Sono passati alcuni giorni ma non si spegne l’eco e, diciamolo francamente, anche la soddisfazione per la meravigliosa vittoria di Jannik Sinner a Wimbledon, primo italiano nella storia a trionfare nel singolare del più antico e prestigioso torneo al mondo. Se n’è parlato in tanti modi, analizzando aspetti tecnici, mentali e agonistici di un torneo giocato davvero bene da Jannik e portato a termine con una finale straordinaria contro Alcaraz, che cancella anche la delusione per l’esito di Roland Garros e i timori di risvolti negativi a livello mentale contro il suo più grande rivale nel medio lungo termine. Ma del successo di Sinner si è parlato anche per l’impatto a livello storico e statistico, e non solo riguardo al tennis italiano.
La vittoria di Jannik ai Championship 2025 segna un primato storico assoluto, davvero di un certo rilievo. Sinner dopo aver alzato la coppa di Wimbledon è attualmente campione in carica nello Slam su erba, US Open, Australian Open, ma anche delle ATP Finals e pure della Davis Cup, vinta con gli azzurri a Malaga lo scorso novembre. Ebbene, nessun tennista nella storia era riuscito ad essere campione in carica in tutte queste competizioni contemporaneamente.
In passato, altri tennisti sono riusciti ad essere campioni in carica di tre Slam e delle Finals, per l’esattezza: Sampras (1997), Federer (2004, 2006, 2007) e Djokovic (2015, 2016, 2023), ma non della Coppa Davis.
Questo pone l’italiano al vertice di questa curiosa ma assai significativa statistica, che rafforza ulteriormente il ruolo di leader assoluto di Sinner in questo momento storico, come certifica ampiamente anche il ranking ATP nonostante i tre mesi di stop sofferti da febbraio a inizio maggio 2025.
E pensare che Jannik è arrivato a un solo 15 da trionfare anche a Roland Garros… Una vittoria che gli avrebbe regalato un vero Grand Slam, anche se su due anni, e, in quel caso, il detenere allo stesso tempo tutti i big titles dello sport. Resta una impresa ugualmente epocale e straordinaria per Sinner. Semplicemente il migliore.
Marco Mazzoni