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Sinner, le possibili insidie di un rientro “sul rosso”

È il miglior rientro possibile, con l’abbraccio del pubblico romano e la “protezione” dell’ambiente dopo la sfortunata sospensione? Oppure tornare in competizione sulla terra battuta, la superficie meno congeniale dopo il più lungo stop in carriera, non sarà il contesto tecnico ideale e rischia di riservare insidie o addirittura brutte sorprese? Questo è l’interrogativo che aleggia tra molti appassionati ed addetti ai lavori alla vigilia del ritorno in competizione di Jannik Sinner agli Internazionali BNL d’Italia 2025. Di tutto quel che ha portato a questa ingiusta situazione si sono scritti fiumi di parole, non è il caso tornarci per l’ennesima volta. Si guarda avanti, ai prossimi sei mesi di tornei da giocare a tutta. Da affrontare a testa alta, da vero n.1, forte dell’opportunità di aver potuto lavorare sul fisico senza lo stress della competizione. “Un’occasione irripetibile” sottolineava anche Marco Panichi, preparatore del nostro campione di Sexten che ci aspettiamo bello carico, con tonnellate di adrenalina in corpo per quest’astinenza che vorrà cancellare con un colpo di spugna. Anzi, con i suoi colpi tanto veloci quanto precisi.

Recentemente Jannik ha parlato, confessando che negli allenamenti più recenti, quelli affrontati con massima intensità per preparare il sospirato rientro, ha giocato sprazzi di tennis convincente ma anche di aver sofferto di passaggi a vuoto da analizzare per capirne i motivi. Senza voler fare psicologia da quattro soldi, forse è facile capirne i perché… Jannik è un uomo solido e maturo, diventato campione con lavoro e visione, cavalcando giorno dopo giorno la sua ambizione verso l’eccellenza e la sua Straordinaria Normalità. Ma essere normale implica anche essere fragili, avere dubbi e incertezze, momenti che spingono alla riflessione e quindi alla reazione, quella molla che ti porta a capire gli errori e mettere in pratica le contromosse per superarli e diventare una versione migliore di te stesso. Con questa visione e percorso Sinner è diventato il migliore di tutti, per distacco. Per questo lo stop ingiusto, accettato bevendo un calice di veleno, avrà certamente lasciato qualche scoria dentro di lui. Come lo stop alla competizione comporterà sicuramente qualche criticità nel gioco.

Sinner è un tennista favoloso, genera potenza e velocità come nessuno con fluidi slanci ed elasticità, meravigliose sincronie frutto di ripetizioni e fiducia sentendo la palla, provando i suoi schemi, lavorando e competendo. La partita è una condizione necessaria all’eccellenza perché per quanto focus tu possa mettere negli allenamenti, quando si gioca con punteggio “vero” e un avversario da battere tutto cambia, sia che tu sia un NC del circolo dietro casa che il n.1 del mondo. La mancanza di partite vere sarà uno scotto da pagare, sicuramente. Solo il campo ci dirà quanto sarà pesante. La solidità mentale di Jannik ci fa sperare che l’impatto negativo dello stop possa essere minimo, contenuto in qualche errore di troppo, qualche passaggio a vuoto coperto dalla sua classe immensa. Ma dobbiamo anche ipotizzare uno scenario più cupo, con qualche difficoltà vera e magari anche qualche sconfitta. Sinner non perde in torneo dalla finale di Pechino 2024, poi ha infilato uno dopo l’altro Shanghai, ATP Finals, Davis Cup e Australian Open. Sarebbe ingiusto chiedergli di tornare dopo tre mesi interi “off” e stravincere. Magari vincerà, ma forse non sarà una passeggiata e se ci sarà da soffrire, …soffriremo con lui, consapevoli che potrebbe essere uno Jannik meno sciolto, meno sicuro, con poco ritmo e qualche errore per lui insolito. Affronterà qualcosa che non ha mai provato, per questo lo scenario competitivo potrebbe essere altrettanto diverso, non necessariamente facile. Se invece la sua forza interiore e la serenità del sapere di non aver fatto niente di male, abbinate al tanto lavoro svolto e la terribile voglia di rivalsa che cova dentro di lui lo porterà a riannodare in un attimo il filo spezzato e tornare a dominare, beh… solo applausi.

Questa la condizione mentale. Ma quella tecnica? È indubbio che la terra battuta sia la condizione che Jannik ama di meno. Per eccellere sul rosso servono tre qualità su tutte:

– potenza, per spingere una palla che con l’impatto sul mattone tritato rallenta e s’impenna;

gestione delle rotazioni, dato che per ovviare ai rimbalzi è efficiente spazzolare la palla con vigore, più margine e meno rischio, oltre che per sfruttare a proprio favore le peculiarità della superficie;

resistenza fisica, visto che gli scambi sono non solo intensi ma anche mediamente più lunghi.

Tre impostori che in tutta la carriera di Sinner non sono mai stati il suo punto di forza. Lui ha un tennis fluido, accelera di timing d’impatto e non di potenza muscolare, mentre su terra questo non lo puoi sempre fare. La sua racchetta riesce a gestire bene le rotazioni degli avversari, ma è indubbio che colpire palle più pulite sul ritmo sia il suo pane quotidiano. Sulla forza fisica invece possiamo forse essere relativamente sereni, visto che nei tre mesi lontano dai tornei ha sicuramente investito energia e tempo sul potenziare il fisico, lavori impegnativi che con l’alternanza classica di partite e riposo sono difficili da inserire. Preparando un rientro su terra battuta, e con l’obiettivo di giocare bene agli IBI25 e poi a Roland Garros, è possibile che i suoi meccanismi di gioco siano stati tarati per affrontare al meglio il tennis sul “rosso”. In carriera Sinner ha vinto solo un torneo su terra battuta, Umag 2022, solo uno nei suoi 19 successi… Ma non ci dimentichiamo che lo scorso anno arrivò a Roland Garros tutt’altro che in forma e portò Alcaraz al quinto set in semifinale, con la nettissima sensazione che la sconfitta arrivò perché il serbatoio era in riserva, non perché l’avversario avesse giocato così meglio.

Vedremo anche il sorteggio del tabellone a Roma, altro fattore da considerare per l’immediato. Per sperare in una lunga corsa nel torneo capitolino non sarebbe male affrontare un paio di partite non terribili, magari evitando subito qualche specialista del “rosso” già molto rodato nelle scorse settimane, qualcuno che potrebbe bloccare Jannik in una dura partita e mettere a galla la sua mancanza di competizione. Con i tantissimi italiani in gara, potrebbe essere anche Derby all’esordio, chissà.

Jannik Sinner sta per tornare e lo farà proprio a Roma. È mancato tantissimo, a tutto il mondo della racchetta. Bentornato Campione.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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