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    Vincenzo Di Pinto: “Il Mezzogiorno deve crescere nella capacità di fare sistema”

    Di Agnese Valenti Torna il nostro appuntamento con la rubrica “Storie dal Sud“, un ciclo di interviste ad allenatori, giocatori e addetti ai lavori per raccontare le opportunità e i problemi della pallavolo nelle regioni del Meridione. Il personaggio di oggi è forse l’uomo più rappresentativo dell’intero movimento meridionale: il tecnico Vincenzo Di Pinto, pugliese di Turi, che ha appena riportato in Superlega la Prisma Taranto, importante punto di riferimento per la pallavolo pugliese e per tutto il mondo dello sport meridionale, dopo 10 anni di assenza dalla massima serie. Lei è in assoluto l’allenatore italiano più legato al Sud, dove ha conquistato ben 12 promozioni. Come mai ha sempre scelto di lavorare in squadre del Mezzogiorno? “Nella mia carriera mi sono arrivate tantissime proposte, anche per giocarmi lo scudetto. Ho sempre cercato un buon risultato al Sud, dove è sempre stato complicatissimo. Anzi, adesso le cose sono un po’ meno complesse, mentre prima era praticamente impossibile. Ma a me le cose impossibili sono sempre piaciute. Sono un idealista. Quindi un po’ per la famiglia, un po’ per i miei ideali, ci tenevo a fare il grande risultato al meridione. Ecco perché sono riuscito ad ottenere così tante promozioni: il 90% dei cicli dell’A1 pugliese sono miei. Ma purtroppo il meridione ha poche realtà di alto livello“. Ha un profondo legame con la città di Taranto, dove ha allenato per 9 stagioni in diversi periodi: come ha ritrovato l’ambiente pallavolistico della città, a tanti anni di distanza dalla rinuncia alla massima serie, e quali pensa siano i punti di forza della società e della città stessa? “Prima di tutto, ho ritrovato la città in grande depressione. Purtroppo i fatti degli ultimi anni legati alla crisi dell’Ilva e i problemi economici l’hanno condizionata molto, deprimendo tutto l’ambiente tarantino. Pallavolisticamente, non c’è molto, ad alti livelli. Esattamente come quando arrivai la prima volta, ho deciso di scommettere su Taranto. Le due situazioni sono simili per un motivo semplice: ho ritrovato la forza nel binomio tra il presidente Tonio Bongiovanni e la vicepresidentessa Elisabetta Zelatore. Abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto, ci sentivamo periodicamente, e quando hanno avuto l’idea di rientrare, ci siamo consultati a vicenda: loro pensavano ad una A3, mentre io consigliai di fare subito una serie A2, perché c’erano le giuste potenzialità economiche e di marketing. Poi, è partito tutto ed è andata benissimo. La cosa fondamentale è stata un’amministrazione comunale molto dinamica e presente, soprattutto il sindaco Rinaldo Melucci e anche l’assessore allo Sport Fabio Marti. È un’amministrazione giovane, che si dà da fare. Già in partenza abbiamo trovato la politica ad appoggiare tutto il progetto, e che si è immediatamente mossa anche per migliorare il palazzetto. Sono stati davvero di parola“. Foto Lega Pallavolo Serie A Purtroppo, in molti altri casi manca l’apporto economico ma anche politico dell’amministrazione pubblica per realizzare progetti pallavolistici duraturi. Pensa che questo sia un fattore fondamentale per la crescita del volley meridionale? “È chiaro che già avere un appoggio della politica che stimola la parte economica ed è di supporto alla pallavolo è un importante passo in avanti. Ma qui al Sud è più complicato, per un motivo semplice: la conformazione geografica dell’Italia non aiuta il meridione. Tutta la pallavolo maschile, tranne per il successo di Pittera a Catania, si è sempre sviluppata al Nord. Non è un caso, è indubbio che al Nord ci sia un’economia migliore. È questo il vero problema. È difficile fare risultati per la pallavolo al Sud. Quando ho iniziato il progetto a Gioia del Colle, ottenendo la mia prima promozione prima in A2 e successivamente in A1, la pallavolo si fermava effettivamente a Bologna: al di sotto c’era solamente Falconara, che dipendeva molto dal proprio vivaio. Era impossibile fare pallavolo al Sud. I giocatori non volevano minimamente scendere. Quando Pittera vinse lo scudetto, c’era un importante zoccolo duro di meridionali e siciliani, che poi ha completato con qualche nome proveniente da fuori. Dopo quel famoso scudetto, in Puglia e in tutto il Meridione c’è stato il deserto, il nulla. Occorreva creare quindi un ciclo, ma con giocatori di zona e meridionali. Ecco perché durante il mio primo ciclo di Gioia del Colle, che fu poi un grande segnale per tutta la pallavolo pugliese, avevamo 8 giocatori su 12 pugliesi, e riuscimmo a fare una grande scalata, anche in A1, dove sfiorammo dei play off che erano a portata di mano: comunque, quando una squadra ha pochi soldi e si ottiene già un risultato del genere si festeggia come se si fosse vinto lo scudetto! Questa prima esperienza è stata la mia fortuna perché mi ha portato ad avere le prime proposte importanti da tutta Italia, tra cui scelsi Macerata. Adesso è un po’ diverso: possiamo dire che i giocatori professionisti in Puglia e nel Meridione in generale hanno iniziato ad arrivare dopo che feci la semifinale scudetto a Macerata. Anche in quel caso scelsi di non andare né a Roma né a Brescia, per giocarmi lo scudetto, ma iniziai un ciclo a Taranto: è stata la prima volta che, pur partendo dall’alto, feci la scelta di tornare al Sud a Taranto, dove non c’era pallavolo ad alto livello in tutta la regione. Allora c’era il presidente Dibattista, che aveva fatto da sponsor anche a Gioia del Colle. Provammo ad aprire un ciclo, e fu lì che cambiai strategia: quando mancano le risorse economiche e pallavolisti di livello, diventa difficile diffondere e creare competenze specifiche. Dirigenti, allenatori, non c’era nulla in circolazione. La mia domanda era: come poter creare un ciclo nel meridione partendo da una posizione di isolamento? Occorreva creare nuovi dirigenti, nuovi allenatori di una certa competenza per divulgare la pallavolo. Era importante creare una nostra scuola, in cui io ero l’allenatore: idee condivise da Giuseppe Manfredi, attuale presidente della Federazione, con cui siamo diventati amici. C’era una condivisione con lui e anche con Vito Primavera (appena rientrato come nuovo Direttore Generale della Prisma Taranto) e c’era quest’idea per cercare di diffondere il nostro ‘Vangelo’, creare una nostra scuola tecnica“. Secondo lei adesso la situazione è migliorata? “Sì, adesso è decisamente migliorata. Ci sono più allenatori in circolazione, più preparatori, più dirigenti. Se mi chiede ‘sono preparati per la Superlega?’, quello è un altro discorso: ma almeno c’è una certa competenza. Ci sono anche importanti dirigenti, tra cui Manfredi. C’è un gruppo di dirigenti che negli anni ha avuto esperienze, ma spesso solo per poco tempo, in quanto la pallavolo non ha mai avuto progetti duraturi, ma hanno comunque fatto dell’esperienza. Qualcuno ha anche fatto esperienza all’estero. Adesso c’è un gruppo di dirigenti in grado di dare un contributo. Sarebbe ora importante essere uniti in questo gruppo ed evitare l’individualismo. È questo un altro problema della pallavolo meridionale. Mentre al Nord l’economia ha permesso sempre più di creare sistemi, di evolversi, al Meridione ci sono più piccole aziende isolate. Ma adesso il meridione sta crescendo nella sua capacità di fare sistema, di aiutarsi l’un l’altro. Uno dei problemi è un certo individualismo che ancora resiste: serve compattezza, e credo che qualche segnale incoraggiante stia emergendo“. Foto Lega Pallavolo Serie A La città di Taranto negli anni scorsi è stata al centro delle cronache nazionali a causa della crisi ambientale ed occupazionale dell’impianto siderurgico della città. Nonostante ciò, la città vuole tornare alla luce, dal punto di vista economico, sociale e turistico. Un grande progetto di rilancio per Taranto è la realizzazione dei Giochi del Mediterraneo nel 2026. Lei pensa che lo sport possa essere un mezzo di rilancio non solo economico, ma anche a livello di immagine? “Certo. Lo sport è un’attività sociale ed economica come tutte le altre. Io lo chiamo ‘l’antistress della società’, perché è un modo di fare economia ma serve anche a creare passione e piacere. È sempre un modello importante, perché la società ha bisogno della salute delle persone. Le passioni servono a distrarsi, ad allontanare la testa dai problemi. Se lo sport è vincente, diventa un’arma trainante, sia economica che un appiglio. Come si dice: ‘vincere aiuta a vincere’. Se non c’è qualcosa di positivo in un ambiente è difficile partire sempre da zero. Adesso avere la pallavolo in Superlega per Taranto non è roba da poco. Devo dire la verità: la prima volta che con Taranto siamo arrivati in Serie A1, l’attuale presidente Bongiovanni, che all’epoca era vicepresidente ed era appena arrivato, insieme a Elisabetta Zelatore portarono tanto entusiasmo, un grande aiuto al sottoscritto e anche a Vito Primavera. Grazie al loro entusiasmo, unito a quello del presidente Dibattista, fu la prima promozione di una squadra sportiva in A1 a Taranto. Non c’era mai stata una squadra della città in un massimo campionato nazionale. Dopo un po’ successe al basket femminile, che non solo arrivò in A1 femminile, ma vinse addirittura lo scudetto. Questo per far capire che l’idea, politica in partenza, era di creare qualcosa di vincente, e noi diventammo un simbolo della positività di un ambiente. Come speriamo riaccada quest’anno“. Fonte: Prisma Taranto Le infrastrutture al Sud spesso scarseggiano, non hanno una manutenzione adeguata oppure sono addirittura abbandonate. Taranto, anche in prospettiva dei Giochi del 2026, si sta preparando ad un grande rinnovamento strutturale ed impiantistico. Pensa che una riqualificazione delle infrastrutture sportive possa condurre anche ad una riqualificazione del territorio e ad un rilancio della pallavolo al Sud? “Taranto ha già le infrastrutture: molto spesso queste mancanze sono dovute a disorganizzazione di società e mancanza di iniziative e dirigenti qualificati. A Taranto ci sono due palazzetti dove sarebbe possibile fare campionati di A1: il PalaMazzola e il PalaFiom. Il PalaMazzola negli anni non è stato gestito nel modo giusto, ed adesso servirebbe un nuovo piano per riportarlo a livelli alti. Io ho già visto quello che quest’amministrazione sta facendo: il sindaco Melucci e l’assessore Marti in particolar modo. Sarà un PalaMazzola molto moderno e all’avanguardia. Adesso tutte le manifestazioni sportive sono programmate per creare uno spettacolo completo, con ristoranti e tante altre attività. Loro hanno già programmato una ristrutturazione del PalaMazzola ma anche dello Stadio Iacovone. Stanno ristrutturando tutto in modo molto moderno: hanno idee molto moderne per la città, e si stanno veramente dando da fare. Occorre avere un po’ di pazienza“. LE PUNTATE PRECEDENTI:1. La questione meridionale nel volley: perché manca il Sud ad alti livelli?2. Filippo Maria Callipo: “Sacrificio e costanza, le chiavi del successo di Vibo”3. Carlo Parisi: “Al volley del Sud mancano cultura e capacità dirigenziale”4. Giuseppe Guarracino e il network Volley Lab: “Al Sud servono buoni esempi” LEGGI TUTTO

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    Ufficiale, i primi acquisti di Ravenna sono i centrali Nicola Candeli e Alex Erati

    Di Redazione La Consar Porto Robur Costa 2030 annuncia i primi due innesti nell’organico che affronterà il prossimo campionato di SuperLega. Si tratta dei centrali Nicola Candeli e Alex Erati. Candeli, nato a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia, il 14 luglio 1993, dopo la trafila giovanile nel Villanuova, con cui debutta in C e poi conquista la B2, gioca tre stagioni in B a Montichiari, e approda in A2 nella stagione 2018/19 con l’Atlantide Pallavolo Brescia con cui ha disputato tre annate, l’ultima delle quali conclusa con la finale playoff per la SuperLega contro Taranto. Nei tre anni di A2, Candeli gioca 57 partite e mette a segno 271 punti, con 57 muri e 8 ace. Nel suo percorso di crescita costante ora c’è il debutto assoluto in SuperLega. “Questa è un’opportunità straordinaria – sottolinea Candeli – e ringrazio la società per la fiducia che mi ha dato. Approdo in SuperLega dopo averla sfiorata nell’ultima stagione con la finale dei playoff persa contro Taranto. E’ la grande occasione della carriera che stavo aspettando, un sogno che si realizza. Sono consapevole che sarà un impegno durissimo: l’affronto con grande carica e con motivazioni a mille, pronto a dare tutto. Ho già parlato col coach, che non conosco personalmente ma di cui mi hanno tutti parlato bene: gli ho detto che sono a sua completa disposizione”. Erati, nato a Melzo, in provincia di Milano, il 24 giugno 1994, ha fin qui sviluppato una carriera tra gli esordi col Volley Segrate in B, le cinque stagioni con l’Agnelli Bergamo (due in B1 nel 2014/15 e 2015/16 e tre in A2, nel 2016/17, nel 2018/19 e 2019/20, con tanto di Coppa Italia vinta) e le due annate in Puglia, sempre in A2: nel 2017/18 con Gioia del Colle e nella stagione scorsa con la Bcc Castellana. Qui ha giocato 22 partite e messo a segno 120 punti, con 4 ace e 29 muri vincenti. Nei cinque anni di A2 il bilancio complessivo di Erati annovera 863 punti, con 62 ace e 270 muri vincenti. Anche per Erati sarà, dunque, l’esordio in SuperLega. “Arrivo a Ravenna con stimoli e motivazioni altissime. Stavo facendo da un po’, come credo sia legittimo, un pensiero ad un salto di categoria. Grazie a Ravenna, la cui proposta mi ha dato un entusiasmo incredibile, realizzo questo desiderio. Arrivo a giocare nel campionato con i più forti giocatori del mondo e so che dovrò lavorare tantissimo e abituarmi in fretta al livello della SuperLega. Non vedo l’ora di cominciare e di conoscere il coach, di cui mi hanno parlato benissimo”, sono le prime considerazioni del neogiocatore della Consar. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Scanferla: “Peccato per la spalla, ora spero nella chiamata agli Europei”

    Di Redazione Un’estate, si spera, azzurra per il libero della Gas Sales Bluenergy Leonardo Scanferla che, dopo la bolla di Rimini per la Vnl ora aspetta la chiamata agli europei. Un’esperienza agrodolce per il biancorosso a Rimini in quanto alla terza partita si è infortunato alla spalla sinistra, una sublussazione posteriore che di fatto ha posto fine alla possibilità di scendere in campo. Infortunio che fortunatamente, da come dice lo stesso classe ’98 alla Libertà sembra solo un ricordo: “Il problema alla spalla ormai è superato, ma per tre settimane il dolore è stato molto forte, non potevo allenarmi e fare nulla, poi nell’ultima settimana ho iniziato a fare pesi. Purtroppo è stato un problema che ha condizionato non poco la mia esperienza con la maglia azzurra soprattutto quando si è iniziato a giocare. La voglia di scendere in campo era tanta ma c’era da salvaguardare anche la stagione che inizierà Ira qualche mese“. Com’è stata questa esperienza? “Dura, perché stare un mese tra hotel e palazzetto senza fare altri movimenti non è il massimo. Ma per giocare in sicurezza con questa pandemia ancora in corso non si poteva fare altro. Tutto ha funzionato bene, l’organizzazione è stata più che buona e tutto è filato liscio. E’ stata un’esperienza parecchio formativa, un vero piacere potersi allenare e giocare con giocatori che hai sempre avuto come avversari. Ho imparato molte cose e instaurato buoni rapporti Purtroppo ho giocato poco, l’infortunio alla spalla ha reso un po’ amara questa esperienza ma vestire la maglia azzurra è una cosa incredibile, una grande emozione». Sulla futura Gas Sales il padovano non ha dubbi: «Mi piace molto e la promessa fatta alla società di riportare Piacenza tra le big del campionato credo proprio che si possa mantenere. La nuova squadra sarà un po’ più giovane, la diagonale palleggiatore-opposto è molto forte e ambiziosa, mi sento di potere dire che potremo essere tra le prime quattro protagoniste della stagione. Personalmente non vedo l’ora di iniziare e conoscere i miei nuovi compagni». E adesso? «Spero di riuscire ad andare un po’ in vacanza, almeno qualche giorno per stacciare la spina visto che prima della Nazionale ho avuto solo pochi giorni di riposo. Ma in ballo ci sono gli Europei, ci sarà il nuovo tecnico De Giorgi e le convocazioni in vista del nuovo impegno post Olimpiadi arriveranno intorno al 20luglio, spero di essere chiamato». LEGGI TUTTO

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    Stefano Patriarca in posto tre per Brescia. “Miglior scenario per me”

    Di Redazione L’interesse di Atlantide era nell’aria da tempo: provare ad investire su un centrale di grande esperienza era una delle sfide dello staff tecnico e dirigenziale bresciano e ora l’ipotesi si è concretizzata con l’arrivo in bianco blu di uno degli elementi più forti della categoria. Stefano Patriarca, 205 cm di potenza e 34 anni da compiere tra un mese, lascia dopo quattro stagioni Castellana Grotte (cinque, con quella in A1 del 2010) e accetta la scommessa: “Credo addirittura che questa piazza possa ringiovanire la mia carriera – attacca scherzando -, ma poi si fa serio: penso che il carattere dimostrato da Brescia nei Play off confermi la voglia che la città ha di continuare a stupire. Finale di Coppa e finale Promozione nelle ultime due stagioni significano che qui si punta in alto e io credo che quando una società così mostra tanto interesse, si merita rispetto e la giusta considerazione.Se ho scelto di lasciare dopo tanti anni la Puglia, è perché ci ho pensato con grande attenzione: oltre a vedere in Tiberti forse il miglior palleggiatore della categoria, penso che Brescia stia provando a cambiare assetto. Ha cercato e trovato centrali giovani e talentuosi, con un attacco più focalizzato sui laterali, mentre oggi mi pare che l’idea sia quella di puntare sull’esperienza al centro e io so di poterla portare. Inoltre, negli ultimi anni ho lavorato molto sul muro e quel fondamentale ha fatto spesso la differenza a Castellana. La farà anche a Brescia, che è la scelta migliore per me oggi, tra le tante proposte ricevute, sia dal punto di vista pallavolistico, che umano”. Il gigante molisano ha giocato otto stagioni in Superlega (Macerata, Milano, Piacenza, Verona e Latina, dove ha conosciuto l’amico Cisolla) e affronterà la sua decima annata in serie A2 alla corte di Zambonardi, che di lui dice: “Stefano è un giocatore di grande qualità, in termini di valore tecnico ed umano. Da tempo lo seguivamo e siamo sicuri sia un acquisto eccellente per Brescia: con Tiberti farà un grande campionato, divertendoci e divertendosi in prima linea”. Al suo attivo il centrale ha una coppa Italia di A2 (2017), uno scudetto (2014) e una Junior League (2007). Con 190 attacchi (61% di positività) è stato il quinto miglior centro della passata Regular Season e, considerato che Esposito è stato il miglior realizzatore della fase Play Off, contiamo che questa coppia inedita potrà offrire un gran bello spettacolo ai tifosi bianco blu. CARRIERA2020/2021 A2 BCC Castellana Grotte2017/2020 A2 Materdominivolley.it Castellana Grotte2016/2017 A2 Emma Villas Siena2015/2016 A1 LPR Piacenza2014/2015 A1 Revivre Milano2013/2014 A1 Cucine Lube Banca Marche Macerata2012/2013 A1 Andreoli Latina2011/2012 A1 Marmi Lanza Verona2010/2011 A1 Bcc-Nep Castellana Grotte2008/2010 A2 Samgas Crema2007/2008 A2 Codyeco S.Croce2006/2007 A1 Lube Banca Marche Macerata dal 1/2/20072005/2006 A1 Lube Banca Marche Macerata dal 2/4/20062003/2007 Giov. Lube Banca Marche Macerata2002/2003 A2 A.S. Pallavolo Agnone (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Megabox, Giulia Mancini completa il reparto dei centrali: “Grande soddisfazione”

    Di Redazione Altro nuovo arrivo alla Megabox Vallefoglia: si tratta di Giulia Mancini, 1.83, nata ad Aprilia il 23 maggio 1998, l’anno scorso protagonista di un’eccellente stagione in A2 con la Cbf Balducci Macerata. Il suo arrivo completa il reparto centrali delle tigri, che già conta Sinead Jack, Alexandra Botezat e Viola Tonello. Formatasi nel Volleyrò Casal de’ Pazzi e poi nel Club Italia, nel 2015 ha vinto il mondiale Under 18 in Perù: al suo fianco, c’era la neocompagna Alexandra Botezat, con lei anche al Club Italia. Dopo l’anno di B1 a Casal de’ Pazzi, sono seguite quattro stagioni in A1 con Club Italia, Savino Del Bene Scandicci, Bosca San Bernardo Cuneo e Lardini Filottrano. L’anno scorso, come detto, un’ottima annata in A2 a Macerata, con la vittoria della Coppa Italia di A2 e due derby all’ultimo sangue vinti ai danni della Megabox. Così presenta la nuova atleta biancoverde il suo neo-allenatore Fabio Bonafede: “Giulia viene a rinforzare il gruppetto di giovani atlete dal grande potenziale. Anche lei, come le altre, sebbene sia ancora molto giovane ha già fatto delle esperienze importanti. Ci aspettiamo un percorso di crescita continuo che in una sana competizione ed una fame di migliorare contribuisca a portare tutta la squadra verso un livello di allenamento e di gioco sempre più elevato”. Queste le prime parole della nuova centrale delle tigri: “Ho cominciato piccolissima con il minivolley: mia madre giocava, è stato naturale. Ho fatto tutta la trafila nelle nazionali giovanili, e la più grande emozione è stato il mondiale vinto in Perù con la Under 18. In finale il palasport era pieno e tutti tifavano per gli Stati Uniti, poi però alla fine ci hanno applaudito e festeggiate moltissimo. C’era anche Alexandra Botezat, siamo diventate amiche e sono contenta di ritrovarla con me quest’anno. L’anno scorso a Macerata è stato un anno di grandi soddisfazioni: siamo state molto bene assieme, sia come gruppo che anche con società ed allenatore. La Coppa Italia è stato un grande traguardo. Certo, tornare in A1 è una grande soddisfazione. Le differenze? Soprattutto la velocità della palla, anche più della potenza. E poi trovi squadre (una tra tutte, Conegliano) tatticamente molto difficili da affrontare perché hanno mille schemi. Torno per il terzo anno nelle Marche perché amo molto questo territorio: il verde, le colline, il panorama, la tranquillità. In aggiunta, a Vallefoglia troverò anche il mare molto vicino! Mi piace molto la squadra che si sta formando, e mi hanno parlato molto bene della società e del suo allenatore: so che spinge moltissimo sia in allenamento che in partita. Intanto sono già al lavoro sulla base della scheda che mi ha dato il preparatore atletico Giacomo Passeri: quest’anno niente beach-volley, sarà per la prossima estate”. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Nicola Candeli primo acquisto della Consar Ravenna?

    Di Redazione Un paio di giorni fa la notizia del suo “addio” da Brescia con la stessa società che, attraverso il proprio canale Facebook, gli ha dedicato un commiato affettuoso ringraziandolo per i quattro anni passati insieme e augurandogli il meglio per il suo futuro e la sua carriera. Oggi, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino Ravenna, il centrale Nicola Candeli è il primo acquisto della Consar Ravenna per il prossimo campionato di Superlega. L’ufficialità da parte della formazione ravennate ancora non c’è ma pare che sia stato direttamente il giocatore a confermarlo attraverso i social. LEGGI TUTTO

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    Il nazionale croato Tino Hanzic è un nuovo schiacciatore del Pool Libertas Cantù

    Di Redazione Tino Hanzic è il nuovo schiacciatore del Pool Libertas Cantù. Giovanissimo (classe 2000), ma già nel giro della Nazionale seniores del suo Paese, vanta anche esperienza internazionale, avendo giocato nel campionato francese. Nelle ultime due stagioni ha giocato nella Serie A3 Credem Banca, prima con la maglia della Avimecc Modica e nella scorsa con quella della Falù Ottaviano. E’ il primo giocatore croato ad arrivare all’ombra del campanile di San Paolo. “Tino è un giocatore di grande talento – dice Coach Matteo Battocchio –. Ho avuto ottime referenze su di lui anche come persona, e credo che la sua presenza all’interno del nostro sistema di gioco possa essere da subito molto importante, perché ha esplosività ed altezze importanti, e soprattutto ha tanta voglia di emergere. Se a prima vista può sembrare una scommessa, non ho dubbi sul fatto che si possa ambientare in fretta, e che possa recitare un ruolo da assoluto protagonista nella prossima stagione, anche perché per lui avere in regia un giocatore come Manuel Coscione potrà essere di grande aiuto”. “Ho scelto di venire al Pool Libertas – spiega il nazionale croato – perché ho parlato con molti dei miei amici che hanno elogiato tutta l’organizzazione, e con Coach Matteo Battocchio che mi ha avvicinato al suo modo di pensare, cioè la voglia di lavorare molto e vincere. Gli obiettivi che mi do sono sempre alti, anche quest’anno. Il mio obiettivo è perfezionare ogni elemento perché credo che ci sia sempre spazio per miglioramenti. Certo, e vincere, perché vengono ricordati solo i vincitori. E tutto questo con la speranza che il pubblico possa sostenerci”. LA SCHEDA TINO HANZICNATO A: CroaziaIL: 24/10/2000ALTEZZA: 198cmRUOLO: schiacciatore CARRIERA:2010-2018: HAOK Mladost Zagreb (Croazia)2018-2019: Nice Volley (Francia)2019-2020: Avimecc Modica (A3)2020-2021: Falù Ottaviano (A3)2021-…: Pool Libertas Cantù (A2) Coppa di Croazia (2015-2016)Coppa di Croazia e Supercoppa di Croazia (2016-2017)Coppa di Croazia e Scudetto croato (2017-2018) (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    VNL, la Polonia raggiunge il Brasile in finale: 3-0 sulla Slovenia

    Di Redazione La Polonia stacca il pass per la finalissima di VNL maschile, dove incontrerà il Brasile domani pomeriggio alle ore 15.00. La vittoria netta, per 3-0, ai danni della Slovenia è valsa infatti ai ragazzi di coach Heynen un posto tra le prime due squadre della competizione internazionale. Top scorer della Polonia, Kurek con 17 punti. Domani, alle ore 11.30, si disputerà invece la finale per il terzo posto tra Francia e Slovenia. Polonia-Slovenia 3-0 (25-22, 25-21, 25-23) Polonia: Nowakowski (7), Kurek (17), Leon (13), Drzyzga (6), Kubiak (6), Śliwka (1), 5 Kochanowski (2), Bieniek (5), Zatorski, Kaczmarek, Semeniuk, N.E. Wojtaszek, Łomacz, Fornal. All. HeynenSlovenia: T. Stern (12), Pajenk (9), Kozamernik (3), Vincic (2), Urnaut (13), Cebulij (10), Kovacic, Gasparini, Videčnik, Možič, N.E. Sket, Z. Stern, Klobucar. All. Giuliani Arbitri: Lassi (DOM), Casamiquela (ARG) LEGGI TUTTO