Jasmine Paolini lascia Cincinnati senza il trofeo, ma con la consapevolezza di aver ritrovato se stessa. La tennista toscana, battuta in finale da Iga Swiatek per la sesta volta consecutiva (7-5 6-4), ha commentato con lucidità e ottimismo il suo percorso in Ohio, sottolineando come queste due settimane rappresentino una svolta dopo un periodo complicato.
“Sono state due settimane molto positive dopo un mese e mezzo molto difficile. Sono contenta del livello che ho espresso, anche se avrei potuto servire meglio. Contro Swiatek non basta giocare tanti secondi servizi: devo lavorare su precisione e percentuali, perché i primi colpi su questi campi sono fondamentali”, ha dichiarato in conferenza stampa.
La finale, la più equilibrata tra quelle disputate contro la polacca, ha confermato i progressi dell’azzurra: “In campo mi sono sentita bene negli scambi, ho provato a essere aggressiva perché è l’unico modo per provare a farle male. Ho cercato di anticiparla, di muoverla e di toglierle il tempo. Non è semplice, perché ti costringe sempre a giocare un colpo in più. Alla fine il servizio ha fatto la differenza, ma sono contenta di come ho interpretato la partita”.
Sul confronto diretto con la numero due del mondo, Paolini ha spiegato come le condizioni del cemento americano le abbiano dato più possibilità: “Questa superficie si adatta meglio al mio gioco rispetto alla terra battuta. Qui ho più chance di prendere in mano lo scambio. Ovviamente devo crescere ancora molto, ma in diversi momenti della partita mi sono sentita vicina a lei. È un segnale importante per il futuro”.
Un pensiero speciale è stato dedicato anche al pubblico americano: “È incredibile giocare qui. Anche quando affronti Coco Gauff ti fanno sentire il calore. Non importa chi tifino, sostengono sempre il giocatore e la sua personalità. È un aspetto che mi piace molto: ti fanno sentire apprezzata come persona oltre che come atleta. Le strutture di questo torneo sono fantastiche e ogni anno l’atmosfera diventa più speciale”.
La tennista azzurra ha poi spiegato la scelta di rinunciare al doppio misto con Musetti allo US Open: “Gioco singolare e doppio praticamente ogni settimana, è davvero pesante. Dopo la semifinale ho capito che era meglio fermarmi. Mi sarebbe piaciuto giocare con Lorenzo, è una competizione molto bella, ma devo pensare al mio corpo e recuperare le energie per il prossimo Slam. A volte bisogna saper dire di no per arrivare preparati agli appuntamenti più importanti”.
Sulla sua condizione di testa di serie numero 8 (invece sarà 7) a New York, Paolini ha mantenuto un profilo basso: “Non so quanta differenza faccia essere ottava o nona. Certo, è bello essere tra le prime dieci, ma quello che conta davvero è come giochi. L’obiettivo è restare concentrata sul mio tennis e prepararmi al meglio. Non voglio farmi distrarre dai numeri, penso solo a quello che posso fare in campo”.
Infine, ha parlato della sua ritrovata serenità: “Non sempre sono sorridente, anzi. Ma quando sento di aver dato tutto, anche nelle situazioni difficili, allora riesco a sorridere. In questa finale ho provato a reagire punto dopo punto, anche quando le cose non giravano. Ho perso, è vero, ma ho la sensazione di essere cresciuta. Sono dieci giorni molto positivi per me, dopo un periodo duro. Non ho vinto, ma torno a casa con fiducia e con la voglia di continuare a lavorare”.
Paolini arriverà a New York con un bagaglio di fiducia rinnovata e con l’obiettivo di confermare i progressi mostrati a Cincinnati.
Francesco Paolo Villarico