More stories

  • in

    Sinner vs. Alcaraz: divisi da “solo” 6 punti

    Jannik Sinner e Carlos Alcaraz (foto Wimbledon.com)

    L’unicità del nostro amato tennis è racchiusa in molti aspetti che lo distinguono da qualsiasi altra arte o disciplina sportiva. Tra queste una delle più singolari è il fatto che i punti non contano tutti uguale: la somma algebrica non vale nulla, chiunque abbia giocato sa benissimo che non è evento raro un incontro nel quale un tennista sconfigge l’avversario accumulando nel corso del match meno punti complessivi. “Conta vincere i punti importanti”, ammonisce qualsiasi maestro di provincia, e la differenza tra vittoria e sconfitta balla su equilibri minimi. Super campioni come Federer, Nadal Djokovic – per restare ai nostri giorni – hanno vinto tutto quello che c’era da vincere portando a casa “solo” il 53% circa dei punti effettivamente giocati nelle loro carriere. Un 3% sugli avversari che ha creato un abisso in termini di risultati, vittorie, gloria, record e denari. Non esiste un altro sport con una differenza così sottile tra “il trionfo e il disastro”, e proprio l’abilità nel fronteggiare “quei due impostori nello stesso modo” rende il tennista un campione, per dirla alla Kipling.
    Questo preambolo sul nostro sport calza a pennello per descrivere una statistica molto singolare ma assai significativa relativa alla rivalità più importante del tennis attuale, Jannik Sinner vs. Carlos Alcaraz. I due più forti giocatori al mondo si sono spartiti equamente gli Slam del 2025, con l’italiano campione agli Australian Open e Wimbledon, e lo spagnolo vincitore a Roland Garros e US Open. Negli ultimi tre Major si sono sfidati in finale, con due successi per l’iberico, l’ultimo a New York che gli ha permesso pure di scalzare Jannik dal trono del ranking ATP (complice ovviamente i tre mesi di stop subiti dal nostro campione per la nota vicenda…). I grandi titoli della stagione sono di fatto diventati una faccenda privata tra loro, pure alcune finali Masters 1000 (Roma e Cincinnati, due degli ultimi tre). Insomma, quando c’è in palio un torneo di quelli “pesanti”, i due giovani campioni stanno facendo letteralmente piazza pulita, e il gap clamoroso in classifica tra loro due e il terzo (Zverev) lo dimostra ulteriormente. Tanto vincenti, e tanto vicini. Anzi, per punti vinti clamorosamente vicini…
    La statistica a cui ci riferivamo è relativa proprio ai punti vinti nelle loro 15 sfide, considerando solo quelle giocate a livello ATP (non è considerato quello ad Alicante nel 2019, quando i due erano ancora giovanissimi). Dal primo confronto diretto tra Carlos e Jannik, risalente al Masters 1000 di Parigi Bercy del 2021 (vinto dallo spagnolo) al match point della finale a US Open 2025, i due hanno giocato complessivamente 3.152 punti: Alcaraz ha vinto 1.579 punti, Sinner 1.573. Lo spagnolo ha vinto solo 6 punti più dell’italiano! Un equilibrio clamoroso, totale, che stride con il bilancio vittorie/sconfitte, dove Alcaraz conduce per 10 a 5. Riportiamo il post dell’autore di questa interessante statistica.

    Over the course of 15 matches and 3,152 points, just 6 points separate Carlos Alcaraz and Jannik Sinner, or 0.2% pic.twitter.com/YrpZnZbsaY
    — SportsBall (@_SportsBall_) September 8, 2025

    Questo conferma quanto nel tennis conti vincere i punti decisivi, e quanto i due leader siano davvero vicini a livello di prestazione e qualità di gioco. Tutti ricordiamo benissimo i tre match point non sfruttati da Sinner a Roland Garros, in particolare la risposta out di una spanna sul 15-40, o il terzo punto dove un formidabile Alcaraz è riuscito a rimettere lunghissima una risposta molto aggressiva dell’italiano che, sorpreso, ha sbagliato un colpo di scambio non impossibile. Se mai quella risposta a tutto braccio avesse pizzicato la riga, oggi il bilancio tra i due sarebbe molto diverso, per titoli Slam oltre agli head to head. E non dimentichiamoci anche il confronto altrettanto tirato a spettacolare a US Open 2022, quando Jannik servì per il match e arrivò a match point contro Carlos nel quarto set, ma la prima di servizio non lo aiutò e tutti ricordiamo (purtroppo) come è finita.
    Nel tennis quando va in scena una rivalità tanto complessa ed equilibrata come Sinner vs. Alcaraz la differenza tra vittoria e sconfitta è minima, corre sul filo del rasoio, su di un colpo che esce di 4 cm, una prima palla di servizio che non va al momento cruciale, sull’abilità di prendersi il rischio in un passaggio che spacca l’equilibrio e dà a uno dei contendenti un vantaggio decisivo dal punto di vista emotivo e mentale. Carlos quando vince un big-point in una fase importante si esalta e trova 10 minuti nei quali è ingiocabile (ci ricordiamo il tiebreak del terzo set a Pechino 2024, dove inanellò un vincente dopo l’altro, annichilendo l’azzurro); Jannik in altre occasioni è riuscito ad andar sopra alla spinta e anticipo di Carlos, facendo tutto in modo così rapido e aggressivo, pressante e preciso, da non far respirare il rivale, come nella finale di Wimbledon 2025 o Pechino 2023.
    Quei sei punti di differenza fanno davvero riflettere. Alcaraz e Sinner sono fortissimi, ci stanno regalando emozioni incredibili, tra gioie e dolori. Non sappiamo cosa accadrà nello loro prossime sfide. I due si conoscono ormai alla perfezione, si studiano e cercano ogni volta di superarsi con qualcosa di nuovo e diverso. Lo staff di Charlie è stato bravissimo nel capire bene cosa era accaduto nella finale di Wimbledon e trovare la contro mossa ideale a far sì che non si ripetesse: servizio top e depotenziare la risposta di Jannik. Detto fatto. Siamo certi che il team Sinner farà altrettanto e alla prossima occasione – che di sicuro arriverà… – ne vedremo delle belle. Tanti numeri a spiegare fenomeni, con una sola certezza: questi due splendidi talenti stanno portando il tennis e lo spettacolo a livelli spaziali, con sfide una diversa dall’altra e per questo terribilmente affascinanti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Alcaraz: 6 Slam vinti a 22 anni. Il confronto con gli altri big dell’Era moderna (in varie categorie)

    Alcaraz posa a New York con la coppa di US Open 2025

    “La finale di US Open 2025 è stata miglior partita in carriera di Carlos Alcaraz”. Così esordisce l’autorevole BBC in uno degli articoli che hanno descritto la spettacolare prestazione e vittoria dello spagnolo ai danni di Jannik Sinner a New York domenica scorsa. Un tennis maiuscolo sotto ogni punto di vista che ha permesso a Carlos di volare sul campo, potente e sicuro, e trionfare per la seconda volta a Flushing Meadows, in quello che è diventato il sesto trofeo Major nella sua bacheca. La sensazione è che Charlie dovrà trovare il posto per molte altre coppe altrettanto prestigiose, vista la sua giovanissima età, solo 22 anni. La precocità non è l’aspetto più importante, ma è interessante andare a vedere quanto avevano vinto i più grandi campioni dell’Era moderna prima di compiere 23 anni. Alcaraz è davvero fenomenale anche la per classe e rapidità con la quale è arrivato a vincere due US Open, due Roland Garros e due Wimbledon alla sua età. Per fare un primo confronto, due leggende come Rafa Nadal e Mats Wilander hanno vinto due Major sulle tre superfici (cemento, terra ed erba) a 24 anni ciascuno, mentre Djokovic c’è arrivato solo a 34 anni (col secondo titolo a Parigi nel 2021). Borg arrivò a sei vittorie Slam nel 1978 con 18 major disputati, Alcaraz è appena dietro con 19 presenze e sei titoli. Ma ci sono altri numeri molto significativi a favore di Alcaraz.
    Carlos è arrivato a quota sei Slam prima di compiere 23 anni: come lui solo Nadal e Borg. Sampras prima di spegnere ventitré candeline era a quota 5 Slam; McEnroe, Wilander e Becker a 4 Slam; Federer, Connors, Edberg e Courier a tre titoli Slam; Agassi, Sinner e Djokovic solo a 1.
    Nel 2025 Carlos ha vinto 24 match in stagione nei tornei dello Slam: prima dei 23 anni, è il migliore per numero di partite vinte insieme a Nadal (anno 2008). Sampras nel 1993 si è fermato a 23 partite vinte in stagione nei soli Major, Becker arrivò a 22 partite vinte nel 1989 e poi ancora Nadal, nel 2007, con 20 successi annuali.
    Ma è ancor più significativa la percentuale di partite vinte negli Slam sotto i 23 anni. Alcaraz con 84 match portati a casa e solo 13 sconfitte, quindi l’86,6% di successi, nell’era moderna è dietro solo a Borg che a pari età segnò un record di 91/12, per l’88,3% di rendimento positivo, il migliore in assoluto. Dietro allo spagnolo troviamo McEnroe (86,2%), Nadal (85,7%) e Courier (82,8%). In pratica nei maggiori appuntamenti dell’anno Carlos non perde quasi mai.
    C’è un ultimo dato statistico davvero impressionante, relativa alla qualità del servizio di Alcaraz in quest’ultima edizione di US Open. La battuta è stata terribilmente decisiva per portare Carlos al successo contro Sinner in finale, ma questo colpo è stato perfetto in tutto il torneo. Lo dimostra il fatto che il murciano ha trionfato vincendo le canoniche sette partite cedendo solo un set (in finale, a Sinner) e concedendo la miseria di 10 palle break in totale nella sua corsa verso il titolo. Da quando vengono tenute queste statistiche (1991) nessuno ha fatto meglio di lui negli Slam! Sampras vinse a Wimbledon 1993 concedendo 12 palle break, come Federer a Wimbledon 2006. Agassi vinse gli Australian Open 1995 con sole 15 chance di break concesse agli avversari, segue ancora Federer con 17 a Wimbledon 2005.
    Tanti numeri e una sola certezza: Carlos Alcaraz sta vincendo con qualità eccezionale e lo sta facendo con la precocità dei predestinati.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Draper chiude il suo 2025 per l’infortunio al braccio

    Jack Draper

    Brutte notizie da Jack Draper. Il top 10 britannico, costretto al ritiro nel corso di US Open, ha annunciato che il suo 2025 si è già chiuso per l’infortunio al braccio subito nel corso della stagione su terra battuta e aggravatosi a Wimbledon. L’amara decisione è arrivata con il classico post social, pubblicato su Instagram. Un vero peccato per Jack che così interrompe un periodo molto positivo iniziato nell’estate dell’anno scorso e che l’ha portato a vincere il primo Masters 1000 in carriera a Indian Wells lo scorso marzo (e anche Stoccarda e Vienna nel 2024) e issarsi sino al n.4 nel ranking. Fino al nuovo infortunio: grande talento ma altrettanta fragilità nel fisico, tanto potente quanto delicato.
    “Ciao ragazzi, un aggiornamento… Purtroppo l’infortunio al braccio mi costringerà a riposare e saltare il resto del 2025. È molto difficile da accettare per me, visto che quest’anno stavo attraversando un momento molto positivo e giocando alla grande. Tuttavia, ho già affrontato situazioni simili in passato… e torno sempre più forte, perché sono totalmente motivato a esprimere il mio potenziale. Un enorme ringraziamento a tutti coloro che mi sostengono nel mio percorso. Non vedo l’ora di tornare in campo e dare il massimo. A presto!” queste le parole scritte da Jack.

    Un anno senza grossi intoppi fisici ha consentito a Draper di esprimere finalmente il suo potenziale ed entrare, di slancio, tra i migliori tennisti al mondo grazie alla semifinale a US Open 2024 e altri ottimi risultati, come il titolo a Indian Wells vinto quest’anno e la finale a Madrid. Proprio dopo il torneo spagnolo il suo braccio ha iniziato ad accusare problemi, soprattutto al servizio ma anche cercando la massima spinta col suo terrificante diritto, ma ha tenuto sino a Wimbledon dove si è presentato già acciaccato ed è uscito al secondo turno da Cilic. Quindi lo stop per provare a rientrare a New York, per difendere i punti pesanti della semifinale dell’anno scorso. C’era fiducia in lui e nel suo team, ma purtroppo lo sforzo della partita ha provocato di nuovo il dolore al braccio e quindi la decisione di fermarsi per recuperare al 100%.
    Questo stop prematuro tra l’altro impedisce a Jack di continuare la corsa per un posto alle ATP Finals (era ben posizionato nella Race, al nono posto appena dietro Musetti per una manciata di punti). Auguriamo un pronto recupero a Draper.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Sinner rilancia dopo la finale di US Open: “Voglio vedere quale possa essere il mio limite. Cerchiamo di essere felici nonostante questo risultato”

    Jannik Sinner a SuperTennis

    La forza di un campione come Jannik Sinner non è solo nei suoi colpi fantastici, in quelle accelerazioni mozzafiato che l’hanno reso dominante e quasi imbattibile, ma anche nella capacità di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, pure dopo una sconfitta cocente e meritata. Parlando a SuperTennis dopo la finale persa da Alcaraz a US Open, Jannik sorride, è sereno e guarda avanti con fiducia, mandando ai suoi tantissimi supporter un messaggio chiarissimo: cerchiamo di essere contenti anche se stavolta l’altro è stato più bravo. E rilancia ponendosi nuovi ambiziosi obiettivi che, nel suoi stile, non riguardano un risultato in particolare ma sono sempre solo centrati sul proprio tennis, ossia alzare l’asticella ed esplorare i suoi limiti per diventare un giocatore migliore.  
    “Nessuno è perfetto”, sorride Jannik, “possono arrivare giornate dove non riesci a giocare al 100%, come avresti voluto. Stavolta è successo a me, mentre Carlos ha fatto una partita ottima, ha fatto tutto meglio di me quindi ha meritato di vincere. Si va avanti, non è la fine del mondo”.
    “Da questa partita porto a casa delle lezioni su dove poter lavorare, dove migliorare. Ci saranno nuove opportunità dove posso farmi valere”.
    Jannik insiste sulla necessità di inserire qualcosa di nuovo e diverso nel suo gioco: “Rinnovare è una parte fondamentale per diventare un giocatore migliore. Si parte sempre dall’allenamento, ma è necessario poi provare in partita ad uscire dalla propria zona di comfort. Credo che per me questa sarà una chiave. Poi ovviamente il risultato resta molto molto importante, ma dall’altro lato sarà altrettanto importante il saper accettare di perdere una partita andando a sperimentare delle cose nuove. Carlos ha fatto molte più cose, voglio vedere quale possa essere il mio limite e poi vediamo…”
    Quattro finali Slam nei quattro Major stagionali, con due titoli: il 2025 di Sinner è una stagione straordinaria, una delle migliori di sempre e non solo per un tennista italiano. Ma non è ancora finita: a novembre ci sono le ATP Finals a Torino. “L’appuntamento di Torino è uno dei più importanti della mia stagione” commenta Jannik, “Sogno sempre di giocare lì e speriamo di far bene, di giocare un ottimo tennis. Farò di tutto per dare del mio meglio. E spero che non sarò il solo italiano presente, Lorenzo è molto vicino a farcela e spero che saremo in due. Ci vediamo tutti a Torino! Prima c’è ancora qualche torneo da giocare. Voglio pensare in positivo e cerchiamo comunque di essere felici nonostante questo risultato” conclude Sinner.
    Parole franche, schiette e serene. Uno che punta sempre all’eccellenza come Jannik non può essere soddisfatto da una finale così importante persa nettamente, su tutta la linea; ma l’amarezza del momento non deve offuscare un 2025 incredibile che l’ha visto giocare tutte e quattro le finali Slam, trionfando in due, Wimbledon incluso. Stiamo parlando un’annata storica, non di una debacle. Il bicchiere non è mezzo pieno, è quasi colmo di vittorie e soddisfazioni. Non lo dimentichiamo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Alcaraz stellare! Batte un Sinner falloso e sotto tono al servizio, vince US Open e torna n.1 nel ranking

    Carlos Alcaraz, campione a US Open 2025

    Bravo, bravissimo Carlos Alcaraz! Con una prestazione stellare, ordinato e potentissimo, forte al servizio e altrettanto in risposta, lo spagnolo si impone su Jannik Sinner nella finale di US Open 2025, 6-2 3-6 6-1 6-4 lo score conclusivo a favore di Carlos che così trionfa per la seconda volta a New York (dopo il primissimo Major nel 2022) e alza il sesto Slam in carriera. Un successo che lo riporta anche sul trono del ranking ATP, scalzando Jannik dopo 65 settimane consecutive di leadership. Chiarissima la leadership di Alcaraz sull’Arthur Ashe in questa finale: ha fatto tutto, ma davvero tutto molto bene, e praticamente tutto meglio di Sinner. È una foto onesta e allo stesso tempo brutale di una partita nata male per l’azzurro, apparso subito in difficoltà e sotto tono, incapace di arginare la furia del rivale con il servizio e con il diritto, e anche trovare una reazione supportata da contro mosse tattiche e tecniche consistenti e durature, quelle necessarie a invertire l’inerzia a suo favore.
    Jannik aveva convinto di meno nel corso del torneo rispetto a Carlos e la finale ha pienamente confermato come la forma complessiva di Alcaraz fosse assai superiore a quella di Sinner. Pur sottolineando i grandissimi meriti dell’iberico, l’azzurro ha giocato la peggior finale Slam in carriera tra le sei disputate: troppo falloso anche in esecuzioni che generalmente gestisce con sicurezza; è stato incerto al servizio e incapace di trovare il suo miglior ritmo e qualità in risposta, e solo raramente è riuscito ad imporre la sua pressione e intensità di gioco, finendo clamorosamente sotto alla spinta e sbracciate micidiali del rivale. In pratica l’architrave che di solito sostiene la prestazione di Jannik (risposta, ritmo con diritto e rovescio, profondità e intensità) ha traballato fin dal primissimo game fino a crollare. La sensazione netta è stata che l’italiano abbia sentito pesante come un macigno il break subito in apertura: l’ha innervosito o meglio bloccato, mentre lo spagnolo ha potuto far corsa di testa, giocando libero e imponendo una potenza devastante col diritto, a tratti del tutto intrattabile. Jannik è proprio mancato in questo, nel far sentire la sua solita pressione e intensità sul rivale, anche presenza. Lo dimostra uno dei passaggi più indicativi della partita: nel terzo game del secondo set, Jannik finalmente è riuscito a vincere uno scambio lungo e duro da fondo campo andando sopra alla spinta e profondità di Carlos. Quel singolo “maledetto” punto l’ha sbloccato: ha fatto un filotto di punti uno meglio dell’altro, e pure il servizio ha iniziato a prendere ritmo. Il suo tennis è decollato e Alcaraz ha avvertito il momento, la pressione, subendo l’unico break del match che è valso a Sinner il secondo set, meritatissimo perché l’ha giocato con la sua miglior intensità, qualità, pochi errori e tonnellate di pressione fisica e mentale sul rivale, che infatti ha perso certezze, ha commesso errori e servito peggio.
    Purtroppo questo momento ottimo per l’italiano è terminato col secondo set. Dall’avvio del terzo Jannik ha ripreso a servire male già nel suo primo turno, si è irrigidito di nuovo sotto le risposte incisive (spesso bellissime, è corretto affermarlo) di Alcaraz crollando in troppi errori. Così ha lasciato spazio alla aggressività super e potenza dell’iberico, che una volta allungato ha servito come mai in carriera e ha condotto i restanti due set, meritando il successo. Davvero bene Charlie col servizio, come dimostra l’eccezionale 88% di punti vinti con la prima palla (solo 5 quelli strappati da Jannik in 4 set… mai così indietro nelle loro precedenti sfide). Ma tutto ha funzionato a puntino nel gioco di Alcaraz: che dire del rovescio, molto sicuro in impatti non così banali per lui e pure in lungo linea, e anche qualche back giocato in modo assai lucido per far perdere ulteriore ritmo ad un Sinner che già non ne aveva. In molte fasi del match Alcaraz è parso del tutto ingestibile per un Sinner incapace di difendersi dalle bordate col diritto del rivale, incapace di trovare quella profondità necessaria ad allontanare Carlos dalla riga di fondo e togliergli il controllo del tempo di gioco. Troppo potente il pupillo di Ferrero, ha accelerato con un tale punch da ribaltare a suo favore molti scambi nei quali era finito sotto, come un pugile alle corde che trova un uppercut improvviso che manda al tappeto l’altro.
    Potentissimo, sicuro, e terribilmente continuo Alcaraz. Eccetto quel momento nel secondo set già descritto, l’unico nel quale l’italiano è andato sopra alla spinta del rivale e gli ha messo tensione, Carlos non ha mai sbandato, è rimasto concentratissimo e, oggettivamente, è stato superiore a Jannik. Una sconfitta netta per l’italiano, amara, che arriva come uno schiaffo e che lo deve far riflettere su vari aspetti: sul suo approccio ad un rivale così veloce e tosto, mai era andato così sotto fisicamente e tecnicamente; ai motivi che oggi – e in quasi tutto il torneo – l’hanno portato a servire male e ricavare davvero poco per i suoi standard; al perché ha scelto di giocare così poco col rovescio lungo linea (nelle rare occasioni ha preso importanti spazi) e a sbagliare così tanto per il suo livello (23 errori e 17 vincenti, 28/17 per Alcaraz); sul perché non sia riuscito a non trovare un ritmo adeguato in risposta, fase di gioco nella quale è sempre stato superiore ad Alcaraz e che gli ha consentito di vincere i suoi più grandi match contro i migliori avversari. Forse la risposta a tutto questo è un Sinner che di più non poteva dare da un punto di vista fisico: in spinta il gap tra i due è stato importante, con l’iberico che sprizzava energia da tutti i pori, mentre l’italiano ha martellato solo a tratti. Problema di timing rubato, o anche di condizione? Forse, entrambi.
    Bravissimo Carlos, i suoi meriti sono superiori ai demeriti di Jannik, ma Sinner oggettivamente sotto tono, e su tutta la linea. I demeriti dell’uno sempre iniziano dai meriti dell’altro. Applausi ad Alcaraz, una meraviglia di giocatore, una splendida finale a chiudere un torneo spaziale. Difficile giocare a tennis meglio di Carlos oggi. Serviva un Sinner con più energia, colpi d’inizio gioco assai più efficaci e anche una reazione che un po’ è mancata, quella che arrivò a Wimbledon e permise a Jannik di spingere come un forsennato e mettere Carlos alle corde, senza farlo respirare. Oggi è andato lontanissimo da quel livello. Serve un Sinner di altra qualità per battere un Alcaraz così forte. 
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    La finale di US Open 2025 inizia con un servizio al T di Sinner e un diritto cross potentissimo. Avanti tutta. Ne segue un altro, stavolta vincente lungo linea da sinistra. Grande spinta dopo la prima palla “in”. Sul 30-0 arrivano due seconda di servizio e… i punti se le prende Alcaraz entrando forte col diritto. Terza seconda palla, e la risposta di Carlos è pontentissima, nei piedi… Palla break immediata. Prima palla al centro, si salva Jannik. Sei punti, già è chiarissimo quanto sia vitale il servizio per Sinner. Alla parità arriva il primo lungo scambio (sulla seconda) e finalmente il punto lo vince JS, con un ritmo infernale. Impressionante una frustata di diritto di Carlos, pure in difesa, talmente violenta che quasi toglie la racchetta di mano da Jannik. La lotta è già feroce… Scossa il settimo minuto e c’è la terza palla break per Carlos. Con un errore di rovescio Sinner subisce il BREAK in apertura. Terrificante inizio dello spagnolo, forte in risposta, duro nello scambio, impressionante col diritto. Alcaraz sembra reggere molto bene il ritmo di Sinner nello scambio, bravo anche ad alzare leggermente la parabola per togliere un po’ di ritmo all’italiano. Carlos col diritto è INCONTENIBILE, fa quel che vuole, Sinner quasi cade a terra in spaccata per un contro piede a tutto braccio. Con un taglio lungo in finta di smorzata (a la Federer), Alcaraz vince a 15 il secondo game, 2-0. Prima discesa a rete di Sinner per aprire il terzo game, con un tocco vincente ottimo. È in difficoltà a sfondare Jannik con la sua potenza, e bravo Carlos ad alzare la parabola per difendersi. 30 pari. Rischia in vincente col diritto Alcaraz, gli esce non di molto (e sarebbe stato vincente). Con uno schiaffo al volo Sinner muove lo score (2-1). Bravissimo Sinner in apertura di game #4 ad avanzare dopo la risposta, via avanti a rete e la volée è eccellente, secca, non si prende. I punti se li prende avanzando JS, anche sul 40-15, perché nello scambio subisce e non sfonda. 3-1 Alcaraz. Lo spagnolo col diritto sfonda eccome, è bestiale la mazzata che gli dà il primo punto. E poi che attacco col rovescio lungo linea e una volée tagliata strettissima che gli esce talmente bene da essere sicuramente baciata anche dagli Dei… 0-30. Alcaraz scatenato. Bravo Sinner non scomporsi dopo queste due giocate fenomenali del rivale, risale a 40-30 con aggressività e misura, e si prende il quarto punto di fila con un bel servizio. 3-2. Tutto troppo facile per lo spagnolo al servizio… Si porta comodo 4-2. Nei primi sei game, Jannik ha vinto 3 punti in risposta, Carlos 11… Diventano dodici all’avvio del settimo game. NOOOO!?! Grave errore di Sinner correndo avanti dopo una impossibile demi-volée, tira largo un passante per lui scolastico… 15-30. Niente, contro il diritto di Alcaraz NON si gioca, appena sbraccia Sinner non lo tiene. 15-40, due palle per il doppio allungo. Male Jannik di volo, è arrivato appena troppo tardi sul net e la volata non passa la rete. BREAK Alcaraz, 5-2. Lo spagnolo chiude in sicurezza il set per 6-2. Devastante col diritto, ha servito bene e sbagliato quasi niente. Sinner ha vinto 3 punti in risposta. No match so far.
    Sinner riparte al servizio nel secondo set. Sul 30-15 rischia la seconda palla ma esagera, è il primo doppio fallo del match. Segue uno scambio a tutto braccio e comanda Carlos, forzando l’errore dell’italiano. Palla break Alcaraz sul 30-40. Lo aiuta una seconda palla molto aggressiva al centro, rischio ben speso. Lo incitano dall’angolo, non sta performando Jannik, l’altro vola ma di sicuro deve un po’ scuotersi, far sentire la sua presenza in campo. Con un bel diritto in spinta Sinner vince un bel game, dove era finito sotto per spinta. Il grande problema per Jannik è il non riuscire ad incidere in risposta e questo gli mette enorme pressione nei suoi turni. Anche il primo game di battuta dello spagnolo vola via in un attimo, 1 pari. Finalmente nel terzo game Sinner stronca Alcaraz in uno scambio, andando sopra alla velocità del rivale, non era mai accaduto finora. Non è un caso che segue l’Ace e un diritto vincente. Jannik DEVE andar sopra, lo libera. Miglior game di Jannik, 2-1. Bella risposta di Sinner per iniziare il quarto game, finalmente dentro la palla, pieno, e si prende il punto (è solo il quarto in risposta nel match). BRAVO! Altro gran diritto e poi attento e chiudere la porta sulla rete dopo una rincorsa clamorosa del rivale. 0-30. Punteggio inedito. Via via, vola via il rovescio di Carlos, ha sentito quello scambio dove è andato sotto… 0-40, Tre Palle Break Sinner! BREAK!!! Subito, si butta avanti Carlos e viene facilmente passato da Sinner. ZAMPATA dell’italiano, che con quello scambio di potenza si è finalmente scrollato di dosso tante cose. 3-1. 8 punti di fila vinti. Inizia col doppio fallo Sinner il quinto game, poi libera la potenza del diritto, più libero e incisivo. Anche sul rovescio è più profondo Jannik, si è nettamente liberato di una zavorra, il break a inizio partita. 4-1 Sinner, non sbaglia più, gioca più profondo, fa il pugno convinto verso il suo angolo. C’è qualche dubbio ora nella testa di Carlos, lo si vede da come ha aggredito con meno furia la palla sul 15-0 e sbagliato una volée tutto sommato non difficile. Pure meno prime palle in gioco (solo 40% nel set). Urla VAMO Charlie sul servizio esterno che gli vale il 4-2. Bravo Jannik a vincere uno scambio durissimo sullo 0-15, potenza ma anche controllo. Si gioca ad una velocità esagerata in scambio, serve la prima palla (nessuna nel game). Eccola e il punto lo prende Jannik, pur lottando nello scambio. 30 pari. Rischio folle di Sinner sulla seconda, una curva esterna che gli entra di un niente… 5-2 Sinner, con tre punti di fila dal 15-30. Servizio e risposta sono una delle chiavi del tutto. È sceso Charlie con la prima, è salito Jan; quando serve bene Alcaraz, per Sinner non è facile. 5-3, Sinner serve per il set. Servizio e diritto dirompente, 15-0. Poi sbaglia un diritto, si sposta fin troppo col diritto a sx. Bravo Jannik a reggere tante variazioni dello spagnolo, inclusa la palla corta che rimette e poi chiude di volo. 30-15. Bella prima palla al T, vale due Set Point sul 40-15. Esagera col diritto al volo Carlos, SET Sinner, 6-3. Grandissima reazione dell’italiano, travolto nel primo set e risalito con una durezza da campione.
    Terzo set, Alcaraz to serve. Ma la risposta di Sinner c’è, è molto più presente e “cattivo”, pronto a martellare sul rovescio e sorprendere sul diritto a massima velocità il rivale. 30 pari. Si prende un grande rischio Carlos con una seconda palla a 190 all’ora e poi diritto vincente. 1-0 Alcaraz. Lo spagnolo spinge fortissimo in risposta, avanza bene col rovescio e si prende il punto dello 0-30. Arriva una prima palla importantissima per JS, 15-30; segue un diritto al fulmicotone, stavolta dopo una seconda palla al centro ben rischiata. 30 pari. Lucida classe. Però ‘sta prima palla non va… e Carlos in risposta pressa, apre il campo col diritto cross e la difesa di Jannik non arriva. 30-40, palla break. Uff… stavolta la prima palla c’è, ma il diritto a tutto braccio gli esce di un niente, quanto basta a costargli un BREAK, 2-0 Alcaraz. Fa lo sguardo intenso Jannik al suo angolo dopo una bordata col diritto che gli vale lo 0-30 in risposta. Alcaraz stavolta non c’è con la prima palla, ma trova uno smash clamoroso con un taglio estremo che sorprende l’italiano. Che giocata… 15-30. Ace… 30 pari. Attenzione all’esaltazione dello spagnolo dopo un big point. Male qua Jannik, tira in rete una risposta di rovescio e butta la racchetta a terra, era il momento di tenerla dentro. Prova la prima smorzata della partita l’azzurro, ma è troppo rapido lo spagnolo. Rimonta e 3-0. Peccato per la risposta sbagliata sul 30 pari. Inizia male Sinner il quarto game, spedisce di molto lungo un diritto dopo una risposta veloce di Carlos, 0-30. È on fire Alcaraz, come gli capita quando fa un big-joint (quello smash assurdo…). Risponde sulla riga e tira una mazzata col diritto cross che non si può prendere. 0-40. Il BREAK arriva sul 15-40, con un diritto largo di Sinner, su di un taglio con palla piuttosto bassa che non gestisce alla perfezione. 4-0 Alcaraz, il set sembra andato. Incontenibile, di nuovo, lo spagnolo, tutto tira e tutto gli sta dentro, dopo il “maledetto” punto show. 5-0 Alcaraz, tutto perfetto e troppo rapido. Finisce 6-1, con un altro turno di servizio a mille all’ora per l’iberico, più incisivo col servizio e in risposta. Lì ha creato una grande differenza, pure con alcune variazioni importanti col back di rovescio. Sinner troppo falloso nel parziale, ha pagato troppo il break subito in apertura servendo male, come nel primo set. Impietoso questo dato: 1 vincente contro 11.
    Quarto set, Sinner riparte al servizio. E la prima palla NON c’è. Sulle seconde Carlos entra di brutto e spacca tutto… 30 pari. Troppa fatica per Jannik nei suoi game, solo nei 20 minuti top del secondo è andato via liscio. Ancora sulla seconda palla si scambia con Sinner a rincorrere, e quanto gioca bene stasera Carlos col rovescio, anche lungo linea. 30-40 e ancora palla break in apertura, così in ogni set… Stavolta servizio e diritto funzionano, rischio ma ben speso, col brivido si salva Jannik. OH! Un’altra prima palla, due di fila, e chissà perché ha vinto i due punti… Si lotta, e ai vantaggi il terzo doppio fallo costa al pusterese una seconda palla break. Che punto! Servizio, diritto e attacco, con volée eccellente e l’altro la rimette pure! Meno male che non si è distratto, stavolta il big-point è del nostro. E quanto pesava. Con coraggio entra bene col rovescio lungo linea Jannik, dopo una rara prima palla in gioco. Tremenda fatica a vincere questo game, 1-0. Con uno dei rari rovesci lungo linea Jannik vince un bel punto nel secondo game, ma lo spagnolo è un muro col rovescio stasera, non sbaglia quasi niente. E poi che spettacolo con palla corta e passante. Carlos gioca davvero un gran tennis, a tutto campo, attacco e difesa. 1 pari. Torna un buon turno di battuta per JS, lo vince a 15, impreziosito da una discesa a rete perentoria e tecnicamente perfetta (2-1). Scambi a mille all’ora nel quarto game, ne vince uno clamoroso l’azzurro sul 40-15, con una di quelle bordate cross di diritto che oggi sono merce rara. 2 pari. Attenzione nel quinto game. Alcaraz vince uno scambio spettacolare con un recupero difensivo in avanti. Sul 30 pari Sinner commette doppio fallo, c’è un’altra palla break da salvare. E con la seconda palla… Esagera col diritto Sinner vedendo uno spiraglio. BREAK Alcaraz, 3-2. Troppi errori, con lo spagnolo invece molto calmo, focalizzato e ordinato. Strano dirlo di lui, ma è così. Rabbiosa la reazione di Jannik, si prende di potenza un gran punto col diritto e gli vale il 15-30. Ma Carlos oggi serve troppo bene, ha un vantaggio enorme aprendosi il campo ed entrando col diritto. Nell’inizio gioco troppo, troppo superiore Alcaraz. Con un Ace lo score è 4-2 Alcaraz. La partita ormai si è spaccata, Carlos vola, gioca libero e sciolto. Sinner da campione qual è non crolla, resta aggrappato alla partita ma in risposta non riesce ad aprirsi il varco per tentare la risalita. Alcaraz serve sul 5-4 e non trema. Tira pallate con precisione, un bel diritto è il vincente n.40. Jannik non ci sta, entra per una volta col rovescio lungo linea e si prende un bel punto.  Sul 40-15 ci sono due Championships point per Carlos. Il primo lo annulla Jannik con un diritto cross potentissimo, uno dei rari oggi a questa intensità. Annulla anche il secondo Snner con una super risposta di rovescio. Ma niente può sul terzo, una bordata esterna col servizio imprendibile. Finisce così. Si è presto tutto Alcaraz, applausi.

    J. Sinner vs C. Alcaraz Slam Us Open J. Sinner [1]2614 C. Alcaraz [2]6366 Vincitore: C. Alcaraz ServizioSvolgimentoSet 4C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-404-5 → 4-6J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-5 → 4-5C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 ace3-4 → 3-5J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-152-4 → 3-4C. Alcaraz 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 ace2-3 → 2-4J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 df2-2 → 2-3C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 40-302-1 → 2-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-151-0 → 1-1J. Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A df 40-40 A-40 40-40 A-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 3C. Alcaraz 15-0 ace 30-0 30-15 40-151-5 → 1-6J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-150-5 → 1-5C. Alcaraz 0-15 15-15 ace 30-15 ace 40-150-4 → 0-5J. Sinner 0-15 0-30 0-40 15-400-3 → 0-4C. Alcaraz 0-15 0-30 15-30 30-30 ace 40-300-2 → 0-3J. Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 30-400-1 → 0-2C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 ace 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-155-3 → 6-3C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 40-305-2 → 5-3J. Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 40-304-2 → 5-2C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 40-154-1 → 4-2J. Sinner 0-15 df 15-15 30-15 40-15 40-303-1 → 4-1C. Alcaraz 0-15 0-30 0-402-1 → 3-1J. Sinner 0-15 15-15 30-15 ace 40-151-1 → 2-1C. Alcaraz 15-0 30-0 40-01-0 → 1-1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 df 30-40 40-40 A-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1C. Alcaraz 15-0 30-0 40-02-5 → 2-6J. Sinner 0-15 15-15 15-30 15-40 30-402-4 → 2-5C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 ace2-3 → 2-4J. Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-3 → 2-3C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-2 → 1-3J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-300-2 → 1-2C. Alcaraz0-15 40-150-1 → 0-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace 40-40 40-A0-0 → 0-1
    !DOCTYPE html >Statistiche Tennis: Sinner vs Alcaraz

    Statistica
    Sinner 🇮🇹
    Alcaraz 🇪🇸

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Ace
    2
    10

    Doppi falli
    4
    0

    Prima di servizio
    54/112 (48%)
    54/89 (61%)

    Punti vinti sulla prima
    37/54 (69%)
    45/54 (83%)

    Punti vinti sulla seconda
    28/58 (48%)
    20/35 (57%)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Punti vinti in risposta
    24/89 (27%)
    47/112 (42%)

    Palle break convertite
    1/1 (100%)
    5/11 (45%)

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    19/26 (73%)
    20/27 (74%)

    Vincenti
    21
    42

    Errori non forzati
    28
    24

    Totale punti vinti
    89
    112

    STATISTICHE FISICHE

    Distanza percorsa
    7629.4 ft
    7935.4 ft

    Distanza media per punto
    38.0 ft
    39.5 ft LEGGI TUTTO

  • in

    Ivanov (campione a US Open junior) sulle orme di Dimitrov. Toni Nadal: “Il diritto di Ivan può diventare il più temibile del tour Pro”

    Ivan Ivanov, campione a US Open 2025 junior

    Corsi e ricorsi storici. È davvero curioso riavvolgere il nastro del tempo e tornare al 2008 quando un giovanissimo Grigor Dimitrov trionfò all’edizione junior di US Open dopo aver vinto Wimbledon. Fu una doppietta storica per la Bulgaria e tutti gli amanti del tennis “classico” già pregustavano le gesta di questo giovane, ben presto eletto a discepolo di King Roger per movenze ed eleganza. Sono passati 17 anni e la storia si ripete, almeno a livello giovanile: Ivan Ivanov ha sbaragliato la concorrenza a US Open junior, battendo in una finale tutta bulgara il connazionale Alexander Vasilev e portando a casa il secondo Slam giovanile dopo quello vinto a Wimbledon lo scorso luglio.
    In questi anni il gioco è cambiato assai, tanto che a legare Ivanov e Dimitrov c’è il passaporto e poco più. Ivan infatti è un “discepolo” del tennis di pressione e grande rotazione attuale, un gioco consistente e di grande potenza affinato presso la Academy di Rafa Nadal a Manacor, dove zio Toni stravede per Ivanov affermando che “il diritto di questo ragazzo può diventare il più temibile di tutto il tour Pro”. Un’affermazione importante, ma il mentore di Rafa spesso vede molto lontano… È presto per ipotizzare scenari clamorosamente vincenti per questo 16enne, tuttavia il suo gioco è molto interessante e i due Slam giovanili se li è portati a casa dominando, con un solo set ceduto nei due tabelloni.

    2008: Grigor Dimitrov goes back to back at Wimbledon and the US Open 🏆🏆
    2008: Ivan Ivanov is born 👶
    Seventeen years later Ivanov follows the same path to glory! 🇧🇬 pic.twitter.com/ywIHrKQEif
    — US Open Tennis (@usopen) September 6, 2025

    “Ho iniziato a giocare a tennis grazie a mio padre. Guardavamo molte partite insieme e ho voluto provarci. Mi piaceva, ed è lì che è iniziato tutto”, racconta il sedicenne Ivanov a ESPN dopo la vittoria a New York. “I Big 3, Rafa, Novak e Roger, sono stati i miei modelli. Sono grato di praticare lo stesso sport che praticavano loro e di competere negli stessi tornei in cui hanno trionfato”.
    Il suo talento l’ha portato ben presto all’attenzione nei circuiti giovanili, fino alla decisione di volare alle Baleari per continuare la sua formazione tecnica e fisica presso l’accademia di Rafael Nadal. Qua passa ore ed ore in campo con grande impegno (“È un bel lavoratore” afferma Toni) allenandosi con altri giovani di qualità e i tanti Pro spesso frequentano la struttura, ma concilia i suoi impegni con lo studio. “È importante continuare a studiare. Ho fiducia perché mi piace molto imparare. A volte è complicato, ma mi piace molto” afferma Ivan.
    Nella finale di Wimbledon Junior lo scoro luglio Ivanov sconfisse lo statunitense Ronit Karki per 6-2 6-3 in 57 minuti, bissando l’impresa del connazionale Dimitrov, primo e fino allora unico tennista bulgaro ad aver vinto un titolo del Grande Slam giovanile. L’appetito vien mangiando, e riecco Ivanov abbattere uno dopo l’altro tutti gli avversari a furia di tennis di pressione e un diritto così carico di spin e potenza da diventare irresistibile. La sua palla è potente, vigorosa, sul “duro” di Flushing Meadows salta altissima e diventa difficile da governare. C’è intensità e aggressività nel suo tennis, troppa anche per il connazionale Vasilev, domato per 7-5 6-3 nella finale di US Open.
    “Rafa è un grande esempio per me, soprattutto per la sua spinta, il suo top spin e il suo stile di gioco. Lo adoro!” racconta Ivanov. “Ho imparato tutto da lui. Avere un esempio come Rafa, la sua disciplina, la cultura del lavoro che metteva in campo ogni giorno, è la cosa migliore che si possa avere alla mia età. Sono un giocatore aggressivo da fondo campo, ho un buon servizio ma stiamo lavorando per renderlo sempre migliore. I miei idoli? Guardo a Sinner e Alcaraz, sono diversi ma in realtà hanno in modo di stare in campo simile perché sono sempre aggressivi e vogliono comandare il gioco”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Vagnozzi dopo la semifinale a US Open: “Un’altra finale Slam è incredibile. Jannik sta diventando più tattico. Prima giocava solo su se stesso, ora riesce a lavorare anche sui punti deboli dell’avversario”

    Simone Vagnozzi con Darren Cahill

    È raggiante Simone Vagnozzi nella notte di New York. Il suo pupillo Jannik Sinner ha lottato e sofferto per venire a capo di Auger-Aliassime, superando difficoltà tecniche e fisiche, e per questo la vittoria è ancor più gustosa. Parlando nella mixed zone del torneo, l’allenatore del n.1 del mondo si è soffermato sulle chiavi della partita che ha aperto a Jannik la quarta finale Major del 2025 e quinta consecutiva, rassicurando tutti sulle condizioni fisiche del n.1 del mondo.
    “Arrivare a un’altra finale Slam è qualcosa di fantastico, incredibile. Non diamo nulla per scontato. Vediamo che succederà” racconta Vagnozzi, come riporta SuperTennis da New York. “Match così a volte servono per godersi di più il percorso. Quando sei dentro, sei un po’ sballottato da tutte le parti, è una ruota che gira. (…) Le difficoltà negli Slam sono normali, lui però ci ha abituato male perché ne incontra poche”.
    Simone afferma che Jannik sta bene, il fastidio accusato nel secondo set è stato passeggero: “Ha avuto un po’ di fastidio all’addominale a un certo punto, ma dopo il trattamento col fisioterapista tutto è passato. Quando è rientrato nei primi game non sapeva ancora bene come stava e per questo non forzava. Poi ha iniziato a spingere e il servizio è andato sempre meglio. Credo che sia tranquillo per domenica”. Nel corso del set è stato evidente il problema sofferto da Sinner, e per questo consigliava a Jannik di comportarsi come “un giocatore da poker” e non esternare troppo, per non dare una vantaggio all’avversario.
    “A volte sei stanco e non devi farlo vedere all’avversario” continua Vagnozzi. “Oggi nel secondo set è scesa un po’ l’energia: se l’avversario lo percepisce, può prenderne vantaggio. Devi saper mascherare un po’ emozioni e situazioni fisiche”. Anche consigli tecnici diretti a Jannik: “Durante la partita avevamo consigliato qualche kick in più per iniziare lo scambio in vantaggio. Poi il fastidio all’addominale complicava la situazione, sentiva più dolore lanciando la palla indietro. Forse a un certo punto ha giocato troppo centrale e Aliassime ha potuto tirare forte col diritto a sventaglio. Non è facile cambiare altezze contro chi serve e spinge così tanto”.
    L’evoluzione e grandezza di Sinner sta anche in come sia riuscito a passare da tennista potentissimo e aggressivo a giocatore più completo, lucido nel capire i momenti del match e pronto a cambiare gioco per pungere l’avversario sulle debolezze: “Jannik sta diventando un giocatore più tattico. Prima giocava solo su se stesso mentre ora riesce a lavorare anche sui punti deboli dell’avversario. La palla va velocissima, è difficile cambiare tanto, ma cerchiamo sempre qualche soluzione: stasera per esempio palle più liftate sul rovescio di Auger-Aliassime, cercando di aprire più l’angolo”. Una vittoria più difficile di quanto ci si potesse aspettare, visto il ricordo del recente scontro di Cincinnati, dominato in modo totale da Sinner. Ma ogni match fa storia a se, e anzi, questo tipo di vittorie più sofferte sono quelle che danno una soddisfazione maggiore.
    La finale contro Alcaraz sarà del tutto nuova, anche se i due si sono affrontati quest’anno in 4 finali: Roma, Roland Garros, Wimbledon e la sfortunatissima parentesi di Cincinnati, un match non giocato da un Jannik k.o. “Sarà un match complicatissimo, Carlos proverà a fare qualcosa di diverso rispetto alla finale di Wimbledon, quindi dobbiamo prepararci. Domani sarà importante lavorare su qualche dettaglio tattico. Poi bisogna andare a giocare, godersela e spingere senza pressioni. Sinner arriva con tanta fiducia dopo un anno giocato bene. Carlos sta giocando altrettanto bene: sarà uno spettacolo anche domenica. Come affrontarla? Si conoscono molto bene ma proveremo a fare qualcosa di diverso dal punto di vista tattico. Gli aggiustamenti ci sono sempre, anche durante la partita. Carlos può variare molto, può fare diverse tattiche, quindi bisogna prepararsi al meglio e cercare di eseguire il piano studiato”.
    L’approccio alla partita sarà decisivo, l’obiettivo è abbassare la tensione e trovare concentrazione con la massima leggerezza possibile, nonostante la posta in palio sia massima: “Cerchiamo di viverla nel modo più tranquillo possibile. È lavoro, ma anche divertimento e passione. Siamo privilegiati ad essere qui e dobbiamo godercela il più possibile” conclude Vagnozzi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Che cuore (e classe) Djokovic, ma non basta. Alcaraz è troppo potente e veloce, vince in tre set e torna in finale a US Open

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    Mai sottovalutare il cuore di un campione. Una frase bella, toccante, racconta fiabe e imprese fantastiche di atleti straordinari che riescono ad andare oltre alla fatica, agli anni, alle difficoltà, realizzando l’impossibile. Leggende che danno tutto e di più, ma stavolta per il “vecchio” campione non c’è lieto fine. Un cuore immenso, abbinato ad una classe cristallina, non sono sufficienti a Novak Djokovic per arginare la prepotenza, classe e velocità brutali di Carlos Alcaraz nella prima semifinale di US Open. Regge con le unghie e determinazione leonina il serbo, ma il servizio lo tradisce in passaggi importanti (il tiebreak del secondo set in particolare) e lo spagnolo scappa via verso un meritato successo che lo riporta in finale a New York. Finisce 6-4 7-6(4) 6-2 per Alcaraz, che ora attende l’esito della seconda semifinale tra Jannik Sinner e Felix Auger-Aliassime. Qua Carlos vinse il suo primo Slam nel 2022, diventando il n.1 più giovane della storia da quando il ranking è calcolato al computer; potrebbe tornarlo scalzando Sinner se vincerà il torneo (o se Jannik perdesse stanotte la sua semifinale).
    È stata una partita notevole, con fiammate di qualità assoluta e un secondo parziale di grande equilibrio e spettacolo, con il pubblico tutto in piedi quando Djokovic è andato avanti di un break all’improvviso, e poi che reazione Alcaraz, di potenza e rabbia, con colpi eccellenti. A Djokovic è mancato l’aiuto del servizio, ma non solo: ha pagato con la risposta di diritto – e lì tanto e bene ha martellato Carlos – ma soprattutto è mancata la forza nelle gambe per reggere l’impatto di scambi mozzafiato e durissimi. Infatti i migliori punti il serbo se li è presi attaccando, prendendosi rischi, venendo a rete e tirando con precisione geometrica il rovescio lungo linea; ma quando si è andati allo scontro frontale, al braccio di ferro a massima velocità in scambi intensi, Alcaraz è stato nettamente più forte e costante. Un Alcaraz non brillantissimo e più pratico rispetto a tante sue partite dove ha abbagliato per colpi vincenti a mille all’ora e soluzioni da show-time. Contro Djokovic si è attenuto maggiormente a una tattica più semplice: concretezza. Nessuno oggi riesce ad accelerare quanto lui da ogni posizione, colpendo palle basse, “morte” o altissime generando una potenza inarrivabile; per questo ha condotto – giustamente – la partita senza cercare la riga o il vincente a tutti i costi ma giocando con potenza e profondità, in modo da forzare l’errore dell’avversario dopo tre o quattro pallate consistenti.
    A inizio partita Djokovic ha testato un po’ tutto il testabile, ma è stato respinto con perdite perché Carlos ha risposto molto bene, agevolato anche da una giornata grigia del serbo con la prima palla (60% di prime per “Nole”, ma in realtà nei momenti cruciali è stato ben sotto al 50% e l’ha pagato a caro prezzo). Ha capito ben presto Novak che provare a solleticare il diritto cross di Carlos per non lasciargli il centro del campo, un po’ come fa Sinner, non era assolutamente il caso perché Djokovic non ha più le gambe di Jannik e alla fine alzando troppo la velocità di scambio banalmente la palla ti torna così veloce che non fai in tempo a gestirla. Per questo Novak ha scelto, correttamente, di verticalizzare molto, andando più col lungo linea e attaccando spesso la rete (31 discese a rete, tante, vincendo solo 17 punti). Non c’è moltissimo che Djokovic potesse fare meglio: ha retto con la sua solita grinta e voglia, ha lottato, ha “sputato sangue” fino a morire dissanguato, ma non è bastato perché Alcaraz ha subito un solo piccolo passaggio a vuoto all’avvio del secondo set, prontamente tamponato, e poi ha servito bene (84% di punti con la prima palla). Questo è stato forse il vero handicap di “Nole”: visto che non poteva vincerla di corsa e di potenza contro uno troppo più rapido e potente, doveva assolutamente fare più differenza con i colpi d’inizio gioco. Non ha ricavato con la battuta quanto fatto per esempio contro Carlos in Australia; non ha nemmeno risposto così bene, in particolare col diritto sulle prime esterne da destra. Con un angolo esterno ben calibrato e gestito, Alcaraz non è quasi mai andato sotto nei suoi game, tanto da concedere una sola palla break, peraltro sfruttata da Djokovic nella prima fase del secondo set. Per battere Alcaraz devi rispondere di più e mettergli più pressione. In risposta troppo flebile Novak, e quando ha provato a restare nello scambio alla velocità dell’altro ha consumato tante di quelle energie che ha pagato da lì a breve.
    Che dire, è andata più o meno come ci si aspettava. Questo Alcaraz così ben preparato, in fiducia, forte con i colpi d’inizio gioco e continuo, è un avversario quasi imbattibile. Solo un Sinner al massimo può provare ad arrestarlo. Forse. C’ha provato a tutta Djokovic, e dobbiamo solo alzarci in piedi ad applaudire la sua voglia e coraggio a 38 anni. Ha chiuso il 2025 Slam con 4 semifinali, due perse da Sinner e una da Alcaraz, (la prima si è ritirato, infortunato). Chapeau “Nole”, ma che classe e potenza Carlitos… Un concentrato così supremo di anticipo, potenza, velocità in campo e destrezza è qualcosa di inarrivabile. È una benedizione per chi ama il tennis.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Djokovic alza la prima palla del match e va dritto sul diritto cross di Alcaraz, forzandone l’errore. Un solo punto, ma è già un tema del match: bloccare Carlos lì e non permettergli di comandare. Sul 15 pari prova il serve and volley, ma la volée non passa la rete, è un tentativo onesto, mischiare molto le carte in tavola. Il secondo errore di rovescio del game, sul 30 pari, costa al serbo una palla break. Si butta a rete Alcaraz, seguendo la sua spinta, ma la volée di rovescio è incerta e muore nel net. La palla di Carlos è velocissima, più di quella di Novak. Una risposta di diritto rapida gli vale la PB#2. Cerca profondità col diritto dal centro Djokovic, ma la palla gli esce di una spanna. BREAK Alcaraz, 1-0, 7 minuti e già lotta molto intensa e Alcaraz sembra aver una marcia in più e non soffrire così tanto gli schemi del rivale. A 30 Alcaraz vince il secondo game, Djokovic sembra non reggere la massima velocità imposta dal rivale col diritto, e rischia una spinta massima per non scambiare troppo. Sul 30-15 Carlos entra di puro timing nel servizio del serbo colpendo una risposta vincente da cineteca, da manuale. Quindi si prende il centro del campo e attacca. 30-40, palla del doppio break. Si salva con una prima palla al corpo. Con il servizio e poi un gran diritto lungo linea Djokovic muove lo score, 2-1. Dopo 23 minuti arriva il primo big-joint del match, un passante di rovescio in corsa lungo linea di “Nole” stellare. Soffia Carlos, sbalordito da cotanta esecuzione. 3-1 Alcaraz nonostante un doppio fallo e un paio di sbavature. La sensazione netta è che Carlos faccia tutto a velocità doppia di Novak, o forse pure un po’ rapidamente… Però il rovescio lungo linea del “Djoker” è ancora una bellezza e Carlito non lo legge. Il problema di Djokovic è proprio la velocità estrema di Alcaraz, entra nella palla con una combinazione di potenza, energia, profondità, che le gambe del serbo non ce la fanno. Lo dimostra il forcing sul 30-15 nel sesto game, quattro colpi uno più pesante e anticipato del precedente. 4-2 Alcaraz. Alla fine Djokovic riesce a fare buoni punti col servizio o entrando molto rapido nella palla, provare lo scambio non funziona perché l’altro va sopra e “spacca tutto”. È salito il rendimento della prima palla di “Nole”, resta aggrappato al rivale. Ma il problema, grosso problema… è che in risposta il serbo non riesce ad incidere. Sul 5-3 ha vinto solo 7 punti quando serve Carlos, con un game ai vantaggi… Alcaraz serve per il set sul 5-4, ma è Djokovic a prendersi la scena vincendo uno scambio spettacolare di tocco, tutti in piedi! Risponde di rovescio il serbo, 30 pari, primo picco di tensione per lo spagnolo che l’Ashe che urla “Nole Nole!”. Lo spagnolo tira forte sul diritto del rivale, la risposta non passa la rete. Set Point Alcaraz. Altro servizio sul diritto, stessa risposta. SET Alcaraz, 6-4 in 48 minuti. Encomiabile la resistenza di Novak, ma lo spagnolo è superiore. 57% di prime in gioco per Djokovic, non molte contro un rivale del genere.
    Djokovic riparte al servizio, ma perde i primi due punti, il secondo buttandosi (bene) a rete ma non chiudendo (male) lo smash. 0-30. Carlos arriva a un dito dallo 0-40, una bordata di diritto gli esce di poco e sarebbe stata winner. Poi è bravo Djokovic ad anticipare e attaccare con precisione. ECCEZIONALE il diritto di Novak, un lungo linea, alla velocità di Carlos che gli vale il game, 1-0. Ma che rischi deve prendersi… È il metro della forza del rivale. Attenzione: nel secondo game ecco due gratuiti di Alcaraz, primo calo di concentrazione. È un attimo, ma Djokovic è lì pronto e lo score è 30-40, palla break per il serbo. Che Scambio!!! Carlos attacca a tutta, ma Novak si difende, trova un bel taglio stretto e poi lob, alla fine è Alcaraz, ricacciato indietro, a sbagliare. 2-0 Djokovic, l’Ashe è tutto in piedi quando scatta l’ora di gioco. In un attimo il “Djoker” vola 3-0, parziale di sei punti a zero, con Carlos spettatore non pagante in risposta. Lo spagnolo ritrova un assetto ottimale nel quarto game, servizio e velocità col diritto, 3-1. Lo spettacolo ora è molto interessante: Alcaraz sale, sale, sale altissimo di livello, la risposta torna velocissima. Sul 30 pari Carlos trova un passante di tocco, senza aprire, con un controllo micidiale. Applaude anche Djokovic, c’è palla del contro break sul 30-40. Si scambia sul rovescio, a massima velocità, ed è Novak il primo a sbagliare. Contro BREAK, 3-2 e quindi 3 pari con un ottimo turno di servizio. La partita si è accesa, anche il pubblico partecipa molto, con un buonissimo livello di gioco. È notevole vedere la tattica e sapienza di Novak controbattere in questa fase ad armi pari con l’irruenza giovanile del rivale. Sul 4 pari il momento è topico. Djokovic non trova la prima palla, anzi inizia col doppio fallo. Poi propone una palla troppo centrale che il rovescio di Alcaraz aggredisce con perfetta geometria. 0-30, attenzione… Che scambio arriva! Pareva la Playstation, ritmo assurdo e palla che esplora tutto il campo, con Carlos che trova il nastro perdente. 27 colpi di bellezza. Sfortunato lo spagnolo sul 30 pari, con una smorzata tatticamente perfetta ma che sbatte sul nastro e non passa. Nerissimo Charly, era il momento, perché poi Djokovic serve bene e vola 5-4. Più lisci i turni di Carlos, è così in tutto il match eccetto quello dell’improvviso break concesso. 5 pari. La qualità di gioco è molto alta, anche il serbo vince un turno a zero, con un altro rovescio lungo linea perfetto, e Carlos lo segue a ruota. Tiebreak. Rischia il S&V Novak con buon angolo, ma che bella risposta bloccata di diritto, gli resta bassa e la volée è quasi impossibile. Scelta di Nole troppo ardita… Bellissimo punto di Novak!!!!! Che angolo stretto con la smorzata, e poi come tocca la palla in allungo. Tutti in piedi! 2-1. Sfonda con la sua potenza Alcaraz, 3-1, torna avanti, mentre Djokovic non mette una prima. Stavolta la smorzata è pessima per il serbo, la palla quasi non arriva alla rete. 4-1 con due mini break per Alcaraz. Regala col diritto Carlos, si gira sul 4-2. Assurdo come, di nuovo, Djokovic si prende il punto correndo avanti e rimettendo col polso una palla stretta, imprendibile. Che Campione! 4-3. Se la velocità di scambio sale, Carlos è più forte, e poi il serbo gioca senza prima palla, handicap impossibile. 5-3 e poi 5-4. Ora serve lo spagnolo. Con una prima palla potentissima arrivano due Set Point per Carlos, 6 a 4. Vola via la risposta di Djokovic, SET Alcaraz, 7 punti a 4. Grandissimo set, spettacolo, tensione agonistica, encomiabile il vecchio campione, che si fa massaggiare alla spalla destra al cambio di campo.
    Terzo set, Alcaraz riparte al servizio forte di due set di vantaggio. Gioca fluido e sereno, game rapido, può fare corsa di testa. Resiste Djokovic, ma risalire è più di un impresa (c’è riuscito 8 volte da due set sotto…). Nel quarto game Djokovic stecca un diritto per eccesso di rotazione del busto, gli costa un pericoloso 15-30. E la prima palla non lo aiuta di nuovo, pure doppio fallo. Il volto del serbo non cela la tensione, è 15-40, perdere un punto ora potrebbe significare Sipario per una prestazione importante, ma non sufficiente. Si butta a rete Novak, coraggio, e tocco esterno eccellente, con lo spagnolo che cerca addirittura il passante a una mano al di là del paletto, ma non va di poco. Niente sul 30-40 arriva il secondo doppio fallo per Djokovic, BREAK, un segnale di fatica, di resa, come puoi reggere il ritmo altissimo del rivale pure senza l’aiuto del servizio… Alcaraz è avanti 3-1, pronto a martellare sul diritto il rivale, prendendolo sistematicamente in contro piede. Quasi si piegano le ginocchia di “Nole” sul 30-15, all’ennesimo recupero. Con il sesto Ace lo score è 4-1 per Alcaraz. Vede già lo striscione del traguardo e la seconda finale in carriera a US Open. Djokovic ormai è sfinito, commette un altro doppio fallo sul 5-2, 15-30, ci sono due Match Point. Si butta avanti Novak, ma il tocco di volo è largo. Finisce così, un bel saluto tra i due, il giusto tributo del “vecchio” campione al giovane campione, tennista destinato a scrivere pagine di nuove leggenda. Due set di altissimo livello, era scontato che per Djokovic fosse fondamentale partire bene, non c’è riuscito. Applausi comunque alla sua tigna e classe, e altrettanti applausi ad Alcaraz per come è riuscito a giocare forte, fortissimo, intenso. È in finale senza aver preso un set, non gli è mai successo in uno Slam.

    N. Djokovic vs C. Alcaraz Slam Us Open N. Djokovic [7]462 C. Alcaraz [2]676 Vincitore: C. Alcaraz ServizioSvolgimentoSet 3N. Djokovic 0-15 15-15 15-30 15-402-5 → 2-6C. Alcaraz 15-0 30-0 40-02-4 → 2-5N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 40-15 40-301-4 → 2-4C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-151-3 → 1-4N. Djokovic 15-0 15-15 15-30 15-40 30-401-2 → 1-3C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-1 → 1-2N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-1* 0-2* 1*-2 1*-3 1-4* 2-4* 3*-4 3*-5 4-5* 4-6*6-6 → 6-7C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-156-5 → 6-6N. Djokovic 15-0 30-0 40-05-5 → 6-5C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-155-4 → 5-5N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-4 → 5-4C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-15 40-304-3 → 4-4N. Djokovic 15-0 30-0 40-03-3 → 4-3C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 40-153-2 → 3-3N. Djokovic 0-15 15-15 15-30 30-30 30-403-1 → 3-2C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-153-0 → 3-1N. Djokovic 15-0 30-0 40-02-0 → 3-0C. Alcaraz 0-15 15-15 15-30 30-30 30-401-0 → 2-0N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-5 → 4-6N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-153-5 → 4-5C. Alcaraz 15-0 30-0 40-03-4 → 3-5N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 30-30 40-302-4 → 3-4C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 40-152-3 → 2-4N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-3 → 2-3C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-401-2 → 1-3N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-400-2 → 1-2C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-1 → 0-2N. Djokovic 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO