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    Djokovic sceglie Ginevra: il serbo rinuncia a Roma ma punta al Roland Garros

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Novak Djokovic ha deciso: il campione serbo parteciperà all’ATP 250 di Ginevra, in programma la settimana precedente al Roland Garros. Una scelta significativa che arriva dopo la decisione – per la prima volta dal 2007 – di saltare gli Internazionali d’Italia di Roma.
    La mossa del tennista di Belgrado appare chiaramente strategica: accumulare partite e ritmo prima del secondo Slam della stagione, considerando che il suo bilancio sulla terra battuta in questo 2025 è finora decisamente negativo. Djokovic ha infatti disputato solamente due incontri in questa fase della stagione, perdendoli entrambi.L’assenza dal torneo romano rappresenta un’anomalia nella carriera del serbo, che non aveva mai saltato l’appuntamento al Foro Italico negli ultimi 18 anni. In quel torneo Djokovic ha trionfato ben sei volte, l’ultima delle quali nel 2022, confermandosi uno dei giocatori più vincenti nella storia della manifestazione.L’obiettivo è chiaro: arrivare a Parigi con qualche partita nelle gambe e più fiducia nei propri mezzi, dopo un inizio di stagione tutt’altro che brillante.Ginevra rappresenta quindi una tappa insolita ma potenzialmente preziosa nel cammino di Djokovic verso il Roland Garros. Il serbo non è abituato a partecipare a tornei di categoria ATP 250 nella settimana precedente a uno Slam, ma le circostanze attuali sembrano averlo spinto a questa scelta controcorrente.
    L’ultima apparizione di Djokovic in un torneo ATP 250 risale proprio allo scorso anno sempre a Ginevra, dove il serbo fu eliminato in semifinale da Machac. Un precedente che il campione di Belgrado spera di migliorare a Ginevra, con l’obiettivo di arrivare a Parigi nelle migliori condizioni possibili.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Lacoste punta a estendere il contratto con Djokovic fino alle Olimpiadi di Los Angeles. Il CEO Thierry Guibert rivela che il campione serbo intende proseguire la carriera almeno fino al 2028

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Novak Djokovic sembra avere le idee molto chiare sul suo futuro tennistico. Nonostante le recenti difficoltà in campo, il campione serbo ha già fissato un obiettivo a lungo termine: continuare a competere almeno fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028.La rivelazione arriva direttamente da Thierry Guibert, amministratore delegato di Lacoste, storico sponsor tecnico di Djokovic. In un’intervista rilasciata al quotidiano francese L’Equipe, il dirigente ha condiviso dettagli significativi sulle trattative in corso per il rinnovo della partnership con il tennista.
    “Novak vuole arrivare almeno fino ai Giochi di Los Angeles. Non ho alcun dubbio che troveremo un terreno comune nelle prossime settimane. Stiamo discutendo soprattutto il tipo di rinnovo”, ha dichiarato Guibert, confermando l’intenzione del colosso dell’abbigliamento sportivo di proseguire una collaborazione che dura ormai da diversi anni.
    Le parole del CEO di Lacoste assumono particolare rilevanza in un momento delicato della carriera del 37enne serbo, che sta attraversando una fase di rendimento altalenante. Nonostante i recenti risultati al di sotto delle aspettative, l’azienda francese continua a mostrare piena fiducia nel campione, considerandolo evidentemente una figura di riferimento per il proprio brand a livello mondiale.
    La prospettiva di vedere Djokovic competere fino al 2028, quando avrà 41 anni, testimonia l’incredibile longevità e determinazione del vincitore di 24 titoli del Grande Slam, che evidentemente non ha alcuna intenzione di appendere la racchetta al chiodo nel breve periodo, nonostante l’ascesa delle nuove generazioni capitanate da Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.Le Olimpiadi di Los Angeles rappresenterebbero l’ultimo grande obiettivo per completare una carriera straordinaria dopo il Bronzo a Pechino 2008 e l’Oro olimpico a Parigi dello scorso anno dopo aver battuto Carlos Alcaraz in finale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    “Il mio più grande avversario è chi ero ieri”: la filosofia di Djokovic

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    In un periodo di transizione del suo percorso professionale, Novak Djokovic riflette con lucidità sul rapporto con il tennis e sul futuro, mantenendo intatta la sua ambizione nonostante le recenti difficoltà sulla terra battuta. Dopo le finali a Miami, le sconfitte a Monte Carlo e Madrid, e il forfait per Roma, il campione serbo resta focalizzato sui suoi obiettivi, con particolare attenzione al Roland Garros.
    In un’intervista approfondita con Business Traveler, Djokovic ha svelato la filosofia che guida la sua vita dentro e fuori dal campo. “Il tennis ha plasmato ogni aspetto della mia esistenza fin da bambino,” ha rivelato il serbo. “Gli ho dedicato energia mentale, fisica ed emotiva, e la gratificazione è stata immensa. Raggiungere l’élite dello sport mondiale ti insegna principi fondamentali applicabili a tutti i settori della vita: disciplina, routine quotidiana, adattabilità.”
    “Mi affascina particolarmente una riflessione che ho adottato come mantra: ‘Il tuo vero avversario è sempre l’essere che eri ieri. Aspira alla migliore versione di te stesso’”, confida Djokovic. La sua integrità professionale emerge nella gestione della carriera imprenditoriale: “In vent’anni ho declinato numerose opportunità di business quando non si allineavano con i miei valori. Non rappresenterò mai qualcosa in cui non credo profondamente. Benessere, salute e educazione restano le mie passioni primarie accanto al tennis.”
    La riflessione più toccante riguarda il suo approccio alla fase finale della carriera. “Naturalmente, ottenere oggi i risultati del mio apice diventa più complesso. Ma questo non esclude un ritorno a quei livelli. La grandezza evolve nella forma, come evolviamo noi stessi anno dopo anno, settimana dopo settimana.”
    L’essenza competitiva di Djokovic emerge chiara nelle sue parole conclusive: “Nel tennis devi coltivare la mentalità che nulla è mai abbastanza. Il giorno in cui sentirai ‘è abbastanza’, sarà il momento di appoggiare la racchetta. Io… ancora non ho raggiunto quel punto.”Con 24 titoli del Grande Slam nel palmares, il campione di Belgrado dimostra come la passione autentica per il suo sport trascenda i numeri e i record, guidandolo verso un orizzonte ancora, forse, tutto da esplorare.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Iga Swiatek: la sconfitta di Madrid alla luce di un lutto familiare. Novak Djokovic ed i suoi problemi personali

    Iga Swiatek POL, 31.05.2001 – Foto Getty Images

    La sconfitta di Iga Swiątek in semifinale al WTA di Madrid contro Coco Gauff, con un netto 6-1, 6-1, assume ora un significato completamente diverso. La numero due del mondo polacca ha giocato l’intero torneo in modo discontinuo, apparendo spenta anche dopo le vittorie e non celebrando i suoi successi come di consueto.
    È emerso che Swiątek sta attraversando un periodo personale estremamente difficile: la tennista ha perso il nonno poco prima dell’inizio del torneo madrileno. L’informazione è stata rivelata dal giornalista Benoit Maylin sulla piattaforma X e successivamente confermata dall’ufficio stampa della campionessa polacca.
    “Prima di criticare Djokovic e Swiatek per il comportamento strano di Novak e l’evidente nervosismo di Iga, va notato che entrambi stanno attraversando un periodo complicato. Alcuni amici intimi di Djokovic hanno problemi di salute, mentre Iga ha perso il nonno poco prima del torneo”, ha scritto Maylin.
    Daria Sulgostowska, PR manager della tennista, ha confermato al quotidiano “Super Express” che la Świątek ha partecipato al funerale appena prima del torneo, chiedendo contestualmente di rispettare la privacy della giocatrice in questo momento difficile.Questa notizia getta una luce completamente diversa sul comportamento della tennista nelle ultime settimane e sulla sua forma in campo. La Świątek, nota per la sua sensibilità, potrebbe aver affrontato problemi personali già da tempo, e questa perdita rappresenta un ulteriore colpo emotivo in un periodo già complesso.
    Nonostante le difficoltà personali, la campionessa polacca ha comunque deciso di partecipare al torneo di Madrid, dimostrando grande professionalità. La tennista ora avrà la possibilità di elaborare il lutto prima degli Internazionali d’Italia a Roma, prossimo importante appuntamento sulla terra rossa in vista del Roland Garros, torneo che l’ha vista trionfare già tre volte.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Croft: “Djokovic ha perso fiducia e non ritrova la sua ‘winning formula’”

    Novak Djokovic

    Mentre il tennis azzurro aspetta con ansia il rientro di Sinner a Roma e festeggia Arnaldi nei quarti a Madrid insieme a Musetti, nuovo fantastico top 10, il mondo internazionale della racchetta continua ad interrogarsi sul calo vistoso di Novak Djokovic. Dopo la sconfitta patita a Madrid da Arnaldi e la decisione di saltare il torneo di Roma, suo principale trampolino di lancio per preparare Roland Garros (con ben 6 titoli vinti al Foro Italico), ci si chiede con quali forze, forma a motivazione il serbo affronterà il torneo parigino, dove è necessario aver tantissima benzina per reggere le dure battaglie sul “rosso”. Certamente le quasi 38 candeline pesano nelle gambe del serbo, meno rapido in campo e sempre più in difficoltà nel recuperare le energie partita dopo partita. Nemmeno l’inserimento di Murray nel suo team sembra averlo rivitalizzato, tanto che nel 2025 gli unici momenti di splendore sono stati la bella vittoria contro Alcaraz agli Australian Open e la cavalcata a Miami, stoppato in finale dalla potenza di Mensik. Secondo l’ex tennista britannica Annabel Croft, da anni stimata commentatrice, Novak paga dazio per il tempo che passa ma soprattutto sembra aver perso la sua “winning formula”, quell’aura sugli avversari che gli consentiva in qualche modo di imporre la sua personalità e vincere.
    “Sappiamo che il suo obiettivo principale è quello di aumentare il suo bottino di Slam, Novak vuole diventare il più grande tennista di sempre in termini di vittorie nei tornei del Grande Slam”, afferma Croft a Eurosport. “Ma sta diventando sempre più difficile, e in realtà, ho la sensazione che Novak sia un po’ apatico in campo. Non riesce a ritrovare la sua formula vincente. L’anno scorso non ha vinto un Major, il che è stato straordinario perché tutti e quattro i Major sono stati divisi tra Jannik Sinner e Carlos Alcarz e, guardando i suoi risultati, ha subito delle sconfitte inusuali contro giocatori di livello assai inferiore. È evidente che già dall’anno scorso abbia perso fiducia e l’ultima grande partita che credo abbia giocato è stata contro Alcaraz agli Australian Open lo scorso gennaio. Quella vittoria è stata assolutamente fenomenale, degna del suo valore”.
    “Da allora non è più lo stesso. Non facile dire cosa stia succedendo, se ci siano distrazioni al di fuori del tennis o se semplicemente non sia contento, o se abbia perso fiducia. Probabilmente è un mix di tutto questo insieme alla fatica di tanti anni di carriera. Ma qualunque cosa stia succedendo, non sembra in gran forma, in vista del Roland Garros, non giocando nemmeno a Roma, come sarà preparato?”.
    Croft ha continuato insinuando che Djokovic stia pagando anche il fatto che gli avversari ora lo credono vulnerabile dopo tante sconfitte a sorpresa e questo ha un peso non indifferente. “Tutto sembra molto, molto difficile e in salita, e credo che abbiamo menzionato la parola aura. Molti giocatori ora entrano in campo pensando: ‘Beh, ho una possibilità contro di lui, perché non sta giocando alla grande’. In passato, sarebbero stati in preda al panico chiedendosi se sarebbero riusciti a vincere qualche game, e ora invece sempre più giocatori di ranking inferiore iniziano a batterlo. Tutti sentano di avere una possibilità e questo rende le cose doppiamente difficili per lui.”
    Alcuni commentatori non scartano la ipotesi che Djokovic scelga all’ultimo secondo di giocare Ginevra o Amburgo per disputare qualche match prima di Parigi, altri che si dirigerà presto nella capitale francese per intensificare i suoi allenamenti nelle condizioni del torneo. Una cosa è certa: se non giocherà nella settimana prima del secondo Slam stagionale, Djokovic arriverà a Roland Garros con solo due partite disputate su terra battuta, e due sconfitte (Tabilo e Arnaldi).
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Djokovic non giocherà a Roma

    Novak Djokovic

    Novak Djokovic ha deciso di saltare gli Internazionali d’Italia 2025, al via la prossima settimana al Foro Italico. La comunicazione viene direttamente dal torneo che ha annunciato il forfait del campione serbo, sei volte vincitore nel massimo evento italiano (solo Nadal vanta più successi nella storia degli IBI). Al Masters 1000 di Roma Djokovic ha vinto complessivamente 68 delle 80 partite giocate in carriera, e proprio sul rosso romano ha tagliato l’importante traguardo della vittoria n.1000 in carriera (nel 2022).

    Novak Djokovic has announced he won’t take part to #IBI25.
    See you next year, Nole ❤️‍ pic.twitter.com/UfRmUck5kc
    — Internazionali BNL d’Italia (@InteBNLdItalia) April 29, 2025

    Dopo le parole pronunciate a Madrid, con lo scoramento per le inattese sconfitte nei Masters 1000 – categoria di tornei che era solito dominare – si fanno sempre fosche le nuvole all’orizzonte del serbo. Novak probabilmente ha deciso di disertare l’appuntamento del Foro Italico per concentrare tutta la sua preparazione in vista di Roland Garros. Ma, con pochissime partite sulle gambe dopo Miami, sono due match su terra battuta ed entrambi persi (da Tabilo a Monte Carlo e contro Arnaldi a Madrid), riuscirà a ritrovare una buona condizione ed essere “da corsa” per il titolo?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 “allungati”? No grazie. Djokovic: “Non sono un fan”. Roddick: “Sono i peggiori”. Tsitsipas: “La qualità è crollata”

    Stefanos Tsitsipas

    “No, grazie”. Non è un slogan pubblicitario ma la continua disapprovazione dei giocatori sul formato “allungato” dei Masters 1000. Ne abbiamo parlato più volte con i pareri di vari giocatori e commentatori. Appena si tocca questo tema, fioccano i giudizi negativi, su tutta linea: c’è chi parla della necessità di recuperare pienamente dallo sforzo della competizione con più settimane senza tornei, chi parla di qualità di gioco scemata, chi invece punta il dito contro questa scelta ritenendola una svolta puramente economica senza aver sentito la campana dei protagonisti, i tennisti, che da tempo tra PTPA e pure la lettera inviata agli Slam sono scontenti dello status quo e chiedono modifiche e miglioramenti. Riportiamo i pensieri di Djokovic, Roddick e Tsitsipas sui Masters 1000 su 12 giorni, raccolti recentemente e tutti contrari al nuovo formato.
    “I Masters 1000 di due settimane sono diventati una noia” afferma Stefanos Tsitsipas. “La qualità è decisamente calata. I giocatori non hanno il tempo di recupero o di allenamento di cui hanno bisogno, con partite continue e nessuno spazio per l’intenso lavoro fuori dal campo. È ironico che l’ATP Tour si sia impegnato in questo formato senza sapere se avrebbe effettivamente potuto migliorare il calendario, ma la qualità è altrettanto importante. Parigi fa la cosa giusta: una settimana. Emozionante e facile da seguire. Proprio come dovrebbe essere. Se l’obiettivo era quello di alleggerire il calendario, estendere ogni 1000 a due settimane è un passo indietro. A volte, sembra che stiano aggiustando ciò che non era rotto.”
    “Personalmente, non sono un fan di questa cosa, perché abbiamo già quattro tornei del Grande Slam all’anno che richiedono due settimane più una, se ci si allena prima del torneo, come fanno quasi tutti. Si dedicano quindi dalle 10 alle 12 settimane solo ai tornei del Grande Slam” afferma Novak Djokovic.
    Ancor più duro Andy Roddick, nel suo seguitissimo podcast: “I Masters 1000 a due settimane sono stupidi. Sono i peggiori. Ho la sensazione che più tennisti si stiano infortunando. Puoi lavorare solo nella off season per migliorare il tuo fisico se giochi a giorni alterni, nei tornei non ti alleni bene e non ti riposi. Lo dicono i giocatori. Non dovevano aver compiuto questa svolta nel calendario per una visione a lungo termine su qualcosa che ancora non era stato dimostrato come migliore”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic dopo la sconfitta a Madrid: “non sono certo di tornare qui. Tornerò sicuramente, ma forse non da giocatore. Spero non sia stato il mio ultimo match a Madrid, ma potrebbe esserlo”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Appena venti minuti dopo aver lasciato il campo, Novak Djokovic si è presentato rapidamente in conferenza stampa al Mutua Madrid Open 2025. La sconfitta all’esordio contro Matteo Arnaldi rappresenta un duro colpo per il campione serbo, che deve affrontare un’altra delusione in una stagione finora avara di soddisfazioni sulla terra battuta. Con grande franchezza e lucidità, Djokovic ha ammesso ai media che potrebbe trattarsi della sua ultima partecipazione al prestigioso torneo spagnolo.
    «Ovviamente, quando perdi un incontro non ti senti bene», ha esordito Djokovic. «Ero consapevole che sarebbe stato un match difficile fin dall’inizio. Matteo è un avversario di grande talento, mentre io non avevo molte partite alle spalle su questa superficie. In allenamento mi sentivo bene, ma il match ufficiale è tutta un’altra cosa. L’aspetto positivo è che mi sono sentito meglio rispetto a Montecarlo e ai precedenti tornei, anche se il mio livello non è ancora quello desiderato. Oggi, semplicemente, ho perso contro un giocatore migliore».Il campione serbo non ha nascosto i suoi dubbi riguardo al prossimo Roland Garros: «Sinceramente avrei voluto giocare più match rispetto a Montecarlo. È una situazione nuova per me, devo ammetterlo. Ora il mio obiettivo è vincere qualche partita, senza avere aspettative di vittoria finale. È una sensazione totalmente diversa rispetto agli ultimi vent’anni sul circuito. È una sfida mentale che fa parte del naturale ciclo della vita sportiva».
    Djokovic ha continuato con una riflessione sincera sul suo presente: «Prima o poi doveva succedere. Provo a utilizzarlo come una motivazione per guardare avanti. I Grand Slam restano i miei obiettivi principali, anche se naturalmente desidero vincere anche negli altri tornei. Non so se sarò in grado di mostrare il mio miglior tennis al Roland Garros, ma darò tutto me stesso per riuscirci».
    Il serbo ha poi fatto una profonda analisi sul momento attuale della sua carriera: «Per vent’anni non avevo vissuto ciò che sto attraversando in questi ultimi dodici mesi. Troppe sconfitte precoci, che certamente fanno male. Ma è parte dello sport e bisogna accettare le nuove circostanze cercando di ottenere il massimo possibile. Non posso lamentarmi della mia carriera, ho vissuto momenti straordinari, ma ora devo affrontare una realtà diversa. I miei colpi, il mio corpo, i miei movimenti non sono più quelli di prima. È un cambiamento che devo accettare e con cui devo convivere, soprattutto nei grandi tornei. Vedremo cosa succederà».
    Infine, parlando della pressione, Djokovic ha chiarito: «La pressione è parte integrante del nostro sport, soprattutto ai massimi livelli. Non scompare mai, anche se ora è diversa. Ogni volta che entro in campo provo nervosismo, pressione ed emozione come qualunque altro giocatore. Amo ancora competere, anche se è diventato più difficile. Non arrivo a Parigi come uno dei favoriti, e forse questa potrebbe essere una situazione vantaggiosa».
    Alla domanda se questa possa essere stata la sua ultima partita a Madrid, Djokovic ha lasciato aperta ogni opzione: «Potrebbe essere così, non sono certo di tornare qui. Tornerò sicuramente, ma forse non da giocatore. Spero non sia stato il mio ultimo match a Madrid, ma potrebbe esserlo».
    Marco Rossi LEGGI TUTTO