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    Conegliano: Il primo scudetto di Paola Egonu. “Mi piace pensare che questo sia solo l’inizio…Verona, ci vediamo presto”

    Egonu MVP e primo scudetto

    CONEGLIANO – Su Instagram il pensiero di Paola Egonu, al suo primo tricolore.
    di Paola Egonu Mi sono chiesta tante volte come sarebbe stato il mio primo Scudetto. In quale città sarò? Che colori di maglia vestirò? Che volti avranno le compagne attorno a me? Di sicuro non mi sarei mai immaginata di vincere il mio primo tricolore senza quel pubblico che da sempre anima il nostro sport. Da un lato voglio credere che anche questo servirà a rendere ancora più unico questo giorno, dall’altro sogno già il prossimo circondata dal calore del nostro pubblico che tanto ci manca. Non è e non sarà mai la stessa cosa senza l’affetto dei nostri tifosi!Noi, sul campo, ci siamo strette forti in un periodo storico in cui gli abbracci sono una rarità…mi sento fortunata.Questo Scudetto si è fatto attendere ma, come tutte le cose sospirate e volute, posso davvero dire che ne sia valsa la pena!Mi hanno chiesto come io mi senta…eccomi qui: una bimba felice che salta di gioia. Questa sono io oggi!Mi godo questo presente ancora per qualche minuto… non è ancora tempo di festeggiare.Abbiamo un altro appuntamento che ci attende tra 10 giorni ed avremo bisogno di tutte le nostre forze, fisiche e mentali, per affrontarlo.Mi piace pensare che questo sia solo l’inizio…Verona, ci vediamo presto!Paola

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    Brasile: Con 10 finalisti quasi completate le convocazioni della nazionale maschile. Non c’è William

    BRASILE – La CBV ha annunciato ieri i 10 finalisti di Superliga che dal 25 aprile si uniranno ai giocatori già convocati: il palleggiatore Bruno Rezende, l’opposto Felipe Roque, i centrali Mauricio Souza e Lucas Saatkamp, gli schiacciatori Mauricio Borges, Douglas Souza e Joao Rafael ed il libero Thales Hoss del Taubaté; il centrale Matheus Bispo dos Santos (detto Pinta) ed il libero Maique Nascimento del Minas.Già al lavoro sono gli schiacciatori Rodrigo Leao “Rodriguinho” e Gabriel Vaccari; gli opposti Alan Souza e Wallace Souza; i centrali Isac Santos e Flavio Gualberto; i palleggiatori Fernando Kreling “Cachopa” ed Eduardo Carisio.Salvo sorprese clamorose il gruppo si completerà con Lucarelli e Leal quando termineranno gli impegni con Trentino e Lube.
    Agli allenamenti partecipano (anche se non ufficialmente convocati) anche un gruppo di giovani: gli schiacciatori Adriano e Maicon, l’opposto Darlan, il centrale Leo ed il libero Alexandre Elias.

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    Superlega: Pillole Finale gara 3. Atanasijevic punta gli 800, Rychlicki si fa sentire a muro

    MODENA – Numeri e curiosità in pillole sulla terza sfida di finale scudetto tra umbri e marchigiani.
    Sir Safety Conad PERUGIA – Cucine Lube CIVITANOVA

    Delle 6 sfide tra le due squadre nelle competizioni italiane in questa stagione le 4 non disputate in campo neutro sono state vinte dalla squadra in trasferta.
    I 38 punti messi a referto da Wilfredo Leon in gara 2 stabiliscono un nuovo record in una finale scudetto in epoca rally point system. Superati i 32 di Nemanja Petric in Trento-Modena 3-2, gara 1 della finale 2014/15.
    Ad Aleksandar Atanasijevic mancano 5 punti per raggiungere quota 800 nella storia della sfida, di cui è già il miglior marcatore. Con i 14 realizzati in gara 2 infatti l’opposto serbo ha raggiunto i 795 punti.
    11 i punti messi a segno da Roberto Russo la scorsa domenica, nuovo record personale nei playoff per il centrale azzurro.
    La Lube non ha ancora perso due sfide consecutive in una serie di finale nella sua storia.
    Il 45% in attacco fatto registrare nella gara di domenica è il dato più basso per i marchigiani nelle sfide stagionali contro gli umbri.
    I 20 punti e i 4 muri messi a referto da Kamil Rychlicki in gara 2 rappresentano un nuovo record personale per l’opposto dei cucinieri nei playoff.
    In gara 2 Robertlandy Simon ha subito tante murate (3) quante quelle subite complessivamente nelle altre 7 gare di questi playoff.

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    Polonia F.: Scudetto per il Chemik Police. 3-1 al Rzeszow in gara 4

    Finale: Gara 4 (20 aprile)Grupa Azoty Chemik Police – Developres SkyRes Rzeszów 3-1 (25-23, 23-25, 25-22, 25-15) Serie: 3-1MVP: Brakocevic-Canzian.POLICE – Il Chemik Police rispetta i favori del pronostico (nonostante il 3° posto in reg. season) e conquista il suo nono scudetto battendo 3-1, in gara 4 e nella serie, il Developres Skyres Rzeszow.
    a seguire breve cronaca LEGGI TUTTO

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    Polonia: LKS Lodz-Radom 3-0. Il terzo posto si assegna in gara 5

    Finale 3°-4° posto: Gara 4 (20 aprile)ŁKS Commercecon Łódź – E.LECLERC MOYA Radomka Radom 3-0 (25-23, 25-19, 25-17) Serie: 2-2MVP: Zaroslinska-Krol.
    LODZ – Servirà gara 5 per decidere il 3° posto della Tauron Liga. Trascinata dall’opposto Zaroslinska-Krol e con un muro più efficace (12 a 7 i vincenti) l’ŁKS Commercecon Łódź ha infatti sconfitto nettamente 3-0 l’E.LECLERC MOYA Radomka Radom di Marchesi portando la serie sul 2-2. Fra le ospiti particolarmente in difficoltà Bjelica.
    Programma (data e orario da confermare)Gara 5 (24 aprile)ore 14.45 E.LECLERC MOYA Radomka Radom – ŁKS Commercecon Łódź

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    Storia: I tecnici scudettati degli anni ‘80

    Da sx, senso orario: Prandi, Zanetti, Piazza, Montali e Velasco

    MODENA – Il decennio degli anni ’80 della pallavolo italiana, quello compreso fra le stagioni 1980/81 e 1989/90, ha visto grandi allenatori sedersi sulle panchine della nostra serie A1. Italiani, stranieri, innovatori, gestori, vecchie volpi e giovani emergenti. Ma solo cinque di essi, in quel decennio, sono riusciti a vincere almeno uno scudetto.
    Fu Silvano Prandi, per tuti il “Prof.”, ad inaugurare il primo scudetto degli anni ’80 conquistando il titolo iridato nella stagione 1980/81 con la Robedikappa Torino. Quella del 1980 fu un’estate in agrodolce per i piemontesi. Da un lato la gioia per l’arrivo di un nuovo e ricco sponsor, Robedikappa, dall’altro la dolorosa cessione del “golden boy” della pallavolo italiana, Gianni Lanfranco, che si trasferisce a Parma per fare grande la Santal. Nella città della Mole non si danno per vinti e sostituiscono il Gianni nazionale con un altro “guru” della pallavolo mondiale, il bulgaro Dimitar Zlatanov, centrale medaglia d’argento ai giochi olimpici di Mosca. Prandi disegna una squadra con il modulo del palleggiatore unico posizionando l’universale Pilotti in diagonale al regista Pietro Rebaudengo. La copia dei centrali è formata da Zlatanov e Dametto, mentre Franco Bertoli e Diego Borgna sono i martelli di posto quattro. Con questo sestetto i piemontesi si laureano Campioni d’Italia con quattro giornate di anticipo vincendo tutte le ventidue gare in programma e dimostrandosi una vera e propria macchina schiaccia sassi. Replica che il Prof. Prandi metterà in scena nella stagione 1983/84 pur dovendo fare a meno del martello italiano più forte dell’epoca, Franco Bertoli, trasferitosi nel frattempo nella ricca Modena a schiacciare per il Commendator Giuseppe Panini. Prandi lo rimpiazza con Bengt Gustafsson, svedese di 195 centimetri di rara potenza, che va ad affiancare in posto quattro il californiano Tim Hovland. In cabina di regia non uno ma due palleggiatori: il talentuoso Fabio Vullo e l’esperto Pietro Rebaudengo con un rispolverato modulo 4-2. A murare e ad attaccare dal centro l’esperto Giancarlo Dametto fa da chioccia al giovane Fabio De Luigi, centrale poco appariscente ma di grande sostanza nei fondamentali di muro e attacco di primo tempo. Torino, con la denominazione Kappa Torino, si aggiudica la stagione regolare con venti vittorie su ventidue gare. Marcia che prosegue nei playoff scudetto con i piemontesi che eliminano prima il Kutiba Falconara, poi i bolognesi della Bartolini, terminando la loro straordinaria stagione “stracciando” la Santal Parma in una finale scudetto che avrà bisogno di solo due partite per determinare la squadra campione d’Italia.
    Nella stagione 1981/82, sarà il tecnico parmigiano Claudio Piazza a ricevere il testimone da Silvano Prandi, riportando il tricolore nella città di Maria Luigia, per poi bissarlo nella stagione successiva. A Parma, dopo gli scudetti 1950 e 1951 targati Ferrovieri Parma del Professor Del Chicca e quello della stagione 1968/69 a firma Salvarani, i fratelli Magri hanno rilevato la società con il progetto di riportare la città emiliana ai vertici della pallavolo italiana. Affidano la squadra denominata Veico a Claudio Piazza, allenatore autoctono ed ex palleggiatore del club stesso. Nella stagione 1980/81, a dar man forte alle ambizioni del club, scende in campo il Cavalier Callisto Tanzi che con il marchio Santal porta a Parma grandi giocatori, tra cui il coreano Kim Ho Chul, Gianni Lanfranco (il più noto pallavolista italiano di quegli anni) Marco Negri, Gianni Errichiello, Paolo Vecchi e Maurizio Ninfa, solo per citarne alcuni, con il dichiarato intento di infrangere l’egemonia Kappa che dura dal 1978. Coach Piazza, sergente di ferro dal volto umano e dalla grande leadership, affida con grande sagacia le chiavi della squadra nelle mani del regista coreano che, proponendo un gioco velocissimo e ricco di schemi d’attacco porrà le basi per rendere quella Santal una perfetta macchina da volley. Squadra, quella diretta dal “baffone” parmigiano, che non solo trionferà in Italia ed in Europa ma lo farà giocando una pallavolo tanto spettacolare quanto efficacie ed efficiente, avviando la pallavolo italiana e internazionale verso una vera e propria rivoluzione copernicana.
    La stagione 1984/85 sarà invece ricordata come quella dell’ultimo titolo italiano conquistato dalla città di Bologna dopo le vittorie ottenute dall’allora Virtus Pallavolo Bologna nelle stagioni 1965/66 e 1966/67 con Odone Federzoni in panchina. La squadra è affidata a Nerio Zanetti che coadiuvato dal vice Maurizio Menarini allestisce un sestetto di qualità insperata, riciclando una schiera di pallavolisti stagionati e fatti fuori dalle loro ex società. Il pezzo da novanta della truppa è il campione italo – canadese Stelio De Rocco a cui Zanetti affianca Gianmarco Venturi, talentuoso palleggiatore romagnolo, i centrali Squeo (ripudiato da Modena) e Carretti, a sua volta “scartato” da Sassuolo, e il posto quattro Antonio Babini. Schiacciatore quest’ultimo dotato di pochi centimetri ma ampiamente compensati da straordinarie doti di salto e da un’energia pazzesca. I felsinei partono in sordina ma cammin facendo acquisiscono sicurezze sempre maggiori arrivando ad eliminare nientepopodimeno che i campioni uscenti di Torino in una drammatica semifinale risoltasi in tre partite. Bolognesi che, volando sulle ali dell’entusiasmo si trasformano in Davide, sconfiggendo il gigante Golia impersonificato dalla Panini Modena in una finale scudetto che vedeva quest’ultimo club accreditato di tutti i favori del pronostico. La sera del 21 maggio 1985 è quella in cui si celebrerà questa favola a lieto fine, conclusasi con la grande vittoria della Mapier che incoronerà i bolognesi di Nerio Zanetti campioni d’Italia per la terza volta nel corso della propria storia.
    Nella stagione successiva, 1985/86, fu un semisconosciuto argentino, Julio Velasco, a spostare il titolo italiano a trenta chilometri verso Nord sempre sull’asse della Via Emilia, e precisamente a Modena. Il tecnico argentino, proveniente dalla piccola realtà di Jesi in serie A2, arriva sotto una Ghirlandina piena di scetticismo, portando un’energia paragonabile a quella di un terremoto di magnitudo forza 9,5, il più alto della storia registrato in Cile nel 1960. Imposta una strategia di totale rottura con il passato sia riguardo la gestione del gruppo che i sistemi di allenamento, novità che una volta metabolizzate dalla squadra conferiscono alla stessa una marcia in più. Un gruppo, quello condotto dal divin Julio, composto da straordinarie individualità quali Fabio Vullo, Raul Quiroga, Esteban Martinez, Franco Bertoli, Luca Cantagalli, Lorenza Bernardi, Andrea Lucchetta, Andrea Ghiretti e altri ancora, che torna ad essere campione d’Italia dopo dieci lunghi anni. Velasco diventa il re della città e lo rimarrà per ben quattro anni, pari al numero degli scudetti da esso conquistati sulla panchina gialloblu, quelli compresi tra il 1986 e il 1989.
    In fine ma non ultimo, fu un altro parmigiano, Gian Paolo Montali, a conquistare l’ultimo scudetto in ordine cronologico degli anni ’80, andandosi a prendersi il titolo italiano nella stagione 1989/90, quella del grande slam per gli uomini in maglia Maxicono. Gian Paolo, già da alcuni anni sulla panchina dei ducali avendo sostituito il Prof. Alexander Skiba a metà stagione 1985/86, nell’estate 1989 suggerisce alla propria dirigenza un cambio in cabina di regia tra Dusty Dvorak e Jeff Stork. Una volta accontentato, affida al mancino statunitense la regia di un sestetto che prevede Andrea Zorzi nel ruolo di opposto, Andrea Giani e Claudio Galli centrali, Renan Dal Zotto e il toscano Bracci schiacciatori, con “Pacio” Passani primo cambio sia per i centrali che in posto due. Dopo una vera e propria marcia trionfale, contrassegnata da altri straordinari successi italiani ed internazionali, sarà proprio la Maxicono del tecnico di Traversetolo a conquistare lo scudetto della stagione 1989/90. Il primo, per questo carismatico allenatore fenomenale sia riguardo al lavoro in palestra che nella capacità di far breccia nella testa dei suoi atleti, così come l’ultimo di questi straordinari anni ’80 della nostra pallavolo. LEGGI TUTTO

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    Brasile: Renan migliora ma la moglie chiede un pensiero e preghiere dagli amici

    Renan Dal Zotto

    BRASILE – Nuove informazioni sulla condizione di salute di Renan Dal Zotto, attuale Ct del Brasile, ex campione alla Maxicono Parma e Messaggero Ravenna.
    Per gli amici intimi, la moglie di Renan, Annalisa Blando Dal Zotto, ha fornito maggiori dettagli sulla situazione attuale dell’allenatore, che in un certo senso ha portato più tranquillità.“Renan era stanco e ha chiesto (di essere intubato). È stato intubato preventivamente per riposare perché era molto stanco. Deve restare 48 ore. La prognosi è buona. Si riposerà affinché il polmone si riprenda. È come se stesse facendo tre corse nella laguna… È stanco. Sarà sedato a riposo in attesa che i suoi polmoni si riprendano”.Nonostante il messaggio rassicurante, Annalisa ha chiesto pensieri positivi e preghiere da tutti gli amici e fan.

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