“Ci vuole un fisico bestiale”. Chissà se il buon Luca Carboni nel lontano 1991 già ipotizzava scenari futuri nel mondo del tennis quando scrisse una delle sue canzoni più fortunate… Ormai da tempo il nostro amato sport è terribilmente duro sul piano fisico, tanto che una condizione atletica quasi perfetta diventa imprescindibile per eccellere e, di conseguenza, pochissimi riescono a tenersi al riparo da infortuni più o meno seri vista la necessità di stressare il proprio corpo quasi al limite per performare e vincere. Uno dei casi più singolari e sfortunati (ma allo stesso tempo significativi) della stagione in corso è quello di Arthur Fils, classe 2004 parigino già vittima di importantissimi infortuni che lo stanno penalizzando in modo pesante. Fils infatti è passato nel giro di poche settimane dall’essere in rampa di lancio verso la top10, forte di un tennis davvero consistente ed incisivo, a scomparire dal radar dei tornei per un serio infortunio alle vertebre della schiena, una frattura da stress subita per aver spinto probabilmente oltre il limite il suo corpo. Questo problema l’ha costretto al ritiro nel corso di Roland Garros: nel corso di una durissima battaglia e vittoria contro lo spagnolo Munar, Arthur ha sentito che qualcosa non andava. Ha finito da partita stringendo i denti, da “duro” qual è, ma nel dopo partita il dolore era troppo. Controlli diagnostici all’indomani gli hanno presentato un conto salatissimo, con una lesione alla vertebra L5 e conseguente stop. Addio Wimbledon. E non è finita qua.
Fils infatti ha provato a rientrare al 1000 canadese, ma dopo una vittoria contro l’altro “lungodegente” Carreno, ha ceduto a Lehecka mostrando ancora più di un problema a spingere a tutta, in pratica produrre il suo miglior tennis che si basa proprio su di una progressione importante con i colpi da fondo campo, giocati più di forza che accelerazione in timing d’impatto. È arrivata ieri sera la notizia del forfait anche a US Open. Questo rende il suo 2025 negli Slam a dir poco singolare. Infatti Arthur aveva iniziato l’anno nei Major con un ritiro agli Australian Open, nel corso del match di terzo turno contro il connazionale Hubert. Poi a Parigi ha dovuto rinunciare alla sfida di terzo turno contro Rublev per l’infortunio alle vertebre; questo l’ha bloccato per diverse settimane e addio erba e quindi anche Wimbledon; ora il forfait pure a US Open. Il povero Fils si è ritirato in due Slam e ha saltato gli altri due.
Davvero una disdetta per un tennista che la scorsa primavera aveva impressionato per sostanza e qualità di gioco, con risultati l’avevano portato ad un passo dalla top10: quarti a Indian Wells (battuto da Medvedev), quarti a Miami (stoppato dal futuro campione Mensik), quarti a Monte Carlo (battuto da Alcaraz dopo una dura battaglia, e Carlos vincerà il torneo), semifinale a Barcellona (L. Alcaraz), terzo turno a Roma. Un filotto di risultati ottimi che l’hanno issato al n.14 del mondo, suo best ranking, con concrete prospettive di salire ancora e sbarcare tra i migliori dieci nel ranking. Si ipotizzava che a Parigi potesse essere tra gli outsider più insidiosi, ma la sua corsa si è fermata troppo presto.
Certamente il suo infortunio alla schiena sarà anche dipeso da una componente di sfortuna, ma dall’altro lato è l’evidenza di come moltissimi tennisti stiano davvero portando il proprio corpo al limite, con un tennis fin troppo sbilanciato sulla parte muscolare/atletica della prestazione. Fils ha solo 21 anni, e come lui tanti giovani colleghi hanno sofferto infortuni seri a parti del corpo delicate principalmente per un gioco che chiede fin troppo a muscoli, tendini e ossa. Altro esempio Holger Rune, classe 2003, per diversi mesi sofferente alla schiena per squilibri tecnici amplificati dalla sua attitudine a picchiare la palla a più non posso. Auguriamo a Fils una pronta ripresa.
Marco Mazzoni