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    Caroline Garcia annuncia il ritiro

    Caroline Garcia

    La tennista francese Caroline Garcia annuncia il ritiro, ma non sarà immediato. Giocherà Roland Garros, poi alcuni altri tornei, ma dalla lettera pubblicata attraverso i canali social lascia intuire che le resta ben poco da giocare, sentendosi pronta per un nuovo capitolo della sua vita.
    “Caro tennis,
    È ora di dirti addio. Dopo 15 anni di gare ai massimi livelli e più di 25 anni in cui ho dedicato praticamente ogni secondo della mia vita, mi sento pronta a iniziare un nuovo capitolo. Il mio percorso nel tennis non è sempre stato facile. Fin dai miei esordi, il tennis è stato molto più che vincere o perdere. È stato amore o odio. Felicità o rabbia. Eppure, sono profondamente grata per questo percorso, per tutto ciò che il tennis mi ha dato e per quanto mi ha aiutata a diventare una donna forte, appassionata e laboriosa. Ma ora è tempo di fare qualcos’altro. Il mio corpo e i miei obiettivi personali ne hanno bisogno”.

    Dear tennis,
    It’s time to say goodbye.After 15 years competing at the highest level, and more than 25 years putting pretty much every second of my life into it, I feel ready to start a new chapter.
    My tennis journey hasn’t always been easy. Since my early days, tennis has been… pic.twitter.com/6OLuSU4Se3
    — Caroline Garcia (@CaroGarcia) May 23, 2025

    Il ritiro tuttavia non è con effetto immediato: “Ma non è finita, non ancora. Mi restano ancora alcuni tornei. Il primo è in casa, al Roland Garros. È la quattordicesima volta consecutiva che vi partecipo. E l’ultimo. Quindi, a tutta la mia famiglia del tennis che sarà presente: incontriamoci ancora una volta, per sognare e combattere insieme. Nei prossimi giorni avrò più tempo per condividere cosa mi aspetta. Ma per ora, voglio solo concentrarmi sul vivere al meglio queste ultime settimane da tennista professionista. Grazie mille per il vostro supporto. Ci vediamo presto in campo”.
    Garcia, nata il 16 ottobre del 1993, ha raggiunto il proprio best ranking di n.4 del 2018, e come migliori piazzamenti negli Slam vanta la semifinale a US Open 2022 e i quarti a Roland Garros 2017. Dotata di un tennis potente a tutto campo, non sempre è riuscita ad esprimere il massimo del suo potenziale, ma in alcuni fase della sua carriera è stata una tennista assai ostica da battere. Sicuramente nei prossimi giorni a Parigi spiegherà meglio le modalità del suo imminente ritiro.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Fabio Fognini saluta Roma: storia di un talento che ha scritto pagine indelebili nel tennis azzurro

    Fabio Fognini nella foto – best ranking n.9 del mondo

    Mentre Fabio Fognini si prepara a disputare il suo ultimo torneo agli Internazionali d’Italia, è il momento di celebrare la carriera di uno dei tennisti più talentuosi e carismatici che l’Italia abbia mai avuto. A 37 anni, il ligure ha recentemente annunciato che questa sarà la sua ultima apparizione al Foro Italico, chiudendo un capitolo fondamentale della sua vita sportiva.
    Una carriera ricca di successiIl tennista di Arma di Taggia ha costruito una carriera impressionante, entrando nella storia del tennis italiano sotto molteplici aspetti. Vincitore del Masters 1000 di Monte Carlo nel 2019, Fognini ha conquistato complessivamente 9 titoli ATP in singolare, di cui 8 sulla sua superficie prediletta: la terra battuta.Il suo momento più glorioso è stato proprio quel trionfo a Monte Carlo, dove sconfisse il “re della terra” Rafael Nadal in semifinale, diventando l’unico tennista italiano dell’era Open a vincere questo prestigioso torneo.
    Record e primatiFognini ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del tennis italiano. È rimasto nella top-100 per ben 823 settimane (di cui 708 consecutive), nella top-50 per 525 settimane e nella top-20 per 220 settimane complessive.Il suo ingresso nella top-10 mondiale nell’aprile 2019 rappresenta uno dei momenti più significativi della sua carriera. A 32 anni, è stato il tennista più anziano al mondo a entrare per la prima volta in questa élite, diventando anche il primo italiano a raggiungere questo traguardo dal 1979, quando ci riuscì Corrado Barazzutti.
    Successi nei tornei del Grande SlamNei tornei del Grande Slam, il suo miglior risultato è stato raggiungere i quarti di finale al Roland Garros nel 2011, che purtroppo non poté disputare a causa di un infortunio. È riuscito anche ad arrivare agli ottavi di finale agli Australian Open nel 2014 e 2018, e agli US Open nel 2015.Ma il suo successo più significativo in un Major è arrivato nel doppio, dove insieme a Simone Bolelli ha conquistato l’Australian Open nel 2015, diventando l’unica coppia italiana a vincere un titolo del Grande Slam nell’era Open.
    Un pioniere del tennis italianoFognini ha avuto un ruolo fondamentale nella rinascita del tennis italiano. È stato tra i protagonisti del ritorno dell’Italia nel World Group di Coppa Davis nel 2011, aprendo la strada al periodo d’oro che il movimento tennistico italiano sta vivendo negli ultimi anni.Ha mosso i primi passi nel tennis al circolo di Arma di Taggia, e a 14 anni ha scelto definitivamente il tennis rispetto al calcio, sua seconda passione. Il suo primo match vinto da professionista risale al 2004, al Future di Valdengo.
    L’uomo oltre il campioneFuori dal campo, Fognini è conosciuto per il suo carattere passionale e per la sua vita familiare. È sposato con Flavia Pennetta, ex tennista italiana e vincitrice degli US Open 2015, con cui ha costruito una famiglia.Il loro primo figlio si chiama Federico, nome scelto in memoria di Federico Luzzi, tennista italiano scomparso prematuramente a 28 anni per una leucemia fulminante.Sempre attento allo sviluppo del tennis italiano, Fognini ha fondato “Back To Next”, un progetto che mira ad aiutare i giovani tennisti a raggiungere il professionismo.
    L’ultimo saluto al Foro ItalicoMentre si prepara al suo ultimo torneo a Roma, Fognini continua a dimostrare la sua competitività, come testimoniano i suoi recenti successi nei tornei Challenger, l’ultimo dei quali a Montemar nel novembre 2024, l’ottavo della sua carriera.Gli Internazionali d’Italia saranno un’occasione speciale per celebrare questo straordinario atleta che ha contribuito in modo determinante a far crescere la passione per il tennis in Italia, aprendo la strada ai successi delle nuove generazioni.In un’era dominata da alcuni dei più grandi tennisti di tutti i tempi, Fabio Fognini è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante, portando in campo un tennis fatto di talento puro, colpi imprevedibili e quella passione tipicamente italiana che lo ha reso un campione unico e indimenticabile.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Halep dice addio al tennis: “È una liberazione, non ho più nulla da dare”

    Simona Halep nella foto – Foto getty images

    Simona Halep ha ufficialmente annunciato il suo ritiro dal tennis professionistico dopo la sconfitta al WTA 250 di Cluj-Napoca. In una lunga e toccante intervista al portale 30-0, l’ex numero uno del mondo ha spiegato le ragioni della sua decisione.
    “Non so perché tutti abbiano paura di questo momento, io mi sento bene, anche se forse tra qualche giorno sarà più difficile”, ha confessato Halep. “Per me è una liberazione. Non sono il tipo di persona che scende in campo solo per esserci. Non riuscivo nemmeno ad allenarmi! Prima di venire qui, potevo allenarmi al massimo un’ora al giorno sulla terra battuta.”
    Il momento decisivo è arrivato quando i medici le hanno prospettato un intervento al ginocchio: “Mi hanno detto che per risolvere l’infortunio avrei avuto bisogno di un impianto di cartilagine, con un recupero di un anno e mezzo, senza garanzie di tornare ai livelli precedenti. Ho sempre voluto evitare la chirurgia.”
    La rumena guarda con soddisfazione alla sua carriera: “Non porto con me nulla di negativo da questo sport. È stata una passione, un obiettivo nella vita, era il mio destino. Se rinascessi, farei lo stesso. Mi piace avere il potere di dire basta, accettare che è arrivato il momento. Mi tengo i bei ricordi, i due Slam, il numero uno mondiale.”
    Sul futuro, Halep ha le idee chiare: “Non ho paura di quello che verrà. Ho investito in alcune attività in Romania con la mia famiglia. Non voglio responsabilità, né programmi, né orari rigidi. Il mio obiettivo è imparare a giocare a golf, andare in palestra ogni giorno e prendermi cura del mio corpo. Voglio anche diventare madre, finora sono stata solo un’atleta di alto livello, non una persona normale.”
    Non manca un riferimento al periodo della sospensione per doping: “Prima di quell’episodio non credevo nel male, lì ho capito che c’è molto male nel mondo. La gente mi chiede se non sento il bisogno di vendicarmi, ma no. Sono in pace per non aver fatto nulla di male.”Un pensiero speciale va a Darren Cahill, suo storico allenatore: “Tutti gli allenatori hanno avuto un ruolo importante, ma per fare il salto e vincere uno Slam, Darren mi ha aiutato molto. È un grande allenatore, ha creduto in me, mi capiva perfettamente.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Da Top 50 agli Studi: La Seconda Vita di Jared Donaldson

    Jared Donaldson nella foto

    Nel marzo 2018, Jared Donaldson raggiungeva il suo best ranking di numero 48 ATP dopo le semifinali ad Acapulco. Un anno dopo, al Masters 1000 di Miami, avrebbe disputato l’ultimo torneo della sua carriera. A soli 25 anni, una tendinite cronica al ginocchio lo ha costretto al ritiro precoce dal tennis professionistico.La storia di Donaldson non è quella di uno sconfitto, ma di un atleta che ha saputo reinventarsi, trasformando una fine prematura in un nuovo inizio.
    In una toccante lettera pubblicata su Behind the Racquet, Donaldson ha raccontato il suo percorso: “Ho avuto un dolore costante per tre anni e mezzo. Ero così disperato da trovare quasi un sollievo quando mi hanno dato l’opzione di ritirarmi e dedicarmi agli studi.”“Non era una questione di talento o desiderio. Fisicamente non potevo più giocare,” ha spiegato l’americano, ora studente all’Università della Pennsylvania. “Non era la mia prima scelta trovarmi a 27 anni all’ultimo anno di università, ma sarò sempre grato per questa opportunità.”Donaldson ha un messaggio importante per i giovani tennisti: “Il tennis è fantastico e mi ha dato molte opportunità per cui sarò sempre grato, ma la carriera atletica un giorno finisce. È molto importante essere completi e aperti ad altre opportunità invece di pensare ‘farò solo questo per il resto della mia vita’.”
    “Onestamente, è stato un sollievo allontanarmi dal tennis,” confessa. “Ora mi è impossibile immaginare com’era la mia vita prima. Amo gli studi e sento di essermi messo in una posizione invidiabile dopo il tennis, con una nuova carriera che mi offre opportunità per perseguire ciò che voglio fare.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Gasquet si ritirerà a Roland Garros 2025

    Richard Gasquet

    Richard Gasquet in un’intervista al quotidiano francese L’Equipe rivela che Roland Garros 2025 sarà il suo ultimo torneo. Il 38enne di Beziers, uno dei talenti più precoci di Francia e diventato iconico per il suo splendido rovescio a una mano, sapeva da tempo che la fine si stava avvicinando e nonostante l’amore viscerale per il gioco che ha accompagnato tutta la sua vita fin dalla tenera infanzia, alla fine ha deciso di mettere un termine al suo lungo viaggio competitivo. “Penso che sia il momento migliore per me per farlo”, spiega Richard, “questo è il miglior torneo per farlo. È magnifico, siamo fortunati essendo francesi a poter competere in posti così incredibili. La fine è sempre complicata, me lo hanno detto spesso tutti gli ex grandi giocatori, non è facile annunciarla. Non si sa mai quando, come, dove… Ma sarà lì comunque, la scelta migliore”.
    Un torneo che Gasquet, anche nei suoi anni top, ha sempre affrontato con troppa tensione per il peso delle aspettative molto alte in patria, anche quando era un top10 e sul rosso esprimeva il suo miglior tennis. Infatti è curioso che proprio a Roland Garros non abbia raggiunto il suo apice, ma altrove. Sulla terra parigina infatti vanta solo un quarto di finale (2016), mentre a Wimbledon ha disputato due semifinali (2007 e 2015) e una a US Open (2013).
    Oggi piazzato al n.133 del ranking, Gasquet afferma di non vivere questa decisione come “straziante”, ancora motivato dalla passione che lo ha spinto a gareggiare nei Challenger negli ultimi mesi, lontano dagli sfarzi di un tempo, ma con la solita dedizione. “Il tennis non è solo una questione di grandi partite, è viscerale. Quando ho vinto il Cassis Challenger (qualche settimana fa), sono diventato uno tra i tre più giovani, e allo stesso tempo tra i tre più anziani ad aver vinto Quel torneo. Questo riassume tutto il mio viaggio”.
    Gasquet vanta un best ranking di n.7 ATP. In carriera ha vinto 16 tornei, tutti di categoria ATP 250, passando ben 19 stagioni consecutive tra i migliori 100 del mondo (956 settimane di fila). Un giocatore amato da molti per il suo tennis classico ed elegante, ma rimasto un po’ “lì”, bloccato in un limbo tra il massimo livello dei super campioni e il piano medio. Probabilmente non è riuscito a fare il grande colpo in uno dei tornei maggiori per colpa di un fisico non così straordinario come i maggiori rivali della sua epoca, ma anche per la difficoltà di evolvere il suo gioco in una dimensione più offensiva, stazionando fin troppo dietro la riga di fondo a rincorrere e finendo sotto i colpi di rivali più attrezzati fisicamente e più aggressivi. Croce e delizia…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Riccardo Bonadio annuncia il ritiro

    Riccardo Bonadio

    “È stato un viaggio fantastico, un susseguirsi di esperienze indimenticabili, di ricordi e soddisfazioni che rimarranno per sempre scolpite nella mia mente; ma nella vita c’è sempre la parte amara perché non c’è giorno senza notte, i sacrifici, i momenti bui e di sconforto più totale, le sconfitte che ogni settimana (o quasi) contraddistinguono questo sport…”.
    Così inizia un lungo e toccante messaggio scritto da Riccardo Bonadio sui suoi canali social, con il quale annuncia il ritiro dall’attività professionistica. “A questo continuo up and down di emozioni devo tutto”.
    “Non c’è alcun lavoro come lo sport e per me il tennis, che possa metterti di fronte a continue sfide, a continui cambiamenti, a scelte difficili da prendere che tirino fuori a volte il meglio a volte il peggio del proprio carattere, ma che sicuramente ti spronano a migliorare”. Riportiamo il messaggio social completo.

    “Ora è tempo di voltare pagina, iniziare un nuovo percorso, quasi ripartendo da zero e sperando di trasmettere tutto quello che ho imparato sulla mia pelle e non solo. Mi auguro di rivivere emozioni uguali, perché noi siamo emozioni. Cechiamo emozioni. E il mio modo di sperimentarle è stato e sarà sicuramente IL TENNIS”, conclude Bonadio.
    Il 31enne di Azzano Decimo ha raggiunto in carriera il best ranking di n.164 ATP il 22 maggio 2023. In carriera ha vinto 10 tornei ITF e ha raggiunto una finale a livello Challenger nel 2022 a Bratislava, dove fu sconfitto da Alexander Shevchenko. In Italia ha giocato due semifinali Challenger, una sui campi dell’Eurosporting Cordenons dove lo scorso agosto disputò il suo ultimo match, perdendo nei quarti dallo spagnolo Taberner.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Il ritiro di Filip Krajinovic, geometria e leggerezza

    Filip Krajinovic

    In punta di piedi, senza fare rumore. Esattamente come Filip approcciava la palla con leggerezza, dando l’impressione di esser lento pur non essendolo affatto. Così Filip Krajinovic ha salutato il tour Pro nelle “quali” di US Open, perdendo il suo ultimo match contro Rodionov. Il 32enne di Sombor ha deciso di chiudere una carriera iniziata assai tardi a livello massimo e durata poi non così tanto, pure guastata dall’arrivo del Covid e un serio infortunio al polso, che l’ha fatto scivolare nelle retrovie facendogli perdere mordente e quella “fame” necessaria a rimettersi in pista in un mondo così duro a livello di competizione. È durato solo 71 minuti il suo ultimo ballo, Rodionov l’ha battuto 6-4 6-2. Sipario.
    “Ho lottato per l’ultimo anno e mezzo, pensando a cosa fare” racconta Krajinovic al sito ATP. “Non ero soddisfatto della mia forma. Non ero soddisfatto del mio corpo e non giocavo al livello che volevo. Sono calato molto. Ho deciso di dire basta dopo gli US Open. Inutile nasconderlo, ero davvero, davvero triste dopo la sconfitta. Sono riuscito a mala pena a giocare. Piangevo in campo perché per tutta la vita giochi e sei in competizione, quindi non è stato facile dire addio, ma allo stesso tempo sono felice di essermi liberato da quello che era diventato quasi un peso”.
    “Quando ti ritrovi a giocare piccoli tornei dopo anni al massimo livello, la motivazione non è la stessa. Semplicemente non mi sentivo bene, non ero contento e non avevo abbastanza fame. Se non sei al 100% con tutto quel che hai, non hai possibilità di tornare dove volevo essere. Sentivo che non mi divertivo e ho sentito che in questo modo diventava impossibile tornare dove volevo essere, sicuramente nella top 50”.
    Gli amici di sempre, i connazionali Troicki, Kecmanovic, Lajovic e altri erano lì con lui sul campo 4 di Flushing Meadows, per accompagnare il suo ultimo incontro. Filip è sempre stato un ragazzo gentile, garbato, uno che non urla mai e riflette. Una buona parola per tutti, mai fuori dagli schemi. Un comportamento impeccabile a livello umano che l’ha reso benvoluto e stimato dai colleghi.
    Tennis fluido ed elegante, molti l’hanno un po’ paragonato a una sorta di Kafelnikov dei nostri tempi, con quel passo felpato, la sensazione di non fare fatica nel colpire la palla e la pulizia all’impatto. Quando sbarcò da giovane all’Academy di Bollettieri, il grande Nick si spese in previsioni eccezionali per lui. Grande tennista, anzi, giocatore bello da vedere, ma forse meno efficace di altri per un spirito non così furente nella lotta e forse anche un fisico non così resistente, o chissà un po’ meno allenato di quel che avrebbe potuto. Tant’è che Filip è esploso molto tardi rispetto al suo potenziale, in quel di Paris-Bercy 2017 dove clamorosamente si issò in finale, in quello che resta il suo miglior torneo in carriera. Il mondo si accorse di questo ragazzo mite, che con la palla poteva centrare le riga o la classica monetina tanto era preciso nell’impatto.
    Da quel torneo mitico per lui, è iniziata la sua vera carriera, che l’ha portato a diventare n.26 al mondo nella primavera seguente, ma con frequenti fastidi fisici e il cruccio di non aver mai vinto un torneo. Questo il rammarico di Krajinovic, più che la tarda esplosione al massimo livello. “Sono molto orgoglioso della mia carriera”, commenta Krajinovic. “L’unica cosa per cui sono un po’ triste è non aver vinto un titolo ATP. Ho avuto cinque finali, cinque finali difficili. Questa è l’unica cosa che volevo ma per qualche motivo non è successo. Ma firmerei per ripetere tutto il resto perché penso di aver giocato come volevo. Ho avuto ottimi risultati e il mio massimo è stato toccare il n.26, cosa che apprezzo molto. Ho lasciato il campo felice, perché penso di aver fatto bene”.
    Quando Krajinovic aveva 14 anni, lasciò la Serbia per la Florida per allenarsi all’IMG Academy e inseguire il suo sogno di diventare un tennista professionista. I compagni di allenamento erano Kei Nishikori, Max Mirnyi e Radek Stepanek, avevano il livello che un giorno sperava di raggiungere. Quasi due decenni dopo, alla fine di una carriera più che discreta sul tour, si sta preparando a volare di nuovo a Bradenton per visitare il luogo in cui è iniziato il suo viaggio. Nostalgia o una porta sul proprio futuro? Non lo dice… “Non è stato facile. Sono arrivato negli Stati Uniti quando avevo 14 anni, da solo, senza nessuno. Sono andato a quell’Accademia e non sapevo niente. Non sapevo parlare inglese, quello è stato il mio più grande problema quando sono sbarcato lì. È stato difficile, ma allo stesso tempo è stato molto, molto bello, perché sapevo che era la mia opportunità per migliorare e allenarmi con quei ragazzi. È stato incredibile”.
    Resterà sempre il dubbio se abbia tratto o meno il massimo dal suo potenziale. Forse no. Alla fine il tennis è uno sport maledettamente complicato, dove per arrivare in alto e restarci serve una durezza di fisico e d’animo che appartiene a pochi. Forse non al “Kraji”, ma certamente con il suo tennis leggero e geometrico ha deliziato i palati di chi ama un gioco meno muscolare e, se vogliamo, più poetico. Buona vita, Filip!
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Van Uytvanck si ritira a 30 anni: addio forzato per la ex numero 37 del mondo

    Alison Van Uytvanck nella foto

    Alison Van Uytvanck ha lottato per anni con infortuni complicati e non riusciva a vedere la luce in fondo al tunnel, una situazione che l’ha portata a prendere la decisione di ritirarsi dal tennis professionistico, a soli 30 anni.
    La tennista belga era arrivata fino alla 37esima posizione mondiale e il suo risultato più notevole è stato il raggiungimento dei quarti di finale al Roland Garros 2015, oltre agli ottavi di finale a Wimbledon 2018. Ha vinto cinque titoli in carriera (Quebec, Budapest per due volte, Tashkent e Astana), lasciando grandi partite nel ricordo degli appassionati.
    Dichiara la tennista belga in un messaggio sui social: “Ciao a tutti, Vorrei annunciare che ho preso la decisione di terminare da adesso la mia carriera da tennista professionista.Prendere questa decisione è stato incredibilmente duro. Nelle scorse settimane, non ho sentito più lo stesso fuoco che ci vuole per dare il massimo, per lottare su ogni punto, e per viaggiare attorno al mondo.Non è stata una scelta facile. Ho sofferto molto lo scorso anno mentre rientravo da un duro infortunio, sia fisicamente che soprattutto mentalmente.È stato un viaggio pieno di alti e bassi, iniziato tutto da una piccola ragazzina con un sogno enorme, come molti di noi io sognavo sempre di poter competere un giorno nei Grandi Slam. Avendo disputato numerosi Slam, avendo raggiunto i quarti al Roland Garros, giocato il quarto turno a Wimbledon e vinto 5 tornei WTA è davvero il raggiungimento di un sogno e molto di più. È parte della mia vita di cui sarò per sempre grata, sono stata privilegiata nell’aver potuto gioire di una fantastica carriera nel tennis.Devo un grande ringraziamento ai miei sponsor per essere rimasti con me nel bene e nel male, e a tutti quelli che mi hanno supportato e sono rimasti al mio fianco durante questo viaggio, anche quando sono stata messa da parte dagli infortuni.Ovviamente, il mio più profondo ringraziamento va al mio allenatore, ai miei genitori, la mia intera famiglia, e alla mia amata moglie per il loro incrollabile supporto.Sono eccitata nell’intraprendere un nuovo capitolo della mia vita e non vedo l’ora per le sfide e le opportunità che mi si aprono davanti.Il tennis mi ha dato così tanto e sarà per sempre nel mio cuore.Grazie di tutto, Ali”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO