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    Murray sul ritiro di Djokovic: “Il corpo non risponde come vorremmo”

    Andy Murray e Novak Djokovic – Foto getty images

    Andy Murray è stato una delle chiavi del rinnovato entusiasmo di Novak Djokovic dopo i Giochi di Parigi 2024. L’ex campione scozzese, ora nel ruolo di coach insieme a Carlos Gómez-Herrera, ha parlato a YahooSports dopo il ritiro del serbo in semifinale agli Australian Open 2025.
    “È sfortunato quando il corpo non risponde come vorremmo”, ha commentato Murray sul ritiro di Djokovic dopo il primo set perso contro Zverev. “È stato un peccato finire così, perché in questa fase del torneo senti di essere vicino a qualcosa di molto speciale”. Un ritiro che arriva dopo un torneo positivo, dove Djokovic aveva dominato contro Lehecka e Machac, gestito le sfide con Basavareddy e Faria, e superato un grande test contro Alcaraz.
    Sul suo futuro nel team, Murray ha confermato le parole di Djokovic: “Ne parleremo”, riferendosi all’accordo di discutere il prosieguo della collaborazione dopo l’Australian Open. “Ho avuto l’opportunità di assistere a un tennis straordinario e, contro Alcaraz, è stato uno dei migliori match che abbia mai visto dal vivo. Una performance incredibile”.
    Murray ha poi mostrato umiltà riguardo il suo contributo: “A volte mi imbarazza quando dopo una buona prestazione di Novak si dice che è merito del mio aiuto. Sono consapevole che il team che lavora con lui ha fatto un lavoro incredibile per molti anni per mantenerlo al massimo livello alla sua età”.
    L’ex numero uno ha anche parlato della sua transizione da giocatore a coach: “È una curva di apprendimento molto ripida perché molte cose cambiano nel passaggio da giocatore ad allenatore. Non pensi solo a te stesso. Ho ancora molto da imparare”. Ha inoltre elogiato l’accoglienza ricevuta dal team: “Tutti mi hanno aiutato moltissimo, ho avuto un grande benvenuto ed è stato fantastico farne parte”.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Djokovic salta la Davis, messaggio dopo il ritiro. Il torneo ATP 500 di Barcellona riduce il tabellone

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Novak Djokovic non parteciperà alla sfida di Coppa Davis 2025 tra Serbia e Danimarca della prossima settimana. Il capitano Viktor Troicki ha confermato che l’infortunio muscolare che ha costretto il numero uno al ritiro in semifinale agli Australian Open gli impedirà di essere presente. La Serbia dovrà fare a meno anche di Lajovic, affidandosi a Kecmanovic, Medjedovic e Djere per contrastare una Danimarca guidata da Holger Rune.Dopo alcune ore di riflessione sulla delusione australiana, Djokovic ha voluto mandare un messaggio ai suoi fan attraverso i social media, ribadendo il suo sostegno ad Alexander Zverev, a cui augura di vincere il suo primo Slam, e tracciando un bilancio comunque positivo del suo primo Major dell’anno.

    Tried to recover for today’s match but I could only push so far. Nevertheless, positives to take out of this year’s Aus Open. Congratulations to @AlexZverev for making another GS final. I wish you to win the title because you deserve it, my friend 💪🙌 pic.twitter.com/BZPyQqPk6R
    — Novak Djokovic (@DjokerNole) January 24, 2025

    Intanto, il torneo Conde de Godó ha annunciato un’importante novità per l’edizione 2025: il tabellone principale sarà ridotto da 48 a 32 giocatori. Il torneo, in programma dal 12 al 20 aprile, avrà otto teste di serie e può già contare sulla partecipazione confermata di Casper Ruud e Carlos Alcaraz.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Australian Open: Tiley rassicura sulle condizioni di Djokovic

    Craig Tiley nella foto – foto getty images

    Craig Tiley, direttore degli Australian Open, ha voluto rassicurare tutti sulle condizioni di Novak Djokovic a poche ore dalla semifinale contro Alexander Zverev.
    Il serbo, alle prese con un fastidio alla coscia sinistra, non si è ancora allenato dopo la vittoria nei quarti contro Carlos Alcaraz, annullando anche la sessione prevista per giovedì.
    “Ho trascorso del tempo con Novak alle due di questo pomeriggio ed era di buon umore”, ha dichiarato Tiley al sito B92. “Lui e Carlos hanno giocato un eccellente match e penso che non solo sarà pronto per la semifinale, ma anche per giocare oltre”.La semifinale contro Zverev è in programma venerdì alle 4:30 ora italiana, con il dieci volte campione del torneo che cerca l’ennesima finale a Melbourne.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Djokovic verso la semifinale senza allenamenti: preoccupano le condizioni fisiche

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Novak Djokovic si prepara alla semifinale dell’Australian Open contro Alexander Zverev in condizioni non ottimali. Il campione serbo non si è allenato negli ultimi due giorni dopo la vittoria contro Carlos Alcaraz nei quarti di finale, ottenuta in 3 ore e 37 minuti con il punteggio di 4-6, 6-4, 6-3, 6-4.
    Nonostante avesse prenotato un campo d’allenamento per giovedì alle 14:00, Djokovic non si è presentato al Melbourne Park. Il suo tempo è interamente dedicato al recupero sotto la supervisione del fisioterapista Miljan Amanovic. Per battere Alcaraz, il serbo ha dovuto ricorrere ad antinfiammatori, e ora le sue condizioni destano preoccupazione.Djokovic, che non ha voluto fornire dettagli sul problema al muscolo della coscia sinistra, ha solo accennato che le sensazioni sono simili a quelle del 2023, quando giocò e vinse il torneo nonostante uno strappo di tre centimetri.
    La semifinale contro Zverev è programmata nel turno diurno, a partire dalle 14:30 ora locale. Entrambi beneficiano di un giorno extra di riposo rispetto a Sinner e Shelton, protagonisti dell’altra semifinale, ma resta da vedere in quali condizioni l’ex numero uno del mondo si presenterà al match.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Djokovic e l’arte di trasformare le critiche in motivazione

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    La vittoria di Novak Djokovic contro Carlos Alcaraz agli Australian Open ha ancora una volta dimostrato perché il serbo, a 37 anni, continua a essere una forza dominante nel tennis mondiale. Una prestazione che ha mostrato la sua superiorità tattica e tecnica contro una delle più brillanti stelle della nuova generazione, ma che non è stata esente da critiche, come spesso accade quando si parla del campione di Belgrado.
    Parlando con la stampa serba a Melbourne, Djokovic ha affrontato direttamente il tema delle critiche che costantemente riceve: “Molte persone hanno dubitato di me per tutta la vita. La gente cerca continuamente di sminuire i miei successi, ma questo fa parte della vita di un atleta di successo”. Il campione serbo ha poi aggiunto: “Nel mio caso, ancora di più, per il posto da cui vengo e per un milione di altre ragioni. Questo non mi scoraggia. Al contrario, mi motiva a dimostrare agli altri e a me stesso che posso ancora vincere sui grandi palcoscenici. Oggi, l’ho dimostrato ancora una volta”.
    La strada verso il titolo si presenta particolarmente ardua quest’anno. Dopo aver battuto il numero 3 del mondo Alcaraz, Djokovic dovrà affrontare il numero 2 Zverev e potenzialmente il numero 1 Sinner in finale. Una prospettiva che non lo spaventa: “Questo non è ancora la fine del torneo. Forse, quello che verrà ora sarà ancora più difficile. Per vincere il titolo dovrò battere il numero tre, il numero due e forse il numero uno. Amo le sfide, perché le vedo come opportunità. È per questo tipo di cose che continuo a giocare”.
    Il recupero fisico diventa cruciale dopo match così intensi. Djokovic ha rivelato i dettagli della sua routine post-partita: “Ogni notte come questa vado a letto intorno alle 3. Oggi sarà ancora più tardi, perché ho del lavoro da fare con Amanovic [il suo fisioterapista]. È necessario per trattare l’infortunio. Il lavoro che posso fare ora può essermi utile. Questa è la mia maggiore preoccupazione per il prossimo match, essere in condizione, perché questo tipo di vittorie ti migliorano mentalmente ed emotivamente”.
    Le 72 ore di riposo prima della semifinale contro Zverev saranno fondamentali per il recupero fisico del serbo, che dovrà essere al meglio delle sue condizioni per affrontare un altro test impegnativo nel suo cammino verso l’ennesimo titolo a Melbourne.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Australian Open: Djokovic cresce di condizione e batte Machac in tre set

    Novak Djokovic a Melbourne (foto ATP.com)

    Al terzo turno Novak Djokovic che vince e convince in tre set contro il ceco Tomas Machac (6-1 6-4 6-4 lo score). Avversario difficile, ma domato dal serbo che ha giocato tatticamente in modo perfetto, alzando il suo livello di gioco rispetto ai primi due turni del torneo.
    C’era attesa per vedere come se la sarebbe cavata il campione serbo in questo terzo turno degli Australian Open. Djokovic veniva da due match in cui aveva in entrambi ceduto un set. Contro l’americano Basavareddy 19 anni e 107 del mondo al primo turno e con il portoghese Faria, classe 2003 e 125 del ranking. L’avversario non era dei più difficili. Tomas Machac ceco, 26 ATP, una finale persa a Ginevra, contro Ruud, nel maggio 2024 oro a Parigi nel doppio misto con Siniakova. Buon servizio, ottime gambe, ma un tennis da incontrista basata sulla resistenza e sullo sfruttamento della potenza dell’avversario. Diciamo il tipo che giocatore che piace a Novak e che non gli pone nessun tipo di problema. E così è stato. Due palle break per il serbo già nel primo gioco della partita e tanta tattica da parte di Novak che manovra e manovra Machac fino allo sfinimento. Punti da 25, 30 scambi con conclusione logica a favore del serbo. C’era tanto Murray nel Novak di oggi. L’uso del back di rovescio e l’esasperazione di uno schema di gioco. Un primo parziale senza storia chiuso 6-1.
    Gli schemi si ripetono anche nel secondo parziale. Si conta un punto con 35 scambi. Novak tira il fiato e perde il servizio, ma poi mette la freccia, recupera il break a va avanti. Certo che il 10 volte campione di Melbourne deve trovare qualche soluzione che non sia giocare ogni punto su 20/30 scambi. Una fatica inutile anche se pagante, ed infatti Novak che sembra non respirare bene chiede l’intervento del fisio. Niente di grave il medico lascia un paio di pasticche e si riparte.
    Continua il lavoro ai fianchi di Djokovic che guadagna un’altra palla break. Un altro punto da 30 colpi e nuova palla break. Incredibile la forza mentale di Novak nello stare lì a scambiare, scambiare, scambiare senza perdere terreno ed accelerare nel momento giusto. Break e Djokovic passa a condurre. Alza il piede il serbo, ma questo non gli impedisce di portare a casa anche il secondo set 6-4.
    Partita ormai segnata visto che Novak in vantaggio di due set a zero, ha perso una solo una volta su 286. Ed infatti anche nel terzo set la musica non cambia. Break al primo gioco con il serbo che In fiducia ritrova anche il servizio, fino allora al 50%, e mette a segno sei ace nel set . Finisce 6-4 sul secondo match point, Novak c’è.
    E’ stata una prova di resistenza fisica ben riuscita. Incredibile se pensiamo che Djokovic compirà trentotto anni il prossimo giugno. Si è vista la mano di Murray nella preparazione della partita e della perfetta tattica da adottare. Tecnicamente mentalmente perfetto Novak ha sfinito Machac facendolo correre su ogni palla.
    Bisognerebbe però vederlo contro qualcuno che accelera lui la palla, non contro un incontrista come il ceco che si appoggia sui colpi dell’avversario. Giocare come oggi si può fare se l’avversario non ti toglie il tempo e ti permette di preparare il colpo.L’impressione è che Sinner ed Alcaraz e forse anche Zverev siano fuori dalla sua portata. Sicuramente Djokovic non è d’accordo, ma il prossimo avversario Jiri Lehecka 23 anni e 29 del mondo sarà un test probante per il serbo. Novak ha vinto l’unico precedente alla United Cup del 2024, il ceco è on fire, ma il re leone non si arrende mai.
    Enrico Milani
    (7) N. Djokovic vs (26) T. Machac ATP Melbourne Novak Djokovic [7]666 Tomas Machac [26]144 Vincitore: Djokovic ServizioSvolgimentoSet 3N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 40-155-4 → 6-4T. Machac 15-0 15-15 15-30 30-30 40-305-3 → 5-4N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 40-15 40-304-3 → 5-3T. Machac 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-404-2 → 4-3N. Djokovic 15-0 30-0 40-03-2 → 4-2T. Machac 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-403-1 → 3-2N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 40-152-1 → 3-1T. Machac 15-0 30-0 30-15 40-152-0 → 2-1N. Djokovic 15-0 30-0 40-01-0 → 2-0T. Machac 15-0 15-15 15-30 15-40 30-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-405-4 → 6-4T. Machac 15-0 30-0 40-05-3 → 5-4N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-154-3 → 5-3T. Machac 0-15 15-15 30-15 40-154-2 → 4-3N. Djokovic 15-0 30-0 40-03-2 → 4-2T. Machac 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A2-2 → 3-2N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-151-2 → 2-2T. Machac 0-15 0-30 15-30 15-400-2 → 1-2N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 15-400-1 → 0-2T. Machac 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-405-1 → 6-1T. Machac 0-15 0-30 0-404-1 → 5-1N. Djokovic 0-15 15-15 15-30 30-30 40-303-1 → 4-1T. Machac 0-15 0-30 15-30 15-40 30-402-1 → 3-1N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-1 → 2-1T. Machac 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-401-0 → 1-1N. Djokovic40-30 40-40 A-400-0 → 1-0

    Statistica
    Djokovic 🇷🇸
    Machac 🇨🇿

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Ace
    9
    4

    Doppi falli
    4
    5

    Prima di servizio
    51/79 (65%)
    55/87 (63%)

    Punti vinti sulla prima
    41/51 (80%)
    35/55 (64%)

    Punti vinti sulla seconda
    15/28 (54%)
    12/32 (38%)

    Punti al servizio giocati
    51
    55

    Punti al servizio vinti
    41
    35

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Punti di risposta giocati
    55
    51

    Punti di risposta in gioco
    41
    30

    Punti di risposta vinti
    20
    10

    Vincenti in risposta
    1
    0

    Errori non forzati in risposta
    0
    5

    Punti vinti in risposta
    40%
    24%

    Palle break convertite
    5/15 (33%)
    1/3 (33%)

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    12/18 (67%)
    12/22 (55%)

    Vincenti
    28
    25

    Errori non forzati
    20
    35

    Totale punti vinti
    96
    70

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    200 km/h
    200 km/h

    Velocità media prima
    188 km/h
    185 km/h

    Velocità media seconda
    155 km/h
    153 km/h

    COLPI VINCENTI

    Dritto
    6
    11

    Volée
    2
    3

    Approccio
    0
    0

    Passanti
    1
    0

    Lob
    0
    0

    Smash
    2
    0

    Drop shot
    0
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    Australian Open: la forma dei “big” dopo due turni. Alcaraz, Zverev e Fritz davanti

    Carlos Alcaraz in press conference a Melbourne

    Due match in uno Slam non possono dire tutto ma iniziano a fornire indicazioni abbastanza interessanti e assai più precise sulla condizione dei big in vista del terzo turno e poi della seconda settimana, quella che deciderà il campione degli Australian Open 2025. Prendendo spunto dall’incredibile sconfitta di Medvedev contro il mancino di talento Tien, non tanto per la “derrota” in se stessa ma per come è maturata, andiamo ad analizzare lo stato di forma dei vari big prima del terzo turno, che scatterà domani notte a Melbourne. Conferme e sorprese, con un giocatore che al momento ha impressionato più degli altri, almeno per le dimensioni dei suoi successi e una novità tecnica che potrebbe far saltare il banco: Carlos Alcaraz.

    Jannik Sinner – Campione in carica e testa di serie n.1, dopo la solida prestazione vs. Jarry (sulla carta uno dei peggiori 1°t possibili) ha penato molto più del previsto per aver la meglio di Schoolkate, bell’agonista da Perth, terra tanto aspra quanto affascinante. Aspro, secco e asciutto anche il tennis dell’aussie, un vero attaccante d’antan per come ha interpretato la partita: arrembante, bel servizio e appena possibile a rete, a sfidare il passante di Jannik. Tattica ineccepibile, visto che da fondo campo la prospettiva di reggere era impossibile. E il passing di Jannik c’ha messo un po’ troppo a centrarsi, come la risposta. Non è una bella notizia per noi. Alla fine è bastato un break del nostro a mandare a gambe all’aria l’arrembante piano del “canguro”, ma Sinner non ha brillato e ne è consapevole. Una partita così così in uno Slam ci sta sempre, e anzi può essere una sorta di bella sveglia per tenere altissima concentrazione e livello. Al 3t c’è Giron, bel combattente ma non dovrebbe costituire un problema insormontabile. La forma di Sinner? Discreta, ma sembra lontana da quella clamorosa del 2024, quando nei primi turni ha triturato gli avversari. Risposta meno centrata e incisiva, intensità ancora non al massimo, questi i nodi dopo due match. Giudizio sulla forma: Buona ma non buonissima, serve spingere sull’acceleratore e non poco.

    De Minaur – Certo che ritrovarsi Jannik sempre tra i piedi… La dea bendata non ha voluto affatto bene al miglior tennista australiano del momento, che nei primi due match ha mostrato una gran condizione fisica e buoni colpi. Alex ha lasciato le briciole a due avversari gestibili, soprattutto con la sua velocità in campo. Contro Cerundulo al 3t avrà un tipo che tira forte e che può farti il punto da ogni posizione. Demon sembra pronto all’ennesima pugna contro Sinner, ma la storia per lui è impietosa. Intanto, se arriverà a questo match, sarà per lui Quarti di finale, quindi missione compiuta. Giudizio sulla forma: meglio di così per lui è difficile, ma basterà?

    Fritz – Il bel Taylor ha iniziato da dove l’ha finito: giocando molto bene. Ha perso otto, si… O T T O game in due partite, sfoderando prime palle imprendibili e diritti terrificanti. La finale a US Open e quella delle Finals, entrambe perse da Sinner, sembrano non averlo affatto appagato, anzi sono state benzina per crederci ancor di più e lavorare su fisico, velocità e risposta, i punti di relativa debolezza del suo già interessantissimo repertorio. Serviranno avversari più tosti per valutarlo davvero, vedremo se la bizzarra condotta di LaMonf potrà dirci qualcosa in più. Per ora Taylor si è impegnato più a donare dollari per i disastri della sua California sotto scatto per gli incendi che a sudare in campo, ma la condizione c’è, eccome… Giudizio sulla forma: da corsa, pericoloso per tutti.
    La parte alta del draw per quanto riguarda i big si chiude così. Out Medvedev, Rublev e Tsitsipas. Il greco è perso dietro suo Karma o chissà che cosa… Rublev è stato travolto dal treno-Fonseca, mentre Meddy c’ha lasciato le penne nella notte contro gli angoli e maestria di Tien. Non è una sorpresa: l’americano è tennista vero, uno che dà del tu alla palla e può addormentarti e poi punirti come il miglior incantatore di serpenti, mentre il russo si sta avvitando su se stesso da settimane, anzi mesi, con poche vittorie e troppe delusioni. Il servizio non va più, fa troppa fatica e il suo tennis rallentato e poi accelerato è preso sistematicamente in velocità da quasi tutti gli avversari. La sua faccia uscendo dal campo sconfitto dopo quasi 5 ore di lotta è quella di chi non ha voglia di vedere una racchetta per settimane. Tempesta in corso…

    Djokovic – Tanta, troppa fatica per venire a capo di due giovani interessanti ma non trascendentali come Basavareddy e Faria per arrivare al 3t, dove lo attende un vero “cagnaccio” come Machac. Baricentro basso per il ceco e tanta spinta… Se Novak gioca con i giri del motore bassi, Tomas potrebbe farlo correre così tanto da spezzarne la resistenza. Se invece è Djokovic a menare le danze, allora il ceco potrebbe andare fuori giri. Restando al 24 volte campione Slam, la sua forma è lontanissima da quella che ogni anno – o quasi – l’ha portato a vincere questo Slam. Meno intensità, meno brillantezza, hai voglia ad aver un saggio come Murray al tuo angolo come alchimista se poi le gambe non sono più quelle di un tempo… Lui è un campione talmente grande che può stupirci per l’ennesima volta ed immolarsi sino al successo come è accaduto a Parigi. Ma… questo è uno Slam, si gioca 3 su 5 e i suoi quasi 38 anni forse stanno presentando il conto anche a un Superuomo come lui. La sensazione che il filotto Machac, forse Lehecka, poi Alcaraz e Zverev sia troppo. Giudizio sulla forma: insufficiente. 

    Alcaraz – “C’è uomo solo al comando, ha un sorriso contagioso e la sua racchetta può far qualsiasi colpo….” Carlito è quello con Fritz che ha impressionato di più. In due partite ha lasciato le briciole agli avversari, e questo nuovo movimento del servizio, con uno swing più continuo ed uno slancio migliorato, se sarà assimilato al 100% può fargli fare un salto di qualità enorme. Sottolineo enorme, perché il difetto del suo vecchio movimento, con la pausa lo strappo a tutta, tendeva a scoordinarlo; ora no, c’è più equilibrio ed una gestione delle forze assai più corretto. Brutta notizia per tutti, visto che fisicamente sembra in eccellente condizione e sorride come un matto a tutti. Alcaraz sano, motivato e sereno è forse il vero favorito del torneo, perché quando questo si diverte a giocare può fare letteralmente quello che vuole. Giudizio sulla forma: il più in forma.

    Zverev – Anche il tedesco come Carlos ha superato di slancio i primi due match. Per lui è una grandissima notizia, visto che ci ha abituato negli Slam a penare non poco e lasciare per strada vari set già nei primi turni, consumando importantissime energie fisiche e mentali. Sembra aver voglia di vincerlo per davvero questo benedetto Slam che tanto gli manca, e per questo ha cambiato routine lavorando come un pazzo, addirittura anche dopo ogni match per cancellare dalla testa i dettagli che non l’hanno soddisfatto. Una nuova e migliore attitudine al lavoro che forse era quello che gli è sempre mancato – a detta dei tanti coach che sono “scappati” a gambe levate dopo qualche settimana con lui… Vedremo se riuscirà a gestire meglio le energie nervose nei grandi match, altro aspetto che finora l’ha penalizzato rispetto agli altri Campioni. Fisicamente sta benissimo, anche il diritto poco falloso, insomma Sasha c’è, e potrebbe magari approfittare, zitto zitto, di una ipotetica durissima partita di quarti tra Carlos e Novak, se ci sarà. Il buon Fearnley dovrebbe essere un allenamento agonistico, poi vs. Fils o Humbert la prima grande partita. Giudizio sulla forma: ottima, Sasha è più che da corsa…
    Nella parte bassa delusioni per Ruud, battuto dalla strapotenza di Mensik, e il povero Dimitrov si è ritirato per un infortunio. Anche Draper ha vinto due partite per miracolo, lontanissimo dalla miglior condizione. C’era anche Kyrgios sì, ma per averne notizie passare sui social, ormai è quello il suo playground….

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Djokovic oltre il tennis: “Cerco di essere razionale e non seguire le correnti. Io in politica? Prima dovrei formarmi”

    Novak Djokovic (foto social GQ)

    Anticonformista? No, Djokovic non si sente affatto uno che rema “contro”, piuttosto uno che non si adegua al mainstream e pensiero comune poiché cerca di capire il mondo intorno e farsi una idea precisa. Questo e tanto altro Novak ha raccontato in una bella e interessante intervista rilasciata a GQ, nella quale spazia in moltissimi temi della sua vita e carriera. Tralasciando quelli stra-noti agli appassionati e suoi sostenitori, è interessante riportare altri passaggi, dove “Nole” focalizza la sua attenzione sulla politica, sul sociale, oltre alle immancabili domande su Sinner-Alcaraz e Federer-Nadal.
    La lunga intervista inizia con una dichiarazione sorprendente di Novak. Nell’anno che lo vedrà spegnere 38 candeline, con due rivali fortissimi che l’hanno superato nei grandi appuntamenti, il tema del ritiro inizia a farsi pressante. Curioso che la persona che più di ogni alto lo sta spingendo a dire basta sia il padre. «E non so se sarà contento che lo sveli. Comunque lo dirò ugualmente. Tutto inizia da mio padre. Da un po’ di tempo sta cercando di mandarmi in pensione. Sorrido. Davvero! Ma senza essere invadente. Rispetta la mia decisione di continuare. E ovviamente capisce perché non voglio fermarmi, ma è come se dicesse: “Cos’altro vuoi dimostrare? Lui conosce bene la quantità e l’intensità di pressione e tensione presenti nell’ambiente. Senza contare lo stress che si ripercuote sulla salute, sul mio corpo e, di conseguenza, su tutti quelli che mi circondano, compreso lui. Ecco perché mi ha consigliato: “Figlio mio, inizia a pensare a un modo per porre fine a questa storia”.
    In realtà, sul futuro ritiro la pensa così: “Penso più al come che al quando. Sul quando, non ci penso ancora così intensamente. Come… come vorrei chiudere? Immagino che se dovessi iniziare a perdere troppe volte, ad avvertire un divario sempre maggiore con gli avversari e ad avere più difficoltà a superare i veri ostacoli nei tornei di Slam, allora probabilmente la farei finita. Al momento, però, sto bene e continuo ad andare avanti”.
    L’intervista passa alla brutta faccenda dell’Australian Open 2022. Novak rivive quei momenti difficili, e rivela di esser stato avvelenato dal cibo: “Ho avuto dei problemi di salute. E mi sono reso conto che in quell’hotel di Melbourne mi hanno dato del cibo tossico. L’ho scoperto appena sono tornato in Serbia. Non l’ho mai rivelato a nessuno pubblicamente: dalle analisi è venuto fuori che avevo in corpo un livello di metallo pesante davvero alto. C’erano piombo e mercurio” Qualcosa che ha ingerito era contaminato. “È l’unico modo. Ero decisamente malato. Sulle prime sembrava un’influenza, una banale influenza. Tuttavia, nei giorni successivi, quello che pensavo essere un male passeggero mi ha debilitato così tanto”. Racconta di esser stato così male da indurlo a farsi curare a casa da un’équipe medica di emergenza. “Ho avuto diverse ricadute, finché sono stato costretto a sottopormi a una serie di esami tossicologici”.
    Niente vaccino, quindi. “Perché sento di non averne bisogno. Non ritengo di averne la necessità. Sono una persona sana, mi prendo cura di me stesso, sto sempre attento alle mie esigenze di salute e sono un atleta professionista. E proprio perché sono un atleta professionista, sono estremamente cauto su cosa assumo e mi sottopongo regolarmente a esami, analisi del sangue e a qualsiasi altro tipo di controllo. So esattamente cosa sta succedendo. Perciò, non ho sentito il bisogno di farlo. Questo non significa che per me fosse ininfluente sapere di non essere un pericolo per gli altri. Perché non lo ero: avevo gli anticorpi”.
    Interessante un lungo passaggio in cui Djokovic si sofferma su questioni geopolitiche dei Balcani, le sue radici. In merito alla tante ferite aperte tra i popoli dell’ex Yugoslavia, il serbo ha un pensiero molto forte. “Sono sempre stato pacifista nell’approccio e nel modo di comportarmi nei confronti di tutte le persone e le Nazioni della regione», afferma. «Una volta eravamo lo stesso Paese. La famiglia di mia madre è croata. Lei è nata a Belgrado, ma tutti i suoi parenti sono croati. La parte di mio padre? Montenegro e Kosovo. Io sono nato in Serbia. Quindi, mi viene naturale trattare ognuno allo stesso modo. Il mio pensiero parte dal presupposto che eravamo un’unica Nazione, abbiamo tante somiglianze culturali, linguistiche e tradizioni comuni, di conseguenza perché non concentrarsi su quanto ci lega?”.
    Novak ha un approccio pienamente olistico alla sua vita: cerca di essere in uno stato di equilibrio generale, informandosi a fondo su questioni che ritiene importanti. Un apprendimento da autodidatta che lo ha portato all’ossessione per tutti gli aspetti del benessere: nutrizione, fitness e persino medicina. “Che si tratti di guerre, politica, sport o qualsiasi altro ambito, la cosa più facile da fare è arrendersi alla corrente, seguire il mainstream. È la mentalità del gregge, giusto? “Lo fanno tutti, lo farò anch’io”. Non intendo passare per il tipo di persona che va sempre contro corrente: non lo faccio. Cerco solo di essere il più razionale possibile. E quando un ragionamento è sensato, ovviamente lo seguo e lo rispetto. Ma se qualcosa non ha senso, allora mi oppongo“.
    “Credo che la storia di cui siamo a conoscenza sul nostro Paese non sia vera al cento per cento. La storia è scritta dai vincitori” osserva Djokovic. La Serbia ha subito molte sconfitte. “Tanta verità è stata distorta a causa delle guerre. Le biblioteche sono state bruciate. Se bruci una biblioteca, bruci la storia, bruci le radici di quella Nazione. Esiste la storia ufficiale e poi c’è forse, la storia che definirei occulta, un passato probabilmente taciuto… Perciò desidero personalmente andare a fondo e saperne di più. Non lo dico solo a titolo teorico. Così, negli ultimi 20 anni ho imparato non solo dai libri e dalla visita ad alcuni centri teologici, ma anche parlando con persone esperte del settore da decenni”.
    Novak ipotizza una riunione dell’ex Jugoslavia? “Non ne sono sicuro. Probabilmente ne dubito. Ma almeno avvicinerà tutte le persone. E mi piacerebbe vedere relazioni più pacifiche e amichevoli nella regione, una maggiore collaborazione. Perché ora, ogni estate, in occasione delle commemorazioni delle grandi date di guerra, la mente va solo a quello. I media e la politica continuano a insistere su questo tema ogni anno e con maggiore enfasi. Così, ovviamente, non riusciamo ad avvicinarci e ci si allontana sempre di più. Non dico che le persone debbano dimenticare, perché è molto difficile chiedere una cosa del genere. Le vittime vanno essere sempre ricordate. Ma alla fine, vogliamo andare avanti? E come lo faremo?”
    Molti ipotizzano per Djokovic un futuro da politico nel paese. Lui nega, ma ascoltando le sue parole… “Per come la vedo ora: fuori dalla politica. Molte persone mi chiedono se voglio entrare in politica un giorno perché ritengono che dovrei candidarmi alla presidenza della Serbia. Al momento, non sono interessato perché credo che la scena politica nella nostra regione non sia buona. Non voglio usare parole più dure, ma non vedo come potrei essere utile e dare al mio Paese ciò che merita senza essere… come posso dire? Manipolato. C’è così tanta pressione in questo momento che, anche se entri in politica con buone intenzioni… poi voglio sottolinearlo, non ho una formazione politica. Perciò, anche in futuro, se dovessi pensare a una scelta del genere, affronterei prima un periodo di formazione. Al momento, però, non credo che senza istruzione, riuscirei a lanciarmi nell’attività politica e a ottenere i risultati che ritengo giusto raggiungere”.
    Chiedono a Novak di dire la prima parola che gli viene in mente sentendo il nome di un suo grande rivale. Eccole: “Roger Federer: “Eleganza”. Rafael Nadal: “Tenacia”. Carlos Alcaraz: “Carisma”. Jannik Sinner: “Sci”.
    I pensiero di Djokovic sul futuro Alcaraz e Sinner. “È troppo presto. La gente dice che i miei record non saranno mai battuti. Ne dubito. Voglio dire, Carlos potrebbe già essere il prossimo. Anche Jannik. Se si prendono cura del corpo, se fanno le cose nel modo giusto, se si concentrano sulla longevità, se si concentrano sul lungo termine, allora possono farcela. Carlos ha fatto qualcosa che nessuno ha mai fatto nella storia a un’età così giovane. Quindi le probabilità sono a suo favore. Completerà il suo Career Grand Slam molto presto”.
    Un pensiero ai suoi due grandi rivali del passato, Nadal e Federer. “Beh, non li vedo. Non mi capita spesso di incontrarli. Ma la rivalità che c’era tra noi tre credo sia eterna. È qualcosa che ha lasciato un segno e un’eredità incredibile nel mio sport. Un’impronta destinata a durare. Sono molto orgoglioso e felice di avere fatto parte di quel gruppo. Sono stati parte integrante del mio successo e della strada che ho fatto in campo. Le battaglie contro di loro mi hanno fortificato come nessun’altra cosa in carriera. Questo per quanto riguarda il tennis”.
    “Sul piano personale, a dire il vero, la situazione è altalenante. Cerco di essere rispettoso e amichevole con loro fuori dal campo, anche se all’inizio non sono stato accettato, perché entravo in campo troppo sicuro di vincere. Un atteggiamento che non è piaciuto a entrambi nei primi tempi, soprattutto perché la maggior parte dei giocatori li affrontava senza la stessa convinzione. A causa di ciò, probabilmente, si sono allontanati ancora di più da me. E va bene così. L’ho accettato. Ho capito il messaggio: siamo rivali e nient’altro. In tutta onestà, è molto difficile essere amici nel giro. Se sei un grande rivale in continua competizione e sei il numero uno, due e tre del mondo, è difficile aspettarsi di essere vicini, andare insieme a cena o in gita con le famiglie. Tuttavia, ognuno di noi ha intrapreso la propria strada sia privata sia professionale. A mio avviso, con Roger, la collaborazione è stata molto forte. Le ultime volte che l’ho visto, abbiamo parlato di famiglia e di viaggi. In effetti, vorrei entrare più in contatto con loro, a un livello più profondo. Lo voglio davvero. Non so se accadrà o meno, non so neppure se loro condividono lo stesso desiderio o la stessa volontà. Io sì” conclude Nole.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO