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    Jakub Mensik premiato come “Newcomer of the Year” 2024. Michael Russell premiato come Coach dell’Anno

    Jakub Mensik CZE, 01.09.2005

    Jakub Mensik è stato nominato “Newcomer of the Year” agli ATP Awards 2024, riconoscimento che premia la sua straordinaria ascesa nel circuito nell’ultimo anno. Il diciannovenne ceco segue così le orme di campioni come Arthur Fils, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.Il premio, votato dai giocatori stessi, conferma l’impatto che Mensik ha avuto nel suo anno di debutto nel circuito maggiore, promettendo un futuro brillante per il tennis ceco.
    Una Stagione di Successi“Sono super felice e onorato di essere stato nominato Newcomer of the Year,” ha dichiarato Mensik. “Vorrei ringraziare tutti per i voti e i fan in tutto il mondo per il loro supporto e affetto. Significa davvero molto.”Il momento chiave della stagione è arrivato a febbraio a Doha, dove ha raggiunto la sua prima finale ATP. Nel suo primo main draw a livello tour, ha sconfitto in sequenza Andy Murray, Andrey Rublev e Gaël Monfils, prima di arrendersi a Karen Khachanov nell’atto conclusivo. La vittoria su Rublev lo ha reso il più giovane giocatore a battere un top-5 dai tempi di Alcaraz contro Tsitsipas agli US Open 2021.
    I Successi della Seconda Parte di StagioneDopo aver rappresentato la Repubblica Ceca alle Olimpiadi di Parigi e aver raggiunto il terzo turno agli US Open, Mensik ha trovato un altro gear in ottobre:– Quarti di finale al Masters 1000 di Shanghai– Quarti di finale all’ATP 500 di Vienna– Due vittorie contro top-10 (Rublev e Dimitrov)– Best ranking di numero 48 ATPIl giovane ceco concluderà la sua stagione alle Next Gen ATP Finals di Jeddah (18-22 dicembre), dove si confronterà con i migliori under-20 del circuito.
    Michael Russell, invece, è stato eletto Coach dell’Anno agli ATP Awards 2024, un riconoscimento che premia lo straordinario lavoro svolto con Taylor Fritz, che sotto la sua guida ha raggiunto il numero 4 del ranking mondiale.
    I Successi con FritzSotto la guida di Russell, Fritz ha raggiunto traguardi storici nel 2024:– Prima finale Slam agli US Open– Finale alle ATP Finals– Miglior piazzamento di fine anno per un americano dal 2006 (James Blake)– Due titoli ATP 250 (Delray Beach ed Eastbourne)– Record stagionale di 53-23
    Le Parole del Coach“È incredibile. Sono onorato,” ha dichiarato Russell ad ATPTour.com. “Sono umilmente grato di essere stato scelto dai miei colleghi ATP. Significa molto. Lavoriamo tutti duramente dietro le quinte, passiamo molte ore a preparare i giocatori per metterli nella migliore posizione possibile e massimizzare il loro talento.”
    Il Metodo RussellEx numero 60 ATP, Russell lavora con Fritz dal 2021 e si concentra principalmente sugli obiettivi di processo: “Mi focalizzo sul lavoro in palestra, sul renderlo più veloce in campo e sul farlo diventare un giocatore più completo. I risultati parlano da soli.”
    Lo Sguardo al FuturoRussell vede il 2024 come un anno cruciale per Fritz nell’acquisire esperienza nei grandi palcoscenici: “È importante che il giocatore mantenga la fiducia nei momenti importanti. Le esperienze vissute quest’anno gli hanno dato più sicurezza, eliminando i dubbi. Il mio lavoro è assicurarmi che si senta preparato strategicamente, tatticamente e fisicamente per questi match.”La coppia Russell-Fritz si conferma una delle più efficaci del circuito, con ambizioni sempre maggiori per il 2025 e oltre.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Michael Russell: L’architetto dietro il successo di Taylor Fritz

    Michael Russell nella foto

    Negli ultimi anni, Taylor Fritz si è imposto come uno dei volti più riconoscibili del circuito ATP, ma dietro al suo successo c’è una figura meno esposta ai riflettori: il suo allenatore, Michael Russell. Oggi vogliamo scoprire di più sull’uomo che ha guidato Fritz all’elite del tennis mondiale.
    Michael Russell, 45 anni, ha calcato i campi da tennis come professionista dal 1998 al 2015, raggiungendo la top 60 del ranking ATP senza tuttavia conquistare titoli individuali. La sua statura non particolarmente imponente, sotto l’1.75m, non ha facilitato il suo percorso. Come coach, ha lavorato con atleti del calibro di Frances Tiafoe, Ryan Harrison, Tennys Sandgren, Sam Querrey e Mackenzie McDonald, prima di diventare l’allenatore di Taylor Fritz, trasformandolo nel miglior tennista statunitense del momento. In una recente intervista con Tennis.com, Russell ha condiviso alcuni spunti sulla sua attuale attività e sulle sue origini.
    Una Fama di ImperturbabilitàRussell affronta con humor la reputazione di essere un allenatore inespressivo e imperturbabile. “Letteralmente, non mostro alcuna espressione,” ammette il nativo di Detroit. Questa caratteristica, spesso oggetto di scherzi tra i giocatori, si contrappone alla necessità di alcuni atleti di ricevere una motivazione aggiuntiva dall’esterno. “La motivazione di Taylor è sempre alta, quindi preferisco offrirgli un atteggiamento positivo e controllato,” spiega Russell, rimanendo fedele ai suoi principi.
    Dall’Era del Giocatore al CoachingRiflettendo sulla sua carriera da giocatore, Russell riconosce che le sue umili origini differiscono molto dall’attuale panorama tennistico. La solitudine lo ha costretto a sviluppare una forte mentalità e a sfruttare al meglio le opportunità, un approccio che ora applica nell’aiutare Fritz. “Ero solo la maggior parte del tempo… Quando ho deciso di ritirarmi, il mio fisico stava già cedendo. Fu in quel momento che realizzai quanto mi piacesse aiutare gli altri a migliorare,” ricorda con affetto Russell, che raggiunse gli ottavi di finale al Roland Garros 2001, sfiorando l’impresa contro Gustavo Kuerten.
    Coaching e Comunicazione sul CampoSebbene spesso resti nell’ombra rispetto a Paul Annacone, l’altro coach di Fritz, Russell ha sempre svolto un ruolo cruciale senza cercare la ribalta. L’introduzione del coaching in partita nel circuito professionistico ha sollevato dibattiti, ma non ha causato le catastrofi temute. Fritz, noto per la sua riservatezza verso questa pratica, trova in Russell un partner discreto ma efficace. “Anche se Taylor ha espresso più volte la sua antipatia per il coaching in partita, comunichiamo per scambiarci indicazioni chiave,” conclude Russell, sottolineando l’importanza di una comunicazione mirata per mantenere la concentrazione del giocatore.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO