More stories

  • in

    Mager si ritira: “Il tennis mi ha dato tanto. Il ripianto? Non esser stato in grado di godermi il bello della mia carriera”

    Gianluca Mager

    Gianluca Mager ha annunciato il ritiro ufficiale dal tennis Pro. 30 anni, il sanremese da tempo aveva diradato la sua attività tanto che il suo ultimo incontro vinto in carriera risale allo scorso maggio quando passò due turni al Challenger di Santos in Brasile. Poi altri cinque Challenger tra Italia e San Marino, senza vittorie, con l’ultima partita disputata lo scorso luglio sul “Titano”. In carriera ha toccato un best ranking di n.62 nel novembre del 2021, con le annate migliori prima e durante il periodo del Covid, fatto questo che resta il più grande rimpianto di Gianluca: tanto lavoro per arrivare nel tennis dei “grandi” e incappare nello stop per la pandemia e quindi una stagione e mezza difficile con le restrizioni e tutto quello che è seguito. Infatti in un’intervista rilasciata a Spazio Tennis proprio questo afferma Mager, il rimpianto di non esser riuscito a godersi a pieno il momento migliore della sua vita tennistica.
    “Purtroppo non sono mai stato in grado di godermi il bello della mia carriera. Sarà sempre il mio più grande rimpianto” racconta Mager, “Per colpa mia e per quel che è successo dopo. È arrivato il Covid, i tornei erano vuoti, non c’era più niente. Triste. Una lotta furibonda per arrivare a quei livelli e poi quando realizzi finalmente un grande sogno, quando Capitan Corrado Barazzutti ti stupisce dicendoti ‘giochi te’, difendi il tricolore in Coppa Davis in uno stadio vuoto perché il giorno prima hanno chiuso tutto”.
    A Indian Wells “Arrivai carico, mi ripetevano ‘stai giocando come un treno’. Feci un allenamento e annunciarono la cancellazione del torneo. Tornammo a casa e ci restammo 6 mesi. La ripresa non fu neanche pessima, riuscii a vivere un altro paio di stagioni di livello, affrontai Kyrgios al secondo turno di Wimbledon, Sinner al secondo turno del Roland Garros, battei De Minaur al Foro Italico, Fucsovics a Indian Wells. Collezionai diversi quarti di finale in vari ATP 250 battendo giocatori importanti. Quella contro Jannik la ricordo bene: persi 6-1 7-5 3-6 6-3 sciupando due set point nel secondo parziale”.
    Mager era dotato di un buon tennis, un gioco a tutto campo con un gesto anche elegante e traiettorie efficaci. Non sempre è riuscito a giocare con la intensità e continuità necessaria per reggere la durissima competizione del tour ATP. L’aspetto mentale è sempre stato quello più difficile da gestire per lui, come ha raccontato nel suo saluto al tennis professionistico. In carriera ha vinto sei Challenger e diversi ITF, ma il momento clou resterà la cavalcata vissuta a Rio, dove passò le qualificazioni e arrivò in finale, battendo tra gli altri Thiem (allora n.4 al mondo). Purtroppo in quella finale lottò molto ma si arrese in due set tirati a Garin. E da lì a poco, ecco la tempesta Covid…
    Questi altri passaggi del suo saluto al mondo del tennis. “Ho avuto un’adolescenza un po’ particolare. Fuori dalle righe rispetto a un classico sportivo. Uscivo e ne facevo passare tante, troppe, ai miei genitori. L’ultima cosa che pensavo era di diventare un giocatore di tennis. Ero un ribelle a cui non piacevano particolarmente le regole”. Mager racconta che la svolta della sua carriera arrivò quando il club Park di Genova lo ingaggiò per vincere lo scudetto a squadre. In quel periodo l’incontro con Nargiso, una nuova strada e la sua testa fece “clic”: decise di provarci davvero col tennis: “Quando arrivò Diego feci una scelta importante e dissi ai miei genitori di voler diventare un tennista professionista. Ricordo ancora adesso lo scetticismo nei loro occhi. Da quel momento, per un anno, la mia vita funzionava così: autobus da Sanremo a Ventimiglia, treno da Ventimiglia a Montecarlo, camminata in salita di 2 km per raggiungere il circolo in cui mi allenavo. Un panino a pranzo, la sessione pomeridiana e via al contrario per tornare a casa. Un anno. Senza saltare mai un giorno, senza fare mai un ritardo. Per dimostrare a me stesso e alla mia famiglia, soprattutto, che ero cambiato e maturato”.
    La paternità con la compagna Valentine Confalonieri ebbe un impatto molto importante: “Durante tutta la mia carriera ho vissuto emozioni contrastanti, alcune sicuramente belle e positive che mi hanno spinto a inseguire un piccolo sogno, altre invece hanno costantemente messo alla prova quella che in fondo è la mia natura. Come tanti dicono ‘questo sport non è per tutti’. Mi sono sempre ritrovato in questa espressione. Il tennis per me è stato una battaglia contro me stesso. Le mie lotte personali mi hanno aiutato a superare tante volte i miei limiti, paure e insicurezze, portandomi via tante energie che lentamente mi hanno logorato. Negli ultimi anni il fuoco che mi ha animato per tanto tempo si è lentamente spento. Le priorità sono cambiate e oggi, all’età di 30 anni, ho deciso di fare i conti con me stesso e di essere veramente chi sono. (…). È strano da dire, ma quando è nata la mia prima figlia qualcosa dentro di me è cambiato. Sono emersi tutti i limiti contro cui ho sempre lottato. Sono una persona che ama la stabilità, sono molto legato alla mia famiglia e ho sempre patito il continuo viaggiare. La vita di un giocatore di tennis è in continuo movimento, le valigie non vengono mai disfatte del tutto, si prendono aerei in continuazione e mentre lo fai devi elaborare l’ennesima sconfitta. In giornate in cui magari vorresti essere semplicemente a casa tua a festeggiare un normale giorno di Natale. Bisogna essere forti a saper gestire la pressione. Se non vinci non guadagni, se non salvi i punti dell’anno precedente perdi classifica e se non ne fai abbastanza rischi di non giocare gli Slam e le tue tasche lo soffrirebbero. I ritmi sono alti e costanti, non hai tempo per fermarti e provare a resettare tutto. Se lo fai, poi rimetterti in carreggiata non è semplice. La fiducia è il Santo Graal, quando te ne impossessi senti che improvvisamente tutto fluisce nel verso giusto e sei capace di fare grandi cose. Quando la perdi, invece, devi ripartire da zero e per riuscire sempre a rialzarti il tennis deve venire prima di tutto”.
    Il futuro? Con i giovani nella sua Sanremo: “È nato in me il forte desiderio di voler insegnare ai giovani ragazzi, soprattutto nella fascia di età dai 12 anni in su, a comprendere l’importanza di cosa significa essere un giocatore di tennis, dunque a non commettere i miei stessi errori perché la carriera non dura per sempre… A conti fatti il tennis mi ha dato molto più di quello che mi ha tolto: mi ha permesso di prendere la giusta via, di crescere e conoscere pienamente me stesso. Mi ha insegnato il valore del sacrificio per ottenere qualcosa di importante. Mi ha dato la possibilità di girare il mondo e di avere una bellissima famiglia: sempre a ottobre diventerò per padre la terza volta. (…) Oggi sono soddisfatto del percorso che ho fatto e sento dentro di me di avere delle nuove energie da dover indirizzare in un nuovo capitolo”.
    Parole molto sincere quelle di Mager, un’analisi onesta di una carriera di buon livello ma dalla quale avrebbe potuto anche trarre di più. Con quello che ha maturato, sarà interessante vederlo crescere giovani talenti. Non possiamo che augurare a Gianluca il meglio per questo nuovo capitolo della sua vita.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Vasek Pospisil saluta il tennis: “È il momento giusto, ma sento emozioni forti”

    Vasek Pospisil nella foto – Foto getty images

    Si chiude a Toronto la carriera di Vasek Pospisil, una delle figure più amate e autentiche del tennis canadese. In conferenza stampa, alla vigilia dell’ultima partita da professionista in patria, Pospisil ha raccontato con sincerità le sue emozioni e le riflessioni su un percorso iniziato diciotto anni fa.
    La decisione di ritirarsi e le emozioni dell’ultima settimana“Mi sento bene, sono in pace con questa scelta,” ha dichiarato Vasek. “Sono davvero entusiasta di scendere in campo per l’ultima volta, davanti a amici e famiglia. È il posto perfetto per concludere la mia carriera, e sono certo che sia il momento giusto.”
    A chi gli chiede se ci sia ancora la possibilità di un ripensamento, Pospisil sorride: “No, ormai ho preso la decisione già da qualche mese. Negli ultimi giorni ho sentito davvero il peso di questo addio, ma sono pronto a voltare pagina. Non vedo l’ora di finire, anche se so che mi mancherà tantissimo. Giocare a tennis ad alto livello è stata la mia vita per 18 anni, ma ora è tempo di guardare avanti.”
    La crescita del tennis canadesePospisil ripercorre con orgoglio i cambiamenti vissuti dal movimento tennistico in Canada: “Quando ho iniziato, Daniel Nestor era il mio punto di riferimento, non avevamo molti giocatori ai vertici del singolare. Le cose sono cambiate tantissimo negli ultimi quindici anni. Ora abbiamo tanti giovani forti e Tennis Canada sta facendo un lavoro eccezionale. Credo che siamo in un’epoca d’oro, ma non dobbiamo darlo per scontato: il futuro del tennis qui è comunque in buone mani.”
    Il lascito, in campo e fuoriSul suo lascito, Vasek è chiaro: “È una parola importante, ma spero di essere ricordato come una brava persona, onesta, che ha sempre dato tutto sia in partita che in allenamento, e che ha lottato per ciò in cui credeva. Ho sempre portato il cuore in campo e spero che questa autenticità venga riconosciuta, più dei risultati.”
    Lezioni di vita e futuro“Tennis ti insegna tantissimo: devi sacrificare molto fin da piccolo e imparare in fretta dalle difficoltà. Sei il CEO di te stesso, ti gestisci, impari dagli errori. Se non lo fai resti indietro, e questa lezione vale per tutto, dalla vita privata al business. Mi sento fortunato, penso di essere cresciuto tanto come persona. D’ora in poi voglio essere sicuro di mettere passione in tutto quello che farò, perché solo così si può eccellere.”
    I tre momenti indimenticabili“Senza dubbio Wimbledon in doppio e la Coppa Davis sono i due più grandi traguardi. Il terzo è stato il torneo di Montreal, il mio primo vero exploit sul grande palcoscenico. È stata una settimana pazzesca, la prima volta non si scorda mai. Queste sono le emozioni che porterò con me.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Eugenie Bouchard annuncia l’addio definitivo al tennis: l’ultima passerella sarà a Montréal 2025

    Eugenie Bouchard nella foto – Foto Getty Images

    È ufficiale: Eugenie Bouchard, una delle tenniste più amate e discusse degli ultimi anni, si appresta a salutare per sempre il tennis professionistico. La canadese, classe 1994, ha ormai da tempo orientato la sua carriera verso il pickleball – sport in grande crescita soprattutto in Nord America – e sui social era apparsa sempre più distaccata dal circuito WTA. Tuttavia, non aveva mai escluso del tutto un possibile ritorno, lasciando aperta la porta per un vero e proprio addio sui campi che contano.E così sarà: dopo una breve apparizione a Newport per preparare l’evento, la Bouchard ha annunciato che il WTA 1000 di Montréal 2025 sarà l’ultimo torneo della sua carriera. Un addio che avverrà davanti al suo pubblico, grazie a una wild card che le permetterà di entrare direttamente nel tabellone principale e salutare la folla che l’ha sempre sostenuta.
    Una carriera tra luci e ombre, ma sempre protagonistaEugenie Bouchard aveva stupito il mondo del tennis nel 2014, quando a soli vent’anni raggiunse la finale di Wimbledon, cedendo solo a Petra Kvitova. In quella stagione d’oro, la canadese si era spinta anche in semifinale agli Australian Open e al Roland Garros, scalando la classifica fino al numero 5 del mondo: un exploit che aveva fatto sognare il Canada e alimentato aspettative enormi su di lei.Purtroppo, dopo quell’anno magico, la sua carriera non ha mantenuto le stesse promesse: complici infortuni, problemi fisici e una pressione mediatica spesso eccessiva, la Bouchard non è più riuscita a tornare ai vertici, ma ha continuato a essere un personaggio di grande richiamo, sia in campo che fuori, tra social, campagne pubblicitarie e apparizioni televisive.
    Negli ultimi anni, dopo vari tentativi di rientro anche per colpa di infortuni, Eugenie aveva progressivamente allontanato la racchetta dal tennis giocato, trovando una nuova dimensione e visibilità nel mondo del pickleball. La sua ultima presenza a Newport aveva fatto presagire che qualcosa bollisse in pentola, ed ecco arrivare l’annuncio: Montréal 2025 sarà la passerella finale, il momento degli applausi e dei ringraziamenti di un pubblico che, comunque sia andata, non ha mai smesso di seguirla e di volergli bene.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Petra Kvitova annuncia il ritiro: US Open 2025 sarà il suo ultimo torneo

    Kvitova con il piatto da campionessa di Wimbledon

    Con una toccante lettera pubblicata sui propri canali social, Petra Kvitova annuncia che il 2025 sarà il suo ultimo anno da Pro, e US Open dovrebbe essere il suo ultimo torneo in carriera. La ceca, due volte campionessa a Wimbledon, ha incantato gli appassionati per molti anni con un tennis potente ma allo stesso tempo ricco di grazia e manualità, un tocco di palla da manuale e soluzioni offensive di grandissima qualità, diventando una delle giocatrici più apprezzate anche per la sua umanità ed empatia. La sua carriera non è stata tutta rose e fiori: è stato un otto volante con momenti e risultati straordinari alternati a periodi non facili con più sconfitte che vittorie. Molto è dipeso anche dalle sue condizioni fisiche, non sempre perfette: ha sofferto per un’acuta forma di allergia in diversi periodi dell’anno e molti sono stati i suoi infortuni, alcuni assai severi (per colpa anche di un fisico imponente e non così resistente). A questo va aggiunta la terribile aggressione subita nel 2016 da un rapinatore penetrato nel suo appartamento spacciandosi per un tecnico riparatore, che le costò un serio infortunio alla mano sinistra, quella dominante per il suo gioco. Dopo la maternità (2024) Petra è tornata sul tour più per riprovare le emozioni e adrenalina della competizione che con importanti velleità competitive, ormai provata nel fisico e non abbastanza veloce in campo per reggere la potenza dei colpi delle migliori giocatrici. Lascia con 31 tornei vinti, la posizione n.2 nel ranking WTA e la finale agli Australian Open 2019 come miglior risultato al di fuori di Wimbledon. Forse il suo più grande rimpianto è stato non esser riuscita a diventare n.1, ma del resto la continuità non è mai stata il suo forte.
    Questo il messaggio pubblicato da Petra con l’annuncio del suo prossimo ritiro.
    Cresciuta nella mia città natale di Fulnek, colpendo le prime palline da tennis con mio padre sui campi locali, non avrei mai immaginato di diventare una giocatrice professionista, di poter viaggiare per il mondo e giocare negli stadi più belli del pianeta. Eppure… incredibilmente, tutto questo è diventato realtà, e molto di più.
    Ho avuto il privilegio di raggiungere vette straordinarie negli ultimi 19 anni da quando sono diventata una giocatrice professionista. Da due vittorie a Wimbledon, passando per sei trofei della Billie Jean King Cup per la Repubblica Ceca, fino al raggiungimento del numero 2 del mondo e molto altro ancora. Ho ottenuto più di quanto avessi mai osato sperare, e sono immensamente grata per tutto ciò che il tennis mi ha dato in questi anni. Mi ha insegnato innumerevoli lezioni, non solo sul campo o in palestra, ma anche nella vita. Non sarei quella che sono oggi senza questo sport meraviglioso e tutto ciò che mi ha donato, sia dentro che fuori dal campo.

    Come in tutte le fasi della vita, arriva un momento in cui è tempo di iniziare un nuovo capitolo, e quel momento per me è arrivato. Per questo volevo condividere con voi che il 2025 sarà la mia ultima stagione in tournée come professionista. Sono entusiasta e non vedo l’ora di godermi ancora una volta la bellezza di giocare a The Championships, Wimbledon, un luogo che contiene i ricordi più cari della mia carriera. E mentre non sono ancora del tutto sicura di come sarà il mio ultimo swing sul cemento negli Stati Uniti, l’intenzione è quella di concludere la mia carriera attiva all’US Open di New York quest’estate.
    Anche se prendere una decisione del genere non è mai facile, per me questo è un momento felice! Lascerò il tennis con il sorriso più grande, lo stesso sorriso che mi avete visto sfoggiare sia dentro che fuori dal campo per tutta la mia carriera. In tutti questi anni, sono incredibilmente grata per il supporto costante della mia famiglia, dei miei amici più cari, del mio team e di tutti i meravigliosi tifosi che mi hanno sempre sostenuto in ogni angolo del mondo. Non avrei potuto chiedere o desiderare nulla di più: il tennis mi ha dato tutto ciò che ho oggi, e continuerò a essere per sempre grata a questo bellissimo sport che amo.
    Con affetto, Petra

    Avremo modo di tornare sulla carriera di Petra la prossima estate, magari anche durante il torneo a Wimbledon, quello a lei più caro. Nei suoi due successi (2011 e 2014) ai Championships arrivò a toccare un livello di gioco straordinario, mettendo in mostra tutto il suo talento e i colpi meravigliosi imparati dalla splendida scuola tecnica del suo paese. Il ritiro di Kvitova era atteso, ma quando arriverà senza il suo talento e la sua bonomia chiunque ama il tennis proverà una certa malinconia, e non solo per il tempo che scorre via… 
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    L’ultimo match di Gasquet: merci, Richard!

    Richard Gasquet nella foto – Foto Getty Images

    “E’ stato un onore e un piacere giocare davanti a tutti voi”: l’epilogo al Roland-Garros della sua lunga e brillante carriera era già scritto alla fine del libro autobiografico “A revers et contre tout” (2022) e sintetizza il corretto spirito sportivo, la semplicità e il garbo dei modi, la mozartiana eleganza del gesto atletico, la gentile signorilità d’altri tempi, l’umiltà della bella persona e del grande campione francese.
    Il timido ragazzo di Béziers, nato con quel rovescio, aveva solo nove anni quando fu sbattuto in prima pagina come un predestinato, “il campione che la Francia attende”, e da allora ha dovuto rincorrere le aspettative dei fan di una nazione, nello sforzo di gestire, giovanissimo e senza supporto di un mental coach, una grande ansia da prestazione.
    Aveva 15 anni quando, nel 2002, partecipò al suo primo Roland-Garros: l’attuale è il 22esimo. E’ una vita che Richard Gasquet corre, corre a perdifiato, destreggiandosi su questi campi…
    Il pensiero di gratitudine volto ai suoi genitori Maryse e Francis; la presenza di tanti suoi amici, tra cui Tsonga, Simon e Monfils che con lui sono stati les nouveaux mousquetaires, di Benoit Paire, uno dei compagni di Coppa Davis; le belle parole dell’amico campione Wawrinka, con cui qualche giorno fa si è allenato, anche lui sempre più vicino all’ultima tappa di uno straordinario percorso sportivo: le emozioni provenienti dal court Philippe-Chatrier attraversano lo schermo, ci rimandano indietro ad altri anni, altri match e avversari sportivi: ciò che accomuna tutti i ricordi è l’entusiasmo di assistere a colpi da maestro, tocchi deliziosi, rovesci a una mano da manuale, a un incantevole, intramontabile talento tennistico che non delude mai e strappa l’applauso.
    Sportivo precoce e tenacemente longevo, il giovane dotato è divenuto oggi un uomo saggio o, come lui stesso dice, “un vecchio brontolone non così goffo”. La goffagine mai: la paura di essere goffo in campo, di deludere gli innamorati del bel tennis a cui nessun errore sfugge, lo ha sempre accompagnato e spinto a migliorare, e forse lo perseguita ancora un po’. Ogni campione ha motivazioni profonde legate alla propria storia, che appartengono solo a lui.
    Richard Gasquet ha vissuto pienamente e lungamente la sua viscerale passione come una bella storia d’amore. Ha trasmesso e ricevuto emozioni, è stato seguito e amato lungo tutta la sua carriera: può esserne fiero! Tantissimi i match disputati, ma quello di oggi è unico e lo affronta per la prima volta: è il suo ultimo incontro. Non c’è finale di carriera più speciale e partita finale più bella di quella al Roland-Garros, davanti al suo pubblico, giocata contro l’impietoso numero uno al mondo. Come per il suo amico e rivale di gioventù Rafa Nadal, questo addio così celebrato, insieme “strano” e “sospirato”, richiederà ancora del tempo per essere elaborato, e non solo da parte sua: mancherà certo a molti quel gioco che ci ha fatto sognare!
    Ci auguriamo che una così preziosa risorsa umana e sportiva venga valorizzata al meglio; che la passione di Richard Gasquet, grazie ad un incarico nella Federazione francese (FFT) presieduta da Gilles Moretton, possa presto aiutare i giovani che amano il tennis: come quel bambino, della stessa età dell’enfant prodige, che oggi, mano nella mano, è sceso in campo con lui.
    Gisella Bellantone LEGGI TUTTO

  • in

    Caroline Garcia annuncia il ritiro

    Caroline Garcia

    La tennista francese Caroline Garcia annuncia il ritiro, ma non sarà immediato. Giocherà Roland Garros, poi alcuni altri tornei, ma dalla lettera pubblicata attraverso i canali social lascia intuire che le resta ben poco da giocare, sentendosi pronta per un nuovo capitolo della sua vita.
    “Caro tennis,
    È ora di dirti addio. Dopo 15 anni di gare ai massimi livelli e più di 25 anni in cui ho dedicato praticamente ogni secondo della mia vita, mi sento pronta a iniziare un nuovo capitolo. Il mio percorso nel tennis non è sempre stato facile. Fin dai miei esordi, il tennis è stato molto più che vincere o perdere. È stato amore o odio. Felicità o rabbia. Eppure, sono profondamente grata per questo percorso, per tutto ciò che il tennis mi ha dato e per quanto mi ha aiutata a diventare una donna forte, appassionata e laboriosa. Ma ora è tempo di fare qualcos’altro. Il mio corpo e i miei obiettivi personali ne hanno bisogno”.

    Dear tennis,
    It’s time to say goodbye.After 15 years competing at the highest level, and more than 25 years putting pretty much every second of my life into it, I feel ready to start a new chapter.
    My tennis journey hasn’t always been easy. Since my early days, tennis has been… pic.twitter.com/6OLuSU4Se3
    — Caroline Garcia (@CaroGarcia) May 23, 2025

    Il ritiro tuttavia non è con effetto immediato: “Ma non è finita, non ancora. Mi restano ancora alcuni tornei. Il primo è in casa, al Roland Garros. È la quattordicesima volta consecutiva che vi partecipo. E l’ultimo. Quindi, a tutta la mia famiglia del tennis che sarà presente: incontriamoci ancora una volta, per sognare e combattere insieme. Nei prossimi giorni avrò più tempo per condividere cosa mi aspetta. Ma per ora, voglio solo concentrarmi sul vivere al meglio queste ultime settimane da tennista professionista. Grazie mille per il vostro supporto. Ci vediamo presto in campo”.
    Garcia, nata il 16 ottobre del 1993, ha raggiunto il proprio best ranking di n.4 del 2018, e come migliori piazzamenti negli Slam vanta la semifinale a US Open 2022 e i quarti a Roland Garros 2017. Dotata di un tennis potente a tutto campo, non sempre è riuscita ad esprimere il massimo del suo potenziale, ma in alcuni fase della sua carriera è stata una tennista assai ostica da battere. Sicuramente nei prossimi giorni a Parigi spiegherà meglio le modalità del suo imminente ritiro.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Fabio Fognini saluta Roma: storia di un talento che ha scritto pagine indelebili nel tennis azzurro

    Fabio Fognini nella foto – best ranking n.9 del mondo

    Mentre Fabio Fognini si prepara a disputare il suo ultimo torneo agli Internazionali d’Italia, è il momento di celebrare la carriera di uno dei tennisti più talentuosi e carismatici che l’Italia abbia mai avuto. A 37 anni, il ligure ha recentemente annunciato che questa sarà la sua ultima apparizione al Foro Italico, chiudendo un capitolo fondamentale della sua vita sportiva.
    Una carriera ricca di successiIl tennista di Arma di Taggia ha costruito una carriera impressionante, entrando nella storia del tennis italiano sotto molteplici aspetti. Vincitore del Masters 1000 di Monte Carlo nel 2019, Fognini ha conquistato complessivamente 9 titoli ATP in singolare, di cui 8 sulla sua superficie prediletta: la terra battuta.Il suo momento più glorioso è stato proprio quel trionfo a Monte Carlo, dove sconfisse il “re della terra” Rafael Nadal in semifinale, diventando l’unico tennista italiano dell’era Open a vincere questo prestigioso torneo.
    Record e primatiFognini ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del tennis italiano. È rimasto nella top-100 per ben 823 settimane (di cui 708 consecutive), nella top-50 per 525 settimane e nella top-20 per 220 settimane complessive.Il suo ingresso nella top-10 mondiale nell’aprile 2019 rappresenta uno dei momenti più significativi della sua carriera. A 32 anni, è stato il tennista più anziano al mondo a entrare per la prima volta in questa élite, diventando anche il primo italiano a raggiungere questo traguardo dal 1979, quando ci riuscì Corrado Barazzutti.
    Successi nei tornei del Grande SlamNei tornei del Grande Slam, il suo miglior risultato è stato raggiungere i quarti di finale al Roland Garros nel 2011, che purtroppo non poté disputare a causa di un infortunio. È riuscito anche ad arrivare agli ottavi di finale agli Australian Open nel 2014 e 2018, e agli US Open nel 2015.Ma il suo successo più significativo in un Major è arrivato nel doppio, dove insieme a Simone Bolelli ha conquistato l’Australian Open nel 2015, diventando l’unica coppia italiana a vincere un titolo del Grande Slam nell’era Open.
    Un pioniere del tennis italianoFognini ha avuto un ruolo fondamentale nella rinascita del tennis italiano. È stato tra i protagonisti del ritorno dell’Italia nel World Group di Coppa Davis nel 2011, aprendo la strada al periodo d’oro che il movimento tennistico italiano sta vivendo negli ultimi anni.Ha mosso i primi passi nel tennis al circolo di Arma di Taggia, e a 14 anni ha scelto definitivamente il tennis rispetto al calcio, sua seconda passione. Il suo primo match vinto da professionista risale al 2004, al Future di Valdengo.
    L’uomo oltre il campioneFuori dal campo, Fognini è conosciuto per il suo carattere passionale e per la sua vita familiare. È sposato con Flavia Pennetta, ex tennista italiana e vincitrice degli US Open 2015, con cui ha costruito una famiglia.Il loro primo figlio si chiama Federico, nome scelto in memoria di Federico Luzzi, tennista italiano scomparso prematuramente a 28 anni per una leucemia fulminante.Sempre attento allo sviluppo del tennis italiano, Fognini ha fondato “Back To Next”, un progetto che mira ad aiutare i giovani tennisti a raggiungere il professionismo.
    L’ultimo saluto al Foro ItalicoMentre si prepara al suo ultimo torneo a Roma, Fognini continua a dimostrare la sua competitività, come testimoniano i suoi recenti successi nei tornei Challenger, l’ultimo dei quali a Montemar nel novembre 2024, l’ottavo della sua carriera.Gli Internazionali d’Italia saranno un’occasione speciale per celebrare questo straordinario atleta che ha contribuito in modo determinante a far crescere la passione per il tennis in Italia, aprendo la strada ai successi delle nuove generazioni.In un’era dominata da alcuni dei più grandi tennisti di tutti i tempi, Fabio Fognini è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante, portando in campo un tennis fatto di talento puro, colpi imprevedibili e quella passione tipicamente italiana che lo ha reso un campione unico e indimenticabile.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Halep dice addio al tennis: “È una liberazione, non ho più nulla da dare”

    Simona Halep nella foto – Foto getty images

    Simona Halep ha ufficialmente annunciato il suo ritiro dal tennis professionistico dopo la sconfitta al WTA 250 di Cluj-Napoca. In una lunga e toccante intervista al portale 30-0, l’ex numero uno del mondo ha spiegato le ragioni della sua decisione.
    “Non so perché tutti abbiano paura di questo momento, io mi sento bene, anche se forse tra qualche giorno sarà più difficile”, ha confessato Halep. “Per me è una liberazione. Non sono il tipo di persona che scende in campo solo per esserci. Non riuscivo nemmeno ad allenarmi! Prima di venire qui, potevo allenarmi al massimo un’ora al giorno sulla terra battuta.”
    Il momento decisivo è arrivato quando i medici le hanno prospettato un intervento al ginocchio: “Mi hanno detto che per risolvere l’infortunio avrei avuto bisogno di un impianto di cartilagine, con un recupero di un anno e mezzo, senza garanzie di tornare ai livelli precedenti. Ho sempre voluto evitare la chirurgia.”
    La rumena guarda con soddisfazione alla sua carriera: “Non porto con me nulla di negativo da questo sport. È stata una passione, un obiettivo nella vita, era il mio destino. Se rinascessi, farei lo stesso. Mi piace avere il potere di dire basta, accettare che è arrivato il momento. Mi tengo i bei ricordi, i due Slam, il numero uno mondiale.”
    Sul futuro, Halep ha le idee chiare: “Non ho paura di quello che verrà. Ho investito in alcune attività in Romania con la mia famiglia. Non voglio responsabilità, né programmi, né orari rigidi. Il mio obiettivo è imparare a giocare a golf, andare in palestra ogni giorno e prendermi cura del mio corpo. Voglio anche diventare madre, finora sono stata solo un’atleta di alto livello, non una persona normale.”
    Non manca un riferimento al periodo della sospensione per doping: “Prima di quell’episodio non credevo nel male, lì ho capito che c’è molto male nel mondo. La gente mi chiede se non sento il bisogno di vendicarmi, ma no. Sono in pace per non aver fatto nulla di male.”Un pensiero speciale va a Darren Cahill, suo storico allenatore: “Tutti gli allenatori hanno avuto un ruolo importante, ma per fare il salto e vincere uno Slam, Darren mi ha aiutato molto. È un grande allenatore, ha creduto in me, mi capiva perfettamente.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO