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    Il n.1 è tornato

    Novak Djokovic

    “Wow…this is good tennis”. Parole e musica di Chris Evert, scritte nel corso del quarto di finale serale agli Internazionali BNL d’Italia 2022 tra Auger-Aliassime e Djokovic. Bel tennis, sì, soprattutto per merito di Felix che è riuscito giocare ad un livello molto alto e ha costretto Djokovic a dare del suo meglio per sconfiggerlo. La partita è stata intensa, ricca di scambi davvero duri, anche spettacolari. Il giovane canadese da quando ha intrapreso una nuova strada con l’ausilio di Toni Nadal ha spiccato il volo. Ha preso consapevolezza dei propri mezzi, ha rafforzato moltissimo il rendimento della prima di servizio. Soprattutto ha razionalizzato il suo gioco, spogliandolo di fasi inutili che lo appesantivano, andando all’essenziale. Impressionante come ora riesca ad essere incisivo (a tratti letale) col primo colpo dopo un ottimo servizio. Bravissimo.Ma alla fine, com’è come non è, la grande W te la ritrovi a fianco di Novak. Ora possiamo ufficialmente dirlo: Novak è tornato. C’ha messo un po’, era scontato che fosse così. Anche se sei una sorta di extraterrestre con racchetta, un’assenza così prolungata dalla competizione finisci per pagarla. Ha sofferto “Nole”, ha perso. Ma ha ritrovato pian piano quella intensità e sensazioni che gli mancavano.
    Non si può dire a che punto sia, quanto Djokovic sia lontano dal suo massimo, ma certamente è tornato a giocare quel tennis terribilmente completo ed intenso che stronca gli avversari. In diverse fasi del quarto di finale di ieri sera ha ripreso il controllo totale del campo, del gioco, del ritmo. Ha portato FAA a giocare alle sue velocità di crociera, con quella intensità e profondità che ci costringono a rincorrere, aprire una fetta di campo, sbagliare perché non ce la fai più o perché vuoi disperatamente uscire da quella morsa. Il tiebreak che ha deciso la partita è stata una sinfonia di tennis granitico. Brutale. Chissà cosa deve essere passato per la testa a Felix, bravissimo a rimontare e forzare il rivale al “decider”. Dai, ora servo bene e ce la posso fare… Invece ha trovato dall’altra parte delle rete un muro. In questo sport il muro tende a vincere…
    È salito di fiducia Novak, di sensazioni, ma anche di fisico. Era evidentemente indietro nelle scorse settimane. L’aveva dichiarato senza mezzi termini dopo il crollo verticale partito contro Rublev. “Qualcosa non mi corpo non va”. È riuscito a rimettersi a posto, ad allenarsi con la massima intensità, riportando il suo corpo ad un livello davvero alto. Ieri sera Felix tirava tutt’altro che piano, è stato molto bravo a spingere diagonale per poi strappare all’improvviso col lungo linea. Ha fatto alcuni gran bei punti, ma nella maggior parte degli scambi Djokovic c’è arrivato, si è difeso con ordine, testa e qualità.
    Non è ancora il miglior Djokovic, ma è tornato. Oggi contro Ruud avrà un’altra battaglia, più fisica che tecnica. A questo punto è lui il vero favorito per vincere il suo sesto titolo a Roma. Parigi si avvicina. Tutti parlano (giustamente) di Alcaraz. Ma attenzione… chi vorrà alzare la coppa dei Moschettieri dovrà fare i conti con il campione in carica.
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    Sinner ritrova Tsitsipas e affronta se stesso

    Jannik Sinner, prima volta ai quarti a Roma

    Non tutte le partite sono uguali. Ci sono degli incontri che rievocano ricordi, momenti di passaggio. Rotture. Quando ti ritrovi di fronte lo stesso avversario, qualcosa dentro si scatena e può darti una forza incredibile come far salire la tensione alle stelle e bloccarti. Qua sta la forza del giocatore nell’affrontare la situazione, prenderla di petto e superarla. Sboccia un fiore in quel momento: è la crescita. Tutto questo potrebbe accadere oggi a Jannik Sinner, opposto nei quarti di finale degli IBI22 (sua prima volta) a Stefanos Tsitsipas.
    Lo scorso gennaio in Australia, Jannik si trovò al di là della rete uno Stefanos indiavolato. Nella notte italiana arrivarono immagini sconfortanti, il “dio greco” dominò il campo e la partita. Servì in modo impeccabile, super aggressivo al primo colpo dopo la battuta col diritto a prendersi l’angolo e via avanti in campo a chiudere. Una velocità nei tempi di gioco per lui non usuale che stritolò il game plan di Sinner. Jannik voleva sfidare il forte rivale portando sul ritmo, sulla progressione soprattutto sul lato sinistro, dove il rovescio di Stef è bellissimo dal punto di vista estetico ma non così incisivo perché colpito con poco anticipo. Voleva spingerlo a giocare molte palle, tanti scambi, e stritolarlo palla dopo palla. Purtroppo la velocità di esecuzione e aggressività di Tsitsipas furono superiori e l’azzurro non riuscì non solo a girare la partita, ma nemmeno ad entrarci. Dominato.
    Quella secca sconfitta lasciò strascichi infausti, scorie pesanti come macigni. Sinner si sentì probabilmente impotente. Quel che era stato preparato nel pre-partita non funzionò; non trovò la contromossa per girare la partita. Quella sconfitta fu probabilmente la goccia che fece traboccare il vaso, andando a guastare definitivamente il rapporto tecnico con Riccardo Piatti. Da lì a poco, arrivò la clamorosa rottura, la svolta con Vagnozzi, tanti dubbi e nuove prospettive.
    È una nostra intuizione che sia stata proprio quella sconfitta netta a provocare il cambio di rotta, la dolorosa separazione, ma è ben fondata da più fonti. Problemi e dubbi che già aleggiavano nella testa di Jannik divennero più chiari e lo spinsero all’addio.
    Da allora sono passati alcuni mesi, vissuti tra il Covid, il recupero, un nuovo corso da costruire. Serve pazienza e lavoro per vedere i risultati con Vagnozzi. È evidente che Sinner stia provando cose diverse, ne abbiamo parlato ieri. Un gioco più offensivo, qualche variazione, un tennis meno ancorato sulla progressione, più libero se vogliamo. “Se potessi scegliere chi essere per un giorno in campo, sarebbe Federer”. Beh, grazie… a chi non piacerebbe quella manina, la sua velocità di intuizione e creazione di gioco, per dar libero sfogo a creatività ed emozioni. Emozionarsi giocando per emozionare gli altri. Jannik crescendo sta iniziando ad esternare sempre più pensieri e sensazioni, forse anche per questo ha voluto svincolarsi da un piano tennistico efficace ma piuttosto rigido per trovare, anche in campo, se stesso.
    Oggi troverà di fronte un tennista in grande forma, che sul “rosso” gioca benissimo e che gli provocherà una tempesta di emozioni, e ricordi. Vedremo come giocherà la partita. La sensazione è che sarà una partita totalmente diversa da quella di gennaio. Non so se vincerà o meno, ma di sicuro proverà a sfidare Stefanos su altri piani, forse per dimostrare a se stesso di aver fatto la scelta giusta nel cambiare rotta, indipendentemente dalla vittoria o sconfitta oggi. Buona partita a tutti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Quando pensi di aver visto tutto, e …arriva Alcaraz

    Carlos Alcaraz

    Brutale. Alcaraz domina Zverev in finale al Masters 1000 di Madrid, dando una dimostrazione di forza e superiorità incredibile. Quasi “inquietante” per i suoi avversari. In questo momento Carlitos, classe 2003 da Murcia, è il più forte tennista del mondo. Affermazione forte, ma Alcaraz è ancor più forte delle parole, che a fiumi da stasera invaderanno di nuovo il web e carta tennistica. Alcaraz ha domato Nadal, Djokovic e Zverev nel torneo, vittorie una diversa dall’altra ma accomunate da un aspetto tecnico che misura la qualità e livello pazzesco raggiunto dallo spagnolo in questo momento: il gioco l’ha sempre fatto lui. È stato Carlos a prendere rischi, a costringere gli avversari a contro mosse, spesso al limite, per restargli vicino. Si è avuta netta la sensazione che nemmeno i grandissimi avversari sapessero davvero come superarlo, come metterlo in grave difficoltà.
    Alcaraz mi aveva impressionato lo scorso anno a Milano alle NextGen, perché in quel contesto “soft” aveva provato in campo ed allenamento molte cose nuove. Oltre alle rincorse difensive spettacolari, alle pallate a tutta, alla velocità in campo, provava tempi di gioco allucinanti, quasi azzerati. Anticipo totale, arrivo sulla palla con il timing perfetto per sparare colpi potenti, con grande rischio. Diritto, rovescio, direttrice, non importa come e dove, quasi tutto gli riusciva, sia accelerando al massimo che lavorando la palla a grande velocità. In un millisecondo la sua testa processava posizione in campo, distanza dalla palla, righe dall’altra parte del campo abbinate alla posizione del rivale, trovando la soluzione migliore per incidere. Per prendersi il punto. Tempo di attesa: nessuno. Palle interlocutorie: non previste. Una macchina infernale.
    Alla fine del torneo meneghino, si pensava che se fosse riuscito a tenere quei ritmi di allenamento anche contro i migliori, sarebbe stato complicato anche per loro resistere. Ancora alla risposta la palla volava un po’ via, col servizio non trovava la misura. Lo guardava allenarsi ridendo sotto i baffi JC Ferrero, dicendo a bassa voce “non sappiamo nemmeno noi quali siano i suoi limiti”. Beh, un vecchio adagio dice che i record sono fatti per essere battuti, e l’unico limite è il cielo. In questo periodo Carlos ha toccato il cielo con un dito, sta iniziando a prendersi i primi record, i primi grandi successi. Ma la sensazione netta è che sia giù ben avviato a prendersi tutto.
    Alcaraz impara con una velocità folle, supera i problemi del suo gioco migliorando partita dopo partita. Quei momenti di furia agonistica dove sparacchiava sono quasi scomparsi. Al servizio è sempre più continuo, e la risposta può toglierti la racchetta di mano o spazzolare le riga, tanto veloce da travolgere le scarpe dell’avversario che è appena atterrato dopo il servizio. Come lo batti uno così? Molto, molto difficile… Servire come un treno, “a la Sampras” doc, della serie non fargliela toccare o quasi, variando così tanto da non fargli prendere lo scambio. Non è un caso che il nostro ottimo Matteo Berrettini ce l’abbia fatta in Australia. Sgonfiare la palla come è riuscito in parte Djokovic in semifinale, e poi strappare all’improvviso… ma lui può anticipare e rendere tutto inutile. Oppure provare a farlo giocare solo dritto per dritto, perché se lo porti a giocare negli angoli ti disintegra, perché quando sbraccia la palla subito dopo la rete si abbassa e diventa imprendibile. Berrettini riuscì anche a sfondarlo col diritto a Melbourne, ma da allora Alcaraz è ancora cresciuto. Sarà molto, molto intrigante vederlo anche sui prati, perché con quella razza di anticipo e gioco di piedi, beh, questo potrebbe essere da corsa fin da subito pure lì. Le aperture non sono cortissime, ma compensa con una velocità e reattività psicomotoria incredibile.
    La bellezza del tennis è che riesce sempre a sorprenderti, anche quando pensavi di aver visto già tutto. Carlitos Alcaraz sta alzando di nuovo l’asticella della competizione. Il suo avvento rischia di diventare una di quelle fratture storiche, un momento in cui tutto svolta e non è più lo stesso.
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    Medvedev giocherà a Ginevra

    Daniil Medvedev

    Buone notizie per Daniil Medvedev. Il n.2 del ranking mondiale, fermo da alcune settimane per problemi a un’ernia, scenderà in campo al prossimo torneo di Ginevra, al via la settimana precedente al Roland Garros. L’ha annunciato il torneo svizzero, che assegna la prima wild card proprio al russo.

    |Will play at the Gonet Geneva Open 2022
    Find our complete press release here ➡️ https://t.co/B3uXY07Y9T #wildcard #gonetgenevaopen #atpgva #atp #medvedev #daniilmedvedev #tennis #atptour #geneva #geneve #suisse #switzerland pic.twitter.com/vVNkoDgOEv
    — Gonet Geneva Open (@genevaopen) May 6, 2022

    Al Parc des Eaux-Vives saranno presenti anche Ruud, Shapovalov e Thiem, un draw niente male per un torneo a ridosso di uno Slam.
    A questo punto, sembra scontata la presenza di Medvedev a Roland Garros. Visto che sarà costretto a rinunciare a Wimbledon per la dura decisione di Londra sugli atleti russi, Daniil cercherà di rifarsi sul rosso parigino, dove finora non è mai andato oltre quarti di finale (sconfitto da Tsitsipas lo scorso anno), miglior prestazione dopo 4 uscite consecutive al primo turno.
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    IBI22: S.o.S. azzurri?

    Il pubblico tornerà a gremire il Foro Italico

    Un cielo plumbeo carico di pioggia aleggia minaccioso su Roma, con molti dei protagonisti dei prossimi IBI22 già presenti al Foro Italico, intenti a saggiare in campi in terra e le palle del torneo. È previsto tempo brutto fino a lunedì, ma gli appassionati italici oltre ai capricci del meteo temono per lo stato di forma dei nostri azzurri, che arrivano al massimo appuntamento in Italia in condizioni a dir poco incerte.
    Berrettini out, sta continuando il recupero dopo l’operazione alla mano. Musetti ieri si è ritirato all’avvio del secondo set contro Zverev, mettendo in dubbio la sua partecipazione agli Internazionali BNL d’Italia per problemi muscolari. Oggi svolgerà esami, speriamo riesca a prendere parte al torneo, ma anche in caso di esito positivo non arriverà a Roma in buone condizioni. Un vero peccato, perché Lorenzo quando si esalta riesce ad andare oltre l’ostacolo, oltre i suoi limiti e problemi, giocando quasi in trance sulla bellezza del suo talento e colpi d’autore. Facile immaginarlo nella “bolgia” del Pietrangeli, finalmente di nuovo pieno, affrontare di petto qualsiasi avversario, come accadde anche a Monte Carlo contro Felix, in quello che resta probabilmente il suo miglior match in stagione.
    Jannik Sinner è uscito malamente agli ottavi a Madrid, travolto da un Auger-Aliassime in grande spolvero, ma tutto il suo torneo in Spagna è stato incerto come condizione tennistica. Sinner ha toccato alcuni momenti di buon gioco, ma non riuscito a dare continuità, smarrendo il filo, venendo rimontato, costretto a sgomitare e rischiando l’eliminazione a più riprese. Tutti abbiamo ancora negli occhi il crescendo spettacolare a Monte Carlo, con quella prestazione eccellente contro Zverev, ma nell’ultimo periodo il tennis di Jannik è contraddistinto da alti e bassi continui. C’era da aspettarselo visto il momento di passaggio che sta vivendo, i nuovi metodi di allenamento, la ricerca di inserire nel suo gioco qualcosa di diverso. Serve pazienza, sangue freddo, non c’è altra via al giocare, prendersi rischi, e purtroppo anche perdere. Solo la partita può dargli i feedback necessari a crescere, a raggiungere gli obiettivi che si è prefisso col nuovo progetto tecnico.
    Lorenzo Sonego l’anno scorso è stato l’uomo del torneo. Il torneo della vita finora, con quella semifinale splendida contro Djokovic, la vittoria su Rublev, quasi stordito dall’aggressività garibaldina e sfrontata del piemontese.Purtroppo anche “Sonny” arriva a Roma in tono minore, con alle spalle settimane a dir poco incerte. Fisicamente anche lui non pare al top, ma è soprattutto la fiducia a mancargli. Dalla brutta sconfitta in Davis a Bratislava, qualcosa dentro si è come rotto. È un vero peccato, perché Sonego difende un’enormità di punti, fardello che aggrava la sua confidenza carente. Col suo tennis necessita invece di fiducia totale, perché solo prendendosi rischi enormi, essendo lucido ed offensivo in campo e rincorrendo ogni palla come se fosse l’ultima della sua vita può riuscire a ripetere le prestazioni sontuose dell’anno scorso. Serviva un avvicinamento diverso.
    Fognini a Belgrado ha dato segnali interessanti di ripresa, dopo la buona semifinale a Rio ma anche qualche sconfitta di troppo in stagione. Fabio non ha bisogno di presentazioni, se imbrocca la giornata sul rosso può far secco chiunque con il suo talento e creatività. Però a Roma la sua storia è più ricca di delusioni che di soddisfazioni, con il solo vero acuto del 2018, quando se la giocò nei quarti con Nadal. Speriamo che possa giocare sereno, con un sorteggio “onesto” (è scivolato al n.51 del ranking). Per le Wild Card azzurre Cobolli, Arnaldi e Passaro sarà una grande esperienza, comunque vada, non ha senso riporre aspettative, solo godersi loro il momento, e per il pubblico l’occasione di conoscerli.
    Gli Internazionali BNL d’Italia 2022 sono attesissimi. Dopo due anni di pandemia, finalmente potremo tornare a respirare aria di grande tennis, con il caldo pubblico del Foro e i colori della primavera romana. Speravamo di avvicinarci al torneo con i nostri in condizioni migliori e la presenza del nostro leader Berrettini, che proprio in casa sua poteva far esplodere la potenza dei suoi colpi esaltando il Centrale. Il torneo ci regalerà sicuramente grandi partite ed emozioni, speriamo che qualche racchetta azzurra riesca far strada nel torneo, divertire e, perché no, sorprendere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Madrid: Musetti si ritira dopo aver perso il primo set contro un ottimo Zverev

    Lorenzo Musetti

    Lorenzo Musetti getta la spugna, sotto 3-6 0-1 contro Alexander Zverev negli ottavi del Masters 1000 di Madrid. L’azzurro aveva iniziato piuttosto bene la partita, servendo discretamente, variando molto la velocità, parabola ed effetto dei colpi. Zverev era scattato altrettanto sicuro dai blocchi, eccellente al servizio e spingendo con potenza da fondo campo. Massimo equilibrio fino al 3 pari, con un buon tennis da parte di entrambi. Nel settimo game, una palla corta mal gestita da Lorenzo e un paio di grandi colpi di Zverev valevano al tedesco il break che spaccava il set. Da lì, cinque game di fila per Zverev, praticamente ingiocabile al servizio e molto preciso nella spinta. “Too good” letteralmente. Musetti era sembrato in difficoltà nel contenere la potenza dell’avversario (notevolissima) negli ultimi due game, ma non pareva in difficoltà fisica evidente. Alla fine del set si era fatto massaggiare le cosce, forse un affaticamento muscolare per un torneo per lui piuttosto duro viste anche le qualificazioni. Torna in campo in risposta, ma si ritira dopo aver perso quattro punti nel secondo set. Un vero peccato per Lorenzo, speriamo non sia niente di grave visto che tra pochi giorni scatteranno gli IBI22.
    Non c’è molto altro da commentare purtroppo, se non il fatto che uno Zverev di altissimo livello stava producendo un tennis così potente, aggressivo e profondo che Musetti era in difficoltà nel trovare una contromossa. Aveva iniziato ad “accettare” la velocità del rivale, forse impossibilitato nel tagliare, variare, anche se quella era l’unica via per uscire dalla morsa di Sasha, complicando le traiettorie per non consentirgli di spingere a tutta. Sarebbe stato interessante vedere anche il secondo set, per capire le contro mosse dell’azzurro e testare la sua capacità di reazione contro un avversario in grande spolvero. A questo punto, speriamo che Lorenzo si sia ritirato solo per “precauzione”, avvertendo più un fastidio che un vero infortunio, visto che domenica scattano gli Internazionali BNL d’Italia e lui è uno dei giocatori più attesi dal pubblico, che finalmente tornerà ad invadere con tanta passione il Foro Italico.
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita
    Musetti inizia la sfida di ottavi contro Zverev alla battuta. C’è un sole fastidioso che lascia in ombra la maggior parte del campo, con una striscia in pieno sole. Buon avvio per l’azzurro, il diritto è profondo, il rovescio preciso con molti tagli in back per spezzare il ritmo al rivale. Con un errore di diritto, Sasha cede il punto per l’1-0 Musetti. Tutt’altro piglio per Zverev rispetto alla pessima prestazione di Monaco della scorsa settimana, il suo servizio è potente, spinge forte col diritto. Nonostante un errore in smash da dietro, chiude con un rovescio al volo da tre quarti campo. 1 pari. Il set avanza spedito sui turni di battuta. Bene Lorenzo con le sue variazioni, la smorzata funziona (anche appena uscito dal servizio), riesce ad arginare la spinta del tedesco alzando la parabola e poi giocando palle basse. Zverev serve molto bene (due Ace nel sesto game), approfitta anche di una posizione molto (troppo) arretrata di Musetti in risposta, con il campo totalmente aperto. La prima scossa del match arriva nel “fatidico” settimo game. Serve Lorenzo, inizia male con una palla corta che non passa la rete. Ritrova buon ritmo spingendo col diritto, ma sul 30 pari Zverev trova un affondo molto preciso col diritto, la difesa di Musetti non passa la rete. 30-40, prima palla break del match. Lorenzo si difende al meglio sulle accelerazioni ficcanti del tedesco in lungo linea, ma cerca un rovescio lungo linea (forse senza fiato per le rincorse difensive) che impatta troppo in pancia, con la palla che sfila larga. BREAK Zverev, avanti 4-3 e servizio. Proprio con la prima palla Sasha scava un solco dal toscano, altri due Ace (6 in totale finora) e un rovescio cross impressionante per profondità e pesantezza. 5-3 Zverev, vantaggio consolidato. Lorenzo sembra accusare il colpo, smette di variare e “accetta” la velocità di Zverev, ma così facendo mette ancor più in ritmo il tedesco, che ne approfitta scaricando enorme potenza. Intuisce la palla corta Sasha, avanza e chiude sotto rete, 15-30. A due punti dal set. Sbaglia una risposta Alexander, ma sul 30 pari trova un lob perfetto che punisce un’attacco di Lorenzo troppo centrale. 30-40, Set Point Zverev. Con una risposta lungo linea vincente di rovescio – sottolineata da un urlaccio – Zverev chiude il primo set, sotto gli occhi del suo nuovo coach Bruguera. In 32 minuti è 6-3, con 4 giochi di fila. “Too good” direbbero i Brit per Sasha. 17 vincenti, e se serve così e risponde con tale potenza e precisione, Musetti non può molto. Chiama il trainer “Muso” un massaggio alle cosce, forse affaticamento per un torneo per lui dispendioso.
    Secondo set, Zverev to serve. Inizia come ha chiuso il primo parziale, servizio perfetto, spinta poderosa. 1-0 e quinto game di fila. Musetti sembra infastidito… no!!! Ritiro Musetti! Va verso Sasha e stringe la mano. Probabilmente il fastidio muscolare non gli consentiva di correre sciolto, ha preferito terminare subito prima di aggravare la situazione. Un vero peccato per Lorenzo.

    [Q] Lorenzo Musetti vs [2] Alexander Zverev (non prima ore: 15:30)ATP Madrid Lorenzo Musetti• 030 Alexander Zverev [2]061 Vincitore: Zverev ServizioSvolgimentoSet 2L. MusettiA. Zverev 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Musetti 0-15 15-15 15-30 30-30 30-403-5 → 3-6A. Zverev 15-0 ace 15-15 30-15 ace 40-153-4 → 3-5L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 30-403-3 → 3-4A. Zverev 15-0 ace 30-0 30-15 40-15 ace ace3-2 → 3-3L. Musetti 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2A. Zverev 15-0 30-0 40-0 ace2-1 → 2-2L. Musetti 15-0 15-15 15-30 30-30 40-301-1 → 2-1A. Zverev 15-0 30-0 40-0 ace 40-151-0 → 1-1L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0
    0 ACES 70 DOUBLE FAULTS 020/27 (74%) FIRST SERVE 18/23 (78%)12/20 (60%) 1ST SERVE POINTS WON 16/18 (89%)4/7 (57%) 2ND SERVE POINTS WON 4/5 (80%)0/2 (0%) BREAK POINTS SAVED 0/0 (0%)5 SERVICE GAMES PLAYED 52/18 (11%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 8/20 (40%)1/5 (20%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 3/7 (43%)0/0 (0%) BREAK POINTS CONVERTED 2/2 (100%)5 RETURN GAMES PLAYED 516/27 (59%) SERVICE POINTS WON 20/23 (87%)3/23 (13%) RETURN POINTS WON 11/27 (41%)19/50 (38%) TOTAL POINTS WON 31/50 (62%) LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Madrid: Sinner regola De Minaur e vola agli ottavi

    Jannik Sinner, classe 2002

    Jannik Sinner in crescendo al Masters 1000 di Madrid. Dopo un esordio altalenante, l’azzurro stasera ha regolato in due set Alex De Minaur col punteggio di 6-4 6-1 e vola agli ottavi, dove attende il vincente di Auger-Aliassime vs. Garin. Una buona vittoria per Jannik, che poteva essere ancor più netta se non avesse avuto un passaggio a vuoto nella seconda parte del primo set, quando ha perso il break di vantaggio, in un filotto di quattro break di fila. Tutto semplice nel secondo parziale, un break al quarto game ha spaccato definitivamente il match.
    Sinner aveva vinto tutti i precedenti contro De Minaur (inclusa la finale delle NextGen di Milano 2019), anche stasera il campo ha confermato la superiorità tecnica dell’azzurro. De Minaur è uno dei tennisti più veloci del tour, ma ha un tennis molto sbilanciato sulla spinta in pressing e con poche variazioni. Commette errori, ma ci prova sempre, con grande abnegazione, nonostante un diritto piuttosto “ballerino”. Può diventare pericoloso quando riesce a provocare gli errori dell’avversario e trova grandi difese in corsa. Purtroppo per lui, oggi aveva di fronte Sinner, che ha un tennis piuttosto simile al suo ma con velocità e intensità superiori. Jannik ha sbandato solo in due game di battuta nel settimo e nono game, in cui ha commesso qualche errore di troppo, ma per il resto ha comandato il gioco con un pressing troppo intenso, continuo e profondo per la difesa di Alex e la sua capacità di ribaltare l’inerzia.
    Jannik ha spinto molto col diritto, commettendo qualche errore ma producendo un forcing tratti irresistibile. Le fasi migliori di Sinner sono state proprio quando ha risposto con aggressività, ha fatto un passo avanti e si è preso il centro del campo, guadagnando spazio e trovando il vincente (alcuni cross spettacolari) o sbaragliando la difesa del rivale. Anche il primo colpo dopo il servizio di Jannik è stato ficcante. Un tennis più percentuale, teso a provocare l’errore, che spettacolare nella ricerca del vincente, ma era la tattica più corretta stasera contro un avversario che può sbagliare molto.
    Si è notato nettamente come Sinner abbia prodotto i momenti migliori quando ha giocato avanti nel punteggio, più sciolto, più libero nel far correre il braccio a trovare accelerazioni notevoli. Quando hai un tennis con una componente di rischio in spinta così elevata, la scioltezza nell’esecuzione è importantissima. Per questo “Jan” deve cercare di ridurre i momenti di pausa, i cali di tensione (come nel primo set) quando è in vantaggio.
    Una buona vittoria, con un prossimo turno in cui partirà favorito sia contro Auger-Aliassime (sul rosso) che contro Garin.
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita
    Sinner scatta alla battuta. Spinge in sicurezza e muove lo score, 1-0. Continua a martellare anche in risposta Jannik, cercando più la profondità che l’angolo. La tattica funziona: il gran ritmo, superiore a quello del rivale, provoca gli errori di De Minaur, che concede due immediate palle break. Va completamente fuori giri col diritto Alex, cercando un’accelerazione lungo linea. 2-0 Sinner, che poi consolida il vantaggio con un tennis estremamente solido. Gran contropiede sul 30 pari, e quindi un diritto cross vincente spaziale per velocità, anticipo e precisione. 3-0 Sinner. Nel quarto game arrivano i primi errori dell’azzurro. Un nastro porta via il suo rovescio sul 30 pari, è palla break per il “canguro”. La cancella di prepotenza Jannik: spinge vicino alle righe, viene avanti e chiude di volo con un tocco secco, perfetto. Con un’altra accelerazione di diritto fulminante, Sinner si porta 4-1. Stasera la palla dell’azzurro è velocissima, trova grandi impatti sui colpi piuttosto puliti del rivale, ed è evidente il gap di potenza ed anticipo tra i due. Da qua in avanti, il set si complica e diventa una battaglia. Jannik serve sul 4-2 e incappa in un brutto game. Errore di rovescio, attacco troppo Garibaldino, schema di palla corta non ben eseguito (Alex è il più veloce del tour!), 15-40 e due palle del contro break. Con un erroraccio col diritto conclude il classico passaggio a vuoto, ora serve De Minaur 3-4. Anche l’aussie è in difficoltà, tre errori di fila per lo 0-40. Sfrutta la seconda palla break Jannik, forzando un errore di diritto del rivale. Serve per il primo set sul 5-3 Sinner. Inizia bene, col primo Ace del match, ma poi un errore in scambio e un doppio fallo, quindi un altro diritto muore in corridoio. 15-40, altre due palle break per Alex. Ottima prima da destra, ma sbaglia ancora col diritto in scambio, su di una palla piuttosto banale. Altro break (secondo turno di fila ceduto per Jannik), serve l’australiano sotto 4-5. Per fortuna di Jannik, arriva il quarto break di fila, quello che vale il 6-4 all’azzurro. Sinner ritrova precisione in spinta col rovescio e profondità col diritto, un pressing che De Minaur fa fatica a contenere. Chiude al primo Set Point grazie ad un errore clamoroso nello smash di Alex. Ottimo avvio di Sinner, poi ha perso sicurezza nella spinta, troppi errori (ben 15 per Jannik, contro soli 8 vincenti). Solo 57% di prime in campo, un po poche per l’azzurro.Secondo set, Sinner to serve. Inizia solido, nonostante un doppio fallo si porta 1-0. Si seguono i turni di servizio, con un tennis poco fantasioso, veloce e di sostanza in spinta. La scossa arriva nel quarto game. Sbaglia un diritto potente Jannik nel primo punto, poi lavora molto bene col diritto e cerca anche il back di rovescio per togliere peso sul diritto di Alex. Soprattutto impone velocità superiori al controllo di De Minaur, che sbaglia. 15-40, due palle break da difendere, le prime del set. Forza a tutta in risposta Jannik, il rovescio dell’australiano vola via. BREAK! Scatta l’ora di gioco e siamo 3-1 Sinner. Tanti errori di Alex in questa fase, Jannik è attento a spingere senza cercare un rischio eccessivo. La tattica paga, con un diritto preciso in lungo linea l’azzurro vola 4-1, sembra in controllo del match. Quando lascia correre il braccio – con meno pressione visto lo score – il ritmo di Jannik è incontenibile. Si porta 0-30 con un altro diritto bellissimo da tre quarti campo. De Minaur si aggrappa alla battuta e trova profondità col rovescio. Si va ai vantaggi. Con una bordata di diritto da sinistra Sinner strappa la palla del 5-1. Fa il pugno “Jan”, vuole chiuderla qua. Ottimo Sinner: altra risposta aggressiva e via a comandare col diritto dal centro. Alex non contiene la furia del rivale. BREAK Sinner, serve per chiudere il match sul 5-1. Chiude senza problemi l’azzurro, cerca anche due serve and volley dal 30-0 (i primi del match). Trasforma il secondo match point, errore in risposta di De Minaur. 6-1, foto di un secondo set dominato. Un Sinner in crescendo che al prossimo turno attende il vincente di Garin – Auger-Aliassime.

    Alex de Minaur vs [10] Jannik Sinner ATP Madrid Alex de Minaur41 Jannik Sinner [10]66 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-151-5 → 1-6A. de Minaur 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A1-4 → 1-5J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 40-301-3 → 1-4A. de Minaur 15-0 15-15 15-30 15-401-2 → 1-3J. Sinner 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2A. de Minaur 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 df0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1A. de Minaur 15-0 30-0 30-15 30-30 30-404-5 → 4-6J. Sinner 15-0 ace 15-15 15-30 df 15-40 30-403-5 → 4-5A. de Minaur 0-15 0-30 0-40 15-403-4 → 3-5J. Sinner 0-15 15-15 15-30 15-402-4 → 3-4A. de Minaur 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-401-4 → 2-4J. Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-401-3 → 1-4A. de Minaur 15-0 15-15 15-30 df 30-30 ace 40-300-3 → 1-3J. Sinner 0-15 15-15 15-30 df 30-30 40-300-2 → 0-3A. de Minaur 0-15 15-15 15-30 15-40 30-400-1 → 0-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 0-1
    1 ACES 11 DOUBLE FAULTS 332/48 (67%) FIRST SERVE 30/50 (60%)17/32 (53%)1ST SERVE POINTS WON 21/30 (70%)5/16 (31%) 2ND SERVE POINTS WON 11/20 (55%)2/7 (29%) BREAK POINTS SAVED 2/4 (50%)8 SERVICE GAMES PLAYED 99/30 (30%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 15/32 (47%)9/20 (45%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 11/16 (69%)2/4 (50%) BREAK POINTS CONVERTED 5/7 (71%)9 RETURN GAMES PLAYED 822/48 (46%) SERVICE POINTS WON 32/50 (64%)18/50 (36%) RETURN POINTS WON 26/48 (54%)40/98 (41%) TOTAL POINTS WON 58/98 (59%) LEGGI TUTTO

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    Torna il super classico “Djokovic vs. Murray” a Madrid

    Andy Murray, classe ’87

    A volte…ritornano. Il super classico Novak Djokovic vs. Andy Murray torna domani al Masters 1000 di Madrid. È dal torneo di Doha 2017 che in un tabellone del tour ATP non si incrociavano i due campioni, quasi coetanei, protagonisti di mille battaglie. 36 sono stati i confronti diretti tra i due classe ’87, con Novak in netto vantaggio con 25 vittorie a 11. Pesano soprattutto quelle negli Slam, come le 4 finali vinte dal serbo agli Australian Open sullo scozzese. Murray ha sconfitto Djokovic nella finale del Masters 2016 (quando Andy riuscì a chiudere l’annata dal n.1) e soprattutto in quella di Wimbledon 2013 e US Open 2012, le uniche due occasioni in cui Andy ha battuto Nole in finale di uno Slam.
    Ne è passata di acqua sotto ai ponti da quel torneo di Doha 2017… Andy veniva da una cavalcata pazzesca nella seconda metà del 2016, che lo portò in cima al mondo tennistico, ma che pagò terribilmente con un logorio che l’ha pure portato sotto ai ferri, con una protesi all’anca e un recupero difficilissimo, quasi miracoloso. Djokovic attraversò anni non facili dopo quella vittoria su Murray negli Emirati, per poi rinascere, tornare n.1, scrivere record assoluti issandosi a migliore della sua generazione e tra i più forti di ogni epoca.
    I due grandi campioni hanno scritto pagine memorabili, battaglie feroci in cui la maggior durezza e completezza tecnica del serbo hanno prevalso nella maggior parte dei casi, ma sempre dopo match assai sofferti, lottati. Non sempre “belli” dal mero punto di vista estetico, ma di una intensità e agonismo di altissimo livello.
    Cosa aspettarsi da questo prossimo incontro di Madrid? Le parole di Andy, dichiarate e caldo dopo aver disposto del “solito” evanescente Shapovalov, sono tanto brutali quanto veritiere: “In teoria non dovrei avere alcuna possibilità. Lui è il numero 1 al mondo e io sto giocando con una protesi metallica all’anca, quindi non dovrei avere una chance. “È una grande opportunità per me di vedere a che punto è il mio gioco e di poter giocare di nuovo contro di lui”. Secco e diretto, in puro “Rusty-style”. Continua Murray: “Abbiamo avuto così tante grandi battaglie nel corso degli anni in alcuni dei più grandi tornei del mondo. Abbiamo giocato in finale in tutti e quattro i Grandi Slam, abbiamo giocato anche qui in finale, e non ho avuto questa opportunità giocare contro di lui per molto tempo, non sapevo se avrei mai avuto due nuovo questa possibilità. Scenderò in campo per divertirmi, avrò un atteggiamento fantastico in partita, darò il massimo e vedrò a che punto sono”.
    Anche Djokovic si è detto felice di poter sfidare di nuovo Murray: “Ho visto alcune sue partite di recente. L’ho visto contro Dominic l’altro giorno e si è mosso bene, giocando sempre meglio. È fantastico poterlo vedere perché è una risorsa importante per il nostro sport. Ha fatto la storia vincendo diversi Grandi Slam e diventando numero uno. È fantastico vederlo competere di nuovo ed è impressionante vederlo giocare a un livello così alto considerando il suo intervento chirurgico e tutto ciò che ha passato negli ultimi anni. Il suo spirito combattivo e la sua resilienza sono stimolanti”.
    Cosa aspettarsi da questa partita? Molto probabilmente una vittoria discretamente comoda di Djokovic, ma Murray di sicuro ci proverà, e magari giocherà molto offensivo, con tante palle tagliate e qualche discesa a rete. Sarà un piccolo revival di un’epoca d’oro per il nostro sport, per il 37esimo episodio di una rivalità che ha segnato in modo indelebile il nostro sport.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO