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    La singolare proposta di Toni Nadal ad Auger-Aliassime: “Sono sempre disposto ad aiutare, gratuitamente”

    Toni Nadal nella foto

    Non è più coach “full time” da diverso tempo, ma Toni Nadal grazie allo straordinario lavoro effettuato con il nipote Rafa resta un allenatore, o almeno consulente, molto molto abito. Lo testimonia anche il recente passaggio di Sasha Zverev presso l’Academy di Rafael a Manacor dopo Wimbledon, o come tantissimi tennisti (tra cui Casper Ruud, Alexandra Eala solo dirne due) si siano formati e migliorati presso i campi delle Baleari, con un contributo diretto o indiretto dello “zio” più famoso del tennis moderno. Tra i tennisti che sono passati per le mani sapienti di Toni c’è anche Felix Auger-Aliassime, l’ultimo tennista davvero allenato dallo storico mentore di Rafa nel periodo 2021 – 2024. Esattamente il miglior momento in carriera del canadese che, grazie agli insegnamenti e pazienza di Toni, arrivò al n.6 ATP vincendo 4 tornei (Rotterdam, Anversa, Firenze e Basilea), la Davis con il Canada e segnò un record personale di 16 vittorie consecutive nell’autunno del 2022, il suo miglior momento in carriera. Un rapporto bello quello tra Toni e Felix, sincero e di profondo rispetto, tanto che Toni Nadal è recentemente arrivato ad affermare che il suo ex pupillo canadese è sempre benvenuto nella Academy, dove sarebbe lieto di assisterlo di nuovo anche gratuitamente. Attenzione: non più come coach o parte del team, ma per sessioni di allenamento insieme, ricche di spunti e consigli da fornire agli allenatori che lo seguono per tutta l’annata. Un po’ come è accaduto allo stesso Zverev, passato dalla accademia ma senza riuscire a strappare a Toni un pieno ruolo da super coach (e della Germania si dice che quello sarebbe stato il vero obiettivo del viaggio di Sasha a Manacor…).
    Così ha parlato Toni Nadal in un’intervista rilasciata a Sebastian Fest per RG Media, della quale riportiamo alcuni passaggi. “Non posso escludere al 100% di tornare un giorno ad essere un coach full time” racconta Toni Nadal. “Mi piace allenare. Ma soprattutto, mi piace aiutare i ragazzi dell’accademia, anche se non sono più il direttore. Per essere un buon allenatore, devi impegnarti molto; questa è la cosa principale. Eccelli quando sei immerso in quello che fai, quando hai un’ossessione. Ero particolarmente perso da Rafael Nadal, cercavo di renderlo molto bravo. Questo mi ha portato a cercare sempre soluzioni, a trovare la strategia migliore. Alla mia età, quello che penso di poter dare sono soprattutto consigli sul tennis.”
    Il rapporto con Auger-Aliassime, nel ruolo di supervisore del lavoro (in pratica il super-coach) ha portato ad ottimi risultati. “Oltre al fatto che mi è piaciuto tornare in circuito per qualche settimana, penso che abbiamo fatto un buon lavoro” continua Toni. “È partito al 22° posto nella classifica mondiale ed è salito al sesto posto l’anno successivo. Per me è stato stimolante: è stata una grande tappa, ma io stesso ho detto a Felix: Hai bisogno di qualcuno che sia molto più coinvolto di quanto possa fare io. Ma questo non significa che il rapporto non possa essere rinnovato. Gli ho anche detto: ‘Se vuoi venire all’accademia, sono sempre disposto ad aiutarti. Gratuitamente’“.
    “Sarei davvero felice se tornasse qua all’Accademia per una settimana, sarei entusiasta di lavorare con lui” continua Toni. “Ricordo quando Felix venne a trovarmi per collaborare, gli chiesi: ‘Qual è la tua aspirazione?’ E lui rispose: ‘Diventare il numero uno al mondo’. Allora gli chiesi: ‘Cosa vuoi che ti dica ora? Cosa vuoi sentire, o cosa penso di doverti dire?’ E lui rispose: ‘No, no, sono venuto per ascoltarti’”. Allora ho risposto: ‘Beh, non ti vedo come il numero uno in questo momento. Non so come puoi battere Djokovic, Zverev, Medvedev o Rafael. Rafael starebbe meglio se non lo battessi, ma non so come fare. Da qui in poi, vediamo se tra uno o due anni riusciremo a raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati’“.
    “Sono abituato a dire alla gente quello che penso. Capisco, ovviamente, che bisogna stare attenti. Non si tratta di essere crudeli con nessuno, bisogna stare attenti, ma bisogna dire le cose” conclude Toni Nadal.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Zverev, la sfida con Toni Nadal secondo Dinara Safina: “Sarà fondamentale la sua capacità di ascoltare e cambiare”

    Alexander Zverev nella foto – Foto Getty Images

    Alexander Zverev si trova davanti a una nuova e delicata sfida nella sua carriera: l’inizio della collaborazione – almeno occasionale – con Toni Nadal, uno dei coach più stimati e “diretti” nel circuito, noto soprattutto per aver guidato Rafa Nadal nei suoi anni d’oro. L’iniziativa del tedesco di affidarsi alla guida di zio Toni ha suscitato entusiasmo e curiosità nel mondo del tennis, ma non sono mancati anche alcuni scetticismi legati alle forti differenze di carattere e approccio tra i due.
    Una voce autorevole a riguardo è quella di Dinara Safina, ex numero 1 del mondo, allenatrice fino a poco tempo fa di Diana Shnaider e sorella di Marat Safin. Intervistata da tennis365.com, la russa ha voluto evidenziare proprio il nodo principale di questa nuova avventura: “Toni Nadal è una persona molto diretta, dice le cose come stanno. Non so quanto Zverev sarà disposto ad adattarsi al suo modo di lavorare. Tutto dipenderà da questo: dalla sua capacità di ascoltare, di voler cambiare i propri schemi dentro e fuori dal campo, e di provare cose nuove”.
    La Safina ha sottolineato come il vero banco di prova sarà proprio l’apertura mentale di Sascha, che negli ultimi anni ha faticato a compiere quello step definitivo, soprattutto nei grandi appuntamenti. “Se riuscirà davvero a uscire dalla sua zona di comfort e ad accettare i consigli e i metodi di Toni, allora questa collaborazione potrà portare grandi benefici. Ma se dovesse chiudersi nelle sue abitudini, rischia di essere un’occasione persa”.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal e Zverev, niente “coach permanente”: solo collaborazione in Academy

    Toni Nadal nella foto

    Arrivano dalla Germania importanti aggiornamenti sulla possibile collaborazione tra Toni Nadal e Alexander Zverev. In molti, nelle ultime settimane, avevano ipotizzato che lo zio e mentore di Rafa Nadal potesse diventare il nuovo allenatore a tempo pieno del campione tedesco. Tuttavia, secondo quanto riportato da SportBild, le cose andranno in modo diverso.
    Toni Nadal, infatti, non sarà il coach permanente di Zverev: troppi gli impegni che lo legano alla Rafa Nadal Academy (di cui è direttore), alla sua attività e all’organizzazione di diversi tornei ATP. Impossibile per lui, quindi, garantire la presenza costante in giro per il mondo che richiederebbe un ruolo di allenatore a tempo pieno nel circuito.Nonostante ciò, Toni Nadal ha comunque aperto le porte a una collaborazione: Zverev avrà sempre la possibilità di recarsi a Maiorca, presso la Rafa Nadal Academy, per lavorare e allenarsi con Toni ogni volta che lo desidera. Si tratta quindi di una partnership “aperta”, più basata su sessioni di lavoro e consigli a distanza che su una vera presenza quotidiana nel team del tedesco.
    La notizia chiarisce definitivamente il futuro prossimo di Zverev, che potrà contare sui consigli e sull’esperienza di uno dei coach più influenti del tennis moderno, ma senza stravolgere la struttura del proprio staff. Per Toni Nadal, invece, la priorità resta la gestione dell’Academy e le numerose attività extra-campo che ormai lo vedono protagonista a livello internazionale.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “Alcaraz nei momenti decisivi è superiore a Sinner sul lato mentale, ma Jannik è più bravo a condurre il match con ritmo altissimo senza commettere errori”

    Toni Nadal nella foto

    Toni Nadal ritiene che la rivalità tra Sinner e Alcaraz sia fantastica per il livello di gioco che i due esprimono quando si affrontano e per le loro diverse caratteristiche che rendono ogni partita molto spettacolare. Lo zio più famoso del tennis, oggi direttore dell’Academy del nipote a Manacor dopo un breve periodo a fianco di Felix Auger-Aliassime, ha parlato di quello che ritiene essere il punto di forza di Carlos quando affronta l’italiano, ma anche di quanto le loro sfide siano talmente equilibrate da esser decise da un punto o due e pertanto dell’importanza della componente fortuna, oltre a bravura e attitudine.
    “Penso che Alcaraz sia mentalmente un po’ superiore a Sinner nei momenti decisivi, mentre l’italiano è più bravo a imporre un ritmo molto alto senza commettere errori” afferma Toni Nadal alla Gazzetta. “Ma quando è il momento chiave, tra i due, forse Carlos è un po’ superiore. A volte è solo che il tuo gioco e quello del tuo avversario non si combinano bene. Carlos domina i precedenti con Sinner, ma la verità è che se l’italiano avesse avuto un po’ più di fortuna, avrebbe avuto almeno due vittorie in più e Carlos due sconfitte in più. Basta una palla dentro o fuori, e scoppia il caos: tutti diventano esperti, la stampa cerca spiegazioni eccezionali. Invece, bisogna rassegnarsi ad un fatto molto banale: lo sport in fondo è una cosa semplice.” Sinner dall’avvio della stagione 2024 vanta un record straordinario di 92 vittorie a fronte di sole 9 sconfitte; 5 di queste sono arrivate proprio contro Alcaraz.
    Toni Nadal ha anche parlato di come Sinner sia stato bravo a completare il suo tennis, diventando un giocatore difficilissimo da battere. Tuttavia l’altoatesino ha ancora dei buoni margini di miglioramento, ecco dove secondo il coach spagnolo. “Parlo da osservatore esterno, gli allenatori di Sinner sanno benissimo su cosa bisogna lavorare. Ha un ottimo servizio, un diritto e un rovescio molto potenti, ed è molto solido. Potrebbe essere più preciso quando gioca le palle corte, e in particolare ritengo che a volte sia un po’ frettoloso nella scelta della giocata. Carlos è più creativo. Tutti possono fare meglio; persino Federer ha perfezionato il suo rovescio quando era già molto avanti con l’età. Jannik continuerà ad aggiungere piccoli dettagli, a evolversi e diventare sempre più completo” conclude Toni.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rafael Nadal argentino: il piccolo talento di Ricardone che condivide il nome con la leggenda

    Rafael e Toni Nadal nella foto

    Un giovane tennista argentino chiamato Rafael Nadal sta facendo parlare di sé questa settimana mentre partecipa a un torneo della categoria Pro Tour in Argentina. Ma non si tratta della leggenda spagnola, bensì di un ragazzo nato nel 2009 nella località di Ricardone, vicino a Rosario.La coincidenza più sorprendente è che questo giovane Nadal ha anche un fratello di nome Toni Nadal, che compete anch’egli nel mondo del tennis. I due fratelli argentini condividono quindi i nomi con la leggenda maiorchina e con suo zio, che è stato l’allenatore storico di Rafa durante gran parte della sua carriera.

    Los gemelos Rafa y Toni Nadal.
    📸 La Gaceta de Tucumán pic.twitter.com/wSgXoC04tO
    — Ariel Fernández (@AFD7L) April 11, 2025

    Evidentemente, i genitori dei due ragazzi erano ferventi ammiratori del campione spagnolo e hanno deciso di chiamare i loro figli con questi nomi significativi nel mondo del tennis. Una scelta che oggi può sembrare quasi predestinata, dato che entrambi i fratelli stanno emergendo nel circuito tennistico.I giovani Rafael e Toni Nadal argentini stanno iniziando a farsi notare nelle competizioni giovanili del loro paese, seguendo le orme dei loro celebri omonimi, anche se con passaporto diverso. Come si suol dire: vedere per credere.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal propone una rivoluzione nel tennis: “Ridurre le dimensioni delle racchette”

    Toni Nadal nella foto

    Toni Nadal, storico allenatore e zio di Rafael Nadal, ha espresso un’opinione innovativa riguardo all’evoluzione del tennis moderno e alle possibili modifiche da apportare per bilanciare i cambiamenti fisici dei giocatori.
    In una recente intervista rilasciata a Le Monde, Nadal ha messo in evidenza un aspetto fondamentale che influenza le dinamiche attuali del gioco: “Nel tennis, l’altezza della rete è immutabile, mentre l’altezza media dei giocatori del circuito è passata da 1,75 m della mia epoca a 1,90 m nell’attualità, e per di più con maggiore potenza.”Per far fronte a questa evoluzione fisica degli atleti, che ha inevitabilmente modificato la natura stessa del gioco, Toni Nadal ha avanzato una proposta audace: “Propongo di ridurre le dimensioni delle racchette, perché la natura stessa del gioco è cambiata.”
    La sua idea si basa sull’osservazione che l’aumento dell’altezza media dei giocatori, combinato con le tecnologie moderne delle racchette, ha alterato significativamente l’equilibrio del tennis rispetto alle generazioni precedenti, portando potenzialmente a uno stile di gioco meno vario e più basato sulla potenza.
    Questa proposta di Nadal apre un interessante dibattito sulle possibili evoluzioni regolamentari di uno sport che, pur mantenendo intatte le sue regole fondamentali nel corso dei decenni, potrebbe necessitare di adattamenti per preservare la ricchezza tecnica e tattica che lo ha sempre contraddistinto.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal difende Sinner: “Sono contrario a questa sanzione. Lo conosco e so che non c’era alcuna volontà di commettere un illecito, non si può trattare una persona così per un errore avvenuto casualmente”

    Toni Nadal nella foto

    Toni Nadal, direttore del Mallorca Championships di Calvià, ha annunciato lunedì sul quotidiano Marca la partecipazione di Casper Ruud, tennista tra i primi cinque al mondo, come grande attrazione per la prossima edizione dell’Open 250 su erba, in programma dal 22 al 28 giugno. Il torneo precede immediatamente Wimbledon.
    Durante la presentazione, Toni Nadal ha dichiarato: “Abbiamo già la conferma di Kyrgios, Ruud e Monfils e questo rende il torneo molto attraente. A breve comunicheremo la presenza di un altro grande giocatore e stiamo anche parlando con Jaume Munar. Sarà un grande evento.”
    Toni, zio e mentore di Rafa Nadal, si è poi soffermato sull’omaggio che Roland Garros sta preparando per celebrare la carriera del campione spagnolo, ritiratosi dopo la fase finale dell’ultima Coppa Davis: “A livello familiare siamo molto contenti di questo riconoscimento. Rafael è molto felice del tributo che gli verrà reso. So che ci stanno lavorando da tempo e credo che risulterà un omaggio importante. Per Rafael, riceverlo in Francia e nel luogo dove ha ottenuto i maggiori successi sportivi è motivo di grande soddisfazione. Non so se ce ne saranno altri, ma questo è molto significativo per lui.”
    Nell’occasione, Toni Nadal ha anche espresso il proprio parere sulla squalifica di tre mesi inflitta a Jannik Sinner, a causa della positività al clostebol rilevata a Indian Wells 2024: “L’ho già detto più volte e l’ho spiegato: sono contrario a questa sanzione. Conosco personalmente Sinner e so che non c’era alcuna volontà di commettere un illecito, non si può trattare una persona in questo modo per un errore avvenuto casualmente. Non si può avere la pretesa di punire e basta. Bisogna sanzionare chi fa le cose in modo intenzionale per trarne un vantaggio. E so che non è il caso di Sinner, che non ha ottenuto alcun beneficio da ciò che gli è stato riscontrato. Dunque, perché punire. È vero che dicono che ad altri giocatori, che non erano numeri uno, è stata applicata una sanzione, ma in passato si è agito in modo sbagliato. Mi sorprende anche che diversi tennisti si siano schierati contro di lui, compresi alcuni di altissimo livello e qualcuno non proprio irreprensibile.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal sulla controversa uscita di Djokovic: “Una leggenda merita rispetto”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    L’Australian Open 2025, conclusosi con il secondo trionfo consecutivo di Jannik Sinner, lascia dietro di sé una scia di polemiche per il ritiro di Novak Djokovic nella semifinale contro Alexander Zverev. Il campione serbo, vincitore di dieci edizioni del torneo, ha abbandonato il campo dopo un solo set tra i fischi del pubblico della Rod Laver Arena, scatenando un acceso dibattito nel mondo del tennis.
    La questione è particolarmente delicata considerando che Djokovic, apparentemente in difficoltà fisica, era riuscito a sconfiggere Carlos Alcaraz nei quarti di finale nonostante sembrasse sul punto di ritirarsi. Un comportamento che ha alimentato i dubbi sulla veridicità dei suoi problemi fisici.Toni Nadal, storico coach e zio di Rafa, ha analizzato la situazione sulle colonne de El País, identificando due ragioni principali dietro la reazione negativa del pubblico. “In primo luogo, comprendo la delusione e la rabbia degli spettatori che hanno pagato un biglietto costoso per assistere all’incontro”, ha scritto. “Ma la seconda ragione, probabilmente la più importante, è che nel corso degli anni si è alimentata una certa diffidenza intorno a Novak, a causa delle sue smorfie ed espressioni teatrali, che hanno seminato dubbi sulla veridicità dei suoi infortuni.”
    L’ex coach spagnolo ha poi evidenziato come il comportamento di Djokovic si sia discostato dalla prassi comune in questi casi: “Quando un giocatore affronta problemi fisici in un incontro di questo livello, solitamente rimanda la decisione del ritiro fino all’ultimo. Chiama il fisioterapista, continua a giocare nonostante le difficoltà e solo quando constata l’irreparabilità della situazione, opta per il ritiro. Abbiamo visto Novak in più occasioni con atteggiamenti simili, con espressioni facciali e linguaggio corporeo che contraddicono quanto vediamo in campo, seminando dubbi sull’autenticità dei suoi problemi.”
    Nonostante queste considerazioni, Toni Nadal ha preso una posizione netta in difesa del campione serbo: “Credo che un grande campione come il serbo, qualcuno che ha contribuito a scrivere le pagine più eccelse della storia del tennis, non dovrebbe lasciare così nessun campo da tennis, e ancor meno la Rod Laver Arena, dove detiene il record di vittorie e titoli. Il rispetto, questo è il mio personale sentire, se lo è meritato nel momento difficile di dover abbandonare il campo che lo ha visto vincere così tante volte.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO