Nel tennis moderno, l’odio che si riversa sui social dopo una sconfitta è un fenomeno purtroppo diffuso. Molti tennisti lo hanno denunciato, ma nessuno ha saputo raccontare il disagio e la fatica psicologica che ne deriva come Gael Monfils. Il francese, a 38 anni ancora protagonista nel circuito per pura passione, si è sfogato dopo l’eliminazione al primo turno dell’ATP 500 di Washington 2025 contro Wu Yibing, raccontando la realtà che si nasconde dietro le quinte di ogni sconfitta.
“Non capisco chi si diverte a insultare i tennisti dopo una sconfitta. La verità è che, se c’è qualcuno che soffre davvero quando perdo, quello sono io”, spiega Monfils. “Quando ricevo messaggi pieni d’odio, cerco di concentrarmi su tutto il bello che ho nella mia vita. Certo, dopo una partita negativa mi dico anch’io che forse sono finito, che forse dovrei smettere, e quando leggo certe parole a volte ci credo. Ma la voglia di trovare soluzioni e rialzarmi è ancora più forte”.
Monfils sottolinea come la percezione esterna sia spesso distorta: “C’è chi pensa che sia divertente viaggiare per il mondo, andare nei tornei, ma nessuno vede la fatica di chi perde e la delusione di sapere che avrebbe potuto restare a casa con la famiglia. Quando gioco così male mi arrabbio con me stesso, mi chiedo cosa ci sto a fare in campo invece che essere in vacanza con mia moglie e mia figlia. Non è facile, ma questa è la vita che ho scelto e la affronto con determinazione. Bisogna solo lavorare ancora di più per tornare a sorridere”.
Francesco Paolo Villarico