – 5 titres🇺🇦 Andrei Medvedev – 4 titres🇸🇪 Thomas Enqvist – 3 titres🇷🇺 Nikolay Davydenko – 3 titres🇬🇷 Stefanos Tsitsipas -… https://t.co/Vb7WGVRudB
    — Jeu, Set et Maths (@JeuSetMaths) May 19, 2024

    Questa la lista dei Masters 1000 vinti dal tedesco in carriera:
    Roma (2017)
    Open del Canada (2017)
    Madrid (2018)
    Madrid (2021)
    Cincinnati (2021)
    Roma (2024)
    A questi trofei vanno aggiunte anche due edizioni delle ATP Finals, 2018 (Londra) e 2021 (Torino). Tuttavia manca ancora lo Slam. Una sola finale disputata da Zverev, US Open 2020, rimontato clamorosamente da Thiem dopo esser stato avanti due set a zero. Per uno Zverev recuperato fisicamente, sarà il 2024 l’anno buono per alzare il primo Major e… togliersi da questa lista di prestigio ma un po’ scomoda?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO