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A2 – Alessandro Ramagli e la sfida di riportare in serie A Udine

A2 - Alessandro Ramagli e la sfida di riportare in serie A Udine

Alessandro Ramagli, l’allenatore della promozione della Virtus Bologna, è tornato in A2 per guidare una big della categioria come l’Apu Udine. Con l’intenzione, malcelata, di riportarla al piano nobile della pallacanestro italiana. Ecco l’intervista di Piero Guerrini per Tuttosport.

Ramagli, a che punto è la costruzione di Udine? C’è un bel clima per quanto riguarda gli intenti e la volontà. La squadra è molto buona. Essere andati in semifinale in Supercoppa non ci ha aiutati nel processo di crescita e abbiamo anche avuto intoppi al capitolo infortuni e acciacchi, con Penna, con Cortese, ma siamo sulla buona strada.

Quale A2 ritrova? E’ diversa, perché c’erano Trieste, Virtus e Fortitudo Bologna, Treviso, realtà importanti, ambiziose. Infatti sono tutte salite. Vedo un maggiore equilibrio, aumentato anche per via del passaggio da 32 a 28 squadre che ha portato più concentrazione di talento.

Giovani. C’è molto materiale interessante. Noi per esempio abbiamo incrociato Roseto che è il progetto della Stella Azzurra Per dire: Abramo Canka è un prospetto davvero interessante, 2002, da sviluppare, ma molto interessante. A Torino c’è Diop, che ha talento fisico in abbondanza, incide. Sono soltanto due esempi, i primi che mi vengono in mente. Il livellamento del campionato è verso l’alto, ma certo bisogna colmare il gap con la Serie A, che è soprattutto di natura fisico, atletica, di ritmo. E per fisico non intendo soltanto correre o saltare, ma è questione di tonnellaggio, per sostenere i contatti. Per colmarlo non resta che continuare con il lavoro che si sta svolgendo, com’è stato utile ridurre le squadre.

Stranieri. In A2 si parte dagli italiani poi si aggiungono due giocatori complementari, con energia, poliedricità, difesa su più ruoli magari. Del resto in questa categoria la differenza la fanno gli italiani. Cromer ha voglia di emergere, viene da due stagioni in Bosnia e Ucraina. Ha poca esperienza e commetterà errori, ma possiamo sostenerli se crescerà come crediamo.

Ecco Verona: gara già decisiva? Non può esserlo, ma Verona l’ho vista cresciuta e serena tanto dopo la sconfitta in Supercoppa, anzi secondo me le ha fatto bene, credo, per il lavoro. Di conseguenza noi dovremmo fare un passo avanti importante per riuscire a ripeterci. Verona ha una qualità impressionante e giocatori che possono risolverla da soli. Nel caso di Rosselli anche senza bisogno di segnare molto»

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