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    Djokovic si inchina ad Alcaraz e Sinner: “La finale del Roland Garros è stata storica”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Alla vigilia del suo debutto a Wimbledon 2025, Novak Djokovic ha voluto rendere omaggio a Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, protagonisti di una delle finali più memorabili degli ultimi anni sul rosso di Parigi. Il serbo, che nei giorni scorsi ha già assaggiato l’erba della Central Court allenandosi proprio con Alcaraz, ha raccontato alcune curiosità sul dietro le quinte di quella domenica di Roland Garros e ha sottolineato la portata storica della battaglia tra i due nuovi grandi rivali.
    “È stata una finale su una superficie diversa rispetto a questa, con uno stile di gioco differente, ma quello che hanno fatto in quella finale a Parigi è stato incredibile,” ha dichiarato Djokovic in un’intervista raccolta da Express. “Sinceramente, ero nel mio paese. Mia moglie voleva vedere la finale, io in realtà non avevo voglia di guardarla. Durante la prima parte del match siamo usciti a pranzo. Poi siamo tornati a casa… e alla fine l’abbiamo guardata. È stata una partita impressionante. Devo fare i complimenti a entrambi: è stato uno degli incontri più storici che il tennis abbia mai visto.”
    Parole forti e cariche di rispetto, specialmente perché pronunciate da chi negli ultimi vent’anni ha segnato la storia di questo sport. Djokovic, grande rivale e ancora punto di riferimento assoluto per tutti, non ha nascosto l’ammirazione per il livello raggiunto da Alcaraz e Sinner, veri e propri ambasciatori di una nuova era.
    Nonostante il rispetto, il serbo non ha perso tempo: nei giorni scorsi ha testato il campo centrale di Wimbledon proprio insieme a Carlos Alcaraz, ammettendo con autoironia che l’onore di aprire la Central spetta di diritto al campione in carica. “Carlos, come campione uscente, aveva il diritto di inaugurare la Centrale. Io sono stato solo il suo compagno di allenamento e sono felice che abbia scelto me,” ha scherzato Nole.Infine, una riflessione tecnica sull’evoluzione del gioco: “Le palline di Wimbledon sono più lente rispetto a un tempo. Diventa davvero complicato superare giocatori come Alcaraz quando scendono a rete.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Djokovic atterra a Londra e prepara Wimbledon: in campo all’esibizione di Hurlingham

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto getty images

    Novak Djokovic è sbarcato da pochi giorni a Londra con un unico grande obiettivo: andare a caccia dell’ottava corona sui campi di Wimbledon. Il fuoriclasse serbo, che ha scelto di non disputare tornei ATP in preparazione al terzo Slam della stagione, non resterà però del tutto lontano dal campo: Djokovic sarà infatti protagonista della tradizionale esibizione di Hurlingham, il Giorgio Armani Tennis Classic.
    L’evento ha confermato la presenza di Nole per la giornata di venerdì prossimo, in attesa di conoscere il nome del suo avversario. Sarà un’occasione utile per testare la condizione fisica e affinare gli ultimi dettagli in vista del debutto a Wimbledon, seguendo una tabella di marcia che gli ha già portato fortuna in passato. Occhi puntati, dunque, su Djokovic che vuole arrivare nella miglior forma possibile per provare a riscrivere ancora una volta la storia sull’erba londinese.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Djokovic, leggenda senza fine: “Ho ancora fame di tennis, il mio obiettivo sono le Olimpiadi di Los Angeles 2028”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Patrick Boren

    Novak Djokovic è già nella storia. A 38 anni, il fuoriclasse serbo vanta un palmarès da capogiro: 24 titoli del Grande Slam, 100 trofei ATP, un oro e un bronzo olimpico, oltre a una Coppa Davis con la sua Serbia. Eppure, nonostante abbia riscritto ogni record possibile, Djokovic sorprende ancora per la sua voglia di lottare e per l’ambizione che lo spinge a guardare sempre avanti.Negli ultimi mesi, però, Novak ha confessato come la scomparsa dai riflettori dei suoi grandi rivali, Roger Federer e Rafael Nadal, abbia rappresentato uno spartiacque emotivo nella sua carriera. “Una parte di me se n’è andata con Federer e Nadal”, aveva ammesso qualche settimana fa. Un’affermazione forte, che riflette il vuoto lasciato da chi ha condiviso con lui una delle epoche più leggendarie del tennis mondiale. “Senza di loro, mi manca un po’ di motivazione. È difficile trovare nuovi stimoli quando hai già raggiunto tutto ciò che si poteva raggiungere,” ha spiegato in una recente intervista su YouTube a Slaven Bilic.
    Un sogno olimpico che non vuole tramontareNonostante tutto, Djokovic ha ben chiaro il suo nuovo, grande obiettivo: i Giochi Olimpici di Los Angeles 2028. “In questo momento, la mia unica motivazione sono le Olimpiadi di Los Angeles. Voglio esserci, è l’unica cosa che ho in mente. Avrò 41 anni, ma sia il fisico che la mente sono ancora forti. Credo di potercela fare.” Un traguardo che sembra quasi impossibile nel tennis moderno, ma che con Djokovic non può mai essere escluso.
    Passione e fuoco interioreMa cosa lo spinge ancora ad allenarsi, a competere, a superare i limiti dell’età? “È l’amore per il tennis, la passione per questo sport. Il bambino che si è innamorato di una racchetta è ancora dentro di me. Se non avessi più questo fuoco, smetterei subito. Ma amo ancora l’adrenalina di andare in campo, la voglia di vincere non mi ha mai abbandonato.”
    La crisi del 2016: “Ho provato il vuoto dopo aver vinto tutto”Djokovic non ha nascosto i momenti difficili. Il 2016, quando finalmente vinse il Roland Garros e completò il Career Grand Slam, segnò una svolta interiore. “Avevo vinto tutto e ho sentito un vuoto. Dopo Parigi, mi sentivo obbligato ad andare a Wimbledon, ma non ne avevo davvero voglia. Persi con Querrey dopo tre interruzioni per pioggia. Durante la pausa, ho provato una sensazione di ‘nulla’ totale, come se per la prima volta tutto fosse fermo. Quella crisi è durata fino al 2018: ho dovuto ritrovare la fame.”
    Un’infanzia tra sacrifici e pericoliLa sua è una storia di sacrifici e coraggio, come ha ricordato lui stesso. “Quando ero giovane, viaggiare per giocare negli Stati Uniti era impossibile per la mia famiglia. Mio padre dovette rivolgersi agli usurai, alla mafia, con tassi del 30%. Abbiamo rischiato molto, persino un incidente d’auto provocato dai creditori. Ma ce l’abbiamo fatta.”
    Verso Wimbledon 2025, senza tornei di preparazioneDjokovic ha già annunciato che non disputerà nessun torneo prima di Wimbledon 2025, lo Slam che ha vinto sette volte. Tutto è possibile per chi ha saputo riscrivere la storia: il serbo va ancora a caccia di un venticinquesimo Major, ma la sua leggenda, comunque vada, è già assicurata.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Djokovic si confessa: “Non sono mai stato amato come Federer e Nadal, ma li ho sempre rispettati. Ora il tennis è pronto per una nuova era”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Patrick Boren

    Con l’addio di Roger Federer e Rafael Nadal dalle scene, dei leggendari “Big Three” resta solo Novak Djokovic, che con i suoi 38 anni vede ormai avvicinarsi il momento del ritiro. Dopo la recente eliminazione in semifinale al Roland Garros, lo stesso campione serbo ha lasciato intendere che potrebbe essere stata la sua ultima apparizione sulla terra rossa di Parigi.
    Djokovic, Federer e Nadal hanno dominato il tennis per due decenni, spartendosi un totale impressionante di 66 titoli del Grande Slam (24 per Djokovic, 22 per Nadal, 20 per Federer) e segnando in modo indelebile la storia di questo sport. Ma mentre Federer e Nadal hanno conquistato il cuore della maggior parte dei tifosi, Djokovic ha spesso faticato a ottenere lo stesso affetto, complici anche alcune vicende fuori dal campo, come la famosa squalifica agli US Open 2020 o l’intervista concessa quando era positivo al Covid nel 2021.
    In una lunga intervista concessa al podcast “Failures of Champions”, Djokovic ha riflettuto con onestà sul suo ruolo e sulla sua percezione pubblica: “Sono un uomo con molti difetti, questo è certo. Ma ho sempre cercato di vivere con il cuore e buone intenzioni, rimanendo fedele a me stesso. All’inizio della mia carriera, però, non ero davvero me stesso: ero il terzo incomodo tra i Big Three e volevo piacere ai tifosi. Cercavo di comportarmi diversamente, ma non bastava mai. Mi sentivo come un bambino indesiderato, mi faceva soffrire.”
    Djokovic ha ammesso che non è mai stato amato come Federer e Nadal: “Non dovevo essere lì, ero il piccolo che si è inserito tra loro e ha detto: ‘Voglio essere il numero uno’. Questo a molti non è piaciuto. Ma il fatto che fossero miei rivali non significa che gli volessi male o li odiassi: semplicemente, ci siamo sempre battuti per gli stessi obiettivi, e alla fine vinceva il migliore.”
    Sul rapporto personale con i suoi grandi rivali, il 24 volte campione Slam ha spiegato: “Ho sempre rispettato Federer e Nadal, non ho mai detto una parola negativa su di loro e non lo farò mai. Li ho sempre ammirati, e continuo a farlo. Negli anni mi sono trovato meglio con Nadal rispetto a Federer, e oggi c’è un rapporto di amicizia soprattutto con Rafa.”
    Il 24 volte vincitore Slam si sofferma anche sul passaggio generazionale e sul nuovo scenario che si sta delineando: “Il tennis non finirà con noi. Alcaraz, Sinner e altri giovani stanno scrivendo pagine importanti. Vedo in loro la stessa fame e determinazione che ci ha spinti avanti per anni.”
    Djokovic, quindi, si mostra maturo e riflessivo mentre la sua carriera volge al tramonto e una nuova era si apre per il tennis. Ma nessuno dimenticherà mai il ruolo fondamentale che ha avuto, non solo per i suoi record, ma anche per la profondità e l’intensità delle sue rivalità con Federer e Nadal, che hanno segnato un’epoca irripetibile.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Djokovic inquieta: “Se non vinco uno Slam in due anni, mi chiederò se vale la pena continuare”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Patrick Boren

    Continuano a emergere dichiarazioni inquietanti da parte di Novak Djokovic dopo la sua sconfitta contro Sinner al Roland Garros 2025. In dichiarazioni riportate dal media serbo Sportklub, la leggenda del tennis ha risposto alle insistenti domande dei giornalisti su un possibile ritiro a breve termine con parole di un certo peso.
    “Se non vinco un titolo di Grand Slam in un anno e mezzo o due, mi chiederò se vale la pena continuare a competere”, ha dichiarato il serbo, lasciando trasparire per la prima volta dubbi concreti sul suo futuro nel circuito. Queste parole rappresentano un segnale d’allarme per tutti gli appassionati di tennis, che potrebbero dover fare i conti con l’addio di uno dei più grandi campioni della storia.
    Le dichiarazioni assumono un peso ancora maggiore considerando che Djokovic non vince un Grande Slam dall’US Open 2023, un digiuno che per i suoi standard rappresenta un’eternità. Il serbo, abituato a dominare sui palcoscenici più prestigiosi del tennis mondiale, sembra aver posto un ultimatum a sé stesso che potrebbe determinare il suo futuro nello sport.Tuttavia, c’è un elemento che potrebbe attenuare questa sete di vittorie: il titolo olimpico conquistato lo scorso anno. L’oro di Parigi 2024 rappresentava l’ultimo tassello mancante nella straordinaria carriera di Djokovic, un obiettivo che aveva inseguito per tutta la vita e che potrebbe concedergli qualche respiro in più prima di prendere una decisione drastica sul suo futuro.
    Il digiuno di Slam che sta attraversando Djokovic non è solo una questione statistica, ma tocca l’essenza stessa di ciò che lo ha sempre motivato. Il serbo ha costruito la sua leggenda proprio sulla capacità di vincere i tornei più importanti, e trovarsi in questa situazione di “astinenza” da vittorie nei Major rappresenta una sfida psicologica enorme per un campione del suo calibro.Le parole del serbo arrivano in un momento in cui il tennis sta vivendo un evidente cambio generazionale. L’ascesa di Sinner e Alcaraz, la crescita di altri giovani talenti e il naturale scorrere del tempo stanno ridisegnando gli equilibri del circuito. Djokovic, a 38 anni, si trova a dover fare i conti con una realtà che sta cambiando rapidamente.
    La scadenza di “un anno e mezzo o due” fissata da Djokovic porta direttamente verso le Olimpiadi di Los Angeles 2028, un orizzonte temporale che potrebbe rappresentare il suo ultimo grande obiettivo. Tuttavia, le sue dichiarazioni sembrano indicare che la priorità rimane sui Grand Slam, i tornei che hanno sempre rappresentato il metro di giudizio della sua grandezza.Il fatto che queste dichiarazioni siano arrivate subito dopo la sconfitta contro Sinner non è casuale. Il confronto diretto con il numero uno del mondo ha probabilmente fatto riflettere Djokovic sulla distanza che si sta creando tra lui e i nuovi dominatori del circuito. La sensazione di non essere più competitivo ai massimi livelli potrebbe aver accelerato questi pensieri.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    La conferenza stampa di Novak Djokovic dopo la sconfitta contro Jannik Sinner “potrebbe essere il mio ultimo Roland Garros”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Patrick Boren

    D: Grande sforzo stasera. Uscendo dal campo ti sei fermato un momento. Che emozioni hai provato in quel momento, fermandoti sulla terra rossa che ha significato tanto per te nella tua carriera?
    DJOKOVIC: Sì, ho provato una profonda gratitudine per il tipo di supporto ricevuto stasera. È stato incredibile. Non credo di aver mai ricevuto così tanto sostegno in questo stadio, in match importanti contro i migliori del mondo. È stato davvero un onore vivere questa esperienza. Non sono felice per la sconfitta, ovviamente, ma ho cercato di mostrare la mia gratitudine al pubblico, perché è stato fantastico, soprattutto nei momenti in cui sembrava che tutto stesse andando nella sua direzione. Mi hanno sostenuto, dato forza per continuare a lottare fino all’ultimo punto, e così ho fatto. Complimenti a Jannik per un’altra prestazione solida. Mentalmente ha meritato tanto per essere rimasto in partita nei momenti difficili, con tutto lo stadio che tifava e con set point contro, trovando colpi davvero buoni. Ha dimostrato perché è il numero 1 del mondo. È stato semplicemente troppo solido stasera.
    D: Quella gratitudine che hai mostrato a fine match sembrava un addio. Se l’anno prossimo starai bene fisicamente, pensi di tornare?
    DJOKOVIC: Potrebbe essere stata la mia ultima partita qui. Non lo so. Ecco perché ero un po’ più emotivo alla fine. Ma se davvero è stato il mio addio al Roland Garros, è stato bellissimo per l’atmosfera e l’affetto ricevuto dal pubblico.
    D: Da quanto tempo senti che potrebbe essere l’ultima volta qui?
    DJOKOVIC: Non da molto. Onestamente non so cosa mi riserva il domani a questo punto della mia carriera. Continuerò ad andare avanti, sì (sorride). Ovviamente Wimbledon è il prossimo torneo, il mio preferito fin da bambino. Farò di tutto per prepararmi al meglio. Forse è la mia miglior chance per vincere un altro Slam, magari anche sul cemento veloce in Australia. Però devo dire che sono orgoglioso del mio impegno stasera e in questo torneo, considerando che non ero in grande forma entrando al Roland Garros. Ma lui è stato troppo forte. Ho avuto qualche chance nel terzo set, anche un set point, con il dritto, l’ho cercato ma l’ho sbagliato. Questi ragazzi come Sinner e Alcaraz mettono sempre pressione. Sono costantemente addosso, e la pressione aumenta col passare del match. Le occasioni sono rare, e questo ti rende più ansioso. E allora provi a forzare il colpo. È quello che ho fatto. E ho sbagliato. Comunque meglio evitare uno “zero” o un “bagel” stasera (ride). Jannik ne ha rifilati parecchi in questo torneo. In termini di livello, credo siano stati tre set tirati. Il secondo e soprattutto il terzo potevano girare in un paio di punti. Ma è stato un vincitore meritato. Mi ha messo costantemente sotto pressione, non mi ha mai dato tempo di spingere davvero la palla. Sempre sulla riga, sempre costringendomi a difendere. Ecco perché è il numero 1. Gli auguro il meglio per la finale. Sarà una sfida incredibile con Carlos, sono i due migliori al momento.
    D: Quando dici che potrebbe essere stata la tua ultima partita qui, intendi che stai prendendo in considerazione tutte le opzioni? O è un pensiero che stai realmente valutando?
    DJOKOVIC: Ho detto che potrebbe essere stata l’ultima. Non che lo sia. Non lo so in questo momento. Dodici mesi, a questo punto della mia carriera, sono un tempo molto lungo. Voglio continuare? Sì. Ma potrò farlo fra dodici mesi? Non lo so. Questo è tutto quello che posso dire al momento.
    D: Hai detto che proverai a essere pronto per Wimbledon. Come gestisci ora i tuoi obiettivi e il calendario? Dobbiamo aspettarci che dopo Wimbledon deciderai se giocare lo US Open?
    DJOKOVIC: Al momento cerco di attenermi al piano: giocare gli Slam. Sono la priorità assoluta del mio calendario. Wimbledon e US Open, sì, sono nei miei piani. Questo è tutto quello che posso dire ora. A meno che non succeda qualcosa di imprevisto, ma voglio giocare entrambi. Il resto del calendario è incerto.
    D: Hai sempre scavato dentro di te per trovare forza nei momenti difficili, anche stasera. Ma nel terzo set ti è sembrato, in un certo senso, di aver esaurito le energie? Di non riuscire più ad attingere da quel “pozzo”?
    DJOKOVIC: Come ho detto, Jannik è uno che gioca sempre ad altissimo ritmo. È molto fisico, atletico, colpisce benissimo la palla. È sempre in equilibrio, gioca il miglior tennis della sua carriera. Ovunque lo affronti, su qualsiasi superficie, sai che dovrai reggere una velocità altissima dall’inizio alla fine. Non è un problema in sé, anzi ti costringe ad essere concentrato fin dal primo punto. Nel primo set è stato migliore, ma il punteggio è stato comunque vicino. Nel secondo ho avuto delle palle break. C’è stato il break e il contro-break. Lui ha servito per il set, sono rientrato, ho avuto 40-15, ma ho perso. Ha meritato di vincere anche quel set. Nel terzo ho giocato il mio miglior tennis. Penso di esserci andato vicino. Ma nei momenti importanti ha sempre trovato la giocata giusta. È stata una sconfitta in tre set, ma credo di averlo messo alla prova fino alla fine. Non volevo mollare, non in una semifinale Slam. Ho fatto quello che potevo. Questo è lo sport. Devi solo stringere la mano al migliore e andare avanti.
    D: Grande partita, grande atmosfera, grande Djokovic. Qualcuno potrebbe dire che hai giocato meglio di quanto fatto contro Zverev. Sei d’accordo? E anni fa dicesti che Sinner ti ricordava te stesso: è ancora così?
    DJOKOVIC: Che mi ricordava?
    D: Che giocava un po’ come te, qualche anno fa.
    DJOKOVIC: Non so. Forse sì, forse no. Siamo tutti diversi. Quando ero al mio meglio anch’io giocavo a ritmo altissimo. Ma lui è un giocatore diverso, non voglio fare paragoni. Ha un suo stile. Ho giocato meglio? Direi di no, perché ho perso. Se avessi vinto, magari sì. Ma è un matchup diverso. Contro Zverev avevo più tempo da fondo per impostare il gioco, per provare più soluzioni. Contro Jannik no. Nessun tempo. Devi essere sempre al massimo. Ho giocato comunque a un buon livello, e a tratti molto bene. Ma anche lui. È stato semplicemente superiore.
    D: Scusa se torno sul tema, ma ci spieghi cosa aveva la tua gamba? Sembrava che già prima del match la stessi allungando spesso.
    DJOKOVIC: Mi ha dato un po’ fastidio durante il torneo, nei match lunghi. È un problema muscolare che doveva essere controllato e trattato. Ma più vai avanti nei tornei, più i match si allungano e più il problema può peggiorare. Non mi ha dato troppo fastidio, comunque. Non credo abbia limitato il mio gioco. Ho potuto muovermi quasi al 100%. Quindi è ok, non ci darei troppo peso onestamente.
    D: Carlos contro Jannik in finale. Pensi che un giorno la loro rivalità possa essere paragonata a quella tra te, Federer e Nadal?
    DJOKOVIC: Per ora è difficile dirlo. Devono affrontarsi per almeno dieci anni di fila per entrare in quella discussione (ride). Ma sono entrambi fantastici per il tennis. La loro rivalità è qualcosa di cui il nostro sport ha bisogno. Per come giocano e affrontano la vita da tennisti, credo che avranno carriere molto brillanti nei prossimi anni. Sono sicuro che li vedremo spesso sollevare i grandi trofei.Dal nostro inviato a Parigi, Enrico Milani LEGGI TUTTO

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    La durezza di Sinner! Prestazione meno scintillante, ma batte Djokovic in tre lottati set e vola in finale a Roland Garros, la prima Slam contro Alcaraz

    Jannik Sinner (foto Patrick Boren)

    Forse Brad Gilbert, dopo aver visto l’andamento della seconda semifinale di Roland Garros, avrà alzato la cornetta e prenotato l’ennesima ristampa del suo fortunatissimo libro “Winning Ugly”, ossia vincere sporco, di tattica e testa, best seller mondiale per lettura del gioco e piacevolezza del racconto. L’ha vinta proprio “ugly” Jannik Sinner, non brillando con il proprio tennis, altalenante e penalizzato da un rendimento davvero modesto del servizio per larga parte dell’incontro (meglio in momenti importanti, da campione) ma con tantissima grinta, forza fisica, determinazione e la sua solita straordinaria capacità di giocare bene i punti importanti. Come nessuno. E quando il match si fa intenso, duro e giocato sui nervi, JS è il Dj e non sbaglia un colpo. Il n.1 del mondo sconfigge un enorme, irriducibile Novak Djokovic per 6-4 7-5 7-6(3) e vola per la prima volta in finale a Roland Garros, dove finalmente andrà in scena la prima finale Slam contro Carlos Alcaraz, la partita che tutti aspettiamo da qualche tempo. La seconda semifinale di RG25 non è stata non sempre bella, se per bellezza intendiamo la qualità dei colpi, il numero di vincenti, ma terribilmente intensa come agonismo e sottile tensione, deflagrata in momenti di vero dramma sportivo nelle fasi cruciali; ma anche a livello puro show è migliorata cammin facendo, soprattutto nel terzo set, quello giocato meglio dal serbo, restando un match molto fisico e tattica, giocato più di nervi che di braccio.
    È indispensabile alzarsi in piedi e applaudire a più non posso Mr. Record Novak Djokovic. Già dai primi punti si è capito che nello scambio di ritmo alle condizioni di Jannik non poteva reggere e vincere, ma… lui è Superman, va oltre all’età, ai limiti, alle difficoltà tecniche e fisiche e non muore mai. Nonostante le 38 primavere e l’evidente difficoltà nel reggere nello scambio in progressione alla massima velocità imposta dell’azzurro, è riuscito spostare la partita in tanti frangenti sul piano a lui più gradito, una velocità medio alta con il controllo spettacolare delle diagonali e quindi bravissimo a colpire col lungo linea. Con la sua Aura da maestro è riuscito a mettere enorme pressione a Jannik, bloccando il suo braccio tanto da far scomparire per larghi tratti la prima di servizio e pure mandare in tilt quella sbracciata col diritto che è stata micidiale per tutto il torneo, a tratti irresistibile. È avanzato a fiammate Sinner, di grandissima qualità e intensità, in mezzo a troppi errori, molti gratuiti e ancor più provocati dalla sapiente selezione dei colpi di Novak, davvero irriducibile e campionissimo. Giusto e meritato il tributo di Jannik a caldo, è il più vincente dell’Era moderna e merita l’applauso di tutti coloro che amano il tennis perché lui l’ha portato a livelli superiori, sia che si ami o si odi il suo personaggio divisivo. Anche nella serata di Parigi ha confermato tutta la sua grandezza, e bello è stato il suo abbraccio a Sinner, riconoscendo la superiorità complessiva dell’italiano al termine di oltre tre ore di lotta intensa, fisica e mentale.
    Alla fine la maggior potenza, resistenza fisica e mentale e soprattutto abilità di Sinner nel giocare bene i momenti decisivi l’hanno portato ad un meritato, ma sofferto, successo. Chiave come Jannik abbia ripreso il break di vantaggio dopo aver servito malissimo per il secondo set sul 5-4. Andatevi a rileggere la cronaca qua sotto il quel passaggio, lì che tutta la sua grandezza e come ha vinto questa dura partita. Jannik arriva in finale senza aver perso un set, ma in finale servirà ben altra prestazione e scioltezza. Due sono stati i punti dolenti nella prestazione dell’azzurro: il servizio e la stabilità nella corsa. Incredibile come Jannik abbia servito meno del 50% di prime palle in gioco nel primo set e abbia perso solo TRE punti al servizio… Dimostra la forza e praticità del suo tennis. Dal secondo parziale Djokovic è salito ed è salita anche la tensione nell’italiano. In molti passaggi ha giocato trattenuto, non lasciava correre il braccio affidandosi fin troppo alla sostanza e attaccando col contagocce. Verissimo che contro lo scacchista massimo Djokovic era indispensabile sbagliare meno di lui e portare la partita sul lato atletico, stroncando il rivale a furia di un pressing soffocante; e così, alla fine l’ha anche vinta… ma forse so fosse riuscito a giocare più sciolto e attaccando di più l’angolo del campo col lungo linea avrebbe fatto meno fatica. Per giocarla così tuttavia serviva più scioltezza, e forse l’aver servito così male non lo ha permesso a cuor leggero. Così si è andati per gradi, per scala di importanza tattica. Più sostanza, accettando diversi errori e restando lì focalizzato a martellare appena possibile, quando non veniva spostato a rincorrere dal ritmo del rivale.
    Forse questa prestazione meno libera e dirompente è arriva anche per colpa di un’evidente difficoltà di trazione ed equilibrio nella corsa. Incredibile quante volte scivolasse, sembrava uno sciatore con troppa sciolina sotto i piedi… Non solo ha controllato male la scivolata laterale, in tantissimi scambi ha perso aderenza al suolo nel ripartire e con il piede esterno, perdendo così la coordinazione col primo passo e facendosi cogliere impreparato sotto la sapiente selezione dei colpi del rivale, che ovviamente l’ha capito e l’ha sfiancato di contro piedi. Male invece con la palla corta Djokovic, del resto Jannik staziona molto più vicino alla riga rispetto a Zverev, quindi dopo averne fallite molte, è passato al piano b, più attacchi dalla risposta, molte verticalizzazioni col diritto e servizio insistito sul diritto di Sinner, che ha fatto discretamente fatica a rimettere con precisione.
    In questi nodi, non pochi, c’è anche tanto di buono nella sua prestazione. Come ha giocato i punti importanti, rimontando 15-30 o 0-30 ritrovando per magia l’efficacia del servizio e liberando finalmente il braccio, e così portando Novak a rincorre a ritmi troppo alti per la sua attuale capacità difensiva. Ha servito molto bene con la seconda palla: grande spin e controllo, è riuscito a far saltare tanto il rimbalzo e così reso non facile aggredire con la risposta. Non ha sbagliato per tutta la prima fase un singolo rovescio di scambio, e quando c’è stato da sporcarsi le scarpe con rincorse difensive, l’ha fatto e bene. Più altalenante in risposta, ma la precisione al servizio di Novak è diventata enciclopedica. Anche qua: quando c’è stato da mettere pressione e prendersi il punto, quasi sempre Jannik ha brillato. L’ha vinta senza dominare, non ha spaccato tutto con accelerazioni mozzafiato; ha vinto controllando emozioni e il ritmo nei passaggi chiave. L’ha vinta di testa e di durezza. “Ugly” per dirla alla Gilbert, ma qua è parsa una vittoria bellissima. Ci sarà Alcaraz domenica. Avremo tempo per parlarne.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Djokovic alza la prima palla del match. Scambio di ritmo, il primo a sbagliare è il serbo, non arriva bene sul rovescio cross. Poi Djokovic prende le misure, sposta lo scambio sul diritto dell’azzurro e serve solo lì, si prende 4 punti e muove lo score. Non così sciolto Jannik nei primi punti, meglio al servizio, anche a favore di vento, sembra esserci una discreta differenza tra i due lati di campo. Chiude a zero il game col primo Ace, 1-1. Djokovic prova la 2a smorzata del match, ma sbaglia Sinner a ri-smorzare, soprattutto perché c’era arrivato piuttosto bene. Stenta Jannik a spaccare la palla con le sue accelerazioni uniche per potenza e intensità, si gioca alla combinazione di velocità e angolo del serbo e… non è una buona notizia. Sinner deve andare sopra a questo ritmo, altrimenti diventa molto dura. Qualche colpo un po’ più profondo nel quarto game, 2 pari. Per ora lo spettacolo langue. Quinto game, sul 15 pari arriva il primo punto “da Sinner”: risposta profonda, entra in campo e comanda, sposta il rivale a sinistra e lo infila con un diritto potente in lungo linea. Djokovic si affida alla palla corta, e gli va bene, poi sul 30 pari sbaglia un rovescio banale (leggermente in ritardo) e c’è la prima palla break sul 30-40. Risposta profondissima di Jannik, ed è pure fortunato perché la palla pizzica la riga interna e salta male. BREAK Sinner, 3-2. L’azzurro serve al corpo del serbo, ne anestetizza la risposta e col primo colpo di scambio entra più forte, più deciso. Più vincente, come il rovescio top che fulmina Novak nel primo punto e il diritto in contro piede nell’ultimo. Più agile e reattivo, game a zero e 4-2. Djokovic ha lo sguardo perplesso, sembra indeciso sul da farsi visto che ora in scambio è sotto, tanto da… fare “casino”. Cerca addirittura un serve and volley con la seconda palla, che viene punito da una risposta potente del nostro, per lo 0-30. Si interrompe la striscia di 8 punti vinti di fila con una risposta lunga del pusterese. Sul 30 pari Novak cerca una smorzata sbagliata come esecuzione e concetto, era in ritardo sul rovescio e con Sinner quasi in campo… 30-40, palla del doppio break per JS. Non passa la rete la risposta dell’azzurro, si poteva forse far meglio. Clamorosa la difesa in lob di Sinner, piazzata negli ultimi 20 cm del campo e nell’angolo, lo sguardo di ND all’italiano è tutto un programma… e seconda chance. Buon servizio e chiude comodo in avanzamento Novak. 4-3. Qualche errore di troppo col diritto per Sinner (guarda le corde come se non sentisse bene la palla), ne commette due nell’ottavo game è scivola 0-30. Recupera Jannik con pazienza, affidandosi a colpi consistenti con medio rischio. 5-3. Col miglior game del match, un Ace e diritti più veloci, Djokovic resta in scia, 5-4. Sinner inizia con Ace, poi trova un gancio col diritto strettissimo che manda in bambola il rivale. 30-0 e poi 40-0. Chiude il set con un rovescio vincente lungo linea. 40% di prime palle per Jannik, ma… ha ceduto TRE punti alla battuta. A Djokovic. TRE. È il 27esimo set di fila vinto un Slam.
    Djokovic riparte con un turno di battuta vinto a zero, meno bene Sinner, che col primo doppio fallo si ritrova 15-30. È il secondo doppio fallo di tutto il torneo (!). Riprova la “smorza” il serbo, ma la palla muore a mezza rete (nono tentativo, con solo due punti vinti). Molto accorto JS sul 30 pari, costruisce come un muratore esperto, mattoncino di qua, l’altro di là… e si prende il punto con matematica pazienza. Il game va ai vantaggi con una riposta potente di “Nole” su di una seconda palla non abbastanza angolata. Arriva il punto più bello del match, smorzata di Nole, rincorse avanti e indietro e alla fine il punto lo prende il campionissimo di Belgrado. Allo scambio seguente la palla corta non va, Djokovic stremato dopo oltre 20 palle intensissime (ma con poco rischio del nostro). 1 pari. Molto salito il livello in spinta del serbo, col diritto accelera di più la palla e nei game comanda con prime palle più sicure. Jannik qualche errore di troppo col diritto, ma mantiene il controllo dei suoi game. Nel quinto game Sinner torna a rispondere di più, sui servizi più lavorati e meno profondi di Djokovic. Sul 30 pari impone una grande velocità Jan e su di una palla più corta arriva male Novak e sbaglia in rete. Palla break. Discute con il giudice di sedia Nole, …prende tempo e vuol condizionare Jannik? Ad ogni modo gioca un gran punto il serbo, con un gran diritto lungo linea sbaraglia la difesa dell’azzurro. Fantastico un vincente di rovescio lungo linea di Sinner, a chiudere un altro scambi durissimo (20 colpi). Scivola tanto l’azzurro, si lamenta per le tante volte in cui perde aderenza col terreno. (3-2). Continuano gli errori di Jannik, di nuovo è sotto 0-30 nel sesto game. Per una volta ci pensa il serbo a regalare due punti, poi due gran prime palle esterne dell’altoatesino (3-3). Arriva il fatidico settimo game… JS prova a cambiare marcia in spinta, trova un rovescio spaziale dal centro e gli vale il 15-30, poi con una palla corta punisce una posizione troppo arretrata del rivale. 30-40, palla break! ECCOLA! Novak rischia la palla, e gli riesce bene, ma è ancor più bravo ad arrivare, rigiocare lungo ed è Nole a sbagliare. BREAK Sinner, 4-3 e servizio. Bellissimo il punto che vale all’azzurro il 30-0, volée profonda e poi tocco magistrale, che classe! Il vantaggio ha di nuovo sciolto la tensione nel braccio dell’italiano, la sua palla è più ficcante, esce secca e potenti dalle corde. Con una combinazione di diritto cross + diritto lungo linea vincente Jannik vola 5-3. Il gioco continua ad andare a strappi, tra qualche bella giocata e molti scambi chiusi con un errore forzato. 5-4, Sinner serve per il secondo set. Continua a litigare con la prima palla l’azzurro, e sul 15 pari Djokovic è bravo a salire sui colpi del rivale e prendersi un bel diritto vincente. 15-30. Ancora seconda palla, e poi sbaglia un rovescio su di una risposta ottima del serbo. 15-40, ecco le prime palle break concesse da Jannik. Sfondamento progressivo di Sinner sulla prima, spinge con cattiveria e intensità e stronca la strenua difesa del serbo, 30-40; cerca l’Ace ma non va… errore col diritto di Sinner. BREAK Djokovic, male, molto male l’italiano in questo game. 5 pari. Arrivano due diritti vincenti eccezionali di Djokovic, i migliori della sua partita. Il game va ai vantaggi, con una smorzata out di Nole. Con un diritto stavolta malamente sbagliata, Djokovic concede una palla break delicatissima (profonda la risposta dell’azzurro). Se la gioca MALE Sinner, dopo una grande accelerazione tira a mezza rete un diritto di scambio. Non molla Jannik, gran risposta di rovescio in spinta e seconda PB. SI! Stavolta se la gioca BENE! Attacca col diritto e schiaffo vincente al volo. BREAK, 6-5, torna a servire per il set. Vola via la risposta di Nole nel primo punto, si lotta nel secondo e lo vince il serbo, bravo a rallentare. FINALMENTE torna la prima palla, e la musica cambia perché nello scambio JS comanda. 30-15. Altra seconda palla – > punto Djokovic. Niente, si gioca senza prima di servizio… ACE di seconda, clamoroso… e Set Point!?! Errore di rovescio… Non un bel Sinner. ACE! Esterno, altro slice che fulmina il serbo. Set Point #2… SI! Vola via la risposta sulla prima palla. SET Sinner 7-5. 45% di prime palle, e tanta tensione. Quanta la sua classe, che alla fine gli ha dato il guizzo vincente. Ma che fatica.
    Arriva il trainer a massaggiare la coscia del serbo, che riparte alla battuta nel terzo set. Nel secondo punto Jannik punisce Novak con un martellamento micidiale, piegando letteralmente le gambe del rivale con un vincente lungo linea. Il game lo vince Djokovic servendo bene, 1-0. Qualche prima palla in più per Jannik e un paio di diritti molto pesanti, 1 pari. Continua a scivolare tanto sul campo Sinner, soprattutto quando cambia direzione, come se gli partisse l’appoggio per la troppa trazione (troppa terra sul campo?), e pure la prima palla scompare nuovamente. Finalmente torna l’ACE sul 30 pari, a compensare una brutta volée nel punto precedente. Si lotta, ancora senza prima di servizio, e Djokovic attacca bene col diritto e si prende di volo una palla break. Torna la prima palla, sulla riga, e la risposta del serbo non c’è. Fatica, troppa, ma 2 pari. Nel quinto game Jannik alza il muro con la difesa dei suoi colpi, mentre Djokovic sbaglia qualcosa di troppo. Sul 30 pari altro scambio con errore del serbo e palla break! Ma la cancella Nole con un risposta steccata da Jannik. Ancora diritto cross aggressivo dell’azzurro, strappa di forza la seconda PB. Se la gioca di seconda il balcanico, e se la gioca bene attaccando col diritto e, ricacciato indietro, con un altro attacco. 3-2 Djokovic. Arriva un turno di battuta ottimo di Sinner, il migliore del match forse, un lampo tra prime palle e un diritto vincente perfetto, dei suoi, uno dei pochi tonight. 3 pari. Fase interlocutoria del match, non accade molto, e pochi anche gli scambi notevoli. Salito il numero di prime palle di Sinner, che torna a vincere con agio i suoi game (bello il forcing che vale il 4 pari all’italiano). Jannik vince il punto più bello, chiuso con una bordata di rovescio, ma il game lo vince Nole, 5-4. Male Sinner, arriva un filo tardi col diritto, palla bassa e errore, gli costa lo 0-30. Servizio esterno preciso e ottimo diritto in contro piede, schema perfetto di Sinner (15-30). Sbaglia lato dell’attacco Sinner, solleticando il rovescio di Nole che non si fa pregare e trova un bel lungo linea. 15-40, Due Set Point Djokovic! Annulla il primo con uno schiaffo al volo non facile dopo un bel diritto, finalmente a braccio sciolto. 30-40. Ottima prima a T, salva anche il secondo set point. Altro brutto errore di Sinner, un rovescio in spinta ma diretto sul serbo che non avrebbe fatto il punto… Terzo Set Point Djokovic. Rischia col diritto Nole, c’era spazio ma era difficile e sbaglia. Palla contestata, risolve bene la contesa Jannik dicendo che c’erano due segni attigui, e “il falco” conferma che la palla del serbo è Out. Il game continua, lotta durissima. Torna a far capolino il servizio, e la musica cambia. Alla fine con un rovescio cross Jannik vince il game, cancellando tre set point. 5 pari. Djokovic regala uno smash “dei suoi”, peggior colpo del suo repertorio, poi Jannik si prende tutto con una bordata di diritto lungo linea poderosa. 15-30. NO! Spreca una buona occasione Jannik, con un diritto in rete (poco equilibrio) in uno scambio nel quale era discretamente messo bene. Ace Djokovic, 6-5. Nessuno aveva vinto finora sei game in un set vs. Sinner nel torneo. Sente di nuovo la tensione Jannik, due errori in scambio (e due ottimi servizio), 30 pari. Servizio e diritto, sfonda Jan. Tiebreak. MURO Sinner nel primo punto, vinto in risposta rimettendo con qualità le accelerazioni del serbo, che sbaglia un rovescio in spinta. 1-0 JS. Martella l’azzurro, con buon margine. 2-0. NO! Disastro Djokovic con uno smash che, colpito male, si stampa sul nastro. 3-0 Sinner. Si prende il primo punto Novak con un rovescio out di Jannik, 3-1 e 3-2, bravo a restare lì dopo un erroraccio simile. Splendida fiammata col diritto cross, pesante e veloce, non controlla Novak. Si gira 4-2, e poi 5-2 con una risposta out, su l’ennesima seconda palla molto intelligente di Jannik, con tantissimo spin e rimbalzo insidioso. Ancora out il diritto del serbo, errore banale, gli costa il 6 punti a 2, 4 Match Point Sinner. Ah! Non chiude l’affondo Jannik, c’era spazio per il suo rovescio ma non è abbastanza profondo… 6-3. FINISCE Con il rovescio in rete di Novak. 7 punti a 3. Bellissimo abbraccio del serbo a Jannik, vittoria meritata.

    GS Roland Garros Jannik Sinner [1]677 Novak Djokovic [6]456 Vincitore: Jannik Sinner ServizioSvolgimentoSet 3Tiebreak0-0* 1*-0 2*-0 3-0* 3-1* 3*-2 4*-2 5-2* 6-2* 6*-36-6 → 7-6Jannik Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-305-6 → 6-6Novak Djokovic 15-0 15-15 15-30 30-30 40-305-5 → 5-6Jannik Sinner 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-404-5 → 5-5Novak Djokovic 15-0 30-0 30-15 40-15 40-304-4 → 4-5Jannik Sinner 15-0 30-0 40-0 40-153-4 → 4-4Novak Djokovic 15-0 30-0 40-03-3 → 3-4Jannik Sinner 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-402-2 → 2-3Jannik Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-401-2 → 2-2Novak Djokovic 15-0 30-0 40-0 40-151-1 → 1-2Jannik Sinner 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1Novak Djokovic 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Jannik Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-406-5 → 7-5Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A5-5 → 6-5Jannik Sinner 15-0 15-15 15-30 15-40 30-405-4 → 5-5Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-15 40-305-3 → 5-4Jannik Sinner 15-0 30-0 30-15 40-154-3 → 5-3Novak Djokovic 15-0 15-15 15-30 30-30 30-403-3 → 4-3Jannik Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 40-302-3 → 3-3Novak Djokovic 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-402-2 → 2-3Jannik Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 40-301-2 → 2-2Novak Djokovic 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2Jannik Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-400-1 → 1-1Novak Djokovic 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Jannik Sinner 15-0 30-0 40-05-4 → 6-4Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-155-3 → 5-4Jannik Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-3 → 5-3Novak Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-404-2 → 4-3Jannik Sinner 15-0 30-0 40-03-2 → 4-2Novak Djokovic 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-2 → 3-2Jannik Sinner 0-15 15-15 30-15 40-151-2 → 2-2Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-1 → 1-2Jannik Sinner 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1Novak Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1

    Statistica
    Sinner 🇮🇹
    Djokovic 🇷🇸

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Ace
    10
    4

    Doppi falli
    1
    1

    Prima di servizio
    57/111 (51%)
    81/114 (71%)

    Punti vinti sulla prima
    45/57 (79%)
    54/81 (67%)

    Punti vinti sulla seconda
    34/54 (63%)
    19/33 (58%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    214km/h (132 mph)
    205km/h (127 mph)

    Velocità media prima
    195km/h (121 mph)
    187km/h (116 mph)

    Velocità media seconda
    150km/h (93 mph)
    154km/h (95 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Punti vinti in risposta
    41/114 (36%)
    32/111 (29%)

    Punti vinti su prima di servizio
    27/81 (33%)
    12/57 (21%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    14/33 (42%)
    20/54 (37%)

    Opportunità di break
    9/114 (8%)
    6/111 (5%)

    Palle break convertite
    3/9 (33%)
    1/6 (17%)

    Giochi con break point convertiti
    6/18 (33%)
    3/17 (18%)

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Totale punti vinti
    120
    105

    Vincenti
    44
    35

    Errori non forzati
    36
    53

    Errori forzati
    34
    23

    Punti vinti a rete
    14/19 (74%)
    17/21 (81%)

    Giochi vinti a zero
    4
    3

    TIPOLOGIA DI COLPI

    Colpi da fondo
    479
    446

    Colpi sopra la testa
    3
    10

    Passanti
    13
    9

    Volée
    7
    15

    Attacchi
    7
    0

    Drop shots
    7
    20

    Lob
    9
    22 LEGGI TUTTO

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    McEnroe va controcorrente: “Se Djokovic porta Sinner al quinto, sarà il favorito”

    John McEnroe

    C’è enorme attesa per le due semifinali maschili di Roland Garros 2025, con Musetti chiamato all’impresa di buttare giù dal trono di Parigi il campione in carica Alcaraz e Djokovic pronto a sfidare il n.1 Sinner. Secondo la maggior parte degli analisti Jannik avrà un vantaggio sul serbo in termini di condizione fisica, visto che tra i due corrono molti anni di differenza e l’azzurro ha potuto affinare a puntino la sua preparazione atletica nel periodo di stop imposto dal noto caso “Clostebol”, finalmente alle spalle. Tuttavia c’è chi va controcorrente e afferma l’esatto contrario: in caso di un match che si decide al quinto set, sarà Novak il favorito. È John McEnroe ad affermarlo, in alcune dichiarazioni rilasciate a TNT Sport alla vigilia delle due semifinali. Sulla prima in campo sul Chatrier, l’americano vede Alcaraz favorito, ma con Musetti sempre più vicino.
    “Che ci crediate o no, penso che se si arrivasse al quinto set, vedo Novak favorito, anche se è più anziano“, afferma McEnroe. “Sinner non gioca così tanto da un po’. Credo che ci sia un punto interrogativo su come si comporterà fisicamente e mentalmente, non avendo giocato molte partite, il che è piuttosto sorprendente se ci pensate, quando uno ha 38 anni e l’altro 23. Non sarà facile da gestire, ve lo posso garantire. Novak poi sa di avere poche occasioni rimaste, immagino, a meno che non sia Superman. Forse Novak lo è… Ma Sinner sarà più aggressivo di Zverev”.
    “Quando guardi Carlos giocare contro Tommy Paul, puoi dire che Paul non fosse al 100%, quindi vai sul sicuro. Ma in realtà quello che fanno questi ragazzi è giocare più forte, sempre più forte, perché devi costringere l’altro a fare  movimenti super veloci visto quanto colpiscono forte. E questo è in realtà un altro modo per sbilanciare qualcuno. Quindi penso che Sinner proverà a giocare in quel modo e vedrà se Novak riuscirà a stare al suo passo.”
    Questo invece il pensiero di McEnroe sulla prima sfida in programma oggi: “Carlos ha giocato in modo incredibile contro Paul, ma penso che Musetti stia facendo tutto al suo meglio. È più in forma che mai. È più a suo agio a rete. Riesce a usare la sua mano e tecnica fantastiche. Lui e Zverev sono tra i giocatori migliori coloro che stazionano più dietro e questo di solito significa che se giochi contro il migliore dei migliori, dovrai correre di più. Carlos sarà in grado di avanzare di più e penso che anche Musetti dovrà farlo maggiormente. Musetti era qui quattro anni fa. Ne ha dominati due di set contro Novak e poi ha esaurito le energie. L’anno scorso sembrava che lo avesse in pugno. Hanno giocato fino alle tre del mattino. È stato pazzesco. Si sta avvicinando sempre di più. È migliore che mai, ma lo è anche Carlos. Questo è il problema. Sarà interessante vedere Musetti provare a fare cose diverse ed essere più aggressivo. Non è facile farlo contro Carlos perché lui colpisce ancora così forte.”
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO