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    Toni Nadal e Zverev, niente “coach permanente”: solo collaborazione in Academy

    Toni Nadal nella foto

    Arrivano dalla Germania importanti aggiornamenti sulla possibile collaborazione tra Toni Nadal e Alexander Zverev. In molti, nelle ultime settimane, avevano ipotizzato che lo zio e mentore di Rafa Nadal potesse diventare il nuovo allenatore a tempo pieno del campione tedesco. Tuttavia, secondo quanto riportato da SportBild, le cose andranno in modo diverso.
    Toni Nadal, infatti, non sarà il coach permanente di Zverev: troppi gli impegni che lo legano alla Rafa Nadal Academy (di cui è direttore), alla sua attività e all’organizzazione di diversi tornei ATP. Impossibile per lui, quindi, garantire la presenza costante in giro per il mondo che richiederebbe un ruolo di allenatore a tempo pieno nel circuito.Nonostante ciò, Toni Nadal ha comunque aperto le porte a una collaborazione: Zverev avrà sempre la possibilità di recarsi a Maiorca, presso la Rafa Nadal Academy, per lavorare e allenarsi con Toni ogni volta che lo desidera. Si tratta quindi di una partnership “aperta”, più basata su sessioni di lavoro e consigli a distanza che su una vera presenza quotidiana nel team del tedesco.
    La notizia chiarisce definitivamente il futuro prossimo di Zverev, che potrà contare sui consigli e sull’esperienza di uno dei coach più influenti del tennis moderno, ma senza stravolgere la struttura del proprio staff. Per Toni Nadal, invece, la priorità resta la gestione dell’Academy e le numerose attività extra-campo che ormai lo vedono protagonista a livello internazionale.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “Alcaraz nei momenti decisivi è superiore a Sinner sul lato mentale, ma Jannik è più bravo a condurre il match con ritmo altissimo senza commettere errori”

    Toni Nadal nella foto

    Toni Nadal ritiene che la rivalità tra Sinner e Alcaraz sia fantastica per il livello di gioco che i due esprimono quando si affrontano e per le loro diverse caratteristiche che rendono ogni partita molto spettacolare. Lo zio più famoso del tennis, oggi direttore dell’Academy del nipote a Manacor dopo un breve periodo a fianco di Felix Auger-Aliassime, ha parlato di quello che ritiene essere il punto di forza di Carlos quando affronta l’italiano, ma anche di quanto le loro sfide siano talmente equilibrate da esser decise da un punto o due e pertanto dell’importanza della componente fortuna, oltre a bravura e attitudine.
    “Penso che Alcaraz sia mentalmente un po’ superiore a Sinner nei momenti decisivi, mentre l’italiano è più bravo a imporre un ritmo molto alto senza commettere errori” afferma Toni Nadal alla Gazzetta. “Ma quando è il momento chiave, tra i due, forse Carlos è un po’ superiore. A volte è solo che il tuo gioco e quello del tuo avversario non si combinano bene. Carlos domina i precedenti con Sinner, ma la verità è che se l’italiano avesse avuto un po’ più di fortuna, avrebbe avuto almeno due vittorie in più e Carlos due sconfitte in più. Basta una palla dentro o fuori, e scoppia il caos: tutti diventano esperti, la stampa cerca spiegazioni eccezionali. Invece, bisogna rassegnarsi ad un fatto molto banale: lo sport in fondo è una cosa semplice.” Sinner dall’avvio della stagione 2024 vanta un record straordinario di 92 vittorie a fronte di sole 9 sconfitte; 5 di queste sono arrivate proprio contro Alcaraz.
    Toni Nadal ha anche parlato di come Sinner sia stato bravo a completare il suo tennis, diventando un giocatore difficilissimo da battere. Tuttavia l’altoatesino ha ancora dei buoni margini di miglioramento, ecco dove secondo il coach spagnolo. “Parlo da osservatore esterno, gli allenatori di Sinner sanno benissimo su cosa bisogna lavorare. Ha un ottimo servizio, un diritto e un rovescio molto potenti, ed è molto solido. Potrebbe essere più preciso quando gioca le palle corte, e in particolare ritengo che a volte sia un po’ frettoloso nella scelta della giocata. Carlos è più creativo. Tutti possono fare meglio; persino Federer ha perfezionato il suo rovescio quando era già molto avanti con l’età. Jannik continuerà ad aggiungere piccoli dettagli, a evolversi e diventare sempre più completo” conclude Toni.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rafael Nadal argentino: il piccolo talento di Ricardone che condivide il nome con la leggenda

    Rafael e Toni Nadal nella foto

    Un giovane tennista argentino chiamato Rafael Nadal sta facendo parlare di sé questa settimana mentre partecipa a un torneo della categoria Pro Tour in Argentina. Ma non si tratta della leggenda spagnola, bensì di un ragazzo nato nel 2009 nella località di Ricardone, vicino a Rosario.La coincidenza più sorprendente è che questo giovane Nadal ha anche un fratello di nome Toni Nadal, che compete anch’egli nel mondo del tennis. I due fratelli argentini condividono quindi i nomi con la leggenda maiorchina e con suo zio, che è stato l’allenatore storico di Rafa durante gran parte della sua carriera.

    Los gemelos Rafa y Toni Nadal.
    📸 La Gaceta de Tucumán pic.twitter.com/wSgXoC04tO
    — Ariel Fernández (@AFD7L) April 11, 2025

    Evidentemente, i genitori dei due ragazzi erano ferventi ammiratori del campione spagnolo e hanno deciso di chiamare i loro figli con questi nomi significativi nel mondo del tennis. Una scelta che oggi può sembrare quasi predestinata, dato che entrambi i fratelli stanno emergendo nel circuito tennistico.I giovani Rafael e Toni Nadal argentini stanno iniziando a farsi notare nelle competizioni giovanili del loro paese, seguendo le orme dei loro celebri omonimi, anche se con passaporto diverso. Come si suol dire: vedere per credere.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal propone una rivoluzione nel tennis: “Ridurre le dimensioni delle racchette”

    Toni Nadal nella foto

    Toni Nadal, storico allenatore e zio di Rafael Nadal, ha espresso un’opinione innovativa riguardo all’evoluzione del tennis moderno e alle possibili modifiche da apportare per bilanciare i cambiamenti fisici dei giocatori.
    In una recente intervista rilasciata a Le Monde, Nadal ha messo in evidenza un aspetto fondamentale che influenza le dinamiche attuali del gioco: “Nel tennis, l’altezza della rete è immutabile, mentre l’altezza media dei giocatori del circuito è passata da 1,75 m della mia epoca a 1,90 m nell’attualità, e per di più con maggiore potenza.”Per far fronte a questa evoluzione fisica degli atleti, che ha inevitabilmente modificato la natura stessa del gioco, Toni Nadal ha avanzato una proposta audace: “Propongo di ridurre le dimensioni delle racchette, perché la natura stessa del gioco è cambiata.”
    La sua idea si basa sull’osservazione che l’aumento dell’altezza media dei giocatori, combinato con le tecnologie moderne delle racchette, ha alterato significativamente l’equilibrio del tennis rispetto alle generazioni precedenti, portando potenzialmente a uno stile di gioco meno vario e più basato sulla potenza.
    Questa proposta di Nadal apre un interessante dibattito sulle possibili evoluzioni regolamentari di uno sport che, pur mantenendo intatte le sue regole fondamentali nel corso dei decenni, potrebbe necessitare di adattamenti per preservare la ricchezza tecnica e tattica che lo ha sempre contraddistinto.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal difende Sinner: “Sono contrario a questa sanzione. Lo conosco e so che non c’era alcuna volontà di commettere un illecito, non si può trattare una persona così per un errore avvenuto casualmente”

    Toni Nadal nella foto

    Toni Nadal, direttore del Mallorca Championships di Calvià, ha annunciato lunedì sul quotidiano Marca la partecipazione di Casper Ruud, tennista tra i primi cinque al mondo, come grande attrazione per la prossima edizione dell’Open 250 su erba, in programma dal 22 al 28 giugno. Il torneo precede immediatamente Wimbledon.
    Durante la presentazione, Toni Nadal ha dichiarato: “Abbiamo già la conferma di Kyrgios, Ruud e Monfils e questo rende il torneo molto attraente. A breve comunicheremo la presenza di un altro grande giocatore e stiamo anche parlando con Jaume Munar. Sarà un grande evento.”
    Toni, zio e mentore di Rafa Nadal, si è poi soffermato sull’omaggio che Roland Garros sta preparando per celebrare la carriera del campione spagnolo, ritiratosi dopo la fase finale dell’ultima Coppa Davis: “A livello familiare siamo molto contenti di questo riconoscimento. Rafael è molto felice del tributo che gli verrà reso. So che ci stanno lavorando da tempo e credo che risulterà un omaggio importante. Per Rafael, riceverlo in Francia e nel luogo dove ha ottenuto i maggiori successi sportivi è motivo di grande soddisfazione. Non so se ce ne saranno altri, ma questo è molto significativo per lui.”
    Nell’occasione, Toni Nadal ha anche espresso il proprio parere sulla squalifica di tre mesi inflitta a Jannik Sinner, a causa della positività al clostebol rilevata a Indian Wells 2024: “L’ho già detto più volte e l’ho spiegato: sono contrario a questa sanzione. Conosco personalmente Sinner e so che non c’era alcuna volontà di commettere un illecito, non si può trattare una persona in questo modo per un errore avvenuto casualmente. Non si può avere la pretesa di punire e basta. Bisogna sanzionare chi fa le cose in modo intenzionale per trarne un vantaggio. E so che non è il caso di Sinner, che non ha ottenuto alcun beneficio da ciò che gli è stato riscontrato. Dunque, perché punire. È vero che dicono che ad altri giocatori, che non erano numeri uno, è stata applicata una sanzione, ma in passato si è agito in modo sbagliato. Mi sorprende anche che diversi tennisti si siano schierati contro di lui, compresi alcuni di altissimo livello e qualcuno non proprio irreprensibile.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal sulla controversa uscita di Djokovic: “Una leggenda merita rispetto”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    L’Australian Open 2025, conclusosi con il secondo trionfo consecutivo di Jannik Sinner, lascia dietro di sé una scia di polemiche per il ritiro di Novak Djokovic nella semifinale contro Alexander Zverev. Il campione serbo, vincitore di dieci edizioni del torneo, ha abbandonato il campo dopo un solo set tra i fischi del pubblico della Rod Laver Arena, scatenando un acceso dibattito nel mondo del tennis.
    La questione è particolarmente delicata considerando che Djokovic, apparentemente in difficoltà fisica, era riuscito a sconfiggere Carlos Alcaraz nei quarti di finale nonostante sembrasse sul punto di ritirarsi. Un comportamento che ha alimentato i dubbi sulla veridicità dei suoi problemi fisici.Toni Nadal, storico coach e zio di Rafa, ha analizzato la situazione sulle colonne de El País, identificando due ragioni principali dietro la reazione negativa del pubblico. “In primo luogo, comprendo la delusione e la rabbia degli spettatori che hanno pagato un biglietto costoso per assistere all’incontro”, ha scritto. “Ma la seconda ragione, probabilmente la più importante, è che nel corso degli anni si è alimentata una certa diffidenza intorno a Novak, a causa delle sue smorfie ed espressioni teatrali, che hanno seminato dubbi sulla veridicità dei suoi infortuni.”
    L’ex coach spagnolo ha poi evidenziato come il comportamento di Djokovic si sia discostato dalla prassi comune in questi casi: “Quando un giocatore affronta problemi fisici in un incontro di questo livello, solitamente rimanda la decisione del ritiro fino all’ultimo. Chiama il fisioterapista, continua a giocare nonostante le difficoltà e solo quando constata l’irreparabilità della situazione, opta per il ritiro. Abbiamo visto Novak in più occasioni con atteggiamenti simili, con espressioni facciali e linguaggio corporeo che contraddicono quanto vediamo in campo, seminando dubbi sull’autenticità dei suoi problemi.”
    Nonostante queste considerazioni, Toni Nadal ha preso una posizione netta in difesa del campione serbo: “Credo che un grande campione come il serbo, qualcuno che ha contribuito a scrivere le pagine più eccelse della storia del tennis, non dovrebbe lasciare così nessun campo da tennis, e ancor meno la Rod Laver Arena, dove detiene il record di vittorie e titoli. Il rispetto, questo è il mio personale sentire, se lo è meritato nel momento difficile di dover abbandonare il campo che lo ha visto vincere così tante volte.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “Il gioco va rallentato per spremere meno il fisico. Come? Ci sono soluzioni, una può essere racchette più corte”

    Toni Nadal

    Toni Nadal torna a parlare dei problemi del tennis attuale, come l’estrema velocità del gioco e dei servizi, e degli infortuni, sempre più numerosi. Per l’ex coach e mentore del nipote Rafael, se si volesse davvero trovare una soluzione a questi problemi, si potrebbe intervenire su più fronti. Curiosa una delle soluzioni da lui proposte: accorciare i telai… Ne ha parlato a margine di un evento di promozione della salute a Madrid, come riporta AS. Ecco alcuni passaggi del pensiero di Toni.
    “Lo sport, e lo si diceva fin dai tempi dell’antica Grecia, era un complemento, era inteso come complemento necessario per lo sviluppo dell’essere umano” racconta Toni Nadal. “Quando si limita lo sport al solo aspetto fisico, si prende le distanze da quel complemento ritenuto necessario. Se hai un gioco sempre più veloce, probabilmente sarà complicato arrivare a questo. Se porti lo sport più verso la strategia, anche se so che non è facile, forse non spingerai il corpo al limite. Come ottenerlo? Nel mondo del tennis credo in diverse soluzioni. Una potrebbe essere quella di intervenire sui telai. Le racchette possono essere accorciate, il che ti impedirebbe di giocare a questa velocità estrema. Quando giochi in questo modo, un aspetto del tuo corpo cederà, non si sincronizzerà o farai un movimento improvviso che ti porterà a qualche problema. La stessa cosa accade nel calcio, sempre più veloce. E l’altro giorno ascoltavo i problemi che i calciatori hanno avuto con gli infortuni, e riflettevo se erano dovuti all’eccessivo numero di partite. Non so se è così, perché è vero che ci sono tante partite, ma ci sono anche rose ampie. Forse potrebbero modificare qualche regola che renderebbe lo sport meno dannoso per gli atleti”.
    Toni insiste sul servizio, a suo dire troppo veloce: “Ovviamente quando giochi con le velocità attuali del servizio è complicato. L’altro giorno i miei figli mi hanno informato che Giovanni Mpetshi Perricard ha tenuto il secondo servizio a una media di 213 km/h. È scandaloso. A questo livello, quando una palla ti arriva a questa velocità devi avere una reazione del corpo improvvisa, perché non sai come andare costantemente a questa velocità. Quindi in ciascun gioco qualcosa può rompersi. Penso che quello che dovrebbero fare è provare ad andare dall’altra parte, cercare di spostare il gioco verso la strategia, che non sian solo il fisico a comandare. Ci sono soluzioni in tutto. Se sai che cosa fa male, cercare di evitarlo è la soluzione” conclude Nadal.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal torna al 2005: “I dottori ci dissero che la lesione al piede avrebbe terminato subito la carriera di Rafa”

    Toni e Rafael Nadal a Roland Garros

    Uno degli aspetti più iconici nella carriera di Rafael Nadal è certamente il suo strapotere fisico, quell’energia incredibile che gli ha permesso di spingere la palla con vigore, effettuare difese estreme e lottare su ogni palla per ore ed ore, diventando quasi impossibile da superare sul piano della lotta e resistenza. Un tennis così estremo sul piano atletico che, come si dice in gergo, “gli ha presentato il conto” più volte, con tanti infortuni più o meno gravi. Il suo mentore e zio, Toni Nadal, afferma sempre che “Djokovic è il tennista che ha vinto di più, Federer quello che ha giocato meglio a tennis, mentre mio nipote se non avesse sofferto il grave problema al piede sarebbe stato il più forte di tutti”. Ipotesi che ha un fondamento, ma del resto giocare per oltre 20 anni un tennis così estremo per il proprio corpo ha costretto Rafa a dover affrontare molti infortuni e lesioni. Spingere al massimo per vincere, ma andare oltre la possibilità stessa del corpo, impossibile resistere senza problemi. Anzi, se guardiamo la faccenda girando la frittata, è irreale come sia riuscito a giocare a questo livello per 20 anni, la storia del tennis ci insegna che con una richiesta del genere al proprio corpo nessuno ha retto più di un lustro…. “Per varie stagioni Rafa non ha potuto giocare l’annata completa, ha perso molti Slam per infortuni”, continua Toni Nadal, “tuttavia se mia nonna avesse avuto le ruote, sarebbe stata una bicicletta!”, battuta a chiudere un discorso che, essendo ipotetico, non porta da nessuna parte.
    Interessante invece il ricordo di Toni sulla grave situazione vissuta da Rafa nel 2005, quando esplose al massimo livello vincendo il suo primo Roland Garros ed imponendosi di prepotenza come grande rivale del dominatore del tour, Roger Federer. Mentre la carriera del giovane spagnolo era in rampa di lancio, arrivò un terribile responso dai medici sul problema al piede che già iniziava a tormentarlo: la carriera era a rischio, anzi, poteva chiudersi da un momento all’altro. Così Toni ne ha parlato a “El Partidazo de COPE”, programma radio molto seguito in Spagna.
    “Rafael si è abituato a convivere con il dolore” racconta lo zio e primo allenatore del giovane talento. “Per molti anni ha avuto problemi e quasi sempre ne è uscito più forte. Aveva problemi che sembravano farlo sprofondare ma lui è riuscito a uscirne sempre. Questo gli è rimasto in testa e ultimamente pensava di poter tornare a competere ancora, ma vedendo giorno dopo giorno che le cose non si risolvevano, ha dovuto prendere la decisione di smettere di giocare. Ma se non avesse superato tutte quelle difficoltà non sarebbe diventato così forte”.
    Nella lunga lista di infortuni che lo hanno privato di più di una dozzina di presenze negli Slam, ce n’è uno che ha cambiato tutto. “Nel 2005 è stata scoperta una lesione all’osso del piede” racconta Toni. “Il medico ci ha detto che la sua carriera era finita, i suoi pazienti affetti da tale problema riuscivano a praticare solo sport leggeri. Non ci siamo arresi. In quel periodo ha iniziato ad usare delle solette che hanno cambiato i suoi appoggi al terreno. Quelle solette hanno salvato la sua carriera, ma nel cambiare l’appoggio Rafael è stato costretto a cambiare il suo modo di correre, l’equilibrio e lo stress sul corpo. Sono sorti problemi al ginocchio e alla schiena. È vero che è sempre stato al limite, ma penso che sia qualcosa dovuto all’infortunio al piede del 2005″.
    Ripercorrendo la lunga carriera del nipote, Toni afferma che il capolavoro resta la vittoria a Wimbledon 2008: “Sono sicuro che la partita più importante nella carriera di Rafael è la finale di Wimbledon del 2008. Era il numero uno contro il numero due, nel luogo più emblematico del tennis mondiale, perché il numero due stava per spodestare il numero uno. È una partita che ha tutto quello che doveva avere per restare nella storia. La partita fu un’altalena, Rafa vince i primi due set, Federer recupera, abbiamo il matchball, ma Rafa non lo sfrutta… E tutto finisce nel quinto set. Alla fine vince, batte il migliore di tutti dove nessuno riusciva a batterlo, quella resta la sua partita più bella”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO