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Djokovic, leggenda senza fine: “Ho ancora fame di tennis, il mio obiettivo sono le Olimpiadi di Los Angeles 2028”

Novak Djokovic è già nella storia. A 38 anni, il fuoriclasse serbo vanta un palmarès da capogiro: 24 titoli del Grande Slam, 100 trofei ATP, un oro e un bronzo olimpico, oltre a una Coppa Davis con la sua Serbia. Eppure, nonostante abbia riscritto ogni record possibile, Djokovic sorprende ancora per la sua voglia di lottare e per l’ambizione che lo spinge a guardare sempre avanti.
Negli ultimi mesi, però, Novak ha confessato come la scomparsa dai riflettori dei suoi grandi rivali, Roger Federer e Rafael Nadal, abbia rappresentato uno spartiacque emotivo nella sua carriera. “Una parte di me se n’è andata con Federer e Nadal”, aveva ammesso qualche settimana fa. Un’affermazione forte, che riflette il vuoto lasciato da chi ha condiviso con lui una delle epoche più leggendarie del tennis mondiale. “Senza di loro, mi manca un po’ di motivazione. È difficile trovare nuovi stimoli quando hai già raggiunto tutto ciò che si poteva raggiungere,” ha spiegato in una recente intervista su YouTube a Slaven Bilic.

Un sogno olimpico che non vuole tramontare
Nonostante tutto, Djokovic ha ben chiaro il suo nuovo, grande obiettivo: i Giochi Olimpici di Los Angeles 2028. “In questo momento, la mia unica motivazione sono le Olimpiadi di Los Angeles. Voglio esserci, è l’unica cosa che ho in mente. Avrò 41 anni, ma sia il fisico che la mente sono ancora forti. Credo di potercela fare.” Un traguardo che sembra quasi impossibile nel tennis moderno, ma che con Djokovic non può mai essere escluso.

Passione e fuoco interiore
Ma cosa lo spinge ancora ad allenarsi, a competere, a superare i limiti dell’età? “È l’amore per il tennis, la passione per questo sport. Il bambino che si è innamorato di una racchetta è ancora dentro di me. Se non avessi più questo fuoco, smetterei subito. Ma amo ancora l’adrenalina di andare in campo, la voglia di vincere non mi ha mai abbandonato.”

La crisi del 2016: “Ho provato il vuoto dopo aver vinto tutto”
Djokovic non ha nascosto i momenti difficili. Il 2016, quando finalmente vinse il Roland Garros e completò il Career Grand Slam, segnò una svolta interiore. “Avevo vinto tutto e ho sentito un vuoto. Dopo Parigi, mi sentivo obbligato ad andare a Wimbledon, ma non ne avevo davvero voglia. Persi con Querrey dopo tre interruzioni per pioggia. Durante la pausa, ho provato una sensazione di ‘nulla’ totale, come se per la prima volta tutto fosse fermo. Quella crisi è durata fino al 2018: ho dovuto ritrovare la fame.”

Un’infanzia tra sacrifici e pericoli
La sua è una storia di sacrifici e coraggio, come ha ricordato lui stesso. “Quando ero giovane, viaggiare per giocare negli Stati Uniti era impossibile per la mia famiglia. Mio padre dovette rivolgersi agli usurai, alla mafia, con tassi del 30%. Abbiamo rischiato molto, persino un incidente d’auto provocato dai creditori. Ma ce l’abbiamo fatta.”

Verso Wimbledon 2025, senza tornei di preparazione
Djokovic ha già annunciato che non disputerà nessun torneo prima di Wimbledon 2025, lo Slam che ha vinto sette volte. Tutto è possibile per chi ha saputo riscrivere la storia: il serbo va ancora a caccia di un venticinquesimo Major, ma la sua leggenda, comunque vada, è già assicurata.

Francesco Paolo Villarico


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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