Ripartire non è mai facile, nemmeno se hai un grandissimo talento e hai vissuto settimane magiche. Dopo l’eccezionale rendimento e piazzamenti su terra battuta nel 2025, Lorenzo Musetti ha stentato a ritrovare la miglior forma ripartendo dallo stop imposto dal problema muscolare sofferto nella semifinale di Roland Garros contro Alcaraz. Davvero un peccato non aver potuto difendere gli ottimi risultati del 2024 sull’erba, sarebbe stato utilissimo alla sua crescita cavalcare l’onda di un momento positivo con nuove consapevolezze ed attitudine. Purtroppo è andata così, e anche i tre tornei sul cemento in Nord America non sono andati affatto bene: una solo vittoria a Montreal e tre sconfitte, in tre partite lottate ma segnate da errori e chance sprecate. Il miglior momento è stato il doppio, dove a Cincinnati è arrivato in finale insieme a Lorenzo Sonego, davvero a un passo dall’alzare la coppa dei vincitori. Ora tutto su US Open, dove Musetti non ha mai particolarmente performato in carriera. È l’occasione per ripartire e ritrovare quelle sensazioni (e vittorie) necessarie a confermare il suo status di top 10 e continuare a cavalcare il sogno di qualificarsi per le ATP Finals di Torino (nella Race il toscano è nono). Così Lorenzo ha parlato ai microfoni di SuperTennis a latere del canonico media day pre torneo di Flushing Meadows.
“È stata una trasferta americana non così proficua a livello di risultati ma a livello di esperienza è stato un mese che mi ha fatto capire tante cose, anche per essere il miglior Lorenzo possibile qua a New York“, afferma Musetti. “Sono convinto che la finale di doppio (a Cincinnati, ndr) e aver giocato tante partite in doppio mi abbia aiutato in risposta, nel gioco a rete, nell’essere più aggressivo che è quel che un po’ mi manca su questa superficie. Credo che le condizioni qua siano un po’ diverse rispetto a quelle che abbiamo trovato precedentemente”, continua Lorenzo, “devo dire che mi piacciono molto di più, quindi ho un buonissimo feeling”.
Chiedono a Musetti cosa manca al suo gioco quando è in competizione sul cemento all’aperto rispetto ai campi in terra battuta ed erba, dove ha ottenuto i suoi migliori risultati, come due semifinali Slam, finali Masters 1000 e il bronzo ai giochi Olimpici di Parigi 2024. “Credo tutto stia nella costanza del livello nel corso del match. Durante questo mese ho mostrato dei picchi molto alti, però anche troppi alti e bassi che mi sono costati la sconfitta in tre partite lottate. Venivo da un infortunio e quindi una brutta performance a Wimbledon, sicuramente mi mancava un po’ di fiducia. Ritengo di dover migliorare sull’essere più aggressivo, a partite dai colpi d’inizio gioco, sfruttare di più servizio e risposta che sul veloce son fondamentali. Ripartiamo un match alla volta, con una buona mentalità che è quella che mi ha fatto fare il salto di qualità”.
Il sorteggio di US Open presenta a Musetti un avversario alquanto scomodo: il super servizio di Mpetshi Perricard. Come si affronta un avversario del genere (tra l’altro semifinalista questa settimana, all’ATP 250 di Winston Salem)?: “Si vede che a New York richiamo i big server perché l’anno scorso ho trovato Opelka e anche qualche anno addietro trovai ancora Opelka… È un avversario difficile da gestire, Bisognerà usare tanta intelligenza tattica, cercare di scardinare il suo servizio togliendogli fiducia. Devo mantenere la calma, sarà una partita dove la pazienza sarà protagonista… È un bel primo turno, molto tosto, ma siamo qua pronti ad affrontarlo”.
Musetti chiude l’intervista creando il suo tennista perfetto, colpo per colpo, scegliendo tra i giocatori in attività: “Servizio scelgo Shelton, diritto Alcaraz, rovescio Jannik e volée Dimitrov“.
Marco Mazzoni