Il futuro di Novak Djokovic continua a far discutere il mondo del tennis. Da un lato il serbo lascia trasparire messaggi che sanno di saluto, come accaduto a Roland Garros, dall’altro non chiude affatto la porta a obiettivi a lungo termine, come una possibile partecipazione ai Giochi Olimpici di Los Angeles 2028. Un doppio binario che rende il suo percorso ancora più enigmatico: solo lui sa cosa gli riserva il futuro.
L’ombra di Sinner e Alcaraz, ma la fame resta
La supremazia mostrata in questa stagione da Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, capaci di dominare più del resto del circuito, potrebbe indurre Djokovic a chiedersi se abbia ancora le armi giuste per competere ai massimi livelli. Eppure, i risultati dicono altro: il serbo ha raggiunto le semifinali in tutti e quattro gli Slam del 2025, confermando una competitività che pochi alla sua età hanno mai mantenuto.
Opinioni divise sul suo futuro
C’è chi ritiene che il campione di Belgrado dovrebbe fermarsi qui per evitare di offuscare la carriera più vincente di sempre. Altri, al contrario, sono convinti che la sua innata competitività, quella che gli ha permesso di inserirsi nella rivalità tra Federer e Nadal e superarli per numero di Slam, lo spingerà a inseguire ancora un 25º Major o magari un’ultima medaglia olimpica.
Mark Knowles: “Djokovic giocherà fino al 2027”
L’ex numero uno al mondo di doppio Mark Knowles, oggi allenatore di Jessica Pegula, ha espresso chiaramente la sua opinione nel podcast Inside-In Tennis:
“Quello che ho sentito è che Djokovic ha in programma di giocare nel 2026 e 2027. Non pensa affatto al ritiro. Ama le sfide e continua a credere in sé stesso. È ovvio che sia concentrato sul 25º Slam. Negli altri tornei non dobbiamo aspettarci troppo, ma negli Slam sì”.
Knowles ha poi sottolineato quanto la sua presenza sia preziosa non solo per il circuito ma anche per i tifosi:
“Non credo che nessun tennista possa trovare la motivazione dopo tutto quello che ha conquistato, ma lui sì. Per i fan è importantissimo che giochi ancora. Nessuno ha mai battuto il tempo, ma lui ci sta provando. Sta lottando contro il tempo”.
Il “nemico” come stimolo
Infine, secondo Knowles, le sconfitte nette rimediate contro Sinner e Alcaraz non rappresentano una resa, ma una scintilla in più:
“Sono sicuro che, leggendo gli esperti dire che non può più batterli, lui trovi una motivazione extra. È la sfida che lo stimola di più. Ed è questo che lo rende, senza dubbio, il più grande di tutti i tempi. Ha conquistato tutto, ma vuole ancora dimostrare di poterlo fare”.
Francesco Paolo Villarico