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    Zheng Qinwen si ferma per tornare più forte: operata al gomito destro, ora parte la riabilitazione

    Qinwen Zheng CHN, 08.10.2002 – Foto getty images

    “Prendo una pausa per ritornare più forte.” Con queste parole, Zheng Qinwen ha annunciato ai suoi tifosi una pausa forzata dal circuito. La numero 6 del mondo, una delle protagoniste della stagione, ha infatti subito con successo un intervento chirurgico al gomito destro per risolvere un fastidioso dolore che da tempo ne condizionava le prestazioni.
    La tennista cinese, tra le rivelazioni dell’ultimo anno e sempre più stabilmente nella top 10 WTA, ha voluto rassicurare i fan: ora l’obiettivo primario è la piena guarigione e una riabilitazione accurata, per poter tornare in campo nelle migliori condizioni possibili.
    Il messaggio di Zheng, “Prendo una pausa per tornare più forte”, racconta tutta la sua determinazione e la voglia di riprendersi lo spazio che si è conquistata tra le grandi del tennis mondiale. In queste ore sono tantissimi i messaggi di incoraggiamento arrivati sui social, con l’augurio che la “Queen Wen” possa tornare presto a lottare per i traguardi più ambiziosi.Forza Zheng: il tennis aspetta il tuo ritorno!
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Elias Ymer, dieci anni di rincorsa verso la top100: “Il livello è più alto che mai”

    Elias Ymer nella foto

    Sono passati più di dieci anni da quando Elias Ymer ha fatto il suo debutto nel circuito professionistico, ma la sua carriera porta ancora una grande lacuna: l’approdo stabile tra i primi 100 del mondo. Il suo volto era presente nella primissima lista dei #NextGen, una campagna inaugurale che ha lanciato diversi top10… e altri che, come il tennista svedese, non sono mai riusciti a entrare nell’élite mondiale. A 29 anni appena compiuti lo scorso aprile, Elias non ha mai smesso di crederci e continua a inseguire quel sogno, lavorando duro nella speranza che arrivi finalmente il suo momento.
    La realtà, però, sembra andare in un’altra direzione: oggi Ymer occupa la posizione numero 235 del ranking ATP. In un’intervista ripresa da tennis.com, il più grande dei fratelli Ymer ha spiegato le sue ambizioni, il percorso di crescita e la sua continua ricerca di un’identità tecnica ancora da costruire pienamente.
    “Sto scoprendo sempre di più il mio stile di gioco, sento che ogni giorno mi avvicino a quel momento in cui tutto potrà incastrarsi. Sto cercando di evolvere, di essere più aggressivo in campo, di andare più spesso a rete. So di avere questo tennis dentro di me, ma finora non sono riuscito a mostrarlo davvero. L’obiettivo è costruire uno stile di gioco più offensivo, che sia la mia forza e non il mio limite”, racconta Ymer, che nel 2018 arrivò fino al numero 105 ATP, il punto più vicino alla sua meta.
    Oggi, però, arrivare tra i primi 100 è diventato ancora più complicato. “Il livello si è alzato in modo incredibile. Una volta si pensava che solo i primi 100 sapessero davvero giocare a tennis, o magari i top50, o addirittura il top20. Ma oggi anche i giocatori tra i primi 200 o 300 possono esprimere un tennis eccezionale in una giornata particolare. Il gap si è ridotto moltissimo”, riflette Elias.
    Con un bilancio stagionale di 21 vittorie e 15 sconfitte, i risultati recenti non fanno presagire un immediato ingresso tra i migliori cento. Ma Ymer continua a essere il miglior tennista della Svezia, in un Paese che non trova più veri leader dai tempi di Robin Soderling. I fratelli Ymer hanno portato avanti sulle spalle un’eredità pesante, tentando di tenere viva una tradizione che per decenni ha prodotto campioni quasi “in automatico”.
    “Probabilmente siamo ancora un po’ troppo legati ai tempi d’oro, ma il tennis è diventato uno sport molto competitivo. Essere un professionista oggi significa affrontare un livello altissimo e, dopo una buona carriera da junior, trovarsi a perdere più spesso può mettere a dura prova la fiducia. Il mio consiglio ai giovani è di uscire dai tornei Futures il prima possibile: quei livelli possono essere mentalmente durissimi”, conclude Ymer.
    Per ora, il suo sogno resta aperto. Chissà che la maturità, la consapevolezza e la voglia di cambiare gioco non possano regalare a Elias Ymer la soddisfazione che insegue da una vita.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Rublev conferma: “Voglio continuare con Marat Safin, manca solo qualche dettaglio”

    Andrey Rublev nella foto – Foto Getty Images

    Andrey Rublev ha trovato una nuova guida in Marat Safin e la collaborazione tra i due sembra destinata a proseguire, nonostante i risultati non entusiasmanti sulla terra battuta. Arrivato all’ATP 500 di Halle 2025, il tennista russo è stato subito interrogato sulla possibilità di dare continuità a questo rapporto professionale che tanto ha incuriosito il circuito.
    “Ci sono ancora alcuni dettagli da sistemare, ma abbiamo già parlato per continuare insieme. Credo che tutto si risolverà e potremo proseguire il lavoro fianco a fianco,” ha dichiarato Rublev a tennis.com, mostrando grande fiducia nel valore di Safin come consulente tecnico e motivatore.
    Dopo una stagione sul rosso al di sotto delle aspettative, Rublev guarda ora con ottimismo alla parte di calendario sull’erba e alla seconda metà della stagione. La presenza di un campione come Safin al suo fianco, con tutta la sua esperienza e il suo carisma, rappresenta un valore aggiunto nella crescita di Andrey, che punta a ritrovare il feeling con le vittorie e a rilanciare le sue ambizioni nei prossimi mesi.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Djokovic inquieta: “Se non vinco uno Slam in due anni, mi chiederò se vale la pena continuare”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Patrick Boren

    Continuano a emergere dichiarazioni inquietanti da parte di Novak Djokovic dopo la sua sconfitta contro Sinner al Roland Garros 2025. In dichiarazioni riportate dal media serbo Sportklub, la leggenda del tennis ha risposto alle insistenti domande dei giornalisti su un possibile ritiro a breve termine con parole di un certo peso.
    “Se non vinco un titolo di Grand Slam in un anno e mezzo o due, mi chiederò se vale la pena continuare a competere”, ha dichiarato il serbo, lasciando trasparire per la prima volta dubbi concreti sul suo futuro nel circuito. Queste parole rappresentano un segnale d’allarme per tutti gli appassionati di tennis, che potrebbero dover fare i conti con l’addio di uno dei più grandi campioni della storia.
    Le dichiarazioni assumono un peso ancora maggiore considerando che Djokovic non vince un Grande Slam dall’US Open 2023, un digiuno che per i suoi standard rappresenta un’eternità. Il serbo, abituato a dominare sui palcoscenici più prestigiosi del tennis mondiale, sembra aver posto un ultimatum a sé stesso che potrebbe determinare il suo futuro nello sport.Tuttavia, c’è un elemento che potrebbe attenuare questa sete di vittorie: il titolo olimpico conquistato lo scorso anno. L’oro di Parigi 2024 rappresentava l’ultimo tassello mancante nella straordinaria carriera di Djokovic, un obiettivo che aveva inseguito per tutta la vita e che potrebbe concedergli qualche respiro in più prima di prendere una decisione drastica sul suo futuro.
    Il digiuno di Slam che sta attraversando Djokovic non è solo una questione statistica, ma tocca l’essenza stessa di ciò che lo ha sempre motivato. Il serbo ha costruito la sua leggenda proprio sulla capacità di vincere i tornei più importanti, e trovarsi in questa situazione di “astinenza” da vittorie nei Major rappresenta una sfida psicologica enorme per un campione del suo calibro.Le parole del serbo arrivano in un momento in cui il tennis sta vivendo un evidente cambio generazionale. L’ascesa di Sinner e Alcaraz, la crescita di altri giovani talenti e il naturale scorrere del tempo stanno ridisegnando gli equilibri del circuito. Djokovic, a 38 anni, si trova a dover fare i conti con una realtà che sta cambiando rapidamente.
    La scadenza di “un anno e mezzo o due” fissata da Djokovic porta direttamente verso le Olimpiadi di Los Angeles 2028, un orizzonte temporale che potrebbe rappresentare il suo ultimo grande obiettivo. Tuttavia, le sue dichiarazioni sembrano indicare che la priorità rimane sui Grand Slam, i tornei che hanno sempre rappresentato il metro di giudizio della sua grandezza.Il fatto che queste dichiarazioni siano arrivate subito dopo la sconfitta contro Sinner non è casuale. Il confronto diretto con il numero uno del mondo ha probabilmente fatto riflettere Djokovic sulla distanza che si sta creando tra lui e i nuovi dominatori del circuito. La sensazione di non essere più competitivo ai massimi livelli potrebbe aver accelerato questi pensieri.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    La dipendenza nascosta del tennis: quando gli integratori diventano ansia

    Daniil Medvedev nella foto – Foto Getty Images

    Nel tennis moderno, accanto ai tradizionali banane e datteri che vediamo consumare in campo, si è sviluppato un mondo parallelo fatto di integratori, vitamine e supplementi che accompagnano i giocatori professionisti in ogni torneo del circuito. Quello che un tempo era un supporto marginale è diventato oggi parte fondamentale della routine quotidiana dei tennisti, generando però non solo benefici, ma anche ansie e preoccupazioni.
    “In realtà non sono poi così tanti”, ha cercato di minimizzare Daniil Medvedev in un’intervista rivelatrice a The National News. “Nel tennis ci si ammala spesso. Nella vita normale, prendi un paracetamolo e vai avanti. Nel nostro mondo, se ti ammali e hai una partita il giorno dopo, ricorri a vitamina C, vitamina D, vitamina B, paracetamolo, qualsiasi cosa possa aiutarti. Finisci per prendere dieci supplementi solo perché non puoi permetterti di stare male.”Il campione russo ha poi toccato un punto cruciale sul tema, rivelando una verità poco discussa: “Non mi sorprenderebbe vedere qualcuno con 30 supplementi, e mi sorprenderebbe enormemente trovare un giocatore di vertice che ne dichiari solo quattro nel formulario. È semplice: senza supplementi, morirei in campo.”
    Questa dipendenza ha però generato un clima di crescente paranoia. “L’attuale panorama mi ha fatto sviluppare un’autentica preoccupazione per possibili contaminazioni”, ha continuato Medvedev. “‘Paranoico’ è sicuramente la parola giusta, ma ‘spaventato’ lo è altrettanto. Qualunque cosa tu prenda, fondamentalmente non hai alcuna certezza che sia pura.”
    Nel tennis, gli integratori nutrizionali sono fondamentali per mantenere alti livelli prestativi. Durante i match, i giocatori consumano carboidrati per mantenere stabile la glicemia, proteine o aminoacidi come BCAA e taurina per riparare i muscoli, zuccheri come banane o datteri per energia rapida e bevande isotoniche con sodio per reidratare.Questa paura è diventata endemica nel circuito, soprattutto dopo i recenti casi di positività accidentali. “Tutti assumiamo proteine, creatina, BCAA, omega-3, prodotti basilari che aiutano la salute e che anche molte persone comuni prendono”, ha spiegato Medvedev. “Ma non sai mai cosa potrebbe succedere se in qualche laboratorio commettono un errore. Per una persona normale sarebbe un fastidio, per noi può significare la fine della carriera.”
    Aryna Sabalenka ha espresso con franchezza lo stesso timore: “Ti entra in testa che se qualcuno usa anche solo una crema in tua presenza e risulti positivo, la tua reputazione è distrutta. Si finisce per vivere in costante apprensione. Soprattutto dopo i casi di Iga e Jannik. Non credo abbiano fatto nulla di intenzionale, ma questo ci insegna che dobbiamo essere ossessivamente attenti a ogni dettaglio.”
    La competizione ha portato anche a comportamenti al limite dell’etica professionale. Un preparatore fisico attualmente nel circuito ha rivelato, mantenendo l’anonimato: “Quando ho iniziato, spiavo continuamente cosa altri professionisti dessero ai loro atleti. Una volta ho persino cercato nella spazzatura per esaminare i supplementi usati da una giocatrice di vertice. In questo ambiente, ogni minimo vantaggio può fare la differenza.”Gli stessi rituali dei giocatori durante i match rivelano questa ossessione: vediamo spesso i tennisti richiedere urgentemente al proprio box specifiche bevande, preparate quasi in segreto per evitare che gli avversari possano carpire informazioni.
    Fuori dal campo, i giocatori si affidano anche a integratori come magnesio, calcio, vitamina D e omega-3 per affrontare una stagione intensa di 11 mesi. Secondo Straits Research, il mercato globale della nutrizione sportiva, valutato 49,60 miliardi di dollari nel 2024, raggiungerà i 94,30 miliardi entro il 2033.Novak Djokovic stesso, diventato uno degli atleti più preparati fisicamente grazie alla scienza dell’integrazione, nel gennaio 2024 ha lanciato SILA, cubetti elettrolitici descritti come “il sistema di integrazione più avanzato al mondo”.La fiducia verso gli integratori, però, è messa alla prova dai frequenti casi di contaminazione che hanno portato a sanzioni antidoping. Simona Halep, ex n°1 del mondo, ha ricevuto una squalifica poi ridotta per una contaminazione accidentale. Anche Iga Swiatek, n°2, ha subito una sospensione per un integratore contaminato con trimetazidina. Jasmine Paolini dichiara apertamente quanto sia diventato “spaventoso” assumere integratori, temendo contaminazioni involontarie.Jannik Sinner è stato squalificato per tre mesi a causa di una crema medicinale con clostebol, trasferita accidentalmente dal fisioterapista.
    Jessica Pegula, numero 4 del mondo, sostiene che gli integratori abbiano migliorato la sua salute immunitaria, permettendole di superare difficoltà fisiche ricorrenti.Coco Gauff, invece, preferisce evitare integratori e vitamine, affidandosi a frutta naturale durante le partite. La giovane statunitense afferma che, finora, non ha avuto carenze che richiedessero integrazione e preferisce procedere naturalmente, specialmente dopo esperienze frustranti nel cercare informazioni affidabili riguardo ai farmaci consentiti.
    Quello che emerge è un quadro complesso dove la necessità si intreccia con la paura, creando un circolo vizioso: più i giocatori dipendono dai supplementi, più cresce il timore di contaminazioni o errori. Un aspetto del tennis professionistico raramente discusso, ma che influenza profondamente la vita degli atleti ben oltre i riflettori dei grandi tornei.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Fils si separa da Grosjean nonostante i recenti successi. Indian Wells 2025 segna un’epoca: prima finale di Masters 1000 tra tennisti del XXI secolo

    Arthur Fils FRA, 2004.06.12 – Foto Getty Images

    Arthur Fils ha deciso di intraprendere un nuovo percorso nella sua carriera tennistica. Nonostante l’eccellente rendimento mostrato in questa stagione, il giovane talento francese ha scelto di interrompere la sua relazione professionale con Sebastian Grosjean.La decisione arriva in un momento particolarmente positivo per Fils, che con la guida del suo connazionale ha raggiunto il miglior livello della sua carriera negli ultimi 15 mesi. Sotto la gestione di Grosjean, il giovane francese ha compiuto notevoli progressi, scalando posizioni nel ranking ATP e mettendosi in mostra nei tornei più prestigiosi.
    La separazione appare quindi sorprendente, considerando i risultati ottenuti dalla coppia. Fils sembra determinato a voler dare ulteriori passi avanti nella sua progressione, evidentemente ritenendo necessario un cambiamento nella guida tecnica per raggiungere i suoi obiettivi futuri.Al momento, il giocatore francese non ha ancora annunciato chi sarà il sostituto di Grosjean. La scelta del nuovo allenatore sarà cruciale per il prosieguo della carriera di Fils, che punta a consolidarsi tra i migliori tennisti del circuito mondiale.Resta da vedere se questa decisione si rivelerà vincente nel lungo periodo o se la separazione da Grosjean, in un momento di grande forma, potrà influire negativamente sul rendimento del promettente tennista francese.
    La nuova generazione del tennis mondiale avanza con forza e Indian Wells 2025 costituirà un momento storico: per la prima volta, la finale di un Masters 1000 sarà disputata da due giocatori nati nel XXI secolo. Holger Rune e Jack Draper si affronteranno in una sfida che potrebbe anticipare un cambio di paradigma nel tennis mondiale.Questa finale rappresenta un chiaro segnale del ricambio generazionale in atto nel circuito ATP. Mentre i veterani continuano a lottare per mantenere le loro posizioni, i giovani talenti stanno emergendo con prepotenza, riuscendo finalmente a conquistare gli ultimi atti dei tornei più prestigiosi.
    Il danese Rune, con il suo tennis esplosivo e il suo carattere combattivo, e il britannico Draper, con il suo gioco mancino e la sua recente ascesa nel ranking, incarnano perfettamente questa nuova ondata di talenti. La loro presenza in finale a Indian Wells non è casuale, ma il frutto di un percorso di crescita che li ha portati a superare avversari di grande calibro.Questa finale storica non rappresenta solo un traguardo personale per i due tennisti, ma segna simbolicamente l’inizio di una nuova era nel tennis. Dopo anni di dominio da parte di Federer, Nadal, Djokovic e Murray, seguiti dalla generazione di Medvedev, Zverev, Tsitsipas e Alcaraz, ora sono i nati dopo il 2000 a rivendicare il proprio spazio ai vertici del tennis mondiale.Chiunque trionferà stasera nel deserto californiano, questa finale resterà negli annali come il primo atto ufficiale della completa transizione verso il tennis del futuro, un tennis che parla sempre più la lingua dei nativi digitali.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Mackie McDonald e USTA Foundation insieme per sostenere i talenti del tennis universitario

    Mackenzie McDonald USA, 16.04.1995

    La USTA Foundation, braccio filantropico della United States Tennis Association Incorporated (USTA), in collaborazione con il tennista professionista Mackenzie (Mackie) McDonald, ha annunciato oggi il lancio del “Mackie McDonald College Fund”. Questa nuova iniziativa offrirà sovvenzioni individuali a studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori che intendono proseguire la loro carriera tennistica a livello universitario.
    Il fondo sosterrà direttamente studenti-atleti cresciuti attraverso la rete National Junior Tennis & Learning (NJTL) della USTA Foundation, che comprende oltre 250 organizzazioni comunitarie diffuse in tutto il paese. Queste organizzazioni utilizzano il tennis per preparare giovani provenienti da comunità svantaggiate, offrendo loro strumenti essenziali per affrontare il futuro con sicurezza e consapevolezza.
    Mackie McDonald, che ha raggiunto il suo miglior ranking ATP al numero 37 in singolare e al numero 49 in doppio, è diventato celebre dopo aver sconfitto Rafael Nadal agli Australian Open del 2023. Prima di diventare professionista, McDonald ha avuto una carriera universitaria di grande successo. Nato a Piedmont, California, ha giocato per la squadra UCLA Bruins dal 2014 al 2016, conquistando il prestigioso titolo di All-American per tre anni consecutivi. Nel 2016, ha chiuso la stagione al primo posto delle classifiche ITA sia in singolare che in doppio, vincendo entrambi i titoli NCAA. Un’impresa che lo ha reso il primo atleta in 15 anni – e solo il quinto dal 1974 – a raggiungere tale risultato.
    Attraverso questa partnership con la USTA Foundation, McDonald desidera condividere la propria esperienza e ispirare le future generazioni di studenti, mostrando loro le straordinarie possibilità che la combinazione di studio e sport può offrire. Il tennista auspica che il fondo possa incentivare i giovani a comprendere il valore profondo dell’istruzione e a sviluppare competenze fondamentali per la vita, dentro e fuori dal campo.
    «Scegliere UCLA è stata una delle migliori decisioni della mia vita», ha dichiarato McDonald. «Sono orgoglioso di poter sostenere i ragazzi nel realizzare i loro sogni universitari, sia sportivi che accademici. È fondamentale garantire che ogni giovane, a prescindere dal proprio background, abbia l’opportunità di sfruttare appieno i benefici dell’istruzione superiore. Attendo con entusiasmo di vedere l’impatto positivo che questo fondo avrà non solo sui giovani beneficiari, ma anche sulle loro famiglie e comunità».
    Ginny Ehrlich, CEO della USTA Foundation, ha commentato: «Il Mackie McDonald College Fund non si limita a fornire borse di studio. La nostra ambizione è preparare i giovani ad affrontare con successo le sfide della vita universitaria e personale. Mackie condivide profondamente il nostro impegno nel formare leader del futuro, pronti a realizzare le proprie ambizioni in qualsiasi settore scelgano. La sua storia personale è testimonianza tangibile dei benefici ottenuti integrando impegno accademico e sportivo. Siamo felici di collaborare con lui per dotare i giovani degli strumenti necessari affinché diventino adulti completi, in grado di contribuire positivamente alla società».
    Le sovvenzioni individuali rappresentano una delle numerose iniziative con cui la USTA Foundation sostiene la rete NJTL, fondata nel 1969 da Arthur Ashe, Charlie Pasarell e Sheridan Snyder. Oggi, grazie alla USTA Foundation, oltre 168.000 giovani negli Stati Uniti accedono a opportunità che superano i confini del tennis, inclusi programmi di apprendimento emotivo e sociale, supporto scolastico, borse di studio e servizi per la preparazione alla carriera e al mondo universitario.
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    CVC Capital Partners pronta a investire 1 miliardo di dollari nel tennis

    CVC Capital Partners pronta a investire 1 miliardo di dollari nel tennis

    CVC Capital Partners, il colosso del private equity, ha presentato un’offerta di circa 1 miliardo di dollari (790 milioni di sterline) per acquisire un importante portfolio di tornei di tennis che include due dei più prestigiosi eventi annuali di questo sport.Secondo quanto riportato da Sky News, CVC è tra i principali offerenti per l’acquisto del Miami Open e del Madrid Open, due tornei che vedono la partecipazione dei migliori tennisti e tenniste del mondo.Le fonti vicine al processo di vendita, gestito da The Raine Group, hanno riferito che un ulteriore round di offerte – stimato intorno al miliardo di dollari – dovrebbe essere presentato entro la fine del mese.
    Gli asset sono attualmente di proprietà di Endeavor Group Holdings, la società globale di sport e intrattenimento guidata dall’ex agente di Hollywood Ari Emanuel.È interessante notare che lo stesso Emanuel è tra i concorrenti di CVC in questa operazione: il CEO di Endeavor avrebbe infatti ingaggiato i banchieri di Goldman Sachs per supportare la sua offerta personale. Non è ancora chiaro se Emanuel cercherà finanziamenti esterni per la sua proposta.
    Anche altre società di private equity, tra cui EQT Partners e Providence Equity Partners, avrebbero esaminato potenziali offerte, sebbene non sia certo se siano attualmente parte del processo d’asta.Diverse persone facoltose avrebbero espresso interesse nell’acquisto di singoli tornei, ma Endeavor punta a concludere un’unica transazione per tutti gli asset.Il portfolio in vendita include, oltre ai due prestigiosi tornei “1000”, anche il Barcelona Open e il torneo annuale pre-Wimbledon all’Hurlingham Club di Londra.Se l’offerta di CVC andasse a buon fine, rappresenterebbe il primo ingresso del prolifico investitore sportivo nella proprietà di tornei che vedono protagonisti i migliori giocatori maschili del mondo, come Carlos Alcaraz e Alexander Zverev.
    Da segnalare che Jannik Sinner, attuale numero uno del mondo, mancherà entrambi i tornei di proprietà IMG quest’anno dopo essere stato sospeso per tre mesi dall’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) a gennaio, mentre l’ex numero uno Novak Djokovic probabilmente escluderà entrambi gli eventi dal suo calendario ridotto per il 2025.Il Miami Open inizierà il 16 marzo, mentre il suo omologo di Madrid prenderà il via il 21 aprile. Entrambi i tornei fanno parte della serie ATP Masters 1000 e WTA 1000, un gradino sotto i quattro eventi annuali del Grande Slam che si svolgono a Melbourne, Parigi, Wimbledon e New York.
    CVC ha già una presenza significativa nel tennis professionistico, avendo formato nel 2023 una joint venture commerciale con la Women’s Tennis Association (WTA) con un investimento di 150 milioni di dollari. Nel primo anno completo della partnership, WTA Ventures ha registrato una crescita dei ricavi del 24%, in seguito a una nuova strategia che ha incluso le prime WTA Finals a Riyadh, in Arabia Saudita.Un insider del tennis ha dichiarato che il settore probabilmente accoglierebbe con favore ulteriori investimenti in questo sport.
    Dal 2006, quando ha preso il controllo della Formula Uno, CVC si è affermata come il più importante investitore di private equity nello sport a livello globale, con interessi che ora si estendono al calcio, rugby, cricket e pallavolo.Endeavor ha deciso di vendere i suoi asset tennistici, insieme a Frieze, l’azienda d’arte, dopo l’annuncio dell’aprile scorso che sarebbe stata privatizzata da Silver Lake, la società di private equity.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO