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    Fritz ci crede: “Aver battuto Alcaraz in Laver Cup mi ha dimostrato che posso farcela”

    Taylor Fritz

    Non un successo semplice per Taylor Fritz nei quarti a Tokyo, tre set per battere un redivivo Korda, uno che gioca molto bene a tennis ma che non riesce a farlo con continuità e furia agonistica. Il californiano sta vivendo un buon 2025, di conferma dopo l’esplosione dell’anno scorso quando ha disputato la prima finale Slam a New York, bissando dopo a Torino alle Finals, in entrambi i casi stoppato da Sinner. Proprio battere Sinner e Alcaraz è diventato il mantra per Taylor, visto che alzare un trofeo Slam è per lui un serio obiettivo e non un sogno, e da qua la consapevolezza che per farcela sia necessario sconfiggere i due migliori al mondo per farcela. Per questo il successo riportato da Fritz in Laver Cup su Alcaraz ha dato ancor più spinta all’americano, convinto di potercela fare anche nei tornei ufficiali. L’ha confermato alla stampa a Tokyo dopo l’accesso in semifinale, dove affronterà Brooksby con la prospettiva di ritrovarsi di fronte proprio Alcaraz in finale.
    “Da un po’ di tempo sento in grado di battere i migliori, a patto che il mio tennis funzioni alla perfezione” commenta Fritz dopo il successo nei quarti in Giappone. “Battere Carlos e Sascha consecutivamente alla Laver Cup mi ha dato ulteriore fiducia, mi fa capire che posso farcela. Ovviamente, questi successi non sono arrivati ​​in un torneo importante come uno Slam, ma ho sentito il nervosismo e la pressione in quei due match e ho saputo gestirli. Mentalmente, è fondamentale per me affrontare una sfida con la tranquillità di averlo già fatto. Rende tutto più facile”.
    “Il mio obiettivo principale è vincere uno Slam” continua Fritz. “So di poter battere i migliori, ma per raggiungere costantemente il loro livello ho bisogno di una vittoria importante in uno Slam che mi dimostri di essere all’altezza. Dopo Djokovic, sia io che Zverev stiamo cercando di avvicinarci a Sinner e Alcaraz”
    “Ci sono pochissimi tennisti che possono competere ad armi pari con loro, anche solo per un giorno, e sto lavorando duramente per colmare il divario. Solo se riuscirò a vincere un titolo del Grande Slam potrò considerare altre sfide, come impegnarmi per essere il migliore al mondo” conclude l’americano.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    US Open: Fritz avanza, ma che fatica contro un irriducibile Harris

    Taylor Fritz, finalista a US24

    “Quando si è stati un buon giocatore non si dimentica come si gioca”. Una delle massime del tennis calza a pennello per la generosa prestazione di Llyod Harris, sudafricano da poco rientrato sul tour dopo infiniti problemi alla schiena, protagonista di una grande battaglia contro Taylor Fritz. sull’Armstrong nel secondo turno di US Open. Alla fine la spunta il n.4 del mondo, ma non senza sudare le canoniche sette camicie, come ben spiega lo score di 4-6 7-6 6-2 6-4 dopo tre ore e mezza di gioco, contraddistinte da scambi duri, lunghi, di pressione e intensità. Qualche errore di troppo in un vero braccio di ferro, ma anche qualità con due “picchiatori” del tour, palla pesante e diritti a mille all’ora. Fritz ha penato non poco a staccare Harris, partito fortissimo con il servizio ma anche in risposta, bravo a intuire le traiettorie del californiano e guadagnare campo, con il suo incedere molto particolare, un po’ da “cowboy”, ma altrettanto potente.
    Harris ha spinto tantissimo e corso altrettanto per reggere la potenza e buon livello del finalista 2024 nel torneo, e dopo un set monumentale per gioco, davvero pari – o superiore – a quando era nei primi 40 giocatori ATP, dal secondo set ha iniziato ad accusare problemi fisici, “dal collo a tutta la schiena” ha detto in uno degli stop con l’intervento del fisioterapista. Si pensava che Llyod alla fine crollasse, invece ha retto e clamorosamente si è anche ripreso, forzando Taylor agli straordinari per portare a casa un successo importante. È stato bello ritrovare un bravo ragazzo – molto impegnato nel sociale nel suo paese – e ottimo tennista a questo livello: per la sua stazza importante non si muove affatto male ed è piuttosto completo tecnicamente, con buone soluzioni in ogni posizione del campo. E che spirito poi, stringendo i denti ed entrando con coraggio anche negli scambi più duri, senza mai tirarsi indietro. È stato soprattutto merito del sudafricano se il livello di gioco è stato alto, con lo spettacolo a beneficiarne. Sacrificio e tanta grinta, come nel finale del match quando, stremato, ha annullato ben 4 match Point a Fritz sul 5-2 (in risposta) con altrettanti ottimi schemi da difesa ad attacco, andando pure a prendersi il break.. Mai domo.

    Fritz fights back and keeps his campaign rolling! ⏩ pic.twitter.com/Vjp4bsBXK6
    — US Open Tennis (@usopen) August 27, 2025

    Applausi a Harris, un tennista che speriamo sia definitivamente ritrovato per il grande tennis dopo troppa sfortuna e peripezie, ma anche a Fritz, che ha dovuto lottare tanto e reggere mentalmente la frustrazione del non riuscire a staccare l’avversario nonostante tante chance ottenute e spesso annullate dal rivale con servizi super e altrettanto coraggio. Non è facile tenere la calma quando tutto sembra diventare maledettamente difficile, l’avversario sembra addirittura sul punto di ritirarsi nel terzo set e poi rinasce e lotta come un leone, correndo da tutte le parti e giocando con qualità. In questo le esperienze di alto livello maturate da Fritz lo scorso anno, con le finali giocate a US Open e poi alle ATP Finals (entrambe perse contro Sinner) lo hanno certamente aiutato, ma è anche corretto rilevare che l’americano in quest’estate sul cemento è meno reattivo coi piedi e veloce rispetto allo scorso anno nello stesso torneo, quando arrivava meglio sulla palla e copriva con più sicurezza e precisione il rovescio, lato meno forte dei fondamentali. L’esperienza di Fritz è certamente stata decisiva a fargli vincere il delicato tiebreak del secondo set, un passaggio basilare e non scontato perché Harris c’era arrivato salvando diversi punti delicati col servizio e quindi in grande fiducia, forte anche del primo set portato a casa.
    Anche alla scorsa edizione di Wimbledon Fritz ha lottato tanto per portare a casa le sue partite, con ripetute fasi degli incontri segnate da errori evitabili e qualche palla interlocutoria di troppo, che avversari molto aggressivi riescono a sfruttare. Lo scorso anno a US Open era più rapido a prendersi il punto, a tratti ingiocabile col servizio e vincente col diritto. Oggi 17 Ace per Taylor e 54 vincenti, ma anche 47 errori. Una vittoria meritata, ma che fatica…. Per Fritz al terzo turno la super sorpresa Jerome Kym, svizzero capace di imporsi al super tiebreak decisivo contro Nakashima. Non dovrebbe rappresentare un ostacolo insuperabile; poi agli ottavi potrebbe esserci un avversario assai tosto: Machac o forse Mensik. E si dovrà pedalare a tutta.
    Marco Mazzoni

    L. Harris vs T. Fritz Slam Us Open L. Harris6624 T. Fritz [4]4766 Vincitore: T. Fritz ServizioSvolgimentoSet 4T. Fritz 15-0 ace 15-15 30-15 ace 40-154-5 → 4-6L. Harris 15-0 15-15 30-15 40-153-5 → 4-5T. Fritz 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A2-5 → 3-5L. Harris 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-4 → 2-5T. Fritz 15-0 15-15 30-15 30-30 40-302-3 → 2-4L. Harris 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 ace1-3 → 2-3T. Fritz 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-2 → 1-3L. Harris 0-15 0-30 15-30 15-401-1 → 1-2T. Fritz 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 df A-40 40-40 df 40-A0-1 → 1-1L. Harris 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 3T. Fritz 15-0 15-15 30-15 40-15 ace2-5 → 2-6L. Harris 15-0 15-15 30-15 40-151-5 → 2-5T. Fritz 15-0 30-0 40-0 ace1-4 → 1-5L. Harris 0-15 15-15 15-30 15-40 30-401-3 → 1-4T. Fritz 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 ace 40-40 A-40 ace 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 ace1-2 → 1-3L. Harris 15-0 ace 30-0 40-0 40-150-2 → 1-2T. Fritz 15-0 ace 30-0 ace 40-0 ace 40-150-1 → 0-2L. Harris 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak*- 0*-1 ace 1*-1 1-2* df 2-2* 2*-3 2*-4 2-5* df 3-5* 3*-66-6 → 6-7L. Harris 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 ace 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 ace A-40 ace5-6 → 6-6T. Fritz 15-0 15-15 30-15 40-155-5 → 5-6L. Harris 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 df A-404-5 → 5-5T. Fritz 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-4 → 4-5L. Harris 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-403-4 → 4-4T. Fritz 15-0 30-0 40-0 40-153-3 → 3-4L. Harris 15-0 15-15 30-15 30-30 40-302-3 → 3-3T. Fritz 15-0 30-0 40-0 ace2-2 → 2-3L. Harris 15-0 15-15 df 15-30 df 30-30 40-30 40-40 A-401-2 → 2-2T. Fritz 0-15 15-15 ace 30-15 ace 30-30 40-301-1 → 1-2L. Harris 0-15 df 0-30 15-30 ace 30-30 40-30 40-40 A-400-1 → 1-1T. Fritz 15-0 ace 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Harris 15-0 15-15 30-15 40-155-4 → 6-4T. Fritz 15-0 15-15 df 30-15 30-30 40-30 ace5-3 → 5-4L. Harris 0-15 15-15 30-15 40-154-3 → 5-3T. Fritz 0-15 df 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A3-3 → 4-3L. Harris 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-402-3 → 3-3T. Fritz 15-0 15-15 15-30 30-30 40-302-2 → 2-3L. Harris 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 ace 40-40 A-401-2 → 2-2T. Fritz 15-0 30-0 40-0 40-151-1 → 1-2L. Harris 0-15 15-15 ace 15-30 30-30 40-30 ace 40-40 A-40 ace ace0-1 → 1-1T. Fritz 15-0 30-0 ace 40-0 ace0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Il buon momento del tennis USA: alcuni numeri di un momento (e stagione) di eccellenza

    Ben Shelton, al best ranking in carriera

    Il successo di Ben Shelton al Masters 1000 di Toronto è la ciliegina di un 2025 di buonissimi risultati complessivi per il tennis statunitense. Da tempo il “gigante” nordamericano aveva mostrato interessanti segnali di ripresa sia a livello complessivo (ranking) che di risultati, e questi primi 8 mesi dell’anno confermano pienamente  come i tennisti (uomini e donne) a stelle e strisce stiano attraversando un periodo molto positivo. Nell’ultimo ranking ATP pubblicato gli USA hanno due top 10 (Fritz n.4 e Shelton n.6, al best ranking), 4 top 20 e 13 top 10; ancor più impressionante classifica WTA, dove troviamo 4 statunitensi tra le prime 10 (Gauff n.2, Pegula n.4, Keys n.6 e Anisimova n.8), con Navarro appena fuori al n.11, e 15 in totale nelle prime 100. Ma sono i risultati nei tornei a impreziosire un momento davvero positivo.
    Madison Keys ha iniziato il 2025 con il bellissimo successo agli Australian Open, dove Taylor Townsend si è aggiudicata il torneo di doppio (insieme all’esperta specialista ceca Siniakova). Al quotato WTA 1000 di Doha il titolo è andato ad Amanda Anisimova, in grandissima ripresa dopo i tanti problemi sofferti nel recente passato. Ancor più sorprendente – e meritato – il successo di Coco Gauff a Roland Garros. Il passaggio all’erba è stato assai positivo, con Anisimova brava ad issarsi in finale a Wimbledon (dove poi è crollata di schianto sotto la costanza di Iga Swiatek). Dopo grandissimi risultati al femminile, ecco Ben Shelton, vincitore del primo 1000 in carriera all’Open del Canada, una vittoria che ha riportato negli USA un torneo di massima categoria ATP dopo il successo di Fritz a Indian Wells nel 2022. Ricordiamo che proprio Fritz aveva chiuso alla grande il 2024 con la finale alle Finals di Torino, dopo la finale giocata (e persa) a US Open, due stop imposti dalla classe immensa di Jannik Sinner.
    In alcune settimane del 2025 sono state 5 le ragazze statunitensi in top 10, e 4 gli uomini tre i migliori dieci nel ranking ATP. C’è anche Townsend, n.1 nel doppio femminile. In sintesi, gli USA sono tornati nazione trainante nel panorama internazionale dopo anni di alti e bassi.
    Se nel tennis femminile i titoli Slam continuano ad arrivare, manca terribilmente la vittoria in un Major al maschile. È necessario tornare al lontano 2003 per ritrovare un campione a stelle strisce in uno dei quattro massimi eventi dell’anno: Andy Roddick, campione a US Open 2003, il suo anno migliore (lo terminò da leader nel ranking, con piccolo margine su Federer, pronto al sorpasso dopo l’Australian Open dell’anno successivo). Fritz nella passata stagione è arrivato in finale nello Slam della grande mela, confermando un livello di gioco ed agonistico pari ai migliori; che quest’anno sia la volta di Shelton, sullo slancio del suo miglior momento in classifica? Ben vanta come miglior risultato a New York la semifinale 2023, quando fu sconfitto piuttosto seccamente da un Djokovic stellare). Vedremo cosa ci racconterà il quarto Major dell’anno. Di sicuro i tennisti americani tendono a giocare sempre molto bene nel massimo evento nazionale. Sinner e Alcaraz restano i grandi favoriti, ma dovranno guardarsi da tutta la pattuglia a stelle e strisce, pronta ad esaltarsi nel baccano infernale dell’Arthur Ashe…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il buon momento del tennis USA: mai così bene in un Masters 1000 dal 2004

    Ben Shelton, n.7 ATP, a Toronto

    Lo Slam manca dal 2003, quando un giovanissimo Andy Roddick sbaragliò la concorrenza a US Open forte di un servizio terrificante. Tuttavia il movimento maschile USA sta attraversando un momento piuttosto positivo a livello quantitativo, oltre per la qualità e età media piuttosto giovane dei suoi migliori giocatori. Lo dimostra il ranking ATP, dove questa settimana figurano due tennisti a “stelle e strisce” nella top 10 (Fritz, n.4, e Shelton, n.7) e ben 4 nei primi 15 (Tiafoe, n.12 e Paul, n.15). Nei primi 100 in classifica sono 13 i giocatori americani, con alcuni giovanissimi come Tien (19 anni), Michelsen (20) e lo stesso Shelton, 22enne al proprio “best” in carriera, con la possibilità di sorpassare al sesto posto Djokovic se riuscisse a vincere il Masters 1000 di Toronto, dove è nei quarti di finale dopo il successo di ieri notte vs. Cobolli.
    Proprio dal Masters 1000 canadese arriva un riscontro statistico interessante per il tennis USA: tre americani, Taylor Fritz, Ben Shelton e Alex Michelsen, si sono qualificati per i quarti di finale del secondo “mille” estivo in Nord America. Non accadeva da 21 anni che tre statunitensi fossero contemporaneamente tra i migliori otto in un torneo M1000, precisamente da Indian Wells 2004, quando arrivarono ai quarti Andre Agassi, Andy Roddick, James Blake. Allora Roddick e Blake si fermarono proprio ai quarti, battuti rispettivamente da Henman e Labadze (talento georgiano), mentre il Kid di Las Vegas fu stoppato in semifinale dal dirompente, a tratti ingiocabile Federer di quell’anno, da poco diventato n.1 del mondo.
    Vedremo chi tra Fritz, Shelton e Michelsen riuscirà a continuare la sua corsa a Toronto. Taylor affronterà Rublev da favorito, anche se i precedenti sono molto serrati (5-4 avanti il californiano); Shelton sfiderà De Minaur, curiosamente sarà una sfida inedita e confronto di stile totale tra il gioco dirompente e super servizio del nativo di Atlanta e la corsa ed energia difensiva pronta al contrattacco dell’australiano; il giovane Michelsen invece proverà a ripetersi contro Khachanov, già battuto nell’unico precedente (al terzo turno degli Australian Open 2025). Se Ben e Taylor vinceranno le proprie partite, sarà derby USA in semifinale. L’ultimo statunitense capace di trionfare in un Masters 1000 è stato Fritz, vincitore a Indian Wells nel 2022.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Taylor Fritz: quarti di finale in tutti i Masters 1000

    Taylor Fritz nella foto – Foto Getty Images

    Spesso il suo tennis e la sua carriera vengono sottovalutati, ma Taylor Fritz continua a smentire gli scettici con risultati importanti. L’americano è infatti diventato il primo giocatore non europeo dal 2009 a raggiungere i quarti di finale in tutti i Masters 1000, completando l’impresa proprio a Toronto 2025.
    Un traguardo tutt’altro che banale, se si pensa che persino grandi campioni statunitensi come Roddick, Sampras, Agassi, Courier e Chang non ci sono mai riusciti: Roddick, Sampras e Agassi non sono mai arrivati ai quarti a Montecarlo, Courier si è fermato ad Amburgo, Chang né a Montecarlo né ad Amburgo. Fritz invece può vantare questa impresa in tutti i tornei della categoria, fatta eccezione solo per il Roland Garros che è ovviamente un Grand Slam unico torneo dello Slam dove non ha mai raggiunto i quarti (si è fermato agli ottavi).
    Questo risultato rafforza ulteriormente lo status di Fritz come punto di riferimento del tennis americano attuale. Grazie alla sua costanza, alla capacità di adattarsi a ogni superficie e a un tennis sempre più maturo, Taylor sta scrivendo una pagina importante nella storia del tennis a stelle e strisce. Il sogno, ora, è spingersi ancora più in là, ma intanto Fritz può godersi una statistica che fino ad oggi era rimasta inaccessibile anche ai più grandi.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Taylor Fritz carico a Toronto: “Mi sento motivato, ho ancora margini di crescita. Regole ATP da rivedere”. Alcaraz, Sinner e la lotta per il vertice secondo Fritz

    Taylor Fritz nella foto – Foto Getty Images

    Taylor Fritz è arrivato a Toronto con uno stato d’animo positivo e tanta motivazione, pronto per affrontare la parte più intensa dell’estate nordamericana. In conferenza stampa, l’americano ha raccontato le sue sensazioni in vista dell’ATP Masters 1000 canadese e ha affrontato numerosi temi, dagli obiettivi personali al livello dei top del circuito, fino alle nuove regole dell’ATP.
    Una stagione impegnativa ma stimolante“Mi sento bene, sono davvero motivato a giocare un buon tennis e fare delle belle settimane in vista dello US Open. Mi sento mentalmente pronto,” ha esordito Fritz. Nonostante una stagione ricca di impegni e qualche problema fisico a inizio anno, il n.4 del mondo si sente in forma: “Credo che il fatto di aver passato molto tempo a recuperare dagli infortuni mi abbia aiutato, oggi mi sento pronto.”
    Sulle nuove regole dei torneiParlando del fitto calendario, Fritz ha espresso qualche perplessità sulle nuove regole ATP: “Quest’anno, a causa della regola che ti impone di giocare un certo numero di tornei 500, ho dovuto giocare anche a Washington. Se non lo avessi fatto, mi sarebbe stato assegnato uno zero in classifica. Non penso sia la scelta migliore, soprattutto per chi, come me, ha avuto infortuni durante la stagione.”
    Obiettivi e margini di miglioramentoFritz è stato anche interrogato sulla crescita personale dopo la finale dello US Open dello scorso anno: “Penso di essere migliorato soprattutto sul servizio e sul dritto. Sto lavorando sui dettagli e credo di servire meglio rispetto allo scorso anno, colpisco le zone con più precisione. Sto anche cercando di muovermi meglio, anche se non so se ci riesco davvero… ma ci provo!”Non manca uno sguardo al futuro: “Anche se sono più grande rispetto ad altri top player, continuo a migliorare. Questo mi dà la motivazione per lavorare ancora e credere di poter fare il salto di qualità nei prossimi Slam.”
    Alcaraz, Sinner e la lotta per il verticeAlla domanda sulla distanza con i leader della nuova generazione, Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, Fritz non si nasconde: “Dicono che sono superiori al resto del circuito, e obiettivamente è vero, stanno avendo risultati migliori. Però, nel tennis tutto può succedere: i dettagli fanno la differenza, basta una giornata no degli avversari o una grande prestazione personale per ribaltare tutto. Sono battibili, soprattutto nelle condizioni giuste e se non giocano al massimo.”
    L’analisi della semifinale di Wimbledon contro AlcarazRiflettendo sulla semifinale persa a Wimbledon, Fritz ammette: “Mi sono trovato a pochi punti dal portare la partita al quinto set. Penso che la lezione sia che nei momenti importanti bisogna avere il coraggio di rischiare di più, andare all’attacco invece che giocare sul sicuro. Queste sono le situazioni che distinguono i campioni dagli altri.”
    Gestione delle energie e obiettivi americaniPer Fritz, il periodo americano è sempre uno stimolo particolare: “Per me che sono nordamericano, questa parte di stagione è speciale. Alcuni colleghi preferiscono riposarsi e puntare tutto sullo US Open, ma io qui mi sento sempre motivato e pronto a dare il massimo.”Conclude: “È normale, in certi momenti dell’anno, sentirsi un po’ stanchi o scarichi, ma io ora sto bene e ogni volta che arrivo in un torneo con la giusta motivazione, penso sia un grande vantaggio rispetto a chi magari si sente già stanco.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Fritz alza la voce: “Il calendario ATP è troppo lungo, nessuno ascolta i giocatori”

    Taylor Fritz nella foto – Foto Getty Images

    C’è qualcosa che non funziona nel mondo del tennis e, a dirlo senza mezzi termini, è uno dei protagonisti del circuito: Taylor Fritz. Il numero 4 del ranking ATP, reduce da una brillante semifinale a Wimbledon e pronto ad affrontare il torneo ATP 500 di Washington da principale testa di serie, ha espresso tutta la sua frustrazione per un calendario sempre più fitto e una comunicazione praticamente assente tra giocatori e chi prende le decisioni.
    “Probabilmente quasi tutti i giocatori chiedono da tempo che la stagione sia più corta… e invece tutto quello che si fa è allungarla ancora di più, aggiungendo tornei, nuove tappe e persino estendendo la durata dei Masters 1000 a due settimane”, afferma Fritz, lanciando un messaggio chiaro ai vertici del circuito.
    Il caso della Hopman Cup, rientrata nel calendario subito dopo Wimbledon ma praticamente passata inosservata, è emblematico: “Non sapevo nemmeno che si stesse giocando quest’estate! Hanno partecipato giocatori come Auger-Aliassime o Cobolli, appena usciti da uno Slam. Se ci pensi, è una follia: continuiamo ad aggiungere cose senza sosta”, ha sottolineato l’americano, facendo notare come la pressione sugli atleti sia ormai al limite.
    L’effetto domino sul Masters 1000 di TorontoLa saturazione del calendario, secondo Fritz, porta alle inevitabili rinunce dei top player, con il Masters 1000 di Toronto (ormai su due settimane) che sarà orfano di grandi nomi come Jannik Sinner, Carlos Alcaraz, Novak Djokovic e Jack Draper. “Si voleva dare più valore a questi tornei, ma il risultato è l’effetto opposto: i migliori saltano appuntamenti importanti perché semplicemente non ce la fanno più. È un format che genera stanchezza”.Nonostante qualche piccolo tentativo di ridurre le pause tra un torneo e l’altro, la soluzione per Fritz è un’altra: “Bisognerebbe davvero ridurre il numero delle settimane di gara e lasciare più spazio ai giocatori per recuperare. Invece ci sono ancora tantissimi tornei davanti a noi, la stagione è lunghissima e nessuno sembra ascoltare la nostra voce. Mi piacerebbe avere più settimane di stop, ma ormai non so nemmeno io perché giochiamo così tanto”, ha concluso l’americano.
    Il suo sfogo, condiviso da tanti colleghi, riapre il dibattito su un calendario ATP che, tra nuove esigenze commerciali e tradizione, sembra faticare a trovare un equilibrio davvero sostenibile per i veri protagonisti: i giocatori.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Nick Kyrgios: “Fritz e Draper possono rompere il dominio di Alcaraz e Sinner”

    Taylor Fritz nella foto – Foto Getty Images

    Alexander Zverev ha dichiarato poche ore fa la sua intenzione di rovinare la festa a Carlos Alcaraz e Jannik Sinner. Tuttavia, i suoi ultimi risultati non fanno pensare che possa davvero spezzare la nuova egemonia del circuito. Per il resto del tour, lo spagnolo e l’italiano sono ormai i due rivali da battere e sembrano davvero inarrivabili per tutti gli altri.
    A parlare chiaro è anche Nick Kyrgios, che dopo essere comparso nella Entry List dello US Open grazie al ranking protetto, ha detto la sua in un’intervista a TNT Sports su chi possa effettivamente mettere in discussione la supremazia di Sinner e Alcaraz. Il suo punto di vista è netto: tra i primi cinque del mondo non vede nessuno in grado di impensierirli, fatta eccezione forse per Taylor Fritz. “Forse qualcuno fuori dai primi cinque, Taylor Fritz. È l’unico che li ha davvero messi sotto pressione,” ha commentato l’australiano, ricordando le battaglie dello statunitense, soprattutto la semifinale di Wimbledon contro Alcaraz, dove Taylor ha costretto Carlitos a tirare fuori il meglio per batterlo.
    Kyrgios ha poi analizzato altri nomi che potrebbero emergere: “Ben Shelton? Sinner lo ha asfaltato nei quarti di Wimbledon. A 22 anni non si è più così giovani, perché questi ragazzi vincono Slam proprio a quell’età. Capisco che ci siano delle opportunità, ma stiamo parlando di chi può essere il nuovo Djokovic o Murray che rompe la festa.”
    Kyrgios non si è fermato a Fritz: “Jack Draper l’ho visto giocare, credo abbia le qualità per essere quel giocatore. È un atleta incredibile, un mancino di talento, anche se forse non è ancora del tutto a suo agio sull’erba. Ma credo possa rispondere davvero presente. Un altro nome? Joao Fonseca è ancora molto giovane, ha davanti una carriera lunga e deve crescere, ma è un talento interessante.”
    “Holger Rune?” conclude Kyrgios. “Pensavo potesse essere lui, ma è rimasto un po’ indietro. Mi aspettavo di più.”
    Il panorama del tennis maschile mondiale, secondo Kyrgios, vede Sinner e Alcaraz come i veri dominatori, ma qualche outsider c’è: Fritz, Draper e magari un giorno Fonseca. Per ora, però, il trono appartiene ai due ragazzi d’oro del circuito.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO