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    La capienza massima dei palazzetti torna da subito al 60% (in zona bianca)

    Di Redazione Si allargano le maglie delle restrizioni per il pubblico nei palazzetti italiani: già da oggi, sabato 19 febbraio, entra in vigore la legge n.11/2002 che modifica i precedenti decreti sull’emergenza Covid, reintroducendo i limiti massimi del 60% della capienza per gli impianti al chiuso e del 75% per quelli all’aperto (in precedenza erano fissati al 35% e al 50%). Il provvedimento vale, però, solo per le regioni in zona bianca: al momento soltanto Basilicata e Umbria, ma dalla prossima settimana potrebbero aggiungersene altre. Restano validi l’obbligo di indossare la mascherina FFP2 all’interno dei palazzetti e il divieto di consumare cibi e bevande. Quest’ultimo potrebbe essere revocato già a partire dal 10 marzo, secondo quanto dichiarato dalla sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali, che ha espresso soddisfazione per il nuovo provvedimento e fiducia per il futuro: “Nell’ottica della fine dello stato di emergenza e del calo della curva epidemiologica torneremo sicuramente ad avere una capienza totale sia per gli impianti all’aperto che al chiuso“. (fonte: Governo.it) LEGGI TUTTO

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    Valentina Vezzali: “Dal 1° marzo palazzetti al 60% della capienza”

    Di Redazione Si va verso una parziale riapertura al pubblico degli impianti sportivi, di pari passo con il calo dei contagi da Covid-19: è quanto assicura una nota pubblicata oggi da Roberto Speranza, Ministro della Salute, e Valentina Vezzali, sottosegretaria allo Sport. Il parziale allentamento delle restrizioni potrà però avvenire soltanto dal 1° marzo e non sarà ancora totale: si tornerà, in pratica, alle limitazioni previste a inizio stagione, con il 75% di capienza massima per gli stadi e il 60% per gli impianti al chiuso (attualmente il limite è fissato al 35%). Speranza e Vezzali, si spiega nella nota, stanno “lavorando congiuntamente ad un percorso graduale che prevede la riapertura a capienza massima degli impianti sportivi all’aperto ed al chiuso. Si lavora ad un primo allargamento, a partire dal 1° marzo, che porterà al 75% ed al 60% il limite delle capienze rispettivamente all’aperto ed al chiuso, per poi proseguire con le riaperture complete qualora la situazione epidemiologica continuasse il suo trend di calo“. (fonte: Il Fatto Quotidiano) LEGGI TUTTO

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    AIP: “I protocolli non sono più attuali, la confusione regna sovrana”

    Di Redazione È un momento particolarmente difficile per il volley italiano, prostrato dall’emergenza legata alla pandemia di coronavirus: da una parte i continui rinvii per casi di positività, dall’altra le restrizioni imposte dal Governo alla capienza dei palazzetti. Temi su cui si esprime anche AIP – Associazione Pallavolisti in un comunicato: “È da giorni – spiega l’associazione di categoria – che i giocatori e le giocatrici di A1 femminile, A2 femminile, Superlega, A2 e A3 maschile si sentono per confrontarsi e discutere di quanto sta avvenendo nei rispettivi campionati“. “Il mondo delle atlete e degli atleti – continua il comunicato – sta facendo ogni sforzo, sia da un punto di vista fisico che mentale. Oggi i giocatori e le giocatrici sono fortemente provati fisicamente dalle partite molto ravvicinate, dal continuo cambiamento della programmazione, dai continui viaggi, spostamenti di partite, sono provati mentalmente dalla situazione pandemica, che purtroppo porta una continua tensione che nelle ultime settimane si è accentuata. Ma, da due anni ormai, non manca un forte spirito di adattamento e sacrificio, cosa che vogliamo evidenziare“. “Abbiamo letto oggi il comunicato del Comitato 4.0 – prosegue la nota – pubblicato subito all’indomani delle decisioni del Governo. Anche tutti gli atleti e le atlete invitano il Governo ad ascoltare nuovamente la voce del Comitato che rappresenta le Leghe, sapendo lo sforzo che tutte le parti, società comprese, stanno facendo“. Poi il focus si sposta sulle misure contro la pandemia: “È evidente come oggi i protocolli non siano più attuali, oggi la confusione regna sovrana.Regna confusione sulla procedura ‘Return to play’, e ci siamo attivati direttamente con il Dipartimento per lo Sport e la FMSI; regna confusione sui tamponi, non più obbligatori; il Governo ieri ha preso delle nuove iniziative che sicuramente impatteranno anche sul mondo sportivo. Quello che vogliamo sottolineare oggi chiaramente è che i giocatori e giocatrici ci sono: da giorni si discute se giocare o meno con la mascherina, iniziativa che rimane personale e che noi come AIP non possiamo che sostenere, vista la forte percezione degli atleti e delle atlete di non sentirsi tutelati dai protocolli attuali, visto l’arrivo di una variante che si è rivelata uno tsunami per il movimento, colto impreparato“. “Quello che deve essere chiaro – conclude l’associazione – è che AIP c’è perché è giusto che i giocatori e le giocatrici siano informate sullo stato delle cose. Già nel 2020 hanno pagato di tasca loro, AIP al tempo non esisteva e si sottolineava la volontà di creare un’associazione di giocatori e giocatrici. Da giugno 2020 ci siamo, e oggi chiediamo con fermezza che nessuno strumentalizzi questa situazione per pensare di venire meno a impegni presi. In SuperLega si è anche provveduto al deposito dei contratti, gli Atleti e le Atlete svolgono sempre a pieno il loro compito, per cui no sorprese, ma analisi, dialogo e confronto, con visione a lungo termine“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Nuova stretta sul pubblico nei palazzetti: si torna al 35% della capienza

    Di Redazione Un regalo di Natale in ritardo e assai poco gradito quello che il Consiglio dei Ministri ha riservato agli appassionati di pallavolo e di sport in generale. Il decreto governativo approvato in serata, che contiene le misure per arginare la nuova ondata della pandemia di coronavirus, prevede anche una forte restrizione al numero di spettatori ammesso nei palazzetti. Dal 60% del pubblico si torna dunque al limite massimo del 35% della capienza, lo stesso che era in vigore prima della “riapertura” operata lo scorso 7 ottobre. Per gli impianti all’aperto, invece, dal 75% si passa al 50%. Una decisione che, è facile immaginare, non mancherà di scontentare società e istituzioni sportive, che – pur avendo ormai accantonato la speranza di un ulteriore allentamento nei limiti – non avevano certo immaginato una stretta così dura. Soprattutto dopo che, meno di una settimana fa, era stato decretato l’obbligo dell’utilizzo di mascherine Ffp2 negli impianti sportivi, che si aggiungeva all’introduzione del Super Green Pass per gli spettatori. Per quanto riguarda la pallavolo, in particolare, ci si interroga sul destino della Final Four di Coppa Italia Frecciarossa in programma a Roma tra meno di una settimana, il 5 e 6 gennaio, e per la quale sono già da tempo in vendita i biglietti: non è ancora chiaro se le norme del nuovo decreto saranno applicate anche a questo evento. (fonte: Governo.it) LEGGI TUTTO

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    Aumenta al 60% la capienza consentita per i palazzetti

    Di Redazione L’aumento tanto atteso è arrivato, anche se siamo ancora lontani dalla riapertura al pubblico totale: il Consiglio dei Ministri di oggi ha votato all’unanimità il provvedimento che incrementa al 60% la capienza consentita in zona bianca per gli impianti al chiuso, in precedenza fissata al 35%. Qualcosa in più, dunque, del 50% suggerito dal Cts che aveva fatto gridare allo scandalo le istituzioni pallavolistiche (e non solo); ma di certo un risultato non pienamente soddisfacente se si considera che lo stesso decreto autorizzerà anche l’apertura delle discoteche – locali in cui i contatti fisici sono certamente ben maggiori che in un palazzetto – con una capienza massima del 50%. C’è poi un ulteriore dettaglio di cui tenere conto: le nuove disposizioni entreranno in vigore da lunedì 11 ottobre, dunque non potranno essere applicate alle gare in programma nella prima giornata dei campionati di Serie A, tra sabato e domenica. (fonte: Governo.it) LEGGI TUTTO

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    Il coro dei tifosi: “Ci sentiamo presi in giro, le regole noi le rispettiamo”

    Di Redazione La ripartenza dei campionati di pallavolo ha portato con sé numerose critiche circa l’effettiva capienza concessa nei palazzetti. Il dibattito tra Governo e i Presidenti delle due Leghe Pallavolo di Serie A è aperto da mesi. A fronte di un 35% concesso, il mondo della pallavolo chiede che si aprano i palazzetti al 50% altrimenti “La pallavolo muore”. A unire le forze sono anche le tifoserie delle varie squadre di serie A, da sempre antagoniste sugli spalti, ma alleate quando si tratta di poter tornare a vivere lo sport. Un’inchiesta de La Gazzetta dello Sport mette in luce come il problema per le varie tifoserie italiane non sia solo la capienza sugli spalti ma anche le regole imposte al modo di tifare e supportare le proprie squadre e come il rischio tangibile sia quello di vedere le curve svuotarsi. “Questo non vuol dire tifare. Ci si sta concentrando solo sulla quantità, si parla di ingressi al 35% e si chiede il 50, ma per quanto ci riguarda il problema principale è sulla qualità. Se le regole restano quelle della scorsa stagione, con l’impossibilità di suonare i tamburi, l’obbligo di rimanere seduti a un metro di distanza da tutti gli altri e la mascherina indossata, fare il tifo è impossibile. Con tutte queste limitazioni il pericolo concreto è che le curve si svuotino” è il commento della tifoseria piacentina. Altrettanto lapidario il commento della curva trentina: “Ci sentiamo presi in giro. Sport americani, tennis, Formula 1, vediamo che in tutto il mondo hanno riaperto un po’ ovunque. Ma anche in Italia negli stadi del calcio ognuno fa un po’ quello che vuole. Allora non capiamo perché la pallavolo e poche altre discipline debbano essere danneggiate”. A provocare critiche, del resto, è stata anche l’enorme differenza di regole tra, ad esempio, Italia e Serbia con 20.000 tifosi presenti alla finale degli Europei a Belgrado. A Modena, inoltre, sono stati sottoscritti quasi 2000 abbonamenti, il che rende l’organizzazione ancora più complessa: “Siamo abbastanza arrabbiati, perché i palasport sono sicuri e con l’obbligo del green pass facciamo fatica a capire perché non aprire almeno al 50%. Timori? Da noi no, c’è una grande voglia di tornare alla normalità e di sostenere la squadra come nel calcio”. “E’ risaputo che nel volley le regole si rispettano, dunque non ci sarebbero problemi ad aumentare il numero previsto. Chiediamo una maggiore considerazione, anche perché ci si dimentica che il Covid non è solo un problema sanitario, ma anche sociale ed economico. C’è tanta voglia di tornare a stare insieme” chiosa la tifoseria di Perugia. LEGGI TUTTO

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    AIP sostiene la campagna vaccinale: “Un gesto morale e civico per tornare alla normalità”

    Di Redazione Anche AIP – Associazione Italiana Pallavolisti si schiera a favore della campagna vaccinale contro il Covid-19: con una nota, l’associazione di categoria tiene a “sensibilizzare tutto il mondo atleti e atlete sull’importanza dei vaccini, per porre fine al più presto alla pandemia da Covid-19 e per permettere il ritorno alla normalità il più velocemente possibile. Solamente così potremo tornare a rivivere tutte e tutti insieme le emozioni che questo bellissimo sport sa regalarci. Un gesto civico e morale che tutela tutte e tutti noi come comunità“. Nello stesso comunicato, AIP interviene anche sul tema della riapertura al pubblico dei palazzetti, confidando “che il Governo ascolti quanto viene affermato dalle isittuzioni sportive e dalle associazioni di categoria per una rimodulazione più ampia di presenza del pubblico, nel massimo rispetto dei provvedimenti previsti per la sicurezza sanitaria del paese“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Bonaccini sposa la battaglia del volley: “Palazzetti aperti al 50%”

    Di Redazione Le società di pallavolo trovano un alleato importante nella loro campagna per eliminare, o quantomeno ridurre, le limitazioni alla riapertura al pubblico degli eventi sportivi indoor. Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, si è schierato a favore dell’iniziativa della Lega Pallavolo Serie A con un post su Facebook, pur ammettendo che “l’immagine scelta non mi è piaciuta granché (avrei sinceramente evitato il coltello sporco di sangue…)“. “Il governo – scrive Bonaccini – dovrebbe ascoltare il grido d’allarme del mondo del volley, unitamente a quello del basket, e valutare per bene la loro proposta. Se lo strumento del green pass è assolutamente utile, non si comprende perché in zona bianca, con il rigoroso utilizzo del green pass, uso della mascherina e seduti a scacchiera, non si possa alzare, almeno per l’avvio dei campionati, dal 35 al 50% la percentuale di presenza all’interno degli impianti sportivi“. “In tal modo – continua il presidente regionale – si garantirebbero da un lato ingressi in piena sicurezza (senza green pass non entri) e dall’altro un po’ di ossigeno ai club, che da un anno e mezzo non hanno potuto contare su alcun incasso, con il rischio di chiudere bottega e perdere posti di lavoro. Ho parlato ieri (venerdì, n.d.r.) anche di questo, a margine dell’inaugurazione del Meeting di Rimini, con la sottosegretaria con delega allo sport Valentina Vezzali e l’ho trovata disponibilissima al confronto con le società e con le regioni. Mi auguro si trovi presto un giusto ed equilibrato punto di incontro“. (fonte: Facebook Stefano Bonaccini) LEGGI TUTTO